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Nel trattare il “silenzio”, la parola Yogi era riferita (forse impropriamente) all’operatore spirituale in generale, di qualunque derivazione, perché quella del silenzio è una chiave di accesso uguale per tutte le spiritualità.
Detto questo desideravo postare questo pensiero:
«La spiritualità (qualunque essa sia) è una necessità vitale, e si dovrà prenderà coscienza di tale necessità: l’essere umano ha un bisogno essenziale di trovare l’alimento per la sua anima e il suo spirito e di nutrirsene tutti i giorni».A proposito di silenzio, ho letto una notizia che mi riporta ai post di qualche giorno fa in cui si rifletteva sull’importanza di chiudere la radio alle comunicazioni non sintoniche ad esempio ai momenti dedicati alla pratica; ci chiedevamo anche come favorire in noi questa opzione di purificazione dalle interferenze profane, che per i pitagorici riguardava sia il non parlare che il non udire. Ebbene, su Le Scienze.it del 15 dicembre un articolo dal titolo “Come fa il cervello a scegliere cosa ascoltare” riporta di una ricerca scientifica che ne spiegherebbe il meccanismo cerebrale.
Cito: “Aspetti essenziali dei meccanismi cognitivi e neurali responsabili dell’attenzione uditiva selettiva – ossia della capacità del cervello di scegliere quali stimoli uditivi privilegiare fra i molti che arrivano in uno stesso momento sono stati chiariti da una ricerca condotta da ricercatori, psicologi e neuroscienziati della Carnegie Mellon University, dell’University of London e del’University College of London che firmano un articolo su “The Journal of Neuroscience”. Lo studio principalmente finalizzato alla cura di patologie gravi, ci dice inoltre che nel nostro cervello protagonista di questo meccanismo sia “La mielina, una sostanza che, avvolgendo gli assoni dei neuroni, permette il loro “isolamento elettrico” e quindi una migliore trasmissione delle informazioni lungo gli assoni … a un aumento della quantità di mielina presente in una piccola porzione di corteccia corrisponde un aumento della capacità dei neuroni di rispondere selettivamente a frequenze particolari.”
Sarebbe interessante avere un parere dei medici su questo meccanismo di ascolto selettivo che possiamo più consapevolmente richiamare e attivare nel momento in cui nel rito vogliamo “chiudere la radio”.Ho letto l’articolo citato da Mandragora sulla rivista Le Scienze del 15 Dicembre u.s. Quello che i ricercatori hanno riscontrato e analizzato è che le aree della corteccia uditiva hanno una mappatura ben precisa di ricostruzione degli stimoli sonori che giungono all’apparato uditivo. Come ho detto nel mio post del 12 Dicembre (cui ti rimando) a proposito della ricostruzione molto dettagliata dell’immagine a livello della corteccia visiva così avviene per quella uditiva anche se meno conosciuto; in sintesi il suono viene, a livello dell’apparato uditivo, scomposto nelle sue caratteristiche peculiari (lunghezza d’onda, frequenza, intensità), poi viene ricostruito a livello della corteccia uditiva in suono semplice, complesso o rumore. In questa opera intervengono anche i Centri Associativi del riconoscimento e apprendimento di cui abbiamo parlato nel post citato e che determinano anche un’attenzione, se richiesta ed entro certi parametri, a determinati suoni rispetto ad altri. Tramite indagini radiologiche sofisticate i ricercatori hanno fatto prima una mappatura della stimolazione delle diverse aree della corteccia uditiva in funzione della frequenza del suono e poi hanno messo in correlazione questi dati con le caratteristiche dei singoli neuroni giungendo alla conclusione che il livello di mielina dei neuroni (presente normalmente e di fondamentale importanza nelle cellule nervose per la conduzione dello stimolo v.la grave alterazione nelle malattie demielinizzanti), in alcune regioni corticali uditive è simile e permette a quell’area di rispondere ad una frequenza del suono selettiva. Questo è importante per comprendere i meccanismi di attenzione e ricezione selettiva dei suoni che sono alterati in determinate condizioni patologiche.
Gli organi di senso fanno affluire al Cervello (Corteccia e Aree associative) in contemporanea molteplici stimolazioni durante una particolare azione dettate dai profumi,lettura,suono delle parole espresse ecc. Quindi, secondo me,il silenzio è uno stato di essere a cui partecipano tutti questi stimoli con una valenza ben precisa e importante.Un caro saluto ed un augurio a tutti di Buone Feste, avrò più tempo in questo periodo post-Natale di essere presente nel Sito. Vorrei riallacciarmi ai post di Macrobio e Chicco59 incentrati sull’importanza del silenzio. Vero è che, come scrive Sylva, che proprio nel buio, condizione analogica al silenzio, le cose vengono incubate e poi, se sterili non sono, inevitabilmente prenderanno forma. Nel Volume III della Scienza dei Magi, alla pagina 118, compaiono alcune magistrali righe che danno l’idea immediata dell’importanza dell’allenamento in tale direzione. La sintesi, per come riesco ad esporla, sta nell’educazione a non piegarsi alla costante necessità di formulare e soprattutto esporre poi le idee, ed a non cedere alle sistematiche pressioni delle idee altrui manifestate attraverso la parola ad opera di chicchessia. Ma, in un sistema sociale una volta più complesso ed interattivo, nel quale tutti siamo perfettamente inseriti, il “non parlare e non sentire”, diventa un vero e proprio esercizio di volontà finalizzata, diversamente sarebbe un obiettivo impossibile. D’altronde, la volontà va provocata mediante esercizi inibitori, altrimenti i sensi ordinari la vincono. Questo allenamento, se diventa costante, come citato nel Volume di cui sopra alla pagina 237, produce effetti paragonabili a miracoli, ma che altro non sono se non conseguenze naturali dell’allenamento. Quindi si desume che la volontà subisce un vero processo di educazione, ovviamente posto in essere con scienza e coscienza, altrimenti o non produce effetti oppure sono difficilmente verificabili, ed inoltre tende a rafforzare progressivamente una condizione di benessere ed equilibrio soggettivo, in quanto, terra-terra, innanzitutto contiene la dispersione di energie. In chiusura, agganciandomi al post di Macrobio, voglio citare una massima estrapolata dal Libro di Mulford, che rende secondo me bene l’idea di quanto importante sia l’attenzione e la coltura del pensiero, tenendo sempre ed in primis presente, che, le buone parole e le buone opere, dipendono inequivocabilmente dai buoni pensieri. La massima menziona in proiezione, una ”chimica futura nella quale si riconoscerà che il pensiero (aggiungo umano ma non solo, visto che è presente e proporzionato allo stato di sviluppo di ogni essere), è una sostanza reale tanto quanto lo sono gli acidi, gli ossidi e tutti gli altri corpi chimici conosciuti”.
Ancora una buona serata a tutti.Sempre a proposito di alternanza, silenzio\suono,luce\tenebra, anche nell’arte esiste una tecnica detta chiaro\scuro, in cui la forma dell’immagine nasce dalla tenebra che dà spessore e profondità al contrario della luce che dissolve(che richiama forse il solve et coagula!?) e quindi anche il concetto di Catena in cui c’è alternanza tra passivo e attivo della pila come tramiti terapeutici. Oggi riflettevo su tutte queste cose, durante una passeggiata in montagna sulla neve e in solitudine e, in mezzo a tutto quel candore accecante,mi sono fatta una domanda banale:”Se la Miriam fosse un colore sarebbe Bianca o Nera?” Infatti il bianco per definizione respinge tutti i colori, dando la possibilità ad ognuno di esprimere la propria sfumatura peculiare; il nero di contro li contiene tutti e noi recitiamo proprio”L’Una che tutto in sé contiene” ma poi mentre ero intenta nei miei ragionamenti, ho incrociato un maneggio con un recinto in cui al di qua c’era un cavallo bianco e al di là ce n’era uno nero, uno di fronte all’altro che si toccavano il muso facendosi effusioni e sembravano proprio speculari uno all’altro…forse anche la realtà va letta in modo speculare piuttosto che unilaterale come possibile chiave di lettura…ringrazio ancora Chi ci ha dato la possibilità di condividere quotidianamente pensieri ed esperienze perchè questo ha un effetto terapeutico di benessere immediato e dona forza ed energia, nutrendoci profondamente, ed è come se avendo la possibilità di esprimerci riuscissimo a ‘fermare’ ciò che ci è utile nel percorso evolutivo senza che voli via così come è arrivato…un caro saluto a tutti
Il Silenzio. Quanto mistero lo circonda! Nella mia esperienza, il silenzio è stato sinonimo di “preparazione”, di “concentrazione di energie” in vista di qualcosa di importante da fare e da mettere a fuoco: un progetto, un nodo da smussare. Osservandomi, ho notato che anche le necessità più impellenti, come la fame o il sonno, venivano come messe a tacere, senza per questo sentirne la mancanza. C’è silenzio quando stiamo per proferire parola, anche durante le riunioni accademiali durante le quali, entrando più nello specifico di un argomento, rimaniamo come “sospesi”, mentre “qualcosa” gira in tondo! E di seguito, spesso tutti insieme parliamo e le voci si accavallano!Dunque nel silenzio qualcosa si muove, vive, cerca la strada per prendere forma. Credo inoltre che non sia facile da ricreare e da richiamare dentro di sè: quante volte non sono riuscita a”fare il punto della situazione”, a rallentare il flusso dei pensieri impazziti! Il pensiero nel silenzio è un pensiero creativo e mutevole ma libero! Da brava chiacchierona, ascoltare cosa ha da dire il mio silenzio sarà un’impresa…ma ci proverò!
Nella mia esperienza ho sempre sperimentato che il silenzio così come il non toccare cibo o mangiarne pochissimo mi è sempre venuto naturale per chiudermi dalla situazione per me insopportabile in quel momento, questo mi porta a pensare che il silenzio , come il digiuno e come altre funzioni dell’organismo sono mezzi da finalizzare;infatti il digiuno rituale non ha certo la stessa finalità del digiuno che istintivamente mi porta a non nutrienti di quella situazione è quindi mi chiedo,chissà il silenzio come va inteso in senso evolutivo e terapeutico
Il digiuno come il silenzio chiama a raccolta le forze dell’organismo: non più disperse nella conversazione o nell’attività digestiva, le energie possono essere canalizzate e rivolte a uno scopo. Si tratta di un meccanismo naturale che il corpo utilizza in caso di pericolo, dolore, difficoltà. Il meccanismo, poi, può essere indotto in modo volontario: digiunano taluni andando alla guerra altri per concordarsi al rinnovamento della Natura, sia esso stagionale o mensile. Le leggi della Natura non sono né buone né cattive, sono leggi appunto di cui divenire consapevoli aiuta a intendere come la purificazione possa estendersi su ogni piano. Non-dire e non-fare richiedono volontà e spostano il silenzio su piani sempre più sottili… Il percorso nella Schola educa a questo e piano piano ci rende padroni di noi.
Buongiorno. Ho approfittato di questi giorni di festa per fare una ricerca (in silenzio) sul silenzio nei testi del Maestro Kremmerz e ho trovato un paio di passi molto interessanti che mettono in luce non tanto l’aspetto misticheggiante del “fare silenzio” quanto quello meramente pratico-operativo: “Ora voi leggete che le antiche iniziazioni filosofiche e le sacerdotali magiche erano precedute da una preparazione del discepolo al silenzio. Gli antichi discepoli-sacerdoti cominciavano con l’abituarsi a tacere. Io voglio credere con voi che l’antico sacerdozio aveva anche lui un secreto di pulcinella a nascondere con cura; ma voi se visitate un qualunque convento di frati, antico o recente, di qualunque ordine, dai camaldolesi ai benedettini, è inevitabile d’incontrare inciso o dipinto o a rilievo il famoso silentium e il simbolo di due braccia in due forme e colori intersecantisi a X. È un secreto ridicolo anche quello?”
[…] Il silenzio dell’ambiente per lo spirito è quasi una astinenza dai cibi indigesti per lo stomaco.
Ma bisogna ancora distinguere le sensazioni di origine esterna dalle sensazioni per ripercussione, sul quale fenomeno si potrebbe scrivere un trattato di matematica del senso. Un tuo vicino parla. La sua parola ti risveglia una idea o una sensazione. Ma se tu pronunzii una parola il lavorio è doppio, perché devi concepire l’idea, tradurla in parola e proiettarla nello spirito di chi ti ascolta. La parola che tu pronunzii è una proiezione fluidica della tua concezione e la prova di questo lavorio si ha da ogni osservatore che, ascoltando un vocabolo che non risponde ad una idea fatta, deve concentrarsi meccanicamente per afferrare la concezione fluidica che accompagna l’idea proiettata. In magia la parola è uno strumento di realizzazione, e il silenzio sulle cose sacre della Verità, è il modo di custodia purificatrice che maggiormente vitalizza le idee da projettarsi, mentre impedisce che le ripercussioni delle idee projettate ubbriachino il mezzo ricettatore del mago.” (SM vol. I, pagg. 127-128).
Perdonate la lunghe citazioni ma non saprei come condensare il discorso del Maestro Kremmerz.
Un fraterno abbraccio.Secondo me il silenzio rituale è una cosa, e riguarda le indicazioni che si ricevono ad personam e che non si devono assolutamente divulgare, mentre il silenzio interiore del quale parliamo (hai ragione gelsomino, sembra un po’ una contraddizione!) è uno stato di essere da conquistare, da raggiungere con il nostro cammino evolutivo, e in questo senso,secondo me, fa bene parlarne e questo nostro sito è lo spazio d’elezione in cui condividere esperienze che servono a tutti per crescere.
A tale proposito auguro che il 2018 sia un anno di “crescita” per tutti, ma siccome, come ci ammonisce il Kremmerz, nelle nostre cose bisogna essere precisi, quindi, onde evitare di ritrovarci tutti ingrassati di qualche chilo, il mio augurio è che ci si possa avvicinare tutti sempre più a quel Bene di cui la Miriam è l’incarnazione.Un buon anno a tutti. Ancora alcune cose sul tema del Silenzio che tengo ad esprimere. Come scrive Alchemilla, la comprensione dell’importanza del Silenzio in termini terapeutici ed evolutivi è cosa difficile assai. In senso terapeutico, come già accennato in precedenza, l’idea che più mi calza è legata alla continenza di energie che altrimenti vengono comunque disperse, quindi in un ipotetico quid energetico a disposizione di ognuno, una consapevole moderazione nell’utilizzo è sicuramente salutare, al fine di un impiego una volta di più consapevole delle energie in gioco nella quotidianità. In campo evolutivo, credo valga la stessa regola, in quanto la costrizione della parola è un atto di volontà cosciente, e la volontà, opportunamente finalizzata, è elemento fondamentale nel percorso di crescita interiore (evoluzione a tutto tondo). Allora, come scrive Gelsomino, discorrendo di cose sacre nel Forum, si rischierebbe comunque di finire in un meccanismo di dispersione delle idee (qui mediante la scrittura) che porterebbe alle stesse conclusioni di cui sopra? In realtà, qui accade la cosa opposta, come precisato da m-rosa che inquadra il Sito come uno spazio di elezione, proprio perché le esperienze condivise diventano occasioni di crescita collettiva. Il lavorio da fare poi da soli, in silenzio, magari al buio e perché no, a stomaco vuoto, sta nell’elaborazione metabolizzata dei contenuti dei post che più hanno solleticato l’attenzione di ognuno, così il dialogo interiore diventa cosa quotidiana, naturalmente come quello esteriore, altrimenti addio alla mirata condizione di equilibrio, dando quindi spazio alla finalità terapeutico-evolutiva anche attraverso Sito e Forum.
Un sentito ringraziamento e caloroso augurio alla Direzione della Schola, ed a tutti i partecipanti al Forum rinnovo l’auspicio di un Buon 2018.Buongiorno a tutti. ieri mattina mi accingevo a fare la mia preghiera quotidiana, ma dopo aver iniziato mi accorgo di non aver disattivato la sveglia che inizia a cantare. le preghiere non si interrompono, si continua con tutto il disturbo, ed all’improvviso , per necessita’ virtu’, realizzo e comprendo quanto accennato dal Maestro anni fa, durante un’escursione in terra Sibillina: non ha importanza il silenzio esterno, siamo noi che dobbiamo attivamente realizzare quel silenzio interno che ci isolera’ dal frastuono circostante. Un caro Augurio di Luce a tutti!
Recuperato e ripristinato il thread sul “silenzio” ci scusiamo per l’inconveniente accidentale.
Buona discussione a tutti i partecipanti.Spesso nei film o nei romanzi, si vede un artista, carico di pennelli, colori e cavalletto, aggirarsi per campagne verdeggianti o solitarie vette in cerca di silenzio e di pace, dove terminare o iniziare un’opera d’arte, o comunque un atto creativo e artistico. Ho sempre pensato che la loro esigenza fosse quella di cercare il silenzio nella solitudine, perchè le interferenze più disturbanti erano legate ai propri simili. Ma poi, pensandoci bene, credo che, al di là dei suoni o “rumori” provenienti dall’esterno, il silenzio fosse semplicemente una condizione speciale dell’essere, uno stato fecondo e profondo in cui immergersi, quasi un “sonno” ,ricco di idee-guida da seguire, ma anche di assolute “sorprese” con le quali trovarsi in perfetta sintonia; e questo, aveva sì a che fare con i suoni della Natura, perchè il fluire di suoni esteriori,cioè il pulsare ininterrotto della vita, riportava probabilmente l’animo sensibile e ricercatore dell’artista a se stesso, facendogli da specchio. Quindi è vero che il silenzio non è necessariamente assenza di suoni! Mi viene anche in mente che noi miriamici sperimentiamo il silenzio prima dei riti quotidiani e lunari, accompagnandoli con i profumi legati alle quattro stagioni: anche l’olfatto ha dunque un valore in questa ricerca e sintonizzazione con noi stessi?
Sul tema del Silenzio ho trovato a pag. 372 del vol. I della Scienza dei Magi questa frase enigmatica che riporto : “- Non vi è scienza senza silenzio,non vi è possanza senza carità , non vi è forza senza giustizia.” Perché il silenzio è un requisito indispensabile per la scienza ? Come va intesa la frase , che chi sa deve saper tacere o che non si arriva alla comprensione vera delle cose se non passando per un silenzio purificatore ? Questo per rimanere nel tema del silenzio ,ma ci si potrebbe interrogare anche sul senso e sul valore della carità e della giustizia.
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