catulla2008

Home/Forum/catulla2008

Risposte nei forum create

Stai visualizzando 15 post - dal 196 a 210 (di 242 totali)
  • Autore
    Post
  • catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Ricordo quel giorno sia per avervi partecipato sia per i fatti e le immagini scolpiti dentro di me.
    La danza delle gru, che avevamo riproposto in quel parco inondato di sole, ci aveva fatti sentire vicini al mito sibillino ripreso pure nel Primo Quaderno dell’Accademia Porfiriana, a pagina 73, là dove si parla di una tessitura insegnata dalle fate. Proprio come nel dono di Arianna a Teseo, nell’ottica di un culto di virtuale rinascita, all’insegna della regia magistrale avevamo danzato con la maschera… e più tardi parlato senza maschera.
    Ma proprio le maschere, che erano state fabbricate a significare le forze naturali e che avevano dato alla rappresentazione un che di ludico, avevano propiziato quel sentire giocoso tanto simile all’idea dell’Ermete fanciullo e bucolico che troviamo nei racconti del mito. Congiuntamente alla musica dei flauti e dei tamburi, e pur senza bevande inebrianti come si dice avvenisse nei culti antichi, ci eravamo ritrovati fanciulli, pronti a un contatto panico che indubbiamente ci aveva rigenerato sotto ogni punto di vista e aveva dato favorito un’indagine oggettiva sulle potestà naturali e spesso sconosciute in noi e fuori di noi
    Leggo nel summenzionato Quaderno, in nota alla stessa pagina, che la versione greca della parola per ‘filo’ ‘ trama’ è molto simile a un tipo di anatra o fenicottero il cui continuo ondeggiamento alla ricerca di cibo ricorda il movimento della spoletta nella tessitura e rimanda a tradizioni antichissime (provate fino al Neolitico) e facenti parte dei culti collegati alla Grande Madre.
    I Quaderni delle Accademie sono indubbiamente dei gioiellini per chi abbia voglia di leggerli e rileggerli, e annodano esperienze del passato e del presente in unacomunicazione continua di cui non si può che esser grati alle Gerarchie per le molteplici possibilità che offre a tutti, proprio come questo spazio web. Anzi, questo spazio di RETE… per dirla all’italica maniera!

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Se per forma si intende la disposizione di atomi, allora la forma È anche sostanza. E dunque quando si parla di ‘stato di essere’ si parla di qualcosa di concreto e tangibile.
    La materia di cui siamo fatti è ‘vivente’ e perciò in continua trasformazione per effetto stesso del principio che la anima e che ne aggrega l’individuazione, vale a dire che già di per sé ha un suo sviluppo e un suo svolgimento che si riflettono nelle molecole di cui siamo fatti.
    Tuttavia, la centralina che ne regola la disposizione risiede (credo sia accertato) nel famoso DNA: del nucleo o ad esso latente.
    La patologia,cronica o ereditaria, penso sia uno squilibrio insito in quelle sedi, o per trasmissione genetica o per influenza ambientale (bellissimi gli interventi in merito riportati dagli Atti del Centenario della Pragmatica Fondamentale).
    Quando la Miriam opera, il richiedente ne chiede l’intervento fino nelle profondità dell’anima (vedasi modulo di richiesta aiuto terapeutico).
    Ciò che noi sperimentiamo dunque, in noi e per nostro tramite, è una forza in grado di ‘ripristinare’ lo stato di salute. Forza che opera a distanza, con strumenti tradizionali quanto concretamente capaci di agganciare con forme codificate la sostanza dei dispositori nostri e dei richiedenti. Dispositori che, producendo effetti concreti, non possono che essere concreti.
    COME questo possa avvenire non pare avere spiegazione dalle attuali conoscenze scientifiche, ma nulla impedisce di liberamente sperimentare, domandarsi, riflettere…
    Dopotutto, anche se Dante mette Ulisse all’Inferno, è pur sempre condivisibile che non siamo fatti per vivere come bruti. E certo nella nostra Schola possiamo testimoniare la presenza di Virtù e di conoscenza.
    Da sperimentare. Ovviamente.

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 2 mesi fa da catulla2008.
    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Stavo riflettendo sul fatto che anche le grotte mistiche di ogni tempo, da quella di Giove a Creta a quella di Lourdes della cristianità, sono sede di cura (quando non addirittura di guarigione!) e mediante la sola ‘esposizione’ all’ambiente. Ieri su Rai3 un abitante di Creta si chiedeva che divinità ci fosse prima di Gesù e prima di Giove sostenendo che tutto il suo paesino se lo chiede proprio meditando sull’antichità delle grotte.
    Ora, nella mia esperienza le grotte sono sempre umide oltre che buie e, questo, mi induce a domandarmi se non sia proprio l’acqua a trattenere una virtù sanatrice in grado di attivare, per contagio, l’umidità di cui il corpo umano è pregno e, in qualche modo, di ‘tingerla’ della propria virtù.
    A tale proposito non so che ne sia stato degli studi di Masaru Emoto sulla ‘memoria dell’acqua’: sono di almeno due decenni fa e chissà se sono stati accettati o, quanto meno, indagati dalla comunità scientifica ufficiale!

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 2 mesi fa da catulla2008.
    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Ero fresca di letture di romanzi ambientati nei luoghi andini e di appassionanti racconti di esperienze compiute in quei luoghi da un professore universitario peruviano a contatto con gli sciamani di quelle zone. Avevo 35 anni e mi sentivo molto vicina a quel tipo di cammino pur conoscendo già da oltre un decennio gli scritti di Kremmerz.
    Entrata in contatto con la Schola Philosophica Hermetica Classica Italica in un momento in cui gli incontri accademiali erano stati momentaneamente sospesi fino a data da destinarsi ebbi la ventura – e la fortuna! – di passare una magica notte sui monti Sibillini con il Maestro Iah-hel e altri Numeri della catena iniziatica.
    Era estate.
    Verso le tre e mezza di notte, mentre tutti dormivano avvolti nei loro sacchi a pelo, una carezza di vento insistente ebbe la meglio sulla mia pigrizia e uscii dal tepore in cui mi ero rintanata aprendo la cerniera del mio involucro quasi fossi un baco da seta.
    Non avevo freddo. Mi misi a camminare verso la vetta del monte lungo la cresta…
    Arrivai fino a un certo punto, molto particolare. E, lì, sentii che non POTEVO andare oltre.
    Quantomeno NON in quel momento.
    Sentii il peso delle cose che dovevo ancora risolvere; vidi le contraddizioni della mia vita dell’epoca e le discrepanze tra quello che sentivo di essere e di volere e quello che invece facevo e dicevo nel quotidiano.
    Le gambe si erano fatte di cemento e il muro invisibile che mi bloccava il passo non ammetteva forzature.
    A malincuore mi voltai e presi la via del ritorno.
    Tutti stavano ancora dormendo… (O forse no?)
    Mi rimisi dentro al sacco a pelo con la netta sensazione che se non vivi come pensi finisci col pensare a come vivere.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Vorrei provare a rispondere a Gelsomino che si domanda in concreto come utilizzare l’alimentazione per purificarsi. Non essendo medico né dietologo posso solo portare la mia esperienza su quanto consigliava Kremmerz: “se siete ammalati digiunate; rivolgete lo stesso regime a passioni e desideri…”.
    Un po’ come quando smetti di fumare i primi giorni sono i più duri: astenersi da un contatto che ci turba, un desiderio che ci morde…non è facile. E quanto più abbiamo nutrito quel contatto, quella passione, tanto più diventa sofferenza non alimentarlo/a.
    Silenzio – dicevano alcuni scritti – e il Maestro silenzioso su avvicina.
    La verità è che per poter vedere il fondale le acque devono essere calme. Solo così emergono le incongruenze, i vizi, le fragilità dell’anima nostra…e riusciamo a vederli, a definirli, a combatterli riducendoli prima alla fame e, poi, col tempo, magari, all’estinzione.
    Ecco, a differenza di Bell che, come chirurgo, può tagliare perché sa dove e quanto tagliare per restituire la salute, io numero in itinere che non vedo dove e quanto grava su di me il tale o il talaltro bubbone che mi affligge, posso solo aspettare senza far nulla che non sia silenzio. E preghiera. E che il male secchi per mancanza di nutrimento fino nel profondo dell’anima.
    Questa la mia esperienza nella scienza dell’alimentazione. Pensate possa valere come purificazione?

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 2 mesi fa da catulla2008.
    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Che mistero questo principio vitale! Afferrare la fiamma della vita…impadronirsene…dirigerla… Questo resta nei sogni della ricerca scientifica e…dei miliardari moderni! Ma credo, molto più semplicemente, che il meccanismo si riferisca a dei costituenti che tutti conoscono. Uno slancio nel petto, quel trasporto per qualcuno che si ama, e la condizione attizza un fuoco che proviene dalla nostra carne vivente. Insomma, l’amore ha lo stesso effetto della benzina sul fuoco, lo fa divampare. Così, più che dare il principio vitale all’infermo che ne manca, credo che la terapeutica ermetica contagi il principio vitale dell’infermo e lo induca a divampare, similmente a come si trasmette la fiamma e senza impoverire nessuno. Insomma, non si tratterebbe di donazione ma di risonanza. E aggiungo che questo stato, molto simile a quello degli innamorati per cui si ferma il tempo e si dilata lo spazio, darebbe l’accesso a un campo energetico diverso, e per tale ragione il terapeuta ermetico funzionerebbe quale ricetrasmittente di energia… Da cui l’equivoco dell’apparente cessione. Va detto però che senza un percorso che educhi a tale condizione e senza un Maestro che la incarna, non credo sia possibile raggiungerla, salvo il caso fortunato, quanto fortuito, di un accesso inconsapevole allo stato etereo, ciò che comunque non ne potrebbe garantire il controllo, la direzione o la ripetizione.

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 3 mesi fa da catulla2008.
    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 3 mesi fa da catulla2008.
    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Voglio condividere con voi tutti ultimo pensiero prima di andare a dormire. Circe 30anni fa ebbi l’occasione di leggere e apprezzare degli scritti di Isha Schwaller de Lubicz in cui si evidenziava come “il gesto essenziale” fosse il nocciolo di ogni arte. Ricordo che fra le arti ad esempio era stata scelta quella circense per l’incontestabile necessità del’acrobata di sapere il momento giusto nel quale compiere il movimento giusto: insomma la perfezione del gesto nel tempo e nello spazio. Da qui la definizione di “gesto essenziale”.
    Ecco, trovo che la Parola del Maestro perfetto sia questa capacità, questa arte di modulare la materia vivente in sé e fuori di sé. Così come il cuoco sa l’attimo in cui mettere o togliere un sapore, il pittore quando e dove inserire un colore, il musicista un suono e così via.
    Ed ecco il.mio pensierino della notte: salute e bellezza in fondo si somigliano e sono riconducibili a un’unica ARMONIA cui il filosofo amante della verità anela costantemente. “Si può essete colpiti dalla salute improvvisamente” – è qualcosa che dicevano i Maestri – e credo si compia quando, in noi, scatta il gesto essenziale, quello che come un domino riequilibrera tutti gli altri, quello della.voce interiore.
    Noi UNITA nella Natura UNA. consapevoli di Lei.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Gli ultimi post mi hanno ricordato un mito, quello di Prometeo. Luciano di Samosata nel II secolo lo pone nei suoi Dialoghi degli Dei, primo di ventisei. In breve, questo titano aveva offerto agli dei le ossa invece della carne e gli dei tolgono il dono del fuoco. E quando lui lo rivuole a forza e giunge a rubarlo, viene incatenato a una roccia dove di giorno un’aquila gli divora il fegato che di notte gli ricresce. In altri racconti, l’aquila divoratrice è un falco, e in altri ancora un serpente. Ebbene, volendo vederla alla spicciola maniera, mi verrebbe da interpretarlo così:
    – le ossa sono simbolo della memoria incancellabile e immutabile, quindi non idonee alla trasformazione e all’offerta. Ma si vestono di carne e si spogliano di carne, intendendo con la carne la parte che può vivere, sperimentare, cambiare. (Il Maestro Kremmerz nel Commentarium scriveva “Tu vedi come videro i tuoi antenati che sono in te, e vedrai diversamente quando i margini delle tue scottature antiche avranno nuovi strati di CARNE VEGETANTE…”);
    – offrendo al principio divino, o vitale, la propria inerzia, cioè le ossa, Prometeo non ha più il fuoco, la luce, la virtù trasmutatrice per eccellenza. E osando riprenderselo, ecco che la divinità impone come contropartita la necessità di un ciclo di trasformazione forzata, inducendo dall’alto quella rigenerazione che non può prescindere dal possesso del principio vitale (fra l’altro il fegato è davvero la centrale chimica del nostro organismo!).
    Mi pare un bel mito per descrivere la vita in cui l’intelligenza umana, se vuole riavere ‘coscienza del vero’ deve avere la forza di credere nel Bene che è Amore ed è rigenerazione costante in uno con la Natura. E per ricondurlo ai post recenti, la terra potrebbe rappresentare il fegato del pianeta? E gli alberi potrebbero essere le ossa che si rivestono di nuova carne a ogni primavera?
    Buona Epifania a tutti!

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Mi unisco a Mandragola negli auguri a tutta la compagine miriamica che, grazie alle Gerarchie e al Delegato Generale Maestro M.A.Iah-hel, inizia questo 2018 con una fucina di progetti e di stimoli. Quindi, riflettendo sull’avvenire, lo vedo basato più su quanto facciamo che sul pensiero. Infatti, benché ci si possa distaccare con la mente dalla realtà in atto in quel momento, ciò che poi resta anche nella memoria del corpo sono le cose fatte. E il pensiero, che non può prescindere dal battito del cuote, dalla circolazione del sangue, dalla percezione costante dell’anbiente che. respiriamo, il pensiero si forma così. La mia esperienza perciò mi porta a credere che l’avvenire può concepirsi nella mente ma si realizza solo quello dei pensieri che il fare ha fissato nella carne, nella materia, nella memoria delle molecole.
    Molti individui e molte società pensano di essere sani, potenti, belli e buoni…ma è dai frutti della loro opera che sorgono i semi del domani. E per quanti spermatozoi viaggino e per quanti ovuli li incontrino, senza un utero che li nutre e li manifesta non c’è embrione che diventi neonato.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    L’utero velato a me ricorda il luogo inaccessibile da cui tutti proveniamo, anche celebrato nella totalità della Donna a cui rimanda: Iside velata, Madonna Vergine alla latina maniera, forza agente che concepisce e fissa la Vita nella Materia. Nella sua semplicità è il simbolo dell’umanità tutta che in quella matrice non può che riconoscersi (anche quando la disprezza come accade tuttora e ancora nel mondo, sigh!).
    E dunque, poichè siamo nel passaggio che porterà la Natura occulta a materializzarsi a primavera, auguri a TUTTI noi: che il 2018 sia foriero di Luce e Salute, disgregando ogni ostacolo con la stessa forza del germoglio vittorioso anche sul cemento più duro, per il trionfo del solo BENE.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244
    in risposta a: Il Silenzio #11816

    Il digiuno come il silenzio chiama a raccolta le forze dell’organismo: non più disperse nella conversazione o nell’attività digestiva, le energie possono essere canalizzate e rivolte a uno scopo. Si tratta di un meccanismo naturale che il corpo utilizza in caso di pericolo, dolore, difficoltà. Il meccanismo, poi, può essere indotto in modo volontario: digiunano taluni andando alla guerra altri per concordarsi al rinnovamento della Natura, sia esso stagionale o mensile. Le leggi della Natura non sono né buone né cattive, sono leggi appunto di cui divenire consapevoli aiuta a intendere come la purificazione possa estendersi su ogni piano. Non-dire e non-fare richiedono volontà e spostano il silenzio su piani sempre più sottili… Il percorso nella Schola educa a questo e piano piano ci rende padroni di noi.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Leggo gli ultimi post e penso a questa notte che ha di magico… il fatto che tutti la considerino magica. L’attenzione generale è volta verso un Bambino, emblema del trionfo della Luce fattasi carne. E mi riallaccio all’ultimo post di Tanaquilla per concludere che la vita, cioè quanto di più sacro possiamo conoscere e vedere, si manifesta nella materia vivente, nella luce degli occhi, nel sapore dei sensi. Ci abbracciamo e ci baciamo per toccarci l’anima e abbiamo bisogno di sentire e toccare e gustare per condividere la gioia. Quella stessa che, concretamente, diventa parola in questo Forum.
    Auguri dunque che la Luce si materializzi sempre di più. Buon Natale!

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Molto interessante il post di Buteo anche per le implicazioni che mi ha evidenziato e le riflessioni che suscita. Infatti, se abbiamo un organismo che non solo ospita ma VIVE grazie al microcosmo della comunità di batteri, in perfetta reciprocità simbiotica (tanto che “consentendo loro la vita ne abbiamo di ritorno la nostra”) questo sollecita l’analogia a quanto avviene fra noi e il pianeta Terra il quale diventa malato nella misura in cui noi ne depauperiamo la vita o, addirittura, la mettiamo in pericolo.
    Il costante rapporto tra micro e macro-cosmo dimostra una volta di più la legge costante che regola l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande ma, più ancora, sollecita una visione diversa della nostra funzione. Infatti, se noi ci sentiamo individui, pur essendo costituiti da così tante micro-parti che vivono in noi e per noi, perché non vedere noi stessi allora come le micro-componenti di una UNITA’ umana in simbiosi con l’UNITA’ pianeta? In fondo anche noi, per la Madre Terra, siamo microorganismi commensali e con noi lo sono tutte le specie animali del pianeta. E cito Buteo quando dice: “Microbiota codifica per un ampio numero di molecole che le nostre cellule non sono in grado di produrre, venendo a configurarsi nel suo insieme quale organo aggiuntivo al corpo umano”.
    Forse, quando scopriremo la funzione del ‘microbiota’ nel corpo umano vedremo anche diversamente la nostra funzione nell’interazione col pianeta che ci ospita. O no?

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Sì, oggi è il giorno del solstizio, il momento in cui il Sole raggiunge la posizione più bassa sotto l’equatore celeste e anche il momento che segna, dopo quasi una settimana di stallo al minimo, la fine della diminuzione della luce. Infatti il tramonto, che in questi ultimi giorni è sempre stato alla medesima ora, da domani comincerà a spostarsi di un minuto in avanti e il giorno, via via, durerà sempre più a lungo.
    Come donna, io so che anche la nostra temperatura interna si abbassa e ricomincia a salire una volta avvenuta l’ovulazione: è lo stesso per la Terra in cui il seme, che non vediamo, è preso dal fermento della vita e rompe con l’involucro che lo conteneva per manifestarsi sempre di più.
    Noi, immersi in tutti questi cicli di nascita, crescita, morte, rigenerazione, come vediamo fare alla Luna ogni mese, e al Sole ogni anno, abbiamo una umidità radicale che fa fermentare la nostra gioventù e che va attenuandosi dalla maturità alla vecchiaia sempre più sino alla morte. E tuttavia, analogicamente alla Luna, al Sole e al piccolo seme, anche noi crediamo in una rigenerazione dove ciò che chiamiamo “IO” sarà seme di ciò che saremo, piccolo embrione in un utero di donna, bozzolo umano nel sacco placentare.
    Così altrettanto noi siamo nella Miriam, grande Madre, contenitore di ogni anelito al Bello, al Vero e all’Utile, nutrice di Salute e di Luce: in LEI ci forgiamo e a LEI aspiriamo ritornare…per ricominciare ancora. Nessuno di noi sa ‘quanto’ sia lungo il filo della candela che chiamiamo “IO”, ma tutti noi miriamici sappiamo di lavorare per riprendere da dove abbiamo lasciato: come tanti piccoli Soli a un nuovo solstizio.
    Questa è la consapevolezza che si acquisisce a mano a mano che si pratica e, in fondo, questa è la fede che ci muove. Non fede religiosa ma ‘fides’ come legame che sustanzia le cose sperate e diventa argomento “de le non parventi” (Dante, Comedia, Paradiso XXIV, 64).
    Che la Salute e la Luce giungano a tutti gli operatori di buona volontà!

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Quanto è forte in ogni persona il bisogno di veder riconosciuta la propria unicità! Si ha bisogno di essere amati ma, soprattutto, di imparare ad amarsi.
    Questa strada porta a una attenzione crescente verso sé stessi e verso le proprie caratteristiche, proprio come un musicista che sperimenta le pieghe e le possibilità del proprio strumento sia suonando con gli altri che provando e riprovando da soli.
    Siamo tutti esseri umani in itinere ma noi miriamici vediamo coltivata la nostra sostanza dalla medesima madre e matrice.
    Le due cose sono talmente legate che credo diventi poi impossibile scindere la propria unicità dall’I-Dea che l’ha nutrita.
    In tal senso credo che a un certo punto la libertà di cui non smettiamo mai di godere diventi libertà di sentirsi ‘uno con’ più che ‘parte di’…

Stai visualizzando 15 post - dal 196 a 210 (di 242 totali)

Iscriviti alla Nostra Newsletter

Normativa Privacy