Ad ogni accademia storica miriamica è stato assegnato un indirizzo e un programma speciale di studi, ispirato al suo specifico appellativo. L’appellativo “Vergiliana” fu ispirato alla figura di Publio Virgilio Marone (Andes 70 a.C. – Brindisi 19 a.C.) Vate di Roma e dell’Impero ma anche di quel patrimonio naturale di cui la tradizione agro-pastorale custodisce i valori. Aderente al neopitagorismo, esperto conoscitore della retorica, della medicina, della matematica e di ogni altra disciplina del tempo, oltre ad essere riconosciuto “Sapiente” egli fu acclamato “Vergine” dall’adottiva terra di Partenope di cui all’epoca fu Benefattore, Magista e, per gli innumerevoli prodigi in pro della collettività ivi compiuti e data la sua profonda conoscenza delle leggi della natura e delle arti divinatorie, anche considerato grande Mago e Veggente dallo stesso popolo. Non a caso, dunque, o per adozione di un arcaismo letterario, fu dato dal Kremmerz e indi confermato dal Capitolo Operante del Grande Ordine Egiziano, l’appellativo di “Vergiliana” (anziché Virgiliana), ma proprio per dare a questa Accademia Miriamica, nell’assonanza del Nome, l’input per l’estrinsecazione della specifica Virtù di quel Numen a cui Virgilio consentì nel breve arco della sua vita, di manifestare il Verbo: cioè quella Parola sacra, magica e oracolare di “Vergine Sibilla” di cui il Vate si rese strumento e tramite. Alla medesima funzione vaticinante fu perciò consacrata l’Accademia Vergiliana, riattivata sotto i medesimi auspici che ne vollero la costituzione per ricondurla al suo originario ruolo di cassa di risonanza del Verbo Oracolare di Roma: “Amor et Salus Populorum” di cui ogni Vate e Vergine Sibilla furono custodi e dispensatori.
N.B. L’Accademia Vergiliana continua a svolgere a tutt’oggi con le sue molteplici attività il suo ruolo ortodosso di Accademia Miriamica della S.P.H.C.I.