Oggi 1° marzo, giorno di Novilunio, abbiamo ricevuto da una Sorella rumena ( che ringraziamo) la seguente e-mail augurale che vogliamo condividere con tutti gli utenti del Blog a testimonianza della grande apertura della n/s Schola verso tutte le Tradizioni e le Culture.
Oggi 1 marzo si celebra in Romania una festa particolare chiamata Martisor (piccolo Marte), è una festa in cui i maschi (padri, amici, fidanzati, colleghi di lavoro o fratelli, ma anche femmine) donano alle femmine di ogni età un piccolo amuleto portafortuna, legato a due fili intrecciati, bianco e rosso. Dalla mia terra dove ogni testimonianza sacerdotale antica richiama al culto solare e lunare, io lo voglio donare a tutti voi, con l’augurio di un nuovo anno magico pieno di doni, amore, bellezza e luce, buon inizio primavera!
Sor +++ C.T.
Anche noi tutti della Sebezia,con fraterno amore, ricambiamo i migliori auguri di Luce e Salute per l’ormai vicinissimo Rito di Kons alla Fratellanza intera.
Nel corso dell’ultima riunione dell’anno magico, l’Accademia Giuliana si è soffermata nuovamente sul concetto di “Fratellanza”, stimolata dalla rilettura di un intervento di qualche anno fa del Maestro M.A. Iah-Hel all’Accademia Pitagora di Bari, ove veniva spiegato che tale concetto, nell’ambito della Schola ortodossa, non può essere ricondotto a un generico “volersi bene”. Si è così avuto modo di chiarire che per “fratellanza” si intende in primis il riconoscersi nella medesima I-Dea e nella consapevolezza che si è tutti, per scelta operata liberamente, impegnati su un percorso volto a una indiscussa finalità di Bene. All’interno di tale percorso, tuttavia, ciascuno segue una propria traiettoria e un proprio ritmo, con tempi e fasi che sono peculiari alla sua natura e alla sua storia e rispetto ai quali nessuno dei Numeri della Schola è chiamato a interferire. Dunque, “fratellanza” è anche consapevolezza del rispetto dovuto alla libertà inviolabile di ciascun iscritto, il cui cammino sulla via del progresso e dell’evoluzione individuale resta sottoposto unicamente all’occhio vigile e amorevole delle Superiori Gerarchie. Nondimeno, ciascun Numero, così come augura a sé stesso Salute e Luce, non può non rivolgere lo stesso augurio a tutti gli altri Numeri che come lui tendono alla stessa meta.
È in questo spirito e con questa consapevolezza che le Sor+ e i Fr+ dell’Accademia Giuliana estendono l’augurio sincero a tutti i Numeri della Schola, individualmente, e alle Accademie regolari nel seno delle quali essi operano, per l’inizio del nuovo anno magico, propiziato dal Rito di Primavera che ci accingiamo a compiere.
Si è svolta presso l’Accademia Vergiliana l’ultima riunione di questo anno magico in cui si è riflettuto sull’importanza dei Riti di Primavera e delle pratiche purificatorie associate a questo momento di rinnovamento del patto con le Superiori Gerarchie, particolarmente prodighe di doni tramite il Rito di Ariete.
Felice Equinozio di Primavera alle Sorelle e ai Fratelli di tutte le Accademie.
La verità Una trascende le culture che sono solo il vestito dell’anima di un popolo, e si dispiega nei simboli per arrivare immutata alla coscienza dell’Uomo. Buon inizio dell’anno magico a tutti!
Sor +++ C.T
Condivido il tuo pensiero,e ti ringrazio dell’augurio che ricambio. Una volta, anni fa, a Napoli un artista, durante il periodo natalizio, creò in una grande piazza cittadina delle statue gigantesche in cartone pressato sulle quali trionfava per grandezza, altezza e importanza una grande madre (del tipo mater matuta). Sotto di lei i simboli di ognuna delle religioni del mondo. Il tutto rimase in piazza solo pochi giorni perché le belle statue furono fatte sparire, senza motivo. Certo l’opera era come si suole dire “essoterica” ma tuttavia fortemente evocativa.
grazie per gli auguri e per la condivisione di questo simbolo così semplice e perciò anche per questo bello e più autentico.. mi piacerebbe capire le tradizioni antiche ed originali che c’erano in Romania.. mi sembra di capire ad esempio che la Bulgaria può essere associata in qualche modo ai luoghi del mito di Orfeo.. é interessante notare che ci sono ancora oggi dei cori femminili bulgari con delle vocalizzazioni particolari.. Un caro saluto!
Ti ringrazio di cuore cara Sorella per questo squarcio sulle tradizioni della tua terra che ci ricorda un’origine storica condivisa nel Mediterraneo e in Europa, un tesoro sapienziale fissato e continuamente rivitalizzata negli usi e costumi popolari. Hai ragione guglielmo tell, alcune realtà dell’est e nordiche mantengono maggiormente che qua i caratteri pagani pre-cristiani. O quanto meno sono più facilmente riconoscibili.
E’ tenero e bello il Martisor e che sia portatore di Bene per tutti noi!
Il colore rosso, insieme al bianco e al nero, tinge la storia ed il mito e caratterizza fino le pitture rupestri e le prime testimonianze dell’umanità arcaica. Se in prospettiva macro il rosso era colore del sole e il bianco e il nero relativi alla luna, in chiave umana era la figura femminile a essere caratterizzata da tutti e tre in quanto signora della vita e di ogni trasformazione (testimoniano in tal senso Kali,Parvati, Sati, Lakshmi, Tara, Durga, ecc.).
Con l’assorbimento da parte della cultura cristiana, ennesima versione dello spostamento patrifocale della società, il nero viene demonizzato. Sganciato dal bianco, che resta simbolo di purezza senza altra indicazione pratica che la non-contaminazione, porta alla perdita dell’idea di circolarità nella manifestazione in pro di una costruzione verticistica. Non potendo tuttavia cancellare del tutto il concetto di ciclicità evidente all’essere umano e in natura, il percorso comincia e si conclude sempre in un paradiso, con la variante che nel percorso da terrestre a celeste si delinea un inferno separato dove finiscono tutte le cose inspiegate, insolute e insolvibili. Così, l’intervento patristico sclerotizza la ritualità per necessità di conservazione e impossibilità di adattamento avendo perso le chiavi di volta.
Il rosso, che è del sangue, diventa la forza dall’uomo capace di dominarlo in battaglia, mentre nella donna passa come simbolo di una ferita continuamente aperta che lei deve subire per propria vergogna.
Nella leggenda di santa Barbara, martirizzata intorno al III secolo d.c., troviamo a questo proposito l’iconografia del bianco e del rosso che la vestono e, inspiegabili, una spada puntata a terra nella mano sinistra e una coppa volta al cielo nella destra. Il padre di lei, Dioscuro, volendo rinchiuderla in una torre che fa costruire per preservarne la purezza, le dà per compagnia la damigella Giuliana, e dispone che l’edificio abbia acque termali. Ma la ragazza interviene nei lavori e cambia il progetto portando le finestre previste da due a tre. Questo atto le sarà fatale e il padre stesso la giustizierà…
A tutti noi, che vediamo nella Luna delle lune la matrice delle forme universe, e nella morte il principio di vita nova, l’augurio di ritrovare nella nera luce di Miriam il contatto panteo con la Virtù infinita e, uomini e donne nell’ortodossia della tradizione, la mano della naturale matriarchia.
Un augurio a tutti noi che, a breve, ci prepareremo a incontrare la Primavera, con strumenti adeguati e aspettative. Le stagioni si susseguono; l’orologio biologico che scandisce ritmicamente la vita materiale e spirituale, cela messaggi importanti da decodificare. Selezioniamo quindi con cura le informazioni utili ai nostri scopi evolutivi, cercando di mantenere sepre attivi i processi di purificazione e rinnovamento.
Grazie Sorella C.T. Anche da noi, come sai, ci sono simboli con il bianco e il rosso; e anche noi, dopo tre stagioni, tra poco, ci accingeremo a liberare il Sole. A tutti buona Primavera