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garrulo1
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Letto il post di Catulla, sono andato a rivedermi la Dedica a Maria, Prefazione alla Porta Ermetica, una delle tante perle donateci a suo tempo dal Maestro Kremmerz. Andai a visitarla questa Porta a Roma, erano i favolosi anni novanta, favolosi si fa per dire, forse perché nelle vene scorreva il sangue della giovane età della vita, se ben ricordo a pochi passi dalla Stazione Termini, mi pare proprio Piazza Vittorio Emanuele, vado a memoria. Ebbene dopo una valanga di foto, qualche riflessione, ma più di tanto non accadde. Proviamo ad esprimerla ora qualche considerazione. Credo che la Maria a cui il Maestro si rivolge, sia uno stato particolare a cui può anelare l’essere umano all’apice di un percorso di purificazione, imprescindibile per concepire il Nume, o forse, per riprendere il contatto con questo Nume, quello che pian piano (ahimè) si annunzia all’oriente, valicando progressivamente quella catena serrata di monti altissimi altrimenti inaccessibile. Scrive il Maestro verso la fine della Dedica: ”Ti ricordi di Roma, o Maria? La conosci bene, non dir di no – e sai che ha tante porte grandi e questa piccola e bassa. La ho scelta perché certe scritte paiono fatte apposta per le opere che sto incubando pei secoli futuri…”. Nella Scienza dei Magi, Volume 2°, alla pagina 331 sta scritto: “ Roma alla rovescia è amor, …… Porta infera o porta magica dantesca, che in modi diversi tu vedi raffigurata in certi ruderi nel pubblico giardino di Piazza Vittorio Emanuele a Roma (ricordavo bene), ruderi di una porta bassa che con segni cabalistici indica in che modo si entra per la porta di Amore nel magazzino dell’ottico in cui la vista umana può cominciare il suo perfezionamento”. Più avanti, a metà della pagina 332, sta scritto: “Ama. Ama come il cavaliere leggendario quella bella creatura che sta chiusa in un castello di bronzo. Non puoi amare così che per grazia….”. Forse è proprio questa la chiave di accesso per Iniziare a dipanare la vista annebbiata. Chiudo, come faccio sovente, con la speranza di non aver divagato troppo, ma riflettere e scrivere così, senza troppi affanni, è davvero bello.
Con l’augurio a tutti di una buona domenica.

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