UN THREAD SENZA TITOLO X UN “SOCIAL” SUI GENERIS

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  • garrulo1
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    Post totali: 458

    Mi ha stimolato l’attenzione il post di Mandragola dedicato alla mostra sulla botanica di Leonardo, per una nuova scienza tra arte e natura. Visitando il link sull’evento, colpisce il manufatto posto come simbolo, nella Piazza antistante il complesso di Santa Maria Novella in Firenze, il Dodecaedro con all’interno l’albero del Gelso, uno dei vegetali preferiti proprio da Leonardo. La mostra, a quanto ho compreso, verte in primis sulle forme e funzioni delle piante, portando l’attenzione sulla componente Vita articolata in una rete di connessioni, speculari tra micro e macro, in cui i vegetali recitano la loro parte, mostrandosi in un ruolo di sinergia con il tutto. D’altronde, le capacità di comunicazione tra vegetali conspecifici sono note alla scienza: alberi di acacia presenti nelle savane, quando attaccati da giraffe o altri grandi erbivori, dopo pochi attimi sviluppano tossine repellenti al gusto, in seguito a comunicazione per esalazioni molecolari attraverso l’aria, con le quali le prime piante informano le altre, al fine di attivarsi “con urgenza”, in presenza del pericolo per la sopravvivenza di tutto il complesso di acacie. E mi torna anche in mente una citazione a proposito della rete interconnetiva citata, di Giordano Bruno, presente nel Libro su Giordano Bruno e la Tradizione Ermetica, dove, vado memoria, il Maestro sostiene che “siccome la divinità si manifesta per come si comunica con la Natura, così, nella vita rilucente delle cose naturali, si monta alla vita che a quelle soprasiede”.
    Un caro saluto ed una buona domenica

    kridom
    Partecipante
    Post totali: 177

    Buongiorno a tutti/e, volevo provare a fare un paio di riflessioni sulla manifestazione ambientalista Friday for Future e sulle affermazioni di Greta Thunberg. Mi sembra che questa ragazza di soli 16 anni si trovi ad interpretare in maniera inconsapevole lo spirito dei tempi, cioè rappresenti una corrente di persone che ha preso a cuore il tema della difesa ambientale del pianeta e che si interroga sulle conseguenze dello sviluppo delle attività umane sul clima futuro e sulla natura. Da questo punto di vista ben venga uno stimolo ad essere maggiormente consapevoli e che ci porti ad interrogarci sui nostri comportamenti quotidiani e a farci cambiare alcune scelte per il bene nostro e dell’ambiente. Dall’altra parte mi ha colpito molto negativamente il discorso di Greta Thunberg all’ONU, perchè non comprendo come possa essere così assoluta nell’affermazione che il cambiamento climatico le abbia distrutto i sogni e rovinato la vita. Mi spiego meglio, qualsiasi essere umano che voti la sua vita ad un unica passione o ad un unico scopo mi spaventa, perchè diventa potenzialmente fonte di un’ulteriore forma di assolutismo e di integralismo che, nel caso specifico, gioca anche nella contrapposizione semplicistica tra giovani buoni e adulti cattivi, dimenticando che gli adulti di adesso sono i giovani di ieri e che tutto coloro che hanno contestato un certo ordine, una volta conquistato il potere non hanno fatto altro che lottare per rimanerci dimenticandosi delle loro promesse irrealistiche di palingenesi universale.
    Spero che l’effetto di questo movimento possa essere nel complesso positivo sull’equilibrio del nostro pianeta e possa indurci a modificare alcune nostre abitudini, senza creare nuovi fondamentalismi.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Questa ragazza, come lei stessa ha reso pubblico, è affetta dalla sindrome di Asperger, disturbo dello spettro autistico che comporta – fra gli altri sintomi – verbosità unilaterale e alterazioni nei comportamenti non verbali (es. postura, espressioni facciali, ecc.).
    Ciò detto, forse ci sarebbe da interrogarsi sul perché una ragazzina, per di più con una patologia evidente, abbia dovuto/ potuto assumere su di sé l’onere/l’onore di rivendicare l’attenzione sul comportamento invasivo e autodistruttivo dell’attuale umana specie…

    anima critica
    Partecipante
    Post totali: 31

    Caro kridom, la frase dal tuo post, dove dici che ti spaventa un essere umano che voti la sua vita a un unico scopo “perché diventa potenzialmente fonte di un’ulteriore forma di assolutismo e di integralismo”, mi ha sbatacchiato un tantino.
    Allora ho provato a ragionare e siccome sono un’anima critica e non un’anima solitaria, ho voluto condividere con i frequentatori del forum, te compreso, il mio ragionamento.
    Supponiamo che un essere umano abbia nella vita diversi scopi: sarebbe possibile dedicare a tutti lo stesso tempo, le stesse energie, la stessa applicazione? Probabilmente no perché diventerebbe troppo dispersivo, a parte il fatto che difficilmente si riesce a mantenere la stessa concentrazione su più obiettivi contemporaneamente. Allora la soluzione può essere quella di ordinarli secondo una scala di priorità, il cui ordine presumibilmente va a rispecchiare la scala di valori, e cioè i significati e l’importanza, che attribuiamo a quelli.
    A questo punto, mi viene da pensare che non è affatto escluso che nel corso dell’esistenza questa scala cambi e magari si riduca a pochi valori essenziali, e di conseguenza si riducano anche gli scopi da perseguire. Al limite, potrebbe accadere che il valore davvero significativo si riduca a uno solo, che potrebbe essere il senso della vita. Ecco allora che dare un senso alla vita, qualunque esso sia, potrebbe diventare lo scopo unico dell’esistenza. E sarebbe questo un male? Significherebbe diventare assolutisti e integralisti?
    Francamente non lo so. Anzi, mi resta più di un dubbio.
    Intendiamoci bene, il mio è un ragionamento generale e non vuole assolutamente entrare nel merito della questione posta da kridom, per la quale non ho né informazioni sufficienti né competenza.
    Buon pomeriggio di domenica!

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    D’accordissimo con Kridom, tutte le deviazioni di pensiero verso modalità assolutistiche, anche a mio modesto parere, non sono alla fine funzionali all’intero sistema, quand’anche l’ideale di partenza sia di tutto rispetto. Sull’argomento dei cambiamenti climatici, a tutte le latitudini del pianeta, la cosa è piuttosto preoccupante. La terra ha sempre fatto registrare variazioni del clima, ma per grandi periodi, su scale temporali enormi, parliamo di decine di migliaia di anni per riscontri effettivi sull’ambiente, mentre la cosa che sovente mi fa riflettere è che nell’arco di una vita, quindi con riscontro su me stesso, percepisca nettamente le differenze ad esempio nelle stagioni dagli anni ’80 ad oggi. Faccio qualche esempio terra-terra: agli inizi degli anni novanta, un vicino di casa aveva piantato in giardino una pianta di banane, cosa veramente rara in Torino e dintorni, difatti non superò il primo inverno. Ora le piante di banane non si contano più, in Città e fuori, io stesso ne lascio crescere solo 3, ormai d’alto fusto e robuste assai, perché tendenzialmente prolificano spontaneamente e a dismisura. Stessa cosa vale per gli ulivi, i lecci, l’aloe e via di questo passo, piante tipiche dei luoghi di mare, comunque decisamente caldi, che però in città si trovano ormai in moltissimi giardini. Ma voglio portare l’attenzione anche sulla modifica delle abitudini geneticamente strutturate di molte specie animali nostre, ad esempio sulle variazioni ai tempi della migrazione e credo alle rotte. Uno dei miei “amici” preferiti è il colombo selvatico, colombaccio o meglio columba palumbus, un tempo difficile da vedere, estremamente schivo, soggiornante in Italia per il solo periodo estivo di riproduzione. Ora, la specie per fortuna è di molto aumentata nei numeri, si avvicina molto agli ambienti urbani, arrivano già ad inizio gennaio anziché marzo, e ripartono solo ora, ma molti non ripartono affatto, probabilmente incontrando condizioni ambientali anche nei mesi freddi favorevoli ed alternative al punto da inibire una pulsione genetica ancestrale per la specie, il tutto metabolizzato per quanto abbia potuto accorgermene, in poco più di un ventennio. Potrei ancora fare un altro esempio di un paio di settimane fa, dalla finestra di una stanza ho notato una coppia di tortore dal collare, specie ormai stanziale da tempo, adoperarsi portando a tamburo battente ramoscelli all’interno di un grande e folto abete verde, iniziando di fatto la costruzione del nido a fine settembre. Credo sia la stessa coppia che ha già nidificato in zona in estate, in quanto li avevo visti fare “scuola di formazione volo” con due piccoli nel mese di luglio. Non ho soluzioni in mente, però molte riflessioni su questi piccoli grandi indizi sì. E’ un argomento troppo importante per non essere considerato, partendo, per quanto possibile e con tutti i supporti scientifici a disposizione, dagli elementi causali, di qualunque natura siano.
    Ancora una buona domenica sera a tutti.

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Anche io sono contraria anzi contrarissima e temo molto gli integralismi perché nella Storia sono tra i motivi di maggior danno (integralismi religiosi o politici che siano). D’altro canto non posso non essere d’accordo con anima critica quando dice che uno scopo, un valore, può essere preponderante fino a diventare l’unico della propria vita…a patto però che sia Integrale non integralista. Integrale nel senso di integro, intero, a cui non manca nulla, e dunque che riesce ad integrare in Sé tutte le sfaccettature dell’Esistente, e come tale lontanissimo dal concetto di assolutismo. Un caro saluto a tutte/i
    Ps: rileggendo il post mi viene il dubbio di non essere stata abbastanza chiara, se è così ditemelo che ci riprovo

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    MI inserisco nelle vostre interessanti riflessioni. A prescindere da Greta ed eventuali strumentalizzazioni, la comunità scientifica ha una visione controversa sulle responsabilità antropiche del riscaldamento globale, riscaldamento globale che comunque nella storia della Terra si è più volte ripetuto e che pare succeda anche in altri pianeti. Per quanto riguarda questa ondata mediatica, anch’io sono contraria a qualunque forma di terrorismo, anche se gabellato con le migliori intenzioni: la paura innesca meccanismi caotici e paralizza le facoltà di coscienza, credo. Ma, personalmente avrei un dubbio: il pensare che l’uomo possa distruggere la vita sulla Terra non farà mica da contraltare all’idea che l’uomo possa crearla, la vita? Non so, ma tutto questo mi sa di grande presunzione…fermo restando il fatto che per aiutarla la vita nell’Universo, come auspica qualcuno, forse bisognerebbe partire da se stessi e dalle piccole cose del quotidiano, un granellino alla volta con coerenza… anche se io per prima dico che non è affatto nè facile nè semplice.

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Fra le tante cose interessanti che state dicendo aggiungo che credo non sia un unico scopo (finalità) nella vita a determinare intolleranza o atteggiamenti assolutisti, piuttosto il modo in cui viene attuato. Faccio un esempio: uno scienziato che vive la sua vita per scoprire un farmaco che possa debellare una certa malattia. I problemi nascono quando la sua scoperta entra nei circuiti economico/politici/sociali e di potere. Poi esiste la mania, l’idea fissa (e entriamo nel campo delle psicosi e delle patologie) che governa la vita, ma certo non può essere considerata uno scopo. L’elasticità mentale e di vita, il rifuggire i dogmi, la credulità e ogni forma di fede cieca e delirante sono gli ingredienti necessari per non essere assolutisti anche da parte di chi apparentemente persegue più scopi.

    anima critica
    Partecipante
    Post totali: 31

    Ringrazio m_rosa e tanaquilla9 per aver chiarito il mio pensiero e condivido la posizione critica di mandragola11 sulla rappresentazione mediatica talvolta strumentale in un senso e nell’altro di un fenomeno globale che nella sostanza potrebbe essere un fenomeno ciclico.
    A presto

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Ho trovato molto attente le osservazioni di Garrulo sulle abitudini di alcuni uccelli. Anche io ho notato come le abitudini dei gabbiani siano cambiate, ma non credo per i cambiamenti climatici. Oramai volano di notte in branco e non sono mai stati animali notturni, si stanziano sui tetti delle città, e mangiano dai rifiuti. Addirittura aspettano fuori dalle pescherie che gli si gettino dei pesciolini.Tutto cambia nel tempo… anche la terra è cambiata.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    È possibile che sottovalutiamo il ruolo giocato dalla posizione del sistema solare in rapporto alla sua galassia; del resto i confini temporali delle nostre osservazioni sono talmente infimi in rapporto all’età di una stella o di una galassia che sarebbe come chiedere a una mosca la sua opinione circa l’età dell’uomo: semplicemente NON può concepirla.
    Ciò detto, mi ha incuriosito l’osservazione fatta per radio circa un contesto per così dire ‘interno’. La congiunzione Giove Saturno che si sta verificando ora è poco frequente e assimilabile a quanto accaduto negli anni ’60 del ‘900. Gli astrologi – che evidenziano come gli astri dispongano e predispongano – notavano un parallelismo tra i movimenti di massa di allora e di oggi, con un colore dato dalla regione celeste in cui tali pianeti si congiungono ogni 60 anni.
    Di là dalle verità più o meno scientifiche e/o dimostrate, tali prospettive hanno sicuramente un pregio: ricondurre l’essere umano alla sua concreta dimensione, con buona pace dell’assolutismo.

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    A proposito dell’osservazione di Tanaquilla sulle varianti alle abitudini dei gabbiani. Qui il problema ha sempre lo stesso punto di partenza: l’intervento dell’uomo sull’ambiente. Negli ultimi 50 anni in particolare, ma anche prima, con il progressivo incedere del consumismo a tutto tondo, sono aumentati i bisogni se vogliamo artificiali degli esseri umani, e questo vale in primis per il cibo, ma anche per i dispositivi tecnologici sempre più sofisticati nel tempo, per i mezzi di trasporto con annessi dispositivi, con gli allestimenti nelle case dentro e fuori e via di questo passo. Sono quindi aumentate a dismisura le discariche, perché da qualche parte i residui delle attività e degli alimenti andavano e vanno stoccati, e come accade in natura, anche le specie in subordine nella scala zoografica si sono adeguate, e il comune denominatore è che, sono esplose le specie omnivore, tanto per l’avifauna che nei mammiferi, tra l’altro a discapito di altre famiglie più specializzate per loro natura e magari a loro volta subordinate. Così vediamo il proliferare dei gabbiani anche dentro Città lontane dal mare, Torino ne conta a migliaia, dei corvidi quali cornacchie e gazze, ma anche di aironi in particolare i cinerini e a momenti di cicogne di passaggio ma con lunghe soste nei dintorni delle discariche. Stessa cosa vale per volpi, cinghiali e tassi, questi ultimi però più schivi degli altri e comunque meno numerosi. Poi ci sono le varie famiglie di ratti e così via. Oltre ai danni alle colture, vi è un dato che va analizzato attentamente: prendiamo ad esempio gabbiani e soprattutto corvidi: sono specie sociali molto intelligenti per il loro status, entrambi, specialmente i corvidi, si cibano anche di uova e nidiacei. Risultato: i fringillidi che essendo subordinati nella scala animale dovrebbero essere in numero decisamente maggiore, sono invece in esigua minoranza, perché predati sistematicamente. Uno degli esempi più belli dell’armonia di colori in natura, dipinti geneticamente nel cardellino, ebbene ho notato una fortissima diminuzione di questi fringillidi in area urbana torinese. Durante i numerosi viaggi in Umbria, passando ovviamente dalla Toscana, ho notato negli anni, con stupore dapprima, che da un certo punto in poi del territorio toscano, i cardellini aumentano molto di numero. Con il tempo ho compreso la motivazione: la presenza di moltissimi cipressi, dove questa ed altre specie vanno a nidificare, e che per la loro folta conformazione rendono in pratica impossibile l’accesso attraverso la vegetazione a cornacchie o gazze. Stessa cosa vale per l’Umbria, paesaggio praticamente simile alla Toscana. Inoltre, le specie sociali citate, tendono ad avvicinarsi molto all’uomo comprendendone le abitudini, e quindi vediamo i gabbiani fuori dalle pescherie, le cornacchie nei giardini, i piccioni urbani (non assolutamente i colombacci) che entrano in bar o tavole calde, ma alla fine della “fiera”, tutti loro non hanno alcuna colpa.
    Un caro saluto ed una buona serata

    Sal
    Partecipante
    Post totali: 23

    Lo studio della psiche si sta facendo sempre più oggettivo: le aree che presiedono alle varie funzioni cerebrali sono state isolate e identificate e ora si è concentrati sul loro ruolo. Empatia, ambizione, capacità logica, apprendimento vengono sviscerati nella loro attività normale e, di contro, in quella patologica.
    L’ingegneria visionaria (oggi si dice così quando il sogno è realizzabile) si entusiasma e pensa a nuove protesi tecnologiche per tutti: cellulari e auto da muovere col pensiero, comunicazione uomo e macchina sempre più stretta.
    Che ne sarà dell’umano del futuro? I replicanti alla Blade runner potranno essere realtà? Con quali conseguenze?

    Alef2006
    Partecipante
    Post totali: 221

    Ciao Sal, l’impatto della tecnologia sull’Uomo è un tema che da sempre mi ha affascina. Ogni volta che ho provato a dare una risposta ai tuoi quesiti (che sono anche i miei quesiti) sono arrivato alla conclusione che qualsiasi oggetto può provocare il bene o il male a seconda delle intenzioni di chi lo usa. Il Maestro Kremmerz nell’Avviamento fa riferimento ad un bisturi che può uccidere se affidato alle mani sbagliate o sanare se utilizzato da un chirurgo. Credo per la tecnologia valga lo stesso ragionamento, se i sensori neuronali aiutano un tetraplegico a manifestare la propria volontà credo siano un oggetto utile. Se invece utilizzati da tutti ipotizzo che potrebbero mortificare le funzionalità del nostro organismo che oggi vengono attivate in assenza di essi.

    Sal
    Partecipante
    Post totali: 23

    Caro Alef, sono ovviamente d’accordo con te sulla bontà dell’uso della tecnologia a fini terapeutici, ma non posso fare a meno di chiedermi se questa sua diffusione ab urbi et orbi non abbia invece abituato l’uomo comune ad avvalersi di protesi laddove forse la materia vivente evoluta avrebbe potuto giungere per sviluppo naturale.
    (Telepati, invece di Internet, immaginazione, invece di Skype, e via dicendo; perché no?).
    La democratizzazione infatti porta inevitabilmente all’abuso regalando facoltà e poteri anche a chi non è eticamente strutturato, con tutte le inevitabili conseguenze.
    Comunque grazie a tutti i Fratelli e Sorelle per questo scambio sempre costruttivo e grazie ale Gerarchie che continuano a renderlo possibile.
    Buona settimana a Tutti!!

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