La nostra Scuola, o meglio la nostra Fratellanza convertita in Scuola, ha formato dei singoli individui ascritti ad essa, e collegati fra loro, una catena. Noi chiamiamo catena l’insieme di più elementi riuniti nello stesso scopo, nella stessa finalità, compienti dei riti che menano alla estrinsecazione della maggiore potenzialità delle forze singole, somma di forze riunite, trasmettibile, esteriorizzabile fuori della nostra cerchia. Catena e Circolo sono sinonimi. Quindi gli individui qui convenuti devono essere anzitutto ascritti alla Fratellanza; devono seguire il rito prescritto, comune, e sentirsi collegati gli uni agli altri, per lo meno nel momento che compiono questo rito mattutino, da vincolo di amore. Devono pensare che il mattino, nel porsi in condizioni di pregare (non nel senso comune religioso) devono compiere opera magica, come se toccassero la chiave o la rotella di un telefono e chiamassero tutti gli altri membri che nella stessa ora compiono la stessa operazione; mettersi ritualmente con le braccia aperte è stendere le mani nell’invisibile per stringere le mani dei fratelli oranti e lontani, con amore, con grande equilibrio di giustizia e di carità (santità laica). Per chi compiamo il rito? Per qualunque sofferente il quale possa domandare a questo circolo che noi formiamo, di essere sollevato dalle proprie pene. Questo è il primo concetto fondamentale… Se si vuol compiere opera la quale può cominciare con cento pile e terminare con milioni di pile, bisogna che tutti siate collegati in catena a base del rito mattutino… Ora quali sono gli effetti della catena? Primo: sopra i singoli individui. Secondo: sopra l’ammalato o la persona purchessia che ci domanda qualche cosa. Osserviamo il primo effetto. Molti entrano in questa società con l’idea personale, egoistica, che non conoscendo nulla della scienza occulta, vogliono apprendere le nozioni, le regole, le applicazioni per sé soli, per il proprio avanzamento, per una più rapida e perfetta evoluzione…essi non vogliono altro che diventare superuomini…Ma questo è un diventare matti. La nostra Scuola non si propone il compito di popolare il mondo di maghi, magonzoli e stregoni. Essa da all’individuo il mezzo di progredire personalmente ma in ordine alla Catena e l’individuo che è discepolo della nostra Scuola ne avrà contezza con l’esperienza nel sentirsi tra uomini che si amano e che hanno il culto della giustizia assoluta, della carità nell’amore, della rettitudine nell’azione. Tra voi, collegati in circolo vi sono individui forti, fortissimi e meno forti, i più concreti e i meno concreti; i più attivi, gli attivissimi e i meno attivi, i vibranti, i sensibili, gli intuitivi, i sordi; i più atti al lavoro psichico, i più poveri di vibrazioni. La catena ideale e rituale li riunisce, li determina, li affratella in un circuito di scambio energetico di forze in chi dormienti, in chi assonnate, in chi sveglie. Come in aritmetica le frazioni sono ridotte a un denominatore comune per farne la somma, gli elementi della stessa catena si equilibrano in una fisionomia comune e in una somma di vibrazioni omogenee, che danno ai meno abbienti il superfluo delle nature più ricche, senza squilibrarle ed impoverirle. Il circolo diventa compensatore dei valori disuguali, donatore di forze ed energie. E allora comincia il primo progresso individuale…come iniziazione individuale questa forza della catena vi mette in condizioni di sviluppare il vostro interiore e prepararlo a stati nuovi. Come forza collettiva questa catena può essere sorgente di energia benefica cui qualunque elemento che la costituisce può attingere la forza e il potere per qualunque opera di bene che, nei confini del programma da noi stabilito, vuol realizzare…L’ammalato si raccomanda alla Catena per mezzo di un fratello. Allora il fratello, cioè l’individuo, il numero che è nella catena e che sta in contatto col sofferente, deve assorbire la forza di tutta la catena per dare con quella stessa larghezza con cui egli ha avuto…Immaginate, nello stendere le mai, nel compiere il rito mattutino che dall’estremità delle vostre braccia si prolunghino nello spazio due braccia invisibili per incontrare e stringere le mani di altri fratelli oranti allo stesso momento. La posizione crociale delle braccia, in simbolo, è la catena ideale delle anime che unisce tutti gli individui operanti nella stessa meta e animati dalla stessa fede nell’opera buona e grandiosa che compiono: di porgere a chi ne richiede la forza vitale che si accumula a suo pro. Con questo vi ho dato il fondamento della nostra Myriam. Tutto il resto è accessorio, se ben si comprende questo. (SM,III,196 a 199) – Se più persone si associano con intenzione precisa di uno scopo a raggiungere e realizzare, formano una catena di volontà…Ogni egoismo è in conflitto coi fini di una catena di volontà – la catena dei grandi egoismi è il contrappeso che arresta la realizzazione delle grandi idealità sociali…Tutta l’umanità è un miscuglio di catene di volontà, piccole o grandi, omogenee o in conflitto, che costituiscono quel guazzabuglio di passioni, di egoismi, di particolarismi e di filosofie che si appella, con enfasi balorda, la vita sociale. Veniamo al particolare nostro e conserviamoci nei limiti della nostra scuola e della parte operante praticamente di essa. La Miriam è anzitutto una Scuola di filosofia pratica i cui proseliti non hanno che un fine: concorrere allo sviluppo della civiltà umana tale e quale essa è concepita sotto forma materialistica, innestando tra i suoi fattori di progresso l’esponente della potenzialità animica e spirituale di tutti gli uomini…Voi qui riuniti intorno a un’Idea di cui domani sarete gli apostoli convinti, sorpassando e cancellando ogni superstizione mistica di altri tempi e di altre scuole, dandovi la mano, fisicamente e idealmente costituite una catena di volontà come le tante altre…Questo è poco. E’ opera che tutti fanno e tutti possono fare…Ma la convinzione in voi, non egoistica, di lavorare per imparare e sperimentare, non per voi soli, ma per portare un contributo prezioso alla società umana e al suo progresso, crea uno stato di coscienza che non è fede mistica, ma convinzione profonda nell’opera di sapienza. Datevi la mano, formate il circolo, eseguite i vostri riti e la catena di volontà diventa rapidamente catena magnetica…Magnete è calamita…la parola magnetismo è ancora viva nel senso di attrazione e di corrente di una forza sensibile e nella sua struttura misteriosa che attrae alla calamita il ferro, il cobalto, il nikelio. Da questa attrazione della calamita, la forza o vibrazione eccezionale che si sviluppa dal corpo umano nei rapporti con un altro uomo si chiamò Magnetismo animale e la scienza non l’ha riconosciuto ufficialmente mai. Un circolo di volontà, quando le persone che lo compongono sono preparate con regole che comprenderete poi e che io praticamente vi faccio eseguire, determina un circuito magnetico che, se avete bisogno di modernizzare il nome, potete chiamare anche circuito elettrico animale…nel circuito la corrente della elettricità vitale la sentirete tutti. I praticanti dei riti sentiranno con intensità maggiore, plasticamente materiale, come esteriorizzazione di materia vivente….Per lo sviluppo del magnetismo individuale la catena della nostra scuola ideale e simbolica giova grandemente per quella forza di endosmosi ed esosmosi che è propria dell’organismo occulto e non anatomico che è in noi, per la quale l’assorbimento del molto e del meglio è possibile senza atto cosciente – ma la catena, materialmente organizzata nei circoli ed esercitata con pratica insistenza, determina un flusso e riflusso di scambio magnetico, pel quale i meglio dotati accrescono il loro magnetismo individuale e i meno abbienti si arricchiscono di quella energia di esteriorizzazione di cui il magnetismo loro, nascosto in fondo al sacco di carne, non traspira il più prezioso scintillio del suo tesoro. Così stendere le braccia significa stendere la mano all’invisibile per afferrare la mano del fratello che prega. L’azione del magnetismo individuale in rapporto alla catena, come beneficio di avanzamento di ciascuno è che ognuno di potenzialità minore finisce per accrescere la propria potenzialità assorbendo dagli altri… Ora è appunto di questa forza che ognuno di voi potrà sentirsi investito quando dovrà agire su di una persona inferma che chieda il vostro aiuto. In che modo? La nostra Miriam è nata con un ideale: la medicina a distanza. Noi non abbiamo bisogno di vedere l’ammalato, ma di dirigere verso di questi una corrente vitale che chiamerete magnetica. Il modo di dirigere questa corrente vitale della catena è in mano ai dirigenti della catena. Però nei casi singoli, quando uno dei componenti la catena si trova in contatto con l’ammalato che chiede e dice di essere curato da un tale medico ma desidera un aiuto per più sollecitamente guarire, questo componente la catena cui è stato rivolto il desiderio di colui che chiede, diventa l’anello di congiunzione tra l’ammalato e la catena e rappresenta il veicolo che manda verso l’ammalato la presa della catena in sé concentrata. (SM,III,204 a 208) –L’ammalato che domanda aiuto, lo domanda alla catena e l’aiuto arriva non per la nostra presenza, la quale invece lo inceppa. Il contatto con l’ammalato determina la fede verso l’individuo come tale, non come anello della catena che richiama la forza magnetica di questa. (SM,III,214) – La catena magica è una batteria di pile: ogni numero è una fonte di salute se esegue le pratiche quotidiane e se personalmente si occupa dell’ammalato…Nel gran numero dei casi in cui l’azione terapeutica della nostra Associazione Sperimentale (Fratellanza e Scuola) da risultati meravigliosi è nelle cure a distanza senza medicamenti dati da noi o prescritti da medici ordinari, sol che l’infermo chieda o stia in contatto con uno dei nostri, oppure che esegua una pratica semplicissima che gli si da, pratica di forma quasi religiosa, per dirigere su di lui la corrente di quella batteria di pile umane …questo sistema nostro lo chiamiamo teleurgia e le cure chiamiamo teleurgiche.(C,I,28)- Un medicamento ha la virtù che l’esperienza gli ha data. La nostra catena può dargli la vitalità che non è tra le virtù di nessun composto di codice farmaceutico – poiché la forza che è vita in noi, è vita nell’universo – e attinge la sorgente e il centro vitali di qualunque droga e composti di speziali, e può guarire o alleviare le pene dell’uomo. (SM,III,203) – Noi siamo come tante pile psichiche, funzionanti più o meno bene per rispetto alla tonalità della catena o circolo. Ho riprodotto nella “Porta Ermetica” il cerchio delle sibille o circolo magico. Le sibille sono circondate da un serpente, la corrente psichica. Il principio e la fine della catena toccano la dirigente che sta nel mezzo delle altre vergini. Tutte le sibille che attorniano la dirigente, e la dirigente stessa, stanno curve con un dito che tocca la terra e non già verso il cielo. Questo simbolo indica che la meta da realizzare è terrena, non celeste, che è positiva, non mistica. Noi dunque vogliamo costituire un circolo che dia una realizzazione quaggiù. Ed io stimo che, fra le molte realizzazioni che si possono ottenere, la più conveniente sia quella dell’alleviamento dei mali del prossimo. Essa evita l’egoismo personale e dirige tutte le nostre forze verso uno scopo benefico…Se il malato ha fede in una Scuola e si indirizza ad uno dei componenti per aiuto, apre il suo animo alla speranza della guarigione; quindi il suo intimo è in condizione ricettiva. Se è in tale vero stato, cioè con l’animo aperto e fidente, chi dei suoi da vicino o da lontano gli invia un influsso di forza vitale, lo trova in grado di appropriarsene e di guarire. (SM,III,232) – Una catena, cioè un seguito di anelli omogenei e l’uno all’altro avvinti, non sarebbe possibile coi fattori disparati della varietà infinita delle umane personalità sociali… La catena è semplicemente di anime, cioè di numeri, che ne sono gli esponenti…Il noviziato compie magicamente il disegno di una catena di anime. Fa la cosa pratica e la rende pratica…io mi sono sempre servito dell’esempio delle pile, e ho detto che ogni praticante è una pila, l’effetto delle forze accumulate si manifesta provvidenzialmente dove si creano o si trovano le speciali condizioni di manifestazione. (C,I,216 a 221)- Il disinteresse è quella qualità per la quale uno opera senza egoismo, cioè impersonalmente, anonimamente: in altre parole un discepolo se guarisce un infermo non lo deve fare per interesse personale; egli non deve dire: “l’ho guarito io”; questo sarebbe operare per egoismo. L’opera sua deve essere innominata egli deve riferire tutto alla potenza della Catena, o meglio, alle forze guaritive della Fratellanza. Egli non deve neanche dar vanto di una guarigione alla Catena, perché gli aiuti che un operante riceve, non si sa da qual parte vengano…Il discepolo di Miriam, dunque, non deve operare per egoismo, ma disinteressatamente, vale a dire nella convinzione di non essere altro che uno strumento nelle mani di una forza benefica potente. (SM,III,235-236) – Un corpo malato, disorganizzato e dolorante è considerato da noi come un organismo che non ha potuto resistere, per la sua struttura, a forze alle quali altri uomini hanno resistito senza lottare. Di più il malato, interrotto il suo circuito magnetico ricostitutivo, non può ritornare ad esso senza una forza supplementare che lo riduca allo stato precedente di equilibrio, perché se l’uomo è stato colpito da questo disordine, per l’assioma della non possibile separazione dalla terra, anche l’aura emanata da lui è malata. Ricordatevi le epidemie…Organismi che resistono e organismi che ammalano e soccombono… Così se per minorazione o deviamento di magnetismo terrestre attrattivo un uomo diventa malato, una catena di forze volitive umane può dargli la sanità come per miracolo, fulmineamente…Non la sola affermazione volitiva per simpatia e generosità, ma una vera catena magnetica di volontà per comprendere la quale bastano poche parole… se la terra ha un magnetismo che sta alla calamita attrattiva nei rapporti intimi di una forza causale verso la sua manifestazione più concreta, il microcosmo, homo sapiens, ha una forza di attrazione ricostituente che egli espone nella determinazione caratteristica della sua direzione d’efficacia… L’aura umana, che è emanazione atomica o molecolare del nostro corpo, trasporta al di fuori di noi anche le forze macrocosmiche, come il magnetismo, che ci attraversano, combinate con le energie nostre particolari e che sono umane, ma omologhe alle energie terrestri. In tal caso mutata l’aura in forza attiva essa, sotto l’imperio della volontà, si dirige dove vuole e sul punto che vuole. E’ questa che io chiamo direzione di efficacia, quasi centro di un bersaglio a cui si vuole arrivare per colpirlo nella parte più sensibile. Ora mettete, congiunte in catena col contatto delle mani più persone animate di volontà determinata, con direzione precisa di scopo, modificazione da raggiungere toccando e circondando semplicemente il corpo di un ammalato e vedrete che a questi la catena ha portato un contributo magnetico di effetto preciso. (D,106-107)- Non vi è niente che si opponga a che un ammalato sia curato da un medico e che una catena di anime, una corrente di forze psichiche…aiuti coi mezzi di cui può disporre ammalato e medico. (D,120)
Quando si accende un PC portatile dotato di chiavetta internet o ci si connette alla rete mediante il codice di un dispositivo…: ecco, sarà che sono figlia del mio tempo ma io così sento il pregare non nel senso comune religioso. E quante volte cerco quella connessione con la Catena!
Scrive Kremmerz :“Come forza collettiva questa catena può essere sorgente di energia benefica cui qualunque elemento che la costituisce può attingere la forza e il potere per qualunque opera di bene che, nei confini del programma da noi stabilito, vuol realizzare…”
Da una indisposizione di famigliari o amici al bisogno di Luce per la salute psichica ottimale la ‘chiave’ che mi collega è frequentemente chiamata al lavoro, anche se non quanto vorrei. Mi domando infatti spesso come sarebbe un mondo nel quale si fosse soliti ricorrere alla Fratellanza per richiamare in sé stessi luce e salute e quanto cambierebbe la condizione del nostro pianeta se la Fratellanza potesse contare su tante ricetrasmittenti sparse per il globo a veicolare un modo nuovo di rapportarsi alla Natura e, soprattutto, all’idea di Bene.
Ma aggiunge Kremmerz: “La nostra Scuola non si propone il compito di popolare il mondo di maghi, magonzoli e stregoni. Essa da all’individuo il mezzo di progredire personalmente ma in ordine alla Catena e l’individuo che è discepolo della nostra Scuola ne avrà contezza con l’esperienza nel sentirsi tra uomini che si amano e che hanno il culto della giustizia assoluta, della carità nell’amore, della rettitudine nell’azione…”.
Beh… Direi che al momento sono ‘lontanuccia’ da una simile condizione, però Chi è Maestro è davvero così ed è stato bello, davvero bello all’Agape sentire tutta la Catena pervasa da questa vibrazione.
Davvero qualcosa di GRANDE.