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ippogrifo11
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L’ultimo post di Tanaquilla e il riferimento a quello di Cozza che evoca il progressivo formarsi degli organi del bambino nel ventre della madre mi spingono a un raffronto analogico che forse sarà azzardato, ma che a me non dispiace considerare invece verosimile. Mi spiego, o almeno ci provo.
Il processo di differenziazione e di specializzazione delle cellule, processo che si avvia subito dopo la fecondazione dell’ovulo e la sua trasformazione nella cellula totipotente dello zigote, si articola su fasi strettamente contigue e interconnesse che, nelle dinamiche morfologiche a loro pertinenti, obbediscono alle disposizioni codificate nel DNA. Via via che il processo di differenziazione e di specializzazione si compie, diviene sempre più chiara l’attuazione progressiva di un progetto, progetto che andrà a compimento con la formazione del nuovo essere nella sua completezza biologica e del quale le cellule, prese nella loro individualità, non sono forse consapevoli ma che non di meno concorrono ad attuare grazie anche e soprattutto all’ambiente protettivo e nutritivo del ventre materno.
E adesso vengo all’analogia.
Nell’ambito del contenitore miriamico, cui presiede la Mater per eccellenza, ciascuno di noi, in virtù dell’atto fecondante concretizzatosi al momento dell’aggancio alla Catena magica orante, diventa cellula, ossia sede e mezzo attuativo di un processo evolutivo del quale, come avviene per le cellule dell’embrione e poi del feto, abbiamo appena una consapevolezza relativa e meno che mai possiamo dire di avere coscienza di quello che sarà l’Essere di domani. Per questa ragione dobbiamo accettare l’idea che il processo evolutivo – e il progetto che vi è associato – non sia sotto il nostro controllo, nel senso che non siamo noi a determinarne tempi e modi, ma che risponda invece a una legge universale di Giustizia e di Bene alla quale non possiamo che affidarci, così come naturalmente fa il feto che si affida al tepore, al nutrimento e all’amore materno. Come dice Gelsomino, affidarsi vuol dire innanzi tutto aver fiducia e possiamo essere certi che questa fiducia non verrà mai tradita perché, come ci ricordava il Maestro Benno e come negli atti e nei fatti ci dimostra il nostro Maestro e Delegato Generale, “le Gerarchie non si estraniano mai dai loro dipendenti”.
A tutti auguro un approcciarsi sereno e sempre più motivato verso il Sole Bambino.

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