Le Dee Regali

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  • guglielmo tell
    Ospite
    Post totali: 112

    Dalla cosmesi penso che analogamente si possa passare alla gioielleria: vi sono ornamenti quali collane o anelli che per il materiale o la pietra e la posizione del corpo stimolano determinati organi, e possiamo dire che portano salute e bellezza; ma c’e’ una tendenza alla decorazione che invece nel privilegiare la ‘bellezza’ a tutti I costi, puo’ danneggiare il corpo: penso a certi orecchini o anche tatuaggi un po’ troppo esagerati, per non parlare del piercing. Abbracci

    mercuriale2011
    Partecipante
    Post totali: 164

    Molto interessante questo nuova angolatura sulla cosmesi, leggendo le ultime osservazioni fatte da Guglielmo Tell mi viene da riflettere che ciò che conta è la sostanza delle cose e la finalità con cui si fanno. Nell’antica civiltà egizia la cura del corpo era un aspetto fondamentale e implicava il rispetto per l’essere. Oggi molte cose hanno perso il loro significato e valore originale, l’aspetto formale, prevale su quello sostanziale, riducendolo nel caso del trucco a un gesto di esclusiva vanità, e nel caso dei gioielli ad oggetti meramente decorativi. In merito ai piercing e tatuaggi esagerati penso che siano una vera e propria mortificazione del corpo, come in quelle culture tribali in cui si allungano il collo con degli anelli o si deformano i lobi delle orecchie…. che impressione!!
    Buonanotte a tutti

    holvi49
    Partecipante
    Post totali: 112

    Fra le tante deformazioni indotte al corpo mi viene anche in mente quella delle labbra inferiori, e anche superiori, deformate mediante un disco, fino al raggiungimento della forma di un enorme cucchiaio piatto. La pratica, in uso presso il popolo dei Marsi, in Africa, ha un valore decorativo, così come altre pratiche ancora più cruenti agli occhi della nostra civiltà. Allora, il valore decorativo, può essere funzione della cultura di un popolo, del suo grado evolutivo? O va invece cercato in tradizioni di cui non ci è concesso conoscere il significato? Perché martoriare il corpo senza uno scopo preciso, ammesso che possa esistere uno scopo che ne sostenga l’atto. Da qualche parte mi pare di aver letto che man mano che ci si evolve cambia la “percezione della divinità”, con tutto quel che ne consegue, compreso, credo, la decorazione del proprio corpo che sia più rispondente a funzioni rituali. Un abbraccio a tutti.

    guglielmo tell
    Ospite
    Post totali: 112

    I Marsi, come Marsia scuoiato vivo per aver sfidato Apollo.. chissa’ che etimologia c’e’.. marsina, marsupio? boh.. comunque questa associazione tra bellezza e terapeutica mi ispira e mi fa prendere il volo…
    Le Arti, possono avere un valore terapeutico? gli spazi architettonici progettati secondo il numero aureo fanno bene alla salute? e le vele di secondigliano invece? e camminare sul ponte Carlo a Praga, che oltre ad essere bellissimo e’ stato costruito in un momento astrologico particolare, con le varie leggende sui materiali usati?
    Pitagora dava delle musiche ad hoc per curare i suoi discepoli, chissa’ se ci son musiche oggi che fanno bene o male alla salute, e chissa’ se e’ possibile anche fare un opera pittorica ad hoc per aiutare la guarigione di uno specifico malato che ne sarebbe influenzato guardandola con attenzione..
    E la letteratura? i brani dei tarocchi di Kremmerz, sono solo filosofici o innestano dei processi terapeutici? Buon weekend e buona luna piena a tutti.

    kridom
    Partecipante
    Post totali: 177

    Per continuare nel solco di quanto scritto da holvi49, ho fatto qualche piccola ricerca sui tatuaggi in alcuni popoli. I tatuaggi sono presenti in varie culture, ad esempio tra i Maori, gli Inuit, i Polinesiani, gli Indiani d’America, ecc. Si tratta sempre di tatuaggi con un significato spirituale. Gli uomini e le donne Inuit (Eschimesi) si tatuavano forme ovali, linee parallele, forme a V sul volto per rappresentare il legame con gli antenati. I tatuaggi degli Indiani Nomlaki (sia donne sia uomini) avevano forme tipo chevron o linee radiali ed avevano un valore terapeutico o di status all’interno della tribù.
    Caro guglielmo tell, citerei anche le opere architettoniche di Antoni Gaudì a Barcellona che vogliono richiamare le forme della natura nel rispetto della proporzione aurea e le tecniche del Feng Shui, pratica che non consiste solamente nel cambiare il colore ad una parete o aggiungere una pianta di fiori in casa ma riguarda lo studio di come posizionare correttamente un edificio rispetto ai punti cardinali tenendo conto dell’ambiente circostante per individuare le linee di forza e le energie oltre agli influssi astronomici.

    guglielmo tell
    Ospite
    Post totali: 112
    BELL
    Partecipante
    Post totali: 79

    Carissimo Guglielmo Tell penso possa essere utile, per cogliere il legame terapeutico tra la fruizione dell’arte e la salute, cercare di comprendere dal punto di vista scientifico i meccanismi fisiologici che si innescano nel nostro organismo davanti ad un’immagine. A tal proposito consiglierei di rileggere il post del 12-01-2018 in cui, alla luce di recenti ricerche italiane, si sta cercando di analizzare il meccanismo fisiologico per cui davanti a un’opera d’arte di qualsiasi genere proviamo una sensazione di trasporto, un’emozione profonda.
    Un fraterno Abbraccio

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Per favore Bell segnala anche il titolo del Thread oltre la data…meglio ancora se riporti il link alla pagina.

    Angelo
    Partecipante
    Post totali: 178

    E’ stato scritto che il legame tra le arti e i nostri sensi sono correlati in maniera quasi diretta. Basta pensare anche alla sensazione che si prova entrando in certe cattedrali o in certi edifici storici, dove il nostro corpo sembra assaporare una sensazione di pace e intimità.
    Nella pietra di molti edifici sono scritte tantissime storie ed istruzioni per molteplici passaggi alchemici (“Il mistero delle cattedrali” di Fulcanelli, testo bellissimo ma non di facile comprensione), oppure come ha scritto il De Lubicz nel “Tempio dell’uomo”, rapportando un tempio egizo alle esatte proporzioni del corpo umano).
    Un abbraccio a tutti Voi.

    BELL
    Partecipante
    Post totali: 79

    Eccolo: La Scienza Ermetica nelle Arti pag.2

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Mi sono riguardato il post a cui fa rimando BELL del gennaio 2018, a proposito delle funzioni dei neuroni a specchio. Proprio oggi questo bellissimo post mi fa porre una domanda: tale funzione a specchio, facente capo ad una determinata area cerebrale cd. Insula, è una prerogativa dei soli esseri umani oppure parte da un certo punto in poi della scala zoografica? Proprio in questi giorni sto rivivendo un’esperienza bellissima. Una quindicina di anni fa, una coppia di colombacci nidificò sulla magnolia lato ovest della casa, ero molto attento a non disturbarli non potando assolutamente la folta pianta, la nidiata andò a buon fine e allevarono un solo piccolo ma bellissimo, paffuto e “selvaggio” ovviamente. Negli anni a seguire, più coppie hanno solamente girato intorno alla casa ed alle piante, ma assolutamente non più nidificato. Dalla settimana scorsa ho notato una coppia costantemente presente in giardino, sulla recinzione o su piante basse di rosmarino e lavanda che hanno molti rami secchi, poi ho compreso: raccoglievano freneticamente ramoscelli per costruire casa su di un leccio bello folto lato ovest dell’abitazione. Ma quello che mi fa mettere in relazione quanto detto, a quanto scritto da BELL, sta nel fatto che, quando utilizzo l’ingresso da quel lato cortile per entrare o uscire di casa, mi avvicino parecchio al leccio, ed ho notato che entrambi gli sposi, mentre magari sono a terra in cerca di materiale per il nido, appena sentono rumori in vicinanza volano sulla recinzione guardando nella direzione opposta al leccio, ma, se a mia volta procedo piano e senza guardarli, anche a pochissima distanza per un selvatico d’eccezione come il colombaccio, non volano via e pian piano si rigirano sulle zampe, volano a terra dalla recinzione e riprendono il da farsi appena io sono rientrato in casa. Se invece gli incrocio lo sguardo, via come le lepri (anzi, come i colombacci). Quindi, come precisa BELL, questa capacità di comprendere il comportamento di altri esseri con cui entriamo in contatto, in maniera spontanea e non attraverso un ragionamento, determina modalità e qualità di ogni interazione, e, a quanto mi pare di comprendere, è anche alla base dell’espressione di una qualche forma di empatia. Sul piano soggettivo, nutro questa emozione senza mezzi termini verso i colombacci, mi viene sinceramente da dire verso cotanta bellezza, e mi domando se possa, con modalità diverse ma sempre con la stessa impronta, primo attrarli in qualche modo, e poi anche essere in qualche forma “reciproca”, fisiologia dell’animale permettendo.
    Ancora una buona domenica a tutti.

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 366

    https://www.pfizerpro.it/news/analizzare-larte-chiarire-i-misteri-della-medicina
    Ricollegandomi a Guglielmo Tell, ho trovato un articolo su come l arte sia stata messa al servizio della terapeutica e abbia aiutato la medicina attraverso lo studio delle opere di grandi artisti, utilizzate nella formazione dei futuri medici ,per la diagnosi precoce delle malattie attraverso le immagini

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Articolo davvero interessante, wiwa70. Qui l’arte è servita per fare la diagnosi. Mi hai ricordato di Otzi, la Mummia del Similaun, vissuto 5300 anni fa sulle Alpi, che si è curato con i disegni che si era fatto sulla pelle,come tatuaggi (sui tatuaggi Kridom più sopra), secondo una forma di medicina sciamanica.
    https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1879981718300883?via%3Dihub#!

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 366

    A proposito di Dee regali, ho trovato interessante questo articolo sul ritrovamento in Spagna della Reina mora (IV sec.a.C.). Dea, sacerdotessa o aristocratica? S ipotizza persino un collegamento col mito di Atlantide…in ogni caso il suo aspetto dall’iconografia davvero particolare (adornata da collana portamuleti e con le due ruote ai lati del volto)hanno ispirato artisti come Picasso e Dalì un caro saluto a tutti

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Interessante un contributo su Angitia, Feronia, Marica, Mefite divinità e culti italici nell’Eneide. Ci si sofferma sulla cultura religiosa e sulle tradizioni locali di alcuni gruppi italici prima della religiosità portata nel Lazio da Enea che darà una collettiva identità. Tra questi: Marsi, Volsci, Sabini, Aurunci. Un’aderenza al sacro più vicina alla Natura, ai boschi sacri e ai santuari all’aperto, forse – secondo me – una sorta di sciamanesimo italico con figure come Fauno, Pilumno, Picumno, le Ninfe, Sabino, Italo. Ma anche vicina a una dimensione più magica ove si trova conoscenza delle erbe, incantazione dei serpenti, camminare sui carboni ardenti degli Hirpi, famiglie con tradizioni particolari. Certamente le dee/ninfe su citate furono importantissime nel mondo italico originario, prima di essere declassate nel mondo romano.
    Se si è interessati all’argomento, che è ovviamente molto più vasto, questo è uno dei link:

    https://www.academia.edu/34776316/Angizia_Feronia_Marica_Divinit%C3%A0_e_culti_italici_nellEneide

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