NUOVE FRONTIERE DELLA SCIENZA

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  • catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Ho letto che la tecnologia si sta muovendo per creare telefoni che identifichino il volto di una persona associandolo all’intelligenza artificiale del suo telefono cellulare. Google sostiene che solo sette persone in tutto il mondo hanno gli stessi lineamenti (fatto salvo il caso di gemelli omozigoti), mentre con l’impronta digitale la possibilità sale a uno su cinquantamila.
    La tendenza a mappare, cioè a ricondurre all’unità di una forma una serie di punti, è conosciuta come pareidolia che, dal greco εἴδωλον èidōlon, “immagine” παρά parà, “vicino, sopra, al di là”, definisce la capacità animale a produrre e riconoscere schemi e strutture ricorrenti così da distinguere le varie entità.
    Gli artisti ci giocano da sempre…

    E va ricordato che le stesse costellazioni celesti sono state catalogate dall’uomo in virtù di tale capacità (che pare si sviluppi entro il primo anno di età e attorno ai 10 mesi).
    Oggi vediamo che la tecnologia l’ha fatta propria, codificandola sempre di più.
    Pure nella ricerca medica leggo che esiste una iridologia familiare sistemica per cui l’iride non solo mostrerebbe la traccia peculiare della storia biologica di un individuo ma pure di quella degli appartenenti alla sua stessa famiglia i cui eventi salienti per così dire ‘aggiornerebbero’ la mappatura dell’iride.
    Mi è venuto spontaneo osservare che la terapeutica ermetica da sempre adotta tecniche di visualizzazione e che Kremmerz sosteneva che “la realtà della forma sta nell’immagine della forma… la quale a sua volta agisce sulla psiche”. Molto prima degli smartphones Egli parlava di “apparecchio organico umano creatore e apparecchio organico umano ricettore” invitando a educarsi a “immaginare bene”.
    E osservo anche che siamo in un’epoca nuova, un’epoca che si avvia a osservare i rapporti fra le cose più che le cose stesse, da cui anche la mappatura, basata sulla distanza fra i punti facciali. La matematica alla pitagorica maniera, insomma, come è possibile leggere nel Quaderno dell’Accademia Pitagora e come mi pare di cogliere nelle parole di Kremmerz quando la definisce “sublime…contenente le chiavi delle serie e dei rapporti tra le vibrazioni” (vedasi S.M., Vol. 1, pag. 355)

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Quanto affermato da Catulla sulla realtà della forma, sensibile all’impulso dell’immagine sulla forma stessa, mi fa venire in mente una frase del Maestro Kremmerz, ora non ricordo di preciso in quale scritto, ma che diceva così “Imago aut- in Mag”. Tento di tradurla, nel senso che il Maestro faceva riferimento all’assioma “pace tra l’idea immaginata e l’idea vissuta”, al fine credo, della realizzazione di una qualsiasi opera o anche di un semplice progetto. Mentre scrivo, provo ad immaginare quanto sia difficile, realizzare plasticamente un’idea frutto di immagine nella realtà sensibile, in quanto, per prima cosa, avverto la difficoltà di incubare prima e magari proiettare poi un’idea, ma mettendola in perfetta sintonia con uno stato interiore di vissuto, come se si trattasse di un’esperienza già concretizzata, mi viene da dire facile a dirsi, difficile, ma forse non impossibile a farsi.
    Un caro saluto

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Chiedo scusa, mi potreste spiegare il passaggio dal fenomeno della pareidolia alla visualizzazione?
    Non ho ben capito il nesso.
    Un saluto grazie.

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Sul tema della visualizzazione consiglio di rileggere anche il post di Buteo dell’8-1-18 su “Nuove frontiere della medicina”
    Per collegarmi al post di Catulla, mi sembra che la pareidolia possa collegarsi alla psicologia della Gestal che si interessa del modo in cui l’essere umano percepisce il mondo che lo circonda e che sostiene che la mente tende ad organizzare il proprio campo percettivo secondo criteri di ordine, simmetria e regolarità , e così, ad esempio, è portata a completare le parti mancanti nelle figure, o a raggruppare gli elementi simili, o a ricondurre a una forma conosciuta una serie di punti.
    E’ dunque vero che ci sono diverse gradazioni di percezione date dal minore o maggiore grado di disostruzione dei canali sensoriali però è pur vero che i meccanismi di percezione sono gli stessi, resi più veloci e precisi a seconda del livello di “purificazione” raggiunto dall’individuo

    BELL
    Partecipante
    Post totali: 79

    Ricollegandomi al post di Catulla laddove riporta la voce presa da Google che la probabilità di uguaglianza di due impronte digitali sarebbe pari a 1 su 50.000 vorrei chiarire la situazione attuale.
    L’Associazione Americana per l’avanzamento delle scienze (Aaas) in un report analizza il metodo in cui attualmente vengono analizzate le impronte e soprattutto confrontate con altre; emergerebbe il quadro di un sistema con alcune falle. Di fatto dunque non c’è più la certezza che ad un’impronta possa corrispondere un’identità: “Non si può affermare che le impronte latenti possano essere associate a un unico individuo con una precisione del 100%”.
    A sostenere questa tesi è anche Mike Silverman, esperto che ha introdotto il primo sistema di rilevamento delle impronte digitali automatizzato per la polizia metropolitana inglese.
    Inoltre afferma Silverman non è possibile dimostrare che non esistono due impronte digitali esattamente uguali:”Potrebbe trattarsi di un caso raro, come vincere una lotteria. E’ un evento improbabile, eppure accade ogni settimana”, ha concluso l’esperto.
    In sintesi scientificamente non possiamo dimostrare con certezza che ognuno ha la sua specifica impronta digitale ma è altresì non dimostrabile che esistano due individui con la stessa impronta digitale e comunque se anche ciò avvenisse non c’è il dato di 1:50000.
    Un abbraccio

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    In riferimento alla domanda di Nikola ritengo utile leggere “l’immaginazione nella terapeutica ermetica” su questo sito al seguene link: https://www.kremmerz.it/limmaginazione-nella-terapeutica-ermetica/. Tenendo ben presente che preliminarmente a quanto vi è scritto ci sono gli esercizi di semplice visualizzazione ovvero la capacità di riprodurre qualsiasi oggetto davanti ai nostri occhi, vederselo bello e tridimensionale come è in realtà. Esempio: guardo una pera che ho sul mio tavolo, la osservo bene, gli volto le spalle e la rivedo tale e quale davanti ai miei occhi. Semplici esercizi che aiutano nella sperimentazione della medicina ermetica a distanza quando si deve visualizzare l’ammalato o l’organo che è sofferente…. e questo non vale solo per la vista ma anche per l’udito quando in alternativa a non saper visualizzare ci ricordiamo la voce dell’ammalato e su quella lunghezza d’onda (per intenderci) lo pensiamo all’ora stabilita e gli trasmettiamo quanto tramite noi proviene dal Centro. Poi per l’immaginativa leggiamo il link ma è costruttivo sapere che procede di pari passo con la propria evoluzione.
    Leggo più sopra di circonvoluzioni o voli pindarici sullo stato di Mag. Sono semplicemente oziosi, anche se soltanto pensiamo che l’immaginativa è letteralmente propria del Magistero, e quindi dei Maestri, percio piedi ben piantati per terra e parliamo di quello che è più prossimo a noi nell’esperienza della Medicina Ermetica e del metodo che la caratterizza, perlappunto il “metodo ermetico” con le sue fasi esperienziali e di verifica.
    Altra piccola osservazione che mi permetto di fare: perché disperdere in un nuovo thread concetti che potevano benissimo essere affrontati integrandosi in quello dedicato alla medicina, che per quanto ci riguarda, nella sua naturale estensione a quella ermetica, poteva e potrà occuparsi di tutto lo scibile, che dir si voglia, scientifico…?
    Un caro saluto

    mara329
    Partecipante
    Post totali: 88

    Non credo vi sia relazione tra la visualizzazione intesa come figurazione mentale di un oggetto scelto, che risulti cioè la fotografia mentale dello stesso (come l’immagine curativa nella terapeutica ermetica), e questo fenomeno denominato pareidolia. Mi sembrano due cose diverse.La prima è frutto dell’esercizio, la seconda non impone sforzi di sorta. La prima tende a riprodurre la cosa precisa che si conosce e che si è scelta. La seconda trae da un macchia, o da altro su una qualunque superficie, o da una nuvola in cielo una forma che ricorda una immagine conosciuta, senza determinazione di volontà. Mi pare che la prima operazione sia attiva, la seconda passiva.

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    È abbastanza scontato che siano cose diverse. Quanto ho scritto era per ricondurre ad una qualche utilità miriamica tutto il ragionamento. Scendere dal gioco con le simpaticissime nuvole, che da bambini abbiamo fatto tutti, per tornare al nostro quotidiano “fare” auspicabilmente sempre più frutto della sperimentazione del Metodo Ermetico … visualizzazione compresa.

    ippogrifo11
    Partecipante
    Post totali: 165

    Condivido senza riserve l’invito di Diogenonn a ricondurre all’attività miriamica le nostre considerazioni e alla terapeutica ermetica, ogni qual volta sia possibile, gli stimoli prodotti dalle scoperte della scienza di frontiera. Penso sia opportuno tenere sempre presente la nostra unica finalità, che è quella del Bene, rispetto alla quale la Terapeutica Ermetica si pone come mezzo primario e insostituibile. In questa prospettiva, anche le nostre legittime esigenze di allargare i personali orizzonti conoscitivi non possono esaurirsi nella conoscenza fine a sé stessa ma andrebbero collocate entro le coordinate dettate dalla finalità che come miriamici abbiamo abbracciato.
    D’altra parte, occorre considerare che la medicina di frontiera sembra ormai non poter più fare a meno di un approccio interdisciplinare e, in questo senso, non può non fruire delle scoperte provenienti dai fronti di ricerca più avanzati delle altre scienze e dunque non dovrebbero mancare gli spunti per i collegamenti del caso qualora se ne presenti l’opportunità. Pertanto, e voglio con questo agganciarmi all’ultima parte del post precedente, sempre di Diogenonn, postare i nostri contributi all’interno dello stesso thread, quello delle Nuove Frontiere della Medicina, ci aiutetebbe a non disperderci, ad approfondire secondo un filo omogeneo i diversi spunti e, allo stesso tempo, a mantenere fermo l’orientamento.
    Un caro saluto a tutti.

    mara329
    Partecipante
    Post totali: 88

    Si,certo, Diogenonn. Sono daccordo, è sempre utilissimo – direi fondamentale – riportare le cose alla nostra reale esperienza miriamica. E alla nostra comprensione. E’ tempo perso tirare in ballo parole e concetti, detti e scritti dai Maestri Ermetici, che non fanno ancora parte delle nostre cellule, del nostro vissuto. Oltretutto così facendo si trascurano elementi importantissimi di ciò che può invece interessarci e aiutarci. Non ci aiuta illuderci di guardare lontano, senza vedere nulla, invece di guardare vicino, per non cadere nella prima buca che ci capita sotto i piedi. Nella mia del 23 gennaio scorso, volevo semplicemente dare un parere a proposito della domanda di Nikola Todorov che chiedeva quale fosse il nesso tra la visualizzazione e il fenomeno della pareidolia.

    GELSOMINO
    Partecipante
    Post totali: 141

    Condivido assolutamente l’utilità di riportare al nostro vissuto miriamico i discorsi, e vorrei tornare sull’argomento dell’alimentazione per cercare di inquadrare questo aspetto nella sperimentazione di ciascuno. Tutte le notizie che ci siamo scambiati sul forum sono state utili per ampliare le nostre conoscenze ed avere un approccio quanto più possibile scientifico, ma al di la delle tante teorie e delle varie scoperte e riscoperte, in che misura ed in che modo l’alimentazione , ed in senso più ampio il nutrimento, ci riguardano e si collocano nel percorso di purificazione che ciascuno inizia dal momento che si iscrive ?

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 366

    Ringrazio Bell per il suggerimento, è stato utile effettivamente rivedersi i post precedenti…nel frattempo leggevo la notizia della pubblicazione del libro”La fisica dell’anima”che ha avuto una tale risonanza da aver spinto l’ONU a tenere un discorso sull’argomento alle Nazioni Unite. Oltre all’importanza della fisica quantistica per le scoperte tecnologiche, nella pubblicazione si parla di due fenomeni quantistici: “l’esperimento della doppia fenditura”(secondo cui la realtà è consapevole) e il fenomeno dell’entanglement(azione a distanza)per dimostrare l’esistenza dell’invisibile e dell’anima, analizzandone le dinamiche. Su quest’ultimo aspetto(azione a distanza) persino Einstein si era mostrato dubbioso e con un paradosso domandò a Bohr(padre della fisica quantistica) se la meccanica quantistica poteva fornire una descrizione completa della realtà, indicando l’evento come impossibile a realizzarsi. Poi con i primi esperimenti fatti negli anni ’90, che ne hanno dimostrato l’esistenza, si è evidenziato che era il modello classico a non essere completo, in quanto lì manca la concezione dell’Invisibile. Si parte dal presupposto, infatti, che ogni cosa è corpo, onda e campo e il fenomeno dell’ azione a distanza dimostrerebbe che il campo è onnipresente nel tempo e nello spazio( e ciò definirebbe il concetto di anima).L’azione a distanza quindi non si può spiegare se non ammettendo che c’è un campo onnipresente associato ad ogni struttura della realtà; da qui non si può affermare che “l’invisibile non è reale perchè non è visibile” Ma cosa implica includere l’invisibile nella realtà? Implica che “non si è più separati da essa perchè tutta la realtà è nel nostro campo e noi siamo nel campo di ogni cosa che esiste” . Questa consapevolezza si traduce -secondo l’autore-”in una più vera felicità, quindi meno conflitti e migliori relazioni, più gentilezza, creatività, produttività e salute”. Ciò che mancherebbe all’Uomo di oggi che vive in perenne conflitto, sarebbe dunque una visione della realtà incompleta rispetto a quella dimostrata dalla fisica quantistica e cioè che esiste una dimensione invisibile da includere nel nostro modo di concepire la realtà”. Credo che tutto ciò all’Ermetismo non dica niente di nuovo…ma è incoraggiante che la scienza cominci a parlare in questi termini!

    Buteo
    Partecipante
    Post totali: 218

    Non so perché, pur avendo simpatia per i numeri, mi ritrovai nei maldestri tentativi di traduzione dal latino e dal greco. Oppure sì, lo so, ma non sto qui a raccontar particolari della mia vita. Fatto sta che matematica e fisica sono rimasti per me affascinati misteri… assolutamente incomprensibili. E quando leggo di fisica quantistica e di fenomeni quali ci riporta wiwa, si riaccende la fiamma di una passione mal sopita e mi dico che prima o poi riuscirò ad applicarmi in questi studi. Intanto girovago un po’ sul web, in cerca di notizie. Perché in effetti possono accadere anche incontri interessanti.
    Così mi permetto di segnalare, a chi fosse a digiuno e in difficoltà come me e avesse desiderio di un barlume in tanta nebbia, questo link: ‘Introduzione alla fisica dei quanti’

    admin: NON SI POSSONO CARICARE SUL SITO DEI VIDEO COSI’ PESANTI…!!!

    E’ una lezione tenuta dal prof. G. Battimelli, Università la Sapienza, nell’aula magna di un liceo classico (ad hoc!). In effetti devo ammettere che difetta del sex appeal di Fabio Marchesi, ma è di disarmante simpatia e chiarezza esplicativa. A chi non avesse la pazienza di seguire tutto il video, consiglierei almeno i primi 10 minuti. Chi invece terrà duro come me fino alla fine, si troverà insospettabilmente a sentir discorrere di uccelli e topi…

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 2 mesi fa da admin Kremmerz.
    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 2 mesi fa da admin Kremmerz.
    holvi49
    Partecipante
    Post totali: 112

    Davvero molto esplicativo il video proposto da Buteo. Concetti di difficile approccio spiegati in maniera semplice e abbordabile. Forse un po’ infelice l’accostamento del pipistrello al topo col quale ha in comune solo la caratteristica di essere mammifero. Per il resto, chiaro, per quanto l’argomento lo permettesse. Una cosa emerge evidente, e cioè che la fisica quantistica descrive un mondo dove le leggi della fisica classica non sono più valide e dove c’è bisogno di un nuovo modo di relazionarsi con i fenomeni che regolano il mondo in cui siamo immersi e di cui siamo parte indissolubile. Non si parla quindi di cose astruse o teorie indimostrabili; si tratta di osservare una realtà che non può essere spiegata con il paradigma corrente, ma che tuttavia esprime le sue peculiarità nei fenomeni anche i più “banali” che cadono sotto i nostri occhi. Questi studi dovrebbero essere intesi come il tentativo,per quanto arduo, di penetrare misteri insondabili che la Natura custodisce e di cui l’Ermetismo ha sempre detenuto le chiavi di interpretazione. Concetti come”entanglement”, “non località”,”fluttuazioni quantistiche” ecc. sono tutti modelli di interpretazione di realtà non concepibili fin’ora e le cui manifestazioni sono state relegate nel campo della metafisica o del paranormale con buona dose di scetticismo, quando non accolte con un sorriso di compiacenza. Cambiano i tempi e le menti si aprono a nuove intuizioni, molto più vicine a concrete ipotesi di unità dell’esistente ed in questo sempre più identificandosi con quanto la Tradizione Sapienziale ha nei secoli trasmesso. In questa ottica di interpretazione sarebbe interessante rivedere alcuni concetti precedentemente espressi concernenti le proprietà nuove dell’acqua e delle sue particolari “capacità” di interagire con la materia vivente. Si parlava di un’acqua in “quarta fase”, con una natura quasi colloidale , a metà tra il ghiaccio e la fase liquida che sarebbe quella presente a ridosso delle membrane di tutti i tessuti dell’organismo, chiamata acqua informata o acqua EZ (exclusion zone) dove non vi sono soluti. Sembra che un organismo sano, una cellula sana, sia caratterizzato dalla presenza di molecole con questa particolare struttura, mentre, di contro, laddove vi sia carenza di questa acqua, si presentano anomalie biologiche e fisiologiche. Detta acqua è preposta alla biologia delle proteine, avvolge l’elica del DNA e sembrerebbe avere un ruolo fondamentale nella duplicazione della molecola stessa. Il dogma centrale della biologia sosteneva che l’informazione potesse avvenire in maniera univoca solo dal DNA alla proteina e mai il contrario. Questo dogma è caduto e le nuove ricerche hanno dimostrato che è possibile il contrario, con implicazioni devastanti ( vedi in proposito anche gli studi sull’epigenetica). Nel suo post del 24 gennaio, wiwa si chiedeva se con la rituaria possiamo pulire la nostra acqua impregnandola in modo sano. Una cosa mi viene di pensare: negli scritti del Maestro Kremmerz è detto che eseguendo costantemente il rito, il discepolo viene trasformato, senza che se ne renda conto ( e questo non significa passività). Se fossimo dei mistici, accetteremmo come un dono del cielo questo evento attribuendolo ad una forza superiore che ci ha pervasi di grazia. Ma la nostra Schola ci insegna che tutto va riportato alla concretezza, a ciò che è scientifico e non frutto di personali fantasie. Quindi, parlare di buoni pensieri, buone azioni, buone parole, dovrebbe trovare applicazione pratica e concreta realizzando evidentemente una trasformazione; non solo: tutta la rituaria ha una sua modalità di applicazione ed estrinsecazione che è di là dal poter essere compresa al nostro livello. Ma perché escludere la possibilità che, secondo quanto si può dedurre dalle ricerche della nuova fisica, ed in particolare sulla capacità dell’acqua di ritenere “informazioni” di qualsivoglia natura e origine, anche attraverso l’acqua possano passare informazioni che vadano a modificare nel profondo le strutture dell’organismo e conferirgli, a poco a poco, una nuova distribuzione energetica più consona alla propria evoluzione?
    Un caro saluto

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 366

    Riporto due notizie scientifiche interessanti: la prima sulla scoperta di un batterio detto C. Metallidurans, riesce a “digerire”composti metallici tossici e a prosperare, producendo come effetto collaterale minuscole pepite d’oro. La scoperta è stata effettuata da un team dell’Università di Monaco in Germania, i quali hanno approfondito i processi molecolari che avvengono all’interno di tale batterio. Esso ha la forma di un bastoncino, vive in terreni ricchi di numerosi metalli pesanti, che degradandosi rilasciano nell’ambiente metalli tossici e idrogeno, e se un organismo decide di vivere in queste condizioni, deve trovare il modo di proteggersi dalle suddette sostanze tossiche. Ed è proprio questo che il batterio ha imparato a fare: ingerisce i metalli tossici ed espelle quelli ne potrebbero minare la propria sopravvivenza, attraverso un processo chimico, che gli consente di depositare piccolissime pepite d’oro. Esso è indicato come oro secondario e una volta conosciuto il ciclo completo del batterio, in futuro se ne potrà produrre in modo biologico senza l’uso del mercurio. Questa notizia mi ha colpito,in quanto ho sempre pensato all’oro come un materiale ‘sublime’ di prima scelta e mai come uno scarto biologico! La seconda scoperta è sull’esistenza di un gambero marmorizzato che si clona da solo e potrà aiutare a capire meglio come combattere i tumori. Infatti di questo crostaceo esistono al mondo solo dei cloni, provenienti da un’unica femmina, in quanto è l’unico crostaceo in grado di effettuare un processo di riproduzione asessuata. La storia di questa specie è singolare: è un parassita che si diffonde asessualmente mettendo a rischio l’ospite, pare che sia il risultato di un ‘errore’ umano, è bastato mettere due tipi di gamberi diversi nello stesso acquario! Le uova infatti non hanno la necessità di essere fecondate e le femmine di questa specie possono diffondersi senza maschi e tutte le femmine del gambero marmorizzato hanno la stessa struttura genetica. Essi infine hanno mostrato una grande adattabilità a tutti i tipi di ambienti, grazie ai meccanismi epigenetici che fanno da interruttori dei geni. Per questo suo comportamento è stato omologato al meccanismo dei tumori…gli esperti si stanno chiedendo quale impatto possano avere i fattori ambientali sulla regolazione genetica ed epigenetica. Tutto questo sarà importante in quanto finalizzato a capire lo sviluppo dei tumori e aprire nuove strade future sui trattamenti delle patologie gravi ma sicuramente i Fr e Sr medici potranno meglio integrare la notizia un caro saluto a tutti i naviganti

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