Le antiche tradizioni sapienziali e i Misteri egizi traghettati dal Kremmerz nella S.P.H.C.I. II parte

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Le antiche tradizioni sapienziali e i Misteri egizi traghettati dal Kremmerz nella S.P.H.C.I. II parte

Le antiche tradizioni sapienziali e i Misteri egizi traghettati dal Kremmerz nella S.P.H.C.I. – II parte

– Il famoso Ka di Maspero e degli egittologi, che gli egizi staccavano dal corpo umano per avviarlo alla conquista degli Elisi fino alla ricomparsa di Osiride verdeggiante, è stato tradotto per doppio, vale a dire il duplicato del morto, traduzione che – per quanto imperfetta – non è l’anima dei filosofi cristiani, perché il ka è vita che sopravvive alla vita…

Il ka è materiale in quanto sopravvive nel desiderio dei ricordi terreni, terra, casa, amore, passioni, comodi, lusso, divertimenti per evolversi e scalare gli Elisi, o corbellando gli dei o infischiandosene, o incantandoli, o vincendoli, per ritornare alla vita terrena compendiata nella tomba… Ed è tanto diversa questa concezione del doppio umano sopravvivente al corpo morto dall’idea dell’anima e del perispirito del Kardec, che non è possibile concepirlo immateriale. (SM,II,389-390) – L’isterismo negli uomini e nelle donne non è ancora profondamente sondato nelle sue origini dell’immaginazione che secondo le antiche scienze apparteneva all’influenza lunare, la cui intelligenza (cioè possessione intellettiva delle influenze lunari) è sempre designata come terribile perché sullo stesso piano intellettuale dava l’estro ai poeti, l’immaginazione all’artista e la pazzia a chi si lasciava trasportare dalle ombre. I sacerdoti isiaci non aspiravano che a quella intelligenza e vi si preparavano con la purità e l’equilibrio per dominare l’immaginazione e diventare gli artisti dell’ermetica. I misteri isiaci, che erano un po’ la nostra fratellanza…a scala ridotta, non celebravano che la conquista lunare sulle acque del gran fiume di vita. (C,II,59) – Gli Ebrei nella servitù faraonica ebbero molto ad imparare e la magia divenne palesemente di forma ebraizzata in memoria della prigionia in Egitto, che nel mondo antico rappresenta l’anello di congiunzione tra l’oriente e l’occidente, tra l’antichissimo e il meno antico (A,582) – La Genesi, prima di essere ebrea, dovette appartenere agli Egizi e ai Caldei. (D,156) – La Cabala è forma ebraizzata della stessa filosofia orfica, egizia e pitagorica. (SM,II,302) – Per comprendere bene in che modo l’eredità ci sia piovuta sul grembo bisogna ricordare che la parola Mosè ha diversi significati, alcuni occulti, altri incomunicabili, altri palesi: uno dei più noti è che Mosè sia l’attratto a Dio o il salvato dalle acque. Da quali acque? Da quelle del Nilo? O il Nilo e le sue acque non furono invece il fiume astrale che inonda l’Egitto profano e carneo del Faraone re della materia? (A,261-262) – Tutti gli iniziati della Grecia, dell’Asia Minore, della Sicilia e della Magnagrecia, parlo dei pezzi grossi, non desideravano che di andare a visitare l’Egitto, Menfi o Tebe, e abboccarsi coi sacerdoti egiziani. Erano ricevuti con ospitalità dignitosa; ma il sacerdote, dopo di aver scandagliato che cosa i visitatori sapessero, si lisciava la barba e, sorridente, faceva mossa come per dire: brava gente voi avete la conoscenza degli dii minori, dii piccoli, ma noi abbiamo da fare coi più grandi dell’Universo, con quelli che fanno il caldo e il freddo e che, se si sentissero sollecitare da qualcuno poco riguardoso, potrebbero con uno starnuto distruggere un mondo!…e se questi dii nascosti nel più remoto dei Cieli, presentati in sembianza mista di uomo e di bestia, adombravano il possesso di conoscenza delle forze supreme della natura e la maniera di avvincerle e comandarle? (D,172) – La simbologia egizia, caldea e frigia si confonde e si ripete ora in questa ora in quella mitologia. (A,204 n. 2) – Se si studiassero bene le mitologie di tutto l’oriente sacro (il) concetto di Forza unica e di Movimento si troverebbe riprodotto in tutte le religioni astronomiche dell’antichità. Il sole ☉ per la sua forma circolare rappresenta la rotazione rapida e pel suo movimento apparente il Moto non mai interrotto… Dovunque voi vedete nel simbolismo religioso dai persiani agli egiziani e dai pagani ai cattolici, cerchi, ruote e dischi, dite che è la personificazione del moto centrale o vita dell’universo che si vuol ricordare al fedele. Il planisfero celeste degli egiziani è tal quale come le ruote del carro di Febo dei pagani. (A,112) – I sacerdoti egiziani e i caldaici avevano espresso nella curva zodiacale e nella ellittica la concatenazione della relatività eterna tra il principio incipiente e l’evolvente. Dall’ora in cui la progressione della legge immutabile fu intuita perfetta, si ebbe in tutte le religioni la simbologia ciclica o astronomica o generativa. (A,251) – Gli arabi riportarono nella loro astrologia molti degli antichi superstiti enunciati della astromanzia egizia. (L,35°) – L’Essenismo (la setta da cui venne fuori il Gesù di Nazareth), aveva dalla grafica egiziana presa la simbologia figurativa che è propria agli egizii sacerdotali; mentre che i riti ebraizzanti puri fanno a meno delle figure e si servono dei segni letterali della Cabbala che hanno valore di idee, di cose e di numeri; nello stesso modo che il sistema pitagorico esprime coi soli numeri le idee assolute e con le combinazioni e i numeri nei multipli e nei sottomultipli le idee relative. Le cifre taumaturgiche ebree sono linee, rette e curve, con apparenza geometrica; ma le egizie sono figurative, antropomorfe e le pitagoriche numerali. (A,236) – La religione romana nella sua integrazione era parte delle funzioni statali, come un dovere pubblico – il simbolismo egizio e le altre religioni dei grandi imperi probabilmente non rivelano che l’identico fine – la filosofia greca stessa mirava a realizzare il supremo bene per la vita umana sulla terra …Il mondo antico ebbe la preoccupazione della vita reale; l’epidemia cerebrale vi sostituì una preoccupazione nuova: la salute dell’anima: la salute dell’uomo cioè spogliato dal corpo, cioè un non senso mistico…I devoti ferventi di Iside penano, e Giovenale sorride ironico, Luciano fa la caricatura delle purificazioni; il solo Apuleio ci fa rivivere a sprazzi lo spettacolo di una iniziazione isiaca. (SM,II,130-131) – Se l’Urbe occulta conobbe in eredità etrusca e greco-egiziana gli arcani della scienza della psiche umana, la mitologia poetica dei nostri progenitori non può aver celato le verità di una scienza concreta dello spirito dell’uomo? (D,19) – Per invocare efficacemente vi sono riti e scongiuri. I latini li chiamavano carmina, gli ebrei salmi, gli italiani incanti… (queste) parole potenti sono canti e emissioni di articolazioni di volontà. Animate o no da idee concrete, queste parole sono tanto più potenti per quanto hanno di magnetismo fissatovi dagli altri operatori e per quanto rispondono coi suoni alle idee che si vogliono risvegliare. I salmi degli ebrei sono magici. Ma in ebraico hanno maggior valore dei latini e bisogna avere la chiave per adoperarli – ma più dei salmi le imprecazioni e gli esorcismi e gli incantesimi della magia egizia e caldeo-siria sono più potenti perché pronunziandoli o cantandoli si risvegliano non solo le idee dei precedenti nella zona astrale, ma si richiamano a vitalizzarli gli spiriti di cinquanta e più secoli di operatori che meccanicamente le hanno ripetute. (A,349-350) – La maledizione di Kons (in caldeo-egizio si diceva Konstaväräisin) era il nome che si dava dagli empirici a tutte le malattie non diagnosticabili e contro le quali si erano specialmente spuntati tutti i rimedii. Per lo più si dava questo nome alle malattie misteriose che si manifestavano specialmente per incurabile indigestione, accompagnate da uno stato nervoso specifico di incontentabilità, di insoddisfazione, per la quale niente riusciva a sanare, e lentamente l’infermo deperiva fino a diventare maniaco o melanconico. (L,1°,II ciclo) – Il culto di Serapi era lo stesso di quello di Horus e Serapi era un dio grandissimo della medicina, sanatore, ricreatore come Osiride, di severa condotta e di larga indulgenza pei giovani, tanto che ai suoi tempii e alle sue statue si rivolgevano i giovani per chiedere la grazia, che sempre ottenevano, di incontrarsi con belle fanciulle e farne delle innamorate. Ma i Serapei, o tempii di Serapide, erano esclusivamente medici. Serapide era qualche cosa come Esculapio, Horus, Ermete, Kons. La forma divina della medicina era propria di questo dio, i cui responsi non si facevano mai aspettare. (L,11°) – In Caldea e propriamente a Ur, il tempio di Kons era affollato dai malati di pelle; qualunque genere e specie di infermità veniva guarita dalla parola del sacerdote di Kons… La statua o il simulacro della divinità era vuoto nel suo interiore, e quando i malati erano tutti riuniti nel tempio, il sacerdote entrava nell’interiore della immagine e si sentiva dopo poco ispirato o incarnato dal divino guaritore, ed in una condizione di ossessionato cominciava a parlare ed a dare risposta a tutti quelli che ricorrevano per guarire. A molti di essi si ordinava di dormire la notte nel vasto tempio, e questo invito era quasi una promessa di guarigione. La notte, nella completa oscurità, i malati sentivano camminare o sorvolare su di essi il dio Kons da cui partivano diversi serpenti dei quali alcuni mordevano ed altri leccavano l’infermo. Quelli che erano toccati dai serpenti, presto o tardi, guarivano; per gli altri non era concessa la sanità. (L,208°) – (Tra i tre cicli delle Lunazioni), quello da tenere in vera considerazione è il primo che è il classico antico delle Tavole di Tolöm… E’ solo il primo ciclo che è completo grazie a una esatta decifrazione delle tavole di Tolöm che mi è capitata nelle mani e che l’anonimo qua e là ha annotato. (L,73°) – (Dall’analogia tra micro e macrocosmo) nella tradizione egizia trassero origine l’astrologia e le influenze astrali nelle ipotesi del Tolöm, il collegio sacerdotale che osservava le influenze degli astri. (SM,II,304-305) – All’aprirsi del tempio il Kariovattas, che era il sacerdote più recentemente entrato nei misteri isiaci, annunziava ai maggiori che la beltà e la purità della Dea Grande era immutabile e che le acque del mare mutavano 12 volte in 12 ore. I navigatori, specialmente i fenici, temevano assai questa luna pei pericoli della navigazione, e perché il mare non li tradisse, mettevano a prua della loro nave l’immagine della dea Immutabile (che per i fenici era l’Astarte) affinchè il mare divenisse tale in questo periodo. (L,6°) – In base ai dati precisi dell’astrologia classica esistono corrispondenze complesse tra certe posizioni dei cieli visibili e alcune sostanze o commestibili o droghe semplici adoperate nella medicina comune. Ciò vuol dire che non sono influenzate queste sostanze solamente dall’aspetto esteriore della luna, ma corrispondono o per costruzione di forma (signatura rerum) o per virtù adattabile o per composizione, analogicamente al periodo lunare… con le regole astrologiche di Mamo-Rosar-Amru, di cui dispongono quelli che si occupano di tali materie, l’aspetto celeste varia a periodi progressi di ricorrenza da 12,24,36,72,144 anni e non coi computi astronomici e matematici ordinari. (SM,II,201).

I Misteri Egizi 2 traghettati nella S

 

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2 Comments

  1. luigi 28 Luglio 2015 al 21:09 - Rispondi

    effettivamente stando agli scritti anche nel testo “LA VIA DELLA ROSA” TROVIAMO UN APPUNTO DEL MAESTRO KREMMERZ nel quale conferma il nostro continente italico come terra di una civiltà ATLANTIDEA .
    ma una cosa interessante della quale non posso fare a meno di porre la mia attenzione è l’aspetto che Shedyet menziona riguardo hai precisi calcoli astronomici mi fai venire in mente che in un testo “L’eredità Isiaca e Osiridea dell’Egitto Sacerdotale ” nel testo si evince che vi erano calcoli astronomici complessi e precisi , ammettendo che la civiltà abbia percorso un cammino partendo dal nostro territorio ITALIACO non può essere altro che una conferma , ringrazio shedyet per aver postato informazioni che ritengo utili , lo ringrazio e mi unisco per il felice augurio di buon AGAPE a tutti/e

  2. Shedyet 28 Luglio 2015 al 00:52 - Rispondi

    “Se l’Urbe occulta conobbe in eredità etrusca e greco-egiziana gli arcani della scienza della psiche umana, la mitologia poetica dei nostri progenitori non può aver celato le verità di una scienza concreta dello spirito dell’uomo?”
    Questa frase –illuminante! – di Kremmerz me ne ricorda un’altra Sua, reperibile facilmente ne I Dialoghi sull’Ermetismo, in cui il Maestro si riferiva all’ipotesi di un continente scomparso, tra America e Europa, e suggeriva che “i proavi dei nostri proavi potrebbero essere venuti dall’Occidente” invocando la scienza antropologica contro le allora nascenti disquisizioni linguistiche sull’improvata esistenza degli indo-europei.
    Comunque, tralasciando continenti di cui non v’è traccia se non per gli scritti di Platone e altri celeberrimi, e restando alla verità di una scienza concreta che dagli Etruschi – prima – e dai Romani – poi – discende fino a noi, c’è da riflettere su quanto Giuliano Kremmerz già scriveva a proposito delle antiche tradizioni sapienziali (vedasi I parte qui pubblicata al 12 maggio) sottolineando che le scuole magiche osiridee erano di origini italiche.
    Che dire? Sappiamo che Esiodo cita i Liguri insieme a Sciti ed Etiopi come allevatori di cavalli che controllavano il mondo conosciuto antichissimo in occidente e che si estendevano dalla Spagna sino alla Toscana (come confermato da Ecateo di Mileto). Virgilio nell’Eneide sostiene che combatterono a fianco di Enea nella guerra contro i Rutuli e al tempo di Augusto ancora si parlava dei “Ligures capillati o comati (pare portassero i capelli lunghi).
    Durante uno scavo di 60 anni fa, sul monte Alfeo (Appennino Ligure fra Genova e Piacenza) venne ritrovata una statuetta di bronzo datata all’Età Imperiale Romana: rappresentava il dio figlio di Apollo segno di un qualche culto del sole in questi luoghi. Tuttavia, a essa precedente, sono le forme cultuali della “Grotta di Diana” presso Villafranca in Lunigiana (La Spezia): sulle pareti della numerose incisioni in alfabeto runico. Un interessante studio di archeoastronomia (http://www.archaeoastronomy.it/Atti_14_Seminario.pdf ) rimanda la posizione della grotta a precisi calcoli astronomici legati al Neolitico fra il 4000 e il 3000 a.C. (contemporanee alla Lista Reale Sumerica).
    Dunque, pare plausibile anche scientificamente che i proavi dei nostri proavi venissero da Occidente… E che conoscessero culti luni-solari.
    Buona Agape a Tutti / Tutte !!!

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