Il Contagio e le epidemie

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Il Contagio e le epidemie

Il pensiero (meccanismo pensante) in un corpo umano ha azione illimitata su tutti gli organi e gli elementi organici costituenti il proprio singolo individuo…il pensiero è talmente tutto il nostro singolo essere per quanto ogni sensazione periferica (cioè che proviene dalle estremità sensorie) può arrivando ai centri essere modificata…Oggi ogni persona che sa leggere un sillabario classifica questa roba nella parola suggestione, senza riflettere (e ci capitano persone colte) che generalizzando il significato di questa parola non si sa più nella vita dove cominci e dove finisca lo stato suggestivo. Ma se per l’onore dell’uomo re degli animali, vogliamo conservargli il libero arbitrio e l’autorità cosciente della sua facoltà di volere – per carità non esageriamo troppo – perché anche nello studio delle anormalità geniali scienziati illustri si sono lasciati trasportare dalla fregola della generalizzazione nei tipi antropologici per definire gli anormali e i decadenti nelle manifestazioni del pensiero umano. Un uomo che liberamente crede, persuaso di credere la verità, col suo pensiero agisce rapidamente da modificatore sull’apparato sensorio…Dove è più appariscente lo sforzo è nei casi in cui l’idea modificatrice prende radice nell’idea della conservazione della salute e…della pelle. A queste stravaganze si prestano in gran parte le opinioni scientifiche e pseudo scientifiche che sono esposte al comune dei mortali dai così detti igienisti. Costui diventa astemio per tema del delirium tremens dell’alcolismo. L’altro diventa vegetariano per paura delle tossine della carne mal digerita. La tale trova delizioso l’acido fenico solo perché ne fa uno scudo contro i batteri invasori…E’ l’esercizio libero della potestà inibitoria che è in noi e che diventa trasformatrice radicale di molte sensazioni che ne restano modificate profondamente. Ora fisiologicamente e con gli elementi della biologia più rudimentale si dovrebbero stabilire i veri rapporti attivi tra le modificazioni sensorie periferiche e le modificazioni anatomiche conseguenti, per trovare la legge che spiega la maggiore o minore resistenza organica sotto la divisione più o meno forte della immaginazione volitiva del potere centrale…Il tuo pensiero agisce tanto sicuramente sul tuo corpo che se hai la pazienza di allenarti ne disporrai a tuo piacimento. Non avrai paura né di infermità, né di contagi, né di disordini organici di nessun genere. Basta pensare volendo con sicurezza di comando che la tal cosa nel tuo organismo non succeda. Questa è educazione ermetica. Il corpo nostro obbedisce alla nostra volontà: nei più deboli la volontà è immaginativa – nei più abituati è semplicemente enunciativa. Questa educazione la puoi compiere in te stesso e da te, senza il bisogno di nessuno. Comincia da esercizi sensibili rudimentali. Es.: la sensazione del caldo e del freddo… Es.: bisogni fisiologici volere che la sera a tale ora il sonno venga o, al contrario, volere che fino a determinata ora il sonno non venga. Es.: digiunare non per penitenza ma inibire allo stimolo della fame di affacciarsi prima dell’ora tale Indi passerai ad esperimenti più complessi. Operare direttamente sul tuo organismo sui piccoli disordini che possono affacciarsi. V’è della gente, gran numero di gente che o per la nutrizione o per esagerazione di lavoro, o per altre cause, soffre di atonia intestinale. Se sei uno di questo tal numero, non ricorrere né a purganti né a clisteri. Prendi un bicchiere d’acqua, o acqua e caffè, o acqua e limone e pensa che quell’acqua una prima volta ti purga e nelle successive regola e tonifica il tuo apparato digerente…Aver fede in sé è creare la propria individualità volitiva la quale ha come prima irradiazione effettiva azione sul proprio organismo, fino a sviluppare intorno a sé un’aura o involucro di difesa. Napoleone era invulnerabile perché si faceva tale. La verità scientifica di questa autocreazione è dimostrata da mille casi provanti i disastri organici negli uomini che hanno paura. Nei casi di epidemia i paurosi si predispongono ad esserne le vittime rapidamente.(C,II,58-61)- Il pensiero fluidicamente è generatore: ogni proiezione realizzata ha origine non solo nel pensiero di chi l’ha creato, ma anche nell’apparato proiettante….Finchè il pensiero è aiutato da un apparato proiettore dell’organismo umano, la realtà presto o tardi diviene un fatto…(per neutralizzare ogni disturbo o contagio fluidico) isolare la propria irradiazione fluidica in modo che le proiezioni contrarie e micidiali non colpiscano. I profumi dai più semplici ai più acuti hanno, agendo direttamente sul nostro organismo e sull’organismo di chi frequenta un ambiente, la proprietà di sviluppare tale preponderanza fluidica in noi che il tentativo di contagio fluidico degli altri è vano. Un’ape vuole pungervi: voi vi corazzate il corpo facendo indurire la pelle vostra nel momento in cui vuole tentare l’assalto. Sotto questo punto di vista non devono essere derisi gli antichi che purificavano le case con l’incenso – né è illogico l’uso che ne fanno i culti delle religioni. E’ chiaro che la scienza moderna, basando le fondamenta di ogni pratica sull’arresto della generazione microbica, ha trovato insufficiente, per esempio, che l’incenso valga a purificare una casa dove sia morto un uomo di febbre tifoide. Però ha dovuto constatare e conservare l’uso di certi profumi, e perfino estrarne rimedi, quando si è trattato di infermità in cui l’attossicamento della materia cammina di pari passo con la alterazione fluidica: nella tisi per esempio gli estratti di pino marittimo, quando le suffumigazioni della corteccia di pino che gli antichi adoperavano (come i moderni continuatori) nelle operazioni di mercurio, tendevano a purificare per mezzo della respirazione le putrefazioni fluidiche. La purificazione di ambienti chiusi, dove hanno dormito o sono rintanate molte persone è incontestabile coi vapori dello zolfo bruciato, come io non sono mai stato stanco di indicarne il bruciamento nei paesi e nelle case in cui scoppiano contagi ed epidemie con manifesti segni nervosi: il colera, la febbre amarilla o tifo americano, ecc… Quando per lunghe ore molte persone respirano in ambiente chiuso, il fiato o effluvio o efflusso animale forma un coagulato morto, la cui putrefazione porta conseguenze di genere differente e serve delle volte non solo a propagare, ma a generare le infermità contagiose. I vagoni della ferrovia, gli omnibus, i teatri chiusi ermeticamente, per quanto siano veicoli di civiltà, giovano molto alla propaganda di un qualunque contagio, per le coagulazioni astrali… I mobili, i pannilini anche lavati, le stoffe, le coltri, le sedie conservano l’impronta o, meglio, il profumo di chi ne usò e sono generatori di contagio fluidico con la stessa legge generale che gli sperimentatori hanno attribuito alle contagioni per microrganismi. (A,73-76-n.2) – Tifo, viene dal greco e significa stupore: è la febbre che rende stupido, sonnolento. Dunque lo stato di oscuramento della coscienza viene dalle funzioni anormali che influiscono sull’intelligenza, come i narcotici, i veleni. Se è vero che sia il solo bacillo di Herbert che causa il tifo, bisognerebbe assolutamente persuadersi che l’intelligenza è alla mercè del piccolo batterio patogenico. Ma il fatto che lo stesso bacillo in altri uomini è digerito, senza che abbia la possanza di avvelenarli, dimostra che la potestà reattiva della coscienza sulle funzioni, quando è energica, agisce da espulsore dei principi morbosi. Di questa teoria e pratica della medicina aurea parlerò altrove, ma qui come esempio resta notato che gli uomini che vivono in uno stato di equilibrio mentale e di parca vita sono i non colpiti di tutte le epidemie per la reazione attiva della mentalità sulle cause morbigene. (C,II,261, n.9) – Noi in ermetismo vogliamo considerare l’uomo come vivente in un ambiente, in un contenente, non diviso da lui che per tenuità o attenuazione di materia a cui inesorabilmente è attaccato senza potersene mai dividere, quindi mai isolato…qualunque corpo animato deve subire con maggiore o minore sensibilità la necessità della sua partecipazione alla vita energetica del globo a cui è legato. Magnetismo, elettricità, luce, suono, calore non possono passare avanti a noi, attraverso noi, su di noi, senza che ne subissimo una reazione sensibile. Sensibile? Voglio dire che i nostri sensi avvertono, controllano, determinano, precisano o se ne sentono agitati. Ma esistono altre influenze che non danno la diretta sensazione della loro presenza, ma producono una reazione sulla nostra unità organica, causando riflessi sensibili che generalmente noi non attribuiamo alle vere cause e alle forze che li hanno generati? Il magnetismo terrestre, in combinazione con l’elettricità in natura, determina dei disordini nervosi di secondo tempo che a loro volta precisano un patema organico o l’arresto totale o parziale di una funzione che non crediamo affatto in rapporto con influenze non precisabili. Così un corpo malato, disorganizzato e dolorante è considerato da noi come un organismo che non ha potuto resistere, per la sua struttura, a forze alle quali altri uomini hanno resistito senza lottare. Di più il malato, interrotto il suo circuito magnetico ricostituivo, non può ritornare ad esso senza una forza supplementare che lo riduca allo stato precedente di equilibrio, perché se l’uomo è stato colpito da questo disordine, per l’assioma della non possibile separazione dalla terra, anche l’aura emanata da lui è malata. Ricordatevi le epidemie. Tenete d’occhio le scuole e il carattere delle malattie contagiose. Organismi che resistono e organismi che ammalano e soccombono. Contro il concetto del contagio per microbi, se si determina la potenzialità repellente di organismi forti per vitalità quasi battericida, il carattere inesorabile delle infezioni per questa sola via è soggetto a revisione. (D,105-106) – L’influenza del moto apparente del sole e dell’accrescimento o mancanza della luna ha una efficacia positiva e reale, a volte esagerata, a volte povera, su tutti e tre i regni della natura più che ordinariamente non si creda. Certamente io non ricorderò che le relazioni tra il crescere e il mancare della luna ha una appariscente influenza sui granchi, le ostriche, la fecondazioni dei pesci e dei molluschi a mare; né che nelle campagne si considerano nefasti certi quarti lunari per le potagioni; né che certe febbri paiono assumere nei settenari (di antica consuetudine) tutto il carattere delle fasi di luna; né le relazioni sperimentalmente controllate dal Palmieri e dai suoi coadiutori tra l’accrescimento e il mancamento della luna coi periodi eruttivi dei vulcani – però dove un genio venisse a rivelare al mondo le leggi che regolano i rapporti tra il movimento della luna e i centri nervosi del corpo umano, tutta una grande rivoluzione avverrebbe nello sperimentalismo e si scoprirebbe il perché di certe epidemie nervose, attribuite ordinariamente alla circostanza del tempo, e il perché di tanti ignoti nella cura delle malattie ordinarie che prendono forma benevola o tendenza maligna in un periodo planetario e in altro scompaiono (A,135-136)- La microbiologia è una conclusione, non una direttiva; e non distrugge nessuna delle antiche concezioni dei medici che ebbero la potenzialità ermetica di intuire la verità senza dimostrarla…la prova scientifica sull’elemento mortifero estraneo al corpo umano non ha demolito, come pareva, i capisaldi della medicina tradizionale. Il contagio per invasione di microbi non ha distrutto le leggi ereditarie. La diatesi urica resta un processo biochimico dell’organismo. Questa scoperta non ha che confermato la potenzialità autonoma del principio vitale negli organismi complessi superiori….”La febbre, l’infiammazione sono degli atti di difesa; le lesioni di organi non sono che delle localizzazioni della malattia ridiventata uno stato generale, una modalità dell’essere vivente che riconosce e conserva la sua unità, la sua autonomia e l’attività sua propria, base della dottrina vitalistica (dott. Grasset)”…L’organismo umano è naturalmente una cittadella forte, pronta a respingere gli attacchi degli invasori: per perdere occorre che si arrenda, cioè sottoscriva alla imposizione del nemico; è lui l’attaccato, cioè l’agente stessa della crisi e della sua guarigione…(SM,II,189-190) – E’ bene che il lettore comprenda che io non sono solo a pensarla così…(scrive) il dott. Boucher nel suo saggio sulle origini epidemiche (Parigi 1896) : “Che pensare del contagio? Esso è innegabile. Lo si spiega ordinariamente con l’identità dell’ambiente, delle condizioni esteriori, ecc., ma una minuziosa osservazione fa riconoscere che la questione dell’ambiente non sempre basta, gli è soprattutto in questi casi che si rileva la insufficienza della teoria microbica….Le malattie infettive non sono le sole che forniscono esempi di ciò che si chiama contagio…Le nevrosi, per esempio, si trasmettono perfettamente da un individuo che ne è affetto ad un individuo sano fin allora e possono anch’esse rivestire il carattere epidemico…In questi casi evidentemente esiste una influenza nociva di un soggetto sull’altro, vale a dire contagio, e non pertanto nessun elemento bacillare può invocarsi, come dunque questo contagio si produce? Per comprendere questo meccanismo altrove, che nei trattati classici, bisogna fare le analoghe ricerche. Bisogna dirigersi a quella scienza che illustrando una pleiade di pensatori, quali de Rochas, Richet, Crookes, Baraduc, Aksakok ecc…e che schiaccerà sotto la sua possente spiritualità i sofismi batteriologici…Vi si scorge che l’essere animato irradia un fluido, una forza, e che questo fluido, questa forza possa essere misurata e calcolata da apparecchi di precisione…Vi è dunque nell’uomo allo stato normale irradiamento di un fluido normale. E sia che si tratti di nevrosi, ovvero di malattie infettive, il meccanismo del contagio dev’essere incontestabilmente il medesimo nei due casi. Gli effetti simili riconoscono, per loro origine, cause simili. E dacchè vi è irradiamento normale nell’individuo allo stato normale, vi dev’essere irradiamento morboso nell’individuo allo stato patologico. Dunque, al contatto, l’una dell’altra, le due forze fluidiche reagiscono l’una sull’altra, e la loro risultante prenderà una risultante determinata, nel senso della salute per questi, nel senso della malattia per quegli, a seconda che il potere emissivo dei primo sarà stato superiore o inferiore al potere del secondo…l’osservazione diretta di certe epidemie dimostra che le medesime cause possono produrre e le malattie infettive e le psicosi più svariate. Gli è a questa guisa che la medesima qualità degli agenti esterni che fanno nascere l’influenza, generano egualmente una recrudescenza molto manifesta di follie, suicidi, delitti…Il focolaio degeneratore è sempre e per tutto l’ambiente atmosferico di cui i complessi pressione, elettricità, calore, magnetismo in movimento perpetuo, fanno variare all’infinito la qualità. Ed in questa infinita varietà dell’ambiente le diverse impressionabilità possono trovare l’elemento che le travaglia e le fa manifestare secondo il locus minoris resistentis. In queste condizioni il contagio non ci appare più come il principio primo delle manifestazioni epidemiche o sporadiche… (è) semplicemente un’appendice, un corollario della legge dell’ambiente e i suoi effetti sono necessariamente diminuiti nella stessa proporzione. In realtà il contagio è cosa rara…il meccanismo delle epidemie resta dunque inesplicabile per mezzo dei microbi.”(A,507-511) – Diciamo la verità umile: abbiasi almeno l’audacia di suggestionare in bene le masse, agguerrirle contro il male, nutrirle, educarle, imprimere loro il coraggio dei combattenti in un pericolo comune, non avvilire i meno codardi con una incoscienza spaventosa… Poiché ogni male fisico si combatte col coraggio – che è divino – nel senso che procede dalla coscienza dell’uomo, la quale comanda alla materia del suo corpo. (C,I,102) – Dal libro “Medicina delle anime” del dott. Emilio Lorent : “Qual legame intimo e misterioso rilega dunque la materia al pensiero, perché questo possa reagire con tanta energia su quella?”. (C,I,176)

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5 Comments

  1. Shedyet 7 Maggio 2016 al 18:46 - Rispondi

    “Il pensiero (meccanismo pensante) in un corpo umano ha azione illimitata su tutti gli organi e gli elementi organici costituenti il proprio singolo individuo …”.
    E anche quelli costituenti il nostro prossimo.
    È un assunto che condivido in quanto l’ho sperimentato più volte: quando si è sicuri, tranquilli, in pace con sé stessi non solo la propria persona ma tutto l’ambiente si predispone favorevolmente propiziando le azioni e gli intenti di chi si trova in tale felice condizione. Così si dimostra che viene dato a chi ha, rafforzando l’autodeterminazione e la fiducia in sé di chi già era determinato e sicuro. (Kremmerz dice: “Basta pensare, volendo, con sicurezza di comando…”).
    In fondo anche in noi si muove l’animale: come animali si tende a ringhiare verso l’estraneo che già ha paura o traversa un momento di incertezza o debolezza mentre si è attratti dalla calma, dalla fermezza, dalla gioia.
    Il Maestro lo dice: “Aver fede in sé è creare la propria individualità volitiva la quale ha come prima irradiazione effettiva azione sul proprio organismo, fino a sviluppare intorno a sé un’aura o involucro di difesa…”.
    Come si fa allora ad avere fede in sé quando anche la stessa idea di Bene appartiene a una consapevolezza di là da venire? E poi, con tutta questa fiducia in sé, non si rischia di diventare autoreferenziali e – magari – di scivolare nell’egoismo? Allora in quale ‘sé’ avere fiducia e come sentirne la voce? udirne il messaggio? intendere e non fraintendere?
    La SCHOLA è l’unica risposta che ho trovato in tanto groviglio. Perché c’è l’esempio di chi è più avanti e la certezza che ci sia un metodo, che la Tradizione millenaria abbia – nel corso di così tanti secoli – previsto i corsi e i ricorsi dell’animo umano e sappia e possa intervenire se e quando necessario correggere la rotta o avanzare in fretta o sostare in attesa di un assestamento.
    In fondo si tratta di fede… Nella scienza ermetica “ sustanzia di cose sperate et argomento de le non parventi”.
    Anche il silenzio può essere pensiero. Forse.

    • coralreef 7 Maggio 2016 al 23:12 - Rispondi

      C’è un modo per evitare di diventare autoreferenziali e scivolare nell’egoismo: la corretta applicazione della terapeutica nell’ambito della catena.
      Dice Kremmerz: “Il pensiero fluidicamente è generatore: ogni proiezione realizzata ha origine non solo nel pensiero di chi l’ha creato, ma anche nell’apparato proiettante…”. Quindi se, seguendo le sue indicazioni (“Quando orate negli intensi minuti del vostro rito, non prefiggetevi alcuna meta egoistica…Non un ombra passi sul terso cilestre della vostra anima che offuschi per un attimo lo splendore di una donazione senza compenso mercantile…”) si allena il proprio pensiero in maniera corretta, sostanzialmente si arriva pure a correggere l’apparato proiettante (e Giovenale ha tramandato sino a noi posteri che se il corpo è sano è sana anche la mente!!!).
      Molto prima che se ne occupassero i produttori di smartphones, J.M.Kremm-erz indicava nell’applicazione (oggi si direbbe app?!?) terapeutica il programma creato per interagire sia con i componenti del malato che con quelli di chi lo utilizza.
      Ecco perché “non aspettarsi nulla” ma solo applicare e applicare e applicare alla terapeutica un pensiero quanto più possibile neutro: come la goccia che scava la pietra, questa sarà la matrice che ci modellerà.

    • italica16 11 Maggio 2016 al 21:53 - Rispondi

      Sul “pensiero”, leggo a pag.119 del quaderno della Vergiliana (dal Capitolo “La Trasmissione Iniziatica Ortodossa ininterrotta):
      “Per quanto concerne l’uncino/gancio e l’anello presenti nel Timbro, essi richiamano graficamente anche gli strumenti del collegamento alla Catena iniziatica tramite l’iscrizione alla Schola. Di fatto l’Anello Nodale/Delegato Generale, dopo aver compiuto i rituali affinchè questo atto iniziale di iscrizione sia regolarmente espletato, racchiude, quasi geroglificamente, in un anello annodato, il Numero di serie e l’Astralità del neo iscritto. Inoltre, fra gli strumenti tradizionali che trasmette al neofita per iniziare la messa in fase e la purificazione del proprio mono mentale e corporale sintonizzandolo ai ritmi naturali e cosmici, gli consegna un cordone a tre nodi che, opportunamente valorizzato, simboleggia il suo avvenuto legame con i tre piani superiori (lunare, mercuriale e solare) e gli favorisce il ri-orientamento del pensiero e delle conseguenti azioni, aiutandolo ad emanciparsi dalla corrente profana” per acquisire quel senso etico ed estetico, tipici dell’iniziato, nonché miriamico, richiamati alla pag.115, commentando l’indole degli antichi italici umbri.
      Il nutrire dei buoni pensieri, comune agli esseri buoni, diventa talmente efficace nella terapeutica ermetica che nella Pragmatica Fondamentale, comma 31, viene detto al Discepolo di “non rifiutare mai il suo aiuto a colui che glielo chiede e ricordarsi che dove non può con la persona bastano le parole, e se non ha parole basta un pensiero”.
      Continuo la mia lettura che è una ricerca. Da una pagina all’altra vi è come un ritmico movimento pendolare, che diventa lo svolgersi e il riavvolgersi di un filo di esperienze vissute nelle terre della Sibilla col Maestro, giustamente richiamate all’ inizio del quaderno.

      A presto

  2. mara329 3 Ottobre 2014 al 14:05 - Rispondi

    Tanto vero che leggevo pochi giorni fa un articolo intitolato: “Carcere, un’epidemia come Ebola” in cui si tratta di un software di simulazione che suggerirebbe che anche il carcere è contagioso. Ossia, parenti e amici di persone condannate a lunghe pene detentive, avrebbero maggiori possibilità di finire a loro volta in prigione.

  3. filosobek 29 Settembre 2014 al 19:09 - Rispondi

    Ebola. Secondo Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta, l’ente nazionale americano deputato alla salute pubblica il virus potrebbe arrivare a infettare circa un milione e mezzo di persone da qui al gennaio prossimo e secondo l’OMS già attualmente i casi di persone infette si aggirano intorno alle ventimila unità e ogni citta con un aeroporto internazionale è a rischio. Dal canto loro, i produttori di cacao della Costa d’Avorio e del Ghana, vicini alle zone contaminate, già temono la mancanza di manodopera proprio ora che inizia la raccolta delle fave mentre agricoltura, commercio, turismo e industria già sono in ginocchio negli stati colpiti dall’epidemia.
    Rammento un passo di Giuliano Kremmerz su “I progressi della medicina umana” qui sopra riportato in cui il Maestro menzionava il saggio di un tal dottor Boucher apparso a Parigi sul finire del XIX secolo. Ebbene, questi sosteneva che vi fosse evidenza del contagio pure per le nevrosi, ciò che smentirebbe il rapporto tra epidemie e agenti patogeni in favore di contaminazioni di tipo più sottile. (“…dacchè vi è irradiamento normale nell’individuo allo stato normale, vi dev’essere irradiamento morboso nell’individuo allo stato patologico. Dunque, al contatto, l’una dell’altra, le due forze fluidiche reagiscono l’una sull’altra, e la loro risultante prenderà una risultante determinata, nel senso della salute per questi, nel senso della malattia per quegli, a seconda che il potere emissivo dei primo sarà stato superiore o inferiore al potere del secondo…”).
    L’Ebola si trasmette nella popolazione umana attraverso lo stretto contatto con sangue, secrezioni, tessuti, organi o fluidi corporei di animali e/o uomini infetti. Nondimeno ha fatto scalpore il caso di Mamadee ragazzo di soli 11 anni a Foya, in Liberia che –come pubblicizzato dalla RAI – è riuscito a salvarsi dal virus con solo multivitamine, paracetamolo, antibiotici e pastiglie antimalaria mentre la sorella 14enne è morta.
    Nei Dialoghi Giuliano Kremmerz parlava di “Organismi che resistono e organismi che ammalano e soccombono” e ne concludeva “ Contro il concetto del contagio per microbi, se si determina la potenzialità repellente di organismi forti per vitalità quasi battericida, il carattere inesorabile delle infezioni per questa sola via è soggetto a revisione”.
    Perciò non si può non essere d’accordo quando il Maestro esortava ad avere “almeno l’audacia di suggestionare in bene le masse, agguerrirle contro il male, nutrirle, educarle, imprimere loro il coraggio dei combattenti in un pericolo comune, non avvilire i meno codardi con una incoscienza spaventosa… Poiché ogni male fisico si combatte col coraggio – che è divino – nel senso che procede dalla coscienza dell’uomo, la quale comanda alla materia del suo corpo”.

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