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in risposta a: La foto del secolo: il buco nero #21826
Riflessione. Se sfrego un cerino con una certa frequenza quello entra in combustione, altrimenti non si accende. Amnche con due legnetti si può fare: aumenti la frequenza e FFttt!!! La fiamma.
Se tutti i giorni ogni giorno sollecito in me un’Idea praticando e praticando, prina o poi il fuoco di questa Idea mi avvamperà e l’ardore non mi lascerà più.
Il fuoco è movimento che sollecita il movimento in ogni vivente che si avvicina.
Forse è questo il legame fra frequenza e magnetismo? La frequenza della mia azione mi magnetizza fino a farmi ardere e ad attrarre in quest’ardore chi si avvicina.in risposta a: La Schola e la sua continuità #21824La vita è eterna? O certe volte si fa così lunga da sembrare eterna? E noi – che viviamo una sola esistenza e tante vite – cosa saremmo senza l’idea della morte che mette un paletto sicuro alla nostra tendenza a disperderci?
Dobbiamo imparare, dobbiamo crescere, dobbiamo fare esperienza: se funziona da piccoli perché non da vecchi?
A me diverte l’idea dei tanti semi di individui messi in aria come alla fermata del bus.
La cometa passa e…via! A imparare altrove.
Ma adesso che sucede se questa Atlas, che ora è alla pensilina della Costellazione Giraffa, si sbriciola prima di arrivare a maggio da noi? Quelli che aspettavano, su quale pullman di ghiaccio e polveri potranno salire?in risposta a: ECCE QUAM BONUM ET QUAM IUCUNDUM HABITARE FRATRES IN UNUM #21823Le rondini, quando la mia età non arrivava a due cifre, poi invece sono state tortore e piccioni a segnarmi la vita. Un giorno di primavera, in un parco immenso, una tortora insistente mi invitava a non lasciarmi alle spalle la persona chiave della mia vita. Quando parecchi anni dopo era di nuovo il.momento delle scelte, ecco che un piccione si suicidava contro la mia auto, senza che potessi evitarlo.
E infine il presente, con le tortore che ogni anno vengono sul mio tetto.
Ma le rondini, quelle, non le ho più viste…
Chissà perché.in risposta a: La Schola e la sua continuità #21775Anche nella profanità, costantemente, chi sa e sa fare è ostracizzato da chi non sa e/o non sa fare: perché l’ignorante e l’involuto sono costretti a fare un atto di fede nei confronti di chi non lo è. Come il paziente col medico. Come il discepolo col maestro. E spesso l’orgoglio ti frega.
E ognuno capisce e intende sempre relativamente alle proprie possibilità e al proprio livello.
Per questo nella Schola i Maestri – a cominciare da Kremmerz – hanno sempre rimbalzato l’accento sul praticante stesso facendogli semmai da specchio senza scendere nel giochino assurdo (cui ho assistito altrove) del chi-sei-tu-chi-sono-io.
La Schola è il Tesoro che i Maestri difendono e proteggono, giacché senza la pratica di un percorso strutturato e intelligente non c’è chiacchiera che valga. L’ortodossia salva l’ignorante e lo aiuta mano a mano ad affrancarsi dalla propria ignoranza facendogli acquisire contemporaneamente consapevolezza sempre maggiore dei propri limiti.
Perizia, diligenza, prudenza – che nella società profana sono sapere, saper fare, saper essere – nella Schola erano state indicate come la tecnica per non sbagliare, la forza di fare senza mai fermarsi, la volontà senza desiderio.
Ecco lì: a queste ‘cosucce’ siamo chiamati a lavorare esercitandoci pro salute populi lavorando nel mentre per la nostra stessa salute.
Poi, certo, e per grazia, ci sono i Maestri che costantemente ci tengono in cordata: ma questo è un dono che solo dopo tanto tempo cominci a capire davvero.in risposta a: News sul Circolo Virgiliano di Roma #21337E forse questo PRIMO APRILE – tradizionalmente legato ai PESCI – ci porta invece ad emergere da quel mare in cui spesso affondiamo per provare a cambiare respiro. Chissà! forse anche quando alcuni pesci diventarono anfibi ci fu lo stesso travaglio, la stessa difficoltà a cambiare l’elemento da cui trarre ossigeno e linfa vitale.
Ecco: leggere le parole del Maestro L.J.Aniel mi dà sempre un grande sollievo, come se improvvisamente si potesse vedere di sopra al mare la calma dopo la tempesta, proprio per quel tranquillo guardare alla semplicità delle cose. Eppure in quella tranquillità c’è tanto da cogliere, tutto il lavoro implicito in quell’ “occuparsi attivamente della propria evoluzione” e tutta la forza di quella “assunzione di responsabilità” spesso così difficile da digerire, anche solo nella banalità quotidiana.
Resta comunque il fatto che l’augurio più grande che oggi potrei fare a chiunque è quello di incontrare la Miriam – quella VERA! – e di esserne accolto, di intenderne la voce, di praticarne la Parola.
Buona Primavera a Tutti!Andiamo quindi in fondo al ragionamento: una certa parte di umanità (quella di tipo 1 per intenderci) ha deciso l’azzardo che potrebbe comportare l’auto-sterminio.
Che si può fare? Ne prendiamo atto. E continuiamo con l’esempio di tipo 2.in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #20517Questo ingegnere, professore ordinario di analisi dei dati e giustamente promotore della richiesta di dare più soldi e visibilità alla ricerca in Italia, ci dice che i malati aumenteranno esponenzialmente.
Prendiamo atto.
E prendo anche atto della crescente paura, anzi terrore di tanta gente che conosco e che vedo tremante di fronte a una malattia senza cura conosciuta.
Per parte mia, pur comprendendo la possibile pericolosità di questo virus, mi attengo alle disposizioni ministeriali e…agli strumenti che la Schola mi ha messo a disposizione, nella certezza che, spesso, ne vince più la paura che la spada.in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #20463Ho trovato l’articolo interessantissimo specie per l’evidenza che l’essere umano è legato agli altri esseri viventi in modo profondo e oggettivo, di là da ogni chiacchiera sentimentale. A mio parere, questa prospettiva ci avvicina a un modo diverso di intendere la Fratellanza e il Popolo di Miriam in un momento in cui queste parole suonano più che mai prossime.
in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #20363Anzitutto grazie a Buteo per il parere puntuale e oggettivo oltre che visibilmente competente. Sono felice che i medici della Schola intervengano in un momento così pandemico anche per quanto riguarda l’informazione. Mi domando inoltre se la paura della malattia non sia talora peggiore della malattia stessa nel causare non già la giusta prudenza (che non dovrebbe mancare innogni tempo!l bensì l’incontebile illogicità. A che scopo chiudere università, scuole e musei se poi la gente comunque deve andare al lavoro e prende mezzi di trasporto pubblico? E perché vietare manifestazioni all’aperto ma non allenamenti e corsi (ginnici, musicali, linguistici) in strutture private consentiti a patto di ‘non fare la doccia”?!?
L’aerobica non favorisce il virus se lo si ammazza di sudore?
Purtroppo la serietà dell’emergenza viene minata da quanto appare ridicolo a chi – come me – non ha nozioni per darsi ragione delle incongruenze apparenti.in risposta a: Il Carnevale #20255A febbraio ciò che era in alto nella stagione autunno-invernale passa dalla posizione elevata a quella inferiore, e viceversa: si parla della volta celeste, dove il Gran Carro sale sempre più in alto sull’orizzonte sino a culminare poi in Primavera. A Est appare la stella Arturo …che resterà fino a novembre (guardare il quaderno della Vergiliana pag. 101 e dintorni per approfondimenti).
Contemporaneamente, verso Sud, si innalza sempre più la figura del Leone (o dell’Eone, come scrivono gli amanti della Parola). E a proposito di frasi sibilline, torna in mente quanto diceva Ermete Trismegisto: “ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare il miracolo di una cosa unica”.
Tale è il cielo: un unico che alterna il basso e l’alto definiti tali solo in relazione alla posizione dell’osservatore.
E il cibo tipico di cui parlava Ippogrifo? ( https://it.wikipedia.org/wiki/Chiacchiere ) Possiamo osservare che è un cibo in mille pezzi (come i coriandoli!) gettato nell’olio o lo strutto come i coriandoli si gettano addosso. È un cibo che trasforma le persone a somiglianza delle maschere che le rendono ‘altro’ da ciò che erano.
Che anche i Paleolitici festeggiassero il Carnevale danzando e travestendosi da animali come possiamo osservare sulle pareti delle loro caverne?in risposta a: UN THREAD SENZA TITOLO X UN “SOCIAL” SUI GENERIS #19975Per motivi personali ho frequentato diversi ospedali negli ultimi mesi. Ho osservato che nascita e morte non sono poi così diverse.
Quando l’essere è pronto al passaggio, si agita finché non è compiuto, e quanto lo ha nutrito – placenta o corpo morto – passa in un secondo momento, staccato com’è ormai dalla sua funzione.
Tutto molto semplice.
Come il feto è stato portato a compimento dalla madre, chi muore ha tratto alimento da ciò che ha scelto: ambizioni, affetti, potere, solidarietà… Lista lunga, complessa e variegata, che porta la sua sintesi nel frutto che trapassa.
Io vorrei, vorrei tanto, che col tempo la mia lista si assottigliasse fino a lasciarvi solo l’Amore. Quello vero,
E nel frattempo mi stringo alla Miriam perché mi continui ad educare e accompagnare.in risposta a: ECCE QUAM BONUM ET QUAM IUCUNDUM HABITARE FRATRES IN UNUM #19183Buon Solstizio a Tutti e AUGURI di Luce e Salute! Che la barca del Sole possa prosperare e richiamare le forze migliori e più pure alla Grande Opera di Bene e di Amore perpetuata dalla Schola e dai suoi Maestri.
in risposta a: UN THREAD SENZA TITOLO X UN “SOCIAL” SUI GENERIS #18259Caro Alef, sono ovviamente d’accordo con te sulla bontà dell’uso della tecnologia a fini terapeutici, ma non posso fare a meno di chiedermi se questa sua diffusione ab urbi et orbi non abbia invece abituato l’uomo comune ad avvalersi di protesi laddove forse la materia vivente evoluta avrebbe potuto giungere per sviluppo naturale.
(Telepati, invece di Internet, immaginazione, invece di Skype, e via dicendo; perché no?).
La democratizzazione infatti porta inevitabilmente all’abuso regalando facoltà e poteri anche a chi non è eticamente strutturato, con tutte le inevitabili conseguenze.
Comunque grazie a tutti i Fratelli e Sorelle per questo scambio sempre costruttivo e grazie ale Gerarchie che continuano a renderlo possibile.
Buona settimana a Tutti!!in risposta a: UN THREAD SENZA TITOLO X UN “SOCIAL” SUI GENERIS #18249Lo studio della psiche si sta facendo sempre più oggettivo: le aree che presiedono alle varie funzioni cerebrali sono state isolate e identificate e ora si è concentrati sul loro ruolo. Empatia, ambizione, capacità logica, apprendimento vengono sviscerati nella loro attività normale e, di contro, in quella patologica.
L’ingegneria visionaria (oggi si dice così quando il sogno è realizzabile) si entusiasma e pensa a nuove protesi tecnologiche per tutti: cellulari e auto da muovere col pensiero, comunicazione uomo e macchina sempre più stretta.
Che ne sarà dell’umano del futuro? I replicanti alla Blade runner potranno essere realtà? Con quali conseguenze?in risposta a: ECCE QUAM BONUM ET QUAM IUCUNDUM HABITARE FRATRES IN UNUM #17947Si Mercurius, sono con te. In una casa ci vuole un soggiorno dove ritrovarsi e raccontare. Non credo che abbia senso cercare come topini se poi non ci sono condivisione, partecipazione, coinvolgimento che caratterizzano il vivere insieme e lo differenziano dal coabitare.
Il soggiorno in fondo è quella ‘stanza di mezzo’ che affaccia all’esterno perché è nel mondo che viviamo e contemporaneamente filtra l’ingresso alla dimensione più interiore di quelle stanze come la biblioteca cui si accede privatamente e per specifica funzione.
Troviamoci dunque, narriamo di noi. E magari in quel soggiornare potrebbe capitare che transitino o si seggano anche le Sorelle o i Fratelli maggiori a scambiare due parole e far scivolare un consiglio, un’idea.
In fondo come diceva il proverbio? “aiutati ché il ciel l’aiuta”… -
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