L. J. Aniel

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  • L. J. Aniel
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    Carissime Sorelle,

    anche se tutto l’anno dovrebbe essere celebrata la festa della donna, custode della Vita, il mondo profano non ha saputo che dedicarvi un giorno. Per noi è l’occasione di ricordare che solo la donna possiede una parte incontaminata della propria astralità, che trascende la dimensione fisica e che è necessaria agli uomini per ricongiungersi con la Luce divina. Ella è pertanto indispensabile all’ascesi. Rileggetevi le vite degli autentici iniziati, e persino dei rari, autentici santi, e troverete sempre, dietro a singole individualità, una coppia che insieme realizza l’androgine. Sono dunque ben lieto di rinnovare a tutte voi, alla D+G+ e alla Myr+ i miei più cari pensieri e auguri: “O Devî, la liberazione senza la conoscenza della Shakti è una semplice burla!” (Tantratattva 1,225).

    ● L.J. Aniel

    L. J. Aniel
    Partecipante
    Post totali: 7

    Carissimi,
    certamente i cicli indicati sono importanti, ma essi rivestono un interesse per l’umanità nel suo insieme, e su tempi molto lunghi: non si può dunque pensare di averne un riscontro immediato. La sola riflessione che possiamo fare è forse legata al senso da dare al vaglio dell’oro interiore a cui quest’ultimo anno ci ha sottoposti e alle conseguenze che ciò ha portato in termini di consapevolezza personale e di scelte eventuali.
    Per l’astrologia classica è significativo che tale congiunzione avvenga in Acquario, perché è il segno che l’età dell’oro o dell’Acquario (Saturno re del Lazio primitivo e padre dell’agricoltura, non Saturno-Crono del Capicorno) – benché astronomicamente non sia ancora iniziata – fa avvertire le proprie premesse. Ciò comporterà la distruzione delle forme vetuste e prive di vita in cui siamo stati incardinati per secoli, a vantaggio dell’affermazione dell’individuo che, autonomamente, liberamente e consapevolmente si riconnette con lo Spirito, magari condividendo il cammino con chi fa altrettanto, ma sempre basandosi sulle sole proprie forze. Ciò deve darci un senso di grande responsabilità personale: appartenere a una Fratellanza significa essere un insieme di personalità autonome, libere, intelligenti, impegnate e serene; non cercare il gruppo per scaricarsi dei propri pesi. Con fiducia in se stessi, ma senza orgoglio, ciascuno farà il proprio pezzo di cammino, e se inciamperà potrà sempre contare sull’aiuto di mille mani che si tenderanno per aiutarlo.
    Con i miei migliori saluti e auguri,
    L.J.A.

    L. J. Aniel
    Partecipante
    Post totali: 7

    Gentile Pier, nel ringraziarla anch’io del suo messaggio, confermo per esperienza diretta quanto da lei affermato. Siamo in una fase delicata di transizione, che come pare probabile culminerà tra due anni, e che auspicabilmente dovrebbe portare a un nuovo ciclo di esistenza per la nostra Schola. Abbiamo l’esempio di tante persone che per lo più in buona fede si sono dedicate al cammino, facendo le scelte che hanno ritenuto necessarie secondo il loro punto di vista, e di tale integrità dobbiamo senz’altro dare loro atto. Al tempo stesso, nel difendere il patrimonio del Maestro Kremm-Erz ereditato da ognuno, le divisioni, le polemiche, gli argomenti ad personam che sono stati usati hanno fatto molto male, ai protagonisti di questa storia come alla Fratellanza tutta, dal momento che diversi ricercatori si sono allontanati, disturbati proprio da tale confusione. Se vogliamo pensare a un futuro occorre partire dal poco, che è già tantissimo. Anticipando i tempi, il Maestro Kremm-Erz non fondò una nuova religione o un movimento magico di massa, veicoli appartenenti alla morente età dei Pesci, e superò la prospettiva chiusa degli Ordini nati tra sette e ottocento, fondando, a ciò delegato, una Schola, ovvero una struttura che conservasse e trasmettesse gli strumenti per l’ascenso. Ai singoli era ed è lasciata l’assunzione di responsabilità che corrisponde a occuparsi attivamente della propria evoluzione, riversando in un contenitore collettivo soltanto quel che di più e di meglio si ottenga, all’unico fine della salus infirmorum. Come ho già scritto in altre sedi, se si vuole davvero lavorare nella tradizione del Maestro Kremm-Erz (come in ogni altra tradizione), il minimo che si possa fare è partire da testi e istruzioni originali, non moderni, trascritti erroneamente o inventati, né da fotocopie di manoscritti presumibilmente antichi, che spesso finiscono per essere falsi. Di lì, con un corredo completo, si può iniziare. Senza personalismi, senza dinamiche puramente umane, ciascuno fa il proprio cammino, poiché ognuno individualmente deve conquistarsi le proprie realizzazioni, senza peraltro essere indifferente al cammino dei propri Fratelli e Sorelle. Chissà che un giorno non ci si possa sedere tutti attorno a un tavolo e condividere in un’Agape fraterna questi semplici ideali… Con i miei fraterni auguri, L.J.A.

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