Saggissimi e Venerandi, dopo una preparazione a volte incerta, a volte ostacolata dalla mitezza dei mezzi disciplinari, sempre oscillante per il selvaggio desiderio dei primi venuti di denudare l’Iside e prostituirla allo scherno plebeo, all’alba del secondo decennio del secolo nuovo, ho compiuto con questa Pragmatica Fondamentale, la sistemazione della nuova Scuola per la famiglia degli aspiranti alla eterna sapienza dell’Arca.

Le idee non sono mie, ma Vostre. La copia grande delle imperfezioni è mia… Quaggiù mi diranno: perché una scuola che non insegna? Non definisce? non polemizza e non predica e converte? – E mi troverò di nuovo alle prese con la relatività terrestre per fare intendere che la parola pronunziata impedisce lo sviluppo della penetrazione intellettiva per la quale anche gli ideogrammi più semplici sono un lusso prevaricante? E mi crederanno se confermo che una biblioteca di mille volumi non vale un atomo della Vostra luce?… Io delegato da Voi a costituirla solidamente, so che non è una confraternita religiosa che si avanza per convertire le bestie parlanti la voce dei desiderii e delle ambizioni e non pretendo informarla ai vecchi concetti messianici, in cui ogni piccolo profeta assume la tonalità vocale di chi parla alle razze e ogni eresiarca diventa un pontefice. Io so che non le turbe son chiamate agli aracani sacerdozii della Verità fuggevole, e inibisco che chi leva la mano in alto mi venga già viziato dai pascoli delle piccole religioni nascenti per rinverdire le antiche eresie della conoscenza pura… Lieto per quanto ho compiuto, nella certezza che mi concederete la forza di completare il resto del cammino, io invoco da Voi, eccelsi occhi di luce, la parola che Voi direte sul secreto dei mondi e sul potere di concedere l’amore, perché un giorno non lontano i popoli possano issare sui pinnacoli dei tempii di tutti gli dii, il vessillo di pace tra Cielo e Terra, e la Taumaturgia diventi il potere di ogni umano su questo scheletro di pianeta che rotola le nostre piccole e ambiziose miserie intorno alla luce ammonia del grande Osiride. (P+F+ – Fasc. A della Schola) – La mia propaganda è fatta con uno scopo determinato, ben preciso: richiamare alla pura e semplice ragione critica italiana i dispensatori di apologie, di simbolismi, di vanterie di sacerdozi di popoli lontani da noi o per fioritura psichica o per situazione geografica; far comprendere che noi non abbiamo finora né sorgenti di petrolio, né miniere di carbone, ma possediamo una storia mentale e un’attitudine a sorridere delle autorevoli scoperte di tanti scrittori non italiani che proprio in Italia vengono a cercare proseliti. Ecco perché, gloriandomi di poter dire la mia idea nella sua semplicità di concezione, vedo con gioia, sentendoci la schiena meno pieghevole alle panzane pseudo filosofiche importate in Italia, di potere in tempo pregare gli altri che parlano e scrivono la nostra lingua a mantenersi bene ritti nella posizione verticale e presentare lo studio di questi tanto difficili problemi dello spirito dell’uomo vivente, con carattere nazionale, cioè omogeneo alla nostra mentalità italica… Una sola cosa desidero: che gli studiosi di Ermetismo magico… si tengano stretti con amore intorno al punto criticissimo della ricerca per la scienza più umana che l’uomo sia mai audacemente pervenuto a possedere. L’Ermetismo, la Magia, la filosofia delle forze occulte non si riducono a semplice erudizione né ad esercizi verbali ed oratori. Bisogna conquistare, possedere, conservare, come la Sfinge, per poi donare ai poveri della Scienza e dell’Arte quando si è pronti al sacrificio di nobilmente sentirsi prodigo. (D, 18-20) – A ben comprenderci io parlerò chiaramente. Esiste un mondo secreto che gli uomini intravedono, sospettano, ne sorprendono le manifestazioni e non se ne danno conto. Per studiarlo occorre: 1) Studiare singolarmente l’uomo secreto che si nasconde in noi. 2) Studiare il mondo secreto delle anime dei vivi nei loro rapporti. 3) Studiare il mondo secreto invisibile delle anime dei morti, delle divinità e di esseri che mai sono appartenuti ad esseri umani e vivono in un’altra vita. Di queste tre parti il mio Mondo Secreto tratterà in maniera differente: io non voglio promettere cosa che non posso, per i miei doveri, mantenere. Poiché come ora io insegno ai miei futuri lettori, queste cose io ho appreso da altri e alti maestri ignoti ai volgari scrittori di giornali e opuscoli… Il Mondo Secreto sarà un lavoro di gnosi ricostruttiva della misteriosa scienza dei maghi e sarà dedicato agli aspiranti alla luce, cioè a coloro che, bene equilibrati  nelle passioni, puri di ogni desiderio di nuocere, ricchi di volontà e di far bene, si daranno a studiare, a praticare e speculare per riuscire. (SM,I,6-7)- Se si vuole, con criterio esatto, avere un concetto approssimativo dello svilupparsi dell’intelligenza divina in noi, si guardi giorno per giorno lo svegliarsi dell’intelligenza umana nei bambini… Ora coloro che vogliono studiare e praticare la Magia non devono dimenticare, se mi hanno ben capito, che la conoscenza dell’Io Interiore forma la prima parte della manifestazione intelligente e cosciente del discepolo – unità che sfugge all’uomo negli stadi ordinari della umanità volgare – dopo la quale conoscenza si entra in relazione con il mondo delle cause coscientemente e non per fede cieca… La mia preghiera è semplice: chi comincia sia ostinato, pertinace e ardito: la vita di un uomo non basta a niente se si finge di credere che la vita del corpo umano sia identica e di egual durata della vita dell’anima umana. (SM,I,380-382)- Il lettore comprenda, leggendo il mio libro, che io ho voluto indicare agli studiosi non la via unica per arrivare, ma una via per intuire l’esistenza di un secreto (arcano) – un secreto fisico (cioè naturale) che pochissimi uomini hanno conosciuto, un numero ristrettissimo lo conosce, e che pur essendo tale da rendere l’uomo potente più di qualunque semidio, non si trova chi lo venda, né fa apparentemente felice chi lo possiede… Spogliato dall’eredità israelita e buddista il vecchio mondo, muta la fisionomia e la sostanza di ogni convenzionalismo e l’uomo, non per la via del materialismo scientifico, né per le religioni rinneganti ogni iniziativa, imparerà a concepire la divinità occulta dell’universo come una legge benigna di libertà in un equilibrio di giustizia che nessun codice umano potrà mai sanzionare… credete alle iniziazioni per quel che sono. Due o tre società di studiosi che si suppone posseggano questo arcano, non danno che l’iniziazione al neofito. Iniziare vuol dire cominciare. Initium, principio. Nessuno dà la fine… Siate modesti, umili senza bassezza, pitagorici nello spirito investigativo e nella vita sociale: il mio è un invito allo studio seducente del superlativo. Studiare è meditare e operare, interpretare e provare, non è fantasticare. Nella fantasia permane il pericolo del fantasma, dell’ossessione e della bestialità… L’Alchimia come la Magia sono due cose cadute in discredito. Ma sono disprezzate le due parole, non le cose di cui nascondono dottrina e germi di esperienza: le verità conquistabili non sono che problemi altissimi degni di preoccupare menti evolute, svincolate e libere dai preconcetti grammatici delle scuole profane…  La Magia è divina in questo senso, perché mette fuori d’ogni misticismo l’adepto e lo rende centro di un magnetismo d’amore nel cui irraggiamento il male, il dolore, la pena scompaiono, si annullano, si affogano, si disperdono… Proponetevi la conoscenza e fate sempre e comunque il bene. Fare il bene vuol dire amare… Il secreto della Myriam rigeneratrice lo intenderete presto, appena avrete imparato ad amare. E’ solo allora che potrete dirmi se questo libro l’ho scritto con intenzioni del più alto affetto per chi mi legge senza giudicarmi d’avanzo – e della più grande riconoscenza per chi dopo aver letto diventi buono, benefico, devoto solo alla causa del bene, quella che deve in avvenire affratellare gli uomini, i popoli, le nazioni e rendere la terra soggiorno di Amore e Pace. (A, II-X) – Questa iniziazione progressiva cui ho accennato, non è né sarà un vaniloquio. Io la traccio con una pratica che, per la sua semplicità, tutti: giovani, giovinetti, signore, uomini validi, possono cominciare a seguire senza grave incomodo… Questa pratica serve a scozzonare il nudo organismo psichico del neofita dandogli la possibilità di fenomeni di ordine superiore, e certamente una luce tale da permettere di praticare tutti gli esperimenti e di intendere tutte le teorie che andrò pubblicando. (SM,III,598) -Domando ora il permesso di definire l’occultismo nella forma sua più semplice. E’, come scienza delle scienze, la filosofia di tutti i culti, di tutte le religioni e di tutte le forze. E’, come matematica dell’invisibile, la legge delle cause e degli effetti, del mondo archetipo o ideale e nella vita delle cose e in quella degli uomini. E’ come pratica, lo spiritismo più sublime e più ragionevole, perché unisce l’iniziato all’Unico Fattore delle cose, elevandolo al contatto perpetuo degli spiriti puri e impedendo che egli cada nel vortice delle anime immerse nell’astrale. Inoltre, come scienza è degno delle menti più profonde; come matematica dell’invisibile, è l’esperimento che conviene a tutti i progrediti; come pratica, è accessibile a tutte le anime semplici, buone, volenterose e costanti… Così voglia l’Olimpo Orfico che io abbia a convertire le anime gentili e le menti elette e ardite che amano la scienza per la scienza, il bene per il bene e la verità di sopra a tutte le cose visibili ed invisibili, note ed ignote. (SM,III 621-622) – A mente serena, invece rivolgiamo le nostre aspirazioni più in alto. 1) Coltivare la propria mente perché in alto giunga a percepire prima, a conoscere poi le leggi della Natura spirituale e fisica di noi stessi. 2) Perfezionare se stesso onde la natura del bruto, ancor noi vivi sulla terra, sia vinta dalla supremazia spirituale. 3) Entrare in rapporto con gli esseri invisibili che stanno intorno a noi, dominare i cattivi e gli inferiori e imparare dai più perfetti per avvicinarci alla verità suprema. 4) Penetrare le leggi che regolano ogni realizzazione terrena e giovarcene e correre con esse – quando si può ed è giusto il volerlo – in aiuto dei nostri simili. 5) Preparare il progresso spirituale dell’umanità con tutte le nostre forze, perché a misura che la spiritualità degli uomini progredisce la civiltà cammina, giacché civiltà è realizzazione della spiritualità delle masse. 6) Saldare i vincoli di fraternità tra gli uomini e risolvere col problema delle anime il problema sociale dei popoli. Questo che è la bandiera scientifica ed umanitaria dell’occultismo non è programma di una vita umana, ma è il programma di secoli, ed è il programma del sacerdozio della scienza. Un uomo modesto e di buona volontà, piccola ruota del grande carro dell’umanità, si mantiene umilmente terra terra, e imprenderà a realizzare del grande ideale la parte che crede più conforme al suo io. (A, 166-168) – Ridotto tutto all’ascenso individuale, quali sono le vie per pervenire rapidamente ed entrare nel mondo delle cause? Due sono i mezzi e molte le vie. La vita ascetica o religiosa passiva è la più facile e la più lunga. La vita iniziatica o magica attiva è la più breve, cioè la più rapida. Senonché in natura tutto è evoluzione e tutto procede a gradi: la rapidità non è soppressione di stadi intermedi, ma condensazione di periodi. (SM,III,539) – La nostra Schola è piccola, cioè a dire che non ha l’estensione di un culto, di una religione; non ha grandi pretese, ed è insegnamento che si svolge terra terra. Ha pochi seguaci che sono indirizzati, con metodo speciale e diverso da quello magnetico o da quello ipnotico, a svolgere ed a perfezionare le proprietà latenti dell’anima loro. Gl’Inglesi ed in parte i Francesi hanno un fondo mistico che manca a noi Italiani. Noi Italiani siamo scettici e positivisti:  e questo sia perché i nostri antenati sono stati più vicini agli apostoli, sia perché i nostri padri hanno veduto, e perché noi vediamo, quanto avviene nella sede del papato. Perciò la nostra schola non è mistica, ma eminentemente positivista: io sono incredente. La Schola è scientificamente materialista, perché i discepoli sono posti in grado di toccare con mano ciò che io affermo… Tenete presente però che tutto sta in una cosa sola: la facoltà evolutiva dell’uomo. Tutto ciò che attornia questa, tutto il contorno, non è che poesia… Per poter riuscire nella nostra Schola occorre che il discepolo possegga queste tre doti: disinteresse – certezza – indifferenza. Il disinteresse è quella qualità per la quale uno opera senza egoismo, cioè impersonalmente, anonimamente… La certezza del proprio potere nasce a poco a poco: prima si opera il piccolo miracolo e poi il grande. La certezza è simile alla fede religiosa che è dovuta allo sbrigliarsi della immaginazione… Da ultimo il nostro discepolo deve essere indifferente, cioè noncurante delle derisioni, degli scherni che gli possono provenire dal pubblico profano che non capisce nulla e critica tutto. Noi dobbiamo riderci delle beffe e delle canzonature profane. Noi facciamo della pratica non della teoria. (SM,III, 234-236) – Il guaio delle nostre scienze occulte è che i Maestri, come Raimondo Lullo e Tritemio, son vissuti molti secoli addietro, e scrissero condensandosi in astruserie che gli studiosi d’oggi non arrivano ad intendere… tutto il mistero profondo dei gradini dell’ermetismo stanca, impaurisce, diventa l’araba fenice che non si vede mai… Ma io con questa pubblicazione nuova mi son proposto proprio questo: di semplificare i principi pratici, fare poca teologia (il meno che si può) pochissima algebra, e mettere in grado tutto il mondo dei miei tredici lettori di poter chiaramente vedere quello che in magia si fa. Né basta. Il mago si fa con la pratica come il chirurgo. Studiate venti anni sui libri e non riuscirete mai a pungere un tumore, cosa che un infermiere ignorante vi fa ad occhi chiusi. (SM,III,564) – In tempi tanto propizi alla democratizzazione di tutte le conoscenze scientifiche, questa opera diventa aristocratica pel disprezzo della gente che rinnega Dio solo perché non avendo la fede nell’Ignoto non ha neanche il coraggio di tentarne la conoscenza con la ragione e il lavoro… Se tu, che leggerai questo libro della più sublime follia e della più grande saggezza di cui l’uomo sia capace, sei deciso a condannare solo perché ami molto quello che chiami le tue opinioni, non perdere un tempo prezioso per le tue chiacchiere da caffè… Ma io, che non ho alcuna ragione per vendere menzogne al pubblico degli studiosi, insisto. Non scagliate la prima pietra se non siete sicuro che la vostra educazione all’incredulità non sia un errore! In quanto alla sincerità di quanto prometto non basta credere per rispetto o fede, bisogna aver fede e tentare… Già l’ho detto e lo ripeto. I dommi, i rituali, le pratiche, i caratteri non sono la profanazione di nessun arcano sacro, né leggendo s’impara a far miracoli né ad illudersi. Questa pubblicazione mi auguro giovi a tutti e a tutti la raccomando, affinché io mi consoli di aver fatto opera buona e speso proficuamente per gli altri danaro e lavoro. (Mondo Secreto, I, 4-15) – Non comprendi, o novizio, che se tu non crei la tua personalità di giudice sereno e imparziale, senza la falsa umiltà di crederti men che niente, senza la religiosa ammirazione per tutto ciò che s’impone a te, tu non entrerai mai nel regno della occulta filosofia? Dove il grande miracolo è possibile solo dopo che avrai compiuto il piccolo prodigio di aggiustarti sul naso un paio di lenti che ti diano il colore, la misura, la tinta vera degli uomini e delle cose terrestri?… Attaccati all’Idea, fuori ogni idolatria di persone. Ciò ti dimostra che non ho idea alcuna di papeggiare. (C,I,233) – Noi siamo spiriti erranti; noi abbiamo la missione luciferina di portare la fiaccola in giro, da uomo a uomo; noi insegniamo  l’inizio della ricerca in noi e intorno a noi; noi apriamo un finestrino sull’immenso panorama dell’infinito e diciamo a chi ci somiglia che di là di ogni miseria in questa vita di miseria  comune, esiste l’Amore. Se io sia un medicastro, un guaritore, un taumaturgo, un Gesù redivivo come tanti credono di essere, non è cosa che riguarda gli altri. So che studio questo problema da tempo immemorabile, che mi sono occupato sempre di questo argomento, che vi ho iniziato tanti altri e, se avessi voglia di riconoscere a me stesso in altri momenti storici delle mie vite antecedenti, potrei considerare con una certa soddisfazione che alcune figure di grandi sanatori dei secoli passati furono miei discepoli, come ora finirete con l’essere voi stesso… sono uno studioso, e pratico le conclusioni dei miei studi per tentare gli effetti. Che tutti riescano questi esperimenti e che io risusciti i morti non l’ho detto mai a nessuno. So che amo tutti quelli che soffrono e che vengono in mio contatto. In certi istanti potrei dire: io sono Amore! (D, 114-115) – Noi? Chi voglio indicare con questo pronome da presidente di alta accademia? Noi è il sottoscritto? Noi è il manipolo della coltura della nostra Schola? Neanche per sogno. Abbi fede e coscienza in Noi, cioè in te e in tutti quelli che pensano come te e io pensiamo. (C,I,233).

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