NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA

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  • garrulo1
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    Post totali: 458

    Le citazioni sul DNA postate da Bell, in particolare a proposito del potenziale inespresso a livello di codice genetico che paiono accentuarsi man mano che si sale nella scala zoografica, pongono un problema di natura filosofica immenso: se vero è che nelle specie animali, ma anche vegetali più vicine al loro stato originale, quello che è in potenza lo è anche in atto, come naturalmente avviene per i processi spontanei autorigenerativi tipici dei pitoni di birmania descritti da Bell, nell’uomo, ultimo stadio del gradino evolutivo, il gap perduto tra il potenziale sconosciuto e il quanto possibile in determinate condizioni, dovrebbe risultare ai massimi livelli. Allora, in ballo vi è quella famosa “consapevolezza” o anche“espansione di coscienza”e via di questo passo, comune a molte Tradizioni almeno nel loro messaggio originale, che va conquistata come scrive Gelsomino, Strumenti Hermetici alla mano, per mirare ad acquisire la cognizione di un processo naturale e la possibilità di condensarne i tempi. D’altronde, quante volte, i ns. Amati Maestri hanno ricordato a tutti la possibilità, insita nella Pratiche Ermetiche, di modificare anche gli input genetici, con la prima praticissima finalità di garantire un ottimo equilibrio psicofisico quindi un buon stato di salute più in generale, (salute da salus, ci sta dentro anche lux, sostantivo al femminile, ed anche Salve da Salvus, Sano, Salvo, Salve con cui si inizia la Preghiera alla Vergine Regina) sicchè, e qui debbo dire mi pare, sia più facile intravedere, magari in lontananza, un po’di luce.
    Un caro saluto ed una buona domenica a tutti.

    BELL
    Partecipante
    Post totali: 79

    Nel Sito della Schola nella Parola al Taumaturgo all’interno della Terapeutica Hermetica della S.P.H.C.I. di Giuliano Kremmerz tra sperimentazione ed empirismo viene riportato che il Maestro si interrogava: “Dove si fanno, in qual paese del mondo studi della storia dell’antica medicina anteriore a Ippocrate che siano immuni dal pregiudizio che tutti i templi di Esculapio non erano che conventicole di imposture sacerdotali? Eppure non una voce si è levata, nella storia dell’oculistica per esempio, a richiamare l’attenzione dei nostri contemporanei sull’uso sacerdotale di aver serpenti che leccavano la cornea dei malati e ridavano la vista…”.
    Come accennato in precedenza, sotto la stimolazione di alcuni Fratelli e Sorelle durante l’ultimo incontro per l’Agape, ho trovato l’argomento molto intrigante e ho cercato, alla luce delle conoscenze scientifiche attuali, di comprendere i meccanismi alla base di quanto riportato. Nel veleno dei serpenti c’è Il Nerve Growth Factor (NGF) che è una molecola capostipite di una famiglia di neurotrofine; identificato prima in un tessuto tumorale e in seguito nella ghiandola salivare di roditori e nel veleno di serpenti da Rita Levi-Montalcini nel 1948 (che per queste ricerche ha ricevuto il premio Nobel per la Medicina nel 1986) ha azione trofica e differenziativa sui neuroni del sistema nervoso periferico e centrale. E’ prodotto in molti tessuti di mammiferi, uomo compreso.
    La scarsa capacità del NGF di attraversare la barriera ematoencefalica e di diffondere attraverso il parenchima cerebrale rappresenta la principale limitazione alla possibilità di sfruttare le azioni neuroprotettive e rigenerative del NGF per ostacolare il processo neurodegenerativo cerebrale nelle patologie umane. La somministrazione di NGF in forma di collirio nell’uomo ha dimostrato l’efficacia terapeutica del NGF veicolato attraverso la via oculare. Dalla superficie oculare il NGF è in grado di arrivare alla retina ed al nervo ottico e di attivare le strutture primarie del sistema visivo e molti nuclei cerebrali del sistema libico, inclusi l’ippocampo, la corteccia frontale e l’ipotalamo. La capacità del collirio NGF di indurre il recupero del danno strutturale cerebrale e contrastare il deficit cognitivo è quindi il risultato di un’azione sulle diverse componenti neurali del cervello che, anche in condizioni patologiche, sono in grado di rispondere alla neurotrofina attivando i meccanismi di sopravvivenza, modulazione e differenziamento che concorrono alla neuroprotezione dei neuroni maturi, alla neurogenesi ed alla ristrutturazione del tessuto cerebrale. Tutto ciò apre importanti prospettive terapeutiche per la cura del M. di Parkinson, M. di Alzheimer ecc. Inoltre dati clinici e sperimentali recenti suggeriscono che l’NGF possa giocare un ruolo importante nella protezione della miocellula del Miocardio in condizioni di ischemia. L’NGF in condizioni fisiologiche è presente sulle cellule sia del segmento anteriore che posteriore dell’occhio in varie specie animali incluso l’uomo. L’NGF è coinvolto in numerose funzioni della fisiopatologia oculare e ha un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’omeostasi cellulare della superficie oculare e della retina. Recenti studi hanno confermato gli effetti terapeutici neuroprotettivi e neurorigenerativi dell’NGF, somministrato in collirio, in numerose patologie degenerative oculari anteriori come Ulcere Corneli Neurotrofiche che posteriori come il Glaucoma e Maculopatie. Nel 2018 l’AIFA, che è l’organo che autorizza la produzione farmaceutica di determinati farmaci, ha autorizzato la messa in commercio in collirio dell’NGF che guarisce la Cheratite Neurotrofica che, anche se rara, è una malattia invalidante per l’0cchio che fino a ieri era priva di qualsiasi cura e nei casi più gravi veniva risolta chiudendo con sutura le palpebre dell’occhio; l’effetto terapeutico è quasi immediato e la guarigione è molto rapida. Il Maestro fa riferimento alla saliva e non al veleno dei serpenti molto probabilmente perché in essa le Neurotossine presenti nel veleno, che è una saliva modificata, sono molto diluite e non creano danni all’organismo ricevente pur mantenendo la giusta concentrazione terapeutica dell’NGF.
    Devo dire che questi risultati, quasi sbalorditivi, dimostrano ancora una volta che il Maestro Kremmerz e l’antica Tradizione Sacerdotale di cui si è fatto tramite in tutti i suoi rimedi terapeutici hanno sempre avuto ragione. Da tutto ciò per l’aspirante Terapeuta Hermetico emergono una serie di domande e considerazioni che affronteremo in un prossimo post spero con la partecipazione di tutti voi.
    Un Fraterno Abbraccio a tutti

    ippogrifo11
    Partecipante
    Post totali: 165

    Post davvero interessante, per le notizie sulla portata terapeutica del NGF e per le osservazioni sul veleno dei serpenti e gli accostamenti con alcuni aspetti delle pratiche mediche esercitate nei templi sacerdotali, frammenti delle quali ci sono pervenuti grazie all’opera di divulgazione del Maestro Kremmerz. Come Bell, confido anch’io che sul tema delle ultime frontiere della medicina e sugli accostamenti, quando possibili e fondati, fra queste e le conoscenze tramandate dalla nostra Tradizione convergano i contributi, le integrazioni e gli approfondimenti dei medici della Schola.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Leggendo il post di Bell mi è venuta in mente una domanda che spesso mi sento rivolgere in farmacia: “vuole il farmaco originale o il generico?”. In effetti, da quando ci si è concentrati sul principio attivo e non sul nome del prodotto si va diffondendo l’idea che il vero agente terapeutico è, appunto, il principio attivo.
    Dunque, la saliva dei serpenti contiene un principio attivo in grado di ‘rimodulare’ delle cellule cerebrali. Questo dimostra che la medicina ermetica tradizionale agiva scientificamente sulla patologia da sanare, dove ‘scientificamente’ significa con l’intelligenza-conoscenza del principio agente.
    E’ allora conseguente chiedersi quanti altri rimedi tradizionali considerati empirici perché ancora non si è scoperto quale principio attivo entra in gioco potrebbero e potranno rimediare ad altri e numerosi casi di affezioni non solo neuro-degenerative che colpiscono l’organismo umano.
    Da qui prendo le mosse per segnalare questo articolo
    https://www.sciencenews.org/article/how-salamanders-can-regrow-tails-lizards-cant
    in cui l’Accademia Nazionale delle Scienze a Pittsburgh rende noto che le salamandre, a differenza delle lucertole che ne hanno persa la capacità, conservano nel loro midollo spinale delle cellule staminali in grado di svilupparsi in qualsiasi tipo di cellula del sistema nervoso, ivi compresi i neuroni. Dal medesimo articolo si evince pure che le salamandre sono anfibi e le lucertole rettili, ciò che secondo una studiosa farebbe la differenza in quanto “più sono complesse le specie meno riescono a rigenerarsi”.

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Caro Bell, ti ringrazio per gli ulteriori approfondimenti sbalorditivi e anch’io come ippogrifo auspico uno scambio con i medici della Schola. Oggi la scienza galoppa, diversamente da quando Kremmerz lamentava che i suoi contemporanei non si interessavano all’uso sacerdotale dei serpenti in terapeutica. Aveva ragione. Infatti, dalle prime ricerche di Constantin Hering nel 1827 bisogna arrivare agli anni ’60 per le prime cure con un veleno animale.

    BELL
    Partecipante
    Post totali: 79

    I risultati scientifici recenti riguardo l’NGF e le sue applicazioni terapeutiche posti in relazione con quanto il Maestro Kremmerz afferma riguardo la saliva dei serpenti (v. post del 19 u s) e più in generale sul giudizio critico che la Medicina da Ippocrate in poi ha riservato all’Antica Tradizione Hermetica Sacerdotale mi ha portato a delle considerazioni che vorrei condividere con tutti gli amici del Forum.
    Trovo interessante che l’occhio sia da considerarsi non solo un organo di senso ma anche una porta di entrata terapeutica che permette al collirio contenente l’NGF di attivare meccanismi terapeutici rigenerativi non solo a livello a livello dell’apparato visivo ma anche in altri centri nervosi. E’ interessante notare che quando si va a incidere su meccanismi di fondamentale importanza per il principio vitale dell’essere umano l’effetto non rimane limitato a un organo o apparato ma necessariamente riguarda tutto il nostro organismo/contenitore considerato nella sua unità. Riflettendo su alcuni rimedi delle Lunazioni presi in considerazione in precedenza ad es. la caraffa contenente Olio di Oliva (v.post del 18 Dicembre u.s.) la Luce verde (v.post del 29 Dicembre u.s.) ho notato che la Tradizione Sacerdotale Iniziatica, di cui il Kremmerz si è reso divulgatore, ha sempre considerato il rimedio terapeutico, o meglio il veicolo terapeutico, più idoneo quello che attiva il meccanismo rigenerativo non limitatamente ad una parte del nostro organismo ma a tutto l’essere inteso come un’unità indivisibile. Al contrario spesso la Medicina Officiale è andata in direzione opposta correndo il pericolo di arrivare ad una eccessiva frammentazione sulla Patogenesi e sulla Terapeutica delle Malattie che, indubbiamente ha portato dei brillanti risultati al momento, ma l’ha allontanata dal cercare la radice dello squilibrio che porta allo stato patologico. Bisogna altresì riconoscere che oggi assistiamo alla comparsa di metodologie unitarie sia nella presa in esame di certe patologie come il Glaucoma (v. post del 25 Novembre u.s.) sia nell’aspetto terapeutico come dimostrano gli studi sulle Cellule Staminali (v post del 8 Dicembre u.s.) o gli studi sull’NGF. Tutto ciò è molto apprezzabile e importante anche se appaiono ancora elementi episodici di sintonia con la Visione Hermetica che da sempre ha considerato gli aspetti patologici essere un riflesso di uno squilibrio nel “centro di comando e controllo”.
    Infine una piccola considerazione frutto della mia esperienza personale.
    Trovare una spiegazione valida a quanto afferma il Maestro Kremmerz riguardo la saliva dei serpenti non è stato affatto facile anzi mi sembrava una matassa di cui non trovavo il bandolo; per ritornare al discorso precedente, all’inizio cercavo uno specifico principio attivo su questa o quella patologia oculare ed in questo senso commettevo un errore mentre quando ho ipotizzato l’eventuale azione terapeutica sull’occhio nel suo complesso di strutture ho iniziato e, sono stato aiutato, a comprendere cosa ricercare.
    Mi sento di ringraziare con fraterna sincerità le Superiori Gerarchie che, con instancabile generosità, permettono di comprendere meccanismi fisiologici che senza il loro aiuto rimarrebbero dei veri e propri rebus.

    Un Fraterno Abbraccio a tutti

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Ti ringrazio davvero tutto cuore Bell, oltre che per le interessantissime cose che spieghi così bene sulle nuove ( si fa per dire!!!) frontiere della medicina, anche per averci ricordato come l’affidarci alla guida e all’aiuto delle Superiori Gerarchie ci aiuti a districarci nei garbugli in cui spesso ci troviamo. Queste, senza mai offrire soluzioni pronte ma sempre e solo quell’aiuto necessario che ci permette di trovare il bandolo della matassa, ci permettono di ampliare la nostra visuale , sia dentro che fuori di noi, e uscire dalla confusione per approdare a nuova e maggiore consapevolezza. Anche io, come te, ringrazio i nostri Maestri indispensabili guide nel cammino

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Anche a me ha colpito molto che il nuovo collirio non curi solo patologie oculari, ma pare possa riparare i danni dei processi degenerativi cerebrali, attraverso gli occhi intesi quali “porta d’ingresso terapeutico” – come scrive Bell – ed altre patologie visto che le ricerche continuano. Non avevo mai pensato agli occhi come ad un ingresso per agenti terapeutici che mirino al di là del sistema oculare. A questo proposto sul web si trova la notizia che il premio Nobel Rita Levi Montalcini abbia assunto giornalmente una dose di NGF sotto forma di collirio. Dell’interessante post di Bell mi ha parimenti colpito la funzione rigenerativa neuronale della molecola in questione e quindi la sua azione sul sistema nervoso centrale e periferico. Rigenerando i neuroni, mi chiedo, potrebbe avere anche una funzione protettiva per l’organismo intero? Chiederei anche: se la molecola NGF è presente nell’essere umano vi è una azione particolare su di essa da parte del veleno e/o saliva dei serpenti ?

    BELL
    Partecipante
    Post totali: 79

    Cara Tanaquilla a proposito dell’NGF giustamente ti chiedi se “ rigenerando i neuroni potrebbe avere anche una funzione protettiva per l’organismo intero?”.
    L’NGF è il capostipite, in quanto identificato per primo, di una famiglia più ampia di sostanze chiamate neurotrofine che spesso agisce modulando l’azione di un altro gruppo di fattori fondamentali chiamati Citochine che agiscono a livello dei vari tipi cellulari e quindi i suoi effetti si ripercuotono su tutto l’organismo.
    Infatti studi recenti stanno mettendo in luce gli effetti di questa modulazione/interazione sulle cellule del sistema immunitario.
    Inoltre recenti TRIALS testimoniano che l’NGF esercita, nel caso di ischemia del miocardio effetti protettivi sulle cellule cardiache e promuove l`angiogenesi (formazione di nuovi vasi) nel cuore infartuato; quest’ultimo effetto potrebbe essere in parte mediato dalla stimolazione di cellule staminali/progenitrici residenti nel miocardio e/o rilasciate dal midollo osseo.
    Come possiamo osservare in tutti questi mesi in questa discussione sulle Nuove Frontiere della Medicina abbiamo affrontato tanti temi che apparentemente sembravano elementi separati tra loro e ora curiosamente si dispongono con ordine quasi a rappresentare un puzzle.

    Un Fraterno Abbraccio a tutti

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    …per giungere sempre allo stesso punto centrale e cioè la visione unitaria della persona!
    Perciò penso, BELL, che più di tutti noi profani alla medicina bisogna che proprio voi medici tendiate a una visione unitaria e sintetica delle patologie e della salute.
    Una considerazione in merito all’uso della saliva del serpente: forse che nella tradizione richiamata da Kremmerz, egizia, poi greca e quindi romana, ci si riferisca ai serpenti non velenosi e quindi con la sola saliva?
    Nella tradizione italica, restano ancora oggi gli echi di culti agro-pastorali legati ai serpenti, ma non velenosi, come ad esempio nella festa di Cocullo, in Abruzzo nella regione della Marsica antica, dove i primi di maggio i serpari (considerati come sciamani) vanno a prendere serpenti non velenosi, bisce, cervoni, colubri, lattari, ecc., per darli ad ogni abitante, compresi i bambini, per portarli in processione attorcigliati intorno alla statua di San Domenico, con vari scopi terapeutici e di fecondità di persone e luoghi (questa pratica marsicana di trattare i serpenti è riportata anche da Plinio,Storia Naturale VII, 14). Negli stessi luoghi è stata rinvenuta una statuetta ad Angizia, una delle Signore degli Animali italiche che aveva un tempio a Luco dei Marsi, la quale tiene un serpente nella mano sinistra. Anche nella tradizione contadina resta l’idea di un uso pratico benefico dei serpenti non velenosi che spesso sono addomesticati.

    GELSOMINO
    Partecipante
    Post totali: 141

    La riflessione che mi viene da fare leggendo i post di Bell è sul valore oggettivo dell’attivarsi, perché mentre per chi semplicemente legge, questa discussione può essere motivo di spunti di riflessione ,invece per chi si e dato da fare a ricercare , porsi domande , chiedere aiuto per trovare risposte, acquista il valore di un lavorio che porta a sentire carne della propria carne il risultato finale. Se Bell ha trovato il bandolo della matassa modificando l’angolo di approccio al problema , io che lo leggo , posso capirlo razionalmente, ma cosa realmente sia e come questo si faccia , questo lo sa lui, perché lo ha fatto !

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Ciò non toglie, GELSOMINO, che BELL possa condividere con noi in questo idoneo contenitore il metodo della sua ricerca e l’approccio scientifico con cui ha raggiunto dei risultati. Anzi penso che la condivisione sia fondamentale, sia per confermare a noi stessi, come tramiti, il risultato oggettivo di cui parli, sia per far circolare nell’organismo unitario di cui facciamo parte il frutto di una ricerca che non può mai essere solo il risultato di un lavorio individuale.
    All’interno di questo specifico sito contenitore, spazio neutro, trasmettente input evolutivi delle nostre amate Gerarchie che sono semi, cellule intelligenti di luce e salute, non pensi che in questo nostro dialogare, confrontarsi e condividere si possa anche cogliere ciò che viene messo in circolo, prenderne coscienza e crescere? Per quella che è la mia esperienza personale ho visto spesso che lo sforzo di altri per conquistare un risultato evolutivo ha fatto del bene anche a me.
    Un abbraccio

    GELSOMINO
    Partecipante
    Post totali: 141

    Condivido assolutamente quanto dici ,tant’è che è proprio dalla lettura di questi post che mi è venuta l’osservazione sull’importanza dell’essere attivi ( ovviamente in ordine e nell’ambito della finalità della Schola ) in tutti i modi e della differenza del parlare di qualcosa per averla compresa dopo un percorso pratico-sperimentale , piuttosto che attraverso il solo raziocinio.

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Il trovare, da parte di Bell, o di altri medici della Schola, alcune conferme scientifiche a quanto lo stesso Kremmerz invitava a cercare, è uno stimolo per tutti. Dobbiamo essere assolutamente convinti che quanto si fa nel contenitore miriamico o al di fuori di esso, ma da miriamici, è il frutto della strutturazione in cerchi concentrici della Schola e della Sua impostazione iniziatica e gerarchica. Di tanto abbiamo continue prove. La Ns. Catena consente a tutti di crescere; quindi se l’Hermes tocca uno di noi anche gli altri ne beneficeranno; se uno si attiva si avranno effetti positivi sull’altro. Ed è una cosa mirabile e giusta che forse nessun altra scuola possiede. Porsi razionalmente di fronte ad un quesito è un primo, ma indispensabile passo: come sappiamo dal metodo ermetico ogni aspetto va sempre inquadrato nel suo contesto storico, scientifico, ecc. Poi si va avanti e si cerca conferma nella propria esperienza e sperimentazione, sempre come numeri attivi della Catena miriamica. E così avanti…
    Il discorso sull’occhio, porta d’ingresso di virtù terapeutiche, è molto intrigante. Mi ha ricordato un brano in “Un secolo di Missione”, del M. Kremmerz (pag. 297 e seguenti) in cui parlando di cabala, scrive: “L’occhio dell’uomo, come dagli antichi pei volgari fu detto, è la finestra dello spirito umano. Nell’occhio v’è un occhio e nel fondo di questo tu, ben mirando, troverai un punto luminoso che è il terzo foro del maggior occhio del corpo bestiale… se Jehova non ti aprì il foro ultimo dei cerchi concentrici degli occhi nell’occhio, tua scienza e tua filosofia non arriverà giammai a mutar un fil di paglia in ferro e il ferro in pagliuca di oro”.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Dopo avere letto il post di Tanaquilla e quello di Bell, ho cercato e ho trovato due asserzioni su cui ho ragionato.
    La prima viene da un oculista di Humanitas Gradenigo, tal dottor Carlo Aleci, che sostiene come “Al contrario di quanto si creda, non è l’occhio a vedere bensì il cervello: l’occhio si occupa semplicemente di rendere ‘commestibile’ l’informazione visiva al cervello, organo che funziona attraverso la codifica di impulsi puramente elettrici. Affinché si veda bene è perciò necessario che il nervo ottico funzioni bene, a prescindere dall’integrità dell’occhio».
    La seconda è del Maestro Kremmerz, tratta dal medesimo Volume I de IL MONDO SECRETO cui già si riferiva Tanaquilla, e recita così: “Dovunque voi vedete nel simbolismo religioso dai persiani agli egiziani e dai pagani ai cattolici, cerchi, ruote e dischi, dite che è la personificazione del moto centrale o vita dell’universo”.
    Ho quindi pensato che il nostro cervello, capace di codificare gli impulsi elettrici provenienti dai sensi per formulare un significato, possa essere assimilato a un ripetitore di quel moto centrale o vita dell’universo che ne tra-duce rettamente l’impulso solo quando funziona bene. E in quanto al funzionare bene, forse il parametro comune non è giusto se anni di istruzione e cultura comunque lasciano intatto l’animale uomo: la mente si sviluppa, l’animale non cambia più di tanto. Invece, nella Schola (e per estensione immagino sia sempre stato così nelle Scuole realmente iniziatiche) lo sviluppo non è mentale ma sostanziale: i componenti (numeri) che hanno compiuto un pezzo piccolo o grande di cammino si manifestano diversamente non per maggior cultura ma per diversa sostanza: quella che trapela dalle piccole cose, anche e soprattutto dalle non dette ma fatte (o non più fatte).
    C’è quindi Qualcosa nella tradizione autenticamente iniziatica che non agisce per compensare una funzione difettosa (es. un occhiale, una lente, una cornea limata e adattata nella sua curvatura) ma per risanare la materia vivente là dove questa non è strutturata adeguatamente al compito assegnatole dall’organismo. Da cui la Terapeutica come sinonimo di Evoluzione e viceversa.

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