Nato il primo germoglio sulla Luna

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  • m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    La tua domanda, caro amico, sembra il giusto corollario agli ultimi due post. Si potrebbe dire che il fiore è il recipiedario perché accoglie l’azione delle api, però il post di seppiolina dimostra come non si tratta di uno stato d’attesa passivo ma, in qualche modo, il fiore si attiva perché le cose possano accadere. E così l’ape, nel suo attivo agire, si lascia, in qualche modo, guidare dal fiore…l’esperienza insegna Buona domenica

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Proprio vero Seppiolina, lo sforzo dei fiori per creare letteralmente attrazione per le api che poi diventano veicolo di riproduzione del proprio patrimonio genetico, conferma la risposta anche nel Regno Vegetale alla massima del Maestro Kremmerz secondo cui, “la Vita comanda alla Vita”, in tutti i Regni della Natura e con modalità di espressione raffinatissime, come nell’esempio dell’innesco dell’impollinazione che hai fatto, quindi perfettamente presente a tutti i livelli della scala evolutiva.
    Un caro saluto.

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Ma lo sapete che sono belle queste riflessioni sulla Natura che circolano da un thread all’altro!

    Kohan Peter
    Partecipante
    Post totali: 21

    Trovo singolare il fatto che il polline sia generato o prodotto per effettuare l’inseminazione durante il passaggio dallo stame (maschile o attivo) al pistillo (femminile o passivo). Dal secondo abbiamo infine il frutto e i semi che saranno generati al suo interno.

    Credo, in rapporto a tal processo, che il “contenitore” o “recipiendario” – degli iniziati, purificati e portati a dovuta maturazione, in modo da poter accogliere in sé l’essenza del seme che sarà generato al suo interno – sia dato dal pistillo, mentre gli operai trasportatori (api, volatili, vento, pioggia) siano dati dai messaggeri, agenti correttori e strumenti messi a nostra disposizione, per portare l’essenza vitale dal Centro simbolico (più che apparente, come è mostrato nel fiore) agli Ovuli periferici opportunamente collocati, fecondati e sviluppati (frutto – portatori ho seme che produrrà le nuove piante e fiori).

    Kohan Peter
    Partecipante
    Post totali: 21

    In tal senso appare come maschio (attivo) e femmina (passiva), uniti, formino un tutt’uno – da ottenere – completo in sé (e non l’uno che si ponga “contro” – in modo non evolutivo – l’altro, ma piuttosto “per” l’altro; come la natura stessa di cui facciamo e siamo parte integrante in-segna).

    Lo scopo sembra allora sia produrre il Seme, attraverso l’evoluzione da un punto originale, che arricchisce e popola la vegetazione naturale esterna di piante, fiori e frutti nuovi; un processo che si espande orizzontalmente in modo costante, oltre che ciclico e analogicamente – home se Tutto volesse parlarci – volto ad un probabile fine ultimo (in sé come fuori di sé)…

    Se poi la Fine dovrebbe essere fatta coincidere con il Principio, da esso scaturita, sarei portato a pensare che probabilmente andrebbe anche ricercato quest’ultimo.

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Dedicato a tutti gli utenti e in particolare a Kohan Peter il video intitolato “L’inedita bellezza dell’impollinazione” da visionare al seguente link:

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    che meraviglia questo video!e che meraviglia queste piccole creature al servizio della Vita.

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 2 mesi fa da tanaquilla9.
    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    A proposito di Centro, citato prima da Kohan Peter, una ulteriore riflessione. E’ bene sempre ricordare che la società delle api a cui si è fatto riferimento, ha al Centro una Regina, il cui compito principale è far crescere la famiglia e garantirne la coesione.
    Una buona serata a tutti i naviganti.

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Ammutolisce tanta bellezza …
    Un’eco dolcissima nelle farfalline … di Montagna…
    Grazie Admin!

    holvi49
    Partecipante
    Post totali: 112

    E’ sempre lo stesso discorso. Così come gli esseri umani, facendo riferimento alla loro “individualità”, impongono alla Natura i loro atti volitivi facendone l’unico scopo per cui si è al mondo, allo stesso modo vedono nel comportamento animale una similitudine, quando non proprio una identità, nell’agire di questo mondo che tutto ha da insegnare se solo si cambia lente di osservazione. Alle fiere viene attribuito un istinto omicida, un vero e proprio atto di volontà teso a soddisfare bisogni del tutto naturali, ma conditi con una caratteristica “progettuale”. Gli insetti VOGLIONO sopravvivere; VOGLIONO riprodursi: è attribuita una sorta di volontà che è propria dell’uomo che tutto vede in funzione della sua smania di dominio. Gli insetti possono insegnare di essere tramiti della propagazione della vita che nel loro caso ha scelto l’evidenza dell’amore. Gli uomini sono ancora convinti di essere gli artefici della vita discostandosi dall’onda infinita che si propaga nostro malgrado e ci mette in condizioni di potersi riallineare. La prossima volta nasco ape( ma non a tre ruote)

    Kohan Peter
    Partecipante
    Post totali: 21

    Veramente bello il video… Grazie.

    Uno spettacolo sempre presente in verità, così semplice e che troppo spesso passa inosservato o viene regolarmente sottovalutato…

    Quello che vediamo nel video non è di certo uno spettacolo puramente esteriore o semplicemente da ammirare, ma richiama, oserei dire, l’attenzione all’interno di sé… L’esterno, se ci pensiamo, è solo l’espressione materializzata di ciò che esiste dentro di noi, o non avrebbe senso rimanerne colpiti, mentre il problema sta nell’aver perso, come primo passo verso la consapevolezza di sé, la percezione viva di quanto appare all’esterno, isolandolo e relegandolo puntualmente al di fuori di noi.

    Non dovrebbe in effetti essere così, perché tutto vive in realtà dentro di noi, ognuno può ricercare e trovare questo contatto internamente a sé, scoprendo che tutto costituisce una sostanza unica ed ogni cosa è strettamente interconnessa reciprocamente.

    Credo che l’essenza della Vita non possa fluire liberamente e reintegrarsi allo stato originale nello stato di separazione in cui viviamo. Non posso sentirmi integralmente vivo se non sento e percepisco pienamente la vita esterna dentro di me: non vedo realmente, non sento interamente, non ho un contatto effettivo o integrale con niente, come vivessi incapsulato nella mia realtà soggettiva e particolare, egoistica – o apparente – e chiusa in sé.

    Macrobio
    Ospite
    Post totali: 112

    E dalle sideree regioni lunari di inizio thread siamo tornati alla nostra Terra in un meccanismo di sotto/sopra e viceversa che non fa che confermare “l’Uno che tutto in sé contiene: Moto, Forma, Forza, Intelligenza, Bene, Amore e Morte“.
    Questo Forum non fa che arricchirsi di spunti e di Bellezza!
    Un caro saluto.

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Oggi mentre spiegavo la differenza tra emozioni e sentimenti mi sono ritrovata a pensare che, per quanto mi riguarda, ma penso di poter dire “ci riguarda”, non tutte le emozioni seguono lo stesso iter. O meglio, per la sfera miriamica, e non solo per quella, le cose sono differenti. In genere l’emozione è qualcosa di transitorio che nasce, si sviluppa e si consuma in tempi circoscritti e abbastanza brevi. L’emozione che provoca la Miriam, invece, contraddice questo iter, continua a farci palpitare il cuore anche dopo anni e anni.
    Come nel video proposto da admir. E allora ho pensato che è la Vita che ci emoziona, è l’Amore che palpita in essa che fa “muovere” (emozione da ex motus ) qualcosa dentro di noi (il cuore batte un po’ più forte, il sangue circola più velocemente, un po’ di adrenalina in più…) e che ci rende più idonei e pronti a com-prendere, a com-penetrarci, in una parola ad Amare la Vita della quale facciamo parte.

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 366

    Davvero emozionante il video offerto dalla Direzione, suggerendo sicuramente che la Vita è collaborazione costante tra tutti gli elementi che la costituiscono, andando oltre l egoicitá ,rappresentando ,invece, un organismo unico per la cui garanzia e riuscita, ognuno si deve muovere in armonia ed equilibrio, come strumento e tramite, privilegiando il concetto di funzione più che di personalità. È buffo ma proprio in questi giorni mi domandavo quale differenza intercorra tra il concetto di spersonalizzazione/destrutturazionedell’essere e ,di contro,in cosa consiste la valorizzazione del Sé, nel rispetto della libertà dell’individuo in evoluzione, laddove nella profanitá, corrisponde all affermazione di sé e del proprio ruolo sociale. Spesso ho immaginato di mettermi al servizio di una Causa, di un’Idea, che nel caso della Terapeutica Ermetica si traduce,in primis, semplicemente, nel Progetto di
    Pro Salute Populi ….ma,noi che la volitivitá e intenzionalità l abbiamo, sappiamo davvero cosa vuol dire diventare ape o colibrì o farfalla per un Bene più grande al servizio della Vita? Un caro saluto a tutti

    Kohan Peter
    Partecipante
    Post totali: 21

    [Q] “in questi giorni mi domandavo quale differenza intercorra tra il concetto di spersonalizzazione/destrutturazionedell’essere e ,di contro,in cosa consiste la valorizzazione del Sé, nel rispetto della libertà dell’individuo in evoluzione, laddove nella profanitá, corrisponde all affermazione di sé e del proprio ruolo sociale.”

    [R] Interessante… Mah, secondo me si può considerare come “individuale” – per intenderci – un seme racchiuso in sé, non aperto al tutto.
    Un seme che apre l’involucro in cui è racchiuso per uscire fuori e produrre la pianta che attecchirà sul terreno fertile e accogliente in cui è situato, entra conseguentemente in relazione sinergica e armoniosa con l’ecosistema esterno/interno a sé come a formare un tutt’uno.

    Una persona che resta chiusa in sé o in stato egoistico può divenire non solo improduttiva, ma anche distruttiva. Il problema è dato inoltre dall’ambiente esterno, qualora sia caotico e sfavorevole allo sviluppo evolutivo della vita.

    [Q] “noi che la volitivitá e intenzionalità l abbiamo, sappiamo davvero cosa vuol dire diventare ape o colibrì o farfalla per un Bene più grande al servizio della Vita?”

    [R] Personalmente credo che occorrerebbe prima di questo sentirsi parte della Vita (intenzionalmente scritta con la maiuscola), come formando un tutt’uno. Non teoricamente, ma esistenzialmente.

    L’Io chiuso in sé non è evoluto, per questo deve prima morire… L’Io evoluto non è separato da tutto il resto: vede (occhi evoluti), sente (orecchie e cuore evoluti), comunica (tatto/contatto evoluti), conosce (gusto/sapore evoluti) e purifica (olfatto evoluto).

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