UN THREAD SENZA TITOLO X UN “SOCIAL” SUI GENERIS

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  • m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Che bello ritrovarsi nelle vostre parole, dove le cose significano esattamente ciò che mostrano, come una mano aperta in alto, o un “rectificando inveniens…”, oppure la Miriam che “ci da nuovi occhi per osservare e nuovi sensi per capire”
    Parlare un linguaggio comune, nel senso di un significato comune, che ognuno di noi, a livelli diversi, sperimenta nel suo percorso, ci da il senso vero della parola Fratellanza. Vi auguro una buonissima domenica

    kridom
    Partecipante
    Post totali: 177

    Buon Equinozio a tutti noi!
    In relazione alla percezione del tempo mi sovviene di una volta in cui ero fermo sulla scala mobile in una stazione di cambio tra due linee metropolitane, alla mia sinistra una donna molto elegante e con i tacchi mi superò salendo velocemente e un senzatetto – almeno così mi sembrò – che era davanti a me commentò a voce alta “corri, corri….ma dove vai?”. Questa scenetta mi fece e mi fa ancora adesso riflettere sulle volte in cui inutilmente ho cercato di fare troppe cose tutte insieme o troppo presto come se non esistesse un domani. Invece esiste il domani, il dopodomani e l’altro dopodomani; forse è vero che moriamo e rinasciamo e ogni volta siamo molto diversi ma anche un pò uguali. E allora, se volessimo prendere davvero in considerazione uno scenario del genere, cioè se nel momento in cui dovessimo fare delle scelte considerassimo un lunghissimo orizzonte temporale fatto di secoli e millenni, quante cose faremmo diversamente?

    ippogrifo11
    Partecipante
    Post totali: 165

    Bella osservazione, caro Kridom! Ho il sospetto che più o meno ci si ritroverebbe a fare le stesse cose: la vita, e in particolare la vita sociale, ha le sue esigenze, non sempre eludibili. Ma forse le faremmo con distacco, centrati su quell’unico filo conduttore in grado di dare senso all’esistenza (o al corso delle esistenze?) e che stiamo imparando a riconoscere fra le miriadi di fili monchi che si aggrovigliano intorno al nostro quotidiano.
    E ne approfitto anch’io per augurare a tutti un proficuo equinozio d’autunno, che indica il tempo della vendemmia; dunque, l’augurio è che ciascuno raccolga nella propria vigna in abbondanza, per poter poi condividere per quanto e per come gli è possibile.
    Un caro saluto.

    guglielmo tell
    Ospite
    Post totali: 112

    io invece cerco di dare valore all’attimo con la coscienza che possa essere l’ultimo. che non significa che devo riempirlo per forza di qualcosa.. e’ gia’ pieno di suo.. basta fare attenzione.. che poi e’ vero che muoriamo e nasciamo tante volte.. col sonno e’ un po’ cosi’ ed e’ anche una consolazione..
    ma lo stesso effetto me lo fa tutti i momento di perdita di coscienza. sono piccole
    morti da cui poi si rinasce. mo capita di avere dei rimpianti.
    Ma non di grandi cose.. bensì di piccole cose che non ho fatto ma per degli strani motivi mi “perseguitano”. sto provando di recente a trovare quali cose posso far oggi per recuperare.. logicamente impossibile perche’ il passato non si cambia. eppure stranamente se trovo qualche azione che parzialmente riproduce quella che avrei dovuto fare 20 anni prima, la coscienza si”acquieta”. misteri della mente umana. abbracci a tutti

    g_b
    Partecipante
    Post totali: 102

    Importanti queste riflessioni, proprio ieri mi chiedevo e indagavo scrutando i mutamenti della natura, cosa l’equinozio d’autunno potesse rappresentare nell’ambito di una esistenza umana. E le cose che succedono somigliano tanto alle immagini che la natura ci offre in questo periodo: colori tenui, si ripresentano le terre umide, le luci leggere e i gialli del fogliame, preannunciano una calma vitale ed un tempo diverso.
    Ho l’impressione, cogliendo la suggestione di kridom, che tutto rallenti secondo una logica necessaria.
    Anche la Pandemia in corso sembra seguire queste logiche, anche se purtroppo non cessa, viene certamente percepita in modo diverso (eccezion fatta per quei tantissimi individui al momento troppo offuscati dalle varie “creazioni dell’orgoglio” dentro ad un pericoloso mix di concupiscenze e bramosie), si trova il modo di familiarizzare con le nuove disposizioni del vivere in comunità, nel rispetto della salute di tutti. Ad ippogrifo11 e tutti voi (noi!) ricambio l’augurio veramente molto gradito e ben accolto, di un grande e proficuo raccolto, che i sapori di questo autunno possano essere gustati insieme, sempre in questo luogo speciale.

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Mi collego si post precedenti per augurare anch’io un buon equinozio e continuo le similitudini con i doni della Natura in questo periodo, Dunque auguro a tutti noi di saper trasformare quell’uva che raccogliamo ora in un buon vino da bere in Primavera, e che sia la prossima o un’altra ancora, poco importa, purché stia fermentando nei tini e invecchiando nelle botti! Buoni sogni a tutti

    Angelo
    Partecipante
    Post totali: 178

    Bellissime parole m_rosa.
    Mi è tornato in mente un vecchio libro che ho letto molto tempo fa. L’ho ripreso, e riporto un passo dell’autore che trovo veramente straordinario:
    “Per comprendere il mondo dei simboli bisogna capire che cos’è un seme. Voi avete un seme, è minuscolo, ma se lo ponete sotto terra un giorno diventerà un albero formidabile. I saggi del passato avevano constatato che dappertutto, nella natura come nell’anima, si sviluppano gli stessi processi, così anche loro hanno appreso a condensare un intero albero in un seme. Il seme è un simbolo. L’iniziato lo semina nella propria testa, lo annaffia spesso, e quando l’albero appare, egli lavora e si rallegra alla sua ombra…Poi raccoglie i semi e tutto inizia di nuovo…La vita lavora con dei simboli e si manifesta attraverso di loro. Per penetrare la vita, bisogna lavorare con i simboli e, vicevrsa, per scoprire i simboli e comprendere tutto ciò che contengono, bisogna vivere la vera vita”.
    Auguro a tutti che i semi che piantiamo, che innaffiamo tutti i giorni, diventino quella bellissima foresta in grado di cambiare il mondo.
    Un abbraccio a tutti.

    seppiolina74
    Partecipante
    Post totali: 270

    Accolgo di cuore il tuo augurio Angelo, confidando davvero nel fatto che, nell’ambito della Fratellanza di Miriam, possiamo essere aiutati a riconoscere i buoni semi che già possediamo e a metterli a dimora quando il momento è più propizio e utilizzarli poi,quando servirà.
    Virgilio nella “Georgiche” scriveva ( e questo mi ha sempre colpito) che a volte, anche i semi più pregiati possono non fruttificare e andare persi. Mi son detta quindi,che occorre essere aiutati a finalizzare la buona semina, imparando attraverso l’esperienza nostra e di chi ci ha preceduti. Mi piace pensare che anche ritrovarsi in questo spazio virtuale, specchio di tanto Amore e dedizione, sia mettere un Seme. Buon venerdi a tutti!

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Come dite voi, carissimi seppiolina ed Angelo, sentire vibrare l’Amore in questo nostro Spazio virtuale viene naturale, è semplice, oserei dire, senza con questo voler sminuire tutte le Forze Potenti che lo animano, più difficile è mantenere quello stesso fermento nella vita di tutti i giorni che, per inciso, mi rifiuto di chiamare vera perché presupporrebbe che “l’altra” fosse finta….mentre noi crediamo nell’Uno che tutto in Se contiene…Buona piovosissima giornata

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Importantissimo il simbolo come mezzo di riconoscimento. Il simbolo può consentire di cogliere di volta in volta un frammento infinitesimale di una visione integra; può aiutare a comprendere che la nostra vita è sempre volta al Bene, anche nelle sconfitte; che il Bene ci comprende poiché siamo collegati alla Schola. Anche quando non abbiamo ben capito ciò che ci sta accadendo, o che stiamo facendo, con la riflessione poi, constatiamo che il simbolo (quello che unisce i due lati della medaglia) è sempre stato sotteso a quanto ci riguarda.
    Si seppiolina concordo, questo Spazio voluto della Direzione, è per noi una palestra, un Bene, un collegamento.
    PS Qui non piove, anzi è una giornata da mare…

    Angelo
    Partecipante
    Post totali: 178

    Il simbolismo ricopre praticamente tutta la nostra vita.
    Mi ricordo quando lessi la Divina Commedia alle superiori. Era un bel poema, ma tutto finiva lì (sopratutto di difficile comprensione). Quando si pensa che dietro alle parole di numerosissimi grandi scrittori e poeti vi era un significato nascosto, ci si ritrova in un mondo rivestito di nuove verità.
    Riporto, solo per spirito di confronto con tutti Voi, una bellissima rilettura del Purgatorio di Dante, che è certamente una fonte di riflessione su come, il sommo poeta, voleva inoltrare un messaggio importantissimo.

    ““Per correr migliori acque alza le vele
    ormai la navicella del mio ingegno,
    che lascia dietro a sè mar sì crudele;
    e canterò di quel secondo regno
    dove l’umano spirito si purga
    e di salire al cielo diventa degno”.

    Inizia così il Purgatorio, la fase alchemica dello albedo, della purificazione, della caduta delle scorie sotto l’effetto del fuoco, in cui è finalmente possibile intraprendere la salita alla montagna che a ogni passo porta al distacco dai valori del piano orizzontale e alla conquista della libertà.

    Con Casella, Dante vede quanto leghi la stessa bellezza della terra, con Manfredi scopre l’effetto dei rancori, con Jacopo del Cassero constata come i ricordi possano pietrificare l’anima, con Bordello è la polemica politica a legare. Insomma con i personaggi mano a mano incontrati, Dante scorge i suoi legami interiori da sciogliere per aspirare alla libertà.
    All’ingresso un angelo su 3 gradini, ancora contrassegnati dai 3 colori dell’opera alchemica, lo segna sulla fronte come i salvati dal Signore di biblica memoria: sette “P” sono tracciate sulla sua fronte, i sette peccati capitali secondo la critica, comunque sette ostacoli da sciogliere nel processo di purificazione per rendere possibile la visione, l’apertura del terzo occhio, l’accensione del candelabro dai 7 bracci. Solo con il passaggio per le 7 cornici – come i 7 gradini dei misteri mitriaci e massonici – Dante può essere idoneo agli stati superiori dell’essere, alla trasformazione più radicale che lo porterà dal piombo all’argento e quindi all’oro.
    Nel ricevere i doni delle sette forze dello Spirito, superando le prove a esse connesse, Dante purifica il suo essere e il suo fardello si alleggerisce preparandosi a una frequenza vibratoria superiore. La scala a sette gradini suggerisce altrettanti livelli d’iniziazione: la guida è ancora Virgilio, perché il suo strumento più elevato è la mente illuminata che lo induce a neutralizzare i legami con il mondo, senza reprimerli, vigilando, osservandoli obiettivamente, come Dante appunto fa con i personaggi che incontra.
    Staccarsi dalle abitudini del sangue, dai pregiudizi, dal sentimentalismo oscurante, costituisce la base per quella trasformazione fondamentale che porta l’iniziato a liberare la vera facoltà del pensiero, a realizzare l’iniziazione di Mercurio, del potere del pensiero che porterà alla conoscenza di prima mano, alla vera saggezza. A Mercurio segue Venere, fonte di amore che guida l’iniziato a porsi al servizio di Dio per compassione verso il mondo.
    La Gnosi penetrata nel sistema del candidato ai Misteri conquista i santuari della testa e del cuore, ma ora i nuovi potenziali sviluppati devono essere concretizzati al servizio del piano divino, attraverso una forte volontà nella quale si esprima la potenza creatrice, il fiat lux: è l’iniziazione di Giove, il dio del fuoco, del mago che tutto può perché saggio, pieno d’amore e fornito di volontà divina, è il sacerdote che collega le terra al cielo e che ripristina il piano divino. Quando non vi è purificazione e non viene compiuto il giusto procedimento alchemico, si rischia di divenire maghi luciferini che hanno acquisito poteri per accrescere il proprio ego e non per eseguire la volontà di Dio.
    Non a caso nella fase dell’albedo gli alchimisti pongono la prova del drago, dell’anima liberata dal corpo che si trova ad affrontare una forza tremenda pronta a destarsi per prendere il sopravvento e imprigionare l’anima, se l’attenzione dell’iniziato si indebolisce, soggiogata dagli antichi legami: il rischio di tale fase è di perdersi nell’ingannevole mondo tenebroso, nel divenire operatori dell’occulto, al servizio di Lucifero.
    Il processo continua il suo sviluppo sotto l’effetto del fuoco dello Spirito: ora è Saturno, responsabile del processo di cristallizzazione della struttura fisica, a essere dominato per lasciare il posto al nuovo Saturno che, dopo aver eliminato con la falce gli impeti passionali della vita inferiore, le forze della personalità dialettica, segna il passaggio tra una vecchia e una nuova dimensione. Dal nuovo Saturno, nascerà l’uomo celeste. Aperta la porta di Saturno al limite della dimensione dialettica, l’uomo divino inizia a manifestarsi e diviene esso stesso sorgente d’amore, di un amore impersonale che abbraccia l’intera umanità.
    Nel Purgatorio, dunque, l’iniziato domina gli aspetti inferiori dei pianeti, per consentire a quelli superiori di manifestarsi, al fine di conseguire il Paradiso. Alla settima cornice Dante attraversa un cerchio di fuoco (in greco pur), estrema prova di purificazione possibile solo per chi ha già compiuto un graduale, consapevole processo di liberazione dell’anima dai legami della materia. L’iniziato è pronto per la Gnosi: “…tra Beatrice e te è questo muro”, dice Virgilio.
    Con il supremo sforzo di volontà, spinto dal desiderio del divino, Dante realizza l’albedo, l’opera al bianco: “Non aspettar mio dir più nè mio cenno: libero, dritto e sano è il tuo arbitrio, e fallo fora non fare a suo senno: per ch’io te sovra te corono e mitrio”. La creatura già in balia del karma e di autorità esteriori, diviene rex pontifex, Cavaliere Kadosh che riunisce in sé corona e mitra, potere temporale e spirituale, per cui è libero e finalmente responsabile, capace di ascoltare la saggezza che può acquisire solo l’anima, non più condizionata dai legami della materia, grazie alla luce divina che non incontra più ostacoli nell’inondare l’intero essere trasformato.
    Ora Dante incontra Beatrice, di cui darà la definizione nel VII canto del Paradiso: “… il santo rivo ch’esce da fonte onde ogni Ver deriva”. È la Gnosi, l’intelligenza dei trovatori, la donna, la sapienza divina, la luce di Dio, la Grazia. Il viaggio per il Purgatorio è concluso e l’iniziato è “…rifatto sì come piante novelle rinnovellate di novella fronda, puro e disposto a salir alle stele”. “Novelle, rinnovellate, novella”, una triplice esaltata sottolineatura dell’Uomo Nuovo che è nato dalla vecchia natura, ormai nel fondo dello athanor.
    “Nel ciel che più della sua luce prende fu’ io…”, qui Dante si sente trascendere i limiti della condizione umana e s’innalza attraverso la sfera del fuoco. L’iniziato oltrepassa la natura umana, è rinato nella luce nella quale fissa lo sguardo: la trasfigurazione è compiuta e, non a caso, il poeta passa nel cielo della luna, simbolo alchemico della fase al bianco.
    In questo passaggio l’iniziato richiama l’attenzione di chi è in grado di comprendere il suo discorso:
    “O voi che siete in piccioletta barca, desiderosi di ascoltar, seguìti
    dietro al mio legno che cantando varca,
    tornate a riveder li vostri liti:
    non vi mettete in pelago, chè, forse,
    perdendo me, rimarreste smarriti”.”.
    Un caro abbraccio a tutti Voi.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Ho letto il lungo e affascinante post di Angelo e…mi ha ricordato quando, la mattina, suonata la sveglia e spento il trillo che non mi trova ancora pronta ad alzarmi, prendo a sognare navigando il dormiveglia. E così, sognando, mi alzo, mi lavo, mi vesto, mi preparo pur essendo – di fatto – ancora nel letto dove il rischio è di ripassare dal dormiveglia al sonno senza quasi rendersene conto.
    Purtroppo accordare il braccio alla propria immaginazione (e viceversa) è molto faticoso e spoetizzante: almeno, questa è la mia esperienza.

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    In un programma RAI che ho visto oggi per la prima volta “Quante storie” si parlava di Dante. Su alcune cose ho drizzato le antenne: Dante e l’essere italiani; italiani cioè gli eredi della tradizione classica, di una remota sapienza che arriva sino ad oggi, relativa all’animo umano. Avendo in mente il post di Angelo su Dante e la Divina Commedia, mi ha fatto sorridere la coincidenza. Certo Dante vola in alto. D’altra parte, al di là di ogni altra interpretazione data in occasione dei centenari della sua morte, è uno dei Grandi il cui pensiero ed opere celano contenuti della Tradizione Ermetica, come indicato sul sito alla voce “La Tradizione Ermetica: origini, mito, storia”.
    Con Dante auguriamoci di riuscire a “riveder le stelle”.
    Sui simboli c’è da dire ancora che abbiamo la fortunatissima opportunità di appartenere alla Fratellanza di Miriam, ricca di simboli che dirigono il cammino ermetico.
    Buona giornata a tutti

    Angelo
    Partecipante
    Post totali: 178

    Ritornando si simboli, mi ha colpito in un negozio un piccolo anello, sul quale era incisa una croce a bracci uguali, e su di ogni braccio vi erano 3 punti, per un totale di 12 sulle quattro braccia.
    Ho poi scoperto che questo tipo di simbolo viene chiamato croce dell’Occitania.
    Ho cercato un pò in internet, ma in realtà ho trovato scarsissime notizie in merito alla sua storia, se non l’unica curiosità che parrebbe essere derivata dai Catari (anche se in realtà gli stessi non utilizzavano simboli per la raffigurazione della loro fede).
    Alcuni ritengono che i 12 punti sulle quattro braccia, siano i segni zodiacali, rappresentando così questa croce l’unità tra altro e basso e l’intero universo.
    Come sempre, un grande abbraccio a tutti Voi.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Stasera in molte case private la gente festeggia Halloween rimpiangendo di non poter festeggiare per strada a causa del Covid.
    Da tanti anni anche per me questa è una serata di festa, e questo in modo particolare: ma non per Halloween.
    No.
    La mia festa sono i 25 anni da quando sono stata iscritta alla Miriam, il mio matri-monio, le mie nozze più belle.
    E levo il calice con tutti Voi, Fratelli e Sorelle nati prima di me, e con tutti quelli nati dopo e pure con quelli che verranno: la mia famiglia.
    Auguri! Ehuahi!
    E un grazie ai nostri Maestri nella notte della Luna Blu.

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