26 marzo 2010
Noi non consideriamo l’uomo come un corpo organizzato isolatamente, come una unità biologicamente separata dalla natura; noi in ermetismo vogliamo considerare l’uomo come vivente in un ambiente, in un contenente, non diviso da lui che per tenuità o attenuazione di materia a cui inesorabilmente è attaccato senza potersene mai dividere, quindi mai isolato. Ponete un pesce vivo in un grosso vaso d’acqua. Il pesce è mobile nella piccola massa di acqua, ma l’acqua lo contiene ed è a sua volta contenuta e trattenuta dal recipiente che è in contatto con la terra alla quale il vaso si appoggia. Provatevi a isolare, nel senso vero di questa parola, un corpo terrestre dalla terra. Non è possibile. L’uccello che vola non può uscire dall’aria che è il prolungamento della terra solida; aria, alito della terra…Ora se è impossibile, per la stessa ragione di non separazione, qualunque corpo animato deve subire con maggiore o minore sensibilità la necessità della sua partecipazione alla vita energetica del globo a cui è legato. Magnetismo, elettricità, luce, suono, calore non possono passare avanti a noi, attraverso noi, su di noi, senza che ne subissimo una reazione sensibile. Sensibile? Voglio dire che i nostri sensi avvertono, controllano, determinano, precisano o se ne sentono agitati. Ma esistono altre influenze che non danno la diretta sensazione della loro presenza, ma producono una reazione sulla nostra unità organica causando riflessi sensibili che generalmente non attribuiamo alle vere cause e alle forze che li hanno generati? Il magnetismo terrestre, in combinazione con l’elettricità in natura, determina dei disordini nervosi di secondo tempo che a loro volta precisano un patema organico, o l’arresto totale o parziale di una funzione che non crediamo affatto in rapporto con influenze non precisabili. Così un corpo malato, disorganizzato e dolorante è considerato da noi come un organismo che non ha potuto resistere, per la sua struttura, a forze alle quali altri uomini hanno resistito senza lottare. Di più il malato, interrotto il suo circuito magnetico ricostituivo, non può ritornare ad esso senza una forza supplementare che lo riduca allo stato precedente di equilibrio, perché se l’uomo è stato colpito da questo disordine, per l’assioma della non possibile separazione dalla terra, anche l’aura emanata da lui è malata. Ricordatevi le epidemie. Tenete d’occhio le scuole e il carattere delle malattie contagiose. Organismi che resistono e organismi che ammalano e soccombono… Così se per minorazione o deviamento di magnetismo terrestre attrattivo un uomo diventa malato, una catena di forze volitive umane può dargli la sanità come per miracolo, fulmineamente.(D,105-106)- In natura esiste tra le forme un legame indissolubile come fra tutte le sostanze. Questo concetto unitario del macrocosmo, unità universale, non è un saggio di difficile interpretazione dell’idea manifestativa della non separazione delle cose. La visione dell’Universo è relativa, ma dovunque e comunque armonica e di immagini legate e mai indipendenti. Questa unità nella natura esiste per impossibilità di separazione. Eppure tutte le unità di forma e di sostanza, tutte le specie naturali sono unità per se stesse, solo perché istintivamente tendono alla separazione. Un esempio: l’uomo. L’egoismo ne conserva l’unità. Un istinto rudimentale dell’egoismo deve esistere in ogni specie dei tre regni naturali della convenzionale classifica scolastica. Le forme di cristallizzazione, le forme delle fioriture nei vegetali, le forme somatiche degli animali, sono istinti dell’egoismo separatore a cui tendono, senza riuscirvi, tutti gli individui e tutte le unità…Se al Caos fosse stato preposto il principio femminile che esiste e presiede alle forme nell’Universo, non vi sarebbero state forme perché ciò che presiede alla fusione delle sostanze di natura separata è principio femminile a cui si dette nome Amore negli esseri umani a forma umana…Una pianta in un prato ed un cane che corre nella via che confina e si allontana dal prato, sono separati apparentemente: nel momento che guardiamo, noi dimentichiamo che cane e pianta respirano la stessa aria e toccano la stessa terra. Noi che osserviamo ciò, tocchiamo la stessa terra e respiriamo l’aria stessa, e dimentichiamo di essere parte congiunta e continua della visione esteriore. Chi ci può dire se la visione non sia un semplice prodotto di questa continuità? e che è questa a darci il senso illusivo della separazione nostra dalle cose viste? (SM,II,306-307) – Nell’uomo, tal quale agisce nella commedia umana, bisogna distinguere tutti i fatti che lo hanno formato: a) L’eredità fisica (che è una delle conquiste della scienza moderna, ma che gli antichi conoscevano e studiavano lo stesso, conquista di verità che non avrà più modificazioni, appunto perché è una verità); b) Le accidentalità astrologiche e climatiche (La scienza ufficiale non riconosce nessuna influenza del periodo di nascita sullo svolgimento della vita fisica dell’individuo, ma non tarderà ad avvedersi che, senza ritornare sacco e fiasco alla astrologia dello Scaligero, deve accettare l’influenza dei tempi sull’uomo – nel modo stesso che la filosofia zoologica ha dovuto accettare, come necessaria, l’influenza dei climi sulle razze); c) L’educazione umana (L’educazione nel bambino e nel giovane è un continuo processo di suggestione che comincia negli anni più teneri e finisce quando il giovane, maturo alla vita, è divenuto una macchina incosciente, conseguenza della educazione ricevuta. Il Cristo di Nazareth diceva: non battete mai un fanciullo, perché anche con un fiore, la battitura lascia un solco profondo sullo spirito tenero ed incarnato. Il fanciullo è paragonato al terreno non coltivato dove la buona erba o la mala può piantarsi e dar frutti); d) La volontà o potere volitivo (che è una emanazione della potenza intellettiva dell’individuo, modificata dall’ambiente umano in cui l’individuo si svolge e agisce); e) La resistenza dell’ambiente all’attività volitiva dell’individuo (che nella società esiste sempre come un fattore energico che l’individuo vince con la legge dell’adattabilità); f) La perseveranza di attività volitiva (che è una modificazione dell’ambiente sotto la tenacia della volontà energica dell’individuo agente); g) La intelligenza o spirito o luce intellettuale (che nella vita è sempre ostacolata o modificata nei suoi fattori dall’azione dei sei elementi precedenti)…Si osserva nella pratica che la necessità dell’uomo di adattarsi all’ambiente in cui vive sviluppa più o meno lo spirito, il perispirito o il corpo fisico. In una società di gladiatori domina il fisico, in una società di intellettuali, lo spirito: e il corpo siderale rappresenta il mezzo di legame dell’uno all’altro – e segue sotto certi aspetti per il suo sviluppo la legge di comprensione dei corpi soffici ammorzanti l’urto tra due forze cozzanti e sotto un altro punto di vista acquista le proprietà di tensione dei corpi elastici che pure permettendo il distacco tra i due fattori estremi (spirito e materia) conservano il potere di riunirli appena ripiombano nello stato di inerzia… L’uomo libero di sé si svolge secondo l’azione primitiva intelligente che lo ha messo tra i vivi; la necessità che gli si oppone è l’ambiente fisico e morale in cui si svolge la sua vita umana, così la necessità di adattarsi all’ambiente o mezzo di esistenza fa sviluppare le facoltà di uno dei tre fattori sugli altri due. Dunque di questa resistenza dell’ambiente sull’attività dell’individuo vergine secondo la natura sua, bisogna tener conto massimo nella disamina dell’individuo, dividendolo nei fattori agenti indistintamente sulla sua costituzione trinitaria…Due uomini, nati dallo stesso padre e dalla stessa madre (fattore a), nati nello stesso mese e nello stesso anno (fattore b) variano per l’educazione umana (fattore c), l’uno può sviluppare molto il suo fisico, l’altro la sua intelligenza: l’uno può non avere sviluppata la volontà in un ambiente eternamente ostile e l’altro può essere tanto resistente e potente da modificare l’ambiente al suo volere (fattori d,e,f); l’uno esplica la sua attività intelligente in un modo, e l’altro in un altro. (A,175- 179) – L’ambiente in cui i fenomeni di una medianità qualunque si esplica è parte del fenomeno stesso…Per ambiente voglio dire il luogo, materialmente l’ambito nel quale si svolge o si manifesta una nevrosi medianica. Ora, tanto nei fenomeni della fede quanto in quelli della medianità, il luogo ha un’azione enorme sulla psiche dell’operante. Gli artisti che possono considerarsi tutti come ispirati o come nevropatici parziali, o come blandi folli, sentono straordinariamente l’influenza del luogo sulla loro potestà sognatrice. Le chiese, i templi, i luoghi sacri, i boschi dedicati alle occulte divinità, hanno azione diretta sui religiosi. Così in magia e nell’ermetismo, così per lo spiritismo e l’isterismo. (SM,II,140-141 n.1) – Perché la pace alberghi in voi occorre che fisicamente siate sani e temperanti nella vostra mente e adattabili o adattati all’ambiente in cui vivete. L’ambiente della vostra vita di pace non tutti possono scegliere; la lotta per l’esistenza, gli errori volontari, le necessità imposteci dalla grande società in cui si vive, spesso ci opprimono. Non avendo saputo o potuto scegliere l’ambiente di pace, non potendo e non sapendo rinunziarvi perché i nostri errori dobbiamo espiarli uno ad uno, bisogna agire su di esso per modificarlo con la pazienza, con l’esempio, con la tenacia. Il più attivo mezzo per rendere innocuo un ambiente in cui vivete a disagio è di staccarvene mentalmente. Qualunque cosa voi possediate vi possono togliere o avvelenare o ferire: anche i vostri pensieri se non vegliate. Staccandovene mentalmente, come di cosa che non deve né può offendervi e sentendovi dotati della missione di tollerare quelli che a voi sono inferiori o molesti o obbligarli per volontà a non toccare la vostra quiete, voi avete vinto e avete prodotto un bene…Circondate le vostre persone di cerchi ideali, con un ramoscello di ulivo e dite: gli ingiusti non arriveranno a intaccare il mio equilibrio…Per essere uomo aspirante alla integralità ideale, che è la conoscenza delle forze latenti in noi, delle leggi di armonia che ci legano alla natura universa e alle sue forze o ignorate o mal definite, uso cosciente delle forze e produzione di fenomeni intelligenti fuori e dentro di noi, padronanza di tutte le forme di manifestazione dell’ermete o del lucifero che in noi si appalesa in forma normale e continua, bisogna che la mente domini in maniera assoluta l’animale e ne disponga a suo piacimento. In questo bisogna assolutamente allontanarsi dalle forme religiose in cui l’entità mentale e morale dell’uomo mira a liberarsi della tirannia del corpo fisico per realizzare una mostruosità ipotetica di un uomo-spirito senza corpo materiale pesante. (SM,II,229-232) – Il tipo integrale dell’uomo è l’ennesimo stadio evolutivo della intelligenza e dei poteri umani. Spirito nel senso intellettivo e universale. Potere nella relazione con l’ambiente di vita, essenziale elemento manifestativo della unità cosmica o materia. (C,II,239) – Nessuna teoria vitalista anteriore e posteriore a Claude Bernard si è mai approssimata alla concezione della vitalità sintetica di un uomo ad un centro, nodulo o cellula magnetica costituente l’essere, e in relazione di ripercussione e di rifornimento con un centro magnetico terrestre che a sua volta si rapporta al centro magnetico dei mondi planetari e stellari dell’universo intero. Questa teoria fa parte della dottrina illuminista delle Logge ora scomparse dell’Europa, ma da queste apprese dall’insegnamento delle scuole magiche osiridee, propriamente di origini italiche, e passate insospettate fino alla seconda metà del XVIII, ritornate poi nell’ombra della storia, tanto che ora non si sa dove stiano e se ancora esistano. Una teosofia illuminista occidentale, con una teoria come questa che per la prima volta io sorvolo in una maniera più chiara, non farebbe desiderare le metafisiche dell’oriente, e porgerebbe alla concezione scientifica dell’universo il contributo di una intuizione o visione di un magnetismo universale in cui elettricità, calore, suono, correnti ed onde, movimenti molecolari e di masse atomiche, la vita dell’universo infinito, nell’uomo, nelle piante, negli animali di qualunque ordine e sottospecie, nei cristalli, nei minerali, nella formazione dei cangiamenti del sottosuolo, degli elementi costituenti le gemme rare, il radio, le condensazioni di luce, di energie trasformate in riserva di vitalità inesplorate dalla medicina umana, sarebbero concepite come modalità di una legge unica e immensa che la manifestazione del Zeus, la cui espressione è la folgore, luce, calore, suono, moto, distruzione e dissolvimento, sintetizza nelle greche mitologie. Unico centro di energia, unico magnetismo. Non unità delle forze, ma unica forza centrale di vita, di cui tutte le espressioni non sono che stati di essere. L’intelligenza pimandria dell’essere, parte predominante della distribuzione, causa degli adattamenti e delle variabili rapide forme delle unità specifiche… Se l’integrazione dei poteri umani può condurre alla formazione del mago, riserva vivente di forze attinte a sorgenti più ricche di energie, una semplice progressione delle ricchezze magnetiche accumulate in noi, con una provocazione di atti e attrazione di entità non umane, può rendere possibile la medicina divina o l’ermetica, e renderci utili a tutti i sofferenti che ricorrono a noi….Sapere che siamo centri di vita irraggianti, attingenti alla vitalità intelligente e pimandria del centro inesauribile del mondo universo, ci fa concepire il valore del Signore delle cause come il dispensatore più largo, più nobile, più incommensurabile che mai immaginazione religiosa e mistica abbia sentito. (SM,II,401-402).
Da una notizia del giugno 2013, apparsa sul Sole 24 ore : “…finora l’esistenza di una “memoria transgenerazionale” non aveva avuto delle prove palesi da un punto di vista genetico…adesso, una prima prova neurologica della memoria transgenerazionale pare però sia arrivata. Infatti, secondo quanto suggerito da uno studio su cavie pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience da un gruppo di scienziati della Emory University di Atlanta, i ricordi dei nostri nonni si possono trasmettere di genitori in figli «imprimendosi» nel Dna e influenzando così lo sviluppo cerebrale ed i comportamenti delle generazioni successive. La scoperta, benché su animali, potrebbe avere implicazioni sul fronte degli studi transgenerazionali: potrebbe spiegare ad esempio perché un evento traumatico che ha coinvolto un antenato continui a influenzare la famiglia molte generazioni dopo. Inoltre lo studio fornisce un’evidenza del fenomeno della cosiddetta “eredità epigenetica transgenerazionale”, ossia una condizione in cui l’ambiente esterno influenza la genetica di un individuo (ne modifica il Dna) e quindi questo cambiamento diviene ereditabile. Gli esperti hanno addestrato dei topolini ad evitare un certo odore e poi hanno visto che anche i nipoti di questi topolini continuavano ad evitare lo stesso odore anche se nessuno li aveva addestrati a farlo “.
C’è una proprietà elettrocinetica dei liquidi conosciuta da centinaia di anni: tale proprietà fa sì che quando l’acqua scorre sulla superficie di un solido, come il vetro, questo riceva una piccola carica elettrica positiva che attrae gli ioni di carica opposta e respinge gli ioni di carica uguale. Tutto il processo crea un sottilissimo strato d’acqua caricato elettricamente: tale strato, opportunamente convogliato in minuscoli tubi di vetro genera una piccola quantità di corrente con una tensione di circa dieci (10) Volt. In questo modo, oggi, si fanno funzionare calcolatrici, sveglie, orologi ad acqua e, in futuro, si pensa, anche telefoni cellulari.
Questo è un modo costruttivo di applicare una realtà che è anzitutto in noi stessi in quanto il corpo umano ha un liquido interstiziale fra le cellule che assolve alla medesima funzione conduttrice e, come il corpo umano, anche ogni sistema biologico.
Ogni scoperta che facciamo è, in fondo, oggettivazione di una parte di noi le cui leggi ci diventano note e suscettibili di riproposizione per gli scopi più disparati. C’è quindi da domandarsi COME noi utilizziamo la nostra ‘energia elettrica’ e con cosa e con chi si entra costantemente in interazione.
L’esposizione del nostro sistema biologico a un campo elettromagnetico esterno può infatti dar luogo a meccanismi di interazione che, di ritorno sul sistema biologico, determinano effetti a volte dannosi per la salute. (Si pensi a tutti i campi elettrici cui siamo esposti nella moderna società, dai computer i cellulari, televisori, auto, ecc.)
Ora, rileggendo Kremmerz, è stupefacente rivisitare le sue affermazioni tenuto conto che hanno un secolo circa: “Una teosofia illuminista occidentale (…) porgerebbe alla concezione scientifica dell’universo il contributo di una intuizione o visione di un magnetismo universale in cui elettricità, calore, suono, correnti ed onde, movimenti molecolari e di masse atomiche, la vita dell’universo infinito, nell’uomo, nelle piante, negli animali di qualunque ordine e sottospecie, nei cristalli, nei minerali, nella formazione dei cangiamenti del sottosuolo, degli elementi costituenti le gemme rare, il radio, le condensazioni di luce, di energie trasformate in riserva di vitalità inesplorate dalla medicina umana, sarebbero concepite come modalità di una legge unica e immensa che la manifestazione del Zeus, la cui espressione è la folgore, luce, calore, suono, moto, distruzione e dissolvimento, sintetizza nelle greche mitologie. Unico centro di energia, unico magnetismo. Non unità delle forze, ma unica forza centrale di vita, di cui tutte le espressioni non sono che stati di essere”.