Parole, Parole, Parole…

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Parole, Parole, Parole…

Si trascrivono di seguito le impressioni che una nostra Sorella ci ha trasferito via e-mail dopo aver partecipato a un convegno ispirato all’ermetismo e alla così nominata “tradizione perenne”, per far sì che anche gli altri utenti del nostro blog possano farsi un’idea di quante inutili parole sono spese sulla tradizione ermetica e quanti pochi fatti si compiano per dare le giuste risposte a quanti seriamente ricercano una via evolutiva nell’unico ideale possibile per raggiungerla e realizzarla: il BENE.

Ho ascoltato sabato scorso a Napoli alcune conferenze pubbliche sulla “tradizione perenne” (peraltro abbastanza prevedibili e superate), organizzate da varie neoassociazioni a sfondo esoterico. Il convegno ha visto la partecipazione di alcuni relatori vicini a correnti e tradizioni d’oriente e d’occidente: buddismo, schola italica, tradizioni cavalleresche, alchimia.

Quasi in apertura sono stati letti brani tratti da “L’appello agli aspiranti alla Luce” di Giuliano Kremmerz: omaggio al Maestro d’Ermetismo, o ennesimo tentativo di volersi sostituire alla Schola da lui creata? Propenderei più per la seconda ipotesi per svariati motivi, non ultimo fra i quali i ringraziamenti pubblici rivolti in sala ad un notissimo falsario di firme magistrali che già molti anni addietro fu giudicato colpevole in tribunale. Molti dei relatori non hanno potuto né saputo articolare i loro interventi, abbastanza scontati, senza citare il Kremmerz, o a volte rubandogli parole e concetti, e inserendo – quasi a sorpresa e in contesti non appropriati termini quali “diventare osiridei”.  L’ultimo di essi, poi, collaboratore di riviste di ultima generazione, ha molto insistito sulla “bufala” della scuola di Napoli, paragonandola al “Centro”, che avrebbe riunito non solo Kremmerz, Lebano e Bocchini, ma De Sangro, Cagliostro, Steiner e chi più ne ha più ne metta, e sostenendo  che è possibile riprenderne il percorso. Ha poi anche aggiunto che per seguire la tradizione ermetica è necessaria una preparazione propedeutica…al fine di non uscire fuori dalla realtà. Personalmente questa asserzione mi pare ridicola, almeno per quanto concerne la Schola del Kremmerz. Primo perché chi vuole iscriversi alla scuola del kremmerz, si presuppone (e in ogni caso ciò viene vagliato) che abbia operato una scelta motivata a fronte del moltissimo che offre – per così dire – il mercato odierno. Poi perché l’opera di “purificazione” dell’iscritto inizia subito con le prime rituarie che gli sono affidate. Inoltre il meccanismo della catena offre quel surplus che manca, e la compagine iniziatica e gerarchica aiuta l’iscritto nel suo anelito evolutivo. Inoltre l’applicazione terapeutica e la sperimentazione offrono all’iniziando un campo operativo e di prova che nessuna propedeutica mai potrebbe offrire. E’ evidente che chi si iscrive non è già un essere integrato, è perfettibile, come spiega il Kremmerz, e se segue con costanza le direttive della Scuola, affrontate anche nelle Accademie,  egli potrà integrare gli input evolutivi e la sua stessa matematica trasformazione nell’ambito della realtà che lo circonda. Evidentemente chi ha fatto questa affermazione ha avuto problemi d’inserimento e di adattamento alla società e questo – ovviamente – dispiace!

Altro argomento che mi ha trovata in disaccordo è l’affermazione che esiste una “scuola di Napoli”, o non meglio identificato “Centro” che nel tempo ha visto l’operato di grandi iniziati come Kremmerz, Lebano, Bocchini, Cagliostro, De Sangro, ecc., il cui percorso può essere ripreso oggi. Prima di tutto dove sta questa scuola? Avrei voluto chiedere, ma non v’è stato dibattito nel corso della conferenza. Poi questa affermazione, oltre ad essere una “bufala” inventata da romanzieri dell’occulto, motivati da interessi di parte, presuppone che qualcuno può darne la chiave. E chi sarebbe costui ? Non s’è mai sentito che qualcuno, (peraltro qualcuno che vuole rimanere incognito e manda altri a fare tali affermazioni in pubblico, senza assumersene la responsabilità) al di fuori di una struttura iniziatica comprovata da storia e documentazione, può riagganciarsi a un “centro” iniziatico. Può essere che ancora nel 2013 qualcuno creda a tali suggestioni? Bé se qualcuno c’è, allora sì che ha bisogno di un lavorio propedeutico alla sua riabilitazione a persona normalmente intelligente!

In conclusione, ed indipendentemente dalle mie personali considerazioni, mi chiedo: una persona del pubblico a digiuno di esoterismo d’oriente o d’occidente, che ha ascoltato tutte le mini conferenze, dalla mattina al tardo pomeriggio, cosa può aver compreso? E soprattutto se non si chiederà: cosa devo fare per raggiungere le brillanti mete evocate dai relatori? A quale scuola dovrò dirigermi? E dove si trova questo “Centro”, meglio noto come la scuola di Napoli? Oppure si chiederà: se volessi seguire la via interiore della cavalleria, che mi si dice tratta di alchimia ed è per gli eroi, chi è il maestro che può guidarmi a tanto? E ancora potrebbe domandarsi: sono stati citati Steiner, Evola, Kremmerz ed altri, ma esistono ancora le loro scuole?

Ma poiché nessuno ha nemmeno fatto cenno – almeno per quanto riguarda Kremmerz – alla S.P.H.C.I. , l’ascoltatore può solo intuire che tali scuole non esistono e che, in loro vece, vi sono dei “rielaboratori” di ennesima mano che, scimmiottando le parole del Maestro e degli altri autori citati, millantano un credito che non hanno.

Ovviamente, nessuno dei relatori ha parlato – a proposito di “tradizione perenne” – di ortodossia, di gerarchia, o di collegamento iniziatico. Chiunque, a loro avviso, può accostarsi al sacro, imbastendo a supporto di tale strumentale teoria, un minestrone caotico di suggestioni trite e ritrite e colorite di chiacchiere.

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4 Comments

  1. mara329 5 Giugno 2013 al 17:55 - Rispondi

    Propedeutica alla sperimentazione? E’ come dire che per insegnare a camminare ad un bambino gli si fa prima leggere un testo che spieghi come si fa. Oppure per insegnargli a nuotare gli si fa un corso su terra ferma e non direttamente in acqua. Quella della propedeutica mi sembra un maldestro tentativo di arrampicarsi sugli specchi. Ma anche una bieca manovra per delegittimare lo stesso Kremmerz che nella Pragmatica Fondamentale della Schola ha scritto “…allenamento alle pratiche per conquistare possibili attività dell’organismo mentale e psicofisico tali da spiegare col proprio controllo gli effetti e i fenomeni non comuni. L’applicazione di queste forze alla medicina, alla terapeutica e alla psicurgia e taumaturgia” (P+F+ art. 1). Ovviamente sperimentazione all’interno della Schola ortodossa. Ciò che è assurdo è che si cita Kremmerz strumentalmente per ritagliarsi un posto di primo piano nella grande platea dell’ambizione, del personalismo e dell’interesse egoistico. Lo indicano ma ciò che vogliono è imporre la loro persona.

    • mens.libera 5 Luglio 2013 al 23:05 - Rispondi

      Citare il Maestro J.M. Kremmerz anche per i curatori del convegno è stata una necessità: non vi è altro riferimento certo e autorevole negli ultimi 100 anni: detto questo evidentemente si creca poi di miscelare la Verità alle fandonie. E’ un classico della comunicazione mistificativa. Ma come si può ancora oggi promettere il nulla, fantomatiche prospettive, senza una minima coerenza con la fonte alla quale ci si riferisce. Basta leggere gli scritti del Maestro per farsi una chiara idea di quello che intende per evoluzione umana e della sperimentazione Terapeutica. Tutto il resto è vuoto pneumatico. La tradizione non è perenne è bensì ininterrotta e ortodossa, trasmessa secondo precisi canali esistenti Gerarchici Virtualizzati. Far perdere tempo e illudere non potrà che far dimenticare senza alcun eco tutti coloro che oggi ancora cercano solo vantaggi personali ed egoistici.

  2. ulisse 5 Giugno 2013 al 08:43 - Rispondi

    Intervengo per manifestare un grosso controsenso rilevato. Chi ha sostenuto la indispensabilità di una propedeutica alla comprensione del corpus kremmerziano, sottace le sue reali intenzioni. Difatti è lampante l’incongruenza del partecipare ad un convegno chiamato “tradizione perenne”, laddove la pretesa propedeutica, evocata per scongiurare possibili disadattamenti (difficoltà di inserimento nel sociale, asocialità, ecc.) del praticante, non può che derivare dal non credere affatto ad una tradizione perenne. La quale, senza dubbio, si adatta ai tempi che progressivamente si susseguono, attraverso l’opera dei suoi divulgatori, pur mantenendo inalterati stessa origine e stesso fine. Così è chiaro che l’adattamento è un requisito intrinseco di una tradizione perenne, senza il quale essa non potrebbe più essere trasmessa. Cordiali saluti a tutti.

  3. mercuriale2012 4 Giugno 2013 al 22:12 - Rispondi

    Riflettendo sulle impressioni avute dalla sorella sentendo i relatori del convegno appare chiaro che siano veramente solo parole…., ma di quelle che non lasciano alcun segno in chi le ascolta vere e proprie chiacchiere.
    Ciò a mio avviso accade spesso in diversi ambiti, poiché nella odierna società vi è l’esigenza di apparire e di fare credere di avere chi sa quali conoscenze, poi magari non vi è alle spalle una reale esperienza diretta. Nella nostra Schola ciò che è fondamentale invece è proprio l’esperienza diretta e ciascuno può constatare su se stesso il frutto della sperimentazione pratica. Però c’è tanto lavoro da fare e non c’è gloria per nessuno, forse per questo non attira certe persone.
    Un saluto fraterno a tutti

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