Area Riservata  – Dagli archivi del Trust “Sinhedra Ammonea”: notizie storiche, documenti e scritti inediti della tradizione kremmerziana.

5° Quesito

Accademia Vergiliana di Roma e Circolo Virgiliano sono due diverse denominazioni della stessa Accademia miriamica, o questi organismi vanno distinti?

N.B. Si dichiara che i nomi, gli atti, e i fatti relativi a tutti i personaggi menzionati nei documenti di seguito pubblicati, vanno letti e interpretati, esclusivamente, nell’ottica storica e iniziatica che li ha collegati o li collega direttamente o indirettamente alla S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam di Giuliano Kremmerz.

Come già chiarito nel 1° quesito (al quale si rimanda) l’Accademia Vergiliana di Roma fu costituita dal Kremmerz e convalidata dall’Ordine Egizio sulla base degli Articoli: 14/15/16/17/18/19/20 della Pragmatica Fondamentale del 1909. Dal 1912  l’accademia romana fu posta sotto la responsabilità e la supervisione del Maestro Preposto alla Circoscrizione per il Nord Italia della Fratellanza di Miriam, Jesboama, al secolo Luciano Galleani (cfr. 4° quesito).
Si pubblica di seguito un documento originale d’archivio, preso a campione fra i tanti, che attesta il trasferimento, come corrispondenti dell’Accademia Vergiliana (o Virgiliana o Circolo Virgiliano), di alcuni iscritti alla Miriam, effettuato fra il 1911 e il 1914 da parte della Segreteria Generale della Fratellanza già affidata dal Kremmerz a Benno ( Domenico Lombardi) e che smentisce categoricamente quanto insinuato da alcuni compilatori di opinabili “storie ” della Schola, pubblicate a stampa o sul web, sulla inattività o l’assenza della Segreteria Generale di Benno dal 1912.

 

Presidente della Stessa Vergiliana (o Virgiliana), sicuramente dal 1911, fu Pietro Bornia.
Il documento trascritto e riportato di seguito in originale dal libretto di appunti del Galleani, ne attesta l’identità per quanto concerne la sua appartenenza alla Fratellanza di Miriam.

“Bornia Cavaliere Pietro Gerolamo fu Luigi di Anna Lanci nato a Roma il dì 8 Gennaio 1861 ammesso il 3 aprile 1899 in Vasto, presidente della Vergiliana dal 3 Maggio 1911, socio dal 3 Maggio 1911. Ha avuto l’anello d’anziano nell’Ottobre 1911. E’ Cavaliere e primo segretario al Min. delle Poste e Telegrafi…. Di casa sta in via Giulio Cesare N° 95… ha moglie… e figlia… Ottimo elemento ma un pulcino nella stoffa da allevare; niente pratico e pieno di scrupoli non va seguito nelle piccolezze perché deve abituarsi a non essere un casistico; bisogna dargli risposte sommarie.
Indirizzo: Pietro Bornia o Circolo Virgiliano via Quattro Fontane 159 piano terreno – Roma
E’ Presidente pel 1914. Il suo anello d’anziano è d’argento massiccio, fu fatto a Bari, ed inciso a Napoli, pel costo totale di L. 8,90 circa. Prima ebbe la pagella d’anziano… Il 25 Maggio (1914) ha fatto domanda di aspirante all’Ordine Egizio è stato subito ammesso da Kremmerz su mia proposta con la promessa dell’effettività nel 1916”.

Nel libretto manoscritto di Jesboama, cercando di leggere sotto le cancellature, si evince che l’Accademia Vergiliana ebbe probabilmente una prima sede “ … in via del Mostaro N°19 presso il giornale Argos e dal 1 Luglio 1912 tre stanze e un corridoio in via Quattro Fontane 159 per il fitto di L. 110 mensili al proprietario ing. Koch Ottaviano”.

Su alcuni personaggi del passato e soci corrispondenti alla Vergiliana (come su tanti altri veri o presunti appartenenti alla Fratellanza di Miriam e all’Ordine Egizio, sui quali per ora si soprassiede) si è favoleggiato molto nel corso del tempo, attribuendo loro valenze iniziatiche e cariche inesistenti nella Fratellanza di Miriam. Come pure si è fatta una certa commistione (spesso strumentale) fra la loro appartenenza alla Fratellanza, le loro posizioni sociali o politiche, le loro attività personali o professionali, il loro credo religioso, la loro appartenenza a logge teosofiche e/o massoniche.
Si riporta qui di seguito, quanto scritto dal Kremmerz e trascritto dal Maestro Jesboama (al quale la Vergiliana faceva capo) nel suo libretto di appunti come “notizia certa e documentata” su Maria Camilla Mongenet. Ciò anche in risposta a quei “tradizionalisti” di oggi (continuamente alla ricerca di paternità iniziatiche) che, avvallandosi fra di loro senza alcun supporto documentale e attraverso l’abusato collage di notizie frammentate e frammentarie attinte qui e là, hanno attribuito erroneamente a questa nobildonna la Presidenza dell’Accademia Vergiliana, collegando sia lei che (ancor più erroneamente) la stessa Accademia e il Segretario Generale dell’Ordine Egizio Maestro Ottaviano, con fantomatici quanto dubbi ritrovamenti archeologici a sfondo ritual-iniziatico verificatisi intorno al 1913 in quegli ambienti paganeggianti, ispiratori di quei movimenti tradizionalisti romani che successivamente animarono (con tanto di investitura di fascio littorio e ascia bipenne) le ideologie fasciste.
“Calzone Mongenet Maria Camilla Giovanna nata a Torino il 24 Giugno (San Giovanni) 1861…
Ammessa il 10 Febbraio 1910 socia dal 3 Maggio 1911 ha il grado di anziana . E’ moglie del cavaliere Calzone notissimo negoziante di oggetti di cancelleria sul Corso a Roma di fronte a San Marcello. Non ha figli ed è persona molto facoltosa. Il marito le lascia una relativa libertà sempre pauroso che la sfruttino a danaro e la denigrino nell’opinione pubblica. Essa fu presidentessa della loggia teosofica di Roma a cui elargiva 1000 lire all’anno. La sua iscrizione alla Miriam apparentemente è devoluta a Rizzo Ventura ma veramente è devoluta al Maestro dell’Ordine Egizio Ottaviano e al Fratello Egizio Domenico Lombardi che la guida. Quindi con essa occorrono molti riguardi e piena libertà per essa; nessuna carica ufficiale all’accademia e nessuna seccatura: meglio è seguirla in alcune mosse che sembrano spontanee. Essa dette spontaneamente i fondi per costituire l’Accademia Vergiliana, le assicurò un sussidio annuo di Lire 1000 e le cedette il rateo mensile di altre Lire 1000 che imprestò al socio Rizzo Ventura. Il suo iniziatore è quello che noi chiamiamo Ottaviano Segretario Generale dell’Ordine Egizio, ma Egli se ne occupa relativamente. L’ha messa sulla via del Magnetismo, ma siccome per lunghi periodi non la vede e non le scrive, ha incaricato il Kremmerz di scriverle due o tre volte su cose che la Mongenet aveva domandato a lui. Quindi so quello che fa e sa, ma dell’arcano ed altro è perfettamente ignara. Se fa cose fuori la linea da te tracciata nell’accademia, mettila nei ranghi; se credi di farle pervenire qualche consiglio od ordine, non hai che a scrivermi. Ma bada che la Mongenet non è come le altre perché ha dei precedenti ed una gran bontà meno quel tanto di femminile che le è appiccicato ( K. 21/9/14).
Camilla non ha affatto capito, perché Ottaviano non le ha dato che la sola Preparazione del Corpus, quindi ti inganni sul suo conto; crede di saper tutto ma invece non è sviluppata che con la pratica del magnetismo magico, quindi non ti ingannare (K. 13/7/14).
Se la Calzone non ha sospeso il suo mantenimento del circolo lo si deve a me che ho fatto sempre sperare una rigenerazione generale. La Calzone è in rapporto d’amicizia con Ottaviano ed al Grande Ordine sanno che io mi sono lavato le mani della Miriam (cfr. documento in: terzo quesito). La Calzone è anche iscritta supplementare nella sezione femminile egizia in attesa chi sa quando che Ottaviano la faccia passare effettiva. E’ una donna che in se stessa ha un valore se non intuitivo almeno volitivo. ( K. 12/ 10/16)”.

Note al documento: 1) Il Maestro Ottaviano, Segretario Generale dell’Ordine Egizio cui si fa riferimento, è l’ing. Koch (cfr. terzo quesito) – – 2) La Mongenet conosceva Koch come un Maestro dell’Ordine Egizio, era in amicizia con lui, ma non era, evidentemente, al corrente del suo ruolo nell’Ordine stesso (come d’altronde non lo era quasi nessuno); – – 3) La Mongenet, se pur trattata con riguardo, era solo un’anziana per la Miriam e niente più che un’aspirante tenuta “a mollo” per l’Ordine Egizio; – – 4) Non si può pensare che la Mongenet avesse fatto in seguito (dopo il 12/10/16, come si può evincere dal documento originale) “carriera”, sia perché se così fosse stato Jesboama lo avrebbe aggiunto (come sempre faceva) in annotazione agli appunti ad essa relativi, sia perché Ottaviano/Koch nel 1919, lasciata l’Italia portando con sé gli archivi dell’Ordine ( cfr. terzo quesito), interruppe la possibilità per chicchessia (leggi: singoli, circoli, Accademie miriamiche, Logge ammonie e quant’altro necessita in campo iniziatico di una convalida) di qualunque regolarizzazione, conferimento, o conferma da parte dei Vertici del Grande Ordine Egizio.

Si riportano alcune notizie documentate tratte sempre dagli appunti di Jesboama su tale Cesarina Santoliquido, presumibile amica della Mongenet (visto che fu lei a presentarla alla Fratellanza e a perorare la sua promozione ad anziana!), la cui omonimia l’ha fatta probabilmente confondere con tale Cesarina Ribulsi che, stando a quanti scrivono sull’argomento, nel 1923 sarebbe stata tramite della consegna di “… un Fascio Littorio con arcaica ascia etrusca ed una dedica in latino…” al futuro Duce.

“Santoliquido Cesarina … moglie dell’on. Gran. Uff. Rocco … nata il 29 Giugno 1859 a Livorno in Toscana. Dimorante a Roma in via Nazionale n°158. Ha fatto domanda di ammissione il 28 Novembre ed è stata presentata da sorella Maria (1985 Venere ndr. = Mongenet)… Fu promossa anziana il 2 Giugno 1916 su informativa che si è mostrata oltremodo desiderosa della promozione mantenendosi sempre seria caritatevole e buona, come informò Pietro (ndr. Bornia) su proposta di Maria (ndr. Mongenet)”.

Un altro personaggio a cui sono state attribuite patenti di alto valore iniziatico tanto da suscitare in alcuni ambienti, specie ex-ceuriani, una sottile vena d’invidia nei confronti di “chi” l’aveva conosciuto e ne era stato a suo dire “iniziato”, è Padre Oliva. Si trascrivono su di lui le annotazioni di Jesboama tratte dall’originale olografo.

“Oliva Reverendo don Francesco figlio di Emilia Rossi nato a Piperno Roma il 12 Agosto 1882. Parroco a Piperno, prete campagnolo, abbronzato con occhi e capelli neri, e con naso a becco d’aquila. E’ un volitivo, studioso delle opere del Levi. Fu presentato a Pietro (ndr. Bornia) dal professor Mazzorati ed è stato in corrispondenza ermetica col Grano di Napoli. E’ stato ammesso alla Virgiliana come aspirante il 1 febbraio 1916”.

Il 26/6/1920 Giuliano Kremmerz, in una lettera a Luciano Galleani riportata nel suo manoscritto intitolato “Note Magistrali” (cfr. documenti in: quarto quesito), scriveva da Beausoleil:

“Verrò presto; devo parlarti delle cose nostre e di ciò che si fa a Roma dai nostri amici. Se te ne incarichi va benissimo, se non ti senti a ciò disposto, sciolgo tutto,perché non mi sento di far il geronte responsale della musica strampalata che colà si suona”.

Con questa lapidaria frase il Kremmerz pare prendere le distanze dall’andamento dell’Accademia Vergiliana che evidentemente si andava sempre più discostando dalle norme sancite e pattuite, nella Pragmatica Fondamentale del 1909, con l’Ordine Egizio. Ordine che, è bene ricordare, dal 1919 aveva lasciato l’Italia unitamente al Suo Segretario Generale R. P. Ottaviano/Koch (forse anche in previsione dell’avvento del ventennio fascista) emigrando prima a Malta e poi a New York (cfr. documentazione in: terzo quesito). Pochi, fra gli iscritti corrispondenti alla Vergiliana conoscevano la vera identità del Maestro Jesboama preposto alla Circoscrizione della Miriam per il Centro e il Nord Italia ed Egli sovrintendeva quasi in incognito, data forse la sua posizione sociale (ndr. era Prefetto del Regno) all’andamento iniziatico dell’Accademia romana mentre tutti facevano capo al Presidente della stessa Pietro Bornia. La riservata identità di Jesboama è confermata dall’assenza di riferimenti documentali e non (manca anche qualsivpglia menzione) , da parte di tutti quei compilatori che nell’arco di circa un secolo si sono arrogati il diritto di scrivere sulla storia della Fratellanza di Miriam di Giuliano Kremmerz.

Nel Gennaio del 1921 Kremmerz iniziò a tenere presso la sede in via Quattro Fontane dell’Accademia romana una serie di conferenze (in numero di sei) che si protrassero fino al 21 di Aprile. Dal tono adottato dal Maestro in queste conferenze (solo parzialmente pubblicate nell’O.O. delle Ed. Mediterranee) risalta la re-impostazione sperimentale, sulla base della finalità terapeutica, dell’Accademia stessa che assume la configurazione, dati anche i prodromi dell’avvento del fascismo, di “Circolo di studi ermetici”. Nel Luglio del ’21, con la morte di Luciano Galleani, la Vergiliana venne a trovarsi privata del suo Maestro Dirigente Jesboama (grazie all’opera del quale aveva goduto a lungo di una certa autonomia sotto il profilo iniziatico) e ridimensionata in Circolo di Studi ermetici dallo stesso Kremmerz. Venne di conseguenza a trovarsi in dipendenza gerarchica dall’unico Maestro riconosciuto dai Vertici dell’Ordine Egizio (prima del 1919), per la Circoscrizione Sud della Miriam, Giacomo Borracci (Cajetel). Fu probabilmente lo stesso Borracci, Kremmerz consenziente, ad affidare il Circolo Virgiliano alla presidenza del dott. Giovanni Bonabitacola, medico pugliese già iscritto all’Accademia Pitagora, accentuandone la configurazione di “circolo” più a sfondo culturale. Nel 1924, infatti, “il Circolo Vergiliano di Studi Ermetici di Via Quattro Fontane a Roma” curava la ripubblicazione de “La Porta Ermetica” di Giuliano Kremmerz (scritta dal Maestro nel 1904/5 e pubblicata da Luce e Ombra nel 1910/11). Ma avendo nel 1925, l’Accademia Pitagora, dopo un’incursione fascista, chiusi i battenti, anche il Circolo Virgiliano, dopo un breve periodo d’indecisione da parte del Bonabitacola, fu chiuso entro il successivo anno.

Morto Kremmerz nel 1930, unici Maestri riconosciuti dall’Ordine Egizio e aventi un ruolo direttivo di responsabilità nella Fratellanza di Miriam, non potevano che essere Domenico Lombardi (Benno) e Giacomo Borracci (Cajetel). Entrambi, e solo essi, erano rimasti a conoscenza dell’Identità del defunto Maestro Jesboama, che si guardarono bene dal far trapelare. Non va dimenticato che alla morte del Galleani, il figlio Armando non volle consegnare al Kremmerz l’archivio e altri documenti riservati del padre, ed è probabile che fu proprio il Maestro, per ovvi motivi, ad invitarli a tacere, sapendo che in quell’archivio erano custodite notizie riservatissime sui Vertici dell’Ordine Egizio, fra cui l’identità del Segretario Generale Maestro Ottaviano, e la loro ubicazione americana (cfr. documenti in: terzo e quarto quesito). Ancor più stretto “silenzio” fu adottato prudenzialmente, per tutto il ventennio fascista, da Benno che rimase nell’ombra con la tacita collaborazione del Borracci. Infatti, Egli doveva assolutamente preservare, in tempi così critici, il suo ruolo di anello di congiunzione con i Vertici dell’Ordine Egizio dati i suoi rapporti personali, intessuti già dal 1916 (cfr. documenti in: terzo quesito) col Segretario Generale dell’Ordine, Maestro R. P. Ottaviano/Koch (ndr. altro che atteggiamento pavido come insinuato dagli “ignoranti” o addirittura da traditore come affermato dai soliti detrattori!). Rimasto l’unico (dopo la morte del Borracci nel 1943) a custodire il segreto dell’identità profana dell’ancora vivente Segretario Generale, terminato il II Conflitto Mondiale, Benno (Lombardi) ristabilito il contatto con i Vertici dell’Ordine Egizio rientrati in Sede, riattivò la Segreteria Generale, mai revocata, e ricevuto e confermato Mandato in qualità di Delegato Generale, quale UNICO Maestro Dirigente della Miriam di Giuliano Kremmerz conosciuto e riconosciuto dall’Ordine Egizio, richiamò alla regolarizzazione tutti gli iscritti di ogni ordine e grado alla Fratellanza con le Circolari del 1947/48.

Nel frattempo, Bonabitacola, poco prima della sua morte (avvenuta nel 1945), aveva affidato – sua sponte – a Pietro Suglia, il Circolo Virgiliano di Roma dipendente gerarchicamente dall’Accademia Pitagora che, dalla morte di Borracci (1943), era rimasta priva del suo Maestro e di qualunque collegamento iniziatico. Gli affidò pure un “plico” contenente probabilmente documenti relativi al Virgiliano (ndr. si intenda: dal 1921 in poi) e, parzialmente all’Accademia Pitagora di Bari, perché consegnasse il tutto alle “Gerarchie” dell’Ordine Egizio. Pietro Suglia, ritenendo di dover essere contattato direttamente dalle Stesse (?) e non riconoscendone in Domenico Lombardi l’unico “anello di congiunzione” nel tempo sopravvissuto, si rifiutò, non solo di effettuare qualunque “consegna” ma pure di aderire al richiamo (tramite le Circolari del 1947/48) della Delegazione Generale di Benno, facendo così perdere al Circolo Virgiliano a lui pervenuto, l’occasione di una definitiva regolarizzazione e mettendolo nell’impossibilità di essere convalidato dai Vertici dell’Ordine Egizio come Accademia miriamica, a norma della mai revocata Pragmatica Fondamentale del 1909.
Suglia affidò, prima di morire, lo stesso Circolo non regolarizzato al prof. Vinci Verginelli, nella convinzione di consegnarlo a un regolare iscritto alla Miriam (ndr. lo era, infatti, tramite il Borracci) nonché Discepolo “osirideo” alle dipendenze dello stesso Kremmerz (ndr. lo era, a suo dire, dai primissimi mesi del 1930), sottacendogli però, a detta dello stesso Verginelli, l’esistenza delle Circolari di Benno di cui, per sua dichiarazione, il Professore venne a conoscenza solo nel 1966. Ma ciò nonostante, egli scelse di tacere e di continuare ad iscrivere al suo Circolo Virgiliano gli aspiranti alla Fratellanza di Miriam con i quali entrava in contatto e, in deroga alla Pragmatica Fondamentale e alla sua tanto accreditata onestà intellettuale, continuò a reggere le sorti di un circolo kremmerziano “iniziaticamente” irregolare, assumendosene in proprio ogni responsabilità. Ne fa fede quanto egli stesso scrisse nel 1986, a circa un anno dalla sua morte, nella nota 1 a pag. 12 del suo libro “Bibliotheca Hermetica”, dimostrando, non solo di essere completamente all’oscuro della storia della Fratellanza di Miriam, ma utilizzando escamotage e circonvoluzioni letterarie per adombrarla.

“ … la “Schola Philophica Hermetica Classica Italica” che si identificava, e tuttora si identifica, con la Fratellanza Terapeutico-Magica di Myriam. Questa operante in due centri (?): a Bari sotto il nome di “Accademia Pitagora”, come il Kremmerz la denominò e ne pose a capo il suo maggior discepolo Giacomo Borracci. L’altro centro miriamico sorse a Roma, e a questo il Kremmerz dette il nome di “Circolo Virgiliano” e ne pose a guida Giovanni Bonabitacola cui successero Pietro Suglia e poi, tuttora, chi qui scrive. Anche a Napoli, amata patria del Kremmerz, durante secoli ininterrottamente centro attivo di studi ermetici, sorse, fondazione kremmerziana, l’Accademia Sebezia (?), cui il Maestro prepose Domenico Lombardi.”

Che Verginelli fosse all’oscuro dei rapporti fra i Maestri Preposti alla Dirigenza della Fratellanza di Miriam e i Vertici dell’Ordine Egizio, è più che plausibile in quanto, ammesso che fosse un “Discepolo Indiretto alle Dipendenze del Maestro Kremmerz”, e per giunta subito rimasto orfano del suo Iniziatore, non poteva né doveva esserne a conoscenza. Ciò che non si spiega però, è come potesse essere all’oscuro anche del conclamato ruolo di Domenico Lombardi quale Segretario Generale della Miriam, reso pubblico dopo la Pragmatica del 1909 e mai revocato!

Egli riconobbe in Kremmerz, e solo in Lui, un Maestro, con l’indiscusso merito di averne divulgato il pensiero e l’opera con ogni mezzo a sua disposizione, ma ebbe il torto di estrapolarne la magistrale Figura dal Consesso di cui Kremmerz fu Tramite nel programma di restaurazione della Fratellanza di Miriam.

Pertanto, senza nulla togliere alla sua insigne personalità profana, alla sua aderenza al precetto kremerziano: “buoni pensieri, buone parole, buone opere”, alle sue “mani aperte e pure” e all’amore sempre manifestato verso il Maestro, il Professor Vinci Verginelli ha posto il suo Circolo Culturale “Verginelliano”, i relativi iscritti e i suoi attuali eredi, al di fuori dell’Ortodossia Miriamica sancita nella Pragmatica Fondamentale della S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam e conseguentemente in una posizione avulsa dalla catena iniziatica ininterrotta. Essendo questo imprescindibile collegamento “conditio sine qua non” per garantire, a tutti gli aderenti alla Fratellanza di Miriam Ortodossa e in virtù del mai revocato Patto Fondamentale fra Kremmerz e i Vertici del Grande Ordine Egizio, la trasmissione di strumenti, istruzioni, pratiche, conferme, e di quel “Lievito Iniziatico” indispensabile per l’ascenso singolo e collettivo nella Finalità di Bene e di Salute prestabilita.