Preparazione e Prassi terapeutica ortodossa nella Fratellanza di Miriam II parte

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Preparazione e Prassi terapeutica ortodossa nella Fratellanza di Miriam II parte

NUOVO – 29 ottobre 2012 – Noi non abbiamo creato una scuola di Taumaturgi, noi non siamo ignoranti o buffoni o energumeni infatuati che promettiamo agli ammalati la guarigione contro le leggi naturali e divine, come non promettiamo una zuppa di cavoli alla umanità affamata. Noi siamo una Schola Philosophica che richiama l’attenzione degli uomini di buona volontà, dei medici, dei dotti, degli esperimentatori su di una forza ermetica e su un’intelligenza omonima che finora non han trovato posto in nessun trattato di terapeutica…La Schola Ermetica prepara – e la preparazione per necessità storica non sarà breve – discepoli che potranno arrivare alla taumaturgia – se la taumaturgia non è una favola o un simbolo, ma come Schola, come università di studi, non è che il crogiuolo alchimico di proporzioni vaste, dove si rimescolano senza preconcetto e misticismo il nuovo e il vecchio, il nuovissimo e l’arcinuovo…Tocchiamo la parte sperimentale. Ci si presentano casi di inaudita buffoneria: vecchi a 90 anni morenti di marasma senile, tisici che non hanno più polmoni, cancerosi che hanno già avvelenato il sangue fino alle estremità. Guariteli. Eccoli guariti col sistema del caso citato da Artemidoro: farli morire per farli sanare…Questi non sono esperimenti, il credere possibile questa roba è o una forma di pazzia se in buona fede, o è una buffoneria da balordi. Le leggi naturali non si violano, quando il vestito è vecchio se ne fa uno nuovo, non si ritesse la stoffa consumata. Ma è proprio in questi casi che si vuole la prova della possibilità della medicina ermetica, cioè dell’elemento ermetico nella terapeutica? Ce ne sono milioni di casi che hanno l’apparenza di cose da poco che resistono alla terapeutica ordinaria, la sciatica per esempio. Nelle memorie di un medico svizzero che, convinto della impotenza della scienza, fa l’umorismo a proposito dei piccoli e grandi dolori della vita, trovo citata la domanda di un ammalato: “dottore voi guarite la sciatica?”. Egli esperimenta tutti i metodi consigliati dalla scienza. La sciatica  resiste… io lo rividi guarito un mese dopo: lo aveva sanato un contadino con un infuso di fichi secchi di Smirne nel cognac…E l’artritismo reumatico? e l’isteria? e le malattie di cuore? e l’anemia? e la nevrastenia?…Potrei citare tutto l’indice della patologia…L’elemento ermetico aggiunge il granum salis che manca, e forse dà la spiegazione del successo e dell’insuccesso in tanti casi in cui le applicazioni coscienti del ricettario sono accompagnate dall’azione ermetica del guaritore o no…La medicina è la scienza sperimentale che coadiuva le energie vitali nella lotta. Non è la medicina scientifica che guarisce, è la natura dell’organismo in lotta che agguerrisce di un’alleanza col medico per vincere.  Nella pratica la materia medica è un alleato. Ma l’ermetismo, scavando nel sacco, trova un coadiuvante che tutti i medici moderni dimenticano, sul quale spirito non si agisce con droghe ma con la quintessenza di tutte le droghe dei tre regni che è sintetizzata nello spirito o vitalità intelligente del medico che cura, cioè che aiuta l’ammalato a vincere. Poste le cose così nei termini giusti, bisogna essere un mistico del materialismo bruto per rifiutarsi ad intenderci…Noi non scriviamo il Commentarium per dare un repertorio di casi guariti con questo metodo per stupire i creduli, ma per inchiodare bene come massima i concetti fondamentali dell’Ermetismo della nostra Schola affinché, tutti, senza distinzioni settarie, vi pensino, provino, esperimentino anche rudimentalmente. V’è della gente che non vuol soffrire e non vuol morire eppure soffre e muore, se non la si aiuta anche con un pensiero, una volontà di bene. V’è altra che vuol morire e nessuno aiuto le giova. La prima non è giusto che soffra e muoia senza necessità. La seconda è suicida incosciente. V’è una terza categoria di quelli che muoiono per legge di rinnovamento e di trasformazione, e costoro sono inguaribili per legge universale…Noi insegniamo, spieghiamo, organizziamo, facciamo l’apostolato a modo nostro, terra terra, con semplicità, facciamo il meglio possibile nei peggiori dei casi incompatibili con la via tracciata. Facciamo una cosa modestissima che altri farà forse più grandiosamente, ma soprattutto facciamo la cosa italianamente senza trombone e gran cassa.  Tutti sanno che noi escludiamo pontificati…. Quindi nessuno scopo settario, nessuna mira personale, nessun fine di lucro, la nostra schola non chiede a nessuno contribuzione, quando anche le borse dei dirigenti siano esauste, l’idea camminerà lo stesso. L’unica cosa che io pretendo è che lo spirito liberale di questa prova diventi sangue e carne di ognuno di voi e che le idee assorbite, accettate, per esame libero, diventino coscienza in ognuno di voi, e che queste idee non si esprimano solamente in prosa e in versi, ma si vivano, così l’ermetismo troverà nell’esempio pratico di ognuno imitatori ad ogni passo. (C,I,168-170) – Tocchiamo un altro lato della questione. Il novizio ha capito bene come la nostra Schola differisce dalle diverse associazioni di indole medica e taumaturgica delle altre nazioni? Ha riflettuto che noi non dobbiamo essere né una religione novella, né una setta, né un’accolita di entusiasti? (C,I,224) – Nei “Paradossi  fondamentali dell’utopia ermetica” ho esposto con semplicità e praticità le poche cose che formano la base dell’ermetismo e non ho creduto di cominciare senza un prologo storico sulla inafferrabilità del criterio di prova che è causa di ogni malinteso. E’ la storia di ogni giorno. Uno dei medici nostri avrebbe ragionato invece così: il cloralio non ha fatto ancora il suo effetto; l’azione ermetica ne ha determinato l’effetto che ritardava. Un medico qualunque, invece, riferisce la determinazione dell’effetto del cloralio, solamente alla quantità o dosaggio della nozione. Questo bisogna saperlo prima affinché nessuno perda tempo a convertire i medici increduli. (SM,II, 135) –  La virtù di fare o pensare o concedere il bene non è che spirito della mente o anima, attivo e gestante, e la sua radice è nel centro o nucleo mentale, o anima o spirito. Se la fonte in cui lo spirito prende radice vuol diventare VIRTU’, cioè vuol diventare agente e attiva, efficace e realizzante, deve permutarsi in buona, cioè – nell’intima sia costituzione – permanentemente concepente il bene…Sciocchi quelli che vogliono tutto ottenere dai circoli magici, dai caratteri geroglifici, dalle formule evocatorie e dagli scongiuri…nonché dalla sola cibazione dei cavoli e delle barbabietole. Il primo fondamentale strumento magico è il bene o la bontà diventata costituzionale dell’animale uomo. I nostri misti o novizi sono intenti e invitati a questa preparazione; affinché acquistino o realizzino la VIRTU’ terapeutica e la trasmettano. Per questo cumulo di ragioni abbiamo pregato tutti i critici di professione di darci il tempo di mutare e preparare gli elementi, e non farci abortire per intossicazione al quarto mese. La nostra scuola è pubblica in questa esposizione pratica di dottrina, e chi non fa che seguire e praticare i nostri consigli, toccherà con mano che…diamo a mano aperta. (SM,II,77) – Io ho spiegato in altra occasione come, dopo la preghiera intensa ad un’immagine di santo avviene il miracolo in colui che prega. Nell’anima orante l’immagine della madonna o del santo viene ritratta viva e attiva e sanatrice, diventa volontà guaritiva e il fatto è, peractum est. L’ermetismo può servirsi di tutti i fattori positivi per raggiungere la guarigione di un ammalato, ma lo scopo che mi propongo, rispondendovi, è di farvi comprendere quali sono i principi su cui la nostra medicina si basa e di quali forze si serve….Sistema? Ma questo non è un sistema nel senso letterale della parola, è una penetrazione di un gruppo di leggi naturali, per mezzo delle quali si possono guarire tutte le infermità umane, fisiche, psichiche e morali; è un avviamento, è una base alla taumaturgia integrale come la tradizione ricorda…Medicina ermetica semplicemente e non sacra nel senso di mistica….Tutti i cultori della nostra medicina si propongono di arrivare alla taumaturgia. Il taumaturgo è il tipo di massimo realizzatore della nostra medicina…Il nostro tipo di taumaturgo sarebbe un uomo arrivato al completo raggiungimento delle sue forze e dei suoi poteri corporei e mentali…Se io sia un medicastro, un guaritore, un taumaturgo, un Gesù redivivo come tanti credono di essere, non è cosa che riguardi gli altri. So che studio questo problema da tempo immemorabile, che mi sono occupato sempre di questo argomento, che vi ho iniziato tanti altri… sono uno studioso e pratico le conclusioni dei miei studi per tentarne gli effetti. Che riescano tutti questi esperimenti e che io resusciti i morti non l’ho mai detto a nessuno. So che amo tutti quelli che soffrono e che vengono in mio contatto…la Medicina nostra dà risultati che possono essere controllati positivamente, dovunque e comunque. Io ho cominciato a fornirvi gli elementi razionali per arrivare alla sua sintesi e quindi anche alla sua pratica. Vi ho parlato della formazione del nostro organismo, dell’aura da noi emessa, della suggestione, della fede che guarisce e della maniera vera come queste cose devono rettamente essere intese. Soprattutto ho insistito sullo stato di amore e sulla formazione delle immagini per dare una determinazione potente alla volontà…Le droghe medicali sono il più delle volte punti di partenza dell’azione immaginativa e volitiva dell’individuo infermo, ed anche i tossici, che agiscono come dissolventi gli elementi chimici componenti le cellule animali, sotto la potestà energica dell’immaginazione pura diventano sanatori… La medicina ermetica, se ha ottenuto questo risultato, ha per principio che le risultanze di una cura non hanno bisogno di essere esaminate né chimicamente né al microscopio, tanto meno come procedimento stabile per ottenere altre guarigioni. Capisco che l’uomo vuol sapere quanto è avvenuto per imparare; ma ciò che nell’Ermetica si deve conoscere è il modo come guarire con rimedi che mutano da uomo a uomo, e quindi inutile il controllo dei mezzi….Inutile per due scopi. Farci fama non ci riguarda, perché non siamo cavadenti da fiere che cercano clienti. Noi additiamo la via a tutti e non domandiamo il pagamento di nessun pedaggio. Ho tanto spiegato che in ermetismo, in magia, in materia di qualunque realizzazione, l’operatore deve essere neutro, cioè non interessato, ora farsi credito, cercare la fama o il danaro significa interesse vivo alle risultanze. In quanto poi a lasciare i documenti perché tutti possano servirsi dello stesso rimedio per casi simili, è una corbelleria, perché il rimedio buono per l’uno non è buono per il secondo e può essere dannoso per il terzo…La nostra terapeutica non ammette formulari per far ricette, comincia col contatto della mano, di un dito e arriva al bagno di acqua di cisterna…La nostra è scuola per far comprendere la maniera di mettersi in condizione tale da produrre il piccolo miracolo in voi stesso. Quando avrete ottenuto un risultato tangibile da una operazione fatta da voi, non potrete dire che vi ho preparato un inganno. A che cosa approderebbero i certificati di guarigioni compiute? Si direbbe che sono piccoli trabocchetti per ingannare gli scemi…Fare, tentare, praticare senza domandare certificati e senza pretendere di convertire i saraceni del maomettismo scientifico. (D,113-124) – Un discepolo se guarisce un infermo, non lo deve fare per interesse personale; egli non deve dire:”l’ho guarito io”; questo sarebbe operare per egoismo. L’opera sua deve essere innominata: egli deve riferire tutto alla potenza della Catena, o meglio alle forze guaritive della Fratellanza. Egli non deve neanche dar vanto di una guarigione alla catena, perché gli aiuti che un operante riceve, non si sa da qual parte vengano. Se, per es., un tale ha un dolore e si rivolge a un praticante, questi può darsi che gli consigli, per guarire, di leggere un dato salmo davidico. Prima però che il malato metta in pratica il consiglio, può darsi che un medico si rechi a casa sua; e allora, forse, la moglie del malato potrebbe dire a dottore che un amico ha consigliato “per guarire” la lettura di un salmo. A tali parole il dottore che è scettico, si fa una risata e dice al malato che il rimedio consigliato è cosa da sciocco. Egli, invece, gli consiglia di prendere 2 milligrammi di stramonio: il malato li prende e guarisce. In questo caso come può il Fratello asserire di essere stato lui a guarire il malato?  La cosa non si può mai provare: la prova nasce nella coscienza di chi è stato guarito. Tutto il vanto della guarigione sarà del medico. Ma, indagando, chi è certo che al medico un’entità benefica non abbia sussurrato all’orecchio il rimedio dello stramonio? Anche questo non si può provare. Dunque sarebbe dannoso dar vanto a sé ed alla catena: chi crederebbe all’assertore? D’altra parte è certo che il miriamico influì indirettamente sul medico curante. In quanto il malato sarebbe ugualmente guarito se avesse prestato fede al Fratello che lo consigliò. Il discepolo di Miriam, dunque, non deve operare per egoismo, ma disinteressatamente, vale a dire nella convinzione di non essere altro che uno strumento nelle mani di una forza benefica potente….Poi bisogna che egli abbia la certezza di guarire, cioè abbia la sicurezza che – coi mezzi che possiede – riuscirà a equilibrare il malato. Il Fratello che nel dedicarsi ad una cura dubita e tentenna non guarirà mai nessuno…l’operatore deve restare calmo. La condizione da lui richiesta è la tranquillità della mente e la purità del cuore. Il semplice che non si lascia impressionare dal male, lo guarisce. Da noi la certezza o la sicurezza – invece che sulla fede – è basata sulle prove palmari precedentemente ottenute…Noi, dopo gli esperimenti fatti su noi stessi, acquistiamo la certezza che con quegli stessi mezzi, con quelle stesse nostre facoltà, produrremmo immancabilmente la guarigione in altri, come la ottenemmo su di noi. Da ultimo il nostro discepolo deve essere indifferente, cioè noncurante delle derisioni, degli scherni che gli possono provenire dal pubblico profano che non capisce nulla e critica tutto. Noi dobbiamo riderci delle beffe e delle canzonature profane. (SM,III,235-236) –  Non dovete cercare voi il malato. Non occorre che il malato vi dica proprio la frase: “guaritemi voi”. Spesso esso si esprime in altre maniere, ma che equivalgono alla precedente. Così, per es., qualcuno vi dice: “Io soffro, pregate per me”. Questa non è più né meno che una richiesta di cura. Quando l’immagine del malato è chiara nella vostra mente, potete psichicamente agire anche per istrada, come se agiste su lui con un medicamento ideale. Questa è la forma di cura magica. A questo voi dovete arrivare. Il malato è quindi in atto di ricevere il frutto della nostra preghiera, è atto a ricevere la nostra corrente di amore. Come si esplica la corrente a beneficio dei malati? Essa o agisce magneticamente o sveglia qualche cosa attorno al malato, di modo che chi lo attornia gli giovi. “Noi gli manderemo una corrente che prenda voi, il medico e il farmacista”, si potrebbe dire al malato, ma non gli si deve dire…Un malato che vuol vivere compie il miracolo da sé stesso: riprende le sue forze.  (SM,III, 252-253) – Date al sofferente che chiede un atto di carità, nel senso che definii nel Mondo Secreto, un brandello della vostra vita, come i donatori del loro sangue a organismi esausti. Sia in voi evidente che voi siete anelli di una catena di forze vitali, e che se l’infermo spera, un pensiero preciso e purissimo lo guarisce. Un’impressione mentale che si cangia in forza concreta agisce sull’organismo umano come e meglio di una droga o di un tossico: non avete voi esempi di disordini morali che ammazzano?…Ebbene questi disordini, queste paure, questi terrori e queste gioie non sono che forme di pensiero – la vostra forma pensata è terapeutica – è sanatrice…Vi esorto a pensare che siete ai primi principii, all’alfabeto di queste concezioni che non sono facili perché troppo semplici e la educazione moderna non ci rende propizie le idee semplici. Se dalla linea tracciata non vi allontanerete, imparerete, pur non essendo mistici, come il tesoro della Medicina Dei è opera di tutti a  beneficio di tutti.(SM,III 202-203).

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2 Comments

  1. tanaquilla9 5 Novembre 2012 al 14:00 - Rispondi

    La concezione della terapeutica così come delineata da J.M. Kremm-Erz, e da Lui integrata nella S.P.H.C.I., è così pura da “muovere l’animo”. Vibra attraverso le Sue parole un tale Amore che ci migliora la semplice lettura. Invoglia alla pratica e alla sperimentazione. Incanta la semplicità. Innamora l’intento. Conquista la reale umiltà. Rende orgogliosi di far parte della Fratellanza di Miriam e ancor più in questi tristi tempi in cui esiste un caotico farneticare intorno alla Sua magistrale figura. Ma nessuno arriverà mai ad azzerare il Bene che questo Maestro, seguito dai Suoi legittimi Successori, ha offerto ed offre all’umanità, attraverso la S.P.H.C.I. Questo brano va letto e riletto perché, come scritto, solo i “mistici del materialismo bruto” vorranno non capire.

    • A.Detommaso 29 Aprile 2014 al 19:11 - Rispondi

      Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire o cieco di chi non vuol vedere e aggiungo ottuso di chi non vuol capire…
      E chi non rientra nella particolare fattispecie di cui sopra, ovvero dei ” Mis.ci del mat.mo bruto” potrebbe non voler comprendere quanto sopra prospettato o per pigrizia, poichè certi concetti contemplino la personale attivazione del soggetto interessato, o per mancanza di coraggio, perché fa comodo pensare che c’è qualcuno sul piano invisibile i reale, che si occupa del nostro problema; cmq, nel rispetto delle libertà altrui, desidero che il mio pensiero non appaia come una sentenza, ma unicamente l’invito ad una riflessione…
      Per quanto mi riguarda, posso dire che più leggo gli scritti del Maestro, più sento – di meglio capire, quanto magistralmente da lui enunciato, sebbene la Regola insegni, che per essere certi di aver ben compreso – le convinzioni maturate necessitino delle relative conferme…
      In ogni caso, ho sempre ben presente alla mente il precetto secondo cui ” la teoria si cava dalla pratica” e nel mio piccolo, praticando praticando ho costantemente la possibilità di constatare, nell’ambito di mia competenza, la veridicità delle affermazioni del Gran Maestro J.M. Kremm.Erz., che nel modo in cui tu tanaquilla accennavi, non sono prive di Amore.

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