Il simbolismo del Sole e la filosofia del fuoco, nella Schola Philosophica-­‐ Hermetica-­‐Classica-­‐Italica Fr+ Tm+ di Miriam di Giuliano Kremmerz

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Il simbolismo del Sole e la filosofia del fuoco, nella Schola Philosophica-­‐ Hermetica-­‐Classica-­‐Italica Fr+ Tm+ di Miriam di Giuliano Kremmerz

3 marzo 2011

La  Forza  Unica  in  continua  esplicazione  di  se  stessa  è  il  Moto;  le  forze  semplici sono maniere di essere del moto o movimento centrale. Questa semplice filosofia delle cose è antica quanto il tempo. Zoroastro si chinava al Sole, tal come il Dott. Kremmerz al cominciare del Mondo Secreto del 1898. Dice la gente di poco conto che Zoroastro si inchinava al pianeta maggiore perché l’adorava come Dio visibile: viceversa se si studiassero bene le mitologie di tutto l’Oriente sacro questo concetto di Forza unica e di Movimento si troverebbe riprodotto in tutte le religioni astronomiche dell’antichità. Il Sole per la sua forma circolare rappresenta la rotazione rapida e pel suo movimento apparente il moto non mai interrotto… Dovunque voi vedete nel simbolismo religioso dai Persiani agli Egiziani e dai pagani ai cattolici, cerchi, ruote e dischi, dite che è la personificazione del moto centrale o vita dell’universo che si vuol ricordare al fedele. Il planisfero celeste degli Egiziani è tal quale come le ruote del carro di Febo dei pagani; e l’ostia rotonda che i cattolici espongono all’adorazione dei devoti è il Sole di Zoroastro e del Dott. Kremmerz, la quale ostia il rituale chiesastico conserva in un astuccio di argento e oro, con raggi, tal quale come il Sole, e che il pubblico venera. (A,112)-­‐ La preghiera è un atto di concreta fluidificazione della volontà. Formulare l’idea e desiderarne la realizzazione è una preghiera. Siccome i miei lettori non hanno bisogno di libri di devozione, sono avvisati che devono ben concretare le loro idee per l’ascenso spirituale – e non tarderanno ad avere degli effetti – perché le idee così concrete, ripetute nella operazione che io ho data, passano attraverso l’aura astrale della terra e sono raccolte da un coppiere ai piedi del Sole – al quale, al cominciare di questo libro ho rivolto una preghiera che dice così: “O Sole, tu che spazzi le tenebre della gran notte dei fantasmi passionali, degli spettri delle concupiscenze più sfrenate, delle superbe creazioni dell’orgoglio umano, illumina l’ignoranza di colui che, mondo dai fremiti della volontà delle cose temporanee, ha sete di verità eterne – e fa che l’idolatra della Bestia, incatenato alla vanagloria, senta il tuo raggio divino e si prepari all’avvento del Cristo”. Quel Sole cui io allora mi rivolgevo, è il Sole cui devono rivolgersi tutti quelli che operano: chiamatelo Sole, chiamatelo Dio, Universo, Forza Unica, Principio Primo, Tetragrammaton, Regno Universale, è il regno della Luce che voi invocate e cui voi vi dirigete. Lo Spirito Santo, il colombo messaggero di luce, è il raggio di quel Sole che splende nella  vostra  anima  la  quale  se  si  cangia  in  colomba  potrebbe  andare  a raggiungere il  suo  sposo  oltre  i  limiti  dell’azione  conosciuta.  (A,192)-­‐  Nella magia divina le ore migliori della preghiera sono quelle che precedono il sorgere del Sole – e sono le migliori per le operazioni abitudinarie di magia divina. (SM,I,148) -­‐    In Magia tutto è analogico: …astronomicamente il nuovo anno comincia – il Sole si trova in Ariete, il vello d’oro delle fatiche giasoniche è, meno le corna, l’agnello di Dio e l’agnello Gesù. Nell’aspetto teosofico naturale il Sole è analogico nel suo corso alla vita del Cristo e alla evoluzione delle anime. Dall’equinozio di Autunno all’equinozio di Primavera, cioè dalle costellazioni di Sagittario ad Ariete, il regno della materia è uscito dalle tenebre, il calore dal freddo, la terra che era desolata per l’assenza del suo bene (il sole, il cristo, la coscienza, la scienza), l’Alma Mater diventa Mater dolorosa. Nel Capricorno il moto ascendente del Sole sulla sua eclittica fa celebrare la festa del Natale della Luce: il cristo, il sole, la luce ritorna: Gesù bambino è il sole bambino: attraverso la sua lotta umana, risorge al cielo (cioè in alto) nell’Ariete, cioè in Marzo, dopo il

20 – epoca in cui dal concilio di Nicea del 325 fu stabilita la ricorrenza della

Pasqua cristiana, la quale deve seguire la luna piena di Marzo…computo astrologicamente non esatto. Nella solennità della Pasqua o resurrezione del Cristo  il  simbolo  dell’Ariete  campeggia  nell’agnello,  simbolo  del  Salvatore, perché il Sole risorge e con la sua luce trionfante salva la terra: Arimane è vinto…Il Ferragosto è la festa di Eliopolis, il Sole in Leone – e la Candelora è la trasformazione delle feste lupercali in onore di Pane, fatta da papa Gelasio… La Magia con le sue operazioni ed io col mio rito iniziatico non aspettiamo che un sol fenomeno, un grande fenomeno…che il Sole spunti, che dall’Oriente della psiche addormentata del discepolo si affacci il grande dio della luce mentale e che il giorno sia fatto nell’animo di chi la invoca….Il Sole! Che cosa è questo Sole che la magia aspetta? Forse il ragionamento secondo le regole dei filosofi alla moda? Forse il libero esame di cui fanno pompa tutti i repubblicani della scienza sperimentale? No. Questo Sole non è definibile a priori ad un uomo che non lo ha mai visto. Se io definissi in cento modi la Ragione che guida l’adepto la si confonderebbe con il criterio filosofico che guida lo sperimentatore in fisica, e il mio lettore non mi potrebbe comprendere. Questo Sole è il Messia che gli Ebrei aspettano e lo stesso Messia che la chiesa vede riassunto in cielo nella Pasqua di Ariete. Io ne parlo, gli antichi iniziati non ne volevano neanche sentir parlare tanto chiaramente, perché le idee sante sono come le donne, si sciupano e si prostituiscono parlandone a lungo… Un anno solare, da marzo a marzo, segna un giro completo nelle apparenze cicliche della natura. Tutto ritorna e tutto finisce; la   legge   fatale   dell’eternità  nella   ellittica  solare   è   una   dipintura  dovuta all’artefice dell’universo. (A,382-­‐395)-­‐ La tonsura dei capelli cervicali non è del solo cattolicesimo, e nel simbolismo orientale o nei culti delle divinità frigie introdotte a Roma i preti erano tonsurati lo stesso perché l’Alma Mater, la dea Atti, di cui discorre Luciano, nei suoi dialoghi, mietuta vi da l’erba, tal quale il capello che tagliato rinasce. I preti cattolici (parlo dei moltissimi) ignorano, per esempio,  che  la  forma  circolare  della  tonsura  è  solare  come  l’ostia  che  si consacra e ha rapporto per la forma al Sole e per la sostanza alla Cerere antica (A,203) – Apollo parlava nello stesso modo in tutti gli oracoli, e la favola greca dell’Apollo vincitore del serpente Pitone è una leggenda magica perché il Sole centro di luce, o Apollo, dominava lo spirito del fango della terra, cioè il Serpente Astrale della Magia, che corrisponde al serpente che la statuaria cattolica pone ai piedi di Maria Immacolata, aggrovigliato alle corna lunari…La Magia dei maghi, come nello stemma di Cagliostro un serpente trafitto da una freccia, mira al Sole, passando di sopra al dragone, a quel dragone orrendo che è il guardiano terribile della Verità Vera. (SM,I,232-­‐233) -­‐   In natura (e quindi in tutto il simbolismo che alle leggi generali di essa si riferisce) il corso apparente del sole è analogo all’ascensione del sole intellettuale nell’animo umano e la vita del Cristo è analoga  a  tutte  le  leggi  della  natura  simbolizzata.  (A,520)-­‐   La  storia  e  le proprietà occulte dell’arcano sacerdotale umano fu letto e impresso dagli jerofanti   primitivi   nell’ordine   visibile   degli   astri   nei   cieli,   e   nella   sacra astronomia fu insegnato ai discepoli di leggere nel libro aperto della natura astronomica, senza conservare con altri segni posteriori e più materiali il secreto dei sacerdoti.  Il Sole fu preso come centro della quotidiana manifestazione della prima Virtù nell’atto compiuto della creazione visibile e come si elevava e tramontava per risorgere il Sole del cielo stellare, così si rese perpetuo il simbolo arcano dell’uomo-­‐sole, e tutte le cose del cielo perpetuarono l’immagine dell’uomo nella  terra…il  Sole  dei  cieli  è  l’obiettivo apparente, il  sole dell’individuo nostro occulto, è il vero Dio, cui furono bruciati e cui ancora i volghi bruciano e bruceranno per secoli incenso e mirra. (Corpus) -­‐   Il tipo integrale dell’uomo è l’ennesimo stadio evolutivo della intelligenza e dei poteri umani. Spirito nel senso intellettivo e universale. Potere nella relazione con l’ambiente di vita, essenziale elemento manifestativo dell’unità cosmica o materia…Sole = tipo integrato della materia pensante e radiante.  Nel pensiero l’intelligenza e nella irradiazione i poteri. (C,II,239-­‐240)-­‐  Tra l’azione dei raggi solari e la superficie umida o acquosa della terra si genera un’azione inesplicata che la scienza profana ha convenuto di chiamare evaporazione; questa azione inesplicata corrispondente all’azione del fuoco sull’acqua, genera un mutamento dello stato, cioè una trasformazione dello stato fisico della materia contenente un  principio o  spirito che,  verso l’azione del  fuoco, compie un  ciclo trasformatore che, rasentando il fenomeno chimico, entra nel campo della metereologia fisica… L’acqua evapora, diventa nuvola, ridiventa acqua in forma di pioggia, ricorre al mare in forma di fiume…e si rimuta in vapore e risale al cielo per ricadere. Questo serpente ciclico mangiando la sua coda è l’orbita planetaria il cui centro o fuoco è il Sole, per cui la parola fuoco è restata in matematica ai centri della ellissi, per la sua significazione analogica occulta che dà  la  forma  ellittica  ad  ogni  potere  germinativo della  trasformazione fenomenica, fino all’uovo (ovolo, quindi ovale) la cui tendenza ellittica stabilisce appunto i due centri o meglio lo spostamento del centro dei due, posti proporzionali alla curva ellittica della periferia. La posizione dell’uno dei due fochi del centro germinativo, o Sole, stabilisce nella filosofia del meteorismo una maggiore o minore azione dei raggi solari, la cui natura non è finora determinata dalla scienza profana. Qualunque sia l’intima ragione dell’evaporazione terrestre sotto l’effetto di un’attività ritenuta per solare, resta indiscutibile che un processo  di  trasformazione  del  principio  umido  (da  humus)  in  vapore  non risulta  che  come  una  condensazione, con  spostamento di  luogo,  del  respiro terrestre. Il quale effetto pei profani si vede e si ritrae nelle nuvole, le quali, pel condensamento, stanno all’aria sottile e respirabile come le coagulazioni albuminose ad una massa di acqua riscaldata. Il processo analogico di riproduzione dei fenomeni fisici è identico…Passiamo ora alla riproduzione della legge fenomenica nel campo astrale invisibile all’occhio fisico….Le osservazioni astronomiche e le ipotesi degli scienziati osservatori sulla formazione dei mondi, ammettono l’esistenza nello spazio infinito di un protoplasma, che, messo in azione da un movimento o forza iniziativa intima, si condensa in lunghi periodi secolari fino alla consistenza planetaria. Questo protoplasma ideale sta in rapporto alla estensione dell’infinito, come la cellula vitale sta al corpo umano e la cellula vegetale sta alla pianta e l’atomo sta al metallo. Il sistema analogico che io spesse volte ho ripetuto essere il solo da doversi usare nella investigazione delle teorie magiche, insegna all’iniziabile che in tutto il visibile la legge di reazione è una, e che il principio creatore si manifesta in un movimento, il quale

è costante nelle sue riproduzioni fenomeniche, tanto nel campo visibile quanto nell’invisibile. Lo studio grande dell’iniziato è questo di impadronirsi della ragione scientifica del movimento generatore (Sole) non teoricamente, ma praticamente, immedesimandosi con la identica forza che i profani percepiscono nell’unione e composizione dei principi attivi del fuoco agenti sui corpi circostanti, e praticarla. In differenti e più esplicite parole l’iniziato non è tale se non si impadronisce della potestà di alimentare in sé un centro di attività astrale (pirismo-­‐magnetico-­‐astrale) da accendere a suo piacimento nel suo interiore fluidico un principio generante le trasformazioni fenomeniche. Ma come l’astronomia nello spazio, la meteorologia nell’aura terrestre, il fenomeno fisico-­‐ chimico nelle analisi minime, la potestà dei centri focali di produzione astrale riflettono una sola legge di riproduzione e di assorbimento generante la vita… Ora questa forma di decentramento nei fuochi di una ellissi nelle forme animali dell’uomo stabilisce in lui uno stesso principio di perfezione creatrice come nell’uovo, il quale contiene la vita embrionale di una esistenza fisica capace di sviluppo fisico massimo – se non che il potere generatore istintivo nell’astrale, non è intelligente nell’uomo, il cui corpo fluidico è ancora amorfo – perché continuando l’esame analogico, se lo spostamento del centro nei centri focali dell’uomo rappresenta la sua maggiore e minore potestà di separazione del corpo fluidico dal corpo fisico, si ha che la maggiore perfezione di esso corpo fluidico assume la forma tra l’ellissi e il circolo leggermente schiacciato, mentre è geometricamente imperfetto e nebuloso cangiante negli animali inferiori e negli uomini che non hanno spostamento centrale…il processo  generatore delle forze astrali e iperfisiche è un misto di proiezione animale e di generazione per scissione, in certo modo è un processo che rasenta la riproduzione cellulare in tutti i tessuti vegeto-­‐animali dei corpi perfettamente costituiti. Giacchè ritornando alla primitiva filosofia del fuoco, come il potere comunicativo di esso si  dà  per  contatto,  così  ridotto  a  fuoco,  o  movimento,  il  corpo  iperfisico dell’uomo,  ogni  sua  azione  è  analogica  alla  potestà  pirica,  che  gli  antichi chiamavano mercuriale nella sua emanazione creatrice del centro solare e marziale nella potestà distruggitrice. (SM,I, 276-­‐279) – Hai tu studiata la occulta natura del fuoco? Sai tu che il principio o spirito igneo si trova in un solo stato di essere o in diversi stati? E se la vita di un essere fisicamente vivente, non possa diventar  fuoco  igneo  o  non  sia  fuoco  comburente  da  rappresentare all’occorrenza un refrattario al fuoco visibile dei fornelli delle cucine profane? (SM,I,276) – Perché l’ultimo foro dell’occhio vi venga aperto a contemplazione dei veri occulti due forme si possono evocare; la soggettiva e l’oggettiva; il riflesso o spettro e il Fuoco o Matrice. Più facile la prima via e più lunga. Gli ordini religiosi insegnino. Una lenta e studiata lettura dell’imitazione di Cristo di Tommaso da Kempis, o una regola metodica di un ordine religioso, magari dell’estremo oriente, preparano a quella viva evocazione del Cristo. Gli ordini magici  attivi  preparano al  secondo. Il  Fuoco  Creatore, di  fuori  tutte  le  cose create, di fuori tutte le personalità e le personificazioni, rappresenta il dilemma della vittoria o della distruzione dello spirito attivo e investigante…Dopo la vittoria di questo grande atto, il foro che è in fondo ai cerchi degli occhi concentrici è aperto e il Maestro si intende. Qui comincia l’opera taumaturgica dell’adepto. (A, 301-­‐302)-­‐  Il  motore o  principio di  trasformazione è  il  fuoco senza il quale non avviene perturbamento nello stato della materia visibile. (Corpus) – La volontà sempre attiva fu detta dagli antichi sacerdoti “Stato di Fuoco” (Corpus) -­‐      L’intelligenza Sole è  sempre attiva: di qui analogicamente tutto ciò che è solare è attivo, e tutto ciò che è attivo nelle tre zone dall’astrale alla  fisica  si  ritiene  e  si  rappresenta come  solare.  Però  ogni  manifestazione solare positiva contiene nel suo intimo la potestà di rendere passivi i soggetti operanti. Infatti l’onnipotenza non avrebbe la sua esatta spiegazione anche letterale se mancasse della potestà assoluta di rendersi feconda in un miraggio passivo. Di qui è facile intendere come il settenario planetario si faccia entrare nel quinario, ponendo alla sommità o testa due segni + e -­‐, cioè Sole e Luna. Il dogma della onnipotenza di Dio-­‐Ente (Tetragrammaton) contiene il connubio di due attivi sullo stesso passivo. Ma se l’Universo o Macrocosmo contiene questa potestà assoluta, il microcosmo o uomo (Dio-­‐uomo) contiene per analogia gli stessi elementi…alla testa dell’uomo o vertice superiore del pentacolo magico…corrispondono i segni della onnipotenza magistrale o microcosmica divina, Sole+Luna, però per filosofare su questo principio del binario risedente nella mente umana o spirito incarnato, bisogna disporre i due segni diversamente: +Luna / Sole / -­‐Luna. Il crescente lunare superiore positivo nella idealità e il quarto decrescente passivo. Nel positivo si ha la chiave di Iside o Immacolata  Concezione.  Nel  passivo  si  ha  la  formula  della  corruzione  della purità o Proserpina.   Il Sole intelligenza è tra i due fattori. Il libero arbitrio umano è appunto in questa scelta, ma in magia operante, fatta la scelta, bisogna subirne le conseguenze…Io desidero che il discepolo applichi questa terminologia non solo al mondo iperfisico, ma anche al fisico e alle sue applicazioni meccaniche. Nel mondo delle divinità nelle tre zone solari sono: 1 Apollo – Michäel arcangelo – Dio Padre; 2 Priapo – Michäel genio -­‐     Lo spirito santo; 3 Pluton – Michäel incarnato – il Cristo. (SM,I,306-­‐315) -­‐   Il gallo è simbolo del Sole, di Lucifero e di Pluto, e nelle medaglie antiche di molte città d’Italia, campeggiò il gallo. I Persiano Zoroastrei si servirono lo stesso del gallo.  Con la stella in capo è luciferiano. Che cosa voglia indicare il gallo in magia e a quale operazione si riferisca lo imparerete se diventate mago (A,570) –Immaginate un cerchio: nel centro situate il maestro, o Sole, e intorno alla circonferenza i discepoli o Luna. Di qui il concetto della Rosa Mistica, molti petali intorno ad un bocciuolo che ne è l’anima, lo spirito, la forza e l’intelligenza. (SM,I,141)

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4 Comments

  1. cecio 4 Aprile 2015 al 18:07 - Rispondi

    “In principio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum, et Deus erat Verbum”. Nel Vangelo secondo Giovanni, Dio è parola, parola creatrice. L’immagine di Dio come fonte sonora anziché luminosa non è affatto rara nelle tradizioni cosmogoniche. Nelle tribù druidiche il tutto si sarebbe creato a seguito di un’esplosione sonora: dopo una compressione insostenibile, l’Universo sarebbe scoppiato in un deflagrante suono, dando origine al cosmo oggi conosciuto; dunque tutto l’esistente avrebbe una propria nota “divina”, impercettibile all’orecchio umano, ma alla quale l’arte musicale potrebbe riavvicinare. Qualunque forma materiale porterebbe traccia, nello strato più profondo, di questa vibrazione originaria e generatrice: ogni cosa esistente altro non sarebbe che coagulazione di una vibrazione. Come non pensare alla modernissima teoria delle stringhe?
    Allora non sarebbe a caso il fatto che, in alcune tribù celtiche e nomadi, in particolari rituali, venisse intonata una melodia, la “Nah Sinnar” che, insieme con il respiro “Koran”, pare avesse potestà di originare creature semiviventi dette “Kels”, le quali avrebbero aiutato i druidi nelle operazioni magiche… Secondo altre tribù, la creazione sarebbe derivata dal ruggito di un drago sorto dagli abissi, ruggito dal quale sarebbero sorte le 12 costellazioni (quindi prima le stelle e poi l’uomo). Nella cultura aborigena è presente il medesimo mito: il cosmo si sarebbe formato per un “rombo sonoro” (è inoltre risaputo quanto in codesta cultura le “Vie dei Canti” rivestissero importanza fondamentale…).
    Nella cultura egizia esistono almeno due miti che parlano di una creazione provocata da un suono. Il primo narra di come il dio Ptah abbia generato l’Universo e gli altri Dei tramite la parola, focalizzando nel cuore l’oggetto della creazione. Il secondo racconta invece come il Dio Thot abbia generato il cosmo tramite un urlo e, successivamente, articolando la propria risata su sette note, abbia creato per ognuna di esse la Terra, il Destino, il Giorno, la Notte e via dicendo. Le facoltà generatrici di Horus si esplicitano tramite “Sia”, la sapienza, e “Hu”, la parola. Impossibile a questo punto non ricordare come il Logos sia stato nella filosofia greca uno degli ‘arché’ per eccellenza, e come in Eraclito il concetto di Logos e di Fuoco siano coincidenti: luce e suono, le due virtù creatrici del tutto.
    Nel Cristianesimo è infine quasi superfluo ricordare quanto la Parola sia fondamentale: nel rito della Messa il “Verbum caro factum est”, o ancora il “Parola di Dio”. (Sarebbe curioso interpretare quest’ultima frase con la logica druidica: se infatti ogni cosa è aspetto del suono originario, allora l’uomo potrebbe essere concepito come una sillaba, una parola, la “parola di Dio” per l’appunto?). Persino nel Credo attribuito a Kremmerz, che taluni menzionano online, la frase “Io credo nell’Amore, che fissa nell’attimo che vola la parola che crea” è testimone della facoltà creatrice della parola, dinamizzata e fissata da Eros, che secondo alcuni miti, sarebbe figlio nientemeno che di Hermes…

  2. catulla 3 Aprile 2015 al 13:03 - Rispondi

    La tradizione ha un’importanza enorme: custodisce e quindi tramanda il sapere delle generazioni precedenti e, se è tradizione ermetica il sapere che tramanda è illuminato: quindi il più bello e l’ottimo che è stato prodotto, sperimentato e codificato.
    Giuliano Kremmerz aveva le chiavi per poter discernere, nell’ampio patrimonio sapienziale occidentale, quanto poteva e potrà occorrere per lo sviluppo di questa generazione ormai acquariana, e la Sua opera di trasferimento in seno alla Fratellanza Tm+ di Miriam, a distanza di un secolo, è ormai stata completata dalle Delegazioni successive.
    Nondimeno non si può non notare che ogni tradizione antica, divenuta poi religione (e quindi adempimento automatico di principi intelligenti cristallizzati in dogmi) conserva frammenti e volti dello stesso sapere, UNICO SAPERE, in quanto è sapere della Natura e dell’Essere umano.
    Come le parole informazione, bagaglio, consiglio – che la lingua inglese ritiene non numerabili – anche la parola tradizione dovrebbe quindi essere tale, in quanto aspetto non esaustivo della Verità unica ma, per lo svuotamento della ragione intelligente che presiedeva ai principi divenuti dogmi, volgarizza momenti ed eventi di ogni peso e importanza cui il popolo osservante si adegua nella ricerca dell’incontro con la Divinità.
    E siamo alla Pasqua, preceduta dalla domenica delle palme.
    La parola palma in greco è phoenix, cioè Fenice, che succede di circa una lunazione il mercoledì delle ceneri (da cui, secondo il mito, risorge appunto la Fenice) e che precede il passaggio di Resurrezione.
    Ricordare chi fummo, per sapere chi siamo e intendere chi saremo…: cose grandi, enormi, inaffrontabili senza una preparazione adeguata (come insegnava il romanzo Zanoni, anche menzionato da Giuliano Kremmerz).
    Cessata la letizia – che è oblio del passato! – è lavoro instancabile, evidentemente non solo di una generazione, lo scrostare l’antenna umana da tutte le brutture fatte e subite: altro che quaresima!
    Si può osservare, però, che il simbolismo religioso somiglia curiosamente a quello alchemico quando mostra nel colore dei paramenti sacerdotali il passaggio dal viola al rosa fino al rosso della domenica delle palme e poi al Bianco pasquale, e richiama pure lì’astrologia quando narra del pesce, mangiato al venerdì di marzo dominato astrologicamente dai Pesci.
    Ma l’intelletto di tutto ciò è pressoché ignoto e ignorato.
    Nella Schola, dove il lievito fa palpitare la voglia di sapere, pragmaticamente i numeri sono condotti passo passo alla propria redenzione: ma non da peccati fantomatici e decisi a tavolino, come avveniva nell’Inquisizione, o magari abbuonati da un depravato che si nasconde dietro la sacralità della tradizione religiosa, come ancora avviene nel mondo (cristiano e NON!).
    Nella Schola i ‘peccati’ sono incrostazioni sulla luminosità del principio vitale, ed è il proprio olio… di gomito che lentamente li monda secondo regole intelligenti e tradizionali.
    Così, comunque è Pasqua, perché piano piano l’intendimento risorge e si afferma individualmente, mentre come popolo miriamico si procede verso il Sole.

  3. filosobek 2 Aprile 2015 al 00:00 - Rispondi

    Le neuroscienze sono ormai riuscite a comprendere che nel nostro cervello esiste un ‘altro’ cervello – il sistema limbico – grazie al quale avviene la regolazione del nostro stato (secondo criteri funzionali-equilibranti di fame, sete, sonno, temperatura corporea, riproduzione tutti legati all’ipotalamo) e del nostro moto (secondo criteri emotivo-esperienziali legati all’amigdala).
    In assenza di un sistema limbico noi saremmo preda dell’ambiente – a “sangue freddo” come rettili (… e come loro meccanicamente rispondenti a vibrazioni).
    L’interazione tra la corteccia e il sistema limbico fornisce all’essere umano la possibilità di intervenire nell’elaborazione degli impulsi che vanno a stimolare o inibire i centri vegetativi e la memoria emotiva. In pratica, la corteccia interviene nei processi di gestione e modulazione del corpo di cui è parte integrante; tuttavia le connessioni che vanno dalle aree corticali al sistema limbico sono molto più deboli di quelle che fanno il percorso inverso, ciò che denota normalmente una preponderanza delle aree più profonde e primitive del cervello nella suddetta modulazione-gestione del corpo.
    Spesso si parla di orologio biologico senza considerare quanto di meccanicistico implica la definizione e – insieme – quanto accattivante sia per il nostro organismo la ripetizione di qualsiasi cosa. L’energia vitale animale è veramente una sorta di serpente per la modalità con cui si manifesta – sinuosa e al contempo ritmica – e questo a prescindere dall’idea che in quel momento la governa e che, nel proprio iterare, informa la memoria degli interruttori chimici programmando veri e propri automatismi di azione-re-azione.
    L’adeguamento consapevole e ritmico ai cicli naturali (ad esempio ci ricorda Kremmerz che “un anno solare, da marzo a marzo, segna un giro completo nelle apparenze cicliche della natura”) ci porta a rendere consapevole il lavoro di sintonia che comunque viene compiuto dall’organismo, mentre tutto il patrimonio sapienziale confluito nella tradizione della Schola amplifica rispondenze, somiglianze e analogie tra il nostro piccolo cosmo e quello grande nel quale siamo immersi.
    Dopotutto, un rito è la codifica di un procedimento, non necessariamente intelletto ma comunque intellegibile, che solitamente si intende mirato al culto (coltivazione) della divinità, la quale divinità – riprendendo ancora le parole di Kremmerz – è il centro di luce, o Apollo, dominante lo spirito del fango della terra, serpente astrale della magia.
    In noi, l’amigdala propone, il lobo prefrontale dispone.
    Le connessioni tra corteccia prefrontale e sistema limbico hanno un’importanza fondamentale che va oltre la regolazione delle emozioni: esse ci guidano nelle decisioni della vita.
    Forse, quando poggiamo la fronte contro la mano (per pensare) o contro la fronte di una persona intimamente cara (per cercare una fusione) o quando si dice battere la fronte contro qualcosa (per significare un incontro che lascia il segno) inconsciamente ci riferiamo alla possibilità di disporre la nostra emotività alla comprensione arcana delle radici che abbiamo in noi.
    Magari sperando che “ come nello stemma di Cagliostro un serpente trafitto da una freccia” la pulsione del nostro slancio “miri al Sole passando di sopra al dragone…”
    “A quel dragone orrendo che è il guardiano terribile della Verità Vera”…
    La verità di ciò che siamo.

  4. sal 16 Luglio 2013 al 21:32 - Rispondi

    Stella dietro la Stella, nel periodo di Solleone Sirio sorge insieme al Sole e, al tempo degli Egizi, questo connubio significava il periodo delle piene del Nilo.
    Nella favola di Pinocchio, il Geppetto incapace di far diventare carne il burattino che aveva forgiato grazie all’intervento di un altro falegname, chiede aiuto alla stella più luminosa del cielo e … la stella azzurra diventa la Fata Turchina armata di bacchetta.
    Nel simbolismo degli alchimisti, la Luna Rossa di agosto (anche chiamata Dama) è quella che consente alla Dama Bianca la rigenerazione (assimilata alla mitica Fenice).
    In tutti i miti e le fiabe, dunque, è una Luce occulta quella che si sposa alla luce visibile per consentire il perpetuarsi della Vita.
    Miriam ha nome di Donna e la Fratellanza che Le si dispone intorno come “petali intorno ad un bocciuolo” ricorda il ronzare delle api intorno alla propria Regina: forse, anche le alate donatrici di miele pregano – come noi – che la loro Fonte di Vita non abbia mai ad abbandonare il loro nido…

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