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in risposta a: Emozioni lungo il cammino … ermeticamente inteso … #32629
Carissimi Fratelli, scrivo qui perché più emozioni di così “lungo il cammino” non saprei esprimerle! Spero, nonostante il periodo richieda ancora tutela e tanto impegno miriamico e profano, di darvi una lieta notizia. Nel mese di Giugno nascerà un piccolo uomo sperando che diventi un fedele miriamico. Il cammino del miriamico è strano. E’ come seguire un sentiero di montagna, a volte impervio e faticoso, a volte magico e inaspettato, a volte richiede uno sforzo fisico e materico a cui non eravamo pronti. O pensavamo di non esserlo. Un sentiero di montagna in cui scorrono le stagioni come il buio e la luce, ma un sentiero in cui perdersi è impossibile. Nel mio percorso ho sperimentato, e dovuto sperimentare, come lasciare il posto all’Amore là dove la rabbia o l’insoddisfazione avrebbero potuto corrompere o arrugginire; e il posto è rimasto “pulito”, dedito alle buone pratiche come quelle che tanto amo e descritte nei Preliminari di Pace. Plasmare gli eventi affinché non intacchino salute, carne e volontà è difficile, poi a furia di lavorarci su ci si dimentica quasi e tutto diventa naturale. E ora tutto questo Amore avrà un volto. Vi abbraccio tutti fraternamente.
in risposta a: Libere testimonianze #31211Volevo condividere un’esperienza interessante che mi è capitata sperimentando le erbe raccolte la sera di San Giovanni.
Letto il post dedicato, avevo deciso di girare per le pinete della città alla ricerca di erbe selvatiche; non avevo molte speranze perché in quei giorni era tutto secco, qui avevano toccato i 45 gradi. Il mio compagno si è offerto di accompagnarmi, sfonderando una meravigliosa applicazione che riconosceva le erbe semplicemente inquadrandole! E così a suon di “questa è’ artemisia” e “questa è’ malva selvatica”, abbiamo messo su’ un bel sacchetto e l’ho lasciato alla luna. All’indomani, valorizzata l’acqua profumata di erbe, mi sono lavata e mi sono resa conto che me n’era avanzata un sacco. Quant’era profumata quell’acqua!!! Dava di rose, di rosmarino, di fresco! Un profumo buonissimo!
Ho chiesto consiglio a una sorella e ho congelato l’acqua avanzata. Qualche settimana fa il mio compagno e’ andato ad una partita di calcetto e si è fatto male al ginocchio (quello senza menisco, cosa che dovrebbe indurlo a non giocare in realtà…) e così metti il ghiaccio e togli il ghiaccio, dopo un’intera sera aveva ancora dolori. Poi ad un certo punto gli ho chiesto se volesse sperimentare altro, così oltre al p.s., ha applicato l’acqua di San Giovanni congelata. Nel giro di un quarto d’ora non aveva più dolori!!!
Ho ricongelato l’acqua prima che si sciogliesse del tutto, e aspetto la prossima partita di calcetto, sperando che ne’ p.s. ne’ acque servano di nuovo per il grande sportivo!La mia migliore amica ha deciso di non vaccinarsi e di non far vaccinare i figli. Mi ha detto testuali parole: “i miei figli non si toccano”. Dopo 20 anni di amicizia so che lei non è una persona superficiale. Tanti anni fa partecipo’ anche ad alcuni nostri incontri aperti al pubblico, perché aveva, e conserva, una certa sensibilità nei confronti di alcuni argomenti. Lei fa parte di un gruppo che sostiene la medicina preventiva nelle cure del covid, anziché l’attuale protocollo di vigile attesa e Tachipirina in caso di contagio. Una sera mi ha fatto leggere il bugiardino di un vaccino (uno X, inutile dire quale); la sperimentazione, c’era scritto, si concluderà solo a dicembre del 2023 e, per ora, secondo la normativa europea, il vaccino risulta approvato ma non autorizzato (procedura straordinaria in caso di mancanza di cura ufficiale). Inoltre lo studio prevede somministrazioni placebo, in cieco per l’ossevatore. Qualcuno insomma (qualche fortunato? Sfortunato?) riceverà un cicchetto di acqua fisiologica. Direi che la neutralità e’ d’obbligo.
Comunque, il fatto che alcuni medici puntino ad una medicina preventiva ha azionato delle campanelline in me: in fondo la strada ermetica, il percorso miriamico, non sono uno strumento di prevenzione e di volontà in azione sulla materia, sul corpo per permettere l’evoluzione?
Mi sento talmente piccola, un puntino, in questa giostra pandemica che vorrei solo abbracciarmi alla Miriam, al mio tronco sicuro, per poter superare le rapidi e raggiungere la quiete del mare.in risposta a: Caro diario #30914Caro diario,
la scuola e’ finita!!!
Ricordo quando questa frase avesse il profumo della salsedine, il rumore delle formine di plastica che si schiacciavano, i test di Vivere sani e belli al centro della rivista.
La mia esperienza di referente covid finisce qui.
Sono successe tante cose (forse troppe) ed io che sono una lumachina, chissà quanto tempo ci metterò per elaborarle tutte!
Torno a lavorare nei miei amati beni culturali. E torno anche a leggere con calma gli articoli qui, sul sito, a scrivere qualche riflessione.
Un senso di pace mi pervade.
La cosa che apprezzo di più e’ proprio la lentezza, il tempo. Da qualche parte ho letto un bigliettino di auguri che diceva “ti auguro di avere tempo” con tanti smile e sorrisi disegnati.
In questo momento, sono così felice di aver portato a termine con successo questo compito così gravoso e pieno di responsabilità che sento di poterlo condividere solo qui! Solo con chi della salute e del valore della vita (di ogni singola vita, indipendentemente dall’età’), ne conosce la profonda preziosità.in risposta a: Emozioni lungo il cammino … ermeticamente inteso … #30566Pensando alle emozioni nate durante il cammino miriamico mi rendo conto che partono proprio dagli esordi, dalla mia iscrizione.
Fin da bambina, quando avevo un problema o non stavo bene, mi chiudevo nella mia stanzetta, al buio e mi ricaricavo; e, dopo un po’, guarivo, quasi fossi in una sorta di Cocoon (per chi ricorda il film!). Ad un certo punto della mia vita, però, il mio ex compagno ha scoperto di avere una malattia degenerativa non curabile; da quel momento in poi, forse inconsapevole, si è aggrappato a me in ogni modo. Mi sono resa conto, che quelle energie che facilmente ero un grado di recuperare da sola, mi venivano prosciugate e non riuscivo più a rifonderle. Non so se l’affetto che provavo nei suoi confronti mi impedisse di chiudere la porta del mio “caricabatterie”, fatto sta che spinta da un profondo istinto di sopravvivenza (forse egoistico) ho preso consapevolezza che fosse di vitale importanza approcciarmi alla Myriam, perchè tutto ciò che avevo fatto su di me fino ad allora, non potevo più farlo da sola. Una volta iscritta, una volta cominciate le rituarie quotidiane, le emozioni, le sensazioni di esser prosciugata di energie e vitalità, si trasformarono in ossigeno. Ero di nuovo in grado di gestire e dosare quei guizzi, quei moti che, a volte, ci animano e si ripercuotono sulla nostra vita e sulla nostra salute, perché passano proprio dalle emozioni (negative o positive che siano). E ancor di più comprendo, come mi disse un caro Fratello tanto tempo fa, che “anche un giorno nefasto può essere mutato e trasformato in bene e amore”.in risposta a: Caro diario #29947Caro diario,
in questi giorni si verificano delle conversazioni con me stessa; te ne riporto una di ieri sera.
Mi dico: “Madò vorrei tanto un cioccolatino…” e penso “si si prendilo!” e poi dico: “ma no, non lo posso mangiare per il digiuno”, poi mi ricordo che digiuno non c’è: “si che lo puoi mangiare, non è oggi!”, e mi rispondo: “ah si, oggi posso!”.
Non ti sembrino strane queste auto-conversazioni, ma per timore di sbagliare rifletto su ogni spuntino!!! Per sicurezza, comunque, i cioccolatini li ho nascosti nella scatola degli stivali, così se me ne verrà di nuovo voglia dovrò prima interrogarmi meglio “oggi posso?”in risposta a: Caro diario #29671Caro diario,
alla fine la scuola e’ stata chiusa per covid e ci hanno messo tutti in isolamento fiduciario.
Inizialmente mi sono arrabbiata. Dopo tanti sforzi e tanto impegno, la situazione e’ sfuggita di mano; la preside ha tergiversato come al solito e da qualche contagio, siamo passati a focolaio. Questa parola tanto usata di questi tempi. Eppure nel mio immaginario da bambina, focolaio mi faceva pensare alle fate, alle case magiche, a Lucignolo e a Mangiafuoco.
Da quando sono diventata una miriamica, per quanto abbia “masticato” aria di miriamicita’ in casa, vocaboli che avevano un significato classico, ora ne assumono un altro. Per esempio, pronto soccorso. Oppure, cifra. Le parole possono avere un potere enorme, se solo gli diamo la giusta dose di volontà. E così, con grande volontà, sto continuando la didattica da casa, certa che la salute passi dai polmoni come dalla voce, “nella aspirazione e nella respirazione del visibile e invisibile mondo”.
…e forse in questo momento storico strano la mia natura un po’ marziale un po’ solare sta trovando la sua strada per esprimersi al meglio, perché così come i soldati in guerra cantavano “ma il Piave mormorò: non passa lo straniero”, noi canticchiamo “e Miriam impero’: uniti nello zero”in risposta a: Caro diario #29311Caro diario,
alla fine siamo rimasti arancioni. Che di per sé è un bel colore eh, sia chiaro, ma ormai finiamo per abbinare il senso semantico alle sensazioni e, per sensazione, arancione proprio buono non è.
Questa settimana passata ho provato a seguire gli insegnanti di sostegno per cercare di dar loro un po’ più di dispositivi anticovid; il mondo che c’è dietro gli insegnanti di sostegno è immenso: al di là della mancanza di stabilizzazione contrattuale (che riguarda un po’ tutti…), e al di là anche degli stipendi (bassi a “livello miniera”), questi insegnanti seguono i casi più disparati, dalle dislessie agli handicap motori, all’autismo in tutte le sue sfumature. In quelle sfumature ci sono ragazzi intelligentissimi, sintonizzati su altre realtà e per questo, non comprendono cose come “distanza di un metro”, o “non abbracciarsi”. Al momento, per un motivo o per un altro, dal bingo delle sezioni sono saltate fuori 2 classi in quarantena. La sanificazione l’hanno fatta una settimana dopo….
Caro diario, ma nei secoli, nei millenni precedenti, quando le civiltà erano anche meno preparate a livello scientifico e sanitario (che poi, lo erano davvero?) come facevano le persone? Come gestivano le botteghe, i viaggiatori, i luoghi di culto, le taverne, i mercati, gli unguenti e le terapie? Erano disordinati come noi? Un po’ mi rincuora pensare che i miriamici del passato indossassero gli stessi strumenti che indossiamo noi, (tanto che come dice una mia cara Sorella, la mattina sembriamo la vestizione della madonna dell’arco!!!!)
Nonostante il periodo, alcuni si sono rivolti per un aiuto terapeutico, perché in casi difficili e certe operazioni o interventi non sono rimandabili nonostante il covid, e quasi a conferma che alcune cose rimangono immutate nel mutamento generale, gli esiti sono stati dei più rosei. Attivarmi per la terapeutica mi fa sentire viva, mi scandisce meglio quei ritmi che in questi ultimi mesi si sono un po’ resi l’uno uguale all’altro. C’è anche un’altra cosa: nel tragitto verso il lavoro, sotto il portico, c’è sempre una signora anziana. Una rom. Quando ho potuto le ho regalato qualche pacco di mascherine e di gel, e alla befana anche una sciarpa (uno di quei regali di Natale non di mio gusto, nonché di marca El Charro che è risaputamene la marca dei regali riciclati!)
A volte, l’anziana signora, saluta dicendo “sei speciale”, “tu sei buona”, parole a cui presto poco peso, perché in attimo potrebbe maledire il passate seguente fino alla settima generazione!! Ma questa signora saluta sempre alzando la mano destra aperta. Lo fa dal primo giorno, non so se nella loro cultura sia usuale così, ma mi piace pensare che ogni mattina, prima di avviarmi al lavoro, qualcuno voglia rassicurarmi dicendomi “non ci vedi, mai noi vi proteggiamo. Impegnati!”.Di quest’ultimo tema trattato, mi ha colpito la frase di Ippogrifo: “Perché la Teleurgia possa essere portata in auge,.., bisognerebbe che buona parte dell’umanità procedesse a una profonda revisione dei valori che oggi considera essenziali”. Quali valori l’umanità ritiene essenziali? E quali, meno essenziali?
Ammetto, che come tutti, mi sia lasciata andare a pensieri e riflessioni personali su come viviamo; parlo anche di abitudini alimentari, di sonno, di ritmi; i post di Buteo sono così interessanti che mi è quasi impossibile non rimanere con lo sguardo fisso sul monitor ad interrogarmi sugli approcci che abbiamo nei confronti della nostra salute e su quella degli altri. Qualche sera fa, dopo un ultimo sguardo al sito, e con la mia immancabile tisana (ormai unica fonte per combattere la cellulite…..), sono andata sul balcone; tutto taceva. Un silenzio degno di una scena di un film. E mi sono chiesta cosa mi aspettasse là fuori. Qual è il mondo che mi aspetta? Mi piacerà questo nuovo mondo?
Oggi, qui, c’è l’allerta gialla per via del vento forte; metto giù la pianta dell’origano e penso che sarebbe bellissimo se i valori che l’umanità riterrà essenziali si ispirassero a quella famosa frase di Leonardo da Vinci: “Verrà un giorno nel quale gli uomini giudicheranno dell’uccisione di un animale, nello stesso modo che essi giudicano oggi quella di un uomo”.in risposta a: Ad perpetuam memoriam – Maestro J.M. Kremmerz #22589Vorrei prendere date e tempi come un continuum di cose che mutano, si trasformano e ritornano. Vorrei che gli insegnamenti del Maestro Kremmerz, nell’unirci in un globo scintillante di luce e salute, facessero da spada della vittoria (come nelle ormai note raffigurazioni micaeliche) per domare il drago delle difficoltà, senza ucciderle, ma trasformandole in semi di Amore e Salute, pro salute populi. Così e per sempre.
Grazie a tutti i Maestri che qui ci uniscono e ci guidano.in risposta a: ECCE QUAM BONUM ET QUAM IUCUNDUM HABITARE FRATRES IN UNUM #22101Gli strumenti, in effetti, sono un mezzo per affinarci, Alef2006.
Ma non siamo noi stessi un mezzo? E’ vero, mentre tutto si muove vorticosamente noi siamo attaccati alla catena, abbiamo un costante collegamento con il Centro, come dici giustamente anche tu.
Eppure non solo.
Mutiamo.
Una volta un caro fratello mi stava consolando, perché ai tempi dell’università, mi toccava dare Storia contemporanea in un giorno “nefasto”. Lui mi disse che ogni cosa può essere mutata. Che dovevo imparare a trasformare. A Storia contemporanea presi 30 e lode, ma solo adesso, occhi negli occhi con questo virus, posso dire che se mutiamo, difese immunitarie come abitudini e tempi (come suggerito anche da Bell), il “nefasto” può essere mutato in fausto, pur cosciente del fatto che ciò che è miriamicamente buono per un numero, può non esserlo per un altro. “…l’arena in diamante, la crisalide in farfalla, l’oscura notte in aurora lucente…”in risposta a: ECCE QUAM BONUM ET QUAM IUCUNDUM HABITARE FRATRES IN UNUM #22090Mi aggancio al post di Bell, alla opportunità di fare bilanci, fissare priorità e tempi. Ammetto che, abituata come sono, ad andare sempre di corsa su’ e giù (perché nel “giovane” mondo del lavoro chi si ferma e’ perduto, e se molli anche una sola ora di servizio c’è la fila di gente a prendersela, che’ mai sia una marziale rinuncia al suo osso), a incastrare lavori e kilometri e fare tanto sport, questo stop mi ha inizialmente spiazzato. Disorientata. Ho dovuto domare un corpo abituato a muoversi di continuo e rialliniarlo alla mente paziente che si era già predisposta alla quarantena. Un periodo, come dice Bell, utilissimo per fare ordine nel puzzle.
Non so che mondo mi aspetterà là fuori: se qualcuno avrà recepito, come ha scritto qualcuno, il vocabolario della Dea, se i rapporti umani e lavorativi saranno più in linea con la natura, i suoi tempi e i suoi spazi.
Il percorso miriamico mi ha dato tante cose, davvero tante; forse tra tutte, il dono più duttile: una serena capacità di adattamento.in risposta a: ECCE QUAM BONUM ET QUAM IUCUNDUM HABITARE FRATRES IN UNUM #21622Oggi per il pranzo ho preparato un aperitivo fatto di Bitter rosso, pere e zucchero di canna. Abbiamo brindato alla Fratellanza e agli amici naviganti, perché le bollicine del bitter portino allegria e colore!
in risposta a: ECCE QUAM BONUM ET QUAM IUCUNDUM HABITARE FRATRES IN UNUM #21388Che poi…in mezzo a questo periodo di impasti, in cui mi sono dedicata a dare gli esami per i 24 CFU per l’insegnamento da un lato e ad imparare a fare i taralli dall’altro, c’è anche l’amore (con a minuscola). Quello profano. Quello bucolico, che per me ha gli occhi azzurri come il mare. Ora, costui vive a pochi km da casa. Non ci vediamo da un mese. Sabato scorso l’abbiamo fatta grossa: ad un orario preciso siamo andati alla coop, ognuno col proprio carrello, i propri guanti e la propria mascherina, ad un rigoroso metro di distanza. E’ stata un’esperienza surreale. Anche quando in fila ormai da mezzora per entrare nel supermercato ho comunicato a sbadigliare e ho messo la mano davanti alla bocca, per poi rendermi conto che indossavo una mascherina!
Ho guardato il signor occhi azzurri a lungo, sorridendo. Lui lo ha capito lo stesso perché mi ridevano gli occhi.in risposta a: Equinozio di Primavera #21008Mai come ora il suono stesso della parola Primavera rievoca in me suoni, odori, ricordi, sensazioni piacevoli e piene di tepore. E ringrazio Gelsomino per aver recuperato quel post, adesso, così lucido, e “perché privarsi di quella boccata d’aria pura e ossigenata che può respirarsi in questo sito?”, risuona in modo diverso. Ora quella boccata d’aria pura e ossigenata la vogliamo nei polmoni. Di tutti.
Buona Primavera a tutti i Fratelli, buon equinozio. E ancora grazie per chi si spende con Amore per l’Umanità’ tutta.
…e a questo venticello che mi accarezza la pelle in questo momento, lego il mio augurio di luce e salute (“nell’inspirazione e nella respirazione”).
Vi abbraccio tutti fraternamente -
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