UN THREAD SENZA TITOLO X UN “SOCIAL” SUI GENERIS

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  • cozza
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    Post totali: 16

    Ho letto più volte il post di garrulo e mi è sembrato come quando andavo all’oratorio e il prete mi faceva la predica. E io non ci capivo niente. Sicuramente hai detto delle cose molto alte ma in questa discussione fino ad ora avevo quasi capito tutto. Per aiutarmi a capire mi sono rivisto i video specialmente sul metodo ermetico e su wikipedia ci è la voce sulla maieutica di un filosofo di nome Socrate. Da quello che credo di aver capito per fare bene la maneutica si fa come fa la levatrice quando tira fuori il bambino dalla pancia della mamma. Così Socrate faceva con i suoi alunni. Praticamente gli tirava fuori quello che c’era già in loro, piano piano, buttando via le cose che tiravano fuori sbagliate e (ci è scritto su un testo di google) rigenerandoli nella verità. Quello che ho ricavato per il nostro problema è che ci vuole un maestro per fare questa maeutica ed avere già qualcosa di buono dentro di se altrimenti dicono è come tirare lo spirito dalle rape. Quindi come nelle domande del corso non basta una scuola ci vuole pure il maestro di quella scuola. Ho capito bene o mi sbaglio?

    holvi49
    Partecipante
    Post totali: 112

    Un reperto archeologico può trovarsi rinchiuso o “nascosto” in condizioni che differiscono per stratificazione, profondità o inglobamenti di natura rocciosa tali che risulta molto difficoltosa la relativa denudazione. Si può togliere uno strato di roccia , ma se ne trova un altro di più consistente durezza e allora il lavoro di scalpellatura richiede uno sforzo maggiore e sempre più attenzione per non compromettere il risultato. L’Archeologo cerca, nelle stratificazioni o”sovrastrutture” formatesi nei millenni delle ere geologiche, il bandolo che lo aiuti a ricostruire un principio di evoluzione per comprendere sé stesso nell’ambito della Natura tutta.
    La maieutica, non solo, ma tutta la strutturazione della Schola e il suo metodo ermetico, offrono la possibilità di questa ricerca mirata alla rigenerazione dell’essere umano e la sua reintegrazione nella Natura universa.
    Ognuno è frutto del suo percorso evolutivo; quando si comincia a “scavare” non si sa quello che si può trovare. Certo, il fine è la ricerca del Principio, ma non sappiamo da che cosa è nascosto, quali concrezioni bisognerà eliminare ,(leggi quali sovrastrutture) possono aver determinato una manifestazione che addirittura può essere recepita “normale”. Allora bisogna essere onesti nel riconoscere che se si troverà qualcosa che non piace, non significa che non si aveva del “buono” dentro, ma solo che vi erano degli impedimenti, dei “nodi” che impedivano la manifestazione dell’essere in armonia con le leggi della Natura. Questo comporta di non farsi false illusioni sul proprio cammino, poiché questa è una via di crescita nel Bene, bene che non può essere collimante col nostro personale concetto di bene.
    Un caro saluto.

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Sono perfettamente d’accordo con te, holvi, all’inizio abbiamo tante illusioni su noi stessi, pensiamo che basti seguire per un po’ le pratiche di purificazione della Schola per diventare un diamante riverberante luce propria, invece prima di trovare del buono c’è ne vuole!
    Ed è proprio in queste circostanze che è fondamentale, più che mai, l’opera di un Maestro, come faceva notare cozza, che ci guidi per non perderci ne’ nei meandri della disperazione ne’ in quelli dell’esaltazione.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Sì cozza, ci va un Maestro e non basta la scuola. Perché dire ‘scuola’ significa dire ‘tradizione codificata’ ma poi occorre che quei ‘semi’ della tradizione diventino carne viva perché è la mela matura che fa maturare le altre mele, non il sacchetto dei semini.
    Un Maestro non va inteso come quello che ti propina una materia a scuola (più o meno spiegata bene) e poi ti interroga. E nemmeno come quello che ti guarda dall’alto e con modi benevoli ti impartisce la lezioncina o, peggio, con fare di superiorità gode a farti vedere quanto sei piccolo e misero tu che hai tutto da imparare.
    Qui si parla proprio di altro.
    E soprattutto bisogna dare il giusto valore alla parola ‘Maestro’ perché non è un’etichetta ma proprio un modo di essere che è diventato strutturale, profondo, immutabile nella sostanza anche se adattabile nella forma.
    Un Maestro, in questo cammino, è quello che non ha bisogno di nessun allievo perché la sua vita è tutta un’attività, anche ….verso il fattorino che consegna un pacchetto e che non si interesserà mai di Ermetismo!
    Un Maestro è qualcuno che ha trovato dentro di sé quell’aggancio tale da non essere più influenzato dalle onde delle passioni, dei sentimentalismi, delle ambizioni e si vive la propria santa vita emanando solidità, sicurezza, forza…pur continuando a mantenere il suo carattere, le relazioni sociali, gli affetti.
    Io ho visto, sentito, toccato e posso testimoniare per il Maestro che ho visto all’opera nella Schola e nella vita.
    Anch’io pensavo che bastasse la Schola e che fosse automatica la presenza di uno o più Maestri: ma non è detto. Perché quella Tradizione codificata e ortodossa poi bisogna farla diventare ciccia della propria ciccia, e allora ti rendi conto che quelli che più ne parlano sono quelli che meno l’hanno incarnata.
    Solo quando vedi quello che puù fare la pratica di decenni e decenni su un essere (che evidentemente già aveva fatto il suo bel lavoro nei secoli avanti, ma questo lo puoi solo supporre per logica) ti rendi conto che le parole – scritte o dette – della Tradizione da sole non sarebbero mai bastate.
    Il Maestro è un essere umano come Te, diverso da Te, che può parlare alla Verità dentro di Te perché ha trovato e vive la Verità dentro di sé.
    Credo sia da esseri come questi che poi sono nate le religioni perché è facile esserne attratti fino a chiamarli dei e profeti: ma la Schola insegna che l’Ermetica è scienza sperimentabile da tutti gli esseri di buona volontà, e allora intendi che è il caso di tirarti su le maniche e cominciare a fare per quanto puoi e più che puoi.
    Per questo l’incontro con un Maestro è un incontro che non ha prezzo. Infatti è tutto gratis (in senso etimologico vero, per grazia).
    Per questo un Maestro nella Schola è un faro che non acceca la tua intelligenza in un mistico asservizio ma ti insegna a metterti al servizio di ciò che vale e può dare senso: oggi alla VITA tua individuale, domani – chissà! – a tutta la tua esistenza.

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    E proseguo… oltre quanto già detto. E’ solo grazie alla presenza e all’Opera del Maestro – oggi una Donna – che tutti noi iscritti, a qualunque grado di appartenenza, possiamo beneficiare, grazie all’esecuzione della rituaria, di quel “lievito iniziatico” proveniente dal Centro, indispensabile alla maturazione dell’essere. Amare il Maestro (seppure con i limiti delle nostre capacità) è fondamentale perché equivale ad amare il Bene e l’evoluzione. Ed è in realtà l’irraggiamento d’ Amore che proviene dal Maestro che ci aiuta nelle situazioni più critiche della vita e della via evolutiva.

    seppiolina74
    Partecipante
    Post totali: 270

    Un’opportunità. Ecco cos’è la Miriam a mio avviso. Una possibilità reale e concreta, che mi ha messo di fronte a me stessa come niente e nessuno è stato capace di fare, o…ha avuto il coraggio di fare!E non lo dico con atteggiamento mistico, perchè dopo tanti anni ancora mi stupisco, a volte, di come, anche al di là di quelli che possono essere i miei pensieri o le mie aspettative o i “film” mentali che mi sono creata,il cammino Miriamico non segue i binari più immediati, quelli cioè psicologici, sociali, culturali, quelli cioè che si basano su pseudo certezze ( spessissimo prese a prestito dalle pseudo certezze di qualcun altro); dinamiche, che non hanno niente a che fare con i veri “noi” e anzi nascondono pesantemente le nostre reali esigenze, ovvero quella Volontà “bambina”, libera e determinata,unica “mente” di un Progetto evolutivo di Amore e di Salute.
    La Salute!! Senza la quale niente si può fare e niente si può aspirare a comprendere! La vera resistenza la oppongo io, non c’è alcun dubbio su questo: ma di quante “prove” ho bisogno per convincermi che non esiste – e non esisterà mai – una via di fuga rispetto al lavoro di destrutturazione di se stessi?

    chicco59
    Partecipante
    Post totali: 6

    Buonasera a tutti i partecipanti a questo spazio “aperto” che la Schola ha voluto dedicare ad hoc.
    A quanti di voi che chiedono come cambia la vita di un iscritto/a alla Fratellanza rispondo semplicemente che una volta entrati non ne puoi più fare a meno. E’ difficile spiegare con un “linguaggio Umano” cosa e come cambi il tuo approccio alla Vita.
    Di certo ci insegnano a seguire più da vicino i ritmi e i tempi di Madre Natura, seguendo un Corpus di dottrine antichissime che grazie all’Aureo Maestro Kremmerz sono state rese disponibili a tutto il volgo.
    La Regola della Schola è una disciplina che ti aiuta a conoscere il micro e marco cosmo. In parole povere esci dal turbinio della vita quotidiana lentamente con i tuoi di tempi, secondo la tua preprarazione e storia personale che ognuno di noi porta con se fin dal momento del concepimento e ti immergi in una Corrente di BENE che ti isola,ti protegge, ti apre la Mente, ti avvicina – come detto – alla Natura che è perfetta, senza inganni o pregiudizi sei guidato verso la Luce.
    Ho fatto mie alcune parole del Maestro Kremmerz perchè non ne conosco altre più idonee a spiegare questa nostra Fratellanza.
    Mi sento di dire ai giovani e meno giovani: leggete le Opere che sono state tramandate e messe in ristampa; domandatevi che cammino state facendo verso la Luce e la Verità; chiedetevi cosa state facendo per progredire – non solo nel mondo profano – ma anche per nutrire la vostra parte più sottile del vostro Essere.
    In tanti anni di appartenenza alla Fratellanza posso testimoniarvi che l’aiuto arriva a patto di essere noi in primis a “lavorare”.

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    L’ulteriore tassello di Wiwa sulle origini della nostra galassia a forma di X, mi fa pensare alle origini in senso più ampio e nello specifico anche al cromosoma femminile, il più antico rispetto al cromosoma Y e che, avendo subito minori cambiamenti, pare conservi geni e dimensioni ancestrali antichissime.
    Quando si parla di origini chi più della Tradizione Iniziatica Ininterrotta può fornire delle chiavi di lettura? Infatti, il tuo collegamento con l’aratro rappresentato nel timbro dell’Accademia Vergiliana mi sembra possa avere più di un senso, tanto più che proprio a p.88 del relativo quaderno vi è un commento di Kremmerz che dice: “X composto di due barre intersecantisi, rappresenta la stessa idea dei due principi attivi e passivi in amore, cioè agenti l’uno sull’altro in modo tale da non generare squilibrio ma determinanti le funzioni miste delle due correnti di cui il centro o plesso sensorio o foco centrale, non risponde che alla connessione della principale forza attiva sulla forza accipiendaria.” L’immagine del centro/plesso/ foco mi sembra richiamare il nodo di Iside, il tiet, o “nodo della vita” che simbolicamente rappresenta il punto di convergenza e di unione tra il basso e l’alto, tra l’umano e il divino, per alcuni è inoltre la probabile sintesi degli organi genitali femminili, e pertanto adorato e utilizzato come il più potente talismano e amuleto in senso lato, per la vita e il dopo. Il tiet compare nelle raffigurazioni egizie ed è parte fondamentale nell’abbigliamento rituale femminile, fino al periodo tolemaico romano e forse oltre.
    Sinteticamente mi sembra oltre modo interessante riflettere su questa incognita X!
    A presto.

    guglielmo tell
    Partecipante
    Post totali: 214

    Stamattina per qualche minuto mi è capitato di vedere su Rai 3 il presentatore/ giornalista? Michele Mirabella parlando della storia della femminilità, dichiarare a proposito della preistoria e Delle rappresentazioni femminili (Venere di villenberg) come all’epoca la donna fosse considerata solo nella sua funzione sessuale/ mezzo di riproduzione… Andiamo bene con la comprensione del Sacro Femminile!

    X
    Partecipante
    Post totali: 35

    Stavo pensando alle parole giuste per esprimere la felicità che provo pensando di appartenere come numero all’unica Vera catena magica di Myriam. Ho buttato giù pensieri, poi cancellati, riscritti e cancellati ancora. Non trovo il modo giusto per poter esprimere questo sentimento. D’altronde come spiegare a livello emozionale il percorso di conoscenza di sé stessi, i riti scientifici, la terapeutica, le sedute accademiali, il confrontarsi con i fratelli più evoluti, avere delle preziosissime dritte per migliorarsi, il contatto con le gerarchie, sentirsi amati senza stupidi contorni, amare a propria volta (per come si può) chi chiede aiuto, gli input della Delegazione, la compagnia dei fratelli, lo stupore di fronte alle sconcertanti e semplici verità che possiamo ascoltare in accademia e non SOLO. Potrei continuare all’infinito. Ho riconosciuto il vero Bene, qui, nella S.P.H.C.I., e non lo voglio perdere. Un abbraccio a Tutti.

    chicco59
    Partecipante
    Post totali: 6

    Buongiorno Guglielmo Tell.
    Ho letto il tuo post: ma francamente cosa ne può sapere un conduttore radio televisivo di un argomento così Grande?.
    Purtroppo spesso si mischia il sacro con il profano per una serie di motivi: ignoranza (da ignorare, non conoscere), necessità contrattuali (il vil danaro conta tantissimo), i sondaggi che regolano le “farciture delle partiture dei Direttori d’orchestra”…. e così via.
    Non meravigliamoci di tali “uscite” attraverso i mezzi di comunicazione di massa.
    Del resto, il percorso verso la Luce è INDIVIDUALE.
    Siamo noi a dover separare il buon grano dalla paglia!.
    La Fratellanza ha in se’ tutti gli strumenti per far progredire l’UOMO/DONNA. Se si è giunti al bivio e ci siamo incontrati, vorrà dire che hai la necessità di invertire la rotta.
    Il Maestro Kremmerz ha ben chiarito nei suoi dialoghi (quando parla del novizio incerto e dubbioso) a quali ostacoli e perplessità egli va incontro.
    Ma sappi che ognuno di noi ha la sua montagna da scalare: prima incominci e prima arrivi. Ha scritto un autorevole personaggio contemporaneo: IL VALORE DI UN UOMO NON SI MISURA DAL SUCCESSO CHE HA RAGGIUNGO MA BENSI’ DAGLI OSTACOLI CHE HA DOVUTO SUPERARE PER RAGGIUNGERLO.

    Io personalmente ascolto tutti e tutto ma lascio correre. Continuo per la mia strada e lo faccio da 40 anni come iscritto alla Fratellanza. Non presto attenzione alle voci di corridoio. E’ facile unirsi alla mischia e nascondersi perchè manca il coraggio di misurarsi in primis con noi e poi con il resto.
    Questa impeciatura (da pece, che ricopre i nostri sensi), porta solo verso il nulla.

    Gli scienziati, da qualche decennio, stanno accelerando le loro ricerche riguardo la particella Divina costituita da tre elementi essenziali: neutroni, protoni e elettroni. Ma la legge che governa questo Mondo è cosa assai complessa da intuire e/o capire con una ricerca scientifica galileiana classica.

    A noi iscritti non viene chiesto di capire le leggi dell’Universo Creato ma di praticare la regola che ci viene affidata per iniziare il lungo o breve lavorio di trasformazione INDIVIDUALE per migliorarci, aiutare chi ci chiede aiuto (rammento a tutti che lo scopo della nostra Fratellanza e Schola e pro salute populi). Il resto è così tanto Immenso che ci si perde in fantasie e sogni.

    Un caro abbraccio a tutti.

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 366

    Diversamente da quanto suddetto credo che il “capire” non sia in contrasto con la pratica ortodossa della Schola con la finalità Pro Salute Populi …se per capire s’intende non un mero esercizio astratto di matrice culturale\intellettuale ma un lavoro di consapevolezza di sé basato sulla sperimentazione dei meccanismi che ci governano e attraversano senza avere la presunzione di riuscire a spiegare tutto e subito sui massimi sistemi ma cogliendo, attraverso la preziosa chiave analogica indicata dal Kremmerz, le analogie tra microcosmo e macrocosmo. Personalmente,nel rispetto dell’individualità del percorso miriamico di ognuno, è stato il ‘Voler Capire’ che mi ha portata alla Miriam e rappresenta quel fuoco interiore e quella sete di conoscenza che mai si spegne e anela incessante a proseguire nel percorso anche quando sono in difficoltà, stanca o delusa da ciò che ci circonda …se poi capire volesse dire, in senso ermetico, incarnare, sicuramente il Kremmerz ci ricorda che ‘per capire una cosa bisogna essere quella cosa’ … e forse è questo che s’intendeva?? Fermo restando che tra le tante cose da “capire”, la più importante è come diventare migliori per essere un buon tramite e come aiutare gli altri, come è stato doverosamente sopra ricordato.

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Guglielmo Tell, come chicco59 anch’io ho qualche perplessità sul l’interpretazione data dal giornalista.
    A proposito di preistoria e dì sessualità, ricordo che molti anni fa in Accademia avevamo studiato le prime preistoriche forme di labirinto come luogo non di smarrimento, ma di massima creazione, argomento poi ripreso successivamente nei lavori di Progetto Elissa sui Sibillini. Il labirinto era una danza primordiale ispirata ai movimenti generativi e rigenerativi che prevedevano come atto centrale e finale una unione anche sessuale d’amore, con la finalità non di procreare, bensì di rendere propizia e produttiva la natura. Un rituale di fecondazione per il tutto. E qui che dipende da quale angolatura è in che senso si guardano le cose e soprattutto credo, con quale coscienza. Parlando di sessualità ho i miei dubbi che sia automatico comprenderne là finalità naturale, cioè integrata al programma intelligente di una natura che, a cominciare dalla propria di natura, resta ampiamente avvolta è falsata dai veli delle nostre sovrastrutture e impurità. Anche la visione dello studioso ricercatore non credo sia esente da questo senso falsato della storia.

    A proposito di “eterno femminino” mi ha sorpreso apprendere che questo appellativo riferito al l’essenza di un femminile immutabile, è stata coniata da Goethe tra fine e sette e primi Ottocento che fa dire a Faust “l’eterno femminino ci trae in alto”, tradotta poi dal Carducci e di lì ripresa dagli autori di tutto il periodo. Come abbondantemente emerso nei quaderni accademiali, si stava preparando il terreno per accogliere la grande opera di semina di Kremmerz.

    chicco59
    Partecipante
    Post totali: 6

    Buonasera.
    Rispondo a Mandragola11 circa l’interpretazione del giornalista-conduttore: faccio una ampio e nel contempo stretto giro intorno all’argomento/territorio…
    io non credo alle divulgazioni di massa e in special modo circa argomenti così Grandi e al di fuori della portata di molti.
    Credo invece che abbiano bisogno LORO di carpire le chiavi di decriptazione di alcuni Misteri INSONDABILI; che cerchino con tutti i modi possibili di far uscire allo scoperto chi sa…E mi domando: perchè si dovrebbe regalare tale chiarimento? A beneficio dell’Umanità?
    E se non siamo ancora pronti? Il Maestro Kremmerz stesso ha scritto: ” pensavo di trovare l’umanità più avanti” (scusate se le parole testuali non sono queste).
    Ed era il Kremmerz ha scriverlo!!!!
    Quindi deduco – alla luce degli spaventosi delitti e crimini che vengono compiuti a danno dell’Umanità intera ogni giorno – che non siamo ancora pronti per trattare sottilissime e profonde Verità. Qui siamo ancora all’ABC (almeno per me).
    E’ vero: abbiamo scritti di Poeti, letterati, compositori di opere musicali di grandissimo valore…ma se l’Umanità non si piega alla legge dell’Amore, della Fratellanza…se non la smette di voler prevaricare ad ogni costo la Natura, allora l’Umanità segnerà il passo per tanto tempo ancora.

    Per quanto riguarda la sessualità, la Donna, i rapporti interconnessi tra esseri umani e Natura – ebbene – l’argomento NON può risolversi con poche righe o con una trasmissione televisiva. E io non ho l’ardire di poterne parlare.

    Una semplice riflessione a quanto ha scritto wiwa70 circa come essere e diventare migliori. Ti rispondo che praticando la regola che ci viene affidata dalle Superiori Gerarchie si diviene meno propensi ad essere “attaccati dagli altri e dalle cose degli altri”. Del resto, se ci pensate bene, la Pragmatica Fondamentale dice tutto e spiega tutto a chi ha i sensi per intendere le parole del Maestro.

    Se ti poni in posizione di controcorrente, se cammini controvento è certo che gli altri ti prendono per “strano”.
    Strano invece che gli altri non vedano o non vogliano vedere che il cammino è un altro. E’ troppo comodo non lavorare. non zappare il proprio orticello e trovarsi la pappa pronta. Ma non funziona così!

    Sarà banale che io lo ricordi, ma nel mio profondo io lo sento e percepisco così! Se si è deciso di intraprendere un cammino verso la Luce, non ci può essere il ritorno alle tenebre. Ripeto: sarò banale nel scrivere tutto ciò; potrà sembrare ripetitivo, ma chi ci legge ha bisogno di intendere e non fraintendere.

    Basta osservare la natura: cosa fa ogni giorno? Si rigenera.
    Cosa chiede: un pochetto di acqua, luce solare, possibilmente che la si rispetti e poi che non si dia fuoco alle sterpaglie!!!
    Ma questo rispetto – a mio modesto parere – viene calpestato, violentato, derubato, mal nutrito e altro ancora e mi fermo qui.

    Resto con i piedi per terra: mi ricordo quante volte il maestro De Cristo ci domandava: prima di uscire di casa sei capace di sapere se pioverà o meno? Sei capace di farti passare un semplice mal di testa?

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    E’ molto bello leggere quanto si scrive su questo forum e ci si sente arricchiti della maggiore partecipazione. Come dice Cozza si sta in famiglia (famiglia d’intenti e di ideali).
    I post di Guglielmo Tell e di Chicco59 hanno fatto riflettere anche me.
    Guglielmo Tell lamenta giustamente la scarsa comprensione del “Sacro Femminile” nella società odierna. Chicco non se ne stupisce e giustamente dice che è la Schola che possiede gli strumenti per far progredire l’uomo e la donna. Hanno ragione entrambi. Tuttavia noi non siamo chiusi nel nostro ambito e abbiamo a che fare col mondo. Ad esempio se parliamo con una persona non iscritta dell’importanza del principio Femminile quale Matrice di Vita bisogna avere le giuste informazioni per condurre un ragionamento serio. Ci può anche capitare di parlare con un archeologo che la pensi come Mirabella (a me è successo) ed è bene avere argomenti per formulare ipotesi diverse che possano fargli venire dei dubbi. Senza pretese impossibili, secondo me, abbiamo il dovere di essere preparati e di capire, per quanto possibile, quale è il polso del cosiddetto mondo della cultura. Che ne pensate?

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 5 mesi fa da tanaquilla9.
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