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guglielmo tell
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Tra i luoghi in cui ho sentito della magia, c’è n’è uno vicino casa mia: si tratta di vysehrad, resti di una fortezza che si trovano su una collina che si affaccia sulla Moldava, il fiume che attraversa Praga. Si tratta di un posto che sento magnetico ma a cui la tradizione popolare pure attribuisce qualcosa, se oltre alle leggende vi è ai suoi piedi un ospedale molto ricercato dalle partorienti. Inoltre é un luogo associato alle origini mitiche di Praga ed ad una tradizione del femminile che in qualche modo sopravvive se è vero che la protagonista della storia che seguirà, la regina Libuse figlia di una ninfa e chiaroveggente, nonché principessa che si sceglie il marito nel popolo, è ricordata in un opera lirica nazionale che si rappresenta ogni anno (vedasi anche il film the pagan Queen). ma ecco la storia:
un giorno Přemysl e Libuše camminavano insieme al loro seguito sugli spalti del vecchio palazzo di Libusín. Era sera: il sole si stava abbassando sui boschi lontani, che tutto intorno avevano lasciato il posto ai campi coltivati e ai villaggi, e l’ombra del castello cadeva alle spalle del fiume. Libuše si volse verso le ombre azzurre e tiepide della notte che avanzava e all’improvviso un gran silenzio s’impossessò di tutte le cose della terra e dell’aria. Nessuno del loro seguito aprì bocca: il vento trattene il fiato e gli uccelli che avevano cantato fino a quel momento, ammutolirono nelle chiome degli alberi. Libuše levò un braccio, e come toccando qualcosa in lontananza, mosse delicatamente le dita e disse:

Vedo una città
che sarà illustre nel mondo
e la cui gloria raggiunge le stelle.
Questo luogo è celato nelle profondità dei boschi,
a nord lo protegge la valle del Brusnice,
a sud una grande montagna rocciosa.
La Moldava si apre la strada sotto le sue pendici.
Costruite questa città, ve l’ordino,
là dove io vi indicherò.
Sulla Moldava, sotto Petřín,
un falegname fabbrichi con il figlio una soglia;
e per questa soglia chiamate la città Praga.
I popoli, seppur forti come leoni,
curveranno la testa davanti a questa soglia
per averla salva.
Così la mia città
avrà lode e gloria.

Přemysl e i suoi uomini guardarono in quella direzione, ma videro solo la notte che avanzava. Poi lo spirito divinatorio abbandonò Libuše e il bagliore negli occhi si spense. E quando fu mattino, Libuše chiamò i capotribù dei vari distretti e li mandò nella direzione indicata con la raccomandazione di fermarsi dove avrebbero trovato un uomo che faceva buon uso dei denti.

I messi giunsero in un luogo chiamato Petřín, a nord del Vyšehrad, sulla Moldava, e qui trovarono un contadino e suo figlio che tagliavano un albero con una sega. Essi giudicarono che il contadino stesse appunto facendo buon uso dei denti della sega. In quel luogo sorse una grande fortezza, e un villaggio sotto la fortezza, che poi si sarebbe allargato fino a diventare la capitale del popolo cèco, e, giacché con l’albero che stava tagliando il contadino intendeva fare una soglia [prah], la città che vi sorse si chiamò Praga [Praha].
La storia completa è
http://bifrost.it/Sintesi/Libuse.html

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