Prossimo appuntamento a Napoli…

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    Originariamente postato da m_rosa59
    Il 12 Marzo 2012 alle ore 17:01

    Anche io ero presente al convegno di Napoli e non posso che ringraziare gli organizzatori dell’evento che hanno fatto si che tutto abbia funzionato alla perfezione. Dalla ricchezza degli interventi, alla comodità della sede, facilmente raggiungibile anche da chi veniva da fuori città, all’ottimo buffet offerto dalla S.P.H.C.I, in linea con i fondamenti dell’alimentazione auto poietica di cui si è parlato nel convegno, ai relatori che hanno testimoniato, ognuno dalla propria angolazione, come le più moderne conoscenze scientifiche collimino con gli insegnamenti di Giuliano Kremmerz, che hanno saputo coniugare tali conoscenze in un linguaggio semplice e comprensibile, e che grazie alla loro chiarezza espositiva hanno avviato un ricco dialogo con il pubblico, e ringrazio anche le numerose persone che sono intervenute che, con le loro domande e i loro interventi hanno contribuito a calare gli interventi su un piano esperienziale concreto. Anche io, come molti dei presenti, vorrei che questo convegno avesse un seguito, mi faccio portavoce di un’esigenza comune a molti, quella di continuare a scoprire le innumerevoli sfaccettature dell’essere umano che la scienza sta portando alla luce, al fine di perseguire una stato di salute di cui si ha un estremo bisogno specie in questo periodo. un saluto

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    Originariamente postato da tanaquilla9
    Il 12 Marzo 2012 alle ore 17:02

    “Era tempo che non mi sentivo così bene”….. questo, il concetto espresso in una molteplicità di variabili, alla fine del Convegno di Napoli dagli intervenuti. Perché immersi nelle parole e nelle immagini che aiutano a ripiegare su sé stessi, nel proprio centro vitale, dimentichi una volta tanto del turbinio estraniante della vita quotidiana. Cercando in sé la sperimentazione delle idee sull’alimentazione espresse nel Convegno, cercando in sé la conferma, l’ adesione, la propria individuale risposta alle sollecitazioni scientifiche del Convegno. Il risultato incredibile di questo ultimo Convegno della SPHCI è stato, a parte l’affluenza massiccia (oltre i 120 intervenuti), il dibattito del pubblico con i relatori: domande sulla propria esperienza di vita, sul perché l’organismo si comporta in un certo modo a livello alimentare dopo particolari esperienze, richieste che esprimono l’assoluta necessità di meglio comprendersi attraverso chiavi idonee, e così via. E così ancora una volta, come sempre, l’Ermetismo che entra nella vita degli esseri che, a loro insaputa, sono ermetici; l’Ermetismo che allevia le sofferenze perché ridona la dimensione umana nel suo immancabile contatto con la vita universa.

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    Originariamente postato da corolla-
    Il 13 Marzo 2012 alle ore 00:04

    Non ho potuto partecipare personalmente a questo importante Convegno, ma ho raccolto i commenti entusiastici di chi c’è stato, condividendone l’esperienza . Auspico quanto prima di poter ulteriormente approfondire le tematiche affrontate nella giornata di studio partenopea. Evidenziamo le strategie concretamente e correttamente mirate al conseguimento e mantenimento del nostro equilibrio psicofisico, secondo la Tradizione Hermetica, in maniera responsabile e sempre ATTIVA, nel rispetto della Natura e dei suoi ritmi. Grazie S.P.H.C.I, per l’enorme e prezioso lavoro svolto.

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    Originariamente postato da segezia810
    Il 13 Marzo 2012 alle ore 12:28

    Ero anch’io a Napoli e sono stata piacevolmente colpita dall’affluenza e dalla partecipazione del pubblico. Devo pure ammettere che la rispondenza tra le scoperte della scienza (di frontiera e non) e la tradizione ermetica è per me, ogni volta, motivo di fierezza e gioia insieme. Inoltre, le curiosità del mondo della ricerca sono senz’altro stimoli al bisogno di sperimentazione che caratterizza l’approccio moderno alla verità, sottraendolo ad ogni faziosità mistica o personale. Così, quando il professor Formica, nel suo intervento, ha menzionato la dimostrazione che vi sia anche un istinto paterno innato, da più parti è sorta la necessità di approfondire i termini della scoperta. Tornata a casa ho compiuto qualche ricerca in tal senso e ho trovato lo studio della Northwestern University ripreso dal Weinberg College of Arts and Sciences condotto su un campione di 624 maschi filippini monitorati per alcuni anni: i loro livelli di testosterone sarebbero bruscamente calati dopo la paternità e – a dimostrazione che a causare il cambiamento sarebbe stato il bebè e non il mutato rapporto con la madre – è stato addotto il dato secondo cui i livelli sarebbero ancor più marcatamente scesi in coloro che contavano 3 ore o più di interazione attiva col bambino (accudimento e cura). Più ancora il dato appare confermato dalle evidenze prodotte dallo studio su altre specie di mammiferi i cui maschi siano attivamente coinvolti nella cura della prole. Non avendo particolare preparazione scientifica, l’unico commento che mi viene di fare è che il femminile – presente in tutti gli esseri – è strettamente legato all’Amore che, a sua volta, è fonte di salute…
    Pare infatti che questa discesa dei livelli di testosterone sia una delle cause di maggiore immunità dalle malattie croniche che affliggono in percentuale più rilevante gli uomini single rispetto a quelli che sono diventati padri. Ma proprio su quest’ultimo dato torna a sorgere il dubbio se sia il rapporto con la donna il vero fattore condizionante: risulta infatti che anche gli uomini sposati – ma senza figli – vantano una maggiore immunità rispetto agli uomini non accoppiati… Restano perciò aperti il dibattito e lo stimolo alla ricerca.
    Grazie alla S.P.H.C.I. per essere sempre un faro alla libera investigazione su chi siamo e dove andiamo…!!!

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    Originariamente postato da ippogrifo11
    Il 13 Marzo 2012 alle ore 19:31

    Purtroppo ho potuto godere solo di uno scampolo dell’evento di Napoli, evento che da quel pochissimo che ho potuto verificare di persona dev’essere stato senza dubbio di grande spessore per la qualità degli interventi e la competenza dei relatori, oltre che per l’appassionata e attenta partecipazione di un pubblico numeroso e assetato di sapere.
    Indubbiamente, le connessioni tra ermetismo e scienze mediche, particolarmente per il postulato che lega in modo indissolubile una sana alimentazione all’equilibrio corpo-mente , esercitano oggi, in tempi di stress e ritmi frenetici, una grande attrattiva. D’altra parte, la ricerca di uno stile di vita più naturale e più libero dalle suggestioni consumistiche non può non passare in primo luogo attraverso una revisione profonda dell’alimentazione, in uno con l’adagio popolare secondo il quale siamo anche ciò che di cui ci si nutre.
    Dunque, il convegno, magistralmente organizzato dalla S.P.H.C.I., non poteva non trovare vasta risonanza, anche perché i temi trattati erano tutti contigui all’esperienza del quotidiano, esperienza nella quale la salute e il mantenimento della salute giocano un ruolo primario.
    A questo punto, e guardando oltre, verrebbe da chiedersi come si porrebbe, in termini di possibile risonanza tra la gente comune e, perché no, anche fra esponenti del mondo accademico, un convegno centrato questa volta sulle possibili connessioni tra Scienza Ermetica e alcuni degli sviluppi lasciati intravedere dalle attuali scienze di frontiera. Sono convinto che, almeno sul piano teoretico, molti degli assunti sui quali si fonda la sperimentazione ermetica troverebbero insospettati punti di contatto con gli orizzonti scientifici emergenti dagli studi più avanzati.
    Lancio l’idea nella dimensione del futurible, dimensione nella quale la S.P.H.C.I. più di una volta ha dato l’impressione di essere di casa!

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    Originariamente postato da fulva11
    Il 13 Marzo 2012 alle ore 23:15

    A Napoli giornata estremamente costruttiva!
    Tanti gli stimoli di riflessione offerti dai relatori e dal numeroso pubblico, tant’è che il dibattito, più volte aperto tra un intervento e l’altro è stato intenso, coinvolgente, piacevole.
    Argomenti difficili, come le patologie gravi dell’apparato digerente, affrontati in modo concreto e chiaro, comprensibile da tutti. L’alimento e nutrimento quale fonte di energia vitale, di crescita, di prevenzione dalle malattie, di rigenerazione e di coscienza, è risultato essere in primis una rete collegante l’essere umano al tutto.
    Per cui accogliere l’ottica proposta dalla d.ssa Piscitelli di una dieta autopoietica ermetica fonte di luce e salute, con nutrienti e alimenti opportunamente scelti e combinati, su chiavi e parametri specifici, mi sembra oltremodo fondamentale. La Schola attraverso la terapeutica ermetica induce a un allenamento in tal senso. Perché nella pratica quotidiana si tende a operare una scelta sempre più selettiva e intelligente di cibi e alimenti (in senso lato) per una specifica ricerca dell’equilibrio personale che diventa, quindi, bene collettivo.

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    Originariamente postato da mandragola11
    Il 13 Marzo 2012 alle ore 23:51

    Sono molto sensibile all’argomento cibi biologici ed ecologia ambientale (e per ‘ambientale’ intendo anche il ‘terreno’ persona) il mangiar sano e integrale proprio nel senso di ‘integro’ e non manipolato, mi da più garanzia.
    Quindi capirete che ho trovato particolarmente utili le informazione date tanto generosamente dai medici, così simpatici fra l’altro e molto disponibili!
    La Dott.ssa Origlia parlando di cibo geneticamente in sintonia all’essere umano si poneva un interrogativo: e se l’intolleranza al glutine (che colpisce la popolazione in aumento esponenziale) non fosse una patologia insita ma una reazione dell’organismo a un tipo preciso di cereale (ha detto anche il nome ma non lo ricordo) modificato geneticamente, perciò non più simile a noi e quindi estraneo? Cioè non convibrante?
    Se tutto quello che entra in contatto con noi è alimento da metabolizzare, chi ce lo dice certe reazioni fisiche, psichiche ed emotive fino alla patologia, non abbiano cause analoghe di estraneità bio-dinamico-energetica?
    Siamo troppo abituati ad accettare il messaggio che arriva dai media, quando qualcosa ci crea disturbo si fa presto a dire che è un male!
    Ciao, buona serata.

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    Originariamente postato da mandragola11
    Il 13 Marzo 2012 alle ore 23:56

    Dimenticavo una cosa importantissima: GRAZIE alla S.P.H.C.I. e alla Miriam per tutto il bene profuso anche con queste iniziative, pro salute populi.
    Un abbraccio, mandragola11

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    Originariamente postato da catulla2008
    Il 14 Marzo 2012 alle ore 00:27

    Purtroppo gli impegni di famiglia mi hanno impedito di seguire questo Convegno come invece avrei voluto fare e, quindi, stavolta non ho avuto modo di sentire l’intervento della dott.ssa Piscitelli. Mi rendo conto, tuttavia, che ogni sostanza ha una sua precisa configurazione che porta la memoria di sé nell’organismo di cui diventa parte. L’effetto che chimicamente ha sull’organismo un uovo non è evidentemente il medesimo che ha una foglia di insalata né una bistecca al sangue. E non si tratta solo di componenti minerali o proteiche o vitaminiche. Ad esempio, già nel 2002 gli studi e gli esperimenti del Dott. Joseph Hibbeln, del “National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism” di Bethesda negli USA, avevano provato lo stretto rapporto fra cibo e sviluppo neurologico mentre il dottor Bernard Gesh, filosofo dell’Università di Oxford in Inghilterra, mediante una sperimentazione su 231 carcerati, fra i 18 e i 21 anni, aveva fornito evidenza della correlazione tra cibo e comportamento, tra alimenti e livello di aggressività. Quindi è accertato che il cibo influenza il nostro fare e, di conseguenza, anche il nostro “pensare”.
    Scegliere cosa mangiare porterebbe dunque a deliberare cosa vogliamo essere…e ad autodeterminarsi nelle varie necessità della vita. Più ancora va poi considerato, come diceva il Maestro Kremmerz nel I volume de LA SCIENZA DEI MAGI p.156, che: “il corpo umano si nutrisce in tutti i modi e non è il tubo ingerente l’unica via della nutrizione…”. (Vedi da parte scientifica moderna LeDoux J., Il Sé sinaptico. Come il nostro cervello ci fa diventare quelli che siamo, Cortina, Milano, 2003).
    La scoperta (o riscoperta?) di una scienza dell’alimentazione – via esofago-stomaco e cerebrale – è dunque quanto mai necessaria. La S.P.H.C.I. da sempre lavora in tal senso e ricordo ancora con profonda gratitudine i seminari tenutisi a questo proposito in quel di Montemonaco quando l’Italia ancora non brulicava di iniziative culturali… eco moderna di studi anglosassoni.
    Di fatto, la tradizione della Schola dimostrava, già allora, di essere sempre un passo avanti (o ciclicamente precorritrice?) nella propria capacità di considerare l’unità uomo come parte integrante e in via di integrazione all’unità universa.

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    Originariamente postato da holvi49
    Il 14 Marzo 2012 alle ore 18:34

    Ancora un sentito grazie alla S.P.H.C.I. per il convegno del 10 marzo.
    Pubblico numeroso e attento quello di sabato; il tema era infatti di quelli che catturano gia’ dalle prime battute. Bravi e preparati i relatori che hanno coinvolto gli astanti oltre ogni previsione.
    L’intervento di apertura della Dottoressa Piscitelli sta lavorando dentro di me, come credo in ognuno dei presenti, come un seme amorevolmente gettato perche’ possa dare i suoi frutti, prima o poi.
    Le considerazioni sarebbero tante da farsi, sui tantissimi punti evidenziati nel corso delle esposizioni, ma ne voglio mettere in evidenza solo uno, che ritengo della massima importanza. La modificazione, cioe’, che avviene nei genitori quando il piccolo viene alla luce, quindi nel divenire madre e padre. Del “senso materno”, istintivo o innato, sembrerebbe vi sia poco da dire: lo si da’ per scontato. Quello che invece e’ “sconcertante” e’ la scoperta di un senso paterno, frutto della modificazione ormonale che si verifica nell’individuo che diviene padre, come espresso dal Dott. Formica.(Credo che si debba intendere il padre nel senso di colui che viene chiamato a prendersi cura dell’essere venuto al mondo.)Non essendosi verificato un legame simbiotico come quello tra madre e feto, quale “legame” si viene ad instaurare tra il piccolo e il soggetto maschile? Quali frequenze e da quali fonti vengono emesse e con cosa interagiscono e in che modo modificano? Oramai la scienza di frontiera ammette la interrelazione delle parti in un continuum; e’ stata accertata l’azione delle onde elettromagnetiche emesse dalle sostanze, molecole , cellule…DNA compreso e oltre, sulla materia dell’ambiente circostante e viceversa: l’epigenetica lo insegna. Si e’ arrivati, azzardando, che sia l’Amore a giuocare il ruolo principale. Strana cosa detta dalla scienza! Ma il Maestro kremmez lo ha sempre scritto.
    Bella la conclusione della Dott.ssa Piscitelli: Bisognerebbe cominciare ad amare!

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    Originariamente postato da m_rosa59
    Il 15 Marzo 2012 alle ore 18:56

    Pensierino della sera: “L’arte deve provocare una sensazione fisica, per poter arrivare all’anima” è quanto affermava il pittore Joan Mirò. Non vi sembra, amici del blog, che tale considerazione la si possa applicare anche ad altri ambiti? Anzi a ben pensarci a qualunque esperienza, purchè vissuta intensamente. Come guardare questo cielo crepuscolare che ha i colori e i profumi della primavera, non mi sembra vero! Finalmente la rinascita primaverile sta per arrivare e che fortuna per noi miriamici che possiamo viverla fin nel profondo dell’anima. Buona serata a tutti

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    Originariamente postato da catulla2008
    Il 16 Marzo 2012 alle ore 17:56

    Secondo la mitologia greca antica, le arti erano appannaggio delle Muse, nate dall’unione di Zeus con Mnemosine. Inizialmente in numero di tre, successivamente nove (che di tre è il quadrato) vale la pena di considerarle sotto alcuni aspetti:

    – In primo luogo, per quell’origine divina legata all’unione della Memoria col Dio nascosto (Dio Cielo- dio celato, se si vuole dar retta all’etimologia latina di Zeus, oppure dio oracolare, se si vuole accreditare il vocativo dell’ipotetico indoeuropeo(?) dyeu- phtēr= dio pizio).
    – In secondo luogo perché le muse primigenie erano incentrate sul triplice aspetto del ricordo, della pratica e del canto. Quell’idea di trinità sintetica che lega una ‘pratica’ derivante dal ricordo alla produzione articolata (canto) rivela una unità di presente-passato-futuro che rammenta il triplice volto della matriarchia (vedi pubblicazioni della S.P.H.C.I.). Dalle prime muse ognuna ha prodotto un’altra trinità: Astronomia Storia e Danza (ricordo di un movimento eterno), Mimo Tragedia e Commedia (pratica adattativa e umanizzata di quel movimento), Poesia epica, lirica e amorosa (canto di quel medesimo movimento).
    – In terzo luogo per il fatto che, fra le arti legate alle Muse, vi era anche quella medica nonché terapeutica (lo testimonia il fatto che la insegnarono ad Aristeo, come ci narra Robert Graves nei suoi Miti Greci).

    Mediatrici della verità, fonti di ciò che è stato e che sarà, emblema della facoltà di dominare ogni forma, le Muse appaiono dunque quanto mai accostabili al principio femminile di cui la tradizione della S.P.H.C.I. (nella persona dal Maestro Iah-hel e dei suoi predecessori) riporta la seguente definizione: “unità di forma e sostanza… Amore… che presiede alla fusione di quanto ha natura separata”.
    Azzardo poi che, in un cammino a ritroso verso le fonti del mito, potrebbe darsi che non le Muse siano nate da Zeus e Mnemosine ma viceversa, essendo le società neolitiche basate sul culto della Grande Madre antesignane e non susseguenti delle patriarcali dualistiche dove la materia si contrapporrà allo spirito e il dio nascosto alla Memoria del mondo…

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    Originariamente postato da diogenon-
    Il 17 Marzo 2012 alle ore 23:34

    M_rosa mi hai fatto venire in mente quanto scriveva Paul Klee agli inizi del ‘900:

    “Chi mai non vorrebbe, come artista, dimorare là, dove l’organo centrale d’ogni moto temporale e spaziale — si chiami esso cervello o cuore della creazione — determina
    tutte le funzioni? Nel grembo della natura, nel fondo primordiale della creazione, dove è custodita la chiave segreta del tutto? Ma non a tutti è dato giungervi, e ognuno deve muoversi nella direzione segnata dal palpito del suo cuore. Cosi i nostri antipodi di ieri, gli impressionisti, avevano pienamente ragione di stabilire la dimora tra i getti delle radici, nel sottobosco delle quotidiane apparenze. Ma dal battito del nostro cuore, noi siamo sospinti più in giù, verso il fondo, l’origine.”

    Quale incalcolabile fortuna per noi, m_rosa, essere in un cammino che potrà dare, se meritevoli, “fisiche” risposte alle legittime domande di Klee.

    Intanto a breve torna l’Ariete, la natura si risveglia, il “fermento” è nell’aria che respiriamo, ci permea, scorre nelle vene al punto che, come ebbe a scrivere il Maestro, mai come ora “il tempo è propizio” …

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    Originariamente postato da lucius
    Il 18 Marzo 2012 alle ore 10:20

    Il post di diogenon solletica e sollecita una ns, sempre maggiore consapevolezza circa l’importanza fondamentale di mettersi ‘ in fase ‘ con i ritmi della Mater Naturae. Tutte le stagioni della ns. vita ( e non solo quelle dettate dal calendario astronomico sono propizie per una specifica fase della ‘lavorazione creativa’, ma non v’è dubbio che la ‘Prima-Vera’ ha una importanza cruciale per il risveglio delle nss. intuizioni, smuovendo quella simbolica ‘porta’ che separa lo stato di coscienza dalla dimensione occulta dell’INCONSCIO dove tutto è scritto e registrato. Un saluto ed un augurio a tutti gli amici del Blog e, soprattutto , ai fratelli di Miriam.

    Anonimo
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    Originariamente postato da mandragola11
    Il 18 Marzo 2012 alle ore 20:20

    Grazie lucius, ricambio con affetto fraterno!

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