Le Lunazioni di Giuliano Kremmerz: l’astronomanzia e la medicina iniziatica di origine egizio-caldea – (ultima parte)

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Le Lunazioni di Giuliano Kremmerz: l’astronomanzia e la medicina iniziatica di origine egizio-caldea – (ultima parte)

(Proseguiamo con le segnalazioni di brani tratti dalle Lunazioni del Kremmerz. Anche in questa ultima parte si evidenziano alcuni punti che descrivono le concezioni della magia caldeo-egizia in rapporto all’astronomia, alla terapeutica,  all’operatività, alla demonologia, alle tradizioni e al pensiero teologico. Consigliamo di prestare molta attenzione perché fra tante notizie il Kremmerz ha inserito non poche perle preziose).Luna di Onn : Qui potete cominciare le vostre esperienze perché le influenze son divenute fattive ed irruenti. Credo a questo punto necessario di riferire ancora qualche consiglio del mio Anonimo sulla forma da seguire nelle esperienze. Non è lunga la sua prova. Egli ricorda che il terapeuta non è il convertitore e che come la matematica dà i limiti della possibilità alla meccanica, così l’esperienza e la tradizione danno i termini della realizzazione alla magia, nella concordanza del magnete universale per la terapeutica. “Ora – dice l’Anonimo – nelli esperimenti di guarigione, non intervenire se non chiamato. Occorre che l’ammalato ti dica: guariscimi. Se questo egli ti ha detto le tue esperienze sono probanti perché applicherai ciò che sai e lo guarirai con sicurezza. Non puoi guarire chi non te lo chiede, perché chi non chiede a te ha il suo magnete in absorzione e si prepara a morire o il suo spirito patrono lo ha condannato a patire. Miriam fu rappresentata da una Rosa dai Rosa-Croce perché l’amore è la forma più perfetta della espansione del magnete. Le origini delle malattie croniche, rodenti, contorcenti, consuntive, è in questo ristagno del magnete che rende impossibile qualunque presa di simpatia. E’ il Dio particolare dell’infermo che si oppone, sarebbe inutile il tuo sforzo. Questa mia nota ti parrà un regresso perchè io rimonto all’epoca caldea quando il medico sacerdote rifiutava il suo ausilio perché il genio dello ammalato lo respingeva. Ma non regresso, proclamo una verità eterna contro il mercantilismo dell’industriale camuffato a medico e a cerusico”. (L,88) – Luna di At-mèh : Fu ritenuta assai benefica nel senso morale, spirituale e fisico. L’Anonimo scrive: “ non vi è nuova vita che non venga dallo spirito, cioè da quel nucleo eterno che eternizza l’individuo nella specie. Questa luna batte e rende sensibile la sorgente centrale in cui la vecchiaia ha tesaurizzato in secreto le forze del ringiovanimento”. Così At-mèh fu ritenuta rinnovellatrice, come At-mai clemente. (L,93) – Luna di At-beom : Secondo l’Anonimo questo nome non è stato mai bene letto …e dice bisogna stare attenti perché quando i segni dei geroglifici lunari ci sono tramandati di difficile interpretazione, quasi sempre nascondono virtù che i sacerdoti astronomi del Tolöm non volevano svelare. Ma Lucillo di Taranto, discepolo di Eraclione, nei tempi più recenti interpretò che questa virtù nascosta è la influenza benefica sulla vitalità del fuoco interiore che dà la vita perfetta. Dunque l’influsso di questa luna sarebbe ottimo sulla parte spirituale del nostro essere? Lucillo non svolge la sua idea e annunzia che 7 lune sono come questa e si susseguono, ma della ascosa virtù non dice gran che. Letta tal cosa nel libro 8° di Lucillo, posi il mio intelletto a interpretare il segno e trovai che queste 7 lune sono attive sui sogni, sulla parte morale dell’uomo, sulla sensibilità della donna e sull’atto creativo. Riscontrai che un altro studioso e mago, il Ruggero di Firenze, che passò in Francia con Caterina di questa luna disse che Venere era grandemente favorevole alla umana specie perché con larga mano dona le sue grazie ai miseri umani”. (L,95) – Luna di Calapsi : Ha 22 giorni buoni, dal primo al ventiduesimo e sei giorni negativi (non infausti ma buoni a niente); erano chiamati i sei giorni di sonno, e in questi gli isiaci mettevano all’oscuro la statua di Iside e non agitavano il sistro per nessuna ragione. (L,115) – Luna di Ixeratubaba : vedi lunazione di Febbraio-Marzo 2009. (L,177) – Luna di Sakosa : vedi lunazioni di Ottobre-Novembre 2009. (L,185) – Luna di Rora prima : Le tre lune di Rora sono favorevolissime a tutte le operazioni di commercio, di negozi e d’industria. Favoriscono ogni operazione di denaro e aiutano i debitori contro i creditori. Così almeno credevano i Caldei. Questa luna di Rora prima era tenuta in Egitto come preparatrice di ricchezza avvenire. E le due lune di Rora che seguono servivano per fare delle magie per ricchezza. Credo curioso per il lettore di sentire come al plenilunio di una di queste tre lune si preparava la tendenza alle esuberanti ricchezze pei figli ancora bambini e non superiori ai sette anni. Si faceva in piena campagna un circolo con delle pietre calcari, o pietre di qualunque genere e alla vigilia del plenilunio, vi si metteva nel mezzo il bambino a cui si voleva propiziare una vita doviziosa. Intorno e fuori il cerchio delle pietre si recavano tutti i parenti e conoscenti e ognuno portava un dono o di metallo prezioso o di pietre preziose, o di cibarie o di animali domestici. Arrivando il visitatore metteva nel cerchio di pietra il dono che portava, poi al di fuori del cerchio deponeva un fascio di erbe odorose e di legna odorose e accendendole chiamava a voce alta Horus, il figlio di Osiride, che conservava il segreto di mutare in oro le ceneri, le arene e le pietre. La cerimonia rituale si continuava fino all’ora in cui tramontava la luna. Poi il fanciullo messo a capo del corteo si avviava al proprio domicilio seguito dai donatori e dai doni. Il lettore comprenderà che questo era raramente compiuto perché occorrevano molti coefficienti di buona volontà. L’Anonimo napoletano fa osservare che la vigilia del plenilunio di Rora seconda, come la vigilia del plenilunio di Rora terza si ritenevano nel medioevo e nel periodo del rinascimento in Italia, come giorni preziosi per iniziare qualunque commercio, industria, banca, ed identificazione di case e altro che portasse al consolidamento della ricchezza di famiglia. (L,189) – Luna di Korak: Significa Osiride felice, o per lo meno l’autore Anonimo dice così. Questa luna, restando la sesta delle 8 osiridee, è la prima di un ciclo di 11 lune dette del ciclo di Nebo, il quale ciclo pare una interpolazione caldea come si vede nel nome del Mercurio caldeo. Queste 11 lune l’Anonimo le chiama del ciclo felice perché sono di ottima influenza su tutte le cose e gli uomini. La principal cosa di questa luna come delle seguenti 10 del ciclo è l’influenza sullo spirito, l’anima, il benessere che dà l’ottimismo nella vita umana. Come la precedente si chiamò la luna dei morti, questo ciclo che s’innesta alle lune osiridee potrebbe chiamarsi il ciclo delle anime vive nella vita del mondo. Infatti si vedrà che questa luna favorisce quelli che sono dediti alla vita oziosa e di piacere. Danno poca voglia al lavoro, molto desiderio del godimento. I sogni hanno sempre apparenza di piacevolezza. Favorisce questa luna come le altre successive del ciclo tutte le infermità morali, quindi tengono alla guarigione completa i malati di nervi, i pazzi, i bisbetici, gl’insofferenti, i malinconici e gl’innamorati. Tutte le infermità che provengono dal cervello, dalla spina dorsale sono guaribili o curabili in questa luna e il rimedio che gli antichi adoperavano era in grande uso la puntura con specie di aghi lunghi come ancora sono in uso nella medicina cinese tradizionale. I malinconici, i tristi per carattere, che facilmente tendevano al pianto si curavano con punture superficiali e continue ripetute sulla regione epatica. I paralitici invece dovevano soffrire delle trafitture sui due versanti della colonna vertebrale e delle trafitture profonde sui muscoli contratti. (L,201) – Luna di Diulu : Dice l’Anonimo che quelli che sono ammalati delle vie respiratorie, dalla laringe ai bronchi e ai polmoni, devono sperare guarigioni dai profumi perché l’aria che si respira è odorosa di certi odori che portano la quintessenza dei medicamenti che nel petto non possono arrivare come sostanza e rimedio e che mangiati prendono la via dello stomaco e non quella dei polmoni che non sopporterebbero contatto duro e pesante per delicatezza del tessuto di cui la mano di Dio li ha dotati e costrutti. (L,203) –

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Un commento

  1. fler95 20 Settembre 2015 al 12:25 - Rispondi

    Ho letto recentemente che, secondo recenti studi, la Cartagine fenicia non corrisponderebbe affatto all’immagine che se ne erano fatti i primi ricercatori: come di una crudele sacrificatrice di bambini; al contrario, i resti di fanciulli testimonierebbero invece in favore di una sepoltura particolare per i piccoli prematuramente morti di malattia.
    Così stamane, rileggendo i passi tratti dalle Lunazioni trascritte da Kremmerz (e che contengono una miniera di informazioni sul contatto degli antichi con le forze della Natura e su un vivere panico ormai dimenticato) mentre rilevo che alcune cerimonie atte a propiziare la ricchezza, e destinate a fanciulli, venivano compiute in aperta campagna entro un circolo di pietre, constato quanto poco sappiamo su chi ci ha receduto e come sia facile saltare a conclusioni sbagliate dettate da un pregiudizio culturale e, talora, da una saccente ignoranza. Infatti, come non andare con la mente ai cerchi rinvenuti nella fascia centrale dell’Italia fino a tutti quelli ancora presenti in Francia, Irlanda e Gran Bretagna e risalenti al Neolitico e all’età del bronzo?
    Purtroppo si continua a compiere l’errore di pesare il passato secondo criteri che invece appartengono al tempo attuale e che rendono quindi incomprensibili usanze e rapporti e riti attinenti a una diversa contestualizzazione e a una matrice mentale che non combacia con quella di oggi: anzi, magari è completamente ‘altra’.
    Tuttavia, dato che – come ricorda l’Anonimo citato dal Maestro – “non vi è nuova vita che non venga dallo spirito, cioè da quel nucleo eterno che eternizza l’individuo nella specie”, assumo che vale la pena di indagare sulle radici dell’umanità con una disposizione d’animo oggettiva, capace di restituire – per quanto possibile – il senso di una continuità di valore e la speranza della sua attualizzazione anche per il futuro. .

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