NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA

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  • decla
    Partecipante
    Post totali: 57

    E’ bello leggervi in tutti i vostri commenti, pensieri, ricerche ma, purtroppo, non riesco sempre a seguire ogni cronologia dei vari spazi del forum e quindi, anche se purtroppo mi perdo qualcosa, a volte apro a “caso” (ma esiste il caso?) e seguo ciò che viene da sé ……. mi colpiva giorni fa il post di Bell in cui scriveva di studi per la guarigione della cecità …… quell’articolo mi ha riportato alla mente quanto scritto dal medico Roberto Miccinelli nella sua relazione riportata nel libro che raccoglie gli atti della convention celebrativa per il centenario della Statuto della Schola “Cento anni di Pragmatica Fondamentale” ….. il suo scritto verte sulle guarigioni miracolose di Gesù di Nazareth narrate nei quattro Vangeli e si sofferma, in modo più dettagliato, su tre che riguardano, in particolare, guarigioni di persone non vedenti, che riacquistano la vista per opera di Cristo, e li analizza scientificamente …. in special modo parla di quelle inerenti la guarigione che avviene, una attraverso lo sputo negli occhi del cieco e l’altra spalmando sugli occhi del non vedente un impasto fatto con la propria saliva e un pugno di argilla ….. ed egli interpreta poi queste guarigioni soprattutto alla luce di una pratica terapeutica vera, concreta e anche spiegabile attraverso conoscenze scientifiche spiegando come nella saliva è contenuto un enzima, il lisozima, che è una sostanza di natura proteica, con azione antimicrobica, che è presente nelle secrezioni biologiche (saliva, lacrime, secrezioni spermatiche, muco nasale, latte ecc.), e che non a caso viene abbondantemente secreto nelle regioni corporee maggiormente esposte al contatto con germi patogeni (cavo orale, congiuntiva, ecc)….. parla anche di un altro enzima secreto dalle ghiandole salivari, la ptialina, con effetto terapeutico che potrebbe anche essere utile in casi di cheratosi della cornea ….. e sottolinea anche l’azione antisettica dell’argilla, spingendo comunque, chi lo legge, a chiedersi, come lui stesso fa, dove Cristo avesse avuto modo di imparare queste pratiche di guarigione …. di seguito il medico Miccinelli fa un escursus, che io trovo interessantissimo e che, oltre a non avere lo spazio, io non avrei soprattutto la capacità di sintetizzare, su una tradizione millenaria di terapeutica tramandata da popoli antichissimi e parla di tutte quelle figure che, come lui stesso scrive, “rimarranno fondamentale punto di riferimento per tutti coloro che si occuperanno dell’Ars Medica nelle epoche successive, sino ai giorni nostri” …… e che hanno permesso , io aggiungerei con i loro studi, il loro lavoro, la loro dedizione, di accumulare quell’eredità di sapienza e conoscenza che è giunta fino a noi …. Al termine della lettura di questo suo studio e analisi a mio parere molto interessante e coinvolgente sorge poi naturale interrogarsi e fare una riflessione …. ma allora i miracoli non esistono? … esistono solo leggi di natura che noi non conosciamo? …. ma il fatto di non conoscerle non vuol dire che non esistano …..
    Un abbraccio fraterno a tutte/i

    holvi49
    Partecipante
    Post totali: 112

    Mi viene in mente il film ” Ricomincio da tre” di Massimo Troisi, dove Gaetano , parlando dei miracoli con il parroco, da proposito della ricrescita dell’avambraccio mancante al padre, diceva:” Gesù ridava la vista ai ciechi, ma quelli gli occhi li tenevano! Faceva camminare gli storpi, ma le gambe le avevano!” Quindi, come poteva un arto inesistente riapparire dal nulla? Per cui il presunto miracolo prospettato dal parroco non poteva essere sostenuto. Non veniva messa in discussione, da Gaetano, la possibilità, sebbene sconosciuta fosse la spiegazione, che qualcosa potesse avvenire nella materia, probabilmente per effetto di conoscenze di leggi di natura non ancora comprese, e qui mi riallaccio a Decla. Però non so fino a che punto queste leggi non possano permettere ulteriori possibilità tanto da far esclamare al parroco:”E quello perciò si chiama miracolo!”
    Così, per sorridere un po’.
    Cari saluti

    GELSOMINO
    Partecipante
    Post totali: 141

    Rifacendomi al post di Bell sulle cellule staminali e alla successiva domanda di Ippogrifo sullo stato dell’arte della scienza medica al riguardo, credo che nonostante i grandi progressi fin qui fatti ,la scienza abbia ancora molta strada davanti prima di arrivare a conclusioni definitive.La scoperta che nell’organismo umano adulto esistano ancora cellule staminali che sotto determinati stimoli, possano attivarsi specializzandosi in tessuti da riparare o rigenerare, richiama sicuramente alla mente il concetto ermetico dell’autoguarigione.Anche ,se allo stato attuale ,noi umani non siamo in grado di mettere in atto questa potenzialità in maniera cosciente.E d’altronde anche la scienza ancora non ne padroneggia tutti i meccanismi ,per cui non si è sicuri che le cellule manipolate siano identiche alla altre nella funzionalità. La scienza fa il suo percorso e lo fa seguendo i suoi schemi e proprio sugli schemi mentali ,che mi sembra un punto cruciale , mi sono tornate alla mente le parole del Kremmerz che riporto: “Il volgo partorisce investigatori esperimentati che, non asserviti ai sacerdozii,cominciano a studiare liberamente e senza preconcetti la stessa materia e quindi con probabilità grande di scoprirne le leggi-conoscenze che i sacerdozii decadenti hanno già perduto. Ma come i preti riuniti a chiese o sinagoghe, o moschee, o tempii hanno prevaricato abusando , così la libera ricerca abuserà a sua volta e cadrà negli stessi errori per un fatto o CONDIZIONE DI ESSERE di queste ricerche ,che non fanno conquistare il successo che a chi nel volgo è PERFETTO.” E qui si torna alla Concezione Immacolata, alla necessità di raggiungere quello stato di purezza, condizione senza la quale il nostro meccanismo mentale ,la nostra intelligenza ,non arriva ad intendere le leggi della Natura nella loro completezza. E ancora dal Maestro Kremmerz vorrei riportare:”PURITÀ – SACRIFICIO – AMORE – SCIENZA. Senza la Purità non è possibile il sacrificio per il tuo simile ,e senza di questo è impossibile l’amore.L’amore e’ purità e sacrificio insieme,che penetra la parola occulta dei Cieli invisibili e ne conquista la Scienza. Ho premesso che non siamo dei mistici,quindi tutto in noi è positivamente studiato; ora la fede non esiste per noi che dopo la conquista scientifica del mondo delle cause . Al ventesimo secolo noi diciamo all’uomo : non credere per fede,ma aspettati tutto dalla scienza dello spirito umano.

    holvi49
    Partecipante
    Post totali: 112

    Colgo l’occasione per formulare il mio augurio di luce a tutti i fratelli delle accademie miriamiche. Che ognuno possa sentire sempre più la tensione per porsi al servizio di quest’opera magnifica per la quale andare orgogliosi.

    BELL
    Partecipante
    Post totali: 79

    Il bambino alla nascita, per quanto riguarda gli organi di senso e non solo, ha dei meccanismi in potenza che appartengono all’essere umano e che diventeranno capacità effettive solo con il contributo degli stimoli esterni. Il tronco encefalico, il talamo, le aree sensoriali e motorie, il sistema limbico, nei primi mesi di vita sono strutture funzionali ma non mature; dobbiamo entrare nell’ottica che ogni stimolazione che raggiunge, attraverso gli organi di senso, il cervello crea nuove sinapsi o incrementa quelle esistenti o rende la via nervosa più facilmente utilizzabile. Questo avviene principalmente nel bambino dalla nascita ai primi anni di vita ma anche l’adulto mantiene questa capacità plastica. A livello del Cervello per ogni organo di senso abbiamo uno o più centri principali che hanno il compito di ricomporre tutti gli elementi dello stimolo come potremmo fare componendo un puzzle composto di tantissimi pezzi. Ad esempio nella corteccia visiva, durante la lettura la parola è ricomposta partendo dalle varie lettere analizzando dimensioni, tratti orizzontali, verticali curvi, colori, contrasti ecc. La ricerca si è sempre più incentrata nello studio di quelle aree del cervello chiamate “associative” in cui arrivano gli elaborati di tutti gli organi di senso e che sono chiamate associative o di riconoscimento e da cui partiranno gli stimoli che porteranno alla vocalizzazione, alla capacità di una lettura corretta, al movimento, alla manualità, alla grafia ecc. Se porgo al bambino due figure di lettere e gli chiedo di prenderne una il primo passo, tramite l’udito e la visione, è il riconoscimento della lettera che poi mi porgerà; se io chiedo che lettera è quella mostrata, tramite l’udito e la visione, avremo per primo un riconoscimento della lettera poi una nominazione verbale. Inoltre durante la lettura si hanno delle modificazioni vegetative che interessano tutto il nostro organismo come il battito cardiaco, la pressione arteriosa ecc. Oggi si sa che, se le capacità di movimento degli occhi non sono completamente sviluppate e sinergiche, queste possono rappresentare una restrizione anche allo sviluppo del linguaggio. La visione e il linguaggio sono funzioni strettamente collegate tra loro, si aiutano e si sviluppano in modo sinergico. Gli schemi di movimento oculari iniziano a diventare una guida per gli schemi di movimento manuali e quindi permettere al bambino, una volta raggiunto un determinato livello di maturazione, di coordinare il suo corpo; egli può esplorare, i suoi due occhi lavorano insieme per determinare la distanza di un oggetto interessante, permettendogli di avvicinarsi, afferrare ed esaminare l’oggetto stesso.
    Questi meccanismi ci fanno capire la complessità dei circuiti che stanno all’origine di quello che noi chiamiamo ”cattiva abitudine” visiva, motoria, olfattiva, fonatoria ecc.; effettivamente tutto ciò che entra attraverso gli organi di senso incide sui centri del riconoscimento e della comprensione comportando un rinforzo di determinati meccanismi oppure può attivare modificazioni di questi circuiti che poi influenzano tutto il nostro essere. Quindi se nutriamo in maniera sempre più costante un riconoscimento finalizzato attraverso le pratiche ripetute della Schola effettivamente la reazione sarà apprezzabile su diversi piani.
    Nei prossimi post possiamo analizzare lo sviluppo visivo nel bambino dalla nascita ai primi anni di vita e correlarlo allo sviluppo della vocalizzazione; in questo chiedo aiuto ai Pediatri inscritti alla Schola.
    Concludo con una ricetta della cucina povera Italica tratta dal libro del Dott. Buratto che fa bene alla vista e non solo.
    QUARTA RICETTA
    TAGLIOLINI AI CARCIOFI (ingredienti e dosi per 4 persone)
    – 300 g di tagliolini
    – 4-6 carciofi ( ricco di fibre, minerali e acido folico)
    – 2 tuorli di uovo ( sono una buona fonte di luteina)
    – 60g di pecorino piccante grattugiato (ricco di calcio)
    – ½ cipolla ( contiene vitamina C e flavonoidi
    – ½ bicchiere di vino bianco (contiene flavonoidi)
    – 30 g di burro
    – 1 cucchiaio di olio
    – sale e pepe q.b.

    Buona serata a tutti.

    Buteo
    Partecipante
    Post totali: 218

    Come si sviluppano le funzioni che consentiranno a un nuovo essere, a un bambino, di vivere integrato nell’ambiente?
    È uno dei più affascinanti misteri della natura. La scienza studia, sperimenta, formula ipotesi e cerca conferme, teorizza… I Maestri ci dicono di estrapolare la teoria dalla pratica, di stare coi piedi a terra. Guardiamo allora agli eventi, come rilevati dall’osservazione scientifica.
    Due gameti generati in due organismi ‘separati’, uomo e donna, due cellule particolari perché hanno un nucleo dimezzato rispetto a tutte le altre cellule dell’organismo, con 23 cromosomi fra loro corrispondenti, ad eccezione di un unico cromosoma a forma di X, nell’uovo o femmina, e a forma di Y, nello spermatozoo o maschio, si cercano, si attraggono per fondersi in un’unica cellula completa e totipotente. Quali i salmoni, che il Maestro ha citato ad esempio di percorso controcorrente, gli spermatozoi dalla vagina sono risaliti attraverso il canale cervicale, hanno attraversato tutta la cavità uterina, imboccato e ripercorso la tuba fino al suo terzo esterno, dove finalmente si realizza, come per i salmoni, il loro fine nel luogo in cui è stata l’origine. Le due ‘mezze’ cellule si sono riunite nell’uomo sferico di Platone? È il matrimonio mistico nel microcosmo? Noi sappiamo che nelle due cellule, fuse insieme, c’è tutto l’essere in potenza.
    Dalla tuba, in fecondo e indissolubile abbraccio, percorrono come in viaggio nuziale la tuba verso l’utero, dove giungeranno in forma di proliferante morula per aggrapparsi e incistarsi nella parete uterina a nutrire l’opera verso cui inesorabilmente procedono. Qual è il primum movens ovvero come è possibile che ciò avvenga? Non lo sappiamo. Possiamo assistere a ciò che accade all’interno della cellula, alla ricostruzione del corredo diploide (46 cromosomi) al susseguirsi di separazione e duplicazione cromosomica, ai processi molecolari, alla creazione di membrane, organuli e organelli, alla proliferazione e differenziazione delle cellule, all’assemblaggio in strutture sempre più specializzate… Tutto ciò si realizza perché ogni molecola, ogni componente cellulare sa quello che deve fare, compie la propria funzione perché la sua struttura materica è in sé la funzione stessa. La sua forma, cioè la materia, è la funzione: ‘spirito e carne sono una cosa sola’ (Kremmerz).
    Come un gruppo di ricamatrici esegue di concerto il ricamo per quanto a ognuna compete con le stoffe e i filati di cui dispone, seguendo il disegno che è nella loro mente e che si realizza nelle loro mani, così agiscono le molecole utilizzando i sostrati che sono a loro disposizione. E il paragone è con le ricamatrici e non con le macchine per ricamare, perché, per fattore intelligente, le ricamatrici adeguano la propria opera al mutare di stoffe e filati. Così è in natura: se mancano o se si modificano i sostrati, le molecole proseguono nella loro funzione utilizzando ciò che è diventato disponibile, comportasse anche uno svantaggio al programma finale, ignoto alle singole molecole. Ogni molecola sa e fa solo ciò che compete alla sua struttura (materia). E così accadrà che tessuti o organi presentino quello che noi interpretiamo difetto o malformazione, ma che in realtà è una delle possibili realizzazioni, anche quando il risultato sia incompatibile con la vita dell’essere in formazione. In nessun caso il lavoro molecolare si ferma.
    Dalla ‘totipotenza’ iniziale della blastocisti, per successive mitosi, le cellule vanno differenziandosi nelle cellule costituenti i tre foglietti embrionali ectoderma, endoderma, mesoderma, riducendo la potenzialità a ‘multipotenza’, per la capacità di differenziarsi ora in tutti gli organi e apparati, ma non più di dare origine a un organismo a sé. Completata la struttura di organi e apparati, le cellule staminali avranno solo il carattere di ‘oligopotenza’, quindi in grado di generare alcuni tipi di cellula, rigorosamente nella linea del foglietto embrionale da cui derivano, o, più facilmente, di ‘unipotenza’, capaci di differenziarsi nel solo tipo di cellula del tessuto di appartenenza. (v. Bell, post 08/12)
    Tutto il processo di generazione del bimbo ci svela che madre e padre hanno insieme la funzione di fornire ciascuno la metà di un seme, il quale assemblatosi in seme intero diventa ‘vivo’, ovvero avvia in sé il processo di evoluzione e crescita, servendosi del corpo della madre solo per trarre tutte le sostanze nutritive che gli occorrono in un contenitore sicuro e, possibilmente, amorevole. Il nuovo essere forma se stesso da sé.
    Completata la formazione dell’organismo a un livello compatibile con l’ambiente fuori dall’utero, il bimbo nascerà alla vita con un insieme di organi e apparati, che matureranno verso un’autonomia funzionale, e totalmente rivestito da un apparato sensitivo atto a interagire con l’ambiente perché si avviino i processi di cui parla Bell nel post del 12 dicembre. Ma la funzione di madre quale contenitore sicuro, nutrimento e filtro del mondo esterno, non si esaurisce qui.

    Rrosalinda
    Partecipante
    Post totali: 29

    Ho riletto un articolo del commentarium n.1 Roma 25 luglio 1910 del Dott. G.Fichera che faceva ricerca sulla cura dei tumori ( con cellule staminali)
    Che dopo anni di intensa attività professionale giunse a formulare una teoria patogeni dei tumori,che chiamò Dottrina dello squilibrio oncogeno,sviluppo in seguito una terapia antitumorale di tipo biologico che definì Chemioterapia istogena dei tumori.Volevo sapere se qualcuno sa che fine hanno fatto le sue ricerche ,e se si se sono progredito. Grazie

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Che bella la descrizione che Buteo fa della generazione di un nuovo organismo, ci ricorda di come
    Etica ed Estetica coincidono sempre, purché si riesca a vedere le cose nel loro naturale equilibrio, come un meccanismo che perfettamente sintonico si muove all’unisono dando vita a un risultato che ci lascia a bocca aperta, come quando sentiamo un brano musicale dove tutto ha funzionato, o ammiriamo un’opera d’arte che ci lascia attoniti nella sua bellezza, o ascoltiamo le parole di un Maestro che con una trasfusione di Bene ci aiuta, o meglio ci indica la via, per recuperare il nostro equilibrio. Mi piacerebbe utilizzare il suddetto brano nel mio lavoro di insegnante, devo solo trovare l’aggancio giusto.

    Macrobio
    Partecipante
    Post totali: 63

    Ricollegandomi al post di Rrosalinda sul lavoro del Dott. G. Fichera ho fatto alcune ricerche e scoperto dal Dizionario Biografico Treccani che in effetti gli studi di Gaetano Fichera (1880-1935) furono davvero rivoluzionari. Cito dal testo: “La teoria del F. sulla genesi e la cura dei neoplasmi ebbe vasta eco nella comunità scientifica internazionale e stimolò discussioni e ricerche. È indiscusso merito dello studioso italiano aver dato inizio alla ricerca biologica in oncologia, superando i limiti delle osservazioni cliniche e anatomopatologiche entro i quali erano stati fino ad allora confinati gli studi sulle neoplasie, e di aver aperto la strada all’individuazione di nuove possibilità terapeutiche in un settore della medicina che era il dominio della chirurgia e della radioterapia.”
    Nel testo completo consultabile al link http://www.treccani.it/enciclopedia/gaetano-fichera_%28Dizionario-Biografico%29/ ci sono riferimenti molto tecnici alle ricerche di questo studioso che forse i medici che frequentano il forum potranno semplificare per i non addetti ai lavori (la butto là…). Resta comunque la conferma – se ancora ci fosse bisogno di conferme – che la Schola che, allora pubblicò l’articolo, è sempre un passo avanti al sentire comune e sempre tesa al futuro.

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 4 mesi fa da Macrobio. Motivo: corretto un refuso
    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 366

    A proposito delle nuove frontiere della medicina preventiva sui tumori, è notizia curiosa di questi giorni, quella che l’olfatto straordinario dei cani diventi strumento di diagnosi precoce di alcune forme di tumore. Il protagonista dell’esperimento è Liù, un pastore tedesco di Varese, impiegato nel reparto di urologia dal 2012, infatti annusando semplicemente i campioni d’urina dei malati, ha permesso il riconoscimento di forme tumorali(prostata e vescica) allo stadio iniziale, consentendo di curarle velocemente e garantendo spesso la guarigione completa del paziente. L’addestramento è avvenuto in collaborazione con l’Esercito Italiano e sembra che Liù non abbia MAI sbagliato(visto che ogni risultato veniva poi debitamente verificato da esami di laboratorio regolari, come richiesto dal Ministero della Salute, che ancora non ha riconosciuto in modo ufficiale la nuova tecnica !). Ciò che l’animale riconosce, di fatto, è una molecola caratteristica anzi caratterizzante che si sviluppa al principio della malattia nell’organismo malato e la speranza-è stato detto- è di poter individuare in futuro questa molecola e di riuscire ad isolarla..a quel punto diagnosi e prevenzione saranno di molto semplificate. Credo che questo sia un esempio di come la Medicina possa aprirsi senza timore e con fiducia a forme di sperimentazione non convenzionali ma direi “intelligenti” e in rete con la Vita, secondo una visione più ampia della terapia, che nella modalità d’approccio, integrale più che integrato, mi ha ricordato la Medicina Ermetica…non vi pare?? Una cosa è certa il cane si è dimostrato, una volta di più,il maggior amico dell’uomo! Un caro saluto

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 366

    Non ci avevo mai dato peso ma anche la pelle è un organo con molteplici funzioni per l’organismo: protezione, traspirazione e scambio, termoregolazione ecc. che risultano quindi di primaria importanza per la vita, il cui organo di senso corrispondente è il tatto, anche detto “il senso della vita”in pedagogia in quanto è il primo organo di senso, sperimentato dall’uomo alla nascita e che permette lo sviluppo del sé attraverso il riconoscimento tangibile dei propri confini corporei e la presa di coscienza del proprio essere individuo. C’è uno studio che evidenzia questo in particolare sul tatto come linguaggio e nutrimento che riporto e che ho trovato molto interessante intitolato”Le carezze di chi si prende cura dei bambini, lasciano tracce nei loro geni”. Infatti i ricercatori dell’Università della British Columbia(Istituto di Ricerca dell’Ospedale Pediatrico)hanno condotto uno studio, il primo del genere, durato 4 anni che riguarda la quantità di contatto fisico tra bambini e chi se ne prende cura, il quale può influenzarli a livello molecolare. Lo studio ha mostrato come i bambini con meno contatto fisico avevano il profilo molecolare delle loro cellule meno sviluppato rispetto agli altri della stessa età: infatti sono stati coinvolti 94 bambini, ai genitori dei piccoli è stato chiesto di tenere un diario sui comportamenti in merito alla qualità del sonno,agitazione, pianto, nutrimento…e la durata delle cure che coinvolgevano il contatto fisico. Dopo 4 anni,è stato prelevato il DNA dei bambini ed è stata trovata una modifica biochimica chiamata metilazione del DNA, basata sulla marcatura di alcune parti dei cromosomi con piccole molecole di carbonio e idrogeno. Le cui modifiche influenzano il funzionamento cellulare e c’erano differenze notevoli tra bimbi con grande contatto fisico e bimbi che ne avevano ricevuto poco; le differenze, in particolare, riguardavano alcuni tratti di DNA che svolgono un ruolo nel sistema immunitario e nel metabolismo. In futuro, si cercherà di capire se quest’immaturità biologica riscontrata nei bimbi con basso contatto fisico abbia implicazioni importanti sulla loro salute psico-fisica. Del resto,il gesto di contatto fisico tra madre e figlio,piuttosto che tra innamorati o per incoraggiare un amico in difficoltà è istintivo non frutto di ragionamento e inoltre è nell’esperienza comune che una carezza amorevole, porti sorriso, benessere ed endorfine e appartiene ad un linguaggio non verbale, attraverso cui passa Amore che nutre e trasforma a tutti i livelli e vale a tutte le età se usata in modo sincero e adeguato , e a volte penso che se conoscessimo di più, determinati meccanismi della Materia che ci riguardano e che il Metodo Ermetico,peraltro, aiuta a capire nella sperimentazione preparatoria e purificatoria, non avremmo bisogno di pregiudizi mentali, prevaricazioni e violenze in quanto è il Meccanismo intelligente che semplicemente ci conduce verso il Bene se solo sapessimo metterci in ascolto e in contatto con Esso.

    Buteo
    Partecipante
    Post totali: 218

    Tutti gli animali che si riproducono sessualmente hanno avuto due genitori, ma non necessariamente cure parentali. Esistono specie, soprattutto marine, che rilasciano uova e spermatozoi nell’ambiente circostante e, all’estremo opposto, mammiferi, uccelli e anche alcuni fra i vertebrati inferiori e gli invertebrati, che prevedono contatto prolungato fra genitori e prole.
    Le rane liberano le uova fecondate nell’ambiente acquatico e non forniscono cure parentali. Uno studio condotto su 354 specie, delle oltre 6000 note, pubblicato dal National Geographic Italia, ha riscontrato che 57 specie si prendono cura degli embrioni. E ognuna in un modo particolare.
    Ad es., la rana giamaicana delle grotte trasporta l’intera covata, che può comprendere fino a 70 individui completamente sviluppati, sul dorso della madre dalla grotta in cui è nata fino alla foresta, che sarà il loro habitat; le femmine di Leptodactylus producono un muco schiumoso ove depongono le uova, se ne prendono cura e difendono i girini dai potenziali predatori. Nel caso del Dendrobate pigmeo (centro America), il padre si occupa delle uova proteggendole e idratandole. Alla schiusa la madre trasporta e deposita ciascun girino in una piscinetta diversa (il fiore di una bromeliacea), di cui ricorda la postazione e fa ripetutamente ritorno in ognuno dei siti per fornire cibo a ciascun piccolo.
    Modi così differenti in specie che, appartenenti allo stesso ordine, dovrebbero avere stesso comportamento, non possono che essere conseguenti alla situazione ambientale in cui sono venute a trovarsi: si sono sviluppati nuovi modelli e quelli che più hanno dato vantaggio riproduttivo sono stati adottati. L’ambiente causa modifiche nel comportamento dell’individuo che sono trasmesse alla prole, ovvero agisce a livello di geni e dei gameti, incidendo sul codice genetico della specie. Ciò è possibile perché i geni non si attivano da soli, ma sono “accesi” o “spenti” dall’epigenoma, il complesso sistema biochimico di regolazione che silenzia o attiva l’attività trascrizionale dei geni, senza modificare la sequenza del DNA. Fattori epigenetici agiscono acetilando o metilando il gene interessato, che se acetilato si svolge e si attiva, se metilato rimane avvolto e inattivo.
    Per effetto dell’ambiente l’epigenoma attiva o inibisce il gene e l’interazione geni-ambiente diviene il nodo fondamentale nella regolazione del comportamento, dove l’ambiente influisce per 2/3 e la genetica per 1/3. La progenie eredita, dai propri genitori, i geni e le modifiche che l’ambiente produce sulla loro espressione. Oggi la scuola inglese di Etologia asserisce che non esiste alcun carattere (comportamentale o altro) che non sia frutto di un’interazione tra fattori genetici e fattori ambientali.
    Uno studio condotto su ratti, le cui madri presentano differenze interindividuali verso i cuccioli, alcune somministrando alte cure materne, altre essendo trascuranti, ha scoperto che i piccoli che ricevono elevate cure materne (quindi con madri che li mordicchiano e leccano) hanno alti livelli di serotonina e, da adulti, un livello ridotto di stress, rispetto a quelli allevati da madri che interagiscono poco con loro. La serotonina aumenta, per meccanismo di regolazione epigenetica, l’espressione dei recettori per i glucocorticoidi nei neuroni ippocampali, inibendo la produzione di cortisolo, conseguente all’attivazione dell’asse ipotalamo ipofisi surrene che si avrebbe in risposta all’evento stressante. L’espressività dei recettori per i glucocorticoidi nell’adulto, rimarrà nella vita dell’animale quello determinato dalle cure materne ricevute da piccolo.
    Sempre in rapporto alle cure materne nei ratti, il prof. Biggio (Napoli) ha osservato modifiche strutturali a livello delle cellule neuronali. Dopo la nascita, la presenza per numero e per dinamicità delle spine dendritiche sui neuroni dell’ippocampo, aumenta progressivamente, ma nei piccoli delle mamme ratto che a 30 gg improvvisamente li svezzano allontanandoli da sé e interrompendo l’accudimento, questa crescita non solo si arresta, ma addirittura regredisce, con depauperamento della struttura cerebrale. I fattori di stress mentre causano riduzione volumetrica per compromessa neurogenesi e atrofia degli alberi dendritici nell’ippocampo e nella corteccia prefrontale, provocano incremento anatomo-funzionale in diversi settori dell’amigdala, area che si attiva in seguito a stress/paura.
    Studi di neuroscienze dimostrano oggi che la qualità delle cure materne negli animali e negli esseri umani svolge un ruolo importante sulla salute mentale e fisica della prole, quindi dei bambini e dei futuri adulti, perché agiscono sui circuiti implicati nel comportamento sociale ed emotivo, che sono tra quelle strutture funzionali dell’encefalo più sensibili all’effetto dell’esperienza e che più a lungo ne serbano memoria plastica.
    Ma l’importanza dell’amore materno era già emersa dagli studi di etologi, medici e psicanalisti, condotti nei primi decenni del ‘900 mirati all’ontogenesi del comportamento in specie diverse, il cui punto focale d’interesse era il rapporto madre-prole.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Trovo molto interessanti le informazioni riportate da Buteo.Infatti, se l’Etologia oggi asserisce “che non esiste alcun carattere (comportamentale o altro) che non sia frutto di un’interazione tra fattori genetici e fattori ambientali” questo rimette al centro il fattore discrezionale di ciascun individuo e anche la possibilità di rendere consapevole tale azione fino alle nostre molecole e, perché no?, ai nostri geni.
    A differenza dell’approccio orientale verso un karma ineluttabile da scontare, la Scuola Filosofica Italica ha sempre rivendicato la possibilità di agire fino nel più profondo dell’individuo (e difatti così è intesa la terapeutica ermetica). Oggi lo conferma pure la scienza che i geni possono essere attivati o restare inattivi a seconda dell’ambiente… Ma qual è il primo ambiente? Non è forse il nostro stesso corpo? Non sono forse i nostri stessi pensieri, emozioni, sensazioni? E, dunque, procedere a ritroso verso il quid che detiene la capacità di disporne dentro di noi, non significa anche riacquistare le chiavi della salute e dell’equilibrio?
    Credo che l’operatività e le pratiche tradizionali proprie della Schola, sotto la guida di Chi ci è già passato, portino a rendere attivo e consapevole il contatto con il proprio principio vitale e, in un graduale esercizio a prendere e lasciare di tutto (dai cibi, ai pensieri, alle ondate emotive) fino alla capacità di impugnare il famoso karma o disposizione genetica che dir si voglia in modo da sanarsi ‘fino nel profondo’.
    Ecco perché il cammino nella Schola è davvero un’opera mirabile di salute e di luce.

    Sylva
    Partecipante
    Post totali: 4

    E noto l’esperimento di Harlow realizzato con piccole scimmie; gli Harlow in un esperimento che oggi non sarebbe proponibile per la sua crudeltà, privarono dei cuccioli di macaco della madre.
    I piccoli macachi chiusi in una gabbia disponevano di due sostituti materni: uno era un peluche di morbida stoffa e l’altro era una specie di sagoma di metallo fornita di un biberon alla quale le scimmiette affamate si potevano attaccare per succhiare il latte.
    Gli Harlow, durante le loro osservazioni, notarono che le scimmiette trascorrevano la maggior parte del tempo avvinte al pupazzo di stoffa anche se era privo di biberon e si attaccavano alla sagoma metallica solo per poppare.
    Dopo qualche settimana le scimmie divennero tristi e spaurite a causa della mancanza di attenzioni e di contatto fisico. Venne così dimostrato che la necessità di contatto fisico è un bisogno primario, indipendente dal soddisfacimento dei bisogni fisiologici.
    Quando le scimmie divennero grandi furono delle madri anaffettive: mostravano indifferenza verso i loro piccoli, non li allattavano, non li proteggevano alcune arrivarono arrivavano a rifiutarli ed aggredirli. D’altra parte si sa che i piccoli abusati possano diventare con grande probabilità, a loro volta, degli abusatori. Le prime esperienze, proprio perché cariche di affettività, instradano modelli relazionali difficile da cancellare

    BELL
    Partecipante
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    Ritornando alla terapia delle Degenerazioni Maculari e non solo osserviamo che nelle Lunazioni è riportato il seguente rimedio come per le Patologie Oculari: “prendere un vetro o caraffa di forma sferica e si riempie di olio, indi si espone al sole. La persona che vuole guarire dall’infermità deve coprirsi la testa di un mantello nero e non guardare la luce se non attraverso l’olio della bottiglia. Si prolunga quanto si può al sole meridiano questa forma di irradiazione gialla sull’occhio. L’effetto non si vede immediatamente, ma l’occhio ammalato riprende le sue funzioni gradatamente, come rifatto”.
    Vediamo, per quanto possibile, di interpretare questo rimedio alla luce delle conoscenze di oggi.
    L’utilizzo di una caraffa o bottiglia di forma sferica equivale all’utilizzo di una lente biconvessa in cui i raggi solari posti al meridiano e cioè paralleli all’asse della lente e in particolare all’asse ottico convergono raggi luminosi di una determinata lunghezza d’onda (perché attraversano l’olio) che vengono percepiti come colore giallo.
    L’ammalato deve guardare la luce solo attraverso questa lente che quindi converge o meglio focalizza questi raggi paralleli sugli organi all’interno dell’occhio. Il mantello nero ha la funzione di contenere pigmenti che assorbono la luce evitando la riflessione dei raggi luminosi periferici che potrebbero interferire su questo fenomeno della convergenza.
    Alla visione del colore giallo sono attribuite diverse azioni terapeutiche dal tono dell’umore in senso di stimolare ottimismo e creatività e quindi la coesione e la comunicazione, stimola la memoria e il sistema nervoso. Inoltre, senza entrare in questioni complesse e ultra specialistiche, si è visto che a livello retinico esistono tre tipi di fotorecettori che sono stimolati da diverse lunghezze d’onda (e quindi da diversi colori); il giallo è percepito quando i raggi luminosi hanno una lunghezza d’onda in grado di stimolare le due popolazioni più rappresentate. Inoltre a livello retinico esistono cellule che hanno campi recettivi complessi per cui sono eccitate dalla presentazione di un colore e inibite da un altro producendo una risposta nervosa totalmente differente. E’ importante anche l’intensità dello stimolo che è massima in determinate ore del giorno.
    In campo chirurgico oculare in questi ultimi anni la ricerca ha modificato molte linee guida tra cui il tipo di lente da utilizzare in un intervento di Cataratta. In sintesi tale intervento consiste nel frammentare e riassorbire il Cristallino naturale mantenendo il sacco capsulare (l’involucro che lo contiene) dove è alloggiata una lente artificiale il cui potere diottrico è calcolato in base alle caratteristiche dell’occhio del paziente. Il Cristallino naturale ha due compiti principali: convergere i raggi luminosi sulla retina e neutralizzare quelle lunghezze d’onda che possono essere nocive per i fotorecettori. Una lente artificiale bianca utilizzata sempre fino a poco tempo permetteva la convergenza ma non assicurava alcuna protezione visiva; la ricerca in questo senso ha portato all’utilizzo sempre maggiore di una lente biconvessa di colore giallo che sembra avere un effetto protettivo nei confronti della Degenerazione Maculare e anche di rallentamento del progredire della Patologia (vedi i post precedenti in cui abbiamo parlato del ruolo importante della foto ossidazione). Abbiamo visto che la via visiva è un’unità con il restante cervello e quindi possiamo renderci conto della grande potenzialità della presentazione della luce gialla sul nostro essere. Infine il Maestro afferma che ”l’effetto non si vede immediatamente, ma l’occhio ammalato riprende le sue funzioni gradatamente, come rifatto”; quindi dietro al termine rifatto possiamo ipotizzare una rigenerazione che porta alla ripresa graduale delle sue funzioni. Alla luce di tutti questi studi scientifici che stanno emergendo appare chiaro che la Tradizione Terapeutica Millenaria, di cui il Maestro Kremmerz è stato un divulgatore nei rimedi delle Lunazioni, abbia anticipato quello che solo oggi la scienza inizia a intravedere.
    Ho notato che in diversi punti delle Lunazioni il Maestro consiglia, almeno per le Patologie Oculari, rimedi che hanno in comune un’attivazione della funzione rigenerativa per l’organo e questo mi riporta a quell’ipotesi/domanda con cui concludevo il post del 7 Dicembre:
    “ in molti organi sono state individuate delle cellule staminali ipotizzandone l’esistenza in tutti gli organi; potrebbe essere questo il Meccanismo, in stato latente, su cui poggia il concetto di Auto-Guarigione sempre asserito dalla Tradizione Hermetica”; meccanismo che viene attivato con la Terapeutica Hermetica.
    Mi farebbe piacere leggere la vostra opinione al riguardo.
    Un abbraccio a tutti.

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