SCHOLA PHILOSOPHICA HERMETICA CLASSICA ITALICA – FR+TM+ DI MIRIAM di G. Kremmerz

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SCHOLA PHILOSOPHICA HERMETICA CLASSICA ITALICA – FR+TM+ DI MIRIAM di G. Kremmerz

24 novembre 2005

(Ho voluto) presentare, tra tanto dilagare di associazioni mistiche o ermetiche o teosofiche, una interpretazione di carattere esclusivamente italiano, una Scuola in antitesi a tutte le forme ricostruttive che non mi permetto di criticare nella sostanza, ma che non posso dichiarare omogenee all’insieme della nostra mentalità italica, alla nostra maniera di considerare il problema dei poteri umani, inglobandoli con le forme di questa o quella religione, o fondendoli con pratiche religiose di chiese separate dalle attuali viventi, o evocando gli gnostici, o addirittura tuffandoli nella mistica
orientale…(Ho voluto) presentare lo studio di questi tanto difficili problemi dello spirito dell’uomo vivente, con carattere nazionale, cioè omogeneo alla nostra mentalità italica. (D,18 e seg.) La
S.P.H.C.I. è un esperimento nostrano e bisogna psicologicamente adattarsi alla mentalità italica a
cui non crediamo utile di abdicare. (C,I,171) L’Italia per quanto sia stata Enotria e madre
dell’ottimo vino, ha conservato attraverso tanti millenni il diritto patrio al buon senso e al
ragionamento un po’ scettico, ma non esagerato e distruttivo, e tanto meno illudente e pretenzioso
per un entusiasmo male a proposito. (D,119) Riduci le cose del mondo all’espressione vera della
realtà, sottrai l’impressione che le cose ti producono dai colori irradianti della fantasia e comprendi
bene come noi siamo italici nel senso diverso di valutare le cose. (C,I,232) Scuola Ermetica
Italiana, e quando dico Italiana, dico la geniale e più alta significazione dell’equilibrio intellettuale
dell’Universo. (D,71) Con un sentimento di orgoglio vi ho detto che la nostra scuola ermetica è
italiana non perché Ermete fosse privativa nostra, ma per l’originalità e l’indipendenza nostra nella
disamina delle antiche mitografie e nel disgusto di seguire i mistici, i pseudo scienziati stranieri e i
vivificatori delle superstizioni care al grosso pollame degli scemi che vanno alla ricerca del
fantastico e scambiano la filosofia ermetica col romanzo…Noi facciamo qualcosa che è essenziale
alla nostra razza, noi conserviamo uno spirito critico che è iconoclasta, anatomizzando la parte
mistica e di sicura superstizione dell’ignoranza dei favoleggiatori, con la serenità di una
convinzione scientifica che non è distruttiva come la vostra metodica abitudine di controllo ai fatti,
(senza) distruggere la ricerca della idea madre che è una realtà, ma la flora di cui è ornata per far
credere cose che non sono.. Io reclamo che non si addebiti a noi quella tendenza alla mitomania che
è una forma spiccata dell’entusiasmo folle di mattoidi che son privi di discernimento per buona fede
nella loro mistica intemperanza. L’ermetista, il mago, il filosofo delle forze psichiche deve non
commuoversi ed esuberare né per sé né per i discepoli: quante volte ho detto e scritto che per evitare
qualunque forma mistica in materia di investigazione scientifica bisogna cominciare dal non
credere?(D,166-167) Per porgere agli ignoranti la Verità, prima è bene esporgliela nella sua lingua,
e secondo con un metodo più storicamente e intellettualmente conforme alla sua razza. L’occidente
con quel po’ di bene filosofico lasciatoci da tutti i maestri della teosofia platonica, cristiana, ebraica
e della rinascenza poteva spiegarsi la cabbala ebraica o la numerica pitagorica innestata da trenta
secoli nella letteratura europea e nelle religioni occidentali, senza il bisogno di una lingua nuova e
di un culto esotico.Gli animi delle persone colte (italiane) sono il frutto della coscienza filosoficoreligiosa
di tutta la grandezza italica, dalla Magnagrecia a Numa, dall’Impero Romano a Dante,
dalle Repubbliche a Leone X, dalle Accademie a Vico, Gioberti, Ferrari (A,538 e seg.) Intendiamo
di liberarci italicamente dall’astrattismo nebuloso che dalla vita di osservazioni ci trasporta in un
campo mistico e religioso che non è dato di esaminare a noi con criteri investigativi nostri. (C,I,176)
Intendo che il carattere italico della nostra fratellanza non debba autorizzare nessuno dei nostri più
progrediti a convalidare con altre fiabe il favoleggiare di moda degli scrittori dell’ultimo ventennio.
(C,I,213) Come italiano mi vanto di fare opera italiana e romana, nel senso di coordinare tutta la
parte veramente probante di questa filosofia, per riscattare il nostro primato di pensatori dalla
egemonia delle invasioni di pseudo teologi stranieri che vengono nella nostra terra a portarci il
verbo manufatto di interpretazioni ancora più manipolate con mentalità non latina, non italica, non
chiara, imponendoci commenti a psicosofie orientali che non sono le nostre, chiare, limpide,
cristalline, atte a intendere tutto il poco scibile religioso di altre latitudini e longitudini. Ed insisto
sulla latinità della scuola perché ritengo che la teosofia mitologica dell’antica urbe contenga tutto
quanto in maniera confusa si trova disseminato nel Bramanesimo, nel Buddismo, nel Toismo, nel
Confucianesimo e in tutte le religioni dove si vanno a scovare iniziati e protopapassi
dell’Occultismo. (D,188) Quelli che ci stanno vicinissimi e vicini sanno che non siamo intolleranti.
Vogliamo semplicemente che non si venga a noi con un bagaglio di idee già diventate abitudini e
non si introducano tra noi metodi che non sono i nostri. (C,I,162-163) Nella nostra schola il
maestro è senza eufemismo un docente di cose elementari. Se la schola domandasse la fede ampia
non sarebbe più né un insegnamento né una cosa italica. L’astrattismo, dice il saggio professore B.
Croce è una epidemia come il colera e il vaiuolo nero. Non per vantare i taglierini fatti in casa, ma
questo popolo, questa razza, questo carattere greco-latino che ci ha maturati per tanti secoli, ci ha
fatti come siamo, e…siamo il piccolo capolavoro che non riconoscono gli altri, e non vogliamo
riconoscere neanche noi per grande umiltà di credere che gli altri siano e stiano più avanti di noi.
(C,I,225) Ricordatevi che noi, anche di parte avversa alla dottrina comune, siamo italiani, cioè non
creduli per fede cieca. (D.208) La scuola che qui in Italia fondiamo come cosa essenzialmente
latina, deve avere per minima misura il massimo buon senso…Cioè ridurre le cose alle dimensioni
normali e non desiderare l’impossibile e non pretendere di diventare da sera a mattina un fenomeno
da baraccone. La giusta padronanza di sé, l’equilibrio, il disinteresse, l’elevatezza dei sentimenti, il
tacere non vi faranno mutare da scimmie in dei dell’olimpo, cui tutto sia lecito, senza sapere che
anche gli dei non possono far tutto…Scuola integrale, non setta, non chiesa, non sinagoga, non
pulpito. Scuola è metodo investigativo, è educazione, è allenamento indipendente e superiore a tutti
i metodi favolosi della religione e delle confraternite da essa dipendenti…Scuola italica che ricorda
le astrazioni integrali di Pitagora coi valori dei numeri, astrazione di valori indipendenti da ogni
forma mistica…La scuola integrale ermetica italica deve avere il carattere della impersonalità e
della non fede nella parola del docente. (SM,II,233-234) Il buon senso italico, il buon senso della
schietta filosofia della pratica Magna Grecia, maritata a quell’occulto giudizio di inflessibile
temperanza che fu dell’Etruria e di Roma. Io credo alla resurrezione della potenzialità del pensiero
pitagorico – la Pizia, il Pitone, la Spira elicoidale che prende nascenza nell’astrale dell’Italia vetusta
e assurge all’imperio della coscienza universa e credo a questa missione pitagorica italica come il
segno di un rinascimento filosofico, scientifico e artistico, impossibile nelle mani che ancora
stringono la ferula scolastica del medio evo. (SM,II,336-337) Desidero un insegnamento teorico in
forma piana, spoglia di ogni ebraismo, parco di lunghe filosofie, senza critiche vuote e parolaie
prima di aver praticato e capito sotto qual punto di vista debbono interpretarsi le cose che per noi
non hanno senso conosciuto, fino a quando non ne comprendiamo il significato. (SM,II,245) Noi
siamo scuola di razionalismo sul problema spirituale e non siamo dei mistici. Il nostro credo è
esposizione di concrete idee che rispondono ad un metodo generale effettivo (SM,II,263) La Scuola
Ermetica Italica, ispirandosi a una sorgente più antica del periodo in cui la Magna Grecia e le terre
meridionali erano laboratori di una filosofia che non si scriveva o formulava in dommi pomposi,
ricerca nell’astrale umano o incosciente, idee, impressioni, ricordi di una vita preconcezionale e non
prenatale o vita uterina come fanno il Freud e i suoi discepoli. (D,72) La nostra scuola ermetica
italica procede nella sua analisi dal basso in alto, dalla materia alla luce che è materia in stato di
vibrazione; dalla materia al magnetismo che è la potenziale specifica della sua atomizzazione; dalla
materia alla trance che corrisponde allo stato passivo della coscienza per la liberazione del Nume,
che è intensificazione della Luce, perché parlando si crea e il verbum è fatto carne, cioè realizzato.
(D,81) Gli ordini di origine magica occulti o palesi in gran parte sono conosciuti nella loro
influenza sulla umana società in politica ed in religione. Manca una Fratellanza spiritualista
magica, modesta per quanto utilmente pratica che si occupi della sola esplicazione delle forze e dei
segreti della magia in pro di tutti i sofferenti che ad essa ricorrono. Così io restauro la Fratellanza
terapeutico-magica di Miriam ad esempio delle antichissime sacerdotali isiache egiziane di cui più
recente e nota è imitazione la Rosa Croce. (C,I,163n.) Religione, politica, famiglia fanno parte
della costituzione statale e non possono esser campo pratico di questo primo ed elementare tentativo
di ricostituzione filosofica. La nostra, questa scuola ermetica, è una missione audace di propaganda
di principi fondamentali di una scienza futura, una sapienza da venire, perché antica e dimenticata,
dello spirito umano, dell’essenza umana nell’uomo vivo. E’ un’opera italica e latina, con una
visione magnifica della riconquista della sfinge, nella universale sapienza dell’origine e del fine
della vita del mondo.(D,63 e seg.) La schola nostra è philosophica in un senso classico, cioè senso
chiuso o arcano, schola amica sapientiae, dove il filosofo arcaicamente è lo scienziato, il pensatore,
il critico, il medico, lo sperimentatore, come i discepoli della scuola di Cos e quelli di Cnido, come i
Pitagorici e i discepoli di Democede di Crotone. (C,I,165) Noi siamo una Schola Philosophica che
richiama l’attenzione degli uomini di buona volontà, dei medici, dei dotti, degli sperimentatori su di
una forza ermetica e una intelligenza omonima, che finora non ha trovato posto in nessun trattato di
terapeutica. Il carattere moderno della investigazione scientifica è di laicizzare la gerarchia sapiente
e strappare al fumo e alla nebulosità della superstizione ciò che deve appartenere alla esclusiva
potestà critica dello spirito umano. (C,I,167-168) Da quella prima magia di scuola scaturisce il
grande fiume delle conoscenze moderne in ogni campo d’investigazione: la fisica, la chimica, la
scienza delle forze psichiche e dei poteri fantomatici degli uomini…una esatta conoscenza delle
potestà latenti nell’organismo umano, complemento alle scienze biologiche e forse l’intuizione della
ultima evoluzione della specie. (SM,II,223) La Schola è educazione, è pratica, è allenamento, non è
semplicemente erudizione. (C,1,218-219) La Schola non è persona ma idea, anche il sottoscritto
potrebbe essere un’idea che non ha persona. (C,I,233) Schola è Scuola nel senso grammaticale
della parola, ma è soprattutto esempio di educazione esperimentale. L’insieme dell’organismo
determina le classi o gradi non per esame, né per valore dottrinario, ma per progresso e conquista
effettivi verso l’ideale della trasmutazione al tipo perfetto. (C,I 224) Questa scuola non è cosa
nuova, necessaria ad un immediato godimento della vita, né serve a raggiungere un posto retribuito.
Questa scuola è un completo insegnamento che ha per programma Nosce Te Ipsum, da un punto di
vista non religioso, né mistico, ma intensamente introspettivo. Si propone lo studio dell’organismo
umano nel suo complesso di mente e corpo fisico con tutti i poteri fisici palesi e poteri nascosti,
affinchè lo studioso possa integrarsi in completo. (D,29 e seg.) Qualche cosa di sopra ai cristi, ai
maometti e ai buddi è comune a tutti i popoli della terra: la legge dell’integrazione. La scuola nostra
ne dovrebbe far ricerca col metodo del proprio laboratorio portatile degli alchimisti: su di sé ed in
sé, fuori tutte le relatività dei miti e degli altari. (SM,II,243) E’ la sola che ha preciso il suo scopo:
1° applicazione dell’occultismo alla pratica sanitaria; costituzione di una fratellanza potente che,
vero ordine religioso della scienza e della carità, prepari per l’umanità avvenire di sottrarre alla
industria profana l’arte del guarire e quella di preparare i medicamenti agli infermi. Chi ha fatto
domanda di essere anello di questa catena deve: obbedire al superiore diretto, non desiderare
l’esperimento per convincersi, saper tacere, amare il fratello iscritto, contribuire alla vita della
nostra famiglia. (A,560 e seg.) I non ascritti alla nostra Schola, e quindi non praticanti, devono
capire che queste pagine non si prestano alla esperienza disordinata e impreparata dei curiosi e di
quelli che delle scienze psichiche fanno argomento di sport letterario – appunto perché noi stiamo
lavorando parecchio terra terra, e le aquile intellettuali, senza uno sforzo doloroso, non possono
scendere al livello modesto di noialtri e intenderci. A quelli che ci diranno: siete una setta,
risponderemo che siamo una scuola elementare di materialismo psicologico e che la ragione stessa
dei nostri esperimenti ci costringe a chiuderci in una catena di anime, di cui l’esperienza stessa
richiede il contributo animico o psichico. Infatti la nostra scuola cava la teoria dalla pratica. Si
direbbe un circolo di magia operante, formato dalle anime dei discepoli e degli studiosi. Perché
questo circolo non sia un vuoto disegno ideale, ogni numero o anima segue dei riti analogici e un
sistema di vita atta a darci il tesoro di una unità animica potenziale, di un valore discutibile se non ci
da realizzazioni effettive, di un valore indiscusso se ci offre risultati positivi e controllabili.
D’altronde la porta della Scuola non è chiusa a doppio catenaccio, vi si arriva facilmente con la
buona volontà e con l’anima, preparata da una cultura omogenea, propensa a far parte di una
famiglia, che l’amore e la ricerca della verità mantiene salda. (C,I,2) La massima fondamentale
della nostra scuola, principio di ogni insegnamento magico, è una: non credere. (C,I,100) Dopo
aver imparato a non credere, conviene provare per sapere e a questo si presta il campo operatorio
della nostra scuola, dove l’azione probativa è collettiva e individuale, continuamente e senza
interruzione. (C,I,23) Se noi ci riuniamo e colleghiamo in catena, formando una costellazione di
luce, intorno a noi, piano prima, rapidamente poi, si avvicineranno gruppi di eoni che, attirati dalla
umanità dell’opera nostra, non domandano di meglio che di essere comandati e compensati. La
nostra opera isiaca se ne avvantaggerà e se ne servirà nei molteplici casi in cui il loro intervento è
utile. La scuola fa la sua pratica collettiva. (SM,II,246-247) La scuola filosofica classica esclude
qualunque mezzo di presa di possesso della volontà di un uomo intelligente o semplicemente
evolubile. La nostra scuola è di libertà spirituale. Insegna a mantenere integra la coscienza altrui, sia
o no condiscepolo, e non a correggerla per costrizione. Noi insegnamo a non influire neanche sulla
volontà dei bambini, onde l’uomo storico che vi si nasconde possa trovare la via più confacente alla
propria evoluzione, indipendentemente dalla morale transitoria. Neanche il bene, o quello che si
crede bene altrui si deve imporre. I malati ad esempio che non hanno volontà di chiedere è vano
curarli (C,I,23-24) Mettere le forze occulte, le forze che vivono in noi, nel nostro organismo
occulto, che rappresentano le nostre energie interiori a profitto di coloro che possono avere bisogno
di un aiuto che la scienza ordinaria non può dare, questo è il compito della nostra fratellanza.
(SM,III,195 ) La nostra Scuola, onde nei suoi discepoli si determini un movente di azione e un
controllo di esperienza, non si occupa che di sola Medicina Ermetica. (C,I,5)

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Un commento

  1. sannitica2011 23 Novembre 2012 al 11:03 - Rispondi

    “Gli animi delle persone colte (italiane) sono il frutto della coscienza filosoficoreligiosa
    di tutta la grandezza italica, dalla Magnagrecia a Numa, dall’Impero Romano a Dante,
    dalle Repubbliche a Leone X, dalle Accademie a Vico, Gioberti, Ferrari…”, scrive il Maestro Kremmerz, analizzando l’Italia a Lui contemporanea. Mi sembra un’analisi importantissima che ci restituisce ad una identità e ci aiuta nel lavorio evolutivo. Ma – mi chiedo – se qualcuno fosse in grado di analizzare l’Italia di oggi, cosa potrebbe dire?

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