UN THREAD SENZA TITOLO X UN “SOCIAL” SUI GENERIS

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  • holvi49
    Partecipante
    Post totali: 112

    Purtroppo il mondo della cultura segue degli stereotipi che affondano le radici in secoli di visione e vissuto del mondo inteso al maschile. Eppure nessuna condizione di espressione vitale, in nessuna epoca , ha mai supportato questa visione. In ogni epoca, tutte le culture, in ogni angolo del mondo (anche se il mondo è tondo), hanno sempre celebrato una divinità intesa al femminile ad immagine della Natura che genera. Senza essere archeologi o studiosi di specifiche discipline, si può dire che tutti i reperti riferentisi a delle divinità, hanno sempre denotato una natura femminile ( difficile scambiare una figura con mammelle e ampi fianchi per una rappresentazione mascolina, solo per fare qualche esempio). Tra l’altro, e questo rattrista molto, gran parte degli studiosi è molto ostica, direi, ottusa, a non voler aprirsi ad una visione del mondo che sia unitaria nell’osservazione dei fenomeni che non possono essere disgiunti gli uni dagli altri come purtroppo avviene in un approccio di tipo cartesiano, e considerare che se tutta la generazione, in ogni sua espressione, ha matrice femminile, allora per estensione, dal momento che la legge manifestativa sembra essere Una, l’universo intero potrebbe essere inteso al femminile.
    Un caro saluto

    guglielmo tell
    Partecipante
    Post totali: 214

    Se la bellezza può guarire un paese: Valogno

    cozza
    Partecipante
    Post totali: 16

    Come è diventato ricco questo forum. Vi leggo tutte le sere con entusiamo. Sarà una combinazione ma ogni volta che vedo sirene su Rai1 mi assale la voglia di scrivere sul forum. Non so perchè. E’ storia della televisione però dall’acqua scendono sulla terra e amano gli uomini. Chissà che il bimbo quando lascia la mamma e le sue acque in quel momento non sia innamorato aprendo gli occhi alla vita. I bimbi quando li vedi piccoli piccoli sono uno diverso dall’altro ma non negheresti un sorriso a nessuno di loro. Ti fanno essere più buono. Ogni difesa è abbassata ti lasci andare non ai paura anzi loro ti rassicurano. Sono un mondo piccolo piccolo e grande grande. Troppo grande. Come è grande la vita.
    Dopo tutto cambia e fra di noi si alzano muri altissimi volerci bene diventa difficile ma non impossibile. Vi dico che leggendovi l’ultima settimana mi regalate la voglia d’innamorarmi ancora non perché non voglio bene ma voi me lo allargate questo bene. Mi sento poco adatto forse le cose della scuola sono troppo alte per me. Vi ho lette e rilette le risposte e gtra tutte le righe ma poprio tutte ci è tanta tanta tanta voglia di bene con tanti colori. Un po come le piante di cui avete parlato che dicono su internet hanno il cervello nelle radici e con le radici si toccano aiutano sostengono insomma si amano. Sono una ragnatela innamorata. E ora che ho gli occhi umidi vi do la buonanotte e mi addormento con i pensieri che avete scritto. Vi tengo nel cuore

    cerere6012
    Partecipante
    Post totali: 7

    Ciao cozza. Sei l’esempio di come il popolo di Miriam non sia fatto solo dagli iscritti praticanti. Non ti preoccupare se non ti senti pronto ad iscriverti alla Schola, qualunque siano le tue ragioni! Questo sito non è stato concepito per il proselitismo, ma per far sì che chiunque potesse giovarsene secondo le proprie esigenze. In questo senso il tuo contributo è oltremodo prezioso e anzi auspichiamo che anche altri utenti seguano il tuo esempio iniziando a postare come fai tu… senza impegno, senza pregiudizi, senza costrizioni, ma liberamente felici di respirare un soffio di aria pura nel mondo asfittico del web, e non solo.
    Grazie. Un fraterno saluto a tutti.

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    “Sarà una combinazione ma ogni volta che vedo sirene su Rai1 mi assale la voglia di scrivere sul forum. Non so perché”. Scrive Cozza ed io lo capisco e lo condivido perché la sirena incarna da sempre l’anelito di conoscenza, ma in particolar modo la conoscenza di se stessi. Il celebre nosce te ipsum della tradizione. E lo fa ancor oggi grazie alla sua figura ibrida (diviene nel medioevo donna-pesce, ma inizialmente è donna-uccello) che, parimenti alle altre dell’arcaicità, ad esempio la Sfinge, indicano sempre un confine che è possibile superare, sebbene con non poche difficoltà.
    Come ha già ricordato Wiwa nel quaderno della Sebezia se ne parla diffusamente: “Le Sirene travalicando, con la loro stessa natura biologica e morfologica, i confini del noto, sospese tra due mondi, consentivano all’uomo di esplorare territori ignoti. E ciò mediante l’azione ritmica di un canto incantevole, irresistibile, ipnotico, omnisciente, poiché tali creature furono dal mito dotate di virtù che gli uccelli possiedono in maniera eccezionale” (pag. 66). La Sirena del timbro dell’Accademia Sebezia di Napoli suggerisce una tradizione sapienziale orale, antichissima, al femminile, reale e concreta, tramandata da persone fisiche, tanto che ancor oggi si parla dell’esistenza di un santuario alle Sirene a Punta della Campanella, precedente quello di Minerva, nel medesimo luogo, di cui esistono le testimonianze.
    Ma ci sarebbe molto altro da dire al proposito …

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Quando ero una alunna a scuola amavo moltissimo l’epica e la mitologia. Oggi mi spiego perché. Le figure mitiche sono archetipi eterni che noi possiamo incontrare nel nostro percorso. Mi spiego: non voglio dire che incontriamo una “Medusa” in carne ed ossa con tanto di serpenti in testa che ci pietrifica, o una “Sirena” con la coda di pesce che ci ammalia. Ma ci ritroviamo nel percorso evolutivo in situazioni che gli antichi conoscevano benissimo e che codificavano sapientemente con queste figure. Non sono situazioni soggettive, diverse da persona a persona, ma step fondamentali dell’organismo fisio-psichico dell’essere umano e della necessità di una trasformazione e rigenerazione. Questo dimostra la perfetta conoscenza dell’animo che dovevano avere gli antichissimi ordini sacerdotali e il loro modo di trasmettere le conoscenze altissime che avevano circa l’essere umano. Testimonia anche l’universalità del cammino evolutivo, senza tempo che, grazie alla Miriam, noi possiamo intraprendere.

    holvi49
    Partecipante
    Post totali: 112

    Concordo pienamente con Tanaquila9. Non poteva essere meglio descritto il significato dei miti e delle figure che li caratterizzano. Il solo riconoscere la valenza reale di attribuzione umana delle vicende tramandate nei miti, porta ad una concezione più ampia e profonda dell’esistenza, poi con il concorso del cammino intrapreso nella Schola, è possibile che si riscontrino in sé stessi gli stati evidenziati ma attribuiti al regno della fantasia nel mondo profano. Grazie.
    Un caro saluto.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Mi fa piacere questo discorso sulle Sirene perché è un discorso sull’importanza della voce: non intesa come di solito accade, per complimentare o criticare un cantante o un attore o uno speaker, ma per parlare dell’importanza che ha nell’essere umano. Dar voce è fare uscire in maniera comprensibile da tutti un’emozione, un pensiero, un sentimento, un’idea. La voce può cullare, come quella della madre per l’infante, può consolare e ammonire, può sferzare o bloccare, può sollevare o abbattere. Neppure ci rendiamo conto di quanto è importante la voce in quest’epoca dove tutto spesso passa per una fila di lettere sullo smartphone… Lettere che diventano la nostra voce e solo la nostra, perché è con quella che leggiamo nella mente e con quella che facciamo nostre le parole scritte.
    Quando non si vuole sentire la voce di qualcuno è perché si teme la sua interiorità, la sua materia che ci arriva vibrando e scuotendo la nostra.
    La voce feconda continuamente, anche in un’epoca di rumori come quella attuale (e nella fiction c’è anche questa denuncia).
    Una voce amica può scaldarti anche nei momenti di gelo relazionale o sociale.
    Del resto l’essere umano è l’unico animale in grado di dare forma alla propria voce, quindi di ‘scolpirla’.
    La voce è una scultura in movimento.
    Kremmerz diceva che “il Pontefice rituale dalle mani pure pronunziava le magiche parole per aprire la bocca della mummia. Dall’ istante in cui queste parole dal gran sacerdote erano dette con voce giusta e l’intonazione che arriva la Mummia mutava di condizione”(Tarocchi dal punto di vista filosofico LA MORTE). E altrove il Maestro dice “la preghiera è l’incantesimo, è la ninna-nanna che culla l’anima” (Lettera a una Madre che ha perso il figlio).
    Quindi mi trovo d’accordo nel restituire dignità alla voce, anche per rintuzzare tutti quelli che sostengono che ‘quello che conta sono i fatti e non le parole’ perché io credo che le parole possano essere FATTI e vengano vissute come fatti da chi le percepisce, le ascolta e, talora, le subisce.
    Poi mi domando: ma la radice della parola ‘sirena’ non sarà assimilabile anche a ‘seiros- Sirio’ che ha dato il nome alla stella? Dopotutto il significato di splendore che indicava il sole potrebbe attribuirsi anche alle sirene…

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Come diceva Kremmerz il mito è una forma di linguaggio che permette di esprimere sincreticamente, in un’unica storia, pensieri sentimenti, emozioni, azioni, cosa che sarebbe impossibile con il mero linguaggio verbale.
    Mi riprometto di tornare sull’argomento, per il momento buona cena a tutti!

    GELSOMINO
    Partecipante
    Post totali: 141

    Giorni fa Tanaquilla concludeva un suo post con la seguente domanda :”Tuttavia noi non siamo chiusi nel nostro ambito e abbiamo a che fare col mondo. Ad esempio se parliamo con una persona non iscritta dell’importanza del principio Femminile quale Matrice di Vita bisogna avere le giuste informazioni per condurre un ragionamento serio. Ci può anche capitare di parlare con un archeologo che la pensi come Mirabella (a me è successo) ed è bene avere argomenti per formulare ipotesi diverse che possano fargli venire dei dubbi. Senza pretese impossibili, secondo me, abbiamo il dovere di essere preparati e di capire, per quanto possibile, quale è il polso del cosiddetto mondo della cultura. Che ne pensate?” La questione a primo acchito mi ha spaventato pensando che si avesse il dovere di essere informati un po’ su tutto per controbattere con argomentazioni circostanziate le opinioni degli altri in vari campi.Obiettivo suggestivo ma per me impossibile a realizzare , per cui mi sono preoccupato di essere inadeguato.Poi mi sono tranquillizzato ricordando che è previsto nella Pragmatica Fondamentale (art.2) che ” Questa Scuola segue un doppio metodo di cultura:uno di letture,conferenze ,pubblicazioni intese a dare un corredo di cognizioni di tutto ciò che è argomento di ermetismo e magia antica e di psichismo moderno – l’altro di pratiche tradizionali per provocare la propria educazione ascensionale e dirigerne in senso utile ai dolori umani l’esplicazione.”Per cui non soltanto singolarmente ,ma anche collettivamente attraverso i lavori accademiali , ci si educa a darsi conto delle origini della nostra Tradizione e della scientificità di questa ,tra l’altro riscontrando nelle più moderne scoperte delle svariate branche della scienza i suoi millenari postulati.Ora questo lavoro che in primis serve ad ognuno per acquisire consapevolezza della Tradizione a cui si è agganciato,può sicuramente essere utilizzato per rapportarsi con gli altri.

    Macrobio
    Partecipante
    Post totali: 63

    Kremmerz parlava delle Accademie come di “palestre libere di studii e pratiche” (Commentarium, 1910) perciò in tutte la palestre ci sono le varie specialità: dal sollevamento pesi all’atletica leggera (eviterei nell’economia del discorso la lotta libera…) e ognuno qui si esercita e sperimenta in base alla propria costituzione e restituisce un risultato in base a quanto appreso ed assorbito. Ora non tutti questi atleti andranno alle Olimpiadi – anzi non è affatto obbligatorio – e a tutti viene insegnato con semplicitià , terra terra per utilizzare le parole del Mestro stesso. L’unica cosa da tenere sempre presente è l’italicità di questa modalità e quindi il proverbiale buon senso: ecco che alla giusta preoccupazione di Gelsomino risponderei che può sempre capitare di venire a trovarci in discussioni con interlocutori che ci portano in ambiti culturali molto specifici e sta alla nostra Intelligenza sapere come rispondere con semplicità evitando di andare ad inoltrarci in ambiti non a noi congeniali. Per esperienza personale mi è spesso capitato che le persone più sincere e aperte erano quelle con meno sovrastrutture culturali perché non avevano quei preconcetti che rendevano molto più difficile un confronto sereno e costruttivo (… e che rischiava di portare la discussione dalla disciplina dell’atletica a quella lotta libera!).

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Nella mia rilettura di vecchi appunti inerenti l concetto di Fratellanza, ho trovato questa frase, mia sicuramente non è, credo sia del Kremmerz:
    “Più si restituisce all’Opera più ci viene restituito attraverso un meccanismo di moto circolare che si autoalimenta e si dinamizza ad ogni giro sempre di più. Tale meccanismo ricorda quello della manifestazione dell’Ermes in un Essere e che diventa causa ed effetto della medesima manifestazione in un altro essere.”
    Qualcuno potrebbe aiutarmi a ritrovare la fonte? Grazie

    GELSOMINO
    Partecipante
    Post totali: 141

    Ciao M-rosa, ricordo bene quel discorso , fu fatto all’Accademia Pitagora ed è riportato nelle Dispense. Sono andato a vedere, riguarda la seduta del 21 giugno 2007, l’intervento del circolo interno.

    seppiolina74
    Partecipante
    Post totali: 270

    Vorrei riagganciarmi a quanto ha scritto Catulla2008 sull’importanza della voce e del linguaggio. Sono giorni che un’immagine “sonora” legata al mondo della Natura mi accompagna, addirittura l’ho sognata:i Lupi e il loro complesso sistema di comunicazione.Gli scienziati, dopo innumerevoli studi condotti sia con l’ausilio di strumenti tecnologici avanzatissimi, sia seguendo e memorizzando per anni gli ululati ad “orecchio”, hanno scoperto che tali suoni variano in modo caratteristico in base alla specie di appartenenza e i lupi comunicano tra loro usando uno specifico “dialetto”, con frequenza e modulazione caratteristiche. Oltre che per segnalare pericolo, per chiamare a raccolta o per non perdere di vista i compagni, i lupi ululano quando il partner si allontana (ululati prolungati e intensi) o quando ad allontanarsi è il membro del branco di alto rango:non solo dunque…romanticismo…ma anche rispetto per le gerarchie. Questo tipo di suono,nella sua funzione, assomiglia anche al cosìdetto ” fischio dei delfini”. Tutto questo mi ha portato a chiedermi il perchè di una tale necessità di comunicazione sonora/verbale tra gli esseri viventi, qual’è la sua reale funzione, o scopo, oltre a comodità logistiche. Cosa accade davvero quando un suono viene concepito, prodotto e infine “gettato” fuori verso l’esterno, ma che torna a noi per farci da specchio in quelle che sono le nostre posizioni o decisioni,uomo o lupo che sia. Ma soprattutto mi chiedo: perchè non possiamo avere un unico modo di comunicare, di intendere un linguaggio? Perchè non ci capiamo, visto che apparteniamo alla stessa Matrice? Dovremmo poter comunicare tra specie differenti ( animali-piante-minerali) e invece persino tra noi uomini non esiste un unica lingua…

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Non solo nn esiste un’unica lingua, ma anche quando la lingua è la stessa facciamo difficoltà a capirci
    Credo che il giorno in cui riusciremo ad essere dei veri tramiti neutri potremo cum-prendere gli altri e farci comprendere. Per il momento si tratta di cercare di individuare quali sono i filtri, le difese, le paure, gli orgogli, e quant’altro mettiamo in gioco per difendere il nostro piccolo e smisurato ego
    Ps grazie Gelsomino

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