CALENDARIO LUNI-SOLARE (annuale)

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  • seppiolina74
    Partecipante
    Post totali: 271

    Hai ragione MROSA, la tentazione di perdersi in flussi di pensiero troppo ampi è forte, alle volte ne abbiamo anche bisogno perché ci dà sollievo rispetto ad una quotidianità. Però, giustamente dicevi, è dal piccolo di ogni giorno che dobbiamo partire. È un lavoro più capillare e meno dispersivo. Grazie per il tuo intervento!

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Può essere utile rileggere qui:

    “…Equiparare la donna all’uomo nella vita sociale, far credere che l’uno equivalga l’altra è una illusione di conquista per la donna. Tutto ciò che è gentile, buono, bello, pieno di grazie e che si completa nel vocabolo amore appartiene alla femmina che, sotto apparenza della schiava, ha in ogni epoca dominato il mondo…Quando saremo più progrediti e la società umana sarà liberata dai vincoli delle idee ereditate dalle ore selvagge, l’uomo e la donna non si calunnieranno più a vicenda, non si tormenteranno come nemici, non avveleneranno il loro cuore per il possesso e la gioia di vivere con la ignoranza dei valori liberi della loro coscienza. …”

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    a parlare di regali e di doni ho visto che il termine latino munus-muneris (dono) proverrebbe dal protoitalico moini=dare. Sinteticamente dono ha relazione con la vita comunitaria. Communitas (comunità)= con munus, cioè dono reciproco, reciprocità.
    Altri significati sono offerta, sacrificio, regalo, oblazione, tributo.
    Il diritto romano prevedeva con munus, quale sinonimo di officium, il servizio obbligatorio e con immunis intendeva colui che non è tenuto ad alcun dovere, esentato dall’obbligo. Dono è così interscambio di reciprocità fra donatore e donatario.
    A me ha fatto venire in mente il do ut des.

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    ” Dono è così interscambio di reciprocità fra donatore e donatario.” Certo gli atti di liberalità sono senz’altro un segno di civiltà ma prediligono il terreno materiale in cui vegetare. E nella società latina la prestazione offerta (do) implicava o prefigurava ab origine una qualche restituzione (des), sempre in ambito materiale.
    Nella Schola il “do ut des” vincola il patto tra un Nume e un Numero della Catena Terapeutica Orante e agisce su di un piano totalmente immateriale.
    E per ricordarlo ancora una volta come già avete fatto nella scorsa primavera (sia Tanaquilla che maria-rosa) riporto anche qui le parole del
    Maestro M. A Iah Hel: … non bisogna dimenticare che le realizzazioni promesse dal Maestro Kremmerz, attraverso gli strumenti rituali e magici concessi ai praticanti di ogni grado, sono sottomesse alla legge suprema del do ut des, per cui diventano possibili solo se ricondotte alla finalità di bene pro salute populi da Lui voluta e prestabilita”.
    Finalità a cui tutti noi, e con tutti i nostri limiti, facciamo umilmente riferimento.

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Caro diogenonn in che senso “totalmente immateriale”? Trovo che tutto si rifletta sempre su un piano concreto, ciò che riceviamo dai Numi si traduce in fatti concreti nella nostra vita che ci conducono, o dovrebbero condurci, a trasferire, sempre con atti e fatti, il Bene che riceviamo alla nostra sfera di esistenza, e in particolare a tutti coloro che a noi si rivolgono per un aiuto

    guglielmo tell
    Partecipante
    Post totali: 214

    Il discorso delle denuncie islandesi mi fa pensare al M Kremmerz quando parla del campione di lotta greco romana che riceve un calcio su uno stinco da un mingherlino e la prende per una carezza, e mi vengono un po’ di domande:
    Ma siamo sicuri che in islanda ci sono più violenze sulle donne oppure magari ci sono più denuncie perché li’ le donne tollerano meno e denunciano di più (o anche perché magari la legge poi interviene di più?) Siamo sicuri che il nostro concetto di violenza è uguale dapertutto? Ricordo il caso di julian Assange.. denunciato per violenza per avere rifiutato l’uso del preservativo (in realtà la donna ha detto che voleva solo che fosse obbligato a fare un test HIV, ma in Svezia il semplice rifiuto all’uso del preservativo è già violenza sessuale a norma di legge). Ricordo poi tutte le polemiche sui bambini sottratti alle famiglie dai servizi sociali norvegesi per motivi considerati da noi risibili, come il papà che si beve una birra a casa la domenica mattina. Tutto è relativo, insomma ma il fatto che nei miti islandesi ci fossero tante eroine dovrebbe essere un altro elemento che suggerisce che almeno nel passato le donne islandesi non erano così sottomesse. A proposito di violenza sulle donne e luoghi comuni, proprio oggi ho preso coscienza che nel tanto vituperato medioevo la caccia alle streghe è stata praticamente assente essendo iniziata a fine ‘400 ed i casi più numerosi si sono registrati nei paesi che oggi consideriamo più civili, cioè il nord Europa. Nella stessa Italia ci sono stati roghi in Toscana e Nord Italia ma nessuno in stato pontificio ed un solo nella Benevento del famoso noce (fonte wikipedia). Interessante poi l’etimologia di immune dal punto di vista degli obblighi civili, mi chiedo se chi è immune da una malattia non debba quindi fare sacrifici… Agli dèi? Saluti a tutti

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Sì, osservazioni le tue da tenere in considerazione, caro guglielmo tell. Tuttavia, proprio perchè, come dici, tutto è relativo e le notizie/statistiche/news di oggi e di ieri sono sempre discutibili o parziali in quanto (aggiungo io) pilotate da interessi vari, allora qual è la chiave di lettura per tastare il polso a una società/civiltà e capire se c’è davvero rispetto per i valori basilari x come li intendiamo noi, ermetisti sperimentatori nella Matriarchia di Miriam? Come si fa a trasformare il “tutto relativo” nel “certo e verissimo” che dice Ermete?
    Perchè poi stando nel concreto, si fa presto tutti noi a citare i nostri Maestri (pensando di interpretarli), ma riconoscere i Loro input nel nostro quotidiano e applicarli secondo Etica ed Estetica consone, non penso sia così semplice, anzi, e lo dico innanzitutto x me.

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    e aggiungo che ad esempio nella società dei Mosuo o Moso riportata da Diogenonn elementi che ci risuonano familiari per tastare il polso ce ne sono, ad esempio il fatto che sia matrilineare, dove la donna, non equiparata o contrapposta all’uomo, svolge la sua funzione di portatrice di conoscenza e di salute, effettivamente come quella della civiltà Sibillina, conosciuta grazie al nostro +++++ Maestro.

    P.s. sono andata a vedere sulle società matrilineari: attualmente nel mondo ce ne sono una trentina , fra le quali anche matrilocali, ovvero dove lo sposo deve vivere nella terra della sposa.

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Carissima m-rosa certo che gli strumenti tradizionali volti a farci divenire sempre più tramiti di una corrente di bene pro salute populi si traducono in atti e fatti su piano sensibile.. Ma il patto tra il Nume e ognuno di noi non è certo cosa di cui possiamo avere contezza. Sarebbe come se avessimo, solo perchè mettiamo mano agli strumenti e notiamo con tutti i nostri limiti dei risultati, chiara percezione della sacralità della Materia e dei suoi meccanismi evolutivi in atto; come se dagli effetti ( e ben vengano quegli effetti!!!) di cui parli riuscissimo consapevolmente a risalire alle Cause che li hanno generati. Ecco il piano immateriale a cui accennavo rispetto al do ut des latino. E mettiamoci al servizio conquistando giorno dopo giorno un pizzico di neutralità, sempre più scevri da qualsiasi personale aspettativa. Non è semplice ma ci proviamo… Intanto il miracolo della Cosa Unica lo compie, seguendo il tuo pensiero m-rosa, anche il novizio sin dal momento della sua entrata in Catena grazie a quel PATTO e al Rito Lunare.
    Un saluto fraterno ai naviganti.

    guglielmo tell
    Partecipante
    Post totali: 214

    rimanendo in tema di citazioni, l’unico
    modo per conoscere una cosa e’ diventare la
    cosa stessa.
    un bel viaggio in islanda, possibilmente nel periodo dei regali.
    saluti a tutti

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Il fatto, caro diogenonn che non possiamo avere contezza di una cosa non è detto che dipenda necessariamente dal fatto che la cosa sia immateriale, ti pare? Inoltre non ho parlato del miracolo della Cosa Unica, che è ben lungi dal verificarsi, mi riferivo, alla Legge del Do tu Des, che è certamente l’espressione del sacro Patto che ogni iscritto in ogni ordine e grado, e quindi fin dal noviziato, sperimenta, o dovrebbe iniziare a sperimentare

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Cara m-rosa x nn rischiare di alimentare disquisizioni che vanno ben oltre il nostro ambito sperimentale, vuoi sostenere che tutto è materia? Perfettamente d’accordo. Ma di che materia parli? I beni immateriali come da vocabolario, sono anche quelli afferenti all’ingegno e alla genialità. Materia rara nn trovi? Ma concordo con te che comunque anche queste siano manifestazioni di uno stato della materia di cui conosciamo ben poco. Era x nn prestare il fianco ad un materialismo tout court che tra un do ut des che ci viene direttamente dal Mondo delle Cause e quello che può rivestirsi di una qualche reciprocità (seppur animata da spirito dì liberalità) sul piano profanamente materiale ho preferito umilmente di nn definirla restituendola ad una, consentitemi, specialissima immaterialità…

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    x me, Diogenonn, specificando che “…nella società latina la prestazione offerta (do) implicava o prefigurava ab origine una qualche restituzione (des), sempre in ambito materiale [mentre] nella Schola il “do ut des” vincola il patto tra un Nume e un Numero della Catena Terapeutica Orante e agisce su di un piano totalmente immateriale.”, mi sembrava volesse sottolineare come nella Schola non ci venga richiesto nulla di “materiale” in cambio – offerta, sacrificio, regalo, oblazione, tributo – come invece sovente si faceva nei patti latini che riportava Tanaquilla. In effetti ciò che colpisce e caratterizza la Fr+Tm+ di Miriam è l’assoluta gratuità.
    Gratis X Grazia Divina

    Angelo
    Partecipante
    Post totali: 178

    Il non aspettarsi nulla in cambio dell’Opera di Bene e Amore che possiamo fornire a chi chiede aiuto alla Catena e/o ad ognuno di noi, caratterizza la completa “gratuità” dell’Opera, il non aspettarsi mai un ritorno di nessun tipo da coloro che ci chiedono aiuto, nemmeno per alimentare il nostro senso di “orgoglio” per l’Opera prestata (come è facile “pensare” che grazie a me è avvenuto un fatto positivo, grazie al mio intervento: ma così non è). Noi non siamo che semplici tramiti, semplici numeri che lavorano per un bene tanto grande che non conosce limiti, e dove il risultato ottenuto si è avverato solo grazie alla Catena ed al Centro Operante. Credo che il fondamento ultimo del nostro “do ut des” sia riferito al costante apporto che ognuno di noi porta alla catena Terapeutica, e come dalla Catena Terapeutica, tutto ritorni a noi, in un moto costante e continuo. Se è vero che tutto è materia, dobbiamo ben intendere a quale tipo di materia ci riferiamo. Non penso che ne esista una sola. Ma questo è un discorso che come ben ha sottolineato Diogennon- riveste un ambito molto particolare e personale.
    Vi abbraccio.

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