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in risposta a: Notizie dal web #24498
Si, wiwa, grazie di aver condiviso. La mappa geografica babilonese riflette l’interesse per l’astronomia di quel popolo. Infatti sembra una stella.
Ho letto alcune descrizioni (nel testo cuneiforme che affianca la mappa) delle località cui dovrebbero alludere i triangoli. Una parla di un luogo dove “l’uccello alato non finisce il suo volo”, un’altra si riferisce ad un posto ove “la luce è più chiara di quella del tramonto e delle stelle”, e un’altra ancora parla di un luogo dove “non si vede nulla” e “il sole è invisibile”. Per me sono descrizioni affascinanti in cui il territorio è vivo ed ha un’identità che esula da dati puramente materialistici. E’ un linguaggio mitico che, tuttavia, non dimentica la scientificità.Quanto hai ragione, Angelo. E’ verissimo che a distanza di tempo in alcune letture già fatte si ravvisa un significato prima non visto. E addirittura si evidenziano concetti, prima del tutto trascurati, come fossero stati invisibili. Anzi come se ognuno di essi si rendesse visibile ad un preciso momento di maturità o piuttosto di purificazione. Gli scritti dei Maestri della Schola ad esempio sono così. Vanno letti e riletti a distanza di tempo.
A proposito di farfalle vidi tempo fa a Rodi la Valle delle Farfalle. Milioni di farfalle si riuniscono da metà giugno (quando il bruco diventa falena) a settembre nella valle attratte da una particolare resina. Sono le Panaxia Quadripunctaria che mimetizzandosi con la natura riposano di giorno. Ma quando volano le loro ali rosso-arancio formano una nuvola indimenticabile.Il bosco va attraversato in silenzio perchè i fischi o il battere delle mani producono ultrasuoni percepiti dalle farfalle come una minaccia che le fa scappare spaventate, rischiando la morte per schock o per stanchezza. Invece devono riposare per raccogliere le forze per il grande volo che le attende a settembre. A fine agosto si accoppiano e le femmine a settembre volano via dalla valle per arrivare in un luogo sicuro per deporre le uova e… morire.Caro Angelo grazie per esserti preso la briga di ricopiare il testo integrale del vangelo apocrifo di Maria Maddalena, ritrovato nell’Alto Egitto sul lato orientale del Nilo. Tra l’altro Akhmim fu probabilmente la città di nascita della Regina Nefertari, e in età copta era ricca di monasteri. E’ da notare l’importanza della figura di Maria Maddalena da cui parte l’insegnamento. Poi mi ha colpita la frase a proposito di come si percepisca una visione: “ Egli non vede attraverso l’anima, né attraverso lo spirito, ma la mente, che si trova tra i due, è quella che vede la visione”. Per te cosa è significativo invece?
in risposta a: Le Dee Regali #23171Come scrive Mag, l’occhio connubio di magnetismo e terapeutica, di bellezza e salute. Nelle Lunazioni, oltre ai rimedi lunari salutari, vi sono alcune notizie interessanti su regine e sacerdotesse egizie. Ricordo ad esempio che nella puntata 38 il Maestro parla di Ramanor che fu il “genio familiare e dominante delle grandi sacerdotesse di Menfi, a cui i Faraoni non ricorrevano mai invano…la bellissima Chna-Chnat regina ne ebbe la protezione e in tutta la sua discendenza Ramanor restò il genio delle femmine reali”. Oppure nella puntata 3 consiglia le foglie di Cassia per distruggere le rughe incipienti sulle guance delle donne che cominciano a invecchiare, come rimedio dell’antico Egitto per la bellezza delle donne, perchè la Cassia è pianta del luogo.
in risposta a: La foto del secolo: il buco nero #22952Garrulo, è una bella storia sull’amore materno che travalica le razze e i regni.
La magnetoricezione (il rilevare la direzione e l’intensità del campo magnetico terrestre) per l’orientamento è solo una delle esplicazioni magnetiche. Sarebbe interessante comprendere la relazione del magnetismo con gli organi di senso, e
sarebbe da approfondire quanto scrive Bell: ” la funzione dei nostri organi di senso (è) ancora lontana dalla piena comprensione”.in risposta a: La foto del secolo: il buco nero #22895Ritornando un poco indietro il video della chiacchierata sui monti sibillini con una volpe l’ho ricevuto da un’amica su whatsapp il 16 maggio in tarda serata dopo che se ne era parlato su questo thread. L’amica non sa del forum della Schola. Quindi è stata una coincidenza o una sincronicità?
in risposta a: La foto del secolo: il buco nero #22865Interessante, Bell, e questa notizia doveva essere già nota alla tradizione ermetica. Il M. Kremmerz scrive che i 5 sensi sono fisiologicamente riconducibili al tatto, laddove modificazioni delle papille tattili sono la cornea, il timpano, le mucose nasali e quelle del palato. (Scienza Magi, Vol.I pag. 294-295).
Chissà se i non udenti sono aiutati a percepire ciò che si dice da questi soffi.
L’onda sonora mi richiama alla mente il magnetismo che si trasmette e si riceve attraverso il suono o la parola.
Le figure mitiche di cui stiamo parlando, che vivono sul confine tra il mondo umano ed animale, secondo me, sono state creazioni degnissime delle culture arcaiche. Esse identificavano sempre un territorio preciso, quasi a indicare che in quel luogo si professava un certo tipo di conoscenza.in risposta a: La foto del secolo: il buco nero #22743Davvero molto carine le tue storie sulle volpi, Garrulo. Anche a me ha fatto piacere sentirle.
Il Tg ieri ha dato una gran bella notizia: sono tornate le api, le nostre laboriose e pacifiche impollinatrici.
Sembra che anche le api abbiano particelle di magnetite e siano sensibili ai campi magnetici terrestri.
Oltre ad essere sensibilissime alla tensione elettrica.in risposta a: La foto del secolo: il buco nero #22681A proposito di magnetismo.
Ho visto un documentario sulla volpe rossa che caccia dove tutto è bianco per la neve, e non v’è traccia di animali. Per scovare topi nascosti sotto metri di neve usa il suo udito finissimo e si muove lungo il campo magnetico del Polo nord che stabilisce la sua traiettoria. E’ come avesse una bussola interna, un magneto ricettore, che si orienta sempre al nord. Perciò il suo approccio alla caccia è scientifico, dicono gli etologi.
Che rapporto c’è tra il magnetismo terrestre, che è anche una forza medicale ed è proprio della forza dell’attrazione, e il polo nord magnetico (che peraltro si sposta)?Grazie G_B. Molto interessanti le “Donni di fora” siciliane. Mi pare che creature simili si trovano in altre regioni italiane e europee, come in Sardegna le Janas. Il numero 7 le unisce alle 7 sorelle o 7 madonne della transumanza (di cui una nera), dai Sibillini all’Abruzzo, Campania, Basilicata, Gargano, Marsica, Puglia, Roma, Calabria, Piemonte. Mi sono un po’ informata, le donne di fuori sono belle, hanno piedi simili a zampe, stanno nel mondo di mezzo, una fata maggiore le governa, una sorta di Grande Madre, fanno fare esperienze magiche a uomini e donne, giuste, danno auspici, suscettibili alle offese, sono vestite di nero, bianco e rosso. Medievali, assomigliano molto alle ninfe d’età pre-classica. Mi ricordano tanto il Monte Sibilla e la sua leggenda.
E’ particolare come sia ricorrente questo tema pur con le debite varianti. Può darsi che si tratta di quanto scrive il Maestro Kremmerz nei Dialoghi? Il passato dell’umanità sarebbe frutto di ignote civiltà, e vi sono un po’ ovunque gli stessi “elementi simbolici e immaginativi come zampillanti da una sorgente unica originale, e ignota storicamente a noi”.Mi ha incuriosita la Torre delle 7 fate di Palermo (Torre d’acqua?) che citi, G-B. Sembra legata a leggende. C’è qualcosa di interessante che sai al proposito G-B?
in risposta a: Ad perpetuam memoriam – Maestro J.M. Kremmerz #22454Grazie Maestro J.M. Kremmerz per la S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam che, con la Sua Pragmatica Fondamentale e i Maestri, Tuoi successori, traghetta una Sapienza che è evoluzione e terapeutica. Quale fine più alto nella Vita?
Condivido alcuni contenuti del II film-documentario di Patricio Guzmàn “La memoria dell’acqua”. Vi confluiscono due aspetti collegati all’acqua in Cile, l’astronomico e l’antropologico. Voce narrante: “Dal deserto di Atacama gli astronomi cileni hanno scoperto acqua in quasi tutto il cosmo. C’è acqua su alcuni pianeti, vapore acqueo in alcune nebulose, ghiaccio in altri corpi celesti. Sulla terra e al di fuori di essa l’acqua è essenziale all’esistenza della vita…Sembra che l’acqua provenga dallo spazio e che la vita sia arrivata attraverso le comete che crearono i mari…Nella Patagonia occidentale a sud del Cile la Cordigliera delle Ande scompare nell’acqua e riemerge sotto forma di migliaia di isole. E’ un luogo senza tempo. Un arcipelago di pioggia… Quando l’acqua si muove il cosmo partecipa. L’acqua riceve la forza dai pianeti e la trasmette alla Terra e a tutte le creature viventi. L’acqua è un intermediario tra noi e le stelle. I primi abitanti della Patagonia, precedentemente all’arrivo dell’uomo bianco, vivevano in comunione col cosmo, lavoravano la pietra per garantirsi il futuro, viaggiavano via acqua, vivevano sommersi dall’acqua, mangiavano ciò che l’acqua portava con sè. Arrivarono 10.000 anni fa, erano nomadi dell’acqua, vivevano in tribù che si spostavano per i fiordi. Ogni famiglia teneva un fuoco acceso al centro della canoa. Tutti viaggiavano per mare. Ancora oggi non sappiamo come facevano a prevedere il tempo. Si stima che nel 19° secolo ci fossero 8000 persone con 3000 canoe che si muovevano in questo immenso arcipelago. Furono il primo e unico popolo marittimo del Cile. I Cileni di oggi hanno perso questa intimità col mare.Per gli indigeni e gli astronomi l’acqua è una idea, un concetto inseparabile dalla vita. Per i nativi americani ogni cosa è viva. L’acqua è viva e ha uno spirito. E’ fonte di musica. Tutto ciò che si muove produce suono e l’universo è movimento quindi sta producendo suono in continuazione. Tutto è acqua…perciò non v’è nulla di strano se gli astronomi dicono che l’universo è pieno d’acqua…Un oceanografo ha detto che l’azione del pensare somiglia all’oceano. La legge del pensiero è la stessa dell’acqua che è sempre pronta ad adattarsi a tutto. E’ forse per questa ragione che gli uomini hanno vissuto qui per migliaia di anni a temperature polari. Gli indigeni della Patagonia credevano dopo la morte di trasformarsi in stelle: in esse vi erano gli spiriti degli antenati. Del pari gli astronomi cercano di avvicinare l’universo. In entrambi i casi vi è il desiderio di recuperare qualcosa, una origine, che conosciamo già intrinsecamente. “Siamo tutti ruscelli di una stessa acqua (Raùl Zurita)”. Nel 1883 arrivò l’uomo bianco e iniziò l’eclissi del mondo indigeno, vissuto fra le stelle e l’acqua. Ad oggi restano 20 discendenti diretti degli indigeni, chiamati dagli Spagnoli Patagones a causa dei grandi piedi.
Ho visto il film-documentario di Patricio Guzmàn “Nostalgia della Luce” che mette insieme tre aspetti del passato che convergono nel deserto di Atacama: la ricerca astronomica, la ricerca delle donne cilene dei loro cari dispersi e lì sepolti, la ricerca archeologica. Ve ne parlo perchè porta a fare riflessioni interessanti sulla ricerca delle origini e sul ruolo della memoria. Nel deserto di Atacama in Cile le stelle si osservano bene per la completa assenza di umidità. Vi è il cielo più terso della Terra ed è uno dei luoghi più adatti alla studio del passato. Si può dire che è una porta sul passato. In Cile sono molte le persone interessate all’astronomia. La voce narrante inizia così: “un giorno la scienza si innamorò del cielo cileno. Un gruppo di astronomi scoprì che le stelle si potevano toccare con le mani nel deserto di Atacama. Avvolti nella polvere stellare gli scienziati costruirono il più grande telescopio del mondo” per cercare le origini dell’uomo oltre la luce, e delle galassie, scoprendo che “la materia terrestre è la stessa in ogni angolo del cosmo”. Ma anche gli archeologi vi rinvengono tracce del passato: mummie pre-colombiane e iscrizioni rupestri. “(Nel deserto) né insetti, né animali, né uccelli, eppure è denso di storia. Per 10.000 anni è stato una terra di passaggio, di transito. I fiumi di pietra fungevano da sentieri naturali, le carovane di lama e di uomini andavano fra gli altipiani e il mare”…”I telescopi sono una finestra sul cosmo”… Un astronomo intervistato dice: la luce che ci arriva dalle stelle viene da un passato remotissimo. Ma anche nel nostro quotidiano ogni segnale mette del tempo, anche pochi secondi, per arrivarci. Il presente in effetti non esiste.
Il documentario è motivato dall’importanza che ha la memoria. La memoria delle origini. “La memoria ha una forza gravitazionale che ci attrae in continuazione. Chi ha memoria è in grado di vivere nella fragilità del tempo. Chi non ce l’ha non vive da nessuna parte”.in risposta a: IL SITO DI KREMMERZ.IT 2019 #21983Si,concordo in pieno. La mattina, o la sera tardi, ogni volta che si entra nel forum del sito è come andare ad un appuntamento coi Fratelli e con gli Amici, anche con quelli che non si esprimono. Non si può che ringraziare, per la preziosa lungimiranza, la Direzione che, in tempi insospetti, ha voluto offrirci questo mezzo di comunicazione cosi efficace di cui in questo momento abbiamo bisogno più che mai.
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