Desidero fare una breve riflessione…
Credo che l’Amore con l’iniziale maiuscola – ovvero Regale – non consista in un esercizio di “possesso”, ma di “donazione” autentica. Quando non sia “terreno”, come attributo ottenuto per conquista, ma “celeste”, quindi elargito senza averne ritorno alcuno, ma che va poi piuttosto meritato.
Pensare alla Regalità come ad un attributo sessuale o, peggio, sessista (che sia elaborato al maschile o al femminile), credo finirebbe infine per vili-penderlo o renderlo in altri termini centrato sul “Sé”, invece che sull'”Altro”.
Sottile distinzione evidenziata, ad esempio, in Cristo: la Parola incarnata che, annullando/spogliando Se Stessa, dà la Vita per il mondo (perduto in/nel “sé”).
Probabilmente come fu cadere dallo stato di Eden: accentrarsi sul sé, sopravvalutandolo, per rimanere invinghiati nell’uovo o involucro spermatico, invece di sacrificarsi morendo al sé apparente/liberando il vero Sé per rinascere, in una sorta di brodo prebiotico, alla Vita universa di fuori? 🌱
La Regalità Originale, ai miei occhi assomiglia più ad una Elezione, data dall’Alto, che come una pretesa su attributo innato, autospettante, proprio dell’essere.