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Buongiorno a tutti cari fratelli e sorelle vi giro questo link che mi pare utile.
A prestoin risposta a: ECCE QUAM BONUM ET QUAM IUCUNDUM HABITARE FRATRES IN UNUM #18924Buondì, vorrei condividere questa notizia che mi fa chiedere ancora una volta quante cose ci sarebbero da capire per chi ha avesse capacità di comprendere e mi chiedo anche se non richiami aspetti della nostra tradizione. saluti
http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/arte/2019/12/02/leonardo-con-luomo-vitruviano-svela-lalgoritmo-dellarte.-esclusiva-ansa_0b4fdb1e-32f8-4e52-8f87-c8336a08cabe.htmlin risposta a: Il cibo filtrato dai 5 sensi e… sublimato dal sesto senso #15604Il mangiare è l’attività quotidiana che più suscita interesse negli esseri viventi di ogni specie in quanto, oggettivamente, ingerire cibo a intervalli più o meno regolari è una della varie attività fisiologiche necessarie alla sopravvivenza umana dipendenti dalla volontà, ovvero non automatica (come il pulsare del cuore che non richiede la volontarietà dell’atto), neppure semi-automatica (come il respirare che richiede la volontarietà dell’atto ma percepita in modo automatico). Nell’uomo il mangiare viene tipicamente sopra o sottovalutato e comunque variamente interpretato a seconda delle caratteristiche e motivazioni di chi la prende in considerazione.E come tutte le attività fisiologiche del corpo umano, anche il mangiare è naturalmente influenzato da fattori interni, propri del singolo organismo, come si vede bene in caso di patologie organiche (tiroide, fegato, pancreas) o psichiche (bulimia/anoressia). Ma è anche influenzato da fattori esterni, a cui di nuovo ognuno risponde a modo proprio. Basta pensare all’influenza sul mangiare esercitata da uno stress nervoso, a cui alcuni rispondono aumentando altri diminuendo significativamente l’apporto del cibo. Poi, a sua volta l’attività del mangiare influenza le relazioni di un individuo con l’esterno, pensiamo alla condivisione emozionale e non solo creata dalla convivialità o d’altra parte all’aumento del nervosismo provocato dal digiuno. Insomma, che tra il mangiare e la psiche, intesa anche nel senso più lato di struttura umana più sottile, ci sia un legame di stretta interdipendenza e corrispondenza, credo sia assodato. Questo mi porta a pensare che la bontà dell’uno non sia svincolabile dalla bontà dell’altra e che ad esempio il luogo comune che un individuo debba mangiare cosa gli piace perché l’organismo sa di cosa ha bisogno sia valido solo per organismi in equilibrio psichico ed evolutivo (tant’è che sennò non esisterebbero organismi obesi o anoressici). Capisco meglio l’influenza delle forme o della musica, a cui può corrispondere l’importanza di equilibrio e ordine geometrico, che pure la musica può richiamare. Mentre l’altra ipotesi che il mangiare sia influenzato dall’amore di chi lo prepara, mi lascia qualche dubbio sull’affettività di molti cuochi rinomati. Se però ci si riferisce alla influenze più sottili (penso quindi anche all’effetto del ciclo mestruale e di cui parla anche Kremmerz) allora non so giudicare, mi viene solo da chiedere se forse all’aumentare della propria evoluzione anche il mangiare, come ogni altra attività psico-fisica (camminare, ma anche respirare e perché no anche il battito del cuore), non avvenga in maniera più consapevole e libera, sempre meno dipendente dagli schemi sociali o i tipi di materia. Mi pare allora che per il momento non mi resti che barcamenarmi tra mode bio, qualunquismo alimentare, golosità e speranze di evoluzione! Un saluto a tutti!
in risposta a: Il Silenzio #11684Fare silenzio, il tema mi tocca in quanto da sempre ne riconosco l’importanza ma anche la difficoltà. Confesso che non mi è così facile spengere la radio come giustamente invitava a fare il maestro Harahel, pur riconoscendone l’imprescindibile importanza. Non so se ci sia un metodo specifico per migliorare questa capacità, per distaccarsi dal turbinio della profanità e immergersi nel silenzio, come sott’acqua dove più si scende più il movimento e i suoni si allontanano, come per divenire recipiente ma attivo nello stesso tempo. Allora forse il silenzio interiore corrisponde allo stato di neutralità, al vivere solo il momento presente e magari un buon metodo ci può venire dall’applicazione non routinaria ma volitiva, fiduciosa e costante degli strumenti rituali?
in risposta a: UN THREAD SENZA TITOLO X UN “SOCIAL” SUI GENERIS #11554Dimenticavo di inviare un caro saluto a Holvi che in ogni modo ringrazio per avermi dato l’opportunità di questa ricerca che mi ha posto l’attenzione su questo tema che credo importante e insidioso.
in risposta a: UN THREAD SENZA TITOLO X UN “SOCIAL” SUI GENERIS #11553Credo che i post di Holvi e le risposte dei moderatori ci introducano verso un altro interessante topic di questo filone “sui generis” ovvero la qualità delle informazioni che vengono diffuse tramite la rete. Certamente il desiderio di poter dare supporto scientifico alla tradizione ermetica è un forte motivo che conduce noi, come credo abbia ben intenzionalmente condotto Holvi, a documentarsi il più possibile sulle ultime scoperte ma, come avevo già accennato nella mia prima risposta alla sua lunga e suggestiva dissertazione sulla materia e antimateria, sul web si rischia di approvvigionare i nostri pensieri a fonti spurie o fuorvianti. Così, se a puro titolo di esempio prendiamo la citazione di Bruno riportata, troviamo che rimbalza nel web in decine di siti new age ma ricercandone per curiotà la fonte, almeno io che sono appassionato e posseggo quasi tutte le opere di Bruno, vengo sempre ricondotto solo alla prefazione di un trattatello su Giordano Bruno di tale Giuliana Conforto, la quale, autodichiarata astrofisica ed esperta di Bruno di livello internazionale, invito ad andare a vedere su youtube o sui molti altri siti in cui appare per farsi un’idea di ciò che voglio dire, di ciò che possiamo trovare, di come moltitudini di persone possano farsi le opinioni e di come la scienza talvolta possa essere utilizzata in modo diciamo un po’ “disinvolto”, mi pare lontano dalla scientificità propria del metodo ermetico tradizionale.
in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #11524Credo si siano già toccati dei punti fondamentali a proposito della vaccinazione. Innanzitutto che è indubbio che i vaccini abbiano salvato milioni di vite. Il resoconto dettagliato sull’esempio della poliomielite lo dimostra ma ci dice anche la difficoltà di sentirsi totalmente al sicuro specie in un periodo storico di movimenti di popolazioni in Paesi dove proprio alcune vaccinazioni fondamentali come quella sono state abolite. Credo sia infatti importante distinguere da vaccinazioni per infezioni che se contratte sono quasi sempre fatali o fortemente invalidanti come vaiolo, poliomielite, epatite o meningite da altre per infezioni che seppur contratte comunemente lo sono solo in casi eccezionali come morbillo, varicella o influenza. Personalmente seguendo questo ragionamento, sono anche un medico, sono vaccinato sia per l’epatite B che per la meningite C. Per i figli ribadisco quanto espresso nel mio post precedente e concordo con quanto appena espresso da Bell. Ringrazio poi il moderatore che ha esplicitato parte del mio pensiero sulle scelte personali in quanto come miriamici abbiamo sempre la possibilità di valorizzare ogni trattamento terapeutico che assumiamo o che, se medici, somministriamo.
in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #11520Per quanto mi riguarda il problema vaccinazioni a me che sono medico vien in prima battuta da dire che probabilmente è principalmente legato a due fattori, uno la mancanza di informazioni e l’altro l’approccio mentale che ciascuno ha nell’affrontare i fatti della vita. Riguardo al primo aspetto mancano informazioni scientifiche definitive sugli effetti di trattamenti che agiscono sul sistema immunitario non conoscendo del tutto né quali siano le interazioni di questo sistema con i restanti apparati dell’organismo, specie in un periodi di forte espansione di branche mediche quali la PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia) né quali siano gli effetti completi e collaterali delle malattie infettive, sia in senso negativo che positivo tanto che credo che nessuno possa dare una risposta certa alla domanda se sia positivo o meno di stare più o meno a contatto con agenti infettivi, anche proprio per il meccanismo dell’immunizzazione. Daltronde noi viviamo immersi nei batteri e ciascuno di noi ne alberga miliardi già nelle cavità oro-nasali e giù giù fino all’ano e basta fare una fila alle poste per entrare in contatto con virus ogni tipo. Chiaramente ci sono malattie infettive potenzialmente più pericolose di altre ma la loro pericolosità dipende anche dalla potenza dello stato immunitario di chi le incontra, che a sua volta verosimilmente si rinforza proprio attivandosi in maniera incrociata e quindi è un po’ un gatto che si morde la coda. Tanto che se è ad esempio vero che il morbillo può essere una malattia fatale, è anche vero che tutti i casi riportati dai media sono stati relativi a soggetti a vario titolo immunodepressi per altre cause. Altra mancanza di informazione è che forse non tutti sanno che probabilmente è per tutta questa incertezza che nella maggior parte dei Paesi civilizzati non si pongono tanti obblighi alle vaccinazioni ma ci si limita a raccomandazioni e che l’Italia ha una percentuale inferiore di vaccinati ma che comunque è ben dell’87% rispetto ai 94% dei Paesi più vaccinati. Poi c’è da dire che è vero che ci sono casi di persone decedute o con danni encefalici per morbillo o varicella ma ci sono anche casi di danni collaterali da vaccinazione e sono eccezioni in entrambe i casi. Credo poi serva a poco portare episodi singoli come dire che quando ero giovane io si faceva a gara per prendere queste malattie e non ho mai conosciuto nessuno che ne abbia subito un danno. Infatti è anche vero che il vaccino corrisponde semplicemente a parte del batterio attenuato per cui alla peggio potrebbe semmai esserci una reazione sicuramente non peggiore rispetto al contrarre la malattia e quindi essere comunque preferibile vaccinarsi. Insomma credo non si possano tirare dei giudizi definitivi da un punto di vista della scienza, che di giorno in giorno scopre novità che spesso sconfessano precedenti verità per cui alla fine il problema porta al secondo fattore che enunciavo, ovvero l’approccio mentale che ciascuno ha nell’affrontare i fatti della vita. E di questo non mi compete parlare.
in risposta a: UN THREAD SENZA TITOLO X UN “SOCIAL” SUI GENERIS #11485Credo anch’io che la scienza debba ancora scoprire la maggior parte delle cause del funzionamento dei fenomeni che magari la tradizione ermetica da parte sua già controlla o utilizza da millenni per via diretta sperimentale e trovo interessante il rovesciamento delle prospettice che Holvi ha riportato anche con la citazione di Bruno. Mi viene tuttavia da considerare come in definitiva ci siano solo due modalità di comprensione della fenomenologia, o attraverso la via diretta tradizionale sperimentale evolutiva personale o attraverso la sperimentazione scientifica razionale e che entrambe queste modalità necessitino sempre di un’oggettivazione senza la quale restiamo nel campo delle ipotesi o della fantasia. Campo nel quale volentieri si rifocillano i sogni e desideri di spiegazioni più consoni a ciascun individuo, i quali, seppure in rari casi possono portare anche a intuizioni geniali, in tutti gli altri sono solo piacevoli distrazioni che se prese sul serio diventano fuorvianti. Così la teoria dei tachioni, molto suggestiva, per quanto ne so è solo un’ipotesi matematica immaginaria che oltretutto, se fosse vera, smentirebbe tutte le teorie fisiche finora dimostrate incluse quelle di Einstein. Così come l’idea che il pensiero viaggi per flussi di tachioni, che nessuno ha mai visto e forse mai vedrà. Sarà un problema mio, ma ho un’attitudine scientifica che mi porta sempre a far suonare campanelli d’allarme dinanzia a piacevoli astrazioni per mettermi sempre in guardia su quanto sia importante distinguere con totale consapevolezza de precisione ciò che è stato oggettivato dall’immaginario, dopodiché liberi di volare con la fantasia, cum grano salis! Un saluto a tutti
in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #11478Il post di mens.libera ha toccato l’argomento delle nuove tecnologie utilizzate in chirurgia per ridurre l’invasività degli interventi e quindi, essendo proprio questa la mia specialità, colgo volentieri l’occasione di sintetizzare qualcosa. La chirurgia ha iniziato il suo vertiginoso sviluppo da quando alla fine dell’ottocento si sono perfezionate le tecniche anestesiologiche al punto da consentire di aprire un addome o un torace in relativa sicurezza. Da allora un numero crescente di patologie ha potuto beneficiare di un trattamento chirurgico che nel corso del secolo passato si è progressivamente evoluto verso operazioni tecnicamente sempre più complesse, soprattutto nel campo della chirurgia dei tumori e della chirurgia pediatrica arrivando così ad esempio all’asportazione o al trapianto di più organi contemporaneamente. A questa entusiastica e crescente tendenza demolitiva che ha caratterizzato le ricerche e le esperienze chirurgiche della prima metà del novecento, si è pian piano affiancata l’evidenza dell’importanza di preservare il più possibile gli organi, i tessuti e l’equilibrio generale del malato. Su queste basi e grazie anche al progredire delle terapie mediche o delle tecnologie ingegneristiche, molti interventi oggi provocano un trauma enormemente inferiore rispetto a quanto accadeva solo pochi decenni fa. Senza entrare troppo in dettagli, fanno da esempio il trattamento di quasi tutti i tipi di tumori come mammella, intestino, esofago, stomaco, rene, prostata, utero, fegato, pancreas che oggi viene effettuato con procedure chirurgiche decisamente meno invasive e invalidanti. Va detto però che il successo della chirurgia laparoscopica e di questo approccio mininvasivo in generale non è limitato agli intuibili vantaggi in termini estetici o di minor sofferenza ma soprattutto alla minore alterazione degli equilibri dell’organismo, sia in termini di ‘omeostasi’ intraoperatoria che di perturbazioni a distanza dall’intervento. Sempre più infatti il mondo scientifico si sta accorgendo dell’importanza dell’interrelazione tra i vari organi, tessuti, strutture, sostanze e composti vari del corpo umano e la conseguente necessità di alterare il meno possibile un apparato che di giorno in giorno si scopre determinare importanti riflessi sugli altri. Dalla visione per singoli apparati si è prima iniziato a parlare di ‘assi’ di comunicazione per arrivare poi oggi a parlare di ‘reti’. La visione frammentata della molteplicità si innalza passo dopo passo verso una visione unitaria e integrata e come non vedere allora una sintonia con il percorso della nostra scuola teso a riportare tutto all’Uno? O come non notare come la scienza si stia dirigendo verso una visione integrata del corpo umano e delle sue patologie? Sono innumerevoli i filoni che si stanno portando avanti in questa direzione, basti ad esempio pensare a quanto sta emergendo sull’importanza della flora batterica intestinale, il cosiddetto microbiota, e quindi dell’alimentazione per una serie estremamente articolata di connessioni e influenze più o meno patologiche a livello di tutti gli altri distretti corporei, nessuno escluso. Adesso mi fermo ma su questo ne riparleremo!
in risposta a: IL SITO DI KREMMERZ.IT 2019 #10999Che sorpresa! Nuova veste, veramente ben articolata, dotata di chiara esposizione deduttiva nelle sezioni e graficamente…straordinariamente fresca! Appena mi sono addentrato mi pare aver anche trovato sezioni nuove, o che forse non avevo incontrato nelle pieghe del precedente format, che spiegano ulteriormente con estrema chiarezza e semplicità tutti gli aspetti del pensiero e dell’attività del Kremmerz e della SPHCI, dalle origini. Anche il forum è molto invitante! Sono proprio curioso di scoprire tutte le novità. Un grande e vivo ringraziamento alla Delegazione Generale per questo ulteriore regalo, che si si aggiunge agli altri che la Miriam ci offre sotto questo solleone. Bello!
Accolgo, ringrazio e ricambio con grande piacere gli auguri della Direzione per questo periodo di risveglio cosmico, annunciato da tale straordinaria congiunzione astrale. Ed a proposito dell’importanza di rigenerarsi e purificarsi propria di questo momento annuale, come medico miriamico vorrei riportare alcuni dati scientifici emersi recentemente sul digiuno.
Da uno studio californiano, è risultato che periodi intermittenti di digiuno sono in grado di “resettare” il sistema immunitario rafforzandolo. In particolare, pare che un digiuno di tre giorni porti alla distruzione di cellule immunitarie danneggiate e alla riproduzione di cellule sane mediante l’attivazione di cellule staminali, le cellule totipotenti del nostro organismo.
L’influenza del digiuno sul nostro organismo è un argomento dibattuto da molto tempo che trova da una parte sostenitori dei suoi effetti benefici sia su soggetti malati che su soggetti sani e dall’altra scettici che ne hanno sempre negato l’evidenza scientifica o anzi evidenziato i pericoli.
L’importanza di questo studio risiede proprio nel fatto che partendo dai lieviti, passando dallo studio sui topi si è finiti ad intravederne scientificamente risultati benefici oggettivi sull’organismo umano.
Tale digiuno viene inteso come una dieta di circa 200 calorie il giorno, tipo pane e acqua insomma, di almeno tre giorni, da ripetere un paio di volte l’anno.
Senza entrare nei dettagli biochimici di quanto avviene, per i quali rimando ai link segnalati sotto, a grandi linee sappiamo che il digiuno prolungato porta alla demolizione di tutte le riserve di zucchero producendo chetoni, quelli che ad esempio nei bambini portano all’ ”acetone”. Riducendo drasticamente le riserve di glicogeno anche nei muscoli e le necessità cerebrali tale pratica è sempre stata considerata nociva per l’organismo. Di certo è inefficace e controindicata a scopo dimagrante. Tuttavia lo shock a livello metabolico e cellulare prodotto da una dieta chetogenica saltuaria e limitata a pochi giorni pare che non solo sia ben tollerata ma anche profondamente rigenerante. Certamente lo è in soggetti sani ma risulterebbe benefica anche in soggetti portatori di alcune malattie, anche gravi.
Al di là della necessità di ulteriori indagini che verifichino l’esatta cascata di avvenimenti nell’uomo a livello cellulare, tissutale e generale prodotti da un digiuno, che si raccomanda da di praticare eventualmente solo previo consulto con un medico, mi pare interessante come tali ricerche vengano a validare scientificamente pratiche previste nel percorso della nostra Schola.
Da notare che anche in tale percorso la pratica del digiuno viene, non a caso, effettuata in modo periodico e progressivo, come per abituarne l’organismo, oltre ad essere debitamente valorizzata nel contesto miriamico.
Segnalo i link dei giornali italiani e delle riviste inglesi divulgative e più scientifiche che ne hanno parlato recentemente.
http://www.corriere.it/salute/14_giugno_06/ogni-mese-pausa-4-giorni-cosi-digiuno-ci-allunghera-vita-b95fed62-ed3c-11e3-8271-5284bdbf132d.shtml
http://www.telegraph.co.uk/news/uknews/10878625/Fasting-for-three-days-can-regenerate-entire-immune-system-study-finds.html
http://www.forbes.com/sites/stevensalzberg/2014/12/30/can-a-3-day-fast-reset-your-immune-system/
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4315117/
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?cmd=search&term=Longo%20VD%5Bau%5D&dispmax=50in risposta a: Equinozio di Primavera e Ver Sacrum #7447Ringrazio la Direzione per l’amorevole augurio e input. Meraviglioso richiamo per tutti noi, approdati sulla terra, rotto l’involucro, a proseguire il giusto cammino con passo fermo e determinato, colmi di rinnovata speranza all’alba di un nuovo Anno Magico. Buona Primavera e prospero Anno a tutti !
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