NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA

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  • wiwa70
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    Post totali: 367

    Molto stimolante il dibattito sviluppato negli ultimi post sugli organi di senso come porte d accesso più ampie e sulla metodologia scientifica da seguire nella pratica ermetica nostra che ci invita a essere attivi e a portare nella nostra esperienza di vita il risultato di ricerche e intuizioni. A questo proposito ho trovato una notizia curiosa sugli organi di senso, in questo caso lo olfatto: in un esperimento condotto per studiare le interazioni tra il senso dell’ olfatto e il nostro pensiero, un ricercatore olandese ha scoperto che un lieve aroma di limone, proveniente da un secchio nascosto contenente acqua e detersivo, era sufficiente per indurre un gruppo di persone a fare le pulizie, anche se costoro non percepivano l odore a livello cosciente! Sempre per riportare alla nostra pratica che invece ci vuole sempre più consapevoli, mi sono data conto dell’importanza dunque di usare determinati profumi stagionali che hanno funzione protettiva ma anche nutritiva com è stato accennato e non solo come ho sempre pensato, l odorato ti riporta indietro nel tempo a ricordi di esperienze passate di vita, ma forse potrebbe dare persino una direzione virtuosa futura alle nostre azioni??! Se così fosse,sempre più si intuisce che dietro i nostri organi di senso, sì può risalire ad una conoscenza più approfondita di noi stessi e dei meccanismi intelligenti della Materia che ci appartengono e in questo i fr e sr medici possono essere dei tramiti più che adeguati per aiutarci a capire. Un caro saluto a tutti

    BELL
    Partecipante
    Post totali: 79

    Cara Catulla, a proposito della prima asserzione su cui ti sei giustamente soffermata potrebbe essere utile rileggere il post del 12 Dicembre u.s. in cui si riporta il funzionamento degli organi di senso, tra cui l’apparato visivo, con i relativi collegamenti con i centri associativi, della memoria e della comprensione.
    Un abbraccio

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Wiwa, trovi significativi approfondimenti sui profumi dei tempi annuali nella sezione riservata. Per quanto riguarda la memoria che può scaturire dalla sfera sensoriale sono d’accordo che si riscontra come uno scambio di funzioni tra i vari sensi per cui un suono ti risveglia la visione passata di un luogo, e l’odorato ti fa venire giustamente l’acquolina in bocca! Evidentemente ruotiamo intono a un organo unitario che li deve sintetizzare tutti.

    Tornando all’aspetto intrigante come dice tanaquilla9 dell’occhio porta o specchio dell’intero organismo, e l’iridologia?
    Formatasi a fine 1800, per quanto sia considerata una pseudo-scienza non comprovata dai parametri ufficiali, nel ritenere di analizzare la salute dell’intero organismo psichico e fisico attraverso l’occhio sembra presentare, come ritengono alcuni, collegamenti con le antiche credenze delle civiltà mediterranee.
    Nell’antico Egitto ad esempio, vi era una dea preposta alla funzione talismanica e protettiva dell’intero organismo attraverso l’occhio, Uadjet, la verde, dea serpente (guarda caso ritorna il serpente!) pre-dinastica, ritenuta la Regina madre di tutti gli dei, personificatrice dell’Occhio di Horus, o Oro, in seguito sinonimo di Occhio di Ra, che era diviso in 6 parti: i 5 sensi + la mente/pensiero, rappresentata dal sopracciglio.
    Bello no?

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 7 mesi fa da mandragola11.
    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Ho seguito il suggerimento di Bell a rileggere l’interessantissimo post del 12 dicembre 2017 (che fra l’altro consiglio a tutti i ricercatori per la puntualità delle argomentazioni). Di quel post mi permetto di isolare due passaggi: “effettivamente tutto ciò che entra attraverso gli organi di senso incide sui centri del riconoscimento e della comprensione comportando un rinforzo di determinati meccanismi oppure può attivare modificazioni di questi circuiti che poi influenzano tutto il nostro essere” e poi “se nutriamo in maniera sempre più costante un riconoscimento finalizzato attraverso le pratiche ripetute della Schola effettivamente la reazione sarà apprezzabile su diversi piani”.
    Da questi discendo per tornare ad annotare come i centri del riconoscimento e della comprensione possano essere attivati da una educazione mirata, e perfino sviluppati fino a tutta la potenzialità della loro struttura, ma… per mia esperienza e osservazione… le pratiche della Schola, come credo di ogni Scuola autenticamente iniziatica del passato, forse non solo SVILUPPANO la struttura bensì lavorano nel senso della perfettibilità della stessa, cioè la RISANANO gradatamente fino a renderla sostanzialmente ‘altra’ e ‘migliore’: da qui l’attitudine a una trasmissione più fedele del principio vitale-solare.
    Non so spiegare ‘come’ questo avvenga ma immagino che Bell significasse la medesima cosa con la frase “attraverso le pratiche ripetute della Schola la reazione sarà apprezzabile su diversi piani”.

    Buteo
    Partecipante
    Post totali: 218

    M’inserisco nella discussione introducendo un argomento differente, che ritengo importante e attuale, perché gli accadimenti, che mi sono occorsi per l’aggravarsi della malattia di mia madre, mi hanno indotto a domandarmi come possano il medico e il familiare salvaguardare il principio della non prevaricazione verso quel paziente che non sia più in grado di decidere per la propria salute.
    Riporto a tal fine la mia esperienza.
    Il 4 agosto mia madre presentò improvviso grave scompenso cardiorespiratorio, in quadro avanzato di demenza senile. Quale avrebbe dovuto essere il mio comportamento, nel duplice ruolo del medico e del figlio?
    Non mi posi domande. Il medico intervenne. Praticai la terapia che ritenni adeguata alla sofferenza acuta. Il giorno successivo i farmaci non furono più sufficienti. Dovetti infrangere i precedenti propositi di evitare qualsiasi ricovero nell’illusione di una ‘serena’ morte a casa. Chiamai il 118 e ricoverai mia madre. Nella mia fantasia c’era un lento e indolore spegnersi. La realtà mi buttava in faccia un corpo che si dibatteva, per quanto potesse, nelle secrezioni che l’andavano soffocando..
    Nonostante la gravità, in ospedale le condizioni si stabilizzavano, pur restando ella sospesa tra la vita e la morte. Finché al settimo giorno si occluse la vena che consentiva l’infusione di liquidi sali e glucosio. I colleghi cercarono d’incannularne un’altra, ma invano. Il giorno precedente avevo scorto lievi segni di miglioramento. All’ingresso il punteggio Glasgow era 5 (scala di Glasgow per valutazione del coma, reperibile in internet), corrispondente a un coma molto grave. Ora saliva a 7, sempre grave, ma era ricomparso il riflesso di suzione (movimento di suzione all’avvicinamento delle mie dita alle sue labbra). Riflesso fisiologico nel neonato, grazie al quale inizia a ingerire involontariamente il latte, come alla nascita si avvia spontaneamente il respiro. Il riflesso, che scompare precocemente, riappare nella malattia da demenza senile.
    Lo lessi come un segno, ancorché inconsapevole, di possibilità/desiderio di vita. Ma mia madre aveva perso il riflesso di deglutizione. Impossibile farle ingerire alcunché per bocca.
    “Non le apporrò mai il sondino nasogastrico” avevo dichiarato in tempi non sospetti. E ora, vedendo che senza quella via di somministrazione (la meno aggressiva fra le possibili) sarebbe inevitabilmente deceduta in pochi giorni ‘di sete e di fame’, ai colleghi, nello studio medico, chiesi che le fosse applicato.
    “Tu vuoi fare accanimento terapeutico?” la non velata accusa di una collega. Ma come? Cosa sto facendo? Sto infierendo su mia madre? Ma io, io non l’avrei portata in ospedale, avrei continuato a curarla a casa, non il trasporto in ambulanza, non la corsa al pronto soccorso, non i giorni al suo capezzale, consapevole che la sua qualità di vita non sarebbe assolutamente migliorata, che si sarebbe protratta comunque la sua ‘sofferenza’… Ma quando il corpo ancora vive posso io consapevolmente non soccorrerlo e decretarne la morte? “Come… come vi comportate in questi casi?” “Noi lasciamo scegliere ai parenti, chiediamo loro cosa vogliano…”.
    È così? È così che si fa? Anche senza che la volontà del paziente sia stata, come consente solo oggi la legge, in precedenza espressa? E mia madre si era ammalata prima, prima di qualsiasi possibilità di esprimersi.
    Spetta a me, non quale medico, ma a me, quale discendente o parente, decidere se quella di mia madre sia una vita ‘meritevole’ di essere vissuta o viceversa decretarne ‘per pietà’ la fine? E cosa dovrebbe guidarmi verso l’una o l’altra scelta? L’idea che ella stia ‘inutilmente’ soffrendo? L’idea che la sua sia una vita ormai ‘inutile’? E ‘inutile’ a chi? A lei o ad altri? Un protrarre ‘inutili’ sofferenze, ma a chi? A lei o a chi si vede ‘costretto’ ad accudirla?
    Per 24 ore le è stata somministrata solo acqua, così sarebbe stato anche il giorno seguente, se non fosse che il collega, accortosi di un seppur impercettibile miglioramento, decise per la sacca nutritiva. E il giorno successivo, il 13 agosto, stabilizzatesi le sue condizioni, firmai per riportarla a casa.
    Tra altri e bassi, crisi subentranti e remissioni, 3 giorni fa un’improvvisa e drammatica crisi di scompenso. Intervengo? Certo! Cerco una vena, ma la trapasso… allora… l’antiipertensivo nel sondino nasogastrico… pochi secondi… i segni della morte sul volto… respiro stertoroso… il cuore sembra tenere… regolare… aspetto… non cerco più la vena… la signora che amorevolmente la accudisce, la chiama, piange, la bacia, l’accarezza, l’accarezzo anch’io… inaspettato un accenno di colore… un movimento degli occhi… Cerco la vena.. proseguo assolutamente la terapia…
    Avevo chiesto aiuto miriamico per mia madre e poi, in disfatta, un aiuto per il trapasso… Ma dalle gerarchie mi era giunto severo il monito “Mai dare l’ammalato per terminale quando ancora chiede per bocca altrui”. Allora non sono io a chiedere aiuto per lei, è lei a chiedere aiuto tramite me. È diverso… è nella sostanza diverso… E per me è una guida.
    Ora mia madre è qui, sul seggiolone polifunzionale, vigile, la chiamo e volge gli occhi, a malapena volge un poco il capo, ha qualche movimento agli arti, farfuglia sillabe incomprensibili… Da miriamico penso di aver appreso che non spetti a me, né come medico né come parente, un giudizio sulla vita.

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 367

    L intensa testimonianza di Buteo mi ha richiamato all’importanza , ancora una volta, dell’essere tramiti attivi,il più possibile impersonali,a cui la pratica ermetica della Scuola ci prepara, nel rispetto della Vita, qualsiasi cosa accada, quando ti tocca così da vicino e si viene chiamati in prima persona nella carne, a fronteggiare malattia e sofferenza e provo grande gratitudine verso la Miriam e le Gerarchie che non ci lasciano mai soli e ci guidano al Bene contro ogni strazio del dolore nei mali umani, Legge di Giustizia e Amore a cui tutti abbiamo scelto di aderire.

    seppiolina74
    Partecipante
    Post totali: 271

    Ho trovato interessanti gli ultimi post dove si parlava di “varchi”, di “porte” riferito agli organi del corpo umano. Li ho letti con attenzione perchè leggere i pareri di un medico è davvero proficuo e necessario là dove si cerca di oggettivare meccanismi fisiologici e concetti ermetici. E’ poi l’osservazione diretta e l’esperienza che fanno sorgere le domande, a volte quelle “giuste”, ovvero quelle domande che, come successo a Bell e a molti altri, sollevano veli e dissipano ombre, è indispensabile su un cammino di consapevolezza.Per tutti.
    Buffo come anche la cara, vecchia, tradizione popolare abbia parlato di quei varchi attraverso i quali si compiono e producono cambiamenti a livello più profondo dentro noi: ad esempio il detto ” gli occhi sono lo specchio dell’anima”,intendendo dire che la parte più vera di noi, quella cioè che non conosce menzogna , trapela dallo sguardo e “tradisce” le nostre reali intenzioni; oppure, a proposito di olfatto-direzione che ricordava Wiwa, “seguire sempre il proprio naso”, parlando di scelte intuitive…
    E’ bello che ci sia, all’interno del Forum, la partecipazione libera di tutti i fratelli, perchè anche se ognuno porta il contributo in base alle proprie specifiche competenze ed esperienze, ne possiamo godere insieme,supportandoci a vicenda, facendoci da specchio. Del resto, le nostre luminose Gerarchie non ci hanno sempre ricordato che, anche se il cammino è e resterà sempre individuale, non saremo mai lasciati soli ad affrontarlo?

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    I riferimenti sulle potenzialità rigenerative relative al Nerve Growth Factor (NGF), molecola a capo di una famiglia di neurotrofine come evidenziato da BELL nel post del 19 08 u.s., presente nel veleno dei serpenti (non conosco se di tutti o solo di alcune specie di rettili velenosi), in primis ci rimanda ai tempi di Esculapio nei cui Templi al Dio dedicati, il Sacerdote compiva l’atto Terapeutico facendo letteralmente da tramite per la manifestazione del Dio, che nel buio della notte, a mezzo di serpenti velenosi, ridava salute e rigenerazione a coloro cui il rettile leccava l’occhio, ma, per quanto ricordo di aver letto, non a tutti quelli che chiedevano il soccorso, sicuramente a chi, secondo legge di Giustizia, era considerato meritevole quindi destinatario in quel preciso momento di tale forma di“toccasano”. Mi preme di porre in evidenza un’altra modalità di utilizzo del veleno di serpente: se verò è che in ogni veleno è contenuto il relativo antidoto (il valore delle cose si afferma nella realtà per l’esatto contrario), ed i sieri antiveleno, ricavati mediante il trattamento in diluizione del veleno specifico del serpente in questione, ne sono la testimonianza all’atto pratico, la riflessione sta nell’utilizzo in altri campi medici di tale risorsa, ad esempio, partendo dal presupposto che molti veleni di serpente provocano disastri all’organismo della vittima per vasocostrizione progressiva, dalle stesse sostanze venefiche si sono poi ricavati farmaci vasodilatatori, utili per molte forme patologiche di ipertensione arteriosa. Probabilmente, “nihil sub sole novum”, in determinati casi, il principio attivo che Madre Natura ha stabilito è sempre lo stesso, sono cambiati tempi e modi nella preparazione e somministrazione del farmaco.
    Un caro saluto ed una buona domenica a tutti.

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Ancora alcune considerazioni sulle potenzialità del Serpente in Terapeutica. In pratica, tutte le Tradizioni in qualche modo attribuiscono al Serpente una qualche modalità di condensazione/accumulazione di energia cosmica. La stessa Marjia Gimbutas, caposcuola di una corrente antropologica tipizzante una matriarchia originale sotto l’aspetto prettamente mitico e parimenti sacro, attribuisce a tale rettile una componente energetica che ne trasborda dai confini fisici, influenzando di fatto il mondo circostante, energia che analogicamente si ritrova ad esempio nelle spirali e ci riporta agli albori della concezione della vita. Quindi una corrente vitale primigenia, che per potersi esprimere in tutti i propri effetti, si biforca, esattamente come la lingua dell’animale, nelle opposte polarità della Vita dell’Universo. Ha scritto testualmente il Maestro Kremmerz: “Uno è il serpente, Una è la vita, ma la lingua si biforca nella proiezione dell’incanto”, cioè nella proiezione della Vita stessa, identificando la corrente vitale o astrale come “il gran serpente della trasformazione”, cioè responsabile sul piano visibile e non solo, di ogni mutamento. Con queste prerogative, è in pratica impossibile non prendere in considerazione le potenzialità terapeutiche che la Scienza più di avanguardia, mette progressivamente a fuoco e come BELL ha dimostrato, e mi ha colpito non poco l’attenzione il fatto che, la somministrazione di NGF in forma di collirio nell’uomo, ha dimostrato l’efficacia terapeutica della molecola del Nerve Growth Factor quando somministrato per via oculare. Nel precedente post ho messo in evidenza le operazioni terapeutiche poste in essere nei Templi di Esculapio e la stretta correlazione tra l’azione dei serpenti agenti in qualche modo sull’occhio umano, porta d’ingresso dell’informazione terapeutica. Anche Mandragola ci ricorda che Nell’antico Egitto vi era una Dea preposta alla funzione talismanica e protettiva dell’intero organismo, una Dea Cobra pre-dinastica associata nel Basso Egitto prima e poi in toto all’ureo, portato al centro della fronte e incastonato sulla corona faraonica. Simboleggiava il calore ardente del disco solare, l’energia vitale per eccellenza, e Uadjet, questo era il nome della Dea, era ritenuta la Regina Madre di tutti gli Dei, espressione dell’Occhio di Horus o Oro, in seguito sinonimo di Occhio di Ra.
    Un caro saluto ed una buona serata a tutti.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    James P. Allison e Tasuku Honio hanno vinto il Nobel per la medicina scoprendo come disinibire il sistema immunitario affinché agisse contro il cancro.
    Grande scoperta e soprattutto grande cambiamento di prospettiva: guarire diventa sempre più possibile.
    È bello vedere che la ricerca non si arrende e che la tenacia umana nello sconfiggere distruzione e dolore alla fine trionfa.
    E molto…miriamico questo atteggiamento e, dal mio punto di vista, anche la prospettiva di sconfiggere dolore e malattia rafforzando le difese stesse dell’organismo con un “qualcosa” che rende attivo il sistema immunitario quasi…svegliandolo sa di Tradizione nostra.
    Evviva la Scienza!

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Anche un buon cibo è terapeutico e ci fa star bene! Personalmente è ancor più gradito se è legato alla tradizione contadina. In questo periodo autunnale di vendemmia è un buon momento per festeggiare la trasformazione dei frutti della terra, infatti in Toscana frumento e uva sono celebrati con la preparazione di ottime ‘covacce’, o ‘ciacce’, cioè focacce guarnite di uva fragola, zucchero semolato e olio, secondo tradizioni che si perdono nella notte dei tempi e che ricordano, oltre ai culti a Pan e a Bacco, le tipiche focacce degli aruspici raffigurate negli specchi etruschi.
    A proposito di pane, è anche particolare in Sardegna la tradizione dei pani definiti rituali che le donne preparano in vari momenti dell’anno, talmente belli da essere esposti nei musei. Ogni mano femminile, testimone della trasformazione di una materia così prodiga di nutrimento, mentre conferisce a questi pani la sua impronta e specificità è unita alle altre da un filo conduttore: l’arte di conservazione del lievito madre, il ‘frementarzu’ e ‘sa matriche’, parole che mi sembrano richiamare ‘fermento’ e ‘matrice’, come pure il toscano ‘covaccia’ richiama il ‘covare’ dell’impasto in lievitazione.A chi vuole provare a farle, buon appetito!

    P.s. A proposito di tradizione sarda, che buoni i dolcetti fatti in casa portati da un nostro caro Fratello dalla Sardegna a una Riunione accademiale!

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Il post di Catulla del 3 ottobre u.s. che fa menzione dei due premi Nobel per la medicina di quest’anno, James Allison e Tasuku Honio, i quali hanno scoperto una modalità di disinnesco del blocco immunocompetente, di modo che lo stesso possa a tutti gli effetti riprendere la lotta contro eventuali carcinomi conclamati, oppure anche solo contro le avvisaglie di un’inversione di tendenza dell’organismo che possa poi degenerare in una patologia tumorale. Per prima cosa, questi scienziati hanno identificato le molecole che costituiscono un freno al sistema immunitario, hanno provato a disattivarle mediante anticorpi, hanno messo a fuoco una nuova terapia denominata checkpoint immunitario, che non prende di mira le cellule tumorali in gioco, ma le cellule immunitarie che circondano il tumore, potenziandole notevolmente. Più che proseguire nei meandri scientifici della faccenda, di cui non sono in grado di addentrarmi, mi premono un paio di considerazioni: uno, ricordo che parecchi anni or sono, dialogando con un amico medico, mi fece un esempio disneyano della rappresentazione delle cellule immunocompetenti, con riferimento ad un cartone ove si vedeva che i soldatini deputati alla difesa del fortino, erano ben armati, ben alimentati, decisamente allegri nell’affrontare il nemico e soprattutto motivati. Allora, se l’elenco del punto uno comprende, cartoni a parte, una corretta alimentazione, una vita non sedentaria, una certa attenzione ad alcool e fumo e così via, il punto numero due, dove parlo di motivazione, ha molto a che fare con un principio di autoguarigione presente dentro ogni essere, umano in primis ma non solo, che se opportunamente sollecitato, svegliato che dir si voglia, presiede poi alla motivazione intelligente e finalizzata, con la quale ad esempio il sistema immunitario si porta letteralmente in grado di riconoscere e distruggere agenti esterni di qualunque natura si presentino, fino ai più terribili per i quali i premi Nobel citati si sono attivati mettendo scientificamente a fuoco un procedimento vincente.
    Un caro saluto ed una buona serata a tutti.

    guglielmo tell
    Partecipante
    Post totali: 214

    scoperto all’universita’ magna grecia il gene della rigenerazione del cuore

    mara329
    Partecipante
    Post totali: 88

    Questa è proprio una notizia importantissima. Chissà se i medici della Fratellanza potranno meglio chiarire la scoperta tutta italiana.

    GELSOMINO
    Partecipante
    Post totali: 141

    Trovo commovente che a dispetto dalla povertà di risorse economiche ,continui a brillare la genialità del dna italico , che comunque con molto poco e tanti ostacoli , riesce a produrre risultati che hanno dell’incredibile, considerato il contesto tutt’altro che favorevole.Possiamo davvero essere orgogliosi della nostra intelligenza e del nostro attaccamento a questo territorio che ne rende possibile la manifestazione superando ogni ostacolo.

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