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  • alchemilla68
    Partecipante
    Post totali: 42

    riflettendo su questa importante considerazione, cioè, cosa è che a un certo punto avviene in un essere nel quale si manifesta una patologia; mi è venuto da pensare che proprio il manifestarsi di uno stato patologico fa emergere la deduzione logica che vi sia una intelligenza intrinseca alla materia, la quale, nel momento in cui si esprime attraverso lo stato di malattia, sottolinea una condizione di malessere più o meno profonda assecondo della causa scatenante, sia che provenga dall’ambiente esterno così da (per es.) sovrastrutture dell’individuo stesso. Nella sezione riservata, allo spazio dedicato ai quesiti vi sono risposte date dalla Direzione, molto interessanti a tal proposito.

    X
    Partecipante
    Post totali: 35

    “La Provvidenza ha così ben disposto le cose, che ogni uomo ottiene per quanto vale” – J. M. Kremmerz

    Accademia Porfiriana
    Partecipante
    Post totali: 3

    Abbiamo letto domenica, durante l’ultima riunione della nostra Accademia, il brano postato nella sezione della Parola al Maestro del sito in data 23 dicembre 2012, riguardante “Il sesto senso, tra Medicina ufficiale e Terapeutica ermetica”.
    A proposito dell’etere citato nel testo: ” L’etere, sul quale riposa tutto lo sperimentalismo della fisica moderna, è una ipotesi necessaria per spiegare tutto ciò che non si spiega; il calore, l’elettricità, il magnetismo, si definiscono per gli effetti,..” è sorta una discussione circa l’esistenza dell’etere e le ipotesi fisiche sulle sue caratteristiche. Alcuni Fratelli hanno commentato che l’esistenza dell’etere si evince più dai suoi effetti, appunto, che da informazioni dirette sulla sua essenza.
    In attesa di acquisire certezze in materia e considerando che il magnetismo è strettamente connesso all’etere ed è forza fondamentale nella nostra attività terapeutica, la domanda che è scaturita e che sottoponiamo riguarda proprio la possibile correlazione tra l’etere, la nostra catena terapeutica e le sue funzioni. Cosa ne pensate?

    sara
    Partecipante
    Post totali: 4

    Senz’altro intelligenza e materia fanno parte della stessa unità, ed è proprio per questo che le nostre cellule con la malattia ci segnalano uno squilibrio.
    Purità di pensiero,purità di parola, purità di azione è consigliato,ma quando ci si discosta da questi canoni la materia ci avverte che dobbiamo raddrizzare la rotta.
    Vedere la malattia come qualcosa da combattere è errore,bensì vederla come un’alleata per migliorarsi è cosa più che giusta, bisognerebbe amarla poichè quella parte di noi che si è ammalata, siamo noi stessi.

    ippogrifo11
    Partecipante
    Post totali: 165

    Prima che epistemologo, Thomas S. Kuhn è stato un fisico delle alte energie ed ecco cosa egli scrive nel celeberrimo saggio “La struttura delle rivoluzioni scientifiche”: « Lo spazio, nella fisica contemporanea, non è il sostrato inerte e omogeneo impiegato sia nella teoria newtoniana che in quella di Maxwell; alcune sue nuove proprietà non sono diverse da quelle di un tempo attribuite all’etere ». Parrebbe perciò che lo spazio vuoto, inteso come dimensione priva di proprietà oltre a quella dell’estensione, anche dal punto di vista della fisica moderna sia un’entità priva di consistenza concettuale. Per parte mia, riconoscendomi una collocazione prospettica che vorrei definire terra terra, non posso fare a meno di osservare che i fenomeni ondulatori che cadono sotto i nostri sensi sono sempre riconducibili alla deformazione di un mezzo; il trasferimento di energia associato al fenomeno ondulatorio in un determinato mezzo è reso possibile dal fatto che l’onda si propaga. Ma l’onda non è altro che una deformazione del mezzo sollecitato dalla fonte di energia e quando osserviamo un’onda che si propaga, osserviamo in realtà la propagazione della deformazione: è essa che si sposta nel senso della propagazione e non la materia della quale è formato il mezzo oggetto del fenomeno ondulatorio. Così avviene per le onde in un liquido e così avviene anche per le onde di pressione in un fluido gassoso. Analogamente saremmo autorizzati a pensare che le onde elettromagnetiche siano esse stesse la propagazione della deformazione dello spazio o di ciò che esso contiene. Mi verrebbe da pensare che, nel caso dello spazio, contenente e contenuto siano poi la stessa cosa. Che poi lo si voglia chiamare etere o altro, mi pare solo una questione di comodo, o di pregiudizio se il concetto di etere provoca, come ancora avviene tra gli stessi fisici, una sorta di repulsione innata. Io vorrei solo rammentare ciò che a proposito scrive il Maestro Kremmerz:
    « L’etere, o anziano, non ha altro simbolo che gli rassomigli più del fuoco – poiché egli è il fuoco dei fuochi, un movimento di cui la concezione non è possibile se non raggiungerai uno stato speciale che ti farà fondere come la cera e ragionare come Lucifero. E la nostra scuola si occupa appunto di questo enimma della rivelazione per ridurre:
    1°. l’uomo allo stato di etere
    2°. l’etere alla comprensione del fuoco».

    Anonimo
    Inattivo
    Post totali: 8

    e, aggiungeva il M+ Iah-Hel (Anna Maria Piscitelli) nella Via della Rosa, “il male che viene in nostro contatto nel movimento purificatore integrato.”
    Sollecitato dai numerosi interrogativi degli ultimi interventi, stavo proprio rileggendo e meditando quel magistrale contributo, pro salute populi, oggi più attuale che mai. Per chi volesse è in area riservata nella sezione articoli.

    ippogrifo11
    Partecipante
    Post totali: 165

    Riagganciandomi al mio ultimo post pubblicato in risposta a quello dell’Accademia Porfiriana e prendendo spunto da quanto il Maestro Kremmerz annota in fatto di ‘etere’ e ‘fuoco’, vorrei ancora segnalare che il fuoco, e con esso la fiamma, vanno considerati come una regione circoscritta di spazio caratterizzata da una intensissima emissione di radiazione elettromagnetica composta di una parte visibile (luce) e di una invisibile (radiazione infrarossa o calore). Un aspetto davvero curioso della fiamma è che solo apparentemente essa si trasmette per contatto diretto; in realtà, quando si avvicina la fiamma a un oggetto infiammabile, è la radiazione infrarossa della stessa che porta la temperatura dell’oggetto al livello necessario perché si inneschi l’autocombustione, cioè una nuova intensa emissione di radiazione elettromagnetica nello spazio contiguo a quello dove brucia la fiamma innescante.
    Dunque, fuoco = radiazione elettromagnetica, ossia deformazione temporanea dello spazio-etere.
    Ancora una volta non possiamo fare a meno di registrare la straordinaria lungimiranza scientifica che emerge dagli scritti del Maestro e la inimmaginabile portata della Scienza cui attingeva: la Scienza Ermetica.

    GELSOMINO
    Partecipante
    Post totali: 141

    COSA NE PENSO ? PENSO CHE LA DOMANDA E’ MOLTO BELLA, MA ANCHE TROPPO DIFFICILE PER ME, CHE NON SAPREI FARE ALTRO CHE RISPONDERE PAPPAGALLESCAMENTE CHE, SE TUTTO E’ UNO, SICURAMENTE CI SARA’ UNA CORRELAZIONE TRA L’ETERE , LA NOSTRA CATENA TERAPEUTICA E LE SUE FUNZIONI.
    MA SE PORTO IL RAGIONAMENTO SUL PIANO DI QUEL CHE HO POTUTO SPERIMENTARE , NELL’AMBITO DI UN PERCORSO ORTODOSSO NELLA SCHOLA, E QUINDI NE HO AVUTO UN’OGGETTIVAZIONE, ALLORA RIESCO AD ORIENTARMI .
    QUELLO CHE HO SPERIMENTATO( COME DA FINALITA’ DELLA SCHOLA) E’ LA TERAPEUTICA, IN SENSO LATO SU ME E SU GLI ALTRI.
    E’ IN QUESTO ,CHE HO POTUTO AVERE CONTEZZA DEI RISULTATI , CHE HO POTUTO VERIFICARE DEI CAMBIAMENTI, E DI QUESTO POSSO PARLARE PER ESPERIENZA DIRETTA.
    PER IL RESTO , AL MOMENTO NON CI ARRIVO ,MA SONO CERTO CHE SE AVRO’ L’UMILTA’ (VERA) E LA PERSEVERANZA DI CONTINUARE ATTIVAMENTE SU QUESTA STRADA, CONOSCERO’, PER ESPERIENZA DIRETTA, ANCHE QUELLE COSE CHE OGGI POSSO SOLO IPOTIZZARE CON UN PROCESSO UNICAMENTE SPECULATIVO.

    unicorno013
    Partecipante
    Post totali: 5

    Grazie delle spiegazioni su etere/fuoco/radiazione elettromagnetica. Certo il Maestro ci fa intravedere una meta da raggiungere. Ora nell’Accademia Porfiriana in ultimo si son posti la domanda sulle interrelazioni tra magnetismo, etere e terapeutica ermetica. Ma in tutto questo cosa c’entra Lucifero? Il Maestro dice che bisogna arrivare a ragionare come lui, la storica Stella matutina, quando Venere arrivando da oriente cede, ultima tra le “stelle”, il passo al Sole. Ricordo da vecchie letture che era chiamata anche Fosforo (in greco Phosphorus) e come tale preludeva a grandi capacità incendive (da incendio) della psiche, e non solo, umana. Ed è curioso che il fosforo in natura assomigli ad una pasta cerosa. È altrettanto vero che Venere Lucifero era la dea dell’amore e mi domandavo se per caso non vi siano strette relazioni con il magnetismo d’amore, quello tipico dei Terapeuti mi pare, di cui tanto ho sentito parlare dai Maestri della Schola.

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Interessante il collegamento tra Lucifero-Venere e magnetismo… verità nota anche nel mondo pagano tanto che da Venus latino-arcaica (in origine nome neutro e indifferenziato) sarebbe derivata la veneratio verso le divinità, con un significato però diverso da quello che gli daremmo noi oggi. All’epoca pare s’intendesse un’azione “erotica”, cioè la capacità di saper attrarre gli dei grazie ad uno status di concordanza armonica o simpatica che si traduceva, come primo effetto, nella captatio benevolentiae. Nelle Dispense della Schola per l’anno accademico 2007/2008, si è parlato del magnetismo come stato fermentativo quale condizione necessaria per accogliere e beneficiare del “lievito spirituale” promanante dal Centro…e di molte altre perle preziose.

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    ” Fortunato colui sente il dolore” – del resto il corpo ha un suo linguaggio e il dolore e’ un modo per trasmettere un segnale, che regolarmente ricevuto dal destinatario lo elabora, anche attraverso la sofferenza la quale sollecita’ l’individuo a prendere coscienza del problema che tenta di contrastarlo – correggersi – neutralizzarlo.
    Facile concludere che in caso contrario il male potrebbe sottilmente insidiarsi e in un primo apparente stato di salute, produrre inesorabilmente i suoi danni.
    Il dolore del corpo e’ un male dal quale ci si può’ difendere inversamente l’assenza del segnale anzidetto potremmo paragonarlo a chi fingendosi tuo amico, e beneficiando di questa posizione privilegiata, ti colpisce a sorpresa.

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Per unicorno“La Medicina Dei è la panacea universale, un po’ ricetta universale per i farmacisti della fine dei secoli: fede nella Grande Intelligenza ignorata, manifestazione della potestà creativa di dio, magnetismo di amore a grande dose e grande umiltà. Mercurio, Ermete, Serapide, Kons, lo Spirito Santo o gli spiriti dei nostri antenati pronunziano il Verbum, il paziente lo accoglie e la resurrezione della carne mortificata s’inizia e il portento è visibile. Tutto il resto è accompagnamento orchestrale; dove il verbum è accolto non occorre opera terrestre, né piante, né minerali, né estratti glandolari, niente. E’ il dio, il Grande Dio che viene nella corrente di amore e sana.”

    Anonimo
    Inattivo
    Post totali: 1

    A me è venuto in mente questo: il Corpo e’ pervaso da un Principio vitale,Spirito Ancestrale che tutto Anima,che tutto Globalmente permea (sia nel nostro corpo che nel mondo anche con le cose più banali…). Possiamo pensare,ad esempio nel corpo umano, a un organo e ad uno specialista che lo cura, ma il Principio Vitale lo cura il Medico di “Medicina Globale” ..il Medico che è in Te. TU SEI IL TUO MEDICO. Quando si ha una patologia è segno che qualcosa non va, che il Principio Vitale s’è squilibrato e sta a NOI riequilibrarlo. E quando la malattia è grave uno si trova a un bivio: o riequilibrare la propria Vita oppure rinviare alla prossima Vita. Tanto più la malattia è grave tanto più può crearsi una biforcazione: Vivere o morire(?).

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Sono d’accordo anch’io con Alfiero e Sara: il dolore è importante e va ascoltato non represso, perché ha funzione di segnale che qualcosa non va. Il problema, però, sta nell’interpretare questo ‘ascolto’ perché difficilmente uno il dolore se lo va cercando e, aggiungo, altrettanto difficilmente non sa cosa lo sta provocando!
    Deve entrare in noi una consapevolezza nuova, diversa, rivoluzionaria di prospettive che hanno dimostrato la loro inefficacia. Bisogna cominciare a pensare che quello che ci fa soffrire è SEMPRE “dentro” di noi e non fuori. Non a caso il modulo di richiesta di aiuto terapeutico a distanza insiste sul fatto che dolore e malattia vanno sconfitti nella profondità del “proprio” essere…: è là che essi si formano.
    Se non accade questa rivoluzione interiore non c’è la pre-disposizione che conduce al risanamento e qualsiasi aiuto, medico o ermeticamente medico, diventa poco produttivo.
    Original author: segezia

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Infatti, cara Cibele, la medicina ermetica consiste proprio nell’autoguarigione dell’ammalato, aiutato però in questo dalle Forze guaritive della Fratellanza. Se, ovviamente, il tale ammalato, ne ha richiesto l’intervento. A volte, infatti, accade che si vorrebbe guarire ma non se ne ha la forza o la capacità. Un aiuto può rinforzare il personale principio volitivo. Certo, sono d’accordo con te che se si comprende la causa “morale” che ci ha generato una patologia, bisogna rimuoverla e cambiare abitudini di vita o altro. Non credo si possa scegliere, in equilibrio, di rinunciare e rimandare…saremmo dei suicidi.

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