In questa pagina sarà inserito tutto quanto concerne le riunioni dell’Accademia Pitagora: comunicazioni, notizie, visite guidate, escursioni collettive, e quant’altro riferibile alla vita, alle riunioni e ai lavori accademiali.

La pagina si apre con le notizie utili sulla prima riunione del 20 Novembre 2021 organizzata dal Maestro Rehael, patrocinata dalla Del+ Gen+ e alla quale saranno presenti il Delegato Generale +++++ M. A. Iah-Hel e il Maestro Imamiah.

N.B.:

TUTTI GLI ISCRITTI SONO PREGATI DI NON TENERE CONTO DELLE NOTIZIE SULLA VISITA AL MUSEO ARCHEOLOGICO DI MANFREDONIA RIPORTATE NEL PDF PRECEDENTEMENTE PUBBLICATO IN QUANTO, PER MOTIVI DI ORDINE LOGISTICO, CODESTA LOCATION E’ STATA SOSTITUITA CON LA GROTTA E IL SANTUARIO DI SAN MICHELE ARCANGELO SUL GARGANO.

VIENE PERCIO’ DATO APPUNTAMENTO A TUTTI I PARTECIPANTI, SENZA LIMITAZIONI DI NUMERO, IL GIORNO 20 NOVEMBRE ALLE ORE 11,00/11,30 A CAGNANO VARANO NELLO SPAZIO ANTISTANTE LA GROTTA DI SAN MICHELE ARCANGELO.

IMPORTANTE: Tutti i partecipanti, anche se vaccinati, dovranno essere muniti di green pass da tampone eseguito nelle precedenti 48 ore.

Al termine della visita alla Grotta, verso mezzogiorno, ci si riunirà nella sala del Ristorante “L’Ammiraglio”,  nei pressi della stessa Grotta, ove si pranzerà dalle ore 13,00 alle 14,00 circa, per poi dirigersi in auto verso Monte Sant’Angelo per visitare, entro le ore 16,00, il famoso Santuario.

La giornata si concluderà al massimo entro le ore 17,00, orario in cui sarà sciolta la seduta accademiale e ciascun partecipante potrà rientrare verso la propria sede.

IL MAESTRO REHAEL SI RISERVA DI COMUNICARE DIRETTAMENTE, O DI FAR COMUNICARE, AI SINGOLI PARTECIPANTI LA LOGISTICA  E L’ORGANIZZAZIONE DELLA GIORNATA CHE COSTITUISCE, COMUNQUE, LA PRIMA RIUNIONE DELL’ACCADEMIA PITAGORA E DELLE ACCADEMIE SEBEZIA E PORFIRIANA AD ESSA ASSOCIATE,  DOPO L’INTERRUZIONE PER LA PANDEMIA DA COVID.

P.S. Per la conferma della propria partecipazione e/o per ulteriori informazioni rivolgersi a: scholakremmerz@kremmerz.it e/o a: scholasud@kremmerz.it oppure al cellulare: 347 7011131 (Sor+++ Serena Petruzzelli).

            

 

 

RELAZIONE

S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di MIRIAM

Riunione dell’Accademia Pitagora del 20 Novembre 2021

a Cagnano Varano (FG) e Monte Sant’Angelo – dalle ore 11,00 alle ore 17,00 

Fedele trascrizione dalla registrazione effettuata durante il corso della visita alla Grotta e al Santuario di San Michele Arcangelo

A cura della Segreteria Generale per il Sud Italia 

Siamo arrivati tutti puntuali nel piazzale fuori dal cancello della Cava di San Michele a Cagnano Varano e siamo in attesa dell’arrivo del Delegato Generale M. A. IAH-HEL.

Al Suo arrivo tutti Le diamo il Benvenuto con un grande applauso.

Chiede il Delegato:

Tutti bene?  Tutti tamponati?

Sì…. – rispondiamo in coro.

Domandiamo quanto è durato il Suo viaggio.

Delegato: 4 ore precise da Norcia e altre 4 ore ieri sera da Lucca a Norcia.

Ci siamo quindi avviati verso l’ingresso che porta al sito ipogeo attraversando un cancello che ha sulla sommità una edicola con la raffigurazione dell’arcangelo Michele.

DESCRIZIONE DELL’INGRESSO E DEL PERCORSO IN GROTTA

Queste le notizie che preliminarmente, mentre entravamo, il Delegato Generale ci ha raccontato sulla grotta:

Abitata sin dai tempi del Paleolitico, la grotta di Cagnano Varano consacrata all’Arcangelo è uno dei più importanti luoghi di pellegrinaggio del Gargano. 

Rivolto a sud, l’ingresso della grotta è circoscritto da un muro su cui si apre la porta di accesso. All’esterno, si trovano un pozzo e un campanile a vela, in un piccolo giardino, mentre all’interno le pareti sono rivestite da muschi e dalla volta pendono stalagmiti e stalattiti cui corrispondono piccoli rigonfiamenti sul pavimento, reso viscido dallo stillicidio dell’acqua piovana.
Vi trionfa l’altare maggiore con la statua dell’Arcangelo e gli altari minori, decorati dagli affreschi di raffigurazioni religiose di epoca imprecisata, come quelle dei quattro evangelisti o della Madonna con bambino, in buona parte deturpate dal tempo e dall’attività umana.  Uno dei dipinti più nitidi rappresenta tre personaggi aureolati, tra i quali è riconoscibile la figura centrale accostata al Messia. Inoltre, abbassando lo sguardo verso il pavimento, è possibile rilevare alcune impronte lasciate dai fedeli nel corso dei secoli e durante i lunghi pellegrinaggi che conducevano alle varie mete religiose presenti sul territorio. Questo santuario naturale ci racconta una storia ben più antica, che ci riporta indietro ai tempi del Paleolitico Superiore. I ritrovamenti di numerosi utensili risalenti a quell’epoca confermano tale ipotesi. Il sito, infatti, è stato oggetto di studi, negli anni ’70, da parte dell’Istituto di Antropologia e Paleontologia dell’Università di Siena (già protagonista di ricerche presso altre grotte del Gargano).

All’ingresso della grotta si notano su un tavolino dei libri a tema e alcuni ceri votivi. Entriamo e il guardiano ci saluta.

Rehael, rivolgendosi al Delegato, le anticipa che entrando in una nicchia sulla sinistra c’è un altarino con scolpiti un viso e sotto un serpente. Il viso dicono essere quello di Asclepio o Esculapio venerato anche come dio della medicina e dei serpenti, mentre il serpente indica la guarigione e testimonia il legame con la tradizione della terapeutica precristiana.

M.A. I-H. risponde: Ricordiamo infatti dalla nostra tradizione che il Kons egizio guariva coi serpenti ed è risaputo che molti di questi culti provengono dall’Egitto… anche dall’Egitto.

Poi ci fa notare come l’acqua di stillicidio, molto copiosa nella grotta, ha formato sul pavimento delle stalagmiti che corrispondono alle stalattiti che pendono dall’alto.

Andando avanti nella grotta il Delegato Generale M. A. I-H., indicando gli affreschi dipinti sulle rocce circostanti ci dice:

Questo è l’arcangelo Raffaele che tradotto dall’ebraico Rāfāʾēl, alla lettera significa “È Dio colui che guarisce” o “Dio guarisce” mentre Mi-Ka-El, sempre dall’ebraico, significa “Chi come Dio?” C’è anche Gabriele il terzo arcangelo collegato all’affresco sull’annunciazione di Maria: Gaḇrîʼēl che significa “Potenza di Dio” o “Dio (‘El) è forte” ed è talmente forte da effettuare con modalità “divina”, indi annunciare, la fecondazione della Maria senza alcun altro intervento materiale, cioè senza contatto di tipo sessuale.

Ci avviciniamo poi a una piscinetta d’acqua, un po’ più avanti sulla destra della grotta. L’acqua si può attingere. Il Delegato ne prende con un piccolo e apposito secchiello e invita tutti a fare altrettanto, ciascuno per sé. Ma in coro rispondiamo:

No, la vogliamo da te. –  E allora ve la do! – e distribuisce un po’ d’acqua a tutti, facendola cadere nell’incavo delle mani di ognuno di noi.

Tutti si avvicinano per avere l’acqua, si bagnano gli occhi e ringraziano. Qualcuno chiede il bis.

Alla fine anche il Delegato si bagna con l’acqua e poi domanda:

Abbiamo una bottiglietta per portare con noi un po’ d’acqua per qualche fratello o sorella che può averne bisogno ed è assente? Possiamo chiederla al custode…

Poi scopriamo che l’acqua che si è presa dalla pozza sulla destra è quella terapeutica in generale, e si può anche bere. La pila di Santa Lucia, acqua salutare per gli occhi, è invece di fronte, sulla sinistra. Dietro la pila, cioè dietro la zona con grande stillicidio che crea una pozza d’acqua per terra, c’è una roccia con dei graffiti e M.A. I-H. fa notare che vi è un coacervo di situazioni: sulla roccia si vedono dei visi, una stella a 5 punte, come delle rose e persino l’impronta delle ali dell’arcangelo… e sembra che la roccia sia quasi fiorita di queste immagini, di queste forme… poi risponde a chi le chiede se i graffiti sono fatti dall’essere umano, che è probabile poiché quest’ambiente sembra proprio quello deputato all‘incubatio!

Haziel, indicando nello stesso luogo una lastra liscia di roccia che sembra un giaciglio domanda a M.A.I-H.: – Maestro, secondo te, potevano giacere su quella roccia? – Sicuramente – risponde il Maestro – Sembra proprio un giaciglio. Guardate il luogo. Cercate di sentire le sensazioni e di cogliere l’emotività che vi procura a livello singolo perché il percorso è anche soggettivo, oltre che collettivo, sia chiaro. Oltretutto in questo luogo si narra che dopo i lavacri l’infermo si addormentava o a volte lo addormentavano con droghe, ad esempio l’oppio o cose simili. In questo luogo che era taumaturgico egli faceva un sogno e aveva la guarigione o un responso per la cura della propria malattia.

Poco più avanti si notano i graffiti lasciati come simboli nelle varie epoche, e le orme dei piedi dei cavalieri sulla pavimentazione che sono di epoca bizantina. Tornando verso l’ingresso, il Fr• Igor fa notare il Toro scolpito da mani umane nella roccia, che ricorda la leggenda del Mikael che qui si rifugiò inseguito dal toro che si incastrò all’ingresso, non riuscendo così ad entrare.

Verso un quarto a mezzogiorno, usciamo tutti dalla Grotta preceduti dal Del+ Gen+.

DESCRIZIONE DELLA RIUNIONE ALL’ESTERNO DELLA GROTTA

Il Delegato Generale M. A. Iah-Hel ci invita a porci in circolo nel giardino antistante la grotta e inizia a riassumere il percorso già compiuto all’interno, arricchendolo di ulteriori notizie e collegamenti alla nostra Tradizione Ermetica:

Mettiamoci tutti nel giardinetto di fronte alla grotta in circolo. (Indicando la statua) Ecco Mikael che ha sia la bilancia che la spada. Perché Mikael è anche psicopompo come Thot e come Thot pesava le anime, così lo fa il Mikael, posposto poi nel tempo. Questo è veramente un santuario più naturale, perché è vero che c’è l’opera dell’uomo ma non in maniera esagerata, come nei santuari o cattedrali, come ad esempio il santuario che vedremo nel pomeriggio. La grotta, anche se rimaneggiata, di per sé stessa è ancora pregna di qualcosa che ci riporta al paleolitico superiore che è il periodo che si attribuisce a questo luogo. La grotta, come già accennato è stata pure oggetto di studi da parte dell’Istituto di antropologia e paleontologia dell’Università di Siena ed è per questo che possiamo fare dei riferimenti abbastanza certi. Ho preso degli appunti per non dimenticare nulla. Avete visto entrando che ci sono delle orme nel pavimento ma esse sono più tarde, di epoca medievale. Più ci si addentra nella grotta più si vive lo spirito vero della grotta cioè l’aspetto taumaturgico, medicale, dovuto appunto ai rituali antichi che lì si effettuavano, cioè quelli di incubazione. Lo dicevamo prima quando eravamo in quella specie di alcova, che gli ammalati venivano posti lì durante la notte, addormentati in un sonno profondo con l’utilizzo di droghe, o magari dell’oppio in quanto in questa zona della Daunia il papavero da oppio è stato di molto coltivato, ed era prerogativa delle donne somministrarlo come medicina e anestetico del dolore. Abbiamo visto, quando dovevamo andare in visita al Museo di Manfredonia, raffigurati su diverse stele, i semi di questo particolare papavero. Gli ammalati venivano preparati, purificati con dei lavacri come è giusto fare, e poi naturalmente venivano in sogno guariti direttamente o gli veniva suggerito un rimedio che potevano assumere.

Abbiamo visto nella grotta la triade degli Arcangeli che dall’ebraico hanno la valenza, il Mikael di chi è come Dio, il Rafael di Dio che guarisce, e il Gabriel  della potenza di Dio, cioè del Dio che è forte, talmente forte da riuscire a fecondare senza l’ausilio della materia umana, quindi del rapporto sessuale: come del resto si tramanda dal punto di vista religioso e fideistico quando si fa riferimento alla Maria Vergine  che è stata fecondata senza macula, senza “peccato”, cioè senza connubio carnale. Siccome Mikael e Rafael o Raphael sono entrambi guaritivi (veramente anche Gabriel, che logicamente per avere una potenza simile ha anche quella di sconfiggere ogni male) non possiamo fare a meno di domandarci, quale è la differenza fra i due Arcangeli?  Il Rafael guarisce attraverso un veicolo, uno strumento, un medicamento e infatti nella leggenda biblica egli diede il fiele del pesce a Tobia per guarirlo dalla cecità. Ma egli non dà solo il veicolo che può essere un medicamento, ma anche il responso per trovare il rimedio più idoneo per ciascuno. Non dimentichiamo, e chi di voi ha il fascicolo “D” lo ricorderà, che in questo 4° fascicolo della Schola c’è una Cifra molto complessa, che indica appunto il Carattere di Raphael, e che serve per avere responso in sogno per un ammalato grave o per sé stessi. Quindi oltre al medicamento che può suggerire c’è anche il fatto divinatorio. Cioè ti “divina” (Medicina Dei) rende il medicamento divino! Egli è responsivo e quindi guarisce attraverso gli strumenti iatromantici e medicamentosi. Raphael è il Principe della Teurgia.

Il Mikael invece arriva in maniera estemporanea, improvvisa e violenta, senza nessun tipo di veicolo o richiamo, guarisce o con la spada falcia. Non c’è niente da fare. Ed è terribile sotto questo punto di vista, perciò si dice che ha il male (il demone della corrente profana rappresentato nella sua statua) sotto i piedi (così come l’Immacolata Concezione tiene a bada il serpente della corrente astrale) perché “o dentro o fuori” per sola legge di Giustizia, con lui non si scherza, ed è sempre presente sia nell’ora della pace sia della vendetta. Quindi non ammette remissione e questo gli dà anche una grande potenza e lo colloca in una posizione che va oltre la cognizione e la valutazione umana. Il Mikael rappresenta l’aspetto più taumaturgico, cioè la guarigione immediata per contatto diretto col Dio (l’IO DIVINO: Quis ut Deus?). Egli è il Re Taumaturgo, immortale e invincibile è il Ponte (Pontifex) con la Matrice Universale della Vita.

Quindi queste sono le valenze dei tre arcangeli se li vogliamo inquadrare da un punto di vista nostro, ermetico, visto che vengono inclusi e nominati anche nella nostra Tradizione. E perché nella nostra tradizione? Perché nel nostro timbro, quello della Skola, al centro, c’è proprio il Mikael che si espande come un sole a raggera? Non vi sembra che la fisionomia della faccia che si trova al centro del timbro della Schola assomigli a quella che abbiamo visto nella grotta col serpente sotto? Che possa essere Esculapio, come qualcuno dice? Oppure, stando alla nostra tradizione di matrice egizia, possa essere Osiride? La nostra tradizione infatti affonda le sue radici in un tempo molto più lontano dell’affermarsi del culto mikaelico che, pertanto, altro non è che la trasposizione dei nostri culti isiaci e di osirificazione….

Il culto mikaelico e le sue origini collegate al culto delle acque

Ho fatto un elenco un po’ pedissequo dei luoghi ove è nato o si è impiantato il culto mikaelico e di come è arrivato fino a noi. Inizia nella Frigia e nelle terre dell’Asia Minore dove sostituisce via via quello di Attis, il paredro alato di Cibele; poi lo troviamo in Egitto lungo la valle del Nilo e lì si carica di quei potenziali, mutuati da Osiride-Nilo, di psicopompo, medico e guerriero. Andando più avanti nei primi secoli del Cristianesimo, si sovrappone, ad opera di Costantino pure nel tempio di Vesta che si trovava sul Bosforo, ove pure si praticava la guarigione per incubatio, soprattutto per le febbri. (Qui mi viene da pensare che questa pandemia che stiamo purtroppo “subendo” in vario modo, si manifesta proprio con una febbre molto alta e persistente). Infatti, caratteristica del culto Mikaelico è quella di impiantarsi su templi dedicati a particolari divinità pagane come ad esempio in Alessandria d’Egitto subentra a Saturno, in Caria ad Afrodite, in Bitinia è subentrato al culto di Eracle e delle tre ninfe che erano divinità tutelari di quel luogo. Non va dimenticata anche la sostituzione al Mamerte o Eracle italico che era il dio italico più antico, assumendone le caratteristiche come dio dei pastori, delle greggi, della transumanza.  Va notato inoltre che la maggior parte di questi luoghi cultuali sorge sulle montagne, nei posti più remoti e prossimi a sorgenti d’acque, e si associa ad aree dedite alle attività agricole e pastorali.

Al tempo dei Bizantini che valorizzarono molto il culto mikaelico, l’arcangelo, il Mikael era colui che guariva i poveri e gli afflitti, perché i ricchi pare che non si riferissero a lui, ma andavano dai medici, dai farmacisti dell’epoca, dai cerusici, mentre tutti i poveri, cioè coloro che non avevano la possibilità di curarsi, si rivolgevano al Mikael. Anche questo aspetto echeggia la nostra tradizione: noi miriamici nella rituaria ci rivolgiamo alla Miriam per la guarigione dei poveri e degli afflitti e lo facciamo gratuitamente. E memorizziamo questo “gratuitamente” perché, andando avanti nel tempo, lo si ritroverà connesso ad altri importanti culti di santi taumaturghi della Puglia.

È inutile dire che il culto mikaelico è stato di grande importanza proprio a Roma, cioè nel cuore dell’Italia e dell’Occidente allora conosciuto. Si tramanda che quando già c’erano i Papi, intorno al 600 d.c., ci fu una peste terribile, la peste inguinaria, detta pure bubbonica o morte nera, che dall’Egitto si diffuse in tutto l’impero bizantino e determinò un gran numero di morti. C’era all’epoca San Gregorio Magno come papa il quale, convinto che per arrestare questo flagello non fossero sufficienti i mezzi a disposizione dell’uomo, prese l’iniziativa di portare in processione verso la Basilica di S. Pietro l’icona della Madonna, l’icona mariana, che da allora ebbe l’appellativo di Salus Populi Romani, o Salus Infirmorum, così come è poi entrata anche nelle litanie della Madonna. Quindi Salute e Salvezza del popolo romano.  E questa icona, è conservata ancor oggi in Santa Maria maggiore a Roma. Ma cosa e come fece, Gregorio Magno, che la sapeva lunga? Invocò il Mikael come intermediario con la Maria, con la Salus Infirmorum, la Regina del Cielo e man mano che l’icona mariana avanzava l’aria iniziava a purificarsi dalla peste e dalla pestilenza. A conclusione, narra la leggenda che apparve l’angelo Mikael che con la spada tagliò definitivamente la testa del male, cioè della pandemia. La leggenda si è tramandata ed è stata immortalata nella Mole Adriana che da allora è diventata e ha preso il nome di Castel Sant’Angelo a Roma, dove ancor oggi dicono troneggi la famosa statua dell’angelo con la spada sguainata.

Volevo farvi notare, con questo racconto, quale era stato il meccanismo anticamente utilizzato per far demolire, annientare, annullare una pandemia. E noi oggi, con la nostra volontà ermetica, è questo che vogliamo, è questo che chiediamo al Mikael: che faccia da intermediario, come l’Hermes Toth degli egizi e il Mercurio dei latini, affinchè la Miriam dissolva per tutti noi e per tutta l’umanità questa pandemia da Covid19 che ci sta attanagliando. Perché come un serpente rialza ciclicamente la testa, anzi come un’Idra con mille teste, se se ne taglia una ne spunta un’altra con tutte le sue varianti. Quindi noi dobbiamo volere, con tutte le forze della nostra Catena che questa pandemia si dissolva in maniera definitiva.

Vediamo ora come, dal punto di vista storico, il culto mikaelico si è radicato in maniera importante in questa terra che è terra molto antica: sappiamo bene che come promontorio è fra le prime terre emerse. È quindi antichissima. Questo territorio ha avuto da sempre caratteristiche terapeutiche. In tutta la Capitanata, la zona della Puglia che poi si radica fino a raggiungere la punta dello sperone della zona salentina, vi sono vari culti sia mariani che mikaelici. Il culto mikaelico ha espanso la sua potenza per tutto l’Appennino, tant’è che arrivando oltre le Alpi, da Mont Saint Michelle, chiamato così posteriormente, sono venuti qui per apprendere e capire come dovevano costruire il tempio all’Arcangelo lì in Francia. E poi ci sono altri luoghi consacrati a questo culto: la Sacra di San Michele a Torino,  e tanti altri nella zona dell’Appennino, tante grotte simili a questa, in Campania, nel Cilento soprattutto in zone montuose e impervie. Ma pare che è da qui che si sia diramato, perché c’erano già culti terapeutici come, fra quelli garganici più antichi e famosi, quelli tributati a Calcante e Podalirio provenienti dall’Oriente (come pure il più famoso San Nicola). Ma precisamente da dove? Forse da quell’Oriente emanatore che tutto contiene, tutto conserva e tutto manifesta e tramanda? Quello cui la nostra tradizione si riallaccia…?! Ma facciamo riferimento a qualche notizia storica: È significativo che su questo promontorio, prima che vi si affermasse la devozione per Mikael, fossero onorate divinità come Calcante e Podalirio, il cui culto iatrico-divinatorio ricorda alcune caratteristiche di quello mikaelico. La presenza dell’acqua e le peculiarità del contesto fisico-ambientale (grotta, bosco, montagna, roccia) caratterizzarono da subito la tradizione terapeutica garganica, e pugliese in senso lato, e si tipizzarono fissandosi in diversi contesti storico-ambientali per tutto il medioevo.

Il poeta alessandrino Strabone tramanda che all’epitaffio di Calcante si trovava la tomba di Podalirio sulla vetta del Drion, monte del Gargano, dove scorreva il fiumicello Alterno dalle acque medicamentose: riportata da Plinio secondo il quale Calcante avrebbe soggiogato i Dauni di Luceria mettendo l’esistenza di un Calcos nella Daunia e sovrapponendo il mito di Calcante ad un eroe della Daunia. Figlio pare di Esculapio, Podalirio personaggio dell’era omerica era un medico che insieme a suo fratello Macaone, approdò sulle spiagge della Daunia fondando Salapia e insieme si trasferirono sul Gargano. Macaone curava le ferite mentre Podalirio si occupava delle malattie interne. Secondo queste tradizioni, i pastori del Gargano erano soliti dormire avvolti in pelli ovine sulla tomba di Podalirio e di ricevere da lui i responsi nel sonno; poi si lavavano insieme alle greggi nelle acque del fiumicello Alterno per guarire dai mali. La forma d’incubazione per ottenere responsi, durante il sonno, è antichissima e veniva sicuramente usata dalle popolazioni Daunie autoctone.  Perciò si pensa che le usanze dei pastori del Gargano fossero originarie, precedenti all’arrivo dei coloni Greci in Italia, e che questi avrebbero poi identificato in costumi locali con eroi e culti nazionali, quali quelli di Calcante e Podalirio. Il nome del fiumicello Alterno si può ritenere che derivi dal verbo greco “altaino” che significa guarire. Questi miti furono trattati da Licofrone nato a Cadice che diresse per più anni la famosa biblioteca Alessandrina, miti e leggende riportati poi da Strabone. Sembra pure che vi fosse un tempio a Giove Dodoneo, da considerare ancora più antico dei precedenti culti di Podalirio e Calcante.

Ma su questi due medici-indovini, come dicevamo anche all’interno della grotta… Davide si è ben documentato. Vuoi dire tu? Così non dico tutto io anche perché non me lo invento lo riporto semplicemente….

Rehael: Si suppone che Calcante sia stato tumulato sul Monte Drion ma non è stata trovata la tomba. Vi era un santuario. Questa era una terra di pastori, di gente povera che ricorreva all’incubatio. Cosa facevano? Sacrificavano un montone nero e dormivano sulla pelle e avevano in sogno la guarigione o il responso. Calcante era più un indovino: lui dava responsi anche sulla salute ed era molto valido. L’altro Podalirio si occupava delle guarigioni… e aveva un santuario vicino al fiume ed era in uso di andare da lui per farsi guarire. I pastori prima della tosatura delle pecore le bagnavano nel fiume per guarirle. Guariva uomini e bestiame. In questa zona c’è inoltre la via Francigena quindi nel tempo è stato sempre valorizzato questo luogo in modo sincretico. C’è stata una stratificazione di culti proprio a seguito delle antiche memorie per cui si è fatto focus sulla grotta come punto di riferimento. Il Gargano è stato una fucina di santi. L’ultimo in ordine di tempo Padre Pio, anche lui taumaturgo. La maggior parte dei Santi qui sono tutti taumaturghi. C’era questa tradizione per la quale si isolavano nei luoghi più sperduti, nelle situazioni più disagiate per praticare…

M. A. I-H: Ma siccome i luoghi sperduti e disagiati stanno un po’ dovunque nel mondo perché qui? Perché qui evidentemente c’è una pregnanza che altrove in maniera così evidente e continuativa, più che altro continuativa, non c’è altrove. Guardiamo anche la nostra Tradizione: qui c’è stata la Pitagora, qui c’è stata la cassetta, che a suo tempo il Kremmerz, predispose di attivare tramite Cajetel-Borracci, la cassetta responsiva di rimedi guaritivi. Qui c’è stata la manifestazione delle Forze e delle Virtù terapeutiche, non ce lo dimentichiamo! Manifestazione realizzata alla fine del Mandato del Maestro Harahel-De Cristo! La Puglia ha una vocazione particolare alla terapeutica, alla taumaturgia e quindi è questo un fattore importante e non casuale!

Mehiel: Anche gli antropologi sono arrivati alla convinzione finale che la particolarità dei culti che si praticavano in Puglia eccellono per l’aspetto terapeutico e taumaturgico. Tant’e che il benedetto Mikael è col VII secolo che diventa prevalentemente guerriero grazie ai Longobardi per via di Odino e con quel tipo di somiglianze. Ma prima ancora era preminentemente terapeuta e taumaturgo. Gli antropologi lo dicono, mai in Italia una terra come la Puglia ha questo tipo di preminenza.

M. A. I-H.: …e poi i Santi Medici, bisogna dirlo, sono anch’essi santi particolari e taumaturghi. Hanno una grande particolarità quella di guarire gratis, gratuitamente, senza argento, erano santi non mercenari. In greco Anargyroi si dice, dal greco antico Ανάργυροι, “senza argento” o “Santi non mercenari”. Questi erano due fratelli o forse due gemelli, ma tutti e due medici. Avevano una famiglia numerosa fatta tutta di medici. Ma loro due guarivano gratis. Qui noi ci riconosciamo. Quindi vediamo che la nostra tradizione non ha fatto altro che prendere il fior fiore, il meglio, passare quasi al setaccio tutto quello che nel corso dei secoli e dei millenni ha fatto parte anche dell’iter, dell’evoluzione dell’umanità, del suo progresso scientifico. Ha passato tutto al setaccio e in maniera sincretica ha dato la possibilità oggi come oggi a chiunque, come siamo noi “chiunque”, di potersi agganciare e di usufruire e avvantaggiarsi di questa tradizione.

Rehael: A testimonianza della vocazione terapeutica, poiché qui sono passati i Templari, i Longobardi, i pellegrini, tutti quelli che andavano a visitare la Terra Santa, lungo il percorso c’è stato  un fiorire di luoghi di accoglienza per la salute – noi lo abbiamo visto nella ricerca – dei proto-ospitali, gli hospitali,  dove i pellegrini trovavano asilo. Questo testimonia la vocazione della nostra terra. D’altronde non si spiega diversamente questa concentrazione che c’è stata. Poi il culto micaelico, mi diceva il Delegato, è arrivato fino all’Irlanda. Partivano dall’Irlanda e venivano qui, che non è una passeggiata. E seguivano le antiche strade romane. Anche la strada che abbiamo fatto noi per venire qui, quella ripercorre sempre i soliti itinerari che precedentemente percorrevano i pastori. C’è sempre un rinverdire quella che era una tradizione precedente adattandola ai tempi, cosa che il Kremmerz puntualmente ha fatto. Come diceva il Delegato c’è un condensato nell’opera kremmerziana di tutto il fior fiore della tradizione e queste visite danno testimonianza dell’esistenza, al di là dei tentativi che si sono fatti nel tempo di occultare, anche la Chiesa si è arresa di fronte all’esigenza di rispettare quello che il popolo faceva…

M. A. I-H: Vedi la situazione di Padre Pio, che hanno fatto di tutto per soffocare ma alla fine non ci sono riusciti…

Rehael: Hanno preferito lasciare fino forse agli anni ’50 anche dei culti pagani paralleli per evitare l’abbandono di questi luoghi. Invece loro che hanno fatto? hanno preso possesso dei luoghi hanno stratificato, modificato, cambiando il nome, però l’essenza, la tradizione è quella, la Pila di Santa Lucia quest’acqua deriva sempre dai culti delle acque che c’erano prima.

Haziel: Qui i culti dell’acqua e della pietra vengono dal Paleolitico e dal Neolitico e fino ad oggi…

M. A. I-H: …con una continuità incredibile…

Haziel: …si perpetuano. Noi abbiamo la grotta Scaloria qui, vicino Manfredonia, in cui dal 5000 a.C. si celebravano i culti dell’acqua. Questa grotta di Mikael è stata frequentata dal Paleolitico sino ad oggi. Pietra e Acqua.

Rehael: Venivano qui, addirittura facevano una deviazione per prendere l’acqua, e stare una notte nella grotta, benché non fosse nella direttrice di Manfredonia. Perché da Manfredonia andavano a Bari e si imbarcavano o da Siponto

M. A. I-H: a Barletta c’era il Maestro dei Templari…

Mehiel: Il Maestro provinciale che aveva responsabilità su tutto il regno di Sicilia, per i primi 70-80 anni della storia dei Templari era a Barletta. La precettoria era di Barletta. Era talmente densa la situazione qui da punto di vista dell’incrocio dei cavalieri che lui doveva sovrintendere da questa terra. Barletta è un po’ più avanti. Prima era tutto regno di Sicilia, poi ci sarà la Capitanata e la Terra di lavoro da una parte e la Calabria e la Sicilia dall’altra. Questo per dire dell’importanza di questa terra.

Poiel: Io credo non sia casuale (la vocazione terapeutica di questa terra) ed è strettamente legata al territorio perché evidentemente il magnetismo terrestre in questo punto è molto intenso e terapeutico. Ecco perché si sono localizzati qui i culti terapeutici.

M. A. I-H: … eppure non è una terra eccessivamente ricca di acque, come magari altre terre. Per lo meno acque manifeste. Tutte queste grotte, e la natura carsica del territorio trattengono le acque sotterranee e le filtrano.

Poiel, ritornando sui Santi Medici: Sono la manifestazione della bipolarizzazione della forza. In realtà i Santi Medici sono Uno, si manifestano come due. Anche nell’iconografia sono abbigliati con colori complementari: uno ha la tunica rossa e il mantello verde e l’altro viceversa. E vi ricordo la carta dei Tarocchi del Diavolo con i due diavoletti sotto: la bipolarizzazione della forza. E la stessa medesima cosa.

Mehiel: Anche la realtà geografica ha il suo peso. Come è accaduto per Monte Sibilla che è proiettata in senso orizzontale alla Catena e si proietta verso Oriente, anche il Gargano si stacca  dai Sibillini verso Oriente. Evidentemente è come un’ancora, un magnete che attira. E così dal primordio qui c’erano questi due tumuli giganteschi – dice Strabone – che attiravano i naviganti ed era il primo incontro con la terra italica.

Haziel: Il Gargano era un’isola in origine, poi congiuntasi alla terra ferma.

Rehael: Fatto sta che qui c’è stata anche un’evoluzione continua dei culti che sono stati ben accolti… Iside e Osiride, e altri.…

M. A. I-H: Ecco anche perché la nostra tradizione di origine caldeo-egizia, molto antica e sincretica, qui ha trovato naturalmente il modo per radicarsi.

Haziel: C’è una curiosità, se la posso dire, non so quanto attendibile. Il mondo eneolitico dei Campignani o della civiltà campignana nel Gargano (3°-2° millennio) per alcuni è di origine siro-egizianaA. I-H: Si l’abbiamo detto che viene da là.

Rehael: Il legame continuativo e ininterrotto c’è…

Poiel: ed è testimoniato anche dai reperti che stanno a Manfredonia: ci sono reperti egizi, c’è l’Astarte fenicia.

Terry: A proposito delle acque ricordo che c’erano stati studi che dicevano che queste acque non sboccavano a mare, ma rimanevano nella circoscrizione terriera. Era così?

Haziel: questo lo sa Serena

M. A. I-H: Dicci

Serena: Questi sono studi che facemmo all’epoca. Pare che il mito di Calcante e Podalirio sia legato alle caratteristiche delle acque del luogo che i pastori dell’epoca conoscevano in maniera pratica. Tant’è che se avevano bisogno di avere un’illuminazione per trovare un’erba medica per curare gli animali, che erano una vera risorsa, andavano in una zona, ma se le volevano guarire venivano qui perché queste acque avevano una caratteristica taumaturgica. L’Ispra ambiente è un istituto che ha studiato l’evoluzione idrogeologica delle faglie acquifere. Ecco perché acque non manifeste…

M. A. I-H: Infatti lo dicevo prima… eppure a vederla non sembra una terra di acque. Vuoi mettere l’Umbria ad esempio?

Serena: Durante i movimenti tettonici, generalmente, quando si aprono le faglie nella terra, le acque poi sfociano verso il mare e vi è quindi una contaminazione anche biologica che arriva dal mare. Qui invece nella parte alta del Gargano le acque hanno avuto un contatto solo fra di loro, a differenza delle faglie che scendono verso il sud del Gargano dove invece c’è stata contaminazione marina. Quindi queste acque hanno conservato qualche componente chimica, una purezza…

M. A. I-H: …i laghi di Lesina e Varano sono salmastri

Serena: sono acque emerse.

M. A. I-H: Vi ricordate quando siamo andati a Rocchetta Mattei? Siamo andati a vedere la fonte etrusca di Montovolo, anch’esso un centro oracolare etrusco, vicino Bologna nel comune di Grizzana Morandi. Chi era presente di voi? Lì c’era un tizio, che poi è morto, un certo professor Baccolini, che sosteneva che la fontana che eravamo andati a visitare e alla quale ci eravamo abbeverati, attingeva le acque da una grande profondità e per questo motivo l’acqua aveva caratteristiche particolari e guaritive non essendo contaminata. Veniva direttamente dalle viscere della terra e per questo era particolarmente medicamentosa specie per l’infertilità e le malattie della matrice femminile ed era anche detta la fonte dell’eterna giovinezza. Qui invece è una intera zona ricca di sorgenti di acque sotterranee. Quanti Km quadri è il Gargano? 110 km quadri? E tutta l’area è improntata su questi meccanismi di queste acque, di queste grotte, di questi culti. Che poi è così anche tutta la Puglia, anche sotto le Murge, vi sono varie grotte, come la famosa Castellana, della quale tu Serena sei un esperta…! Una volta verremo tutti quanti a trovarti lì!… e poi le grotte di Polignano, di Putignano, e chi più ne ha più ne metta! Ci sono pure tante altre grotticelle meno note. Mi ricordo che quando avete fatto ricerche sulla zona avete scoperto grotte nascoste, dimenticate e cadute in disuso. Altrove si trovano dei luoghi così, ma limitati ad una stretta località…!

Rehael: Poi a Monte Sant’Angelo c’è un altro modello di spiritualità che è stata creata. È enorme lì la grotta…

M. A. I-H: Lì c’è un discorso di acquisizione. Si sono appropriati. Da un lato hanno fatto anche bene invece che lasciare andare tutto sprecato o seppellito per sempre nelle viscere della terra, come ad esempio la Grotta della Sibilla di Montemonaco….

Poiel: La fontana a Monte Sant’Angelo l’hanno chiusa perché dava fastidio che la gente andasse a prendere l’acqua e così hanno murata la sorgente.

M.A. I-H: Quando le cose sono troppo rimaneggiate, sfruttate perdono le loro valenze più occulte. O quanto meno si implodono, si nascondono. L’abbiamo detto anche durante la visita a Siena.

Poiel: Vicino a Monte Sant’Angelo c’è una chiesa molto più antica del Santuario, piena di stelle fiore. Con la sirena bicaudata…

M. A. I-H: Lo diceva pure Marco … è un classico sulle vie battute dai cavalieri Templari….

Mehiel: Ora cambia la simbologia templare anche a livello divulgativo. Finalmente è tutta stelle fiore e sirene bicaudate. Le croci patenti sono passate in second’ordine!

Rehael: C’è poi la Venere Sosandra…

Haziel: La Venere Sosandra viene dal mondo latino. Ad Uria, qui  sul Gargano, Venere equiparata alla Sosandra, significava l’acqua originata, e sgorgante dal sottosuolo.

M. A. I-H: Poi volevo aggiungere un altro dettaglio sui Santi Medici: il loro miracolo più importante è stato quello della gamba ulcerata di un loro paziente che con una operazione chirurgica hanno sostituito con quella di un etiope. Facevano già i trapianti all’epoca. Quindi oltre ad essere medici erano anche chirurghi. Questo è importante. Come in Egitto si dice che operassero la cataratta ed altro…Anche la chirurgia era molto evoluta…!

A proposito dell’intermediazione del Mikael per il discorso della peste, io non capisco perché – mi permetto di dire – la Chiesa oggi come oggi non utilizzi gli stessi meccanismi che ai primi secoli dopo Cristo venivano usati ed erano molto efficaci. Ti ricordi Marco in Umbria quel prete?  nei paesini più sperduti ci sono delle pratiche che hanno molto di pagano alle quali anche il parroco, il vescovo della vicina diocesi in qualche modo partecipano. Questo prete benediva i campi ai primi di Maggio saltellando come i Salii…Con questa pandemia che cosa ha fatto la Chiesa? Il Papa dice vaccinatevi…ma come Papa che fa?

Imamiah: Oramai sono tutti affidati alla scienza. Loro per primi hanno abdicato alla religione…

Rehael: A San Giovanni Rotondo nei disegni originari di Padre Pio sicuramente c’era una componente cultuale o religiosa che serviva per le guarigioni perché lui era ciò che era. Ora è solo un fatto tecnologico. E’ solo un centro di eccellenza.

Poiel: Ora non più, è molto scaduto.

Haziel, rivolgendosi al Delegato: Ma è incredibile ciò che dici: con questa pandemia non hanno fatto alcunchè, neanche una catena di preghiera!

M. A. I-H: quando ho trovato questa notizia mi son detta: Ma vedi un po’ … non per niente era Gregorio Magno, che ne sapeva anche in senso alchemico… ha fatto quel rito. Ma ora, nessuno fa nulla… Io ci parteciperei pure (a una processione) perché più ne siamo meglio è, tutti insieme anche di religioni diverse, anche di correnti di pensiero diverse…

Rehael: Anche per San Nicola non c’è stata nessuna processione finalizzata a questo scopo. Non c’è nessuna voce che si leva…

M. A. I-H: Volontariamente vogliono creare una damnatio memoriae di quello che era una volta… dell’infiltrazione nella cultura scientifica delle tradizioni soprattutto taumaturgiche e terapeutiche per consegnarsi in maniera bieca nelle mani di una pseudo scienza medica ancora bambina i cui rappresentantilasciano molto spesso a desiderare per preparazione, apertura mentale e coerenza…

Rehael: Anche perché l’attività terapeutica è anche preventiva e va alla radice del male. Quella scientifica cura solo l’effetto. Se noi siamo sopravvissuti senza la tecnologia medica è perché evidentemente c’era un modo alternativo di guarire. Se non siamo stati sterminati e siamo arrivati sino ad oggi è perché gli antichi avevano delle pratiche che consentivano la guarigione. La cosa dolente è che la Chiesa si è allontanata dalla terapeutica ottenuta attraverso un intervento superiore, che poi e anche il fine delle pratiche religiose. I romani dicevano se io adoro un dio e il dio non è utile a che mi serve. Qual è la sua manifestazione tangibile sulla carne dell’uomo?

M. A. I-H: Gli dei atto.

Rehael: Gesù Cristo si manifestava con la terapeutica. Questa è la scissione odierna: da una parte l’aspetto del culto e dall’altra la scienza che cura gli effetti, ma alle cause non rimonta.

M. A. I-H: Oggi si vuole separare la malattia fisica da quella mentale e da quella morale. Quando invece se tu sei malato fisicamente puoi avere delle cause psichiche, se sei malato psichicamente puoi avere delle cause fisiche. E questo che ancora non si vuole capire …

Rehael : Tutto questo impazzimento per cui la gente uccide i figli, le mogli, si suicida, tutti questi squilibri come li curi? C’è una epidemia…

M. A. I-H: C’è una epidemia parallela all’epidemia del Covid. Il virus penetra anche nei piani più sottili. Ecco perché ci voleva qualcosa di teurgico, di psicurgico, di taumaturgico, che potesse in qualche modo convogliare le masse verso una purificazione. Proprio a livello di massa. Perché noi nel nostro piccolo, già facciamo tanto. Già il fatto stesso di essere noi in salute, di pensare anche al nostro entourage, alla famiglia… Che possiamo fare di più? Siamo una voce nel deserto.

Rehael: Il Gargano ci ha accolti con una bella giornata. Sono le 12 e 30.

Delegato: Ci potremmo avviare. Tanto poi avremo modo di parlare ancora.

Rehael : Ti ringraziamo per la Tua disponibilità e per la Tua presenza che speriamo non ci farai mai mancare.

Ci siamo così avviati con le auto verso il ristorante L’Ammiraglio di Cagnano Varano, non lontano dalla grotta, ove era stata prenotata l’intera sala esclusivamente per noi ed era previsto si iniziasse a pranzare verso le 13.

DESCRIZIONE DELLA RIUNIONE CONVIVIALE

Arrivati al Ristorante sul tavolo ove siederà il Delegato Generale si pone un grande cesto ricolmo di rose rosse e girasoli, con qualche melagrana. Un piccolo ma sentito omaggio per la Sua Presenza e per la Sua sempre generosa disponibilità. Dopo esserci sistemati ai tavoli, avendo ognuno scelto il menù di pesce o di carne, e prima di iniziare il pranzo, Rehael si alza in piedi e prende la parola.

Rehael: Questa occasione è importante perché finalmente, dopo il buio periodo che abbiamo attraversato, ci vede riuniti, al di là delle Agapi, in una occasione accademiale definibile itinerante, nel senso che non è più una occasione stanziale, ma le riunioni gireranno i luoghi che per noi hanno una rilevanza.

M. A. I-H: Però ci sarà anche occasione a Bari o altrove di una riunione dove ci si vede tutti quanti, anche per dare la possibilità a coloro che non si possono tanto muovere.

Rehael: Speriamo che la situazione pandemica migliori cosi da poter fare riunioni come sempre fatto. Questa giornata si è incentrata al momento sulla grotta di San Michele. Successivamente ci sposteremo al Santuario di San Michele. Purtroppo non c’era molta luce nella grotta, ma ci sono tracce di culti delle epoche più remote, come quello di Asclepio. C’è nella grotta traccia della nostra tradizione terapeutica, così importante in terra pugliese. Abbiamo visto la piscinetta con le acque più generiche e la Pila, acqua più specifica per gli occhi. E’ chiaro che la grotta era finalizzata alla terapeutica come lo siamo noi. Ciò che dispiace è che i rimedi tradizionali siano stati accantonati. Noi invece proseguiamo, anche se siamo pochi.

M. A. I-H: Noi qualcosa facciamo

Rehael: Si, ad esempio, alcuni di noi durante i cambiamenti delle fasi lunari sanno cosa fare.  Noi cerchiamo di dare un modesto concorso alla risoluzione del problema. Riscoprire le antiche pratiche non è tempo perso. Tutti noi abbiamo un bagaglio rituale che si aggancia perfettamente al passato e i nostri lavori collettivi forniscono la prova concreta della passata attività terapeutica e taumaturgica, che non è una favola. Nel libro che alcuni hanno comprato ci sono numerose prove della finalità terapeutica della grotta.  Qui venivano da tutta l’Europa per farsi guarire. La gente dormiva nella grotta…

M. A. I-H: a parte i reumatismi…

Rehael : Si… Nonostante la Chiesa abbia  tentato di cancellare, si è dovuta arrendere perché la popolazione locale, abituata per secoli a queste cose, non voleva cambiare strada. Quindi ha fatto opera di modifica esteriore, ma la sostanza sempre quella è. E pare che ancora oggi si facciano delle processioni cantando antiche litanie di tradizione orale.

A questo punto Il Delegato prende la bottiglietta con l’acqua della Grotta, che è stata portata sul tavolo, e mette poche gocce nei bicchieri di chi siede al suo tavolo. Poi dice: Chi si offre di mettere qualche goccia nei bicchieri di tutti? Igor, tu? Mi raccomando solo qualche goccia…

Iriana: non gli dire così Maestro, altrimenti non ce la dà proprio…

M. A. I-H: A parte le parole, dopo aver visto tante cose belle e nuove per chi a queste tematiche non si era approcciato, a noi piace fare i fatti. Personalmente sono una patita delle grotte, infatti spesso e volentieri vi ci ho da sempre portato… come in passato sui Sibillini. Ma, indipendentemente da questo, riprendendo quello che dicevi, caro Maestro Rehael, sul discorso che gli altri non hanno fatto niente, noi vogliano invece fare qualcosa… anzi, la dobbiamo fare. Noi dobbiamo, in comunione mescolarci con quello che trasuda da questa terra, dalle sue viscere, dalle sue profondità e sublimarlo, portandolo nella nostra tradizione, coniugandolo alle nostre rituarie in modo tale che possa produrre il bene per tutti i numeri della catena presenti e assenti momentaneamente, ma anche, ampliandosi all’umanità tutta. Visto che gli altri non lo fanno, nel nostro piccolo facciamo ciò che possiamo. Ringrazio per il benvenuto il M. Rehael, lo ringrazio per le belle parole che ci ha dedicato, ringrazio per il bellissimo splendido omaggio floreale, ringrazio voi tutti per la presenza. Ma principalmente vi invito tutti a brindare con queste gocce di acqua alla salute nostra, di tutta la nostra catena terapeutica orante, in basso come in alto, e dell’umanità tutta, affinché si rinvenga e riesca a superare se stessa e i propri limiti e a guardare alla salute e alla luce che il Mikael, dal centro del timbro della Schola, dal Centro della nostre Gerarchie, emana attraverso i raggi di un sole che è inesauribile come la Scienza vera, come la Luce che tutti ci illumina e ci illuminerà sempre. Auguri a tutti! A tutti salute!

Insieme al Delegato che si alza in piedi e solleva il calice, con l’acqua terapeutica, passata per le Sue mani, ci alziamo tutti e, in una sola voce, rispondiamo Salute! Pensando, come ci ha detto, non solo a noi stessi e ai fratelli momentaneamente assenti, ma all’umanità tutta, e beviamo le gocce di acqua.

Terry: Dal momento che la fonte magnetica è la stessa la differenziazione fra le acque della grotta la dà la tradizione e la sperimentazione,  ma la sostanza magnetica è la stessa.

M. A. I-H: Quello che conta è l’intenzione e la valorizzazione delle cose, non le cose di per sé stesse. Non per niente abbiamo anche una formula che serve a questo, a valorizzare una bevanda, ed è una cosa molto importante. Poi ci siamo tutti premuniti con i talismani per questa pandemia. Cerchiamo di offrirli a chi ci è caro e ci è vicino. Non pensiamo solo a noi stessi. Il do ut des è alla base della nostra operatività. Abbiamo il dovere di trasferire, dare ciò che abbiamo ricevuto, in proporzione. Chi ha ricevuto di più, chi di meno, perché magari non ha saputo prendere di più, mi permetto di dire, perché la sorgente è generosa con tutti. Ma ciascuno prende ciò che può. Come nella grotta chi apriva la mano, chi tutte e due, chi ha richiesto il bis. Chi due volte, tre volte, dicendo: perché io ho proprio bisogno. Quindi nel rispetto del sentire di ciascuno e dell’essere di ciascuno.

Arriva lo spumante, viene stappata la bottiglia, versato nei bicchieri e distribuito a tutti. E’ il momento dei brindisi.

Rehael: io propongo un brindisi alla Miriam, alle Supreme Gerarchie.

M. A. I-H: Alziamoci in piedi così va più in alto.

Rehael: più in alto possibile in modo che arrivi al Mikael. Invochiamo il suo intervento…

M. A. I-H: La sua intermediazione perché tutto si realizzi e il male venga sconfitto sempre, comunque e dovunque. Vero Maestro?

Rehael: Assolutamente.

Imamiah : Il male sotto i piedi

Rehael: Sotto i piedi come Mikael fece.  Auguri di Luce e Salute

Brindiamo tutti avendo alzato più in alto possibile i calici.

M. A. I-H: Ci conviene darci da fare se no facciamo troppo tardi. Come abbiamo anche accennato il santuario è molto strutturato, stratificato, ma anche quello ha la sua valenza.

Rehael: Vi avviso che c’è una scalinata micidiale da fare. Si scende di molto e quando si sale bisogna fermarsi un poco. C’è un dislivello notevole

M. A. I-H: Quelli sono i malati che hanno bisogno di riprendere fiato. Noi acquisiremo un ritmo in salita che ci farà spezzare il fiato. Non so se da queste parti il vescovo ha preso in considerazione di fare qualcosa per la pandemia. Quest’acqua di Santa Lucia la daremo a Pina per gli occhi. Chi va su per Liliana? Marina o Gianfranca? E poi pensate se c’è qualcun altro che ha problemi di occhi.

Iriana: Io ho mio marito che ha problemi con gli occhi.

M. A. I-H: Ma lui non ci crede a queste cose. Questa è una cosa inter nos. Perché è fuori luogo che noi distribuiamo acqua a chiunque. Io parlavo di fratelli o sorelle che hanno problemi di vista e pensavo a loro perché sanno bene come porsi da recipiendari. Ma non possiamo dare un qualunque veicolo per noi terapeutico, fosse pure acqua fresca, a persone esterne alla scuola che magari possono prendere fischi per fiaschi….

Cambiando argomento Rehael dice: Mi ha colpito il fatto raccontato dal Delegato, a proposito dei Santi Medici, della gamba sostituita con quella dell’etiope. Alla fine l’uomo aveva le gambe di due colori diversi.

M. A. I-H: La razza etiope ha grandi tradizioni spirituali

Mehiel: è come nel caso di  Ozraim-kali-bobo (Vedi Il giorno del Pezzente)

Reahel: Comunque il Gargano è stato una scoperta.

M. A. I-H: È vergognoso che dei baresi dicano che è stata una sorpresa il Gargano. Finalmente hai fatto un parto podalico e hai conosciuto il Gargano….

Riferendosi alla battuta del Delegato che lo riguarda il M. Rehael commenta ironicamente la sua errata pronuncia dei nomi Calcante e Podalirio, da lui trasformati in Calcagno e Podalico. Poi dice: Facendo una estrema sintesi della giornata ritengo che in passato il culto era fortemente intrecciato con la terapeutica.

Mehiel: Calcola Maestro che l’eroe, se non era un taumaturgo, non era un eroe.

M. A. I-H: L’amore si manifesta proprio attraverso la taumaturgia. Non esiste amore più vero, più altruistico…

A questo punto il M.  Imamiah esprime a tutti la Sua volontà di dire qualche parola.

Imamiah: Qualcosa voglio dirla. Voglio ringraziare tutti e dire che sono venuto perché mi sono sentito nel dovere di venire. Io sono nato con la Pitagora, qualcuno lo ricorda, qualcuno no. L’importanza di questa giornata sta nella riapertura dell’Accademia, oltre a quanto è stato detto sulla terapeutica, e all’interesse intrinseco della visita fatta. Sapete che la stessa iniziativa, sempre grazie al Delegato Generale, si è avuta al Centro Nord. Ora tocca al Sud. La Pitagora è l’accademia per antonomasia. E’ la prima nata, e il Kremmerz l’ha consacrata alla terapeutica. La Pitagora ha sempre svolto un compito di guida anche nei confronti del Circolo Vergiliano o, come oggi che associa la Porfiriana e la Sebezia. Tenete presente che la Pitagora è stata una grande Accademia: è l’accademia di Cahetel, di Harahel, dell’allora Procuratore Iah-Hel; come ha già detto il Delegato è l’accademia della cassetta dei responsi, poi distrutta dai Fascisti; dei responsi del Rito di guarigione; è l’accademia in cui abbiamo praticato insieme tanti riti di Kons,  e dove abbiamo sentito profumo di fiori, e  avvertito qualche battito di ali di farfalla. La presenza del Kons si è quasi sempre manifestata lì. Non c’è mai stata – credo io – un’accademia che abbia avuto tali manifestazioni e incarichi come la Pitagora. Io continuo a volere che rimanga il faro di riferimento per tutta la Fratellanza così come lo è stata nel passato. Ci sarà sempre. Cerchiamo di essere più vicini alla Pitagora perché mi sono reso conto che si è un po’ svilita. Si è depauperata più che altro nei Numeri. Bisogna pensare che è necessario un ulteriore sforzo per far entrare i giovani. Voi direte questa è amarcord! No! I giovani sono importanti. Bisogna tramandare la Fratellanza a coloro che verranno dopo di noi. Non possiamo certo pensare di essere eterni. Prima o poi ce ne andremo, piano piano, uno ad uno, lontano un miglio, a 150 anni…  Ma a un certo punto bisognerà lasciare l’eredità a chi a sua volta dovrà traghettare la nostra Fratellanza. L’unico modo è seminare un seme, il seme sulla via del bene. Oggi l’abbiamo visto: Mikael combatte il male, distrugge il demonio, lo mette sotto i piedi ma principalmente indica sopra ogni altra cosa il principio del bene. Noi combattiamo il male; la dualità tra bene e male è all’origine del mondo e continuerà sempre. Se vogliamo ritornare all’età dell’oro seminiamo il bene e cerchiamo di far del bene non solo per noi ma per tutta l’umanità. Vi saluto.

Le Sorelle e i Fratelli applaudono all’unisono.

Mehiel: Non è facile oggi proporre un aiuto terapeutico ai giovani.  I tempi sono cambiati.

Imamiah: Se ognuno di noi portasse almeno un solo nuovo iscritto! Vi invito a farlo anche se è difficile.

Delegato: Buon appetito

Tutti ricambiano e si inizia a mangiare in grande letizia.

Imamiah, continuando l’argomento delle iscrizioni dei giovani: Altrimenti pensiamo solo a noi.

M. A. I-H: E si, si corre il rischio di essere egoisti.

Come sempre accade nelle nostre riunioni i brindisi si fanno liberamente durante l’intero svolgimento del convivio. Così alcuni Fratelli si alzano per altri brindisi.

Igor: Grazie al Delegato Generale che è venuta fin qui e ha fatto un lungo viaggio per dare anche a noi la possibilità della Sua presenza. Grazie al M. Imamiah che non pensavo di avere la fortuna di rivedere così presto ma anche lui si è fatto altrettanto viaggio. Grazie di essere qui.

Un Applauso sentito perché è la pura verità che il Delegato si è sobbarcato un lungo viaggio. Tutti riconoscenti ringraziano.

Domenico: a San Michele, Mikael, e alla Miriam

M. A. I-H: Salute anche a te. Il discorso del Mikael va seguito anche al Nord bisogna che vi organizziate. C’è la Sacra di San Michele a Torino…

Nemamiah: E’ sulla stessa traiettoria.

Imamiah: c’è la spada di San Michele che va dall’Irlanda fino alla Grecia.

M. A. I-H: Spada di luce. A Lucera c’è una chiesa che ha stelle fiore enormi sulla facciata.

Haziel: Si, l’abbiamo studiata. Le stelle fiore sono state aggiunte in facciata nella rifazione del 1700. A Lucera c’erano gli Arabi.

Daniel: Un Sultanato di Federico II. Erano i fedelissimi di Federico. Le guardie del corpo. Li portò dalla Sicilia, che aveva conquistato, a Lucera. Quando Federico morì gli Angioini sterminarono la guarnigione e ne rimasero pochissimi.

Poiel: Anzi Carlo d’Angiò fece venire i Francesi a ripopolare Lucera. Quindi il popolo si è mescolato con l’etnia francese.

Mehiel: Comunque Lucera è sempre stata un punto nevralgico sin dai tempi dei Sanniti.

Circa le vie di comunicazione del passato e gli snodi principali il M. Rehael interviene.

Rehael : Tutti hanno frequentato le vie romane, anche noi.

Mehiel: Ma nel Medioevo si ritorna ad una dimensione di viabilità pre-romana e si sale sulle colline. Tutta la via Francigena è di cresta non è di fondovalle.

Haziel: Qui sul Gargano c’è addirittura una via della selce, preistorica. L’hanno rintracciata.

M. A. I-H: Sì perché c’erano le prime miniere di selce a Peschici.

Nemamiah: Perché abbandonarono le vie di pianura?

Mehiel: Le vie consolari si erano impaludate. E si viveva in cresta, poche rocche in alto, al sicuro. Fu la fine della viabilità romana. Si tornò a vivere come ai tempi dei Sanniti, degli Etruschi. Roma nacque sui 7 colli. L’antica civiltà appenninica fu di collina.

M. A. I-H: Il Maestro Jeliel ha mandato un messaggio, ve lo leggo: un fraterno saluto alle Sorelle e ai Fratelli tutti convenuti per questa gioiosa e attesa riunione accademiale con l’augurio di una giornata proficua e ricca di stimoli sotto la guida attenta del Maestro Rehael, e la partecipazione preziosa, illuminata e illuminante del nostro amato Delegato Generale. Un caldo abbraccio a tutti jeliel

Viene ringraziato da tutti il Maestro Jeliel.

Proseguendo, a proposito della pandemia e dei lunghi tempi in cui non ci sono state riunioni accademiali, in questa prima riunione, si è voluto ricordare e sottolineare con quale stato d’animo si è vissuto il periodo di fisica lontananza.

Terry: Le accademie hanno le radici dell’albero dell’ulivo che continuano a spuntare forti anche nel caso della pandemia. Intanto ritualmente non ci siamo mai sentiti lontani né abbandonati. Intanto il pensiero, la volontà e l’affetto sono elementi che ci hanno tenuti uniti tutti, e ci tengono uniti tutt’ora. Poi c’è stato il discorso on line. E ora una ripresa. Il bene vincerà sempre

M. A. I-H: Ed è questo che auspichiamo davvero dal profondo del cuore.

Haziel: Durante la pandemia, uno degli aspetti della Schola, ma non certamente l’unico, il nostro Forum ci ha confortati moltissimo ed è stato aggregante. Quanti di noi hanno scritto e dialogato quando si era soli durante il lock down e si sono rincuorati. Non lo abbandoniamo questo forum, scriviamo e continuiamo a farlo, anche se speriamo non ci siano più quei tempi così duri.

M. A. I-H: Come da disposizioni abbiamo previsto fino alla primavera a dopo il kons di fare una riunione ogni due mesi. Non so se a Dicembre si salterà e si farà a Gennaio. Ma una notizia ve la voglio anticipare: col prossimo anno ricominceranno le Lunazioni, ricomincia il I ciclo. Se ne sta occupando il Maestro Aniel. A proposito vi saluto anche da parte Sua che ieri mi ha inviato un messaggio, appunto augurando ogni bene a tutti e auguri per questa prima riunione della Pitagora e delle due accademie associate. Se ne sta occupando, anche se ha un momento molto impegnativo per ragioni sue di lavoro, pure al fine di reimpostare il nuovo ciclo delle Lunazioni con un discorso anche pratico, partendo col mese di Gennaio col II e III ciclo. Poi da Marzo ripartirà anche il I ciclo che è quello che dà il nome alle Lune, il più importante. Ci saranno tante cose da fare. Faremo delle cose pratiche. Aspettiamoci che tra Febbraio e Marzo alle riunioni forse avremo il piacere di avere anche il M. Aniel per presentarci questo nuovo impegno che deve essere di tutti. Un impegno da una parte, dall’altra una forma di partecipazione di tutti perché si sa che le Lunazioni sono alla portata di tutti e hanno sempre fatto da collante. I talismani tutte le cose da fare… Ci sarà anche questo aspetto molto utile e aggregantei! Ci sarà sempre una traccia su internet, così che chiunque si possa collegare, ma si pensa forse di ritornare a distribuire il fascicoletto con le lunazioni dell’anno, mese per mese… Vedremo cos’altro ci riserverà il Maestro L. J. Aniel?!

Si parla ora di quanto operato nel passato anche collettivamente, seguendo le indicazioni delle Lunazioni. Ci si ricorda di quante ne abbiamo fatte.

Rehael: ricordo che andammo a scavare per interrare quel materiale… e poi la caccia all’inchiostro di violette…

Mehiel: Andammo a Torino…

M. A. I-H: il succo di violette, c’è chi lo ha già preparato e congelato…

Nemamiah: io ho congelato le violette.

Si decide dopo il caffè di partire per la Basilica di San Michele Arcangelo perché la strada è lunga e dobbiamo arrivare prima delle 16. In effetti tagliamo il promontorio garganico dalla parte orientale a quella occidentale, attraversandone il cuore: la Foresta Umbra, in un percorso di circa un’ora di auto. Arriviamo a Monte Sant’Angelo prima delle 16, come da programma. Qui entriamo in Basilica e scendiamo la lunga scala angioina, le cui pareti sono istoriate con numerosissimi simboli e firme di cavalieri e pellegrini di tutte le epoche. Arriviamo alla grande grotta sotterranea, in quel momento affollatissima per la celebrazione di una messa. Non è quindi possibile visitarla né parlare. Così giriamo i tacchi e risaliamo la scala per uscire dalla Basilica. La differenza con la grotta di Cagnano Varano è immensa.

A questo punto Poiel ci porta poco lontano dove c’è la chiesa di Santa Maria Maggiore dell’XI secolo con ornati interessanti in facciata, tra cui uno in cui compaiono 4 petali al cui centro si pone una rosa.

Risalendo poi verso il parcheggio delle auto ci salutiamo con affetto e con un certo dispiacere che la riunione sia già finita. Ma c’è ancora da guidare per tornare alle rispettive sedi.

Ma tutti sappiamo che tanto… ci rivedremo presto….