Kohan Peter

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  • Kohan Peter
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    Mi sono ricordato, leggendo questa storia, che da bambino, un giorno, piansi a dirotto per un corallo che avevo accidentalmente rotto e da cui ero così tanto attratto. Piansi perché mia madre, per il fatto che lo avevo rotto e forse per punirmi, lo gettò via. Ma la verità, che solo io conoscevo, è che piansi in quel modo perché credevo che, nonostante fosse divenuto a contatto con l’aria così duro, potesse essere in realtà vivo dentro…

    È la vita la cosa che passa più inosservata e che forse ha il valore, o dovrebbe almeno assumerlo, più grande di tutto.

    Sentire, dentro di sé, qualcosa che si forma e nasce, venendo fuori da sé, alla vita fa di certo pensare.

    Da bambino ero innamorato anche della Luna, che mi faceva compagnia come un Testimone così vicino e come davanti a noi, a cui si poteva dir tutto ed assisteva imperturbata a tutto, anche gli avvenimenti più nascosti o tenuti segreti.

    Per tutto questo vedo la storia illustrata nel thread come occasione eccezionale per riflettere sul senso della vita, della Natura e dell’esistenza:
    la prima, data così tanto per scontata, non amata e vilipesa; la seconda, ignorata, abusata, sfruttata e meccanicizzata o strumentalizzata; la terza, ridicolizzata, bestializzata, cristallizzata… Come sulla Luna senza atmosfera, congelata.

    L’atmosfera, centro probabile della questione, nell’esistenza – terrestre – la facciamo noi tutti…

    Kohan Peter
    Partecipante
    Post totali: 21

    La Magia è, a mio sentire, Arte… Ma, come vale per ogni mezzo di comunicazione, ricercando significati e significanti, utilizza i Segni e i Simboli come strumenti per il risveglio/lume dell’anima e quanto vi è/vi fosse in Essa sopito, dimenticato, scollegato… O persino sradicato.

    L’uomo contemporaneo parla di Storia, ma ne ignora i misteri che avvolgono le sue e nostre origini.
    Legge ed indaga la realtà alla luce di ciò a cui porta una sua ricostruzione meccanica esterna.
    Non ne conosce il Cuore e non ne possiede la Chiave interni, che per me costituiscono il mezzo di lettura e comunicazione della Magia per l’esistenza.

    La società materialistica moderna e postmoderna possiede, ai miei occhi, una scienza ed una religiosità che hanno perduto il contatto con le cose e con il sé.
    Guardano, ma non vedono; ascoltano, ma non sentono; toccano, ma non percepiscono; comunicano, ma non acquisiscono; amano, ma restano soli, imvolucri vuoti.

    La Magia, per me, è Arte che penetra, lega e trasforma tutte le cose, avendo autorità e prendendo responsabilità dirette su di esse… Opera consapevolmente e volitivamente nel visibile e nell’invisibile.

    Chi dorme ne “subirà” l’effetto, no di certo sarà la causa… all’interno d’una vita marginale, apparente, limitata e puramente esteriore “di effetto”; non produrrà alcun frutto vitale.

    Kohan Peter
    Partecipante
    Post totali: 21

    In effetti solo una precisazione dell’uso di termini e aspetti di ambito religioso… Immacolata concezione sta per colei che è stata concepita immacolata, cioè al di fuori del condizionamento del Peccato, come lo fu anche la Eva originale prima della Caduta dallo stato e condizione di Eden.

    Ricambio tutti i saluti, cogliendo l’occasione, con cuore sincero.

    Vorrei continuare a fissare lo sguardo al principio di unità, che ci accomuna, restando in linea con la discussione del thread.

    Nessuno può prescindere dall’altro o da qualsiasi cosa, che ne sia cosciente o no. Questo è logico, al di là anche di tutte le dimostrazioni in linguaggio filosofico, quindi non credo sia necessario ribadire i diversi concetti sull’argomento e lo darò, in tal caso, per scontato…

    Ma noi ne siamo realmente consapevoli?

    Nel momento in cui la questione interessa il concepimento è sicuramente più facile comprenderlo o meglio percepirlo, sentire come parte di sé. Eppure questo dovrebbe avvenire anche in una unione matrimoniale, di amicizia, fraterna… Per l’aria che unitamente respiriamo, la luce che ci riscalda e illumina, il cibo è la carne fisica che condividiamo, lo spirito di vita, sapienza e intelligenza che ci anima e ci rende per-sonar (persona).
    Tutto intorno a noi è legato da un filo invisibile, ma attenzione… questo filo si chiama: Amore (non proprio o egoistico o personale, ma universale).

    Lavorare per sentire, non solo prendere tra virgolette “coscienza” di questo, è credo nostra incombenza verso il mondo, nostro compito e obiettivo comune.

    Non deve restare e non è fatto per rimanere nelle tenebre questo mondo, ma per tornare alla Luce.

    Mi chiedo e chiedo allora: diciamo questo perché lo sappiamo, perché lo facciamo, o perché lo viviamo…? Se lo viviamo senza sentirlo sarebbe come una persona che vive al buio e all’oscuro dei propri sensi. Anch’essi, se scollegati da tutto il resto, esistono nell’oscurità, prigionia e illusione di sé.

    Kohan Peter
    Partecipante
    Post totali: 21
    in risposta a: Le Dee Regali #13688

    Desidero fare una breve riflessione…

    Credo che l’Amore con l’iniziale maiuscola – ovvero Regale – non consista in un esercizio di “possesso”, ma di “donazione” autentica. Quando non sia “terreno”, come attributo ottenuto per conquista, ma “celeste”, quindi elargito senza averne ritorno alcuno, ma che va poi piuttosto meritato.
    Pensare alla Regalità come ad un attributo sessuale o, peggio, sessista (che sia elaborato al maschile o al femminile), credo finirebbe infine per vili-penderlo o renderlo in altri termini centrato sul “Sé”, invece che sull'”Altro”.
    Sottile distinzione evidenziata, ad esempio, in Cristo: la Parola incarnata che, annullando/spogliando Se Stessa, dà la Vita per il mondo (perduto in/nel “sé”).
    Probabilmente come fu cadere dallo stato di Eden: accentrarsi sul sé, sopravvalutandolo, per rimanere invinghiati nell’uovo o involucro spermatico, invece di sacrificarsi morendo al sé apparente/liberando il vero Sé per rinascere, in una sorta di brodo prebiotico, alla Vita universa di fuori? 🌱
    La Regalità Originale, ai miei occhi assomiglia più ad una Elezione, data dall’Alto, che come una pretesa su attributo innato, autospettante, proprio dell’essere.

    Kohan Peter
    Partecipante
    Post totali: 21

    Il Natale credo sia un buon punto di partenza e in fondo è l’occasione e la scintilla di ri-Nascita in ogni persona:

    senza unione non c’è incontro, né cuore e quindi amore… Le cose, e gli altri, restano irrimediabilmente fuori di noi.

    Vale lo stesso paradosso nella dicotomia nascita-morte: se la prima guiderà la propria vita, la seconda si configurerà alla prima; o viceversa…

    AUGURI DI CUORE!

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