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  • m_rosa
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    Oggi, mentre tornavo a casa ho visto, proprio nel mio cortile, sotto uno sportelleto di ferro arrugginito, lo zoccoletto del muro parzialmente divelto da… alcune bellissime piante di violette. Mi sono subito affrettata a fare una foto ma, purtroppo, non credo di potervela postare (o almeno non saprei come fare). Beh! questa immagine mi ha colpito e mi ha fatto venire in mente quel verso di una bellissima canzone di Vecchioni che dice “la Vita è così forte che attraversa i muri per farsi vedere”. E allora ho pensato che se delle semplici piante di violette, così apparentemente fragili, riescono a scalzare un muro, vuol dire che la Vita, e in questo momento dell’anno in particolar modo, riesce veramente a compiere qualsiasi miracolo! E, sarà pure banale, ma non posso non fare una analogia con il rito che stiamo compiendo: la Vita in tutta la sua forza, in tutto il suo splendore e in tutta la sua luce, per legge di natura, deve attraversare pure noi, sgretolare i muri e “farsi vedere”, come direbbe il poeta.

    m_rosa
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    In questo periodo di pre Kons in cui la tensione è alle stelle (…), le uniche parole che si possono ascoltare sono quelle Magistrali che ci riportano alla concretezza di ciò che stiamo per intraprendere. Grazie anche a te Lucis_fero.

    m_rosa
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    Grazie Marypru per averci rammentato questi bellissimi versi, finalmente Primavera, finalmente Rito di K. Auguri!

    m_rosa
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    Hai veramente ragione caro Lucis_fero e il Rito che ci apprestiamo a fare proprio a questo serve, è la Forza che trasformerà le nostre gemme, che al momento, nn so se hai notato, cominciano ad abbozzassi sui rami ancora spogli, in fiori meravigliosi

    m_rosa
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    Forse aver bisogno del bicchiere d’acqua o quel che sia, per attivare il percorso di guarigione ha a che fare con il processo dell’oggettivazione, letteralmente intesa come rendere oggetto; infatti così come, nel momento in cui oggettiviamo con Chi di dovere un nostro pensiero, una nostra intuizione, per il solo fatto di tirarlo fuori in una forma compiuta e comprensibile anche per chi ci ascolta, lo rendiamo concreto, così avere un oggetto sul quale indirizzare la nostra Volontà guaritrice, in qualche modo concretizza, quindi oggettivizza tale Volonta tanto da renderla fruibile per chi la utilizza. Certamente noi miriamici abbiamo anche altri, e più sottili modi per indirizzare la Forza Terapeutica che dal Centro promana.

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 1 mese fa da m_rosa.
    m_rosa
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    A me è venuto in mente quando dopo uno spavento diamo da bere un bicchiere d’acqua, che veramente calma, o quando diamo un bacino sulla “bua” di un bambino, che veramente fa passare il dolore.
    Io credo che nel caso dell’esperimento sia l’intenzionalita’ data al placebo renderlo efficace,mentre nella Medicina Ermetica ci si aggiunge la Volontà che con coscienza e conoscenza imprime al medicamento quel quid che permette di trasformarlo in farmaco.

    m_rosa
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    Una bella notizia da condividere con tutti coloro che frequentano questo forum e ai quali sta a cuore la Salute in tutte le sue declinazioni: la Rivista delle Scienze degli Stati Uniti pubblica la notizia che è stata scoperta da tre scienziati, di cui due italiani, la proteina che permette ai tumori di crescere, conoscerla permetterà di bloccare i “macrofagi” cellule del sistema immunitario che lavorano nella prolificazione dei tumori. E vai!

    m_rosa
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    in risposta a: Il Silenzio #12487

    A proposito del silenzio e del suono dei tamburi, mi sovviene quanto, tempo fa, mi aveva spiegato un fraterno amico che si occupava di suonoterapia utilizzando le campane tibetane.
    Innanzitutto la suonoterapia, a differenza della musicoterapia utilizza il suono per sé, senza la sovrastrutturazione armonica, melodica e ritmica della musica. Parte dal presupposto che il suono è un fenomeno fisico, in grado di attraversare gli oggetti che incontra e entrando in risonanza con essi e, siccome tutto ciò che esiste in natura è in uno stato di vibrazione, comprese le cellule e gli atomi del nostro corpo, il suono, o meglio, la vibrazione pura di queste campane, riuscirebbe a riequilibrare, anzi riarmonizzare, eventuali stati patologici che creano dissonanze e squilibri nelle vibrazioni interiori. Interessante notare come questa terapia si può attuare con vari strumenti tra cui i tamburi e la voce, e noi sul potere della voce ne sappiamo qualcosa!!!

    m_rosa
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    I Corsi on Line, secondo me, hanno una funzionalità enorme, non solo sono propedeutici ad un graduale avvicinamento alla Schola per coloro che cercano, ma sono utili anche a noi che nella Schola ci siamo già.
    Mi è capitato di verificare nella pratica come gli argomenti ivi trattati siano quelli che interessano di più le persone che si avvicinano, ma, può capitare che queste persone non siano, almeno all’inizio, interessate a iscriversi, però se noi siamo sufficientemente edotti su quei contenuti, saremo anche in grado, dando le risposte o gli input adeguati, di aiutarli a superare le resistenze ed aiutarli ad avvicinarsi alla Compagine Miriamica.

    m_rosa
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    È vero Catulla, la parola corre sempre il rischio di essere fraintesa, però è pur vero che l’esercizio di “ricostruire l’idea” e trasmetterla con le parole, ci permette di poterla oggettivare, quell’idea, perché solo così possiamo essere certi che la sensazione, la comprensione diretta e viscerale che possiamo provare rispetto a determinati eventi non rimanga invischiata in una forma soggettiva e quindi personalistica di conoscenza, che, detto tra noi, potrebbe anche essere incompleta o non vera, ma, invece possa ricevere conferma da Chi ne abbia le facoltà.

    m_rosa
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    La frase di Bruno, riportata da Mandragola, mi fa pensare al potere della visualizzazione o meglio della Immaginazione Ermetica, secondo cui la volontà, fecondando il pensiero, lo dinamizza rendendolo idoneo a creare, di cui il M. Kremmerz nelle sue opere parla ripetutamente, così come se ne parla anche sul nostro sito e, molto specificatamente nell’area riservata. Per tutti gli iscritti mi permetto anche di ricordare le Dispense dove c’è una spiegazione delle quattro tipologie di immaginazione, data direttamente dalla Delegazione Generale, veramente chiarificatrice

    m_rosa
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    La danza del Satiro mi riporta alla memoria un’esperienza che abbiamo fatto in occasione del convegno “Cento anni di Pragmatica Fondamentale” tenutosi a Vico Equense (Napoli) nel 2010 per celebrare il centenario dello Statuto della S.P.H.C.I. quando abbiamo assistito alll’esibizione di un ballerino che ci ha dato un assaggio di danze dervisce attraverso le quali, con la rotazione sul proprio asse corporeo, si arriva a perdere la propria individualità e, superando i propri confini, a uniformarsi ai ritmi dell’Universo. Mi rendo conto come, con e nella Miriam, siamo tutti cresciuti.

    m_rosa
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    Il post di Tenaquilla mi ricorda una esperienza di qualche tempo fa.
    Quante volte avevo sentito, o meglio, letto, la frase “estasi dionisiaca” ebbene quando nella realtà mi sono trovata di fronte al “Satiro Danzante” di Mazara del Vallo, qualcosa è scattato dentro di me e quella condizione è uscita fuori da un confine più o meno immaginifico per diventare reale e concreta.
    Si tratta di una statua in bronzo (di dimensioni un po’ superiori a quelle umane) raffigurante un satiro danzante che poggia sulla gamba destra (parzialmente mancante) mentre la sinistra è piegata indietro in una posizione gentile ed aerea, mancano le braccia che, se ci si rifà alla stessa immagine immortalata (mi sembra) in un bassorilievo, avrebbero dovuto impugnare, probabilmente, il tirso e il calice simboli del culto dionisiaco. Ma la cosa più strabiliante è il volto, che conserva, intatti, gli occhi di alabastro, i capelli sospesi nel vortice delle danze e la bocca semiaperta, ebbene quella è l’immagine fissata per sempre, oltre i limiti spazio temporali, di un essere che si è realmente ricongiunto al suo Dio, in una forma di estasi mistica.

    m_rosa
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    Un altro luogo dove ho percepito “ le vibrazioni arcaiche” di cui parlava Corolla, è stato un luogo ricco di magia naturale, mi riferisco a quello che dal medioevo in poi fu definito “il castello di Venere” ad Erice, luogo frequentato dalle popolazioni locali fin dalla preistoria come attestano vari reperti rinvenuti nell’area e, a partire dall’età Arcaica (VII-VI sec.a.C.) così come testimoniato dalle fonti storiche e soprattutto da alcune iscrizioni ritrovate ad Erice, il sito fu sede di un santuario dedicato al culto di divinità femminili della fecondità (sono state trovate dediche in fenicio ad Astarte, in greco ad Afrodite e in latino a Venere). La notorietà del santuario nel quale si praticava la prostituzione sacra così come in altri coevi santuari sparsi lungo le principali rotte marittime del Mediterraneo, si accrebbe dopo la conquista della Sicilia da parte dei Romani nel III secolo a.C. che identificarono la dea con Venere portando il suo culto anche a Roma dove furono dedicati due templi a Venere Ericina.
    Or bene, al di là delle notizie storiche quello che mi ha colpito in quel posto, così per come era concepito, uno spazio pianeggiante vagamente circolare sulla sommità di uno sperone di roccia a strapiombo sul mare quasi sospeso nell’aria in bilico tra cielo terra e acqua, dedicato all’Amore, è che anche oggi, seppur con solo poche pietre rimaste, è ancora e sempre lì a celebrare lo ierosgamos sacro in cui tutti gli elementi si incontrano e unificano in un atto creativo infinito “perché ciò che presiede alla fusione delle sostanze di natura separata è principio femminile cui si dette nome Amore negli esseri a forma umana” E per un attimo un sorriso, dalle profondità del mare, è affiorato alle mie labbra…

    m_rosa
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    Credo che sia di straordinaria importanza la notizia che a Trento è stata perfezionata una molecola (?) in grado di recidere perfettamente sezioni del Dna malato senza intaccarne altre. Mi perdonino i medici, per la spiegazione maccheronica e imprecisa ma quello che mi preme esprimere e condividere con tutti voi è la gioia per un nuovo passo avanti dell’umanità nella cura delle malattie e quindi nella Salute e quindi nella Luce. Ad maiora!

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