27 aprile 2008
L’animale-uomo porta con sé un effluvio speciale sensibile a misura che maggiormente se ne accentua il carattere. Si potrebbe dire che l’organismo animale tramanda all’esterno un’aureola di effluvi di ciò che contiene nel suo interno. Il puzzo delle pecore è somigliante di molto al sapore speciale della loro carne. Ora riferendoci alla vita umana e agli ambienti chiusi frequentati da persone sole, l’irraggiamento del frequentatore a poco a poco riempie intero tutto il luogo che lo circoscrive. Una stanza in cui non passa la sua giornata che una vergine, dai costumi immacolati, respira tutta l’aureola di purità e castità di questa creatura senza desideri. Non lo stesso si può dire delle camere degli alberghi in cui passano a centinaia uomini di tutti i colori e di ogni categoria e nelle quali gli effluvi si mescolano e si agitano e si ricambiano in perpetuo, e dove, curioso a dirsi, si prendono sovente e senza saperlo dei germi di cose buone e cose tristi, di virtù e vizi che la gente non sospetta neanche. I mobili, i pannolini anche lavati, le stoffe, le coltri, le sedie conservano l’impronta o, meglio, il profumo di chi ne usò e sono generatori di contagio fluidico con la stessa legge generale che gli sperimentatori hanno attribuito alle contagioni per microrganismi. Chi può quindi crearsi una stanza a sé, esclusivamente per la sua vita fluidica per la pratica della magia, dovrebbe fare tutto nuovo dalle cose più grandi alle più insignificanti minuzie della vita umana e rifiutare come impura qualsiasi intromissione nell’ambiente di fluido estraneo. Qui faccio eccezione dei maestri molto avanti nell’arte…giacchè se un ambiente è frequentato da persona di voi migliore, voi avete tutto da guadagnare e niente da perdere. A questo proposito accenno alle sostanze adoperate per la purificazione degli ambienti, note negli antichi ricettari e oggi sostituite da altri, come l’incenso, l’aloe, lo zolfo, il belzuino, la pece, il sandalo, le erbe odorose, i fiori; che l’attuale sperimentalismo crede di sostituire, con la sua base scientifica, con l’acido fenico e i distruttori di vite microbiche dello stesso genere. Le sostanze adoperate negli antichi tempi nelle disinfezioni degli ambienti hanno avuto pratica nei periodi sacerdotali più remoti. I magi della Persia antica, e quegli stessi che la tradizione pone in ginocchio innanzi alla culla del Cristo, adoperavano come i maghi del medioevo e i praticanti moderni, come in estremo oriente e nell’occidente non meno estremo, l’incenso, la mirra, il legno di sandalo, le gomme preziose, perché il concetto scientifico da cui procedevano gli antichi e i moderni maghi è unico. L’assioma fondamentale da cui è retta la scienza dell’esistente è questo: il pensiero fluidicamente è generatore: ogni proiezione realizzata ha origine non solo nel pensiero di chi l’ha creato, ma anche nell’apparato proiettante. Mi spiego con un esempio. La volontà di un operatore, cosciente od incosciente, è causa di un qualunque disturbo fluidico imponderabile di un ambiente. Finchè il pensiero è aiutato da un apparato proiettore dell’organismo umano, la realtà prima o tardi diviene un fatto. Il disturbo fluidico genera il disturbo fisico, fino alla soppressione della vita animale, che è la morte. Ora vediamo in senso inverso di neutralizzare la causa prima. Agire sulla volontà dell’operante, o influenzando il suo apparecchio proiettante o isolando la propria irradiazione fluidica in modo che le proiezioni contrarie e micidiali non colpiscano. I profumi dai più semplici ai più acuti hanno, agendo direttamente sul nostro organismo e sull’organismo di chi frequenta un ambiente, la proprietà di sviluppare tale preponderanza fluidica in noi che il tentativo di contagio fluidico degli altri è vano. Un’ape vuole pungervi: voi vi corazzate il corpo facendo indurire la pelle vostra nel momento in cui vuol tentare l’assalto. Sotto questo punto di vista non devono essere derisi gli antichi che purificavano le case con l’incenso – né è illogico l’uso che ne fanno i culti delle religioni. E’ chiaro che la scienza moderna, basando le fondamenta di ogni pratica sull’arresto della generazione microbica, ha trovato insufficiente, per esempio, che l’incenso valga a purificare una casa ove sia morto un uomo di febbre tifoide. Però ho dovuto constatare e conservare l’uso di certi profumi, e perfino estrarne rimedi, quando si è trattato di infermità in cui l’intossicamento della materia cammina di pari passo con l’alterazione fluidica – nella tisi per esempio – gli estratti di pino marittimo, quando le suffumicazioni della corteccia di pino che gli antichi (come i moderni continuatori) adoperavano nelle operazioni di Mercurio, tendevano a purificare per mezzo della respirazione le putrefazioni fluidiche. (Mercurio è mutamento, e i ristagni fluidici sono materie morte antimercuriali, negative. Questo non posso spiegare più chiaramente). La purificazione di ambienti chiusi, dove hanno dormito o sono rintanate molte persone è incontestabile coi vapori dello zolfo bruciato, come io non sono mai stato stanco di indicarne il bruciamento nei paesi e nelle case in cui scoppiano contagi ed epidemie con manifesti segni nervosi: il colera, la febbre amarilla o tifo americano, ecc. (Quando per lunghe ore molte persone respirano in ambiente chiuso, il fiato o effluvio o efflusso animale forma un coagulato morto, la cui putrefazione porta conseguenze di genere differente e serve delle volte non solo a propagare, ma a generare le infermità contagiose. I vagoni delle ferrovie e gli omnibus o carrozzoni di tram, i teatri chiusi ermeticamente, per quanto siano veicoli di civiltà, giovano molto alla propaganda di un qualunque contagio, per le coagulazioni astrali).Ora ritornando alla purificazione dell’ambiente in cui il discepolo deve fondare la sua fonte di purità, sono consigliabili le suffumicazioni in pratiche metodiche, ma di cui il giudice non può essere che il maestro o un fratello più innanzi negli studi e nella pratica della magia – giacchè, i profumi e le suffumicazioni hanno azioni differenti secondo chi li pratica, il tempo in cui si praticano, il luogo e l’operante…. Dal fuoco i profumi purificano l’aria da ogni coagulazione fluidica, giacchè i vapori del profumo hanno in sé non soltanto la virtù delle gomme e delle cortecce e dei legni e delle erbe odorose, ma attestano ai nostri sensi come il fuoco, comburendo legna, gomme, cortecce ed erbe, trasfonde nel mar morto delle forze coagulate il suo movimento purificatore, rinnovatore, origine di ogni cambiamento che impedisce la stasi della putredine astrale (A,73 a 78 e note1-2) – Purificate l’ambiente coi profumi. Io consiglio di adoperare in principio la gomma e le erbe odorifere miste insieme alle cortecce di alberi e ai fiori. In dicembre della corteccia di pino silvestre, qualche foglia di lauro, dei grani d’incenso a lagrime. (La varietà dei profumi adoperati nella pratica è grande: eccone altri: incenso vero, incenso di pino, gomma di pino, mastice, gomma aloe, sandalo rosso, sandalo giallo, zafferano, muschio, menta, zolfo, pece nera, belzuino, storace, salvia, rosmarino, alga, canape, orzo, le rose, la timiana, la violetta, ecc. Si comprende che quanto più si progredisce meno si ha bisogno di profumi). Chi poi volesse i profumi principali secondo le dominazioni planetarie, eccone alcuni che si trovano nei rituali antichi: Sole : incenso, mirra, garofano, frutti del lauro, belluino, ambra. Venere: Muschio, ambra, aloe, rosa rossa, corallo rosso, foglie di lauro. Mercurio: Misto, speciale il mastice in lagrime. Luna: Semi di papavero bianco, incenso, canfora. Saturno: Semi di papavero negro, seme di iosciamo, la radice di mandragora, mirra, zolfo. Giove: Semi di frassino, storace, belzuino. Marte: Radici di elleboro. Poco di tutto. Poi aprire le finestre. Indi ripetere in proporzione più leggera il suffumigio, richiudere e stare. (A,137-138 e nota 1) – Il profumo classico di Ariete è il sandalo – ma il pianeta dominante essendo Marte i profumi di Marte sono ottimi (Il profumo deve essere acceso nelle ore della preghiera e nel luogo della preghiera, però chi per suo laboratorio non ha una stanza fuori la casa in cui abita insieme a persone di sua famiglia, si trova costretto di adoperare due suffumicazioni, una per la casa ed una per sé. Alcune persone che devono operare di sera in camere adoperate di giorno ad altro uso e frequentate da persone profane, adoperino lo zolfo, come purificante delle esalazioni estranee, e poi nelle operazioni, il profumo di rito) (A,385 e n.1)- I profumi più indicati a far sognare e i più pronti a far dimenticare: l’iride fiorentina, il muschio, il patchouli, il fieno, la rosa, questa in dose molto leggera, giovano a far sognare e ricordare. La cannella, la mandorla, l’opponax, la canape indiana e il papavero a far dimenticare.(A,524)- Ramanor fu il genio familiare e dominante delle grandi sacerdotesse di Menfi, a cui i Faraoni non ricorrevano mai invano quando invocavano la pace e l’abbondanza per il vastissimo Egitto. La bellissima Chna-Chnat regina ne ebbe la protezione e in tutta la sua discendenza Ramanor restò il genio delle femmine regali…è un Genio grande che non ama la vendetta, che allontanato si allontana e questo basta a generare una pena…era la vita in orrore alla morte, l’amore beato in orrore dell’odio e del massacro…Ore crepuscolari del mattino e della sera, in piena aria, campagna, bosco, giardino, sulla superficie delle acque quiete dei laghi, dei fiumi, delle coste del mare; o nelle ore di sole alto e di luce, nelle grotte, nei boschetti, nelle ombre dei recessi; o nelle ore di notte sulle finestre, sui tetti dove dormono e amano gli uomini, in cerca del bianco isiaco raggio di luna. Appare come un uccello a colori teneri, come una fiammella dal legger profumo di sandalo. E’ attirato dalle anime buone e semplici, dalle volontà senza malizie, dall’amore senza egoismo. I discepoli di Menfi lo invocavano e lo cercavano così, egli appariva così, raramente prendeva la forma di un uomo perché irradiava troppo amore e troppo l’oblio della terra. Lo invocavano dopo sette giorni di nutrizione prettamente vegetale, al crepuscolo del mattino, e gli domandavano una grazia o gli facevano un voto, che insomma era un patto magico. Quasi sempre la grazia che gli domandavano era unica, la conversione del proprio corpo in Hepta: l’epta era il nome iniziatico del vaso dei profumi, o vulva dei fiori: la grazia di trasmutare se stessi in emanazione profumata di amore per guarire i mali umani dello spirito e del corpo…Ramanor interveniva, in tutto, in perpetuità, fino a quando durava la buona condotta del beneficato. (L,38/1)
http://www.albertozaccagna.it/index.php/ricerche/342-il-profumo-dei-pensieri
in riferimento alla lunazione di febbraio, riguardo l’utilizzo degli incensi e relativi profumi, ho riletto “i profumi in ermetismo” del M. Kremmerz che la Direzione aveva inserito nel sito a suo tempo; è effettivamente incredibile quanto oggigiorno si sottovaluti l’importanza dell’olfatto per recepire situazioni in essere o in divenire, così come mi sono accorta che l’utilizzo della nostra fragranza preferita ci aiuta a schermarci dagli ambienti. Chissà se il detto popolare “…avere naso..”
riferito ad una determinata prerogativa della persona, volesse sottolineare la reale valenza di questo senso così bistrattato
Oppure, “guardare aldilà del proprio naso” riferendosi ad una vista, intellettuale o fisica più acuta. Ma rimanendo in tema di profumi, mi sono riletto quel che il Gran Maestro Giuliano Kremmerz enunciava cent’anni fa, quanto – mi spinge a sperimentare di più, utilizzando i ‘rimedi’ suggeriti nella tradizione erm. Ricordo quando ancora bambino, assistendo ad una funzione religiosa, respiravo lungamente le esalazioni di incenso che si disperdevano in/visibilmente nell’all’aria, unico momento, che tuttavia trovavo di gran gusto. Giacché oggi, un po più grande di allora, sono quotidianamente testimone delle metamorfosi prodotte dall’elemento Fuoco, che con la sua divampante Forza, ottenuto il contatto con la terra, realizza quanto compete al suo ufficio; da qui, il mio olfatto registra piacevolmente quanto si muove lungo la sua libera traiettoria aerea, compiendo la sua inesorabile finalità. Anche questa fusion tra elementi può essere annoverata nel firmamento delle scienze ermetiche come i Maestri forse indicano, e in un metodo emetico che vede la sua scientificità nei risultati conseguiti dalle sperimentazioni collettive ed individuali che, condivise più un/anima/mente si ulteriormente consolidano nel tempo!
Adesso mi fermo un attimo a maieutica/mente meditare…- subito mi rallegro pensando ai profumi di fuoco di questa estate, che inspirerò, masticherò e digerirò nella “santa” comunione del Sacro Rituale Pranzo Collettivo AGAPE!