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  • m_rosa
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    Come diceva Kremmerz il mito è una forma di linguaggio che permette di esprimere sincreticamente, in un’unica storia, pensieri sentimenti, emozioni, azioni, cosa che sarebbe impossibile con il mero linguaggio verbale.
    Mi riprometto di tornare sull’argomento, per il momento buona cena a tutti!

    m_rosa
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    Anche io come Chicco59 non credo che le divulgazioni di massa siano sinonimo di comprensione, credo che la comprensione sia un atto interiore, ma non credo sia individuale. Provo a spiegare ciò che intendo, se ci riesco.
    Una decina di anni fa, facemmo un seminario a Montemonaco sul tema dell’ ”ipercomunicazione” ovvero la capacità che hanno gli esseri viventi di comunicare al di là del linguaggio verbale, paraverbale o scritto, Avevamo, in pratica, cercato delle analogie tra la tesi di alcuni scienziati di frontiera dell’epoca sulla capacità da parte del DNA di persone animali e anche piante, mi pare, di comunicare e il nostro concetto di Fratellanza.
    Tra i tanti esempi mi aveva colpito quello dell’ameba Dicty, questi esseri piccolissimi vivono negli strati superiori del terreno, sono molto voraci divorano tutto ciò che hanno attorno, però, a causa delle loro minuscole dimensioni non hanno la possibilità di cambiare zona per cercare altro nutrimento e allora si verifica un fatto curioso cioè più di100.000 Dicty si aggregano formando un unico organismo della grandezza di un granello di sabbia che è in grado, strisciando alla velocità di 1 mm all’ora, di spostarsi per potersi nutrire.
    Oppure c’era l’esempio delle termiti che iniziano a scavare le loro gallerie da due punti opposti e riescono ad incontrarsi perfettamente al punto giusto.
    Avevamo approfondito le implicazioni di queste scoperte e le riflessioni scaturite, avevano contribuito all’ampliamento della nostra comprensione del concetto di Fratellanza. Non mi sembra possibile ora riportare quello che è stato il nostro muoverci in percorsi che andavano al di là della semplice comprensione intellettuale, ma che implicavano un coinvolgimento del nostro essere nella sua totalità, percorsi esperieziali di tempi, luoghi e persone coinvolte dove veramente abbiamo capito che cos’è quel famoso “Corpo unico” di cui Maestri hanno sempre auspicato l’avvento.
    Quello che posso dire, a distanza di anni, che veramente il progresso è collettivo, a nulla serve l’avanzamento di uno se non coinvolge anche gli altri, perché ciò che riusciamo a fare da soli è ben poca cosa rispetto a ciò che possiamo fare se uniamo le forze e per noi significa vivere il più intensamente possibile la comunione di intenti della Fratellanza di Miriam, l’ideale di Bene.
    P.S. Vorrei fare una precisazione per chi non ha partecipato, nel post non ho mai menzionato il Maestro semplicemente perché, chi c’era può confermarlo, il Suo esserci faceva un corpo unico con tutti noi, è stato l’elemento che, mescolato all’impasto, lo ha fatto lievitare.
    P.S.2: Quando mai potremo restituire anche solo un po’ di ciò che abbiamo ricevuto?!!

    m_rosa
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    Sono perfettamente d’accordo con te, holvi, all’inizio abbiamo tante illusioni su noi stessi, pensiamo che basti seguire per un po’ le pratiche di purificazione della Schola per diventare un diamante riverberante luce propria, invece prima di trovare del buono c’è ne vuole!
    Ed è proprio in queste circostanze che è fondamentale, più che mai, l’opera di un Maestro, come faceva notare cozza, che ci guidi per non perderci ne’ nei meandri della disperazione ne’ in quelli dell’esaltazione.

    m_rosa
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    Non vorrei che gli ultimi post potessero far pensare, a chi ci legge e miriamico non è, che siamo un esercito di donne e uomini omologati e tutti un po’ simili, sarà che non mi ritrovo, personalmente, nelle situazioni “tipo”, ma posso confermare che siamo molti e tutti molto variegati, d’altronde non potrebbe essere diversamente visto che il nostro sforzo, tutto teso a mettere a nudo il nostro io più interiore, per forza di cose ci rende ognuno diverso nella propria individualità. Certo tutti perseguiamo un unico Ideale di Bene rappresentato su questa terra dalla Miriam e tutti utilizziamo nel nostro quotidiano gli strumenti rituali che la S.P.H.C.I. Ci ha dato in uso, ma ognuno percorre la strada secondo le proprie inclinazioni, i propri ritmi, il proprio modo di essere e sentire. Nella Miriam c’è spazio per tutti, purché dotati di onestà interiore, propensione al Bene e rispetto delle Regole.

    m_rosa
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    Sono d’accordo che spesso su questo nostro forum ci lasciamo andare ad “incensamenti” o autoincensamenti, non ce ne voglia chi ci legge, è un nostro modo un po’ infantile, forse, di comunicare/comunicarci che i semi producono frutti, che ciò per cui si lavora, poi, alla fine paga. Certo questo non vuol dire che abbiamo una corsia preferenziale, anche noi, come tutti, procediamo un passo dopo l’altro, cercando di fare il meglio che possiamo, quando possiamo, lottando per superare le difficoltà che la Vita e, a volte noi stessi, ci creiamo. Però, c’è un però, viviamo con la coscienza di dare un senso alla nostra vita, aderire alla Schola del Kremmerz è un po’ come avere la possibilità, tutti i giorni, di salire su una scala e guardare la nostra vita dall’alto, ci permette di attuare un cambio di prospettiva che ci aiuta a ridimensionare i problemi e noi stessi e di guardare un tantinello più in là. Ecco se mi dovessero chiedere cos’è la provvidenza per me, direi che è la possibilità di salire su quella scala

    m_rosa
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    Scienza con la S maiuscola o scienza con la s minuscola, comincio a pensare che non ci sia una graduatoria, ne’ un ordine di importanza, mi viene in mente il Maestro Kremmerz quando parla dell’unità dell’esistente o della “non separabilita’ delle cose”
    “Una pianta in un prato, -Egli dice- un cane che corre nella via che confina e si allontana dal prato sono cose separate apparentemente. Nel momento che guardiamo Noi dimentichiamo che cane e pianta respirano la stessa aria e toccano la stessa terra. Noi stessi che osserviamo tocchiamo la stessa terra e respiriamo la stessa aria e dimentichiamo di essere parte congiunta e continua della visione esteriore”
    E mi viene, anche, di avvicinare questa frase ad una di Einstein che dice: “L’essere umano è una parte di quel tutto che noi chiamiamo “Universo”, una parte limitata nello spazio e nel tempo. L’uomo sperimenta sé stesso, i suoi pensieri e i suoi sentimenti scissi dal resto — una sorta di illusione ottica della propria coscienza. Lo sforzo per liberarsi di questa illusione è l’unico scopo di un’autentica religione. Non per alimentare l’illusione ma per cercare di superarla: questa è la strada per conseguire quella misura raggiungibile della pace della mente.”
    Al di là delle strade per raggiungerla, e delle aspettative individuali, mi sembra che la meta sia la medesima per tutto e tutti, prendere coscienza, nella carne oltre che nella mente, della non separabilita’ delle cose.
    Per questo il nosce te ipsum dei latini è anche elemento fondante della nostra Schola, infatti se dal caos indistinto si è sviluppata una tendenza alla separazione che ha portato all’ordine dell’universo, allora, più riusciamo a conoscere noi stessi e a riconoscere in noi la Forza Evolutiva dell’Universo, più riusciamo a percepirci parte di questo universo. Un po’ come con la via lattea, la guardiamo e sembra lontanissima, facciamo fatica a capire che anche noi ci stiamo dentro!

    m_rosa
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    Oltre a riscoprire, in queste due giornate di studio spezzine, i tanti, ricchi e corposi contenuti, risultato di quei lavori di equipe che sono stati i quaderni delle cinque Accademie ortodosse della S.P.H.C.I., il pensiero che mi è affiorato alla coscienza per primo è stato che finalmente la “Magia” ha assunto il ruolo che le compete, scienza tra le scienze.
    Forse mi illudo, ma mi sembra che sia arrivato a compimento quel processo di divulgazione iniziato più di cento anni fa dal Maestro Kremmerz e al quale ha contribuito non poco, battendosi sempre strenuamente, superando mille ostacoli e senza mai risparmiarsi, il nostro attuale Maestro e Delegato Generale. Grazie e ad maiora!

    m_rosa
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    In risposta al post di Raffaella voglio portare la mia testimonianza su come le attività, tutte le attività, organizzate dalla S.P.H.C.I. negli anni, anzi nei decenni, hanno sempre contribuito a modificare in un senso accrescitivo la consapevolezza su me stessa e sulla realtà intorno a me.
    E questo è stato possibile perché la finalità di ogni convegno, seminario, presentazione o esperienza naturalistica, al di là delle varie forme contingenti che ha assunto nel tempo e nello spazio, è stata, e’, e sarà sempre e solo quella di apportare Bene a tutti coloro che vi hanno partecipato. Questo mi sento di affermare in tutta onestà e con quel briciolo di consapevolezza che negli anni di operatività miriamica ho acquisito.
    Dunque aspettiamoci pure tanto da questo prossimo incontro che ci vede coinvolti tutti in prima persona perché tutti, chi un modo chi in un altro, abbiamo contribuito alla sua realizzazione.

    m_rosa
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    in risposta a: Eventi e Segnalazioni #11262

    Trovo che sia lodevole, come nel caso di Garrulo, cercare di declinare in senso pratico e in riferimento al proprio vissuto personale, quelle che sono le indicazioni, in questo caso della Pragmatica Fondamentale. Questo modo di procedere deve prendere le distanze, secondo me, dall’egocentrismo che ci contraddistingue come esseri umani figli di una cultura patriarcale e antropocentrica, proprio per evitare l’errore di voler “piegare” ai nostri limitati interessi ciò che per sua natura non è imbrigliabile, ma deve seguire invece la via pratica del buon senso, del procedere un passo dopo l’altro sperimentando nel proprio vivere quotidiano modalità sempre nuove, sempre un pochettino più in linea con quella che è una Energia che lungi dal poter dominare e usare a proprio vantaggio, va accarezzata e delicatamente amata, per potersi anche solo avvicinare alla sua ombra.

    m_rosa
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    Anche io mi sento di testimoniare l’estrema utilità dei corsi on line.
    Devo dire che, oltre che per riprendere in mano materiale che, come dice Bell abbiamo accumulato nelle nostre librerie nel corso dei molti anni di vita miriamica, servono anche per innescare una riflessione su noi stessi sul nostro modo di essere e di porci, sui preconcetti che ci portiamo dentro, su come molto spesso (parlo per me) si sia autoindulgenti e di come sia difficile, alla prova dei fatti, essere impersonali cioè “non metterci del proprio” e capire che anche le cose giuste, se non servono possono diventare sbagliate.

    m_rosa
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    …morso, che collega, che genera, che trasforma…come quello che congiunge i serpenti nel simbolo dell’Accademia Giuliana. Per chi fosse interessato all’argomento, consiglio la lettura del Quaderno dell’Accademia Giuliana, tra l’altro distribuito gratuitamente dalla S.P.H.C.I. Ricambio gli auguri.

    m_rosa
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    Un altro ciclo si è concluso, portandoci una cornucopia ricca di frutti che abbiamo “assaporato” sia in senso figurato che non, nell’Agape appena trascorsa. Tutti siamo tornati a casa ben nutriti, con quel senso di appagamento che si ha, appunto, dopo un buon pasto, ma, nel caso nostro, che non riguarda solo lo stomaco, ma tutto il nostro essere, una sorta di pacificazione dello spirito, uno stato di “grazia” che come ci ha spiegato il Maestro, è si, una pacificazione, ma attiva, che innesca un fermento interiore. Ed è proprio questo fermento interiore che non dobbiamo lasciar spegnere e che dobbiamo incanalare verso mete più pure, che ci deve spingere a lavorare indefessamente per il Bene, a restituire gratis, così come gratis abbiamo ricevuto. E dunque tornano due termini ricorrenti in questo plenilunio: grazia e gratis; sono due parole legate a doppio filo, non solo per la medesima etimologia ( gratiis=abl. pl. di gratia) ma anche per il senso profondo, gratis, infatti, vuol dire non pretendere niente in cambio e, lo stato di grazia, credo che lo si ottenga solo aprendosi a una dimensione d’amore più vasta, che superi i limiti del proprio io egocentrico e dunque senza pretendere nulla in cambio. Spero e credo con tutto il cuore che ognuno di noi possa fare un passo avanti nel cammino evolutivo.

    m_rosa
    Partecipante
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    Nella Pragmatica Fondamentale l’Agape, la cui etimologia deriva dal greco e significa “amore”(fraterno, altruistico), è indicata come “festa annuale, con un pranzo rituale collettivo”. Secondo il Vocabolario Treccani della Lingua Italiana il termine agape si riferisce al banchetto sacro a cui partecipavano i primi cristiani di Gerusalemme “in stretta comunione tra loro e in grande allegrezza” un pasto, dunque, che commemorando l’eucarestia stringeva vincoli di fratellanza nell’intera comunità. Da questa piccola minimale ricerca si evincono alcuni elementi importanti: uno, la tipologia di Amore a cui ci si riferisce: è un tipo di sentimento che, in qualche modo, supera le altre due accezioni di amore dei greci, quella di Eros ( amore per il proprio partner) e Philos (amore di fraterna amicizia), due, che è concetto legato a sentimenti positivi di “festa” e “allegrezza” e tre che è legato a un pasto condiviso.
    Dunque, se dicessimo che l’Agape è un atto gioioso di condivisione di Cibo che veicola Amore che lega sempre più profondamente tutti i partecipanti all’Idea di Bene rappresentata su questa terra dalla Grande Miriam, ci avvicineremmo al suo significato? E soprattutto ci aiuterebbe a viverlo in modo naturale come qualunque altro atto creativo che la Vita genera?

    m_rosa
    Partecipante
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    Sono così favorevolmente colpita da questo video da essere rimasta senza parole
    Mi sembra perfetta la sintonia ritmica tra immagini, suoni, parole e contenuti che attraverso la vista e l’udito arriva direttamente al cuore lasciandovi un senso di antica nostalgia….e il desiderio, concreto e pratico, di iniziare un cammino di maggiore penetrazione delle nostre cose. Grazie

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Dopo qualche difficoltà iniziale nell’entrare (dovuta al fatto che non cancellavo le finestrelle di spiegazione che si aprono all’inizio, sigh!) ho potuto navigare nelle acque del nuovo sito e devo dire che il mare, pur nascondendo dei fondali abissali, permette di muoversi facilmente e in tutta tranquillità. Fuor da metafora trovo che i contenuti profondi espressi in queste pagine, siano presentati in modo molto diretto e semplice da esplorare, senza, per questo, togliere la libertà di fare qualche immersione a chi non si accontenta solo dello snorkley! Scusate, ci sono ricaduta!
    Ringrazio la Direzione per, ancora una volta, essersi resa tramite attivo della Volontà del Maestro Kremmerz che, grazie ai Suoi Preposti, continua a seguirci sempre da molto vicino

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