La parola a Giuliano Kremmerz terapeuta e taumaturgo: la terapeutica ermetica, come concepita e tramandata nei sui scritti e attraverso la sua Schola. A cura della S.P.H.C.I.

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La parola a Giuliano Kremmerz terapeuta e taumaturgo: la terapeutica ermetica, come concepita e tramandata nei sui scritti e attraverso la sua Schola. A cura della S.P.H.C.I.

C= Commentarium;
D= Dialoghi sull’ermetismo;
L= Lunazioni;
SM= Scienza dei Magi
“Il vero fattore della genialità applicata alla medicina pratica è il senso ermetico che guida, coadiuvato dalla conoscenza tecnica delle cose di cui dispone colui che si prefigge la guarigione di un infermo”.(C,II,238)
“ L’integrazione dei poteri (terapeutici) comincia da questo: dominare, ricostituire, rinnovare il corpo fisico rifornendogli non solo le perdite delle calorie e il sangue che si consuma, ma ridonandogli il principio di vita che noi abbiamo portato nella regione più alta. Da questa ribellione al Padre carcassa del piccolo Mercurio (ermete) è generato il nostro sistema di medicina, chiamato appunto ermetica. La autosuggestione guaritiva o curativa dei magnetisti e i suggerimenti di tanta brava gente che predica la volontà dell’uomo come la più forte sanatrice di ogni tempo, come idea parrebbe essere la nostra e invece non la è”. (D,83)
“ Nella medicina ermetica l’autoguarigione di tutte le infermità e di tutti i morbi arriva inesorabile se l’immagine curativa, al di là di tutte le teorie delle scuole mediche, è fatta bene. La volontà di guarire si conferma nell’intelletto del male da scacciare. Vi è uno sponsale interiore tra il principio Sole luminoso e la Luna opaca; il mercurio, figlio, rapporta a Saturno il comando divino. La guarigione arriva. Amore è il vecchissimo fanciullo che ha provocato il miracolo della ricostituzione. Se tra il malato e il terapeuta non corre amore, se il terapeuta non prende in un amplesso dolcissimo l’anima del malato, e nell’unione perfetta il potere della sua vitalità solare non inonda il corpo sofferente, il piccolo miracolo non avviene. Ci vuole amore”. (D,92 e seg.)
“ La Medicina Ermetica non è un sistema nel senso letterale della parola, è una penetrazione di un gruppo di leggi naturali per mezzo delle quali si possono guarire tutte le infermità umane, fisiche, psichiche e morali; è un avviamento, è una base alla taumaturgia integrale come la tradizione ricorda… E’ un campo di esplorazione delle forze integrate dell’uomo che ama con una visione intensiva fuori i limiti dei poteri delle turbe che dell’amore fanno un fine, una meta per contorcelo e soffrirne”. (D,114-115)
“ Ciò che nell’Ermetica si deve conoscere è il modo come guarire con rimedi che mutano da uomo a uomo è quindi inutile il controllo dei mezzi… La nostra terapeutica non ammette formulari per far ricette…”(D,118 e seg.)
“ La medicina ermetica fa largo consumo della comunicazione in lontananza di idee, di forza e di materia, su chi si dirige alla catena delle buone volontà guaritive”. (D,147)
“ Le cure teleurgiche veramente e puramente ermetiche fanno a meno di tante cose. Il pensiero o l’idea può mediante certe pratiche diventare essenzialmente dinamico, quindi movimentato e mobile da un apparecchio organico umano creatore ad un apparecchio organico umano recettore. Il procedimento consiste: 1° nell’allenamento in un uomo a rendere dinamica e separata la sua idea; 2° armonizzare quest’uomo con un suo simile che deve servire da ricevente; 3°determinare in tempo utile l’espulsione dell’idea separata, indirizzarla e farla ricevere. Il pensiero o l’idea dinamizzata è immagine mentale vitalizzata per sé, cioè fatta diventare forza e emessa come tale diretta ad un fine. Perciò quando un’idea-dinamica noi lanciamo in lontananza per operare, o affinchè operi come atto curativo e creativo, noi diciamo tele-urgia (dal greco ergon=lavoro, opera), cioè operazione a distanza”.(C,1,77-78)
“ Tutte le infermità procedono dal disordine o da anomalia temporanea delle libertà sane del cervello…E’ sempre la sensazione di uno stato di essere anormale (sensazione, quindi cervello) che dichiara una infermità qualunque, che ne accusa la presenza, quindi il disordine del centro della sensibilità umana… Dunque se io dico che l’ermetismo guarda alla defigurazione anormale del cervello in ogni malato, significa che solo provocando una sensazione reattiva nel centro della sensibilità, gli organi o le correnti che alimentano il corpo umano possono ritornare sani… Tutte le infermità, tutte le degenerazioni, tutte le infezioni obbediscono allo stesso imperio…La morte è messa in fuga, debellata, sbandata fino a quando la potestà imperatoria del centro intellettivo e fecondante sensorio dell’uomo conserva un milionesimo di potere e di volontà”.(D,152-153)
“ Non si può intervenire terapeuticamente nei confronti di chi non lo chiede perché chi non chiede ha il suo magnete in absorzione e si prepara a morire o il suo spirito patrono lo ha condannato a patire… Le origini delle malattie croniche, rodenti, contorcenti, consuntive è nel ristagno del magnete che rende impossibile qualunque presa di simpatia. E’ il dio particolare dell’infermo che si oppone, sarebbe inutile ogni sforzo. Questa mia nota ti parrà un regresso perché io ti rimonto all’epoca caldea quando il medico sacerdote rifiutava il suo ausilio perché il genio dell’ammalato lo respingeva. Ma non è regresso, proclamo una verità eterna contro il mercantilismo dell’industriale camuffato a medico e a cerusico”. (L,88°)
“ Il fondamento di una medicina ermetica superpotenziale che dona la sanità è questo: l’uomo esteriorizza un’aura, malata se malato, sana e guaritiva se è in perfetto equilibrio delle sue funzioni organiche e animiche. Che cos’è quest’aura o irraggiamento? Materia sottile, vibrante se è animata da un magnetismo di amore, guaritiva se diventa – in contatto con l’aura di un ammalato – compensatrice dello squilibrio che l’infermo porta con le cause del suo male”. (SM,II,377)
“ Studiare il principio di vita in noi, separarlo se è separabile, integrarlo se è integrabile, portarlo all’apice della sua potenzialità, renderlo atto di arricchirsi della massima energia dalla fonte del principio vita universale, fino a poterne disporre e nutrirsene e nutrirne gli organismi che ne difettano è educazione ermetica e porta, come possibile, al concetto di medico ermetico”. (C,I,8)
“ Il vero valore del magnetismo, non è empirico né mistico, ma integrale: prima agisce per trasformare integralmente chi lo pratica e poi per farne un centro d’irradiazione elettiva a cui le anime accorrono senza costrizione, attratte dallo stato di benessere. Questo è il magnetismo d’amore, il vero e proprio dei terapeuti e non quello che prende a prestito la psicologia. Il terapeuta o medico può essere istintivo (quando agisce per virtù di forze non coscienti), lucido (quando sente intorno a sé e in sé il movimento astrale dell’ambiente) o sapiente (quando ha coscienza delle forze che impiega)”.(C,I,24)
“ Come nella materia così nello spirito, eternamente abbracciati in un mirabile amplesso, esistono due polarità, quindi due sensibilità delle quali la più sottile procede dalla negazione della più grave, e viceversa. Il questo conflitto si determina nella relatività intellettiva della vita l’equilibrio del termine medio, il magnetismo ermetico o integrale che è lo strumento magico per eccellenza, perché è atto alla comprensione integra e divisa delle forze sensibili nei due estremi”. (C,II,10)
“ Dove l’esperimento passi i limiti della teleurgia pura e semplice, io intendo che le pratiche di magnetismo siano assolutamente escluse – intendo il magnetismo dei passi e del sonno di prima e seconda ipnosi. Dove si mettano in pratica tali procedimenti, al magnete di amore, che è compenetrazione di anime e ricambio e unione in sintesi, si prestabilisce una sopraffazione che degenera in una presa di possesso. L’ermetismo è puro e la soggezione di qualunque anima ad una volontà imperante è pervertimento”. (C,II,62)
“ Essere un terapeuta non significa diventar medico e presumere di far diagnosi o consigliare medicamenti. La teleurgia è la sola via terapica della scuola e fratellanza nostra. La nostra scuola deve formare il terapeuta in base ad un’anatomia diversa di quella che studiano degnamente i medici e contribuire alla guarigione delle infermità di chi ricorre a lui con un solo solissimo alexifarmaco elaborato nel laboratorio mentale e occulto che ha preso tanti nomi fantastici: il telesma, l’azoth, la quintessenza, la polvere di proiezione, il mercurio dei filosofi, la rugiada cattolica (rosada) la panacea”. (C,I,55-56)
“ Chiunque si trovi in condizione di conoscere una persona sofferente, se egli vuol guarirla o alleviare i suoi dolori, si assicuri innanzi tutto che a quella egli non sia né odioso, né antipatico. Non basta, bisogna che lo sperimentatore si metta in condizione di amore verso la persona ammalata. Sottilmente, benevolmente chi vuol provare deve sentire tutta l’ampiezza di uno stato di responsabilità, tenera responsabilità. Si metta nella condizione di essere per l’ammalato nido, calore, affetto, madre, fratello, vita e sentirà in se riposare, come in un rifugio di salvezza, l’animo fatigato che chiede mercè, e tutto vedrà compiuto”. (C,II,55 e seg.)
“ Se tra il malato e il terapeuta ermetico non corre amore, se egli non prende in un amplesso dolcissimo l’anima del malato, e nell’unione perfetta il potere della sua vitalità solare non inonda il corpo sofferente, il piccolo miracolo non avviene. Ci vuole amore. Il terapeuta è amore in atto. Chi si sente voluto bene, cioè amato, si sente attratto come da una calamita, dall’amoroso. La sua anima è un fiore che si apre. Sente il riflesso dell’amore, vi si riscalda. Il medicamento ermetico è spirito, intenzione, efflato, immagine. Arriva il piccolo miracolo di una cosa sola”.(D,93)
“ Noi siamo precursori della presa in considerazione e in esame di un principio nuovo nella terapeutica odierna, l’azione personale guaritiva del medico che modifica, valorizza e rende potente ogni sua prescrizione, dandovi una forza sanatrice che ordinariamente le ricette non hanno. E mentre il medico e la sua scienza non arrivano da loro a questa preparazione, non vi è niente che si oppone a che un ammalato sia curato da un medico e che contemporaneamente un umile e disinteressato cultore della nostra medicina aiuti, coi mezzi di cui può disporre, ammalato e medico”. (D,120)
“ I terapeuti non agiscono e non guariscono che per una fonte inesauribile di simpatia (amore) che hanno in se stessi in maniera da cangiare in corrente al minimo contatto con un infermo la ricchezza del loro magnetismo. Questa forma di magnetismo terapeutico è più che mai coordinato al magnetismo terrestre e (si badi bene) la coordinazione dell’aura magnetica del malato trovandosi omologa al magnete terrestre – il contatto tra la corrente guaritrice e l’aura dell’ammalato avviene nel centro magnetico comune ai due – donde la facilità della medicina sanatrice a distanza a cui nessuno crede e che tante volte molti incoscientemente adoperano con efficacia”. (L,84°)
“ Per essere terapeuta ermetico occorre: 1-possedere quest’aura vibrante molto sviluppata; 2-essere in completo equilibrio delle proprie forze attive organiche e animiche; 3-avere innanzi a sé un ammalato che accolga con amore questo sforzo di emissione che il medico improvvisato manda a lui. Esistono degli uomini che per natura, precedenti storici del proprio spirito o per vita di grande equilibrio fisico e mistico, portano in sé molto sensibilmente sviluppato questo potere, che si riduce al possesso di un’aura riccamente compensatrice…Ma il terapeuta, cioé qualunque uomo che ama il suo simile, è medico amoroso per sola virtù del magnetismo di amore. I rimedi, le medele, le pillole, i balsami, i succhi di erbe, le decozioni acquistano poteri se date con amore, diventano tossici se dati e presi senza amore”. (SM,II,377-8-9)
“ Il terapeuta non è il convertitore, e come la matematica dà i limiti della possibilità alla meccanica, così l’esperienza e la tradizione danno i termini della realizzazione nella terapeutica ermetica, in concordanza col magnete universale”. (L,88°)
“ Il carattere o germe psichico del male si conserva dal morto in virtù, cioé in essenza e quindi la ragionevolezza della psicurgia che lava dei residui del male i morti. E’ essenziale non dare responsi durante una cura cominciata e non considerare morto l’ammalato mentre che ancora chiede per bocca altrui: in questo è il segreto della psicurgia”.(C,II,231)

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Un commento

  1. filosobek 5 Gennaio 2014 al 17:08 - Rispondi

    Ambientata all’inizio dell’inverno, un’antica leggenda tedesca del medesimo periodo cavalleresco che forgiò anche le avventure di Guerin Meschino, parla di quanto accadde a tale Duca Ernesto (etimologicamente «adamantino quanto l’aquila»). A causa del ferro di cui era fatta la sua imbarcazione, questi venne attratto con l’equipaggio da tale Monte Calamita, posto nel bel mezzo del Mare Coagulato su cui arrivavano solo i grifoni.

    (Nelle zone dove la tradizione celtica pagana incontrò il sapere dei latini, monti nel mare e isole sui fiumi vennero considerati sacri in quanto simbolo della forza che magneticamente concentra e ferma l’asciutto sottraendolo ai flutti).

    Ernesto si salvò come molti altri eroi e personaggi delle fiabe: avvolto nella pelle di un bue (l’unica che miticamente riesce a contenere la forza dei venti) guadagnò la terra grazie ai mitici animali che, vista la pelle, sollevandolo lo trasportarono.

    (Del resto anche Dante viene tirato da un grifone quando sale in cielo insieme a beatrice: «…Sì si conserva il seme d’ogne giusto» )

    Interessante quindi il Monte Calamita nel Mare coagulato che un poco ricorda il passo “…sappimi strappare il secreto, allontanando la canna della tua insufflazione dalla verga di Mosè e di Aronne, che è la mia verga, e mantieni coagulato, se non vuoi, per generosità, che io ti dissolva…” e un po’ l’asserzione, sempre di Kremmerz, in cui si dice “Il vero valore del magnetismo… agisce per trasformare integralmente chi lo pratica e poi per farne un centro d’irradiazione elettiva a cui le anime accorrono senza costrizione”.
    Quanto al significato, il Maestro scriveva “non pretendere che io scriva più chiaro: domandane l’intelligenza al tuo duca».

    Che fosse il duca Ernesto?

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