guglielmo tell

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  • guglielmo tell
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    una barzelletta ermetica (tratta dalla scienza dei Magi)

    Un ricco ebreo passeggiava nel suo giardino e accortamente ghermì un uccellino per la coda.
    Ma la sua meraviglia fu grande quando sentì che l’uccellino parlava e gli diceva:
    — Potente signore, lascia ad un povero uccellino la libertà e la vita; a che cosa io ti posso servire? Non sono bello per le mie piume, non canto armoniosamente, non valgo neanche per un buon boccone perché sono magro… Deh! lasciami, che se mi lasci io ti dirò tre massime che formano la scienza di tutti i tempi.
    — Ebbene, disse l’ebreo, se è così, dimmi le tre massime e io ti darò la libertà.
    — Eccoti servito — rispose l’uccello — se vuoi non esser pazzo ricordati di queste tre cose:
    1.° non PENSARE MAI A QUELLO CHE É PASSATO E CHE NON TORNA PIÙ.

    2.° non DESIDERARE QUELLO CHE NON PUOI AVERE.
    3.° non CREDERE ALLE COSE IMPOSSIBILI.
    —Bravo! disse l’ebreo, le tre massime mi piacciono, e mantengo la promessa.
    Apri la mano e l’uccellino volò via.
    Ma appena posato su di un albero, cominciò a ridere pazzamente,
    L’ebreo sconcertato gli domandò:
    — Uccellino, perché ridi?
    — Rido perché c’è da piangere sulla debolezza della ragione umana. Tutti gli uomini hanno la superbia della ragione e per questo deviano dalla verità e perdono tutto.
    Ed a qual proposito dici ciò?
    — Dico ciò perché mi hai concesso a buon mercato la libertà e seguendo la tua ragione hai perduto un tesoro, perché è vero che io non ho belle penne, è vero che io non ho un bel canto e non sono un buon boccone; ma se tu avessi aperto il mio ventre vi avresti trovato un brillante grosso tre volte un uovo di gallina e saresti il più ricco della terra.
    L’ebreo restò stupito. Indi disse:
    — Ma sciocco sei tu che preferisci la tua libertà alla tiepida stanza in cui ti avrei messo e ti metterei, con erbe sempre fresche e grano sceltissimo… perché non vieni?
    Ma l’uccello continuò a ridere e disse:
    — Voi altri uomini sapienti non dovete mai dimenticare ciò che avete appreso, e mai la ragione dovete offuscare con il desiderio. Sono passati appena pochi istanti e ti ho dato tre massime ed ora le hai già dimenticate? Ti ho detto non pensare alle cose passate, e tu ci pensi. Non desiderare ciò che non puoi avere e tu scioccamente desideri che io venga a farmi squartare. Non credere alle cose impossibili, e tu credi che il mio corpicino racchiuda un brillante più grosso del mio corpo.
    Così ridendo si allontanò e l’ebreo restò per la seconda volta compreso di meraviglia.

    guglielmo tell
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    quindi caro ippogrifo11, potremmo capire che quell’iniziando era un iniziato, perche’ non ha ascoltato cio’ che gli suggeriva la corrente profana di rispondere, ma il suo “ipse dixit”…
    questo invito alla leggerezza mi fa pensare al matto dei tarocchi, che anche nello scritto di kremmerz me lo figuro come uno che ride sempre, e che nella realta’ delle corti facendo ridere faceva passare delle verita’ scomode che altri non potevan permettersi di dire per non farsi tagliare la testa..
    un caro saluto a tutti

    guglielmo tell
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    ed intanto nella cultura di massa si diffonde sempre piu’ il valore del digiuno..

    guglielmo tell
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    scoperto all’universita’ magna grecia il gene della rigenerazione del cuore

    guglielmo tell
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    in risposta a: Eventi e Segnalazioni #13118

    molto interessante, mara329

    guglielmo tell
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    licini, artista marchigiano dei sibilillini di cui tratta anche il libro delle edizioni miriamiche errante erotica eretica.

    guglielmo tell
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    Tra i luoghi in cui ho sentito della magia, c’è n’è uno vicino casa mia: si tratta di vysehrad, resti di una fortezza che si trovano su una collina che si affaccia sulla Moldava, il fiume che attraversa Praga. Si tratta di un posto che sento magnetico ma a cui la tradizione popolare pure attribuisce qualcosa, se oltre alle leggende vi è ai suoi piedi un ospedale molto ricercato dalle partorienti. Inoltre é un luogo associato alle origini mitiche di Praga ed ad una tradizione del femminile che in qualche modo sopravvive se è vero che la protagonista della storia che seguirà, la regina Libuse figlia di una ninfa e chiaroveggente, nonché principessa che si sceglie il marito nel popolo, è ricordata in un opera lirica nazionale che si rappresenta ogni anno (vedasi anche il film the pagan Queen). ma ecco la storia:
    un giorno Přemysl e Libuše camminavano insieme al loro seguito sugli spalti del vecchio palazzo di Libusín. Era sera: il sole si stava abbassando sui boschi lontani, che tutto intorno avevano lasciato il posto ai campi coltivati e ai villaggi, e l’ombra del castello cadeva alle spalle del fiume. Libuše si volse verso le ombre azzurre e tiepide della notte che avanzava e all’improvviso un gran silenzio s’impossessò di tutte le cose della terra e dell’aria. Nessuno del loro seguito aprì bocca: il vento trattene il fiato e gli uccelli che avevano cantato fino a quel momento, ammutolirono nelle chiome degli alberi. Libuše levò un braccio, e come toccando qualcosa in lontananza, mosse delicatamente le dita e disse:

    Vedo una città
    che sarà illustre nel mondo
    e la cui gloria raggiunge le stelle.
    Questo luogo è celato nelle profondità dei boschi,
    a nord lo protegge la valle del Brusnice,
    a sud una grande montagna rocciosa.
    La Moldava si apre la strada sotto le sue pendici.
    Costruite questa città, ve l’ordino,
    là dove io vi indicherò.
    Sulla Moldava, sotto Petřín,
    un falegname fabbrichi con il figlio una soglia;
    e per questa soglia chiamate la città Praga.
    I popoli, seppur forti come leoni,
    curveranno la testa davanti a questa soglia
    per averla salva.
    Così la mia città
    avrà lode e gloria.

    Přemysl e i suoi uomini guardarono in quella direzione, ma videro solo la notte che avanzava. Poi lo spirito divinatorio abbandonò Libuše e il bagliore negli occhi si spense. E quando fu mattino, Libuše chiamò i capotribù dei vari distretti e li mandò nella direzione indicata con la raccomandazione di fermarsi dove avrebbero trovato un uomo che faceva buon uso dei denti.

    I messi giunsero in un luogo chiamato Petřín, a nord del Vyšehrad, sulla Moldava, e qui trovarono un contadino e suo figlio che tagliavano un albero con una sega. Essi giudicarono che il contadino stesse appunto facendo buon uso dei denti della sega. In quel luogo sorse una grande fortezza, e un villaggio sotto la fortezza, che poi si sarebbe allargato fino a diventare la capitale del popolo cèco, e, giacché con l’albero che stava tagliando il contadino intendeva fare una soglia [prah], la città che vi sorse si chiamò Praga [Praha].
    La storia completa è
    http://bifrost.it/Sintesi/Libuse.html

    guglielmo tell
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    Oggi ho visitato a Praga la villa dello scultore Bilek ed ho trovato la definizione del poeta otakar brezna, amico di Bilek, sull,’arte come espressione attraverso cui l’anima estrinseca il proprio stupore di fronte all’ universo in cui si trova imprigionata.
    Non so se l’anima sia davvero imprigionata, ma volevo condividere con voi quest’idea. Un caro saluto a tutti

    guglielmo tell
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    molto bello questo spunto.. tanti artisti da approfondire.. lorenzo lotto ad esempio. ma che dire di durer? grazie al quaderno della accademia pitagora mi son rivisto la sua “melancolia” che incorpora un autentico quadrato magico di saturno”.. o botticelli, con le tre grazie presenti nella primavera e nell’invito alla riflessione durante l’ultima Agape?.. tanta carne a cuocere… non vedo l’ora che si sviluppi la discuusione.. un caro saluto a tutti

    guglielmo tell
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    in risposta a: Il Silenzio #11901

    Buongiorno a tutti. ieri mattina mi accingevo a fare la mia preghiera quotidiana, ma dopo aver iniziato mi accorgo di non aver disattivato la sveglia che inizia a cantare. le preghiere non si interrompono, si continua con tutto il disturbo, ed all’improvviso , per necessita’ virtu’, realizzo e comprendo quanto accennato dal Maestro anni fa, durante un’escursione in terra Sibillina: non ha importanza il silenzio esterno, siamo noi che dobbiamo attivamente realizzare quel silenzio interno che ci isolera’ dal frastuono circostante. Un caro Augurio di Luce a tutti!

    guglielmo tell
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