Angelo

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  • Angelo
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    Sui numeri si potrebbero scrivere interi trattati, ed il loro significato spazia in un uno spettro così ampio da rendere difficile concretizzarne il loro contenuto in semplici calcoli aritmetici (anche se la semplicità di ragionamento ci può certamente portare ad evitare considerazioni che sfuggono ad un percorso di valutazioni oggettive).
    Si è anche spiegato che i Numeri racchiudono il codice segreto per interpretare l’Universo. La valenza simbolica e il significato dei Numeri sono dati dal loro valore qualitativo e dalle interazioni con tutti gli altri elementi strutturanti l’Universo. Tutte le componenti dell’universo sono caratterizzate da una sequenza numerica che stabilisce il rapporto con tutto ciò che la circonda. Le interazioni composte dai Numeri vanno al di là di un mero calcolo quantitativo. Si è anche insegnato che l’Uno rappresenta l’unico, cioè l’unicità della divinità, dell’Essere, dell’Universo; il due non proviene dal raddoppiamento dell’uno, ma dalla sua divisione. Il due divide e rompe l’armonia dell’uno, e il ritorno all’unità si ha con il tre, cioè con il percorso inverso. Fatto che spiega come il tre, il Triangolo, la triade, siano espressioni dell’unità.
    Ma questi sono solo alcuni esempi del complesso mondo del significato dei numeri. Inoltre, in tutte le tradizioni antiche i Numeri sono sacri, proprio perché permettono di comprendere l’ordine delle cose e le leggi del cosmo.
    Io tengo in mente un principio: dall’Uno all’Infinito…Una catena senza fine che è difficle comprendere. Come da un punto di vista matematico è impossibile quantificare il passaggio dall’Uno al Due, dal due al Tre, e così via. In quanto i singoli passagi andrebbero “quantificati” in maniera infinita, essendo infiniti i numeri che portano dall’Uno al Due, e così via.
    Tra ogni numero ed il successivo esiste solo l’Infinito. E qui ci sarebbe da discutere molto anche su questo concetto.
    Molto interessante è leggere gli scritti di Pitagora, con riferimento ai Numeri.
    Pitagora formulò l’importante teoria della tetraktys. Etimologicamente il termine significherebbe “numero quaternario”. Per i Pitagorici la tetraktys rappresentava la successione aritmetica dei primi quattro numeri naturali (o più precisamente numeri interi positivi), un «quartetto» che geometricamente «si poteva disporre nella forma di un triangolo equilatero di lato quattro»,[49] alla cui base erano quattro punti che decrescevano fino alla punta; la somma di tutti i punti era dieci, il numero perfetto composto dalla somma dei primi 4 numeri (1+2+3+4=10), che combinati tra loro definivano le quattro specie di enti geometrici: il punto, la linea, la superficie, il solido.
    La tetraktys aveva un carattere sacro e i pitagorici giuravano su di essa. Era inoltre il modello teorico della loro visione dell’universo, cioè un mondo non dominato dal caos delle forze oscure, ma da numeri, armonia, rapporti numerici.
    Questa matematica pitagorica che è stata definita un'”aritmogeometria” agevolò la concezione del numero come archè, principio primo di tutte le cose.
    Fino ad allora i filosofi naturalisti avevano identificato la sostanza attribuendole delle qualità: queste però, dipendendo dalla sensibilità, erano mutevoli e mettevano in discussione la caratteristica essenziale della sostanza: la sua immutabilità.
    I pitagorici ritenevano di superare questa difficoltà evidenziando che se è vero che i principi originari mutano qualitativamente essi però conservano la quantità che è misurabile e quindi traducibile in numeri, vero ultimo fondamento della realtà. Affermava Filolao: «Tutte le cose che si conoscono hanno numero; senza questo nulla sarebbe possibile pensare né conoscere.»
    Secondo i pitagorici esiste una coppia di principi.
    L’Uno, o principio limitante
    La Diade, o principio di illimitazione
    Tutti i numeri risultano da questi due principi: dal principio limitante si hanno i numeri dispari, da quello illimitato i numeri pari.
    I numeri pari fanno pensare ad un'”apertura”: lasciando passare qualcosa che li attraversi danno l’idea dell’illimitatezza, e dunque erano considerati imperfetti, poiché solo ciò che è limitato è compiuto, non manca di nulla e quindi è perfetto.
    Al contrario i numeri dispari sono chiusi, limitati, e dunque perfetti.
    Poiché i numeri si dividono in pari e impari, e poiché i numeri rappresentano il mondo, l’opposizione tra i numeri si riflette in tutte le cose. La divisione tra i numeri porta quindi ad una visione dualistica del mondo, e la suddivisione della realtà in categorie antitetiche.
    Sono state individuate 10 coppie di contrari, conosciuti come “opposti pitagorici” che Aristotele individua come “principi”.
    Limitato-Illimitato
    Dispari-Pari
    Unità-Molteplicità
    Destra-Sinistra
    Maschio-Femmina
    Quiete-Movimento
    Retta-Curva
    Luce-Tenebre
    Bene-Male
    Quadrato-Rettangolo
    Non bisogna invertire l’ordine dentro una coppia di contrari (es. Bene-Male → Male-Bene) poiché ognuno è legato al contrario corrispondente nelle altre coppie.
    Nei suoi studi Pitagorafece rivivere la scienza della «Parola» ovvero il potere del suono. Rese una scienza esatta lo studio del suono che dall’Ente supremo si muove attraverso caratteristiche metafisiche.
    Con lo studio sugli intervalli sonori (ottave) penetrò le forme armoniche (toni) fino al suono silenzioso. Ridusse a valori matematici i rapporti sonori tra masse planetarie e sistema solare concependo i rapporti con la struttura dell’uomo in quelle che vennero definite le Leggi dell’Armonica. Il rettangolo, avente i lati che rispettano la proporzione aurea, è detto rettangolo aureo ed esso si può originare tantissime volte nel cosiddetto Pentalfa.
    Pentalfa significa “cinque alfa”, ossia cinque principi. Il Pentagramma, simbolo dei pitagorici, conteneva una parola che corrisponde a “sta bene” che per i greci significava vita e salute. Con una figura umana inscritta al suo interno i cui arti toccano la circonferenza (detta di Agrippa), rappresenta il microcosmo umano e i cinque centri di forza del corpo.
    La Stella a 5 punte è anche chiamata Stella dei Magi, in ossequio al segno di potenza e di luce che illumina il cammino spirituale; per questo motivo viene messa sul presepio e sull’albero di Natale.
    Gli Architetti medievali che costruirono le Cattedrali Gotiche ravvisavano nel pentalfa il valore numerico del Numero d’Oro (1,618) con cui nelle costruzioni stabilivano il rapporto di 3 a 5.
    Le proporzioni del Numero d’Oro si ritrovano in tutto ciò che nell’uomo crea una sensazione di armonia e di bellezza e la loro utilizzazione è di grande fecondità. Questo segno dinamico della Natura e dell’Uomo, però, non tocca i “piani superiori”. Solo i cerchi che se ne dipartono, tracciati dal “Compasso dello Spirito”, permettono di giungervi.
    I Numeri….quanto studio per comprenderne il vero significato. Sempre in un’ottica di semplicità di ragionamento…
    Scusate le lungaggini dei miei post, ma faccio fatica ad interrompere il discorso…
    Un abbraccio a Tutti Voi.

    Angelo
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    Caro Buteo, Ti sono vicino in questo momento, e comprendo appieno il senso di distacco che Ti colpisce. Anche io ho perso la mamma nel lontano 2008, e nel 2009 mi ha colpito una malattia rara, Durante la malattia, non ero ancora parte della Schola, e nonostante la mia mamma fosase mancata un anno prima, è stato il sentirmi ancora collegato a Lei che al tempo mi ha aiutato a superare i momenti difficli, oltre all’amore dei miei cari.
    Distacco? Allontanamento? Non sò, noi siamo parte di un Tutto che non si divide. Mai. Tutto ritorna, sempre.
    L’Amore donato, quello di una madre, come può abbandonarci? E’ parte di noi, vive con noi, resta con noi. E questo non vuol dire che continuiamo a trarre nutrimento dalla Madre, dal suo Amore, nonostante non sia più con noi? Come l’albero continua a trarre nutrimento dalla terra.
    Ti abbraccio forte con tutto l’Amore che posso.

    Angelo
    Partecipante
    Post totali: 178

    Non sò se ho compreso il metodo di Alef, ma immagino che l’11 per Lui ricorra nella somma o scomposizione dei numeri 2 contenuti nella data (2020 composto da 2 (1+1) e dal terzo 2 della data (sempre 1+1)) e credo così anche per il 2022 dove il 2 ricorre 3 volte.
    Non sò se il calcolo effettuato sia corretto, ma la scomposizione è sempre un 1+1 e non un 11. Se invece il procedimento è diverso, allora anche io non ho compreso il meccansmo matematico applicato dal Alef (ma sono un asinello in matematica…).
    Un caro abbraccio a Tutti Voi.

    Angelo
    Partecipante
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    Cari Tutti, se pensiamo all’Universo, la prima sensazione è quella di perdersi nell’Infinito. Ma trovo una grande analogia. Proviamo a pensare a noi stessi… Non ritroviamo nel nostro pensiero lo stesso grado di Infinito che l’Universo ci propone? In alto come in basso, nel costante equilibrio. L’Universo è in noi come noi siamo l’Universo. Non sono capace di guardarmi dentro e trovare dei limiti, dei confini che posssano in qualche modo fermare o delimitare il mio pensiero.
    Secondo Aristotele l’infinito potenziale inteso come “divenire”. Un numero o una qualsiasi altra quantità, è potenzialmente in grado di tendere all’infinito, aumentandola ogni volta di poco, ma ogni volta risulterà un entità finita. Ad esempio nei numeri naturali aggiungendo ogni volta un’unità ad un numero si otterranno quantità finite, ma che sembrano potenzialmente in grado di tendere all’infinito.
    L’infinito per Aristotele deve essere considerato come qualcosa sempre in via di nascere o di perire, di crescere o diminuire e che, mantenendosi in ogni suo stato finito è sempre diverso nei suoi successivi stati.
    L’infinito riporta al concetto di numeri, al divenire, al nascere e al perire.
    Siamo parte di tutto questo.
    Un abbraccio a tutti Voi, sempre uniti inuna Catena infinita ed in costante movimento. Come l’universo tutto….

    Angelo
    Partecipante
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    Ritrovarsi qui, nel forum, è un altro grande momento di coesione tra di noi. La nostra Catena, che continuamente, senza mai fermarsi, irradia dal Centro all’esterno, e dall’esterno al Centro, senza mai fermarsi, unita al nostro quotidiano “lavoro”, rafforza ogni giorno quel legame di Amore e Bene che nutre Tutti in un moto perpetuo. “Lavorando” ogni giorno, con determinazione, coscienza e volontà, senza falsi costrutti e animati solo dalla “voglia” di Bene, la nostra Unione sarà la nostra forza che ci aiuterà a supererà tutti gli ostacoli. Fuori dal senso comune, immersi nel senso di Amore.
    Un abbraccio a Tutti Voi.

    Angelo
    Partecipante
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    Ringrazio anch’io per le bellissime parole di L.J.Aniel. In questo momento, di estrema lontananza da tutti, sento più forte che mai la presenza di ognuno di Voi e dei Maestri al mio fianco. Difficle da spiegare e da comprendere, ma è vero. L’Unione della Catena è forte e ci aiuta ogni giorno nel nostro percorso.
    Come sempre, un abbraccio carico di Amore e Bene a Tutti Voi.

    Angelo
    Partecipante
    Post totali: 178

    Cari tutti, posto un link sul quale è riportato un breve articolo (da un punto di vista prettamente astrologico) che collega l’allineamento con la recente pandemia: https://www.agi.it/dar01/news/2020-02-26/coronavirus-astrologia-stelle-7227942/
    Da un punto di vista scientifico, non possiamo certamente dimenaticare l’effetto degli astri sulla nostra vita e sulla vita dell’intero pianeta, e credo che, un evento che non sirpeteva da ben 800 anni, possa certamente produrre molteplici influenze anche sulla terra.
    Sarebbe molto interessante trovare valutazioni da parte di esperti sul punto (in rete vi sono molte spiegazioni legate agli effetti astrologici della congiunzione).
    Molto interessante la seguente spiegazione:
    Frequenza e periodicità delle congiunzioni
    La rotazione del trigono nel libro di Keplero De Stella Nova (1606)
    Il trigono
    Le congiunzioni eliocentriche Giove-Saturno si verificano circa ogni venti anni (19,859= 19 anni e 314 giorni); dopo, cioè, che Saturno ha percorso circa due terzi della propria orbita, mentre Giove percorreva quasi due volte la propria[1]. Ogni tre congiunzioni (circa 59,6 anni, poco dopo che Saturno ha completato due rivoluzioni e Giove cinque) la nuova congiunzione si verifica quasi nello stesso punto della fascia zodiacale, mentre le due congiunzioni intermedie si verificano a intervalli di quasi 120° nel cerchio dello zodiaco, individuando perciò nel piano dell’eclittica uno schema triangolare quasi equilatero, detto “trigono”.
    Dato che ogni trigono connette tre segni zodiacali, in astrologia vengono chiamati trigoni le quattro possibili terne di segni zodiacali posti a 120° fra loro. Il concetto di “trigono”, noto nel mondo ellenistico, ad esempio nell’Almagesto di Claudio Tolomeo, nacque probabilmente in Mesopotamia. Un diagramma dei quattro trigoni compare in una tavoletta di età seleucide trovata ad Uruk.[2]
    La rotazione del trigono
    Dato che la quarta congiunzione eliocentrica ha luogo circa 8° in meno rispetto al cerchio completo, il trigono successivo viene a essere ruotato in senso retrogrado[3]. Dopo tre o quattro cicli, cioè al massimo una dozzina di congiunzioni, si accumula una rotazione di oltre 30° che porta il trigono in una terna di segni zodiacali diversi da quelli originari. Questo evento è considerato di grande importanza dagli astrologi.
    Ogni 794 anni circa (per la precisione 40 congiunzioni) un altro vertice del trigono si trova ad avere approssimativamente la stessa ascensione retta o la stessa longitudine celeste, che aveva il primo evento. Con tre cicli di questo tipo, cioè in 2383 anni, si dovrebbe completare un ciclo intero dello zodiaco. Il ragionamento, tuttavia, non tiene conto della precessione degli equinozi, cioè dello spostamento del punto vernale, a partire dal quale si computano l’ascensione retta o la longitudine. In pratica rispetto alle stelle fisse la configurazione più prossima a quella iniziale si ottiene solo dopo 43 o 46 congiunzioni celesti, cioè rispettivamente 854 o 913 anni[4]. Ogni 794 anni, infatti, ci sono 13,33 cicli sessantennali e il trigono ruota di circa 8 x 13,33 = 106°; simultaneamente però il punto gamma ruota di 11° nel verso opposto completando la distanza angolare di circa 117° fra due successivi vertici del trigono. Con uno (o due) cicli sessantennali aggiuntivi si ottiene per difetto (o per eccesso) la rotazione di 11° mancante per completare la rotazione di 117° anche rispetto alle stelle fisse.
    Ad esempio la congiunzione dell’anno 2000 si è verificata sul confine fra le costellazioni dell’Ariete e del Toro, circa a metà strada fra la congiunzione in Ariete del 1087 (913 anni prima) e quella del 1146 in Toro (854 anni prima). La sua longitudine, invece, era quasi identica a quella della congiunzione del 1206 (794 anni prima). La congiunzione eliocentrica successiva si verifica nel 2020. Già alla metà di luglio i due pianeti saranno a pochi gradi di distanza nella costellazione del Sagittario e saranno particolarmente visibili perché in opposizione e perciò alla distanza minima e con il massimo numero di ore di osservabilità. Nei mesi successivi la distanza si ridurrà fino ad ottenere la congiunzione eliocentrica verso la fine dell’anno.
    Le congiunzioni “grandissime”
    Le congiunzioni, che ogni 794 anni si verificano nei pressi dell’inizio dello zodiaco, il cosiddetto punto vernale o “punto gamma”, sono chiamate conjunctio maxima, cioè congiunzione “grandissima”[5].
    Secondo Keplero esse scandiscono la storia dell’umanità. La prima si sarebbe verificata in occasione della creazione del mondo nella costellazione del Toro (4038 a.C.), la seconda al tempo di Enoch, la terza al tempo di Noè, la quarta per Mosè, la quinta per Davide, la sesta per Gesù, la settima per Carlomagno e l’ottava nel 1583 per Rodolfo II d’Asburgo, al cui servizio egli operava come astrologo/astronomo di corte.
    Le congiunzioni geocentriche
    Le congiunzioni geocentriche seguono solo approssimativamente la periodicità di quelle eliocentriche. Se, poi, al momento della congiunzione eliocentrica, la Terra è anch’essa in congiunzione o almeno la sua distanza angolare è inferiore a 30°, si verifica una congiunzione multipla, in cui le congiunzioni geocentriche addizionali possono anticipare o posticipare la congiunzione eliocentrica di diversi mesi. L’intervallo, quindi, fra due congiunzioni geocentriche successive può essere inferiore a 19 anni o superiore a 20. Le incertezze degli antichi astronomi nel prevedere esattamente la durata dei grandi cicli associati alla rotazione del trigono sono verosimilmente dovute a questa variabilità dell’intervallo fra due congiunzioni geocentriche, le uniche effettivamente osservabili.
    Le congiunzioni multiple
    Le congiunzioni multiple (doppie o triple) sono un fenomeno particolarmente spettacolare causato dal rapido moto della Terra, che modifica il punto d’osservazione prima che i due pianeti possano allontanarsi significativamente. Giove e Saturno, infatti, sembrano allontanarsi e poi nuovamente riavvicinarsi per una o due volte nell’arco di 7-9 mesi. Le congiunzioni multiple si verificano solo se i due pianeti si trovano, almeno approssimativamente, in opposizione al Sole. Occorre, infatti, che quando i due pianeti sono allineati col Sole (“allineamento eliocentrico”), l’asse Terra-Sole formi un angolo inferiore a 30° con la linea Saturno-Giove-Sole. In questo caso, infatti, la distanza dalla Terra è minore e il cambiamento del punto di vista causato dal moto terrestre risulta esaltato[6].
    Le congiunzioni multiple si verificano con periodicità irregolare (con un intervallo minimo di 40 anni e uno massimo di 377[4]). Le congiunzioni multiple verificatesi o previste nel corso dei 4000 anni fra il 1500 a.C. e l’anno 2500 sono 22. Quelle prima di Cristo si sono realizzate negli anni: 1496/95, 1376, 1119/18, 980, 861/60, 821/20, 563/62, 523/22, 146/45, 7. Le date di quelle dopo Cristo sono: 332/33, 411/12, 452, 709/10, 967/68, 1305/06, 1425, 1682/83, 1940/41, 1980/81, 2238/39, 2279. Come si vede il numero di congiunzioni semplici fra due congiunzioni multiple varia da 1 a 18.
    Una situazione ancora più rara è quella in cui la congiunzione tripla si verifica proprio nella costellazione in cui il Sole si trova durante l’equinozio di primavera. Questa situazione è quella del 7 a.C., verificatasi nella costellazione dei Pesci, la cui era era iniziata da poco. Nel corso dei precedenti 5000 anni questa situazione si verificò secondo Mario Codebò solo nel 4038 a.C., quando la congiunzione ebbe luogo nella costellazione del Toro.
    Congiunzioni triple
    Se al momento dell’allineamento eliocentrico Giove e Saturno sono anche in opposizione, la triplice congiunzione è perfettamente simmetrica, cioè l’intervallo temporale fra la prima e la seconda congiunzione è praticamente identico a quello fra la seconda e la terza. Se invece la Terra è in ritardo o in anticipo rispetto all’allineamento eliocentrico dei due pianeti, i due intervalli hanno durata diversa e al limite uno dei due si riduce a zero (congiunzione doppia). Anche quando l’intervallo fra due delle tre congiunzioni è breve, benché non nullo, i due pianeti non hanno un allontanamento apparente pronunciato: l’osservatore privo di strumenti di misura rileva perciò solo due congiunzioni di cui una molto più lunga dell’altra.
    Le congiunzioni triple nella storia
    Keplero notò che una congiunzione tripla si era verificata nel 7 a.C. e ipotizzò per primo che il fenomeno potesse aver dato luogo al racconto della Stella di Betlemme. In questo caso la prima congiunzione si verificò il 29 maggio circa e l’allineamento eliocentrico fu raggiunto il primo settembre. La Terra era in ritardo e le due successive congiunzioni ebbero luogo il primo ottobre (mentre il Sole era approssimativamente in opposizione, cioè nel segno della Vergine) e il 5 dicembre). Dal 27 aprile al 14 gennaio dell’anno successivo i due pianeti furono sempre a distanza angolare inferiore a tre gradi, mentre fra la seconda e la terza congiunzione non si allontanarono di più di un grado.
    Giuseppe De Cesaris ha calcolato molte altre date in cui il fenomeno si è verificato e lo ha associato ad altri eventi storici[7]. Ad esempio la congiunzione tripla del 980 a.C. potrebbe aver disegnato nel cielo lo schema iconografico a sei punte successivamente chiamato stella di Davide.
    Le “grandi congiunzioni” di Giove e Saturno con Marte
    Alcune congiunzioni, considerate dagli astrologi di particolare importanza, venivano chiamate “grandi congiunzioni”, termine, però, che viene utilizzato con significati molto diversi.
    Secondo Keplero una conjunctio magna era quella in cui il pianeta Marte si aggiunge agli altri due prima che essi si allontanino significativamente[8]. Per esempio il 18 dicembre 1603 si verificò una congiunzione di Giove e Saturno nel Sagittario: Marte si era trovato in congiunzione con Saturno il 26 settembre e fu in congiunzione con Giove il 19 dicembre[9]. Pur non essendo esattamente in congiunzione nello stesso momento, i tre pianeti furono ad una distanza angolare ridottissima per un periodo piuttosto lungo.
    La congiunzione di Giove e Saturno con Marte (o più correttamente il verificarsi a breve distanza di tempo di tre congiunzioni, ognuna tra una coppia diversa di pianeti) è relativamente frequente, almeno in modo approssimativo, dato che la velocità angolare di Marte è molto maggiore di quella degli altri due pianeti. Si osservi che alcuni astronomi utilizzano il nome “triplice congiunzione” proprio per indicare questo tipo di congiunzione, in cui sono presenti tutti e tre pianeti, benché il termine “triplice” si usi più spesso per le congiunzioni dei due pianeti ripetute tre volte a distanza di pochi mesi.
    Una conjunctio magna si era verificata anche in occasione della congiunzione del 7 a.C., presunta data di nascita di Gesù. Le due congiunzioni, quella del 1583, osservata da Keplero, e quella del 7 a.C. hanno in comune di essere entrambe sia “grandi” sia “grandissime”, benché la prima sia singola e la seconda multipla. Anche il 18 marzo 2020 Giove, Saturno e Marte sono stati in congiunzione.
    Le congiunzioni nella mitologia
    Le congiunzioni Giove-Saturno si inseriscono nel tema mitologico dei combattimenti fra Giove (Zeus, Marduk, ecc.) e Saturno (Kronos, Enki, ecc.) presenti in tutte le mitologie ma delle quali esistono sia nel mondo greco-romano che in quello mesopotamico versioni meno truculente. Saturno/Enki avrebbe abdicato e il dio-figlio opera come demiurgo utilizzando misure (temporali e non solo) che gli vengono continuamente fornite dal dio-padre[10].
    Le congiunzioni nell’ermetismo
    Ogni trigono definisce una “triplicità” di segni zodiacali. Dato che vi sono quattro triplicità, esse vennero messe in corrispondenza con i quattro elementi:
    Fuoco: Ariete, Leone, Sagittario
    Terra: Toro, Vergine, Capricorno
    Aria: Gemelli, Bilancia, Acquario
    Acqua: Cancro, Scorpione, Pesci
    L’assegnazione di un significato ad ogni triplicità ha una storia molto antica. A Babilonia, dove i mesi corrispondevano ai segni zodiacali, ad ogni triplicità era assegnata una delle quattro parti del mondo di loro interesse[11]:
    Akkad: mesi I, V, IX
    Elam: mesi II, VI, X
    Amurru: mesi III, VII, XI
    Subartu: mesi IV, VIII, XII
    In altri testi, tuttavia, la corrispondenza segue non i trigoni ma i trimestri del calendario.
    Le grandi congiunzioni in astrologia
    L’ingresso della congiunzione Giove-Saturno in una nuova triplicità di segni zodiacali venne ritenuta molto importante dagli astrologi. Nella sua opera De Magnibus Conjunctionibus l’astrologo arabo Abu Ma’shar al-Balkhi (805?-886) diffuse l’opinione che le grandi congiunzioni Giove-Saturno fossero foriere di grandi sconvolgimenti religiosi, politici e naturali, fra cui l’arrivo di un “piccolo profeta”. Questa convinzione era in accordo con le teorie di altri astrologi arabi fra cui Masha’allah ibn Athari e Al Kindi.
    Le teorie astrologiche di Abu Ma’shar raggiunsero presto l’Europa, suscitando anche opposizioni[12], forse proprio perché ampiamente accettate. La teoria dell’arrivo di un “piccolo profeta” spinse Luca Gaurico e altri astrologi del rinascimento a identificarlo con Martin Lutero, nato più o meno al tempo di una grande congiunzione nel segno dello Scorpione. Melantone e Martin Lutero stesso diedero credito a questa identificazione. [13]
    Le opinioni degli astrologi arabi, che a loro volta le avevano mutuate da quelli sassanidi, sono riassunte nel trattato Muqaddimah (“Prolegomeni di storia universale”) dello storico e filosofo arabo Ibn Khaldun, (1332-1406) che per primo introdusse una concezione della storia fondata su grandi cicli socio-politici e non sull’enfasi delle gesta dei condottieri.
    Egli distinse le piccole congiunzioni (tutte quelle che avvengono ogni venti anni), dalle medie, quelle in cui il trigono cambia triplicità, e dalle grandi congiunzioni, che si verificano quando è completato il ciclo delle quattro triplicità. Mentre in occasione di una piccola congiunzione ci si può attendere una ribellione o la distruzione di una città, in occasione di una media congiunzione, cioè secondo lui ogni 12×20=240 anni, ci si poteva aspettare un pretendente al trono. Le grandi congiunzioni, poi, erano foriere di cambi di dinastia o del crollo di imperi. Egli stimava erroneamente che esse si verificassero ogni 240×4=960 anni.[14]
    Come esempio di grande congiunzione Ibn Khaldun cita quella che precedette il crollo dell’impero persiano e il sopravvento del califfato arabo: si verificò allora la prima congiunzione nel segno dello Scorpione, un cambio di triplicità e secondo lui anche l’inizio di un nuovo ciclo (la distinzione fra media e grande congiunzione dipende da quale è stata la prima triplicità, cioè dalla data della creazione). Dopo 854 anni il ciclo ricominciò con la nuova congiunzione in Scorpione del 1484 ed era stata preceduta pochi decenni prima dal crollo dell’impero bizantino. Ciò spiega i numerosi studi astrologici e la grande preoccupazione con cui in Europa furono attesi grandi sconvolgimenti anche nei decenni successivi.
    Congiunzioni Giove-Saturno e storia della cultura
    La scoperta del ciclo sessagesimale, secondo cui ogni congiunzione si ripresenta nella stessa regione celeste dopo un ciclo di 60 anni, potrebbe aver determinato l’importanza dell suddivisione sessagesimale in diversi settori e disparate civiltà. In Cina (ma anche Giappone, Corea e Vietnam) gli anni si calcolano secondo un ciclo sessagesimale. La suddivisione degli angoli in sessantesimi di grado e quella del tempo in sessantesimi di ora, invece, ha origine in Mesopotamia, la patria dell’osservazione astronomica.
    Scusate se l’articolo riportato (tratto da Wikipedia) è molto lungo, ma pareva interessante.
    Un caro saluto e un abbraccio a tutti Voi.

    Angelo
    Partecipante
    Post totali: 178

    Cari Tutti,
    l’Onda di Amore e di Bene che siamo in gardo di produrre ed indirizzare verso coloro che hanno bisogno (noi compresi) si irradia anche da questo post, dove la nostra comunione di intenti e di volontà è così forte da irradiarsi continuamente attraverso quello che facciamo.
    Ogni giorno, la nostra unione si sente (per tornare al discorso dei suoni) attraverso le nostre parole, i nostri pensieri e le nostre azioni.
    Avere lo scopo di Risanare e vivere nella comprensione del dolore degli altri, ci aiuta a rafforzare noi stessi ogni giorno.
    Sentire la Vostra Voce, è il suono più bello e confortante che si possa avvertire.
    Ringrazio Tutti Voi e tutti i Maestri per la Via che ci viene indicata. Continuiamo a percorrerla tutti insieme e non saremo mai soli.
    Un abbraccio a Tutti Voi.

    Angelo
    Partecipante
    Post totali: 178

    Caro cogitoergosum, penso che sia il “mistero” della forza delle parole, del suono.
    Si pensava che questo fosse il sistema utilizzato nell’antico Egitto per la costruzione delle piramidi, per lo spostamento degli enormi blocchi di pietra grazie all’utilizzo del suono.
    La stessa Forza che si trasmette con le parole, e di cui si racconta fossero in possesso gli antichi popoli, suoni emessi ad una certa frequenza, ad una certa intensità, in grado di produrre effetti “miracolosi”.
    Se siamo un Uno con il Tutto, ed il suono produce effetti sulle molecole, come non pensare che lo produce anche su di noi?
    Un caro abbraccio a tutti.

    Angelo
    Partecipante
    Post totali: 178

    Credo che non possa esservi nulla di più chiaro di quanto esposto dall’Admin, per portarci nella direzione giusta.
    E’ umano fantasticare, immaginare e farsi trasportare.
    Ma qui il duro lavoro. Restiamo, oggettivi, obiettivi e analizziamo sempre la realtà. Certamente anche attarveso occhi diversi dal senso comune, ma sempre allineati alla semplicità di regionamento e valutando le cose scientemente.
    L’aiuto della Miriam è costante, così come deve essere costante la nostra attenzione a far sì che le “cose” vadano per il giusto verso.
    Condivido anche il commento di garrulo1. L’omeopatia è certamente efficace. Abbisogna di tempo, non è immediata come le terapie mediche, diciamo così, ufficiali (che sono comunque sempre alla base della nostra medicina per il bene della nostra salute), e per molteplici patologie (di non elevata complessità) sono certamente efficaci e di aiuto (lo dico per esperienza diretta).
    Ringraziando tutti per i notevoli e sempre bellissimi commenti, non posso che inviare un abbraccio a tutti Voi carico di Bene e Amore.

    Angelo
    Partecipante
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    Bellissime parole Ippogrifo, fotografano in mnaiera indelebile il volto della Catena e dei suoi partecipanti.
    Anche seppiolina74 concretizza quella visione del nostro percorso svincolato dai preconcetti e legato a quel filo sottile che ci conduce lungo una strada che ha mille svolte, mille incroci, difficili da decifrare, ma che una volta incontrati e superati, ci conducono a quella strada che sentiamo debba essere percorsa, nel Bene e nell’Amore.
    E’ veramente difficile convivere con tutto il dolore che stà attanagliando il mondo attuale, ma dobbiamo anche essere consapevoli che questo dolore potrà aiutare a comprendere anche gli errori commessi.
    Difendiamo sempre la Miriam, con tutto il nostro cuore e con l’Amore che ci lega in maniera indissolubile, ovunque noi siamo e ovunque ci troviamo. E’ un legame che non si spezza, che ci guida e che anima i nostri pensieri e le nostre azioni. Per il nostro bene e per il bene di tutti.
    Siamo uomini e donne di buona volonta, guidati da quella “forza che vince pugnando invitta”. Si combatte per il Bene, per l’Amore e per la Miriam.
    Un abbraccio di amore e Bene a tutti voi.

    Angelo
    Partecipante
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    Bellissime parole quelle di Decla.
    Ma vorrei aggiungere un pensiero. Quando ci troviamo in situazioni bruttissime, e riusciamo ad avvolgerci di Amore, e guardiamo intorno a noi, e riusciamo a vedere che il dolore che ci colpisce diventa sopportabile nel convincimento che se avrebbe colpito qualcun’altro, al quale vogliamo bene, avremmo sofferto di più, ci rendiamo conto della nostra Forza, che viene alimentata costantemente dall’essere parte di qualcosa di più grande.
    Ritrovarsi qui, in questo momento dove i contatti tra gli uomini sono sospesi, ci permette si sentirci vicini e di continuare a versare il nostro Amore in quel cerchio di persone di Buona Volontà, dal quale attingiamo e nel quale riversiamo il nostro Amore e il nostro Bene.
    Un abbraccio a Tutti Voi.

    Angelo
    Partecipante
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    Car iTutti, condivido i Vostri pensieri. Appartenere e frequentare il sito della Schola, ci fa senire costantemente anelli di quella Catena invisibile che ci lega, tutti uniti, per uno scopo che va al di là della nostra semplicistica quotidianità, fornendoci quella Forza (sempre combattiva) che ci siuta a vedere al di là delle semplici immagini che affollano le nostre giornate.
    E’ un sentimento fortissimo sentirsi parte di una Famiglia che tutto contiene in sè.
    Ogni giorno è un giorno diverso, ma sono sempre più convinto che ogni situazione vada affrontata con serenità, senza paura, coscienti che il Bene e l’Amore sono sempre presenti nei nostri atti e nelle nostre parole che tutti i giorni mettiamo in essere e pronunciamo.
    Credo che per chi non è entrato in contatto con la Schola sia difficile comprendere come sentirsi vicini va al di là del solo contatto fisico, laddove la Catena è in realtà sempre presente e ci unisce quotidianamente.
    Confido che i tempi bui passeranno e confido che tutti quanti potranno avere una visione diversa delle cose, se semplicemente guarderanno al Bene.
    Sarà un bel traguardo per l’umanità, ma quanta fatica in tutto questo…
    Noi tutti abbiamo fatto i nostri primi passi, ma il cammino è sempre in salita, e per questo non possiamo che ringraziare chi ci aiuta nella scalata di questa montagna che, anche se ardua, è allo stesso tempo bellissima. Basta guardarla attraverso quegli “occhi” lontani dai sensi e dalla vita comune.
    Un grazie a tutti Voi e ai Maestri.
    Vi abbraccio Tutti.

    Angelo
    Partecipante
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    In primo luogo, un grande abbraccio di Amore e Bene a tutti coloro che in questo momento stanno attraversando un periodo difficile. È fondamentale ricordarsi, in ogni momento, che non siamo mai soli, ma legati da una catena di Amore che ci avvolge e non si dimentica di noi. Anche io ho dovuto affrontare una malattia rara, che mi ha colpito nel 2009 e per la quale non esiste cura, ma solo la possibilità di tenere sotto controllo il suo possibile risveglio. Vivo senza paura, e credo che ogni evento della vita sia un tassello che ci aiuta a crescere, a evolvere. Viviamo nel Bene per il nostro Bene e per quello degli altri. Ogni tunnel che affrontiamo, per quanto possa essere lungo e buio ha una fine. Affrontiamo ogni evento senza paura, ci aiuterà a diventare migliori. Io non posso che ringraziare tutti i Maestri perché l’aiuto offerto, libero, vero, ricco e sempre disponibile, non ha un prezzo ed é un vero Tesoro.
    Un abbraccio di Amore e Bene a tutti voi nella certezza che che la nostra strada sarà sempre illuminata da una Luce che ci abbraccerà lungo il nostro cammino.

    Angelo
    Partecipante
    Post totali: 178

    Caro g_b, riporto, sul concetto di “ombra”, un’analisi fatta sui testi di Giordano Bruno:
    “Le ‘’ombre delle idee ’’ di Bruno sono immagini magiche, immagini archetipe celesti, che sono più vicine alle idee della mente divina di quanto non siano le cose inferiori; e non e’ da escludere che lo stesso Ficino, nel suo frequente uso della parola ‘’ombre’’, abbia voluto anch’egli intenderla in questa accezione.
    Chi era in possesso di un tale sistema si innalzava al di sopra del tempo e rifletteva nella propria mente l’intero universo della natura e dell’uomo come riflesso gnostico dell’universo nella mente. Imprimendo nella memoria immagini celesti, immagini archetipe del cielo che sono ombre vicine alla idea della mente divina dalla quale dipendono tutte le cose inferiori e imprimendo nella fantasia figure zodiacali ‘’si può ottenere il possesso di un’arte figurativa che assiste meravigliosamente, non solo la memoria, ma tutti i poteri dell’anima’’.
    Il sistema bruniano della memoria è perciò rappresentativo della memoria di un mago, che conosce la realtà oltre la molteplicità delle apparenze, avendo conformato la propria immaginazione ad immagini archetipe, e che, grazie alla sua penetrazione nella realtà, ha conseguito anche poteri operativi.”.
    Credo che sul concetto, si possano scrivere fiumi di pagine, in quanto l’ombra esiste perchè esistiamo noi, è al di fuori di noi ma è noi.
    L’ombra è il nostro riflesso o è l’ombra che riflette noi?
    E’ un bel tema…
    Un grande abbraccio a tutti i naviganti.

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