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garrulo1
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Gelsomino scrive: “in effetti il nocciolo della questione potrebbe essere proprio lo stato di Amore che ci fa tendere verso la cosa amata e che rende qualsiasi cosa da questa provenga per noi appetibile”. Questa frase mi ha ricondotto a rileggere alcuni passaggi tratti dal Capitolo “Dalla Matriarchia di Miriam alle Pratiche Trasmutatorie”, contenuto nel Libro “La Via della Rosa” – Editrice Miriamica. In tale capitolo, tra moltissime rivelazioni (anche se difficili da comprendere senza essere vissute fino in fondo, molecola per molecola, nel proprio fodero di materia-energia), compare una citazione che tento di descrivere, e che mi pare si riallacci al post di Gelsomino, in relazione alla progressiva presa di coscienza del processo di purificazione, ove il laboratorio alchemico è l’essere umano in evoluzione, da intendersi quale microcosmo quindi organismo autonomo in ogni sua funzione evolutiva. La tensione di cui sopra, può spingersi al punto da incontrare, in ogni livello di manifestazione della Natura-Una, il suo corrispettivo, fino al contatto panico implicante l’esperienza della compenetrazione cosciente, vissuta, della cosa amata. D’altronde, ricordo di aver letto in più scritti del Maestro Kremmerz, la massima che può considerarsi forse propedeutica a tutta la spiegazione che compare nel Capitolo menzionato presente nella Via della Rosa: ”se tu vuoi conoscere una determinata cosa devi diventare la cosa stessa”. Ma aggiungo, per diventare l’altra, vivere consapevolmente in me stesso l’altro/a nella sua totalità, forse devo imparare ad amarlo/a e quindi conoscere il meccanismo che porta alla convibrazione con gli altri esseri. Allora, il percorso magico può anche essere inteso come un progressivo allenamento all’identificazione, che implica contestualmente un’idea di fusione in senso lato, e quindi di abbandono graduale ma crescente della componente egocentrica costituente ostacolo, verso un‘Idea di Unità costituita dall’intero Cosmo con le sue infinite reti interattive anche se per la maggior parte sconosciute, in quanto non immediatamente comprensibili attraverso i sensi ordinari se non opportunamente allenati.
Un caro saluto ed una buona domenica a tutti.

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