LA PANDEMIA DA CORONAVIRUS TRA DATI OGGETTIVI E OPINIONI SOGGETTIVE

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  • seppiolina74
    Partecipante
    Post totali: 270

    Concordo con Tanaquilla e M Rosa sul fatto, innegabile, che si ricade spesso negli stessi errori, che si “vestono” sempre con abiti nuovi. È come se qualcuno o qualcosa volesse dirci:” Non hai capito. Non vedi?”. Il fatto è che siamo capaci, comunque e sempre, di imparare solo dall’esperienza,vivendo cioè nella carne e metabolizzando ciò che la vita ci sottopone. Se ripenso al mio passato, ad esempio, ci sono state anche scelte che mi hanno liberata dalle catene che io stessa mi ero messa intorno al collo…Ma il punto è sempre lo stesso: per maturare una conquista, bisogna imbattersi in una infinità di tentativi. È proprio vero quello che tante volte ho sentito dire al Maestro: è semplice, non facile!!
    Un forte abbraccio a tutti

    mercuriale2011
    Partecipante
    Post totali: 164

    Semplice non facile, proprio vero!
    L’attitudine umana e il suo gran limite è il voler dimenticare l’esperienza che ci ha provocato disagio, dolore, e cercare di andare avanti. Spesso questo andare avanti, però , consiste proprio nel rimanere fermi su se stessi, la vita ci ripropone sempre gli stessi ostacoli per darci l’opportunità di superarli al fine di evolverci…ma ciò lo si deve volere veramente, come dice Tanaquilla è necessario avere a cuore il nostro miglioramento.
    È una grande fortuna avere trovato la strada della Schola!
    Buona serata a tutti

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Leggo dai post di questi giorni più di un richiamo all’umiltà, a cui fa cenno Alef definendola “dote fondamentale”. Il Maestro Kremmerz, praticamente in quasi tutti i suoi scritti, ha messo in evidenza il vero nemico naturale dell’uomo, che in natura è al massimo scalino dell’evoluzione e se vogliamo della catena alimentare, ma esattamente come le altre specie che gli sono ovviamente subordinate, ma delle quali tutte hanno un nemico extraspecifico, leoni compresi che hanno per unico nemico proprio l’uomo, per l’essere umano invece il nemico naturale è dentro di sé, enfuso, ed il Maestro lo indicò nell’orgoglio, definendolo poi anche con parole diverse quali la vanagloria, il piacere di parere e non essere e così via. Lucifero cadde per orgoglio o meglio ancora per la superbia di ambire oltre le sue potenzialità, ci ricorda il Maestro nella Porta Ermetica “Quomodo coecidisti de coelo, Lucifer?”, definendo, mi par di capire, la componente orgoglio come “peccato di origine”. Sempre nella Porta Ermetica, qualche pagina prima il Maestro ci ricorda:” La lotta per l’esistenza, gli errori volontari, le necessità imposteci dalla grande società in cui si vive, spesso ci opprimono. Non avendo saputo o potuto scegliere l’ambiente di pace, non potendo e non sapendo rinunziarvi perché i nostri errori dobbiamo espiarli ad uno ad uno, bisogna agire su di esso per modificarlo con pazienza, coll’esempio, con la tenacia”. La tendenza generalizzata nella società moderna, ma credo anche in quelle che ci hanno preceduto salvo forse pochissime eccezioni, di mettere la testa sotto l’ala per andare oltre e campare il meno peggio possibile, è vero che risponde ad un meccanismo di difesa naturale della mente che “vuole” evitare qualunque forma di sofferenza psichica ma anche fisica, ma un percorso progressivo verso una espansione della Coscienza non può ammettere contrazioni o luoghi comuni. Gli errori sono all’ordine del giorno, bisogna riconoscerli e farsi aiutare a riconoscerli, ed a proposito dell’orgoglio, definito all’inizio del post nemico naturale sempre in agguato, ho enne volte constatato che preso regolarmente a calcioni in area lombo-sacrale dove “non batte il sole” per buttarlo fuori dalla porta principale, questo, quatto quatto, quasi istantaneamente, tenta regolarmente di rientrare dalla finestra, per poi, non appena me ne accorgo, dover rifare la stessa cosa, e via di questo passo, o meglio, con questi calci!!!
    Ancora un buon sabato a tutti i naviganti

    guglielmo tell
    Partecipante
    Post totali: 214
    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    è bello cominciare la giornata con una notizia così, guglielmo tell, grazie! Proprio ieri sera stavo riascoltando nelle news ‘O sole mio, la Vittoria del Sole sulle tenebre e della Salute sulla pandemia e ho percepito una forte carica di ottimismo.
    Buona domenica all’amata Direzione e a tutto il Forum!

    Buteo
    Partecipante
    Post totali: 218

    A Milano il barista si affanna a spruzzare igienizzante su tavolini e sedute a ogni levata di avventori e la parrucchiera a strofinare la poltroncina prima che la successiva cliente si sieda. Al Porto Vecchio di Genova (combinazione ero lì) domenica i bimbi strisciavano la lunga discesa di enormi scivoli gonfiabili a faccia in giù, in allegra ammucchiata finale. Guardavo e mi chiedevo quali e quanti studi abbiano avvallato la trasmissione di un virus respiratorio tramite il vestiario che ricopre il deretano, piuttosto che il non contagio da possibili sbavate e leccate lungo una bella scivolata a pelle d’orso. Dimenticavo, dati raccolti durante il lockdown sembrano indicare che i bambini non trasmettano il virus e tendenzialmente non si ammalino. È giunto il tempo di studi su base allargata, e, nel rispetto dei dettami scientifici, si vuole ora verificare in quale percentuale i bambini, suddivisi per fasce d’età, saranno suscettibili all’infezione, saranno in grado di trasmetterla e, in tal caso, quale la carica virale minima, se e in quale percentuale l’infezione si trasmetterà ai coetanei, piuttosto che ai familiari, se si ammaleranno i genitori o i nonni, tutti correttamente ricompresi in categorie in base alle patologie pregresse, nonché l’esatta percentuale di forme asintomatiche, pauci-sintomatiche, lievi, severe, gravi, critiche… decessi? O forse si vuole la conferma scientifica di quanto si va affermando, e cioè che la carica virale nei tamponi sia così bassa da non essere infettante e che il Covid clinicamente non esista più? Ok, arriveranno risposte.
    Forse, in attesa delle stesse, potremmo ascoltare un Tg o buttare l’occhio su una testata di giornale, magari capteremmo qualcosa di ciò che accade in Cina, a 55 giorni dal termine del lockdown (mezzanotte dell’8 aprile). Magari potremmo rimetterci a contare quanti giorni trascorsero da quel 31 dicembre, giorno in cui la Cina rese noto il diffondersi di una patologia respiratoria grave legata alla comparsa di un nuovo coronavirus, a quando iniziammo a registrare l’escalation delle morti in terra padana. Se poi ancora volessimo, potremmo anche incominciare a contare dal 15 giugno, o, non saprei, forse dal 3 giugno?
    Nonostante lo scarso orecchio musicale, sento lo stridore di questa mia nota dopo il post di Mandragola11. Rabbia e tristezza non son conosciute per buone consigliere. Fra negazione e inerzia di colleghi, mi chiedo se dobbiamo aspettare la calata del comando divino a Noè, quando insieme potremmo preparare navi, una flotta… Scopriremo poi che non ce ne sarà stato bisogno? Ottimo! Ce ne andremmo felici per i mari. Ok, armo una barchetta. La terrò saldamente agganciata alla nostra catena.

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Cara Buteo, ti comprendo.
    Ogni tanto arriva una notizia di un farmaco antinfiammatorio steroideo (come ora in Inghilterra) per i casi gravi, o altre, fra cui quella segnalata da Guglielmo Tell, per i casi meno gravi, e poi… silenzio.
    Se ne sentono tante ed è meglio rimanere il più possibile neutrali ed essere fiduciosi ma prudenti.
    La Scienza vuole i suoi tempi per le debite conferme e sperimentazioni.
    Il virus ci ha colti impreparati.
    Si parla ora per lo più di economia.
    Intanto la Natura fa e disfa secondo il suo volere.
    In tutto ciò mi auguro che si trovi una sostanza endogena che possa aiutare a sconfiggere questo virus.

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Come tanaquilla anch’io ti comprendo, cara Buteo, comprendo quanto sia necessario e di buon senso restare con i piedi per terra, specialmente per chi come te osserva le cose dal punto di vista del medico e, nostro malgrado, aspettare gli esisti della sperimentazione, augurandoci che nel più breve tempo possibile si trovi un vaccino e/o una cura efficaci.
    Come sempre però non ci facciamo coinvolgere dalla babele infodemica dei media. Come sempre continuiamo a nutrire in positivo la vittoria della Salute sulla pandemia. E in questo senso, sintonizzandoci sull’operato riequilibrante della Catena di Miriam, anche qualche nota stridente di pessimismo penso ci possa rientrare…
    Possiamo starci insieme su quella tua barchetta saldamente agganciate alla Catena?
    Intanto vi bacio e vi abbraccio con un moto grande di affetto fraterno

    Alef2006
    Partecipante
    Post totali: 221

    Cari Fratelli e Naviganti, io ormai ho rinunciato ad elaborare le notizie (talvolta contrastanti) che ci stanno investendo. La lunga quarantena mi ha costretto a gestire lavoro e famiglia contemporaneamente vampirizzando tutte le mie energie. Non mi resta che rimanere neutrale rispetto al Covid19 perché qualsiasi altra polarizzazione brucerebbe altre energie di cui in questo momento non dispongo. Non pensavo che avrei raggiunto la neutralità per questa via così faticosa. Alla fine dei conti (come scrive Tanaquilla) la Terra è più forte di noi poveri omuncoli: bisogna prenderne atto, fare il proprio meglio per proteggersi dal contagio, adoperarsi perché il virus receda e ringraziare sempre la Miriam per il privilegio di esserne parte. Vi abbraccio. Alef

    kridom
    Partecipante
    Post totali: 177

    C’è posto per tutti noi su quella barchetta, che per me è già armata ed è la Miriam, che in questo caso ci fa essere attivi per prevenire il contagio.
    In merito alla segnalazione di guglielmo tell, volevo cogliere lo spunto per esplicitare come viene applicata l’epistemologia sulle ricerche scientifiche. Vale per le ricerche economiche, ma credo che sia molto simile anche per gli articoli di ricerche mediche.
    Prima di pubblicare un articolo che descrive la ricerca svolta, si sottomette l’articolo ad alcune riviste che hanno una classificazione di importanza ed autorevolezza definita da un numero: l’impact factor, che descrive quante volte un articolo viene citato successivamente in altri articoli; pertanto maggiore è l’impact factor degli articoli pubblicati su una specifica rivista (in genere si tratta di un Journal di tradizione anglosassone) e tanto più autorevole e affidabile è considerata la rivista stessa. Quando l’articolo viene inviato, il comitato editoriale del journal lo distribuisce ad altri accademici/ricercatori affinchè lo analizzino e lo mettano in discussione (è la c.d. “peer review”). L’esito della peer review può essere o il “rigetto” dell’articolo perchè sbagliato o la richiesta di revisioni/integrazioni/correzioni di più o meno ampia portata. Dopo aver apportato le necessarie integrazioni/correzioni vi è una nuova peer review (che può essere l’ultima oppure no) e, infine, arriva la meritata pubblicazione.
    Tutto questo “amba aradam” serve ad applicare un pò del metodo scientifico galileiano e serve ad assicurarci che quella eventuale scoperta che viene descritta è scientificamente valida e non è del tipo “mio cugino mi ha detto che il 5G provoca il coronavirus”, affermazione che potrebbe anche essere vera se il cugino in questione avesse pubblicato una ricerca su un autorevole journal per dimostrarla.
    Anche questo processo molto strutturato ha le sue eccezioni, si rammenti il caso dell’articolo sulla correlazione tra vaccini e autismo pubblicato sull’autorevole rivista The Lancet, la quale ha successivamente ritirato l’articolo perchè si è scoperto che era basato su dati contraffatti, ma in generale il sistema funziona bene ed è quello che al momento fornisce le migliori garanzie di oggettività.
    Nel pezzo di Road TV citato da guglielmo tell si dice, correttamente, che la ricerca dell’università di Napoli e Perugia sarà pubblicata su bioRxiv, la quale purtroppo non è una rivista ma solo un database e quindi l’articolo non sarà oggetto di peer review nè bioRxiv ha un impact factor. Pertanto, di per sè, non ha molto valore scientifico.
    Rimane, da un lato, la speranza che si arrivi presto a qualche scoperta importante e, dall’altro, una normale cautela della scienza che richiede tempo per verificare le sue ipotesi.
    Vi abbraccio

    ippogrifo11
    Partecipante
    Post totali: 165

    Condivido, rimarcandola, la pilloletta di rigore epistemologico somministrata con tatto benevolente da Kridom, particolarmente in tema se ricordiamo che il titolo di questa discussione è appunto “La pandemia da coronavirus tra dati oggettivi e opinioni soggettive”. A quanto detto da Kridom aggiungo solo che il superamento del filtro esercitato dalla peer review non dà diritto, di per sé, all’attribuzione di una patente di verità permanente alle conclusioni di uno studio o di un lavoro di ricerca, ma più semplicemente ne attesta la rispondenza al rigore del metodo scientifico, ciò che conferisce allo studio o al lavoro un elevato grado di attendibilità, allontanandoli, al tempo stesso, dal campo insidioso delle opinioni soggettive, tutte legittime, per carità, ma che spesso rischiano di lasciare il tempo che trovano.
    Noi stessi, del resto, se abbiamo ben compreso il metodo ermetico, sappiamo di non poter dare neppure alla nostra personale esperienza alcun carattere di certezza fino all’avvenuta conferma gerarchica, il che ci fa riflettere sulla necessaria prudenza, la quale se è già più che opportuna quando esprimiamo le nostre opinioni, figurarsi quando si va a riportare quelle altrui! Il che, evidentemente, non significa affatto che le opinioni non vadano espresse, ma che è sempre bene ricondurle, quando possibile e fin dove possibile, alla concretezza dei fatti, separando questi dalle notizie mirabolanti e dalle rappresentazioni suggestive, quasi sempre poco verificabili, che imperversano sul web. Perciò credo che sia condivisibile anche la posizione di neutralità espressa da Alef2006 rispetto alla massa di notizie che ci investe ormai quotidiananente, e non solo con riferimento alla pandemia. Il nostro sito, e con esso il forum che ne è una sezione, vogliono dimostrare – e credo che lo stiano facendo egregiamente – che anche uno spazio potenzialmente anarchico come è quello telematico possa acquisire una connotazione autodisciplinante e diventare un luogo aperto all’incontro delle idee e al confronto, ossia uno spazio eminentemente costruttivo nel quale anche le opinioni hanno diritto di asilo.
    A tutti l’augurio di una buona serata.

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Alle volte, caro Alef2006, sono proprio le situazioni di vita più difficili e inaspettate che ci aiutano a migliorare.
    Questo è successo e succede a tutti noi.
    Nei momenti di difficoltà è anche una questione di scelta: si fa ciò che serve, ciò che ha una finalità. Il resto non è necessario.
    Bella la disamina positiva di Ippogrifo del sito e della sezione forum.

    Alef2006
    Partecipante
    Post totali: 221

    Visto che abbiamo parlato di peer review ci tenevo a sottolineare che è sicuramente un meccanismo che filtra i contributi elaborati dagli studiosi (descritto molto bene da Kridom). E’ un filtro imperfetto, ovviamente, ma molto utile. Chiaramente può succedere che un contributo sia rigettato pur essendo solido o innovativo così come può accadere che un contributo sia accettato pur presentando degli errori non rilevati dai revisori. Fa parte delle normali dinamiche umane che non possono essere scevre da errori al 100%. A partire da 20 anni a questa parte, tuttavia, si è innescata nella comunità scientifica internazionale una corsa ad produrre pubblicazioni scientifiche da parte degli studiosi. Questa corsa alle pubblicazioni (nota con il termine: “publish or perish”) è stata innescata dall’adozione di parametri oggettivi per valutare la produzione scientifica degli studiosi da contrapporre (o per complementare) le valutazioni soggettive delle commissioni. Tuttavia, adesso il numero di contributi prodotti dalla comunità scientifica è esploso e continua a crescere nel tempo e questo sta mettendo un po’ in crisi la peer review: i revisori sono letteralmente subissati da contributi da valutare e talvolta questo comporta una maggiore superficialità del processo di valutazione. In alcune comunità ed in alcune nazioni un eccessivo numero di pubblicazioni viene penalizzato ma non è semplice elaborare nuovi criteri generali che possano disinnescare il “publish or perish” senza ritornare alla pura soggettività delle commissioni in tutti i domini della conoscenza umana. Speriamo che il tempo ci doni un nuovo equilibrio anche in questo campo.

    seppiolina74
    Partecipante
    Post totali: 270

    Ora che è ufficialmente partita la cosiddetta fase 3,( e sempre sperando non torni la numero 1), mi è venuto spontaneo trarre un piccolo bilancio interiore: su ciò che è stato, su ciò che è cambiato. È proprio vero quello che i Maestri ci hanno sempre detto, e cioè che il percorso evolutivo è individuale, quindi ognuno di noi sceglie, anche non pienamente cosciente, le proprie prove e il proprio “campo”di battaglia. Il lock down è stato per me come un tunnel,una sorta di “travaglio” nel quale mi sono messa a nudo dinnanzi a me stessa, alle mie scelte. Attraverso il dover sostenere e aiutare i miei figli, attraverso le loro difficoltà, ho ritrovato le mie, come in uno specchio. Ho compreso che, al di là del cammino personale di ognuno di noi, le prove delle persone amate vengono a muovere anche le nostre. Non si confondono, ma si intrecciano. E vengo al dunque dicendo che alla fine del tunnel, ho avvertito una sensazione nuova e diversa: mi sono sentita disincantata,più ” scesa” con i piedi per terra. Forse meno spensierata, ma più centrata,sicura e più forte rispetto a prima. Per la prima volta, mi sono sentita non più figlia, ma adulta, fiera di aver combattuto per una causa ritenuta giusta, anche se a volte condotta con severità. Non ho avuto più bisogno di emulare qualcuno, non ho chiesto scusa per aver semplicemente agito come ritenevo giusto, in coscienza.
    E mi viene da pensare che è poi questo che da tempo ho cominciato a chiedere alla Miriam,ogni singolo giorno. Il cammino è ancora lungo, ma so che questo piccolo fiore non sarebbe mai sbocciato se non fossi stata agganciata ad una corrente di Bene e di Salute e se non fossi stata guidata dalla mano dei Maestri. Un caro saluto a tutti!

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Che bello leggere le tue riflessioni, Seppiolina! E’ proprio vero, il progresso di uno funziona come la scia delle barche nel mare che, nella loro corrente, risucchiano tutto ciò che si trova nelle vicinanze. Forse l’esempio non è abbastanza appropriato, ma rispecchia ciò che sento quando leggo le parole sincere di Sorelle e Fratelli che condividendo le loro esperienze di vita, testimoniano la forza della Catena di Evoluzione nel Bene, alla quale tutti apparteniamo.
    E’ importante lasciarsi risucchiare in questa corrente, perché è una spinta al cambiamento, uno scuoterci da una stasi (nella quale a volte si cade-parlo per me-) per riprendere il “lavorio” che, alla fine, è sempre lavoro in e su se stessi.Buona giornata!

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