catulla2008

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  • catulla2008
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    Apprendo dall’interessante libro di Simonetta Cerrini “La passione dei templari” che il Salmo 133 “Ecce quam bonum et quam jocundum habitare fratres in unum” seguito dai versi “Mitte eis auxilium de sancto” venne pronunciato “dal cappellano templare Ratmond la Costa al momento della sua ammissione nella magione del Tempio di Cahors nel Lot (Midi-Pyrénées)”.
    https://books.google.it/books?id=b7JzDQAAQBAJ&pg=PT122&lpg=PT122&dq=preghiera+templare+in+latino+ecce+quam+bonum&source=bl&ots=PmzARcev6p&sig=-W_K0GykkqdZpn8Cg7udsMtNRHk&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiMqcTFssXeAhVHyxoKHTNCCi4Q6AEwAHoECAgQAQ#v=onepage&q=preghiera%20templare%20in%20latino%20ecce%20quam%20bonum&f=false
    Dal medesimo libro, in una pagina precedente, trovo
    https://books.google.it/books?id=b7JzDQAAQBAJ&pg=PT122&lpg=PT122&dq=preghiera+templare+in+latino+ecce+quam+bonum&source=bl&ots=PmzARcev6p&sig=-W_K0GykkqdZpn8Cg7udsMtNRHk&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiMqcTFssXeAhVHyxoKHTNCCi4Q6AEwAHoECAgQAQ#v=onepage&q=ecce%20quam%20bonum&f=false
    che “nel momento preciso in cui il postulante viene accolto nel Tempio queste sono le parole con cui il sacerdote templare prega”.
    Dunque la rete offre lo spunto di una studiosa della Sorbona che si interroga sul “perché papa Clemente V non riuscì a fermare l’ingranaggio che portò centinaia di templari alla morte, in prigione sotto tortura o sul rogo”.
    Per una volta, anziché il vaniloquio di qualche esaltato ecco una ricerca intrigante … anche se il suo lavoro è già rimbalzato ovunque nelle pagine dei blog più diversi e senza dichiarare l’autrice.
    Fortuna che – almeno nella nostra Schola – la “Mater” è sempre certa…!!!

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    catulla2008
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    Chiunque faccia parte della nostra Fratellanza conosce queste parole e ne ha sperimentata, seppure virtualmente, la balsàmica magia capace di scendere fino nelle profondità dell’anima. I video nel web che mostrano personaggi sotto a un albero o mentre agitano le mani davanti alla telecamera sono buffi da questa prospettiva ma potrebbero diventare fuorvianti per chi li guarda senza avere strumenti o riferimenti. Sono tutti maschi, mi viene da notare, forse perché il tipo dello scettico come del predicatore in voga sono al maschile da lungo tempo. E mentre ripenso ai Fratelli della nostra compagine mi rendo conto che, di fatto, i medici, gli ingegneri, gli artigiani sono molto diversi da queste figure da rete alla grande-fratello. Leggerezza ci vuole comunque è dunque prendiamo con leggerezza la loro chiacchiera da venditori pensando che ha una logica, dopotutto, in questa nostra società spesso assurda. Dopo aver udito al TG di gente che possiede case a propria insaputa, che incontra esponenti del malaffare a propria insaputa, che ha eredità, barche, redditi a propria insaputa, essere iniziati a propria insaputa in effetti mancava. Spero solo che il cuore puro dei ricercatori veri non si lasci scoraggiare da tanta sceneggiatura grottesca e perseveri nella tensione a una Schola Tradizionale. L’esperienza insegna che la Miriam attende tutti coloro che con disinteresse e propensione al Bene vogliono lavorare per essere migliori: a propria ” saputa”, s’intende!

    catulla2008
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    catulla2008
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    La notizia cui allude Wiwa fa riferimento ai risultati di uno studio iniziato già, a quanto pare, nel 2016 dai chirurghi della Mayo Clinic di Rochester, Minnesota. In questo caso a tre ragazzi, di cui uno ha testimoniato oggi l’evidenza, è stato impiantato un elettrodo nello spazio epidurale, al di sotto dell’area lesionata della colonna spinale. Così, i segnali persi dal cervello raggiungono i muscoli delle gambe nonostante la lesione. Kendall Lee, il neurochirurgo direttore dei laboratori di Ingegneria Neurologica di detta clinica, studia da anni i meccanismi della stimolazione corticale e del midollo nonché del cervello profondo e si è occupato anche del morbo di Parkinson. Racconta di avere iniziato in seguito all’osservazione che la stimolazione elettrica faceva cessare il tremore tipico del morbo di Parkinson e riscontrando poi che tale stimolazione produce il rilascio di una grande quantità di neurotrasmettitori, ciò che lo ha portato a pensare che il collegamento elettricità-neurotrasmetttitori potesse essere utilizzato scientemente: come infatti è stato.
    Il dottor Lee sostiene che la scoperta potrebbe indurre la trasformazione del modo in cui si pensa alla medicina in quanto se, attualmente, i farmaci sono agonisti o antagonisti dei recettori dei neurotrasmettitori il fatto che, invece, i neurotrasmettitori stessi possano essere controllati direttamente tramite tecniche elettrochimiche potrebbe portare a curare non solo alcune forme di paraplegia o Parkinson ma anche dipendenze e disturbi neuropsichiatrici.
    Infine mi associo a M_rosa nel considerare che le cose procederebbero meglio e più in fretta se si fosse più liberi da pregiudizi e disposti ad accettare saperi meno convenzionali. Nella fattispecie si guardi a quanto scriveva Giuliano Kremmerz un secolo fa:
    “Il magnetismo terrestre, in combinazione con l’elettricità in natura, determina dei disordini nervosi di secondo tipo che a loro vola precisano un patema organico o l’arresto totale o parziale di una funzione che non crediamo affatto in rapporto con influenze non precisabili (…) il malato, interrotto il suo circuito magnetico ricostitutivo, non può ritornare ad esso senza una forza supplementare che lo riduca allo stato precedente di equilibrio”.

    Ciò che la Medicina Ermetica propone a distanza e senza bisogno di contatto col malato oggi la chirurgia attua realizzando microprocessori; domani… Chissà?!??

    catulla2008
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    Gli studi compiuti sulle piante dalla Simard hanno già dimostrato che nella foresta tutti gli alberi sono interconnessi e comunicano, perciò non vedo perché non possa ipotizzarsi la medesima cosa nella specie umana. A tale proposito e guardandomi attorno non so fino a che punto questo possa essere un bene per l’individuo ma so che, di certo, nel seno della Miriam non può che essere così. Esseri che hanno lavorato su sé stessi nei secoli e, forse, nei millenni, figli dei figli e di altri figli spostando ad ogni tratto di esistenza l’asticella della propria monade di una tacca verso la Luce sino a diventare UNO con il proprio principio vitale… Esseri così, che così essendo restituiscono la Luce che incarnano in un incondizionato Amore per la propria specie e soprattutto per coloro che condividono il loro stesso obiettivo di Amore…: ecco, Questi che sono il nostro Centro sono per noi come la pianta madre è per la sua foresta.
    Speriamo quindi di essere sempre pronti e disposti quando il mitico soffio ci inonda di Luce e ci risveglia alle origini.
    E speriamo di avere sempre buon cuore.

    catulla2008
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    in risposta a: Eventi e Segnalazioni #13103

    La coscienza è quella cosa per cui mentre stai godendo del pasticcino alla crema con panna che ti si scioglie in bocca sai di stare introducendo inutili calorie che aumenteranno il colesterolo e rovineranno fegato e cistifellea.
    Ci vuole una ragione forte per asservire l’animale in noi alla volontà dell’uomo ma quella ragione non credo sia la coscienza.
    La coscienza è il mezzo.
    Il motore è l’Amore, comunque lo si intenda ( per la Vita, per il prossimo, per il sapere, per la bellezza, per l’Armonia, per la Giustizia… Ecc. Ecc.)
    Questa è la mia esperienza.
    Buonanotte a tutti i naviganti!

    catulla2008
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    Ho percepito il post di Lucis_fero come un’eco orientaleggiante stile ricerca-del-nirvana. Insomma come se la beatitudine fosse una condizione da ricercarsi lontano da qui.
    Probabilmente, in epoche arcaiche, la spinta interiore tipicamente umana faceva volgere lo sguardo alla volta celeste e su quello sfondo si ricamavano linee tra un punto luminoso e l’altro facendole diventare linguaggio.
    Ma poi, già allora, ci si cibava dei frutti della terra e di quanto si raccoglieva o cacciava sul nostro bel pianeta.

    catulla2008
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    James P. Allison e Tasuku Honio hanno vinto il Nobel per la medicina scoprendo come disinibire il sistema immunitario affinché agisse contro il cancro.
    Grande scoperta e soprattutto grande cambiamento di prospettiva: guarire diventa sempre più possibile.
    È bello vedere che la ricerca non si arrende e che la tenacia umana nello sconfiggere distruzione e dolore alla fine trionfa.
    E molto…miriamico questo atteggiamento e, dal mio punto di vista, anche la prospettiva di sconfiggere dolore e malattia rafforzando le difese stesse dell’organismo con un “qualcosa” che rende attivo il sistema immunitario quasi…svegliandolo sa di Tradizione nostra.
    Evviva la Scienza!

    catulla2008
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    Con un sincretismo frequente nelle varie religioni, pare che san Michele Arcangelo che si festeggia il 29 settembre sia la forma cristianizzata di dèi più antichi: il culto persiano di Mitra, quello egiziano di Thot, quello greco di Ermete e quello gallo-romano di Mercurio protettore dei commercianti e dei viaggiatori.
    In tale veste il dio che accompagna nel regno dei morti è introdotto dall’equinozio d’autunno laddove il dadoforo Cautopates, opposto al primaverile Cautes, abbassava la fiaccola per annunciare la discesa di Mitra – Sole divino nel regno dei morti.
    Il culto di San Michele, di fatto, assimila molti elementi caratterizzanti dei culti precedenti il Cristianesimo, fra cui anche Ercole/Eracle. Molto popolare fra i Longobardi, sotto il loro dominio la figura di San Michele si diffuse in tutta l’Italia centro meridionale mentre già fra i Celti era stato associato a Lug poi divenuto Mercurio.
    Come risultato, questa figura di arcangelo riassume la pesatura-misura delle anime, la potenza guerriera, la protezione dalle forze infere, l’idea del viaggio che presiede alla resurrezione: tutti attributi del … seme.
    Infatti, nel seme c’è già in nuce la forma della pianta futura, la forza del germoglio che vincerà la dura coltre terrena, la tensione a ritornare alla luce.
    Concludo questo post ricordando quanto scritto dalla Direzione un lustro fa accompagnando l’immagine – appunto – di San Michele guerriero intento alla pesatura:

    Grazie alle ns Gerarchie che ci riconducono sempre alla concretezza del ‘fare’ a imitazione della Natura e dei suoi tempi.

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 7 mesi fa da catulla2008.
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    catulla2008
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    “Solo Terapeutica?”: sarà che è passato del tempo dentro la Schola e non mi sono resa conto di cambiare prospettiva ma questo interrogativo, apparentemente logico, mi lascia oggi perplessa e non posso che associarmi a Ippogrifo nel suo quesito finale. Quindi riformulo in questo post la domanda chiedendo: c’è qualcosa che attiene l’evoluzione, lo sviluppo, il progresso umano e scientifico, il Bene, la Salute, la Verità che NON sia anche e intimamente Terapeutica?
    Ricordo che nei miei vent’anni passavo ore a cercare nei libri la spiegazione a quel passaggio enigmatico del Maestro Kremmerz: “L’uomo in ipotesi è appena il contenente di un angelo decaduto: l’involuzione dello spirito angelico è appunto la sua umanizzazione come la sua evoluzione è la integrazione, la riconquista della sua libertà divina, vale a dire la sua completa spiritualizzazione; il nirvana o stasi di beatitudine, e le esistenze terrene non sono che tante righe di una pagina compresa tra gli estremi: involuzione e reintegrazione completa”.
    Poi, però, da quando ho iniziato a praticare in seno alla Miriam ortodossa, mi sono resa conto che ogni pezzettino minuscolo di cattiva abitudine, vizio o intemperanza costa quintali di sangue e sudore per dissolverlo e, come risultato fra i tanti, nei libri cerco molto meno. Tuttavia ho cominciato a capire che gli istanti di Luce arrivano nel fugace momento in cui davvero siamo in stato di “grazia”, dimentichi di tutto ciò che solitamente ci attanaglia e ci appassiona e semplicemente concentrati su quello che ‘vogliamo’: con lo stesso spirito con cui raccogliamo da terra un pezzetto di carta, senza aspettarci nulla dalla carta né dal pavimento né dalla stanza tutta, eppure con la volontà che quel pezzetto di carta torni su… e subito dimentichi del gesto compiuto.
    Se…non ci fossero le passioni, i bisogni, i desideri; se…non fossimo preda delle nostre fisime, di quello che crediamo di sapere e ci impedisce di imparare altro e oltre; se…se…se…
    La Terapeutica e il suo esercizio sono una continua, faticosa, individuazione e dissoluzione di questi “SE” e la Fratellanza, questo grande contenitore di Bene in cui la Miriam delle Gerarchie fino alle più pure incontra la Miriam dei numeri tutti, è la nostra forza, la nostra catarsi, e…la nostra fede: etimologicamente intesa.

    catulla2008
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    Ho seguito il suggerimento di Bell a rileggere l’interessantissimo post del 12 dicembre 2017 (che fra l’altro consiglio a tutti i ricercatori per la puntualità delle argomentazioni). Di quel post mi permetto di isolare due passaggi: “effettivamente tutto ciò che entra attraverso gli organi di senso incide sui centri del riconoscimento e della comprensione comportando un rinforzo di determinati meccanismi oppure può attivare modificazioni di questi circuiti che poi influenzano tutto il nostro essere” e poi “se nutriamo in maniera sempre più costante un riconoscimento finalizzato attraverso le pratiche ripetute della Schola effettivamente la reazione sarà apprezzabile su diversi piani”.
    Da questi discendo per tornare ad annotare come i centri del riconoscimento e della comprensione possano essere attivati da una educazione mirata, e perfino sviluppati fino a tutta la potenzialità della loro struttura, ma… per mia esperienza e osservazione… le pratiche della Schola, come credo di ogni Scuola autenticamente iniziatica del passato, forse non solo SVILUPPANO la struttura bensì lavorano nel senso della perfettibilità della stessa, cioè la RISANANO gradatamente fino a renderla sostanzialmente ‘altra’ e ‘migliore’: da qui l’attitudine a una trasmissione più fedele del principio vitale-solare.
    Non so spiegare ‘come’ questo avvenga ma immagino che Bell significasse la medesima cosa con la frase “attraverso le pratiche ripetute della Schola la reazione sarà apprezzabile su diversi piani”.

    catulla2008
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    Dopo avere letto il post di Tanaquilla e quello di Bell, ho cercato e ho trovato due asserzioni su cui ho ragionato.
    La prima viene da un oculista di Humanitas Gradenigo, tal dottor Carlo Aleci, che sostiene come “Al contrario di quanto si creda, non è l’occhio a vedere bensì il cervello: l’occhio si occupa semplicemente di rendere ‘commestibile’ l’informazione visiva al cervello, organo che funziona attraverso la codifica di impulsi puramente elettrici. Affinché si veda bene è perciò necessario che il nervo ottico funzioni bene, a prescindere dall’integrità dell’occhio».
    La seconda è del Maestro Kremmerz, tratta dal medesimo Volume I de IL MONDO SECRETO cui già si riferiva Tanaquilla, e recita così: “Dovunque voi vedete nel simbolismo religioso dai persiani agli egiziani e dai pagani ai cattolici, cerchi, ruote e dischi, dite che è la personificazione del moto centrale o vita dell’universo”.
    Ho quindi pensato che il nostro cervello, capace di codificare gli impulsi elettrici provenienti dai sensi per formulare un significato, possa essere assimilato a un ripetitore di quel moto centrale o vita dell’universo che ne tra-duce rettamente l’impulso solo quando funziona bene. E in quanto al funzionare bene, forse il parametro comune non è giusto se anni di istruzione e cultura comunque lasciano intatto l’animale uomo: la mente si sviluppa, l’animale non cambia più di tanto. Invece, nella Schola (e per estensione immagino sia sempre stato così nelle Scuole realmente iniziatiche) lo sviluppo non è mentale ma sostanziale: i componenti (numeri) che hanno compiuto un pezzo piccolo o grande di cammino si manifestano diversamente non per maggior cultura ma per diversa sostanza: quella che trapela dalle piccole cose, anche e soprattutto dalle non dette ma fatte (o non più fatte).
    C’è quindi Qualcosa nella tradizione autenticamente iniziatica che non agisce per compensare una funzione difettosa (es. un occhiale, una lente, una cornea limata e adattata nella sua curvatura) ma per risanare la materia vivente là dove questa non è strutturata adeguatamente al compito assegnatole dall’organismo. Da cui la Terapeutica come sinonimo di Evoluzione e viceversa.

    catulla2008
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    Leggendo il post di Bell mi è venuta in mente una domanda che spesso mi sento rivolgere in farmacia: “vuole il farmaco originale o il generico?”. In effetti, da quando ci si è concentrati sul principio attivo e non sul nome del prodotto si va diffondendo l’idea che il vero agente terapeutico è, appunto, il principio attivo.
    Dunque, la saliva dei serpenti contiene un principio attivo in grado di ‘rimodulare’ delle cellule cerebrali. Questo dimostra che la medicina ermetica tradizionale agiva scientificamente sulla patologia da sanare, dove ‘scientificamente’ significa con l’intelligenza-conoscenza del principio agente.
    E’ allora conseguente chiedersi quanti altri rimedi tradizionali considerati empirici perché ancora non si è scoperto quale principio attivo entra in gioco potrebbero e potranno rimediare ad altri e numerosi casi di affezioni non solo neuro-degenerative che colpiscono l’organismo umano.
    Da qui prendo le mosse per segnalare questo articolo
    https://www.sciencenews.org/article/how-salamanders-can-regrow-tails-lizards-cant
    in cui l’Accademia Nazionale delle Scienze a Pittsburgh rende noto che le salamandre, a differenza delle lucertole che ne hanno persa la capacità, conservano nel loro midollo spinale delle cellule staminali in grado di svilupparsi in qualsiasi tipo di cellula del sistema nervoso, ivi compresi i neuroni. Dal medesimo articolo si evince pure che le salamandre sono anfibi e le lucertole rettili, ciò che secondo una studiosa farebbe la differenza in quanto “più sono complesse le specie meno riescono a rigenerarsi”.

    catulla2008
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    in risposta a: Novilunio ed eclissi #12987

    Domani sera, volgendo lo sguardo a Nord-est, complice l’assenza della Luna, si potrà assistere al passaggio dello sciame di Perseidi.
    Via dalle città, dall’inquinamento luminoso artificiale, potremo contemplare come ogni anno i residui lasciati dalla cometa Swift-Tuttle che la Terra attraversa nella sua rivoluzione intorno al Sole. Quei framnenti, che paiono provenire dalla costellazione di Perseo, segnano una tradizione di desideri consegnati al Cielo. E come sempre occorrerà stare attenti perché…i desideri consegnati al Cielo si avverano.
    Sabato 11 agosto invece si avrà un ‘eclissi parziale di Sole, non osservabile in Italia.
    La danza degli astri continua ricordandoci quanto è grande e magnifica Mater Natura nell’infinitamente grande come nell’infinitamente piccolo.
    A noi, minuscole forme della Vita lungo quest’asse, il dono di guardarla e la speranza di imparare.

    catulla2008
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    Diceva Kremmerz: “Un corpo sano, nel completo funzionamento del suo apparato naturale di difesa, non può essere attaccato dai microbi e vinto, dunque bisogna conchiudere che dove il microbo si manifesta vittorioso ha trovato già l’organismo predisposto, cioè attacca, vince, genera l’infezione quando l’organismo è già malato, quindi il principio di ogni morbo è nell’organismo indipendentemente dal microbo che lo attacca” (Commentarium I volume pagg. 109-110).
    Riflettendo dunque sull’assioma che il corpo sano non contrae malattia, consideravo l’estensione del concetto al fatto che ‘l’anima sana non contrae turbamento’. Infatti, ripensando alla grande, grandissima – e per quanto ho potuto osservare nei decenni, crescente – tolleranza dei Maestri, ho osservato che molte delle nostre reazioni avvengono perché il comportamento altrui risveglia in noi quanto gli è affine e le difettività di chi ci è prossimo solleticano e richiamano le nostre eguali. Insomma, se già non ci appartenessero quel vizio o quella mancanza non ci verrebbe da reagire, né da squilibrarci. Proprio come avviene per le malattie.
    Poi, pensando fra me e me, mi è venuto pure da ricordare come da bambina mi capitasse spesso di guardare certi adulti con meraviglia per la loro capacità di passare dalla quiete alla collera, o di risentirsi per cose che allora non capivo perché non mi appartenevano: ma il fatto che poi taluni aspetti si siano manifestati e altri magari no, ha evidenziato che, probabilmente, da bambina non si erano ancora risvegliati in me i germi delle passioni che comunque erano già mie e che, più avanti, mi sarei ritrovata a dover fronteggiare.
    Ebbene, partendo da quanto sopra, e ovviamente grazie all’educazione magistrale che non manca mai nella Fratellanza, ho infine realizzato che il nostro cammino non è un ritorno allo stato (presunto) edenico dell’incoscienza bensì una vera e propria ascesa, consapevole per quanto faticosa, a uno stato diverso: uno stato dove l’esperienza del dolore e della sofferenza servono a maturare capacità di com-passione e contemporaneamente di contrastare il male e lo squilibrio in sé e fuori; insomma una sorta di autovaccinazione.
    In tale prospettiva ho riletto

    e ne ho concluso con gratitudine che la Parola dei Maestri è Qualcosa di vivo, di davvero vivo perché è verità di esperienza umana, di trasformazione e sviluppo e di testimonianza di ciò che è possibile fare col lavoro e nel seno generoso della grande Miriam.
    Un’ultima considerazione.
    Poco tempo fa ebbi a leggere un fatto di cronaca increscioso come tanti ma che mi colpì perché narrava di una ragazzina annegata perché risucchiata dal bocchettone di una piscina nonostante gli sforzi per trattenerla compiuti da un altro nuotatore. Ebbene, noi siamo come quella ragazzina e solo gli strumenti rituali ci consentono di non farci prendere dalla corrente comune e di vincere il risucchio delle ovvietà animali e meccanicistiche che avvolgono la nostra realtà individuale. Quanto più operiamo, quanto più ci attiviamo, tanto più ci avviciniamo allo stato in cui vivono gli Esseri integrati, partecipi dell’aria e dell’acqua – per continuare con la similitudine.
    A presto Fratelli e Sorelle tutti! Appuntamento all’AGAPE di Amore cui abbiamo la fortuna e la sorte di poter partecipare. W la Schola, W la Miriam!

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