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in risposta a: ECCE QUAM BONUM ET QUAM IUCUNDUM HABITARE FRATRES IN UNUM #13626
Abbiamo voluto postare in questo Thread ,perché lo spirito che ha pervaso tutta la riunione di oggi ,che ha visto congiunte le Accademie della Circoscrizione Sud, è stato proprio quello di sentirci frates in Unum !
Ci siamo sentiti sorretti e stimolati dalla presenza delle Gerarchie in videoconferenza ,alle quali abbiamo potuto chiedere chiarimenti ed indicazioni per proseguire la nostra sperimentazione in modo sempre più mirato.
La seconda parte della giornata è stata incentrata sulla condivisione ed il confronto dei lavori svolti dai vari gruppi di tutte le Accademie.
Il risultato è stato interessante ma sopratutto molto stimolante e siamo stati tutti felici nel constatare che l’entusiasmo manifestato alla scorsa riunione plenaria si è mantenuto vivo ed intatto e se ne iniziano a vedere i frutti con la continua attivazione da parte di tutti. Ci auguriamo di poter continuare sempre meglio in questa direzione per la crescita e per la Salute di tutti noi.
Un fraterno abbraccio a tutti.in risposta a: Attivita' Accademia Sebezia #13056La riunione di ieri dell’Accademia Sebezia è stata particolarmente densa e carica di contenuti, passando dall’aver rivissuto gli emozionanti momenti dell’evento musicale in occasione dell’Agape rituale di luglio , all’incontro in videoconferenza con le Accademie Pitagora e Porfiriana , per concludere con il focus sui lavori sul timbro della Scola. Il concerto è stato ricordato come un dono offerto con Amore a tutti ,e vissuto in quel momento da tutti come un rito e non come uno spettacolo.Nel confronto e nello scambio con le Accademie Pitagora e Porfiriana , uno degli argomenti toccati è stato , neanche a dirlo, la terapeutica ermetica.Nello specifico ci si è sopratutto confrontati su come venga vissuta , interpretata , compresa nei primi tempi dell’iscrizione alla Fr+Tm+ di Miriam.
in risposta a: Farmaco come veicolo di volontà #12028Anche per l’antico Egitto il farmaco era veicolo di una volontà guaritiva. Lo dimostra il papiro di Ebers che risale al 1550 a.C., pur sembrando essere la copia di un documento più antico. Comincia con incantesimi da recitarsi prima del trattamento per accrescere la virtù dei rimedi e aumentare l’efficacia del farmaco. Questa la traduzione di un incantesimo:
“Da dire bevendo un rimedio: Vieni rimedio! Vieni a scacciare le cose (cattive) dal mio stomaco e dalle mie membra! La formula magica è potente sul rimedio. Ripetila! (…) Realmente eccellente, (provato) numerose volte”.
Il papiro è un vero trattato medico, illustrando trattamenti per varie malattie e contenendo informazioni di natura anatomica, fisiologica e patologica (malattie interne, degli occhi, della pelle, delle estremità, della testa, delle donne).in risposta a: Attivita' Accademia Sebezia #12002Nella seduta odierna ci siamo collegati via skype, previa autorizzazione, con i fratelli di Eboli impossibilitati a partecipare fisicamente alla riunione superando in tal modo le distanze grazie all’aiuto dei mezzi informatici.
Le riunioni sono sempre più interattive e proficue grazie ad un utilizzo più sistematico del sito ed al collegamento con le altre accademie che consentono una maggiore circolazione delle informazioni e dello scambio di idee. E’ stato testimoniato da più fratelli la gioia di partecipare attivamente al forum e i benefici che ciò comporta, per il fatto che ci fa sentire sempre più fraternamente collegati al Centro. Nel contempo si è detto di non farsi intimidire né bloccare dall’intervenire sul forum anche in maniera molto semplice: il più delle volte le cose vere sono semplici.
Nel collegamento con le Accademie Pitagora e Porfiriana è emersa l’importanza del thread sulle nuove frontiere della medicina in relazione all’antica arte terapeutica ermetica.in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #11999Proseguiamo con alcuni brani dalle ricerche già svolte in Accademia relativi alle scuole mediche del mondo antico nel Mediterraneo, in Egitto e in terra italica.
Importantissime le scuole mediche di Eliopoli, Memfi e il collegio femminile di Sais in Egitto; nel Mediterraneo quelle di Rodi e Cirene precedenti Cnido e Cos. In Italia la tradizione medica è molto antica, connessa all’attività delle scuole filosofiche, in particolare la pitagorica e l’eleatica. Importanti centri medici pre-pitagorici, ispirati all’empirica, all’esperienza sul campo e alla sperimentazione, furono Agrigento in Sicilia (ove operò Acron medico empirico) e Crotone in Magna Grecia (con i medici Alcmeone e Democede famosi per il rigore scientifico). A proposito del connubio tra scuola medica e filosofica ricordiamo la definizione che dà il Kremmerz della Schola: “philosophica in un senso classico, cioè senso chiuso o arcano, schola amica sapientiae, dove il filosofo arcaicamente è lo scienziato, il pensatore, il critico, il medico, lo sperimentatore, come i discepoli della scuola di Cos e quelli di Cnido, come i Pitagorici e i discepoli di Democede di Crotone”. (C,I,165). Successivamente l’attività medica fu informata dalla tradizione pitagorica specie nei centri di Taranto e Crotone.
Per Elea-Velia il ritrovamento di alcune dediche in onore di medici eleati ha costituito la base documentaria per formulare l’ipotesi di una scuola di medicina eleatica, ionico-italiota, ancor precedente a Parmenide (V secolo a.C.), sulla quale tuttora si dibatte.
Le iscrizioni menzionano 3 medici, indicati come pholarkòs, e aventi identico nome “Oulis” anche se patronimico diverso. Il medesimo nome suggerisce una casta? un ordine di medici operanti nella stessa maniera?
Altra iscrizione si riferisce a Parmenide con la qualifica di fisico e Ouliades. L’azione degli Uliadi, considerati una famiglia al pari dei medici ippocratici, è datata dal 540 al 95 a.C.. Oulis fa riferimento all’Apollo Oulios, medico-guaritore e nume tutelare della salute nella tradizione medico-sacrale pre-asclepica.
L’interpretazione delle iscrizioni è: “capi di scuola medica, di collegio medico d’ispirazione pitagorica, o di associazione medica”, dalla quale sarebbe poi derivata la scuola medica salernitana in età medioevale.
Altro elemento a favore di una scuola medica eleate è il trattato di asylia (protezione di persone e cose nei recinti sacri, santuari e templi, luoghi sacri di per sé come inviolabili) che legava Velia all’Asklepeion di Cos, oltre al fatto che Elea fu l’unica città d’occidente visitata da ambasciatori inviati da Cos.
L’interesse di Parmenide per la medicina è dimostrata dalle sue teorie embriologiche e dal fatto che in alcuni testi arabi medioevali, attenti alle fonti alessandrine e trasmessi all’occidente latino, è incluso in un canone di medici.
Elea-Velia fu nota nel mondo romano per le sue fonti curative termali e per la presenza nelle sue vigne dell’elleboro bianco, ritenuto nel mondo greco-romano medicamento di eccezionale efficacia per eliminare gli umori nocivi del cervello.
Fraterni salutiin risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #11927“Secondo la tradizione italica, ogni evento e ogni funzione è presieduta da una divinità. Esisterebbero quindi ‘divinità’ ovvero, in lessico contemporaneo, ‘forze cosmiche’ che esercitano effetto sulle funzioni fisiologiche e che, se individuate, potrebbero essere ‘richiamate’ per il mantenimento o il ripristino dello stato di salute?”. L’osservazione di Buteo del 5 gennaio trova, nelle ricerche accademiali, questi riscontri:
Il catalogo ordinato delle diverse parti del corpo, presso gli Egizi, conduce ad una loro equiparazione con altrettante divinità (o forze). Ogni divinità corrisponde a precise funzioni fisiologiche: Hapi è il sangue; Khnumm dalla testa d’ariete, che aveva scolpito donne ed uomini sulla sua ruota da vasaio, è le mani; Osiride è la spina dorsale, Iside è il cuore, Heket che presiedeva ai crocicchi formati da tre strade, sembra analoga al modo in cui funziona il sistema nervoso umano. Così le diverse parti anatomiche hanno il loro corrispondente nella Natura universale. Tali forze sono chiamate Neteru, agenti di leggi e funzioni cosmiche, il cui vero nome è la funzione incarnata.
Del tutto simile la concezione degli dei-atto italici dal nome-parlante, divinità funzionali con finalità determinata, e degli Indigitamenta romani che, numerosissimi, assistevano l’uomo in ogni sua azione, dal concepimento nel ventre materno alla morte. Così la conoscenza delle corrispondenze fra alto e basso, fra uomo e universo era custodita e utilizzata dai Collegi sacerdotali di entrambe le culture.in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #11897Proseguiamo con altre notizie sull’antica medicina egizia, già nota nel Mediterraneo antico. (Esempio ne è la citazione nell’Odissea del nepente, una droga egiziana adoperata per rasserenare gli animi). In Egitto esistevano due tipi di medici: i Sunu e i Wabu-Sekhmet, i sacerdoti medici della dea leonessa. La formazione di tali sacerdoti avveniva nelle Case della Vita, una sorta di centri di ricerca ad alto livello, dove si studiava sui testi e li si componeva. Le prime testimonianze risalgono all’Antico Regno e sono per lo più figurative, tra le quali numerose documentano di sacerdoti capaci di riconoscere i mali con l’imposizione delle mani, e di sacerdoti inviati fuori dall’Egitto come personale sanitario nelle missioni dello Stato. Il Sacerdote-wab ritualmente aveva anche il compito di scongiurare e prevenire i mali e le epidemie causate dal calore e dall’aria insalubre per il ritiro delle acque del Nilo, dopo l’inondazione estiva. (cfr: Gloria Rosati, Il Sacerdote-wab di Sakhmet).
Fra i rimedi terapeutici la semplice acqua era veicolo di guarigione, grazie alla sua capacità ritentiva. Ad esempio si poteva trarre beneficio dall’acqua versata sulle statue sacre e raccolta poi in un recipiente posto alla sua base. L’acqua, scorrendo lungo la superficie della statua, solitamente coperta di formule magiche per accrescerne ancor più l’efficacia, ne acquisiva magicamente il potere curativo, divenendone veicolo, e poteva essere bevuta o usata per lavare la parte del corpo affetta o ferita. (cfr. Ur Sunu, Sara Caramello, Le statue magiche).
Rimedio efficace contro i mali (in particolare la mortalità infantile, la fertilità femminile e il parto) era l’amuleto (dalla radice araba hamala, che significa portare, trasportare: l’amuleto è “ciò che si porta”). Piccoli oggetti, diffusi nella vita quotidiana dell’antico Egitto, erano portati sul corpo per le loro valenze magiche, indossati come pendenti di collane, inseriti nelle bende della mummia, o conservati nelle case e nei templi. Il loro uso percorre l’intera storia dell’Antico Egitto, dal periodo pre-dinastico al periodo greco- romano e copto. In lingua egiziana vi sono quattro termini per riferirsi agli amuleti: meket, nehet, sa e udja. I primi tre sono legati a verbi che indicano vigilare o proteggere, mentre l’ultimo è foneticamente identico al termine benessere. La forza protettrice e benefica dell’amuleto era garantita da materia (le pietre come il turchese, il lapislazzuli, la corallina avevano caratteristiche e proprietà ben precise codificate nel rituale), forma, colore, corrispondente divino, formula magica iscritta o recitata all’atto della collocazione. Erano utilizzate come amuleti le raffigurazioni delle divinità, lo scarabeo, o le immagini simboliche come l’occhio udjat. Questi piccoli oggetti, ritrovati in Italia, specie in Calabria, Campania ed Etruria sin dal X secolo a.C., sono da considerare, secondo gli studiosi (vedi De Salvia e Holbl), una componente delle civiltà locali, testimoniando una certa conoscenza da parte dei popoli italici della tradizione egizia pre-ellenistica, e un’affinità di concezioni fra i due popoli.
Saluti fraterni e alla prossima.in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #11815Iniziamo a postare alcuni passi tratti dalla ricerca assegnata alla Sebezia, relativi a “L’antico connubio tra la tradizione egizia e la primigenia italica, scaturite da un’unica matrice ed entrambe incanalate nella nostra Schola”, come contributo per inquadrare la medicina egizia e la sua influenza in terra italica, e anche per meglio avvicinarsi alle “Lunazioni” del Maestro Kremmerz, il cui I ciclo ha origini egizie.
Partiamo da alcuni concetti fondamentali alla base della medicina egizia, rispettata come la più sapiente dai popoli antichi e che influenzerà la medicina in terra italica (Cfr. Atti del Convegno “Ur Sunu” (Grandi dottori dell’Antico Egitto) – Casal di Monferrato, 2007):
– il corpo umano equivale alla natura e le sue funzioni sono indagate come modello del comportamento dell’universo.
– le singole parti dell’organismo e le funzioni fisiologiche sono associate a divinità, o forze cosmiche che intervengono nella malattia per ristabilire un equilibrio.
– unità di elementi materiale e psichici: la vista, l’udito, il tatto sono i sensi che meglio determinano il rapporto con il mondo esterno. Il concepimento può avvenire anche attraverso le orecchie; la creazione attraverso la parola, le mani trasmettono l’energia del Disco solare Aten. Anticamente (fino al terzo millennio a.C.) le funzioni della bocca(parlare), degli occhi(vedere) e delle mani (agire) erano considerate tutti diversi modi di “fare”, e quindi dotati di efficacia immediata”.
– importanza di “Heka” nella medicina. Il termine (l’equivalente di magheia greco- maghdira caldeo), tradotto come magia, energia attiva dell’universo, potere magico, energia vitale, è collegato alla parola creatrice e alla medicina, è insito in ogni atto rituale, negli uomini e nell’universo, è collegato al ka. Heka, letteralmente, era: “il rendere attivo il Ka”. Nelle Istruzioni per Merikara del 2000 a.C. è detto che “Ra donò all’umanità Heka come un’arma per respingere i colpi avversi del destino”, e nei Testi delle Piramidi vi è l’esempio di un faraone che per arricchirsi di heka, si nutre degli stessi dei. Scrive Giulia Sfameni Gasparro che la forza pervasiva dell’heka, si manifesta soprattutto a livello della parola, riconoscendosi un’intrinseca efficacia alla pronunzia dei nomi divini e delle formule… Se l’azione rituale è uno strumento essenziale per mettere in moto tutte le potenzialità della forza magica, la parola proferita, ma anche scritta, è quella che è ritenuta primariamente attiva.
– il farmaco o il talismano è un veicolo.
Alla prossima e nel frattempo fraterni saluti.in risposta a: Attivita' Accademia Sebezia #11622Nella riniuone di oggi abbiamo accolto un nuovo fratello, con tanto entusiasmo gli abbiamo augurato un lungo e proficuo cammino nella Schola.
E’ stato affrontato il rapporto degli iscritti verso il sito e le difficoltà tecniche o problematiche di vario genere che impediscono l’accesso al forum, cercando di superarle.
Si e’ evidenziata la diversa finalità del forum della Schola rispetto ai social comuni pur utilizzando lo stesso strumento.
Abbiamo apprezzato particolarmente il collegamento via skype con le accademie Pitagora e Porfiriana per la più ampia partecipazione di tutti, e abbiamo messo in relazione quanto accaduto con una maggiore attivazione sul forum da parte dei fratelli.
Auguriamo alle Superiori Gerarchie e alla fratellanza tutta un natale illuminato dalla nascita del Sole bambino.in risposta a: UN THREAD SENZA TITOLO X UN “SOCIAL” SUI GENERIS #11614Nella riniuone di oggi abbiamo accolto un nuovo fratello, con tanto entusiasmo gli abbiamo augurato un lungo e proficuo cammino nella Schola.
E’ stato affrontato il rapporto degli iscritti verso il sito e le difficoltà tecniche o problematiche di vario genere che impediscono l’accesso al forum, cercando di superarle.
Si e’ evidenziata la diversa finalità del forum della Schola rispetto ai social comuni pur utilizzando lo stesso strumento.
Abbiamo apprezzato particolarmente il collegamento via skype con le accademie Pitagora e Porfiriana per la più ampia partecipazione di tutti, e abbiamo messo in relazione quanto accaduto con una maggiore attivazione sul forum da parte dei fratelli.
Auguriamo alle Superiori Gerarchie e alla fratellanza tutta un natale illuminato dalla nascita del Sole bambino.- Questa risposta è stata modificata 6 anni, 3 mesi fa da accademia sebezia.
in risposta a: Eventi e Segnalazioni #11238il fatto che una Schola iniziatica sia sempre all’avanguardia sembra proprio essere una prerogativa di questo tipo di strutture.
in risposta a: VENERE DI BILANCIA #7281L’Accademia Sebezia è felice di aver partecipato con le consorelle Accademie ortodosse e l’ospitante Accademia Vergiliana, all’Incontro di lavoro del 25 Ottobre presso il Castello di Postignano in Umbria, sovrinteso dal Delegato Generale Maestro M.A. Iah-Hel. Un sincero e doveroso “Grazie” al Maestro che ci ha mostrato come si diriga una riunione accademiale nell’equilibrio perfetto tra serietà, senso di responsabilità, etica miriamica, rispetto e sintesi ed allegria fraterna. Ovviamente, non solo per questo. Ma per gli in-put elargiti a mani piene; per l’Esempio magistrale, chiaro e inequivocabile, di Ortodossia miriamica, di Servizio all’I-deale e senso di Unità della Schola; per l’Amore infinito e spirito di neutralità che da Lei promanano. Un grazie all’Accademia Vergiliana che ha organizzato l’incontro plenario in pieno spirito fraterno e che ci ha mostrato l’importanza, dal punto di vista della Tradizione, del territorio. Siamo ancor più motivati ed entusiasti a proseguire nei lavori in collaborazione, avendo colto una serie di punti di contatto fra i diversi temi oggetto di studio di ciascuna Accademia e speriamo – come tanti fra le SSrr+ e i FFrr+ si sono augurati – di saper incentivare il nostro impegno miriamico.
Oggi nella seduta dell’Accademia Sebezia, in preparazione della prossima Agape, i Fratelli e le Sorelle hanno ricordato alcune delle tante esperienze vissute in occasione delle Agapi a Montemonaco. Dopo un avvio un po’ confuso i ricordi sono affiorati alla memoria sempre più chiari e forti e così ognuno ha dato il proprio contributo alla rievocazione di quanto si aveva avuto la fortuna di aver vissuto. In primis è emersa l’emozione, la gioia di esserci stati, poi la ricostruzione fedele degli eventi per poter rendere quanto più possibile partecipi quei fratelli che, all’epoca, non erano ancora iscritti. infine quel che si era metabolizzato e maturato da quelle esperienze. Dopo una quasi corale ammissione della immaturità con cui ognuno ha vissuto quei momenti, c’è’ stata la richiesta che possano esserci in futuro ancora opportunità simili e la voglia di presentarsi alla ormai prossima Agape nel modo più consono e consapevole possibile.
in risposta a: Equinozio di Primavera e Ver Sacrum #7477Oggi durante la riunione della Sebezia abbiamo avuto il primo collegamento via Skipe con l’Accademia Giuliana. L’obiettivo e’ stato di scambiarci informazioni su elementi in comune dei timbri delle rispettive accademie. Questa opportunità e’ stata accolta con entusiasmo da tutti noi della Sebezia e , per quanto ci concerne , ci ha fatto toccare con mano quanto siano collegati ed interconnessi i lavori delle nostre accademie.Tutte le Ssrr+ ed i Ffrr+ al termine del collegamento hanno commentato con grande positività questa esperienza . Ci si augura che possa risultare utile e fruttuosa per tutti e pertanto ripeterla spesso.
in risposta a: Equinozio di Primavera e Ver Sacrum #7469Oggi alla Sebezia l’atmosfera della riunione e’ stata molto gioiosa principalmente per due motivi. Primo per la felicità di aver portato a termine il Rito di Kons e poi, soprattutto, perché abbiamo avuto il piacere di collegarci via Skype con il Maestro M.A. Iah-Hel con la Quale abbiamo brindato ricevendo un bellissimo augurio per il Kons appena terminato. Questa volta non ci siamo fatti trovare impacciati e senza domande e così abbiamo potuto beneficiare di tanti chiarimenti e conferme su questioni poste, nonché di ulteriori in-put ed esortazioni per il prosieguo dei nostri lavori accademiali ! E’ superfluo dire che l’abbiamo sentita vicina come sempre, e vogliamo comunicarlo per il desiderio di condivisione con tutte le Sorelle ed i Fratelli delle altre Accademie !
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