I Luoghi del Sacro, della Magia e della Tradizione ermetica

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  • m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Che bello questo nuovo argomento! Sicuramente i primi luoghi che mi vengono alla mente se penso ai Luoghi dove ho vissuto la sacralità della Vita sono quelli delle terre Sibilline, l’ascesa al monte Sibilla, le notti all’aperto su quello stesso monte, oppure le esperienze all’Infernaccio o al Ninfeo. Sicuramente quelli erano luoghi magici, impregnati di una energia naturale molto forte e che noi siamo stati Sapientemente guidati a sperimentare. Chiudendo gli occhi, poi, e pensando ai luoghi visitati che mi hanno lasciato un’impronta, oltre ai già citati, mi ricordo l’impressione che mi fece la visita al tempio di Edfu in Egitto, anche lì, percepii tra quelle colonne vibrare una forza particolare una energia con la quale mi sentivo in sintonia. Ciò avveniva moltissimi anni fa (38 per la precisione) e mi piacerebbe sapere se tutto è rimasto invariato o se il turismo sfrenato, sregolato e spesso ineducato, di questi ultimi anni, è riuscito a cancellare l’anima di quei posti.

    mercuriale2011
    Partecipante
    Post totali: 164

    Bellissimo quest’argomento!
    Senza dubbio il luogo sacro di cui ho un ricordo forte e indelebile è il Monte Sibilla. Ricordo anch’io quelle notti …l’emozione di recitare il Credo della Schola con il Maestro e i Fratelli in cima alla Sibilla al sorgere del Sole perfettamente allineato con la luna piena.
    Grazie Maestro per questi doni meravigliosi!!!
    Buona notte a tutti

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Una notte, di circa vent’anni fa, decidemmo di andare con l’automobile fino al rifugio Sibilla, allora si poteva, a quota 1500 sulla montagna della Sibilla nella Catena dei Monti Sibillini. Partimmo a mezzanotte da Montemonaco e dopo aver superato la frazione di Collina ci inoltrammo su per la sterrata. La notte era incredibilmente stellata. Chissà cos’altro avremmo potuto percepire sulla scorta delle esperienze già vissute negli anni precedenti. Escursioni alla vetta raccontandoci della fata Alcina o della Sibilla con la sua fatidica grotta, … dell’ammazzamurelli o di streghe ai crocicchi o dell’apparire improvviso di globi luminosi e fantomatici animali. Niente di tutto questo quella volta…
    Poco prima del rifugio c’è un rettifilo e all’improvviso si alzarono davanti alla macchina due maestosi gufi reali. Ci guardammo increduli. Sì, una coppia di uccelli notturni, dall’apertura alare di 2 metri ciascuno, si erano piazzati sulla scia dei fari della macchina ritmando, con il rumore di un gran mantice, sfulnn, sflunn, sflunn, lo sbattito delle gigantesche ali … scortandoci per tutto il rettifilo e tuffandosi poi verso Montefortino. Al mattino seguente accennai alla guardia forestale quanto mi era accaduto e quelli, piuttosto scettici, mi fecero descrivere minuziosamente tutto il fatto concludendo con tono entusiasta: “allora è vero la coppia di gufi reali c’è ancora, pensavamo fossero estinti…”
    Mentre loro concludevano così la nostra conversazione, nel mio cuore ringraziavo ancora l’animale sacro ad Istarte, alla Gran Madre, per averci dato un benvenuto “diverso” e così pregnante di significato in queste magiche contrade a me sempre più familiari … terre e luoghi della Regina Sibilla e del Suo leggendario Paradiso.
    Altre volte vi parlerò di esperienze in questi luoghi e di incontri “particolari” con persone, segni, simboli e altri animali, che hanno in qualche modo intimamente segnato le vicende della mia vita. Così alla prossima puntata vi racconterò di un Condor, sì, proprio di un Condor delle Ande …
    Un caro saluto

    Rrosalinda
    Partecipante
    Post totali: 29

    Al ritorno da una notte passata sui monti Sibillini sul sentiero c’era una pecora morta chissà forse caduta dal dirupo, ero dispiaciuta per la povera bestiola,ma pensai alle parole del credo” credo nella morte principio di vita nova” buona giornata

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 366

    In curiosa attesa di sapere del Condor delle Ande, volevo testimoniare che l’esperienza di Montemonaco è stata davvero formativa, intensa e pregnante da tutti i punti di vista;fra i tanti momenti, ricordo,in particolare, quando abbiamo aspettato, tutta la notte, sul Monte Sibilla, che sorgesse il Sole con la Luna Piena di fronte…notai che la temperatura diminuì improvvisamente subito prima dell’alba, come se fossimo scesi nelle profondità delle Terra e poi risaliti, ma poi assistemmo allo spuntare della luce mattutina… eravamo lì, tutti insieme, con tanti di noi e in piccoli gruppi tornammo a valle…prima il silenzio dell’esperienza che maturava dentro ciascuno e poi la condivisione e riflessioni nella mattinata successiva al centro Ellissa, lo hanno reso un momento unico e che mi risuona sempre da allora ogni volta che lo richiamo con la memoria! P.S. Volevo solo aggiungere a proposito del ricordo di Rosalinda, che anch’io ricordo di questo episodio della pecora trovata morta e ho scoperto negli anni che l’immagine (neotestamentaria) non è casuale ma topica..nella formazione professionale terapeutica mi è stata portata spesso come simbolo di coraggio ed esempio di mantenere la verticalità davanti allo sgomento della morte(che come nel Credo recitiamo è ‘principio di vita nova’);infatti il racconto dice che “quando il Cristo e i suoi discepoli trovarono questa carcassa in decomposizione, tutti rimasero sconcertati dalla vista e dal cattivo odore eccetto il loro Maestro,il quale, sottolineando, che quella povera bestia aveva conservato una magnifica dentatura scintillante, placò gli animi e riportò alla giusta visione delle cose l’episodio. Ed è proprio quello che possiamo testimoniare tutti noi della Fratellanza quando con una parola, un gesto o uno sguardo i Maestri Ortodossi di Miriam, che abbiamo la fortuna di avere ancora vicini, ci hanno aiutato a sbloccare una situazione o superare un momento di difficoltà e\o sofferenza, invitandoci a essere attivi cogli strumenti a disposizione e rassicurandoci che non siamo mai soli! Grazie di cuore e un caro saluto a tutti

    holvi49
    Partecipante
    Post totali: 112

    Era a Montemonaco. La cisterna, riempita d’acqua e cosparsa di fiori, rimase esposta tutta la notte ad impregnarsi della luce delle stelle e gli umori dell’aria e della vegetazione circostante. Al mattino, dopo le operazioni effettuate dal Maestro M.A. IAH-HEL, ognuno di noi riempì l’ampolla di vetro che recava con sé e ci avviammo al bosco. Quivi giunti, ciascuno cominciò ad aspergersi con l’acqua così particolarmente preparata e credo che tutti abbiano formulato un pensiero, una richiesta, per la propria evoluzione, per la propria salute. Era un momento molto particolare, si percepiva una corrente che tutti accomunava. Provai una sensazione di unione con tutti e con tutto, mi guardavo intorno e non riuscivo a capire, avvertivo solo una condizione “differente” ; avevo le lacrime agli occhi. Mi avvicinai ad una sorella e, baciandole le mani, chiesi: <<ma che sta succedendo!?>> Ancora oggi, ripensandoci, rivivo, integra, la stessa emozione.
    Un caro saluto

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Un Condor per la Regina Sibilla.
    Assieme ad alcune amiche avevamo deciso di compiere un viaggio in Perù nella foresta amazzonica facendo tappa prima a Puhallpa e poi in un villaggio nel cuore del Rio delle Amazzoni. Il tutto era nato dall’incontro che avevamo avuto in Italia con il discepolo (anche lui curandero) di uno sciamano peruviano con il quale, nel trovare punti di contatto con la nostra Terapeutica Ermetica, si era stabilito un rapporto di reciproca stima. Avevamo deciso così di passare un mese, assieme a lui e allo sciamano, nella foresta, una foresta ancora vergine dai mille colori di flora e fauna, alligatori compresi. Non ricordo la data precisa ma era per Settembre del 1997; nel frattempo in Luglio prendemmo in affitto un appartamento a Foce di Montemonaco nella piazzetta del rifugio Taverna della Montagna alle falde di Monte Sibilla che, con i suoi volti di pietra come ha scritto Tanaquilla, era stata eletta a simbolo della Matriarchia.
    Una mattina vedemmo da una finestra che dava sulla piazzetta volare in cielo un grande uccello con un’apertura alare di almeno tre metri:
    “Non può essere un’aquila – ci dicemmo – non le assomiglia per nulla e poi è quasi più grande, ma che è? In pochi minuti, mentre quest’uccello volteggiava maestoso nel cielo planando sempre più verso terra realizzammo, con senso di stupore, che si trattava di un Condor! Un Condor lontano qualche migliaio di kilometri dalla sua rotta abituale… sfinito scese a terra, fu chiamata la forestale che lo trattenne qualche giorno per rifocillarlo e poi lasciarlo partire per le sue vette andine. Un evento rarissimo e incredibile … che finì sui giornali.
    Riflettemmo: il Condor nella cultura incaica, e andina in generale, è l’animale sacro che, planando di vetta in vetta, trasporta l’anima dello Sciamano e ora lo Sciamano era venuto a rendere omaggio alla Regina Sibilla e alle Sue Ancelle.
    Ne parlammo per telefono con il discepolo, tramite per noi con lo Sciamano, e insieme convenimmo: “non c’è da venire in Perù … il Condor ha parlato.” Il cuore della Tradizione Iniziatica, quella vera, era qui e il suo universale eco raggiungeva dal Suo fatidico Antro ogni dove. Un battito tuttora incredibilmente pulsante nel magico ventre della montagna! La Sibilla aveva attirato il Condor perché ci trasmettesse il messaggio di non partire.
    E fu così che annullammo il viaggio …
    Interessanti e condivisibili i post di Holvi, Wiwa e RRosalinda. Un caro saluto a tutti e alla prossima l’incontro con una sibillina Vergara doc e poi con un magnifico serpente di un paio di metri…

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Il post di Diogenonn mi stimola a raccontare un’esperienza da me vissuta circa venti anni or sono. Era un periodo in cui riuscivo a ritagliarmi il tempo per fare lunghe camminate, da solo, in mezzo ai boschi. In un tardo pomeriggio di fine estate ‘98 o ‘99, non ricordo bene, durante una fase lunare in cui era prescritta nutrizione a base di sola frutta per atonia intestinale, circa a metà della luna, quindi con un paio di settimane di questa alimentazione, andai a fare una camminata in mezzo ad un bosco su di una collina dove ero solito fare tali escursioni. Sulla via del ritorno, verso il punto in cui avevo parcheggiato l’auto, con il sole ormai verso il tramonto, uscendo dalla boscaglia piuttosto fitta, indossai nuovamente gli occhiali scuri, per guardare verso la città più in basso ad ovest, nella stessa direzione del disco solare: in quel momento, ripeto, con gli occhiali infilati, vidi nel disco solare letteralmente formarsi e vivificarsi l’immagine di un trono, con al di sopra una coppa che versava liquido aureo lungo una scalinata di pochi gradini molto ampi, 4 forse 5, e man mano tale liquido su questi gradoni si espandeva, per dare l’idea, come se si versasse su una qualunque superficie dell’olio che per forza di cose si estende. Come si suol dire, non credevo ai miei occhi, per cui più volte tolsi e poi rimisi gli occhiali da sole, e succedeva che senza occhiali, oltre a non vedere nulla, non riuscivo neanche a guardare verso il sole, e non appena li rimettevo la visione di quanto descritto continuava. Il tutto durò per circa una ventina di minuti, dopodiché, tale immagine cominciò a comprimersi fino a sparire. Non sapendo letteralmente che “pesci pigliare” circa una possibile chiave di lettura della cosa, nel tentativo di non scivolare su mistiche elucubrazioni, anche perché, paradossalmente o non, prima che iniziasse tale visione e poi mentre volgeva al termine, mi passò davanti un colombo selvatico (colombaccio), forse lo stesso, che prima volava in una direzione per poi transitare in quella esattamente opposta. Sono poi tornato più volte nello stesso posto, ahimè con la speranza di un prosieguo o di una qualche indicazione di più semplice e pratica interpretazione, ma inutilmente. Mi ha indotto molto a riflettere il fatto che, un regime alimentare piuttosto particolare o costretto come in quel frangente avevo osservato, cosa tra l’altro che, nelle camminate successive non era più tale, possa in qualche modo a me sconosciuto, aprire canali sensoriali al di fuori dell’ordinario, e di conseguenza consentire l’accesso ad un dato di realtà non in sintonia con le condizioni abituali. Complice forse, anche il totale silenzio di un bosco di alta collina, con gli unici rumori causati dal canto di volatili o fruscii di animali che a terra muovevano fronde o foglie secche. Quindi, ritengo non affatto casuali, il digiuno, il silenzio ed altri parametri ancora che accomunano molte tradizioni sapienziali, sotto tutti i cieli. Tempo dopo, accennai di tale esperienza al Maestro M.A. IAH-HEL, che molto semplicemente mi fece riflettere sul fatto che, la Miriam, nella sostanza e nell’immagine, è un vaso contenitore a tutti gli effetti, idoneo ad accogliere e trattenere la conoscenza di una Tradizione plurimillenaria, e forse, dico io, senza tante operazioni di alto volo, in quel momento si era tradotta in un’esperienza la sostanza molto reale di un’immagine sacra e parimenti concreta.
    Una buona serata a tutti.

    ippogrifo11
    Partecipante
    Post totali: 165

    Infernaccio, Ninfeo, Monte Sibilla con escursione sino alla vetta, attesa dell’alba nel plenilunio del solstizio d’estate, sempre in cima al Monte Sibilla… E molte altre ancora… Tutte esperienze di impronta “sciamanica”, tese verosimilmente a far sì che si stabilisse e si vivesse un contatto diretto con la Natura, un contatto tanto individuale quanto corale che lasciasse, nelle cellule di ciascuno di noi, la memoria concreta, indelebile, della condivisione collettiva e unitaria di una modalità di “essere” non ordinaria. Ripeto: un’esperienza tipicamente sciamanica, magistralmente concepita e magistralmente condotta. Una modalità concreta e quanto mai efficace per farci esperire l’aspetto vivo e vero del cammino iniziatico, sfrondato da ogni sovrastruttura e astruseria di tipo occultistico di vecchia maniera. Indubbiamente, chi quelle esperienze ha vissuto non può dire di non esserne uscito in qualche modo trasformato e l’opportunità che offre questo nuovo thread di testimoniarne, per quanto possibile, il significato è anch’essa un modo per restituire quel che si è ricevuto.
    Un caro saluto a tutti.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Ero fresca di letture di romanzi ambientati nei luoghi andini e di appassionanti racconti di esperienze compiute in quei luoghi da un professore universitario peruviano a contatto con gli sciamani di quelle zone. Avevo 35 anni e mi sentivo molto vicina a quel tipo di cammino pur conoscendo già da oltre un decennio gli scritti di Kremmerz.
    Entrata in contatto con la Schola Philosophica Hermetica Classica Italica in un momento in cui gli incontri accademiali erano stati momentaneamente sospesi fino a data da destinarsi ebbi la ventura – e la fortuna! – di passare una magica notte sui monti Sibillini con il Maestro Iah-hel e altri Numeri della catena iniziatica.
    Era estate.
    Verso le tre e mezza di notte, mentre tutti dormivano avvolti nei loro sacchi a pelo, una carezza di vento insistente ebbe la meglio sulla mia pigrizia e uscii dal tepore in cui mi ero rintanata aprendo la cerniera del mio involucro quasi fossi un baco da seta.
    Non avevo freddo. Mi misi a camminare verso la vetta del monte lungo la cresta…
    Arrivai fino a un certo punto, molto particolare. E, lì, sentii che non POTEVO andare oltre.
    Quantomeno NON in quel momento.
    Sentii il peso delle cose che dovevo ancora risolvere; vidi le contraddizioni della mia vita dell’epoca e le discrepanze tra quello che sentivo di essere e di volere e quello che invece facevo e dicevo nel quotidiano.
    Le gambe si erano fatte di cemento e il muro invisibile che mi bloccava il passo non ammetteva forzature.
    A malincuore mi voltai e presi la via del ritorno.
    Tutti stavano ancora dormendo… (O forse no?)
    Mi rimisi dentro al sacco a pelo con la netta sensazione che se non vivi come pensi finisci col pensare a come vivere.

    ippogrifo11
    Partecipante
    Post totali: 165

    A distanza di vent’anni, anno più anno meno, il ricordo dell’ascesa fino alla vetta del Monte Sibilla resta vivido e intenso, così come restano forti le tante sensazioni provate, alcune contrastanti: l’impulso irrazionale a lasciarsi andare lungo il declinare scosceso della parete e farsi assorbire dalla terra; una consapevolezza intima di non essere degno del luogo dove mi trovavo, insieme ai compagni d’escursione, quasi tutti Fratelli e Sorelle; la percezione dei sentimenti di quelli che mi stavano vicino espressi attraverso il silenzio; infine, il pensiero di essere inesorabilmente di fronte ai miei limiti e di non essere in grado di continuare oltre e, all’opposto, la spinta a proseguire per coprire le poche decine di metri che mi separavano dalla cima. Quando fui sul punto di arrestarmi definitivamente e di rinunciare, ecco che un comune conoscente, frequentatore abituale di quei monti, discese dalla vetta e protese la mano verso di me: andiamo- disse – ormai manca davvero poco.
    Misi un passo dietro l’altro, mentre dentro di me tutto entrava in subbuglio; arrivai sulla cima e mi sedetti, pervaso da un senso di commozione intensissima e da una profonda gratitudine verso una indefinita Entità che percepii come materna, avvolgente, atavica.
    Un caro saluto.

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 2 mesi fa da ippogrifo11.
    tulipano
    Partecipante
    Post totali: 83

    Posso solo ringraziare i Fratelli che hanno condiviso le loro esperienze di Montemonaco sul blog, dando la possibilità a chi non era presente o non ancora iscritto di cogliere in parte l’essenza e le emozioni. Grazie ed un caro saluto.

    GELSOMINO
    Partecipante
    Post totali: 141

    Vedo che per la maggioranza dei racconti il proscenio è quello del monte Sibilla e dintorni! Ed è così anche per me, perché è in quei luoghi, o meglio, nel contesto di quelle particolari esperienze vissute lì, che ho provato quel sentimento di un Amore indefinito proprio così come lo aveva descritto il Maestro Kremmerz ne I dialoghi. Chissà quale è il motivo per il quale alcuni luoghi sono ricettacoli elettivi di energie particolari o particolarmente forti ?

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Terza puntata dalle Terre della Sibilla.
    Dai miei trascorsi di architettura ero incuriosito dai decori sui paramenti degli edifici delle terre sibilline ed in conseguenza del fatto che ormai tanti erano stati i segnali di come proprio in queste terre la Matriarchia di Miriam avesse, ab origine come oggi, il suo epicentro elettivo, mi aspettavo, e confesso sognavo, di trovare riscontri in tal senso.
    Tanti fatti sono iniziati in quel fatidico anno … era il 1998.
    “Vattene per i paesi e invece di far chiacchiere verifica sul campo se c’è qualcosa di interessante” mi fu detto quasi seccamente … le chiacchiere si sa non fanno farina!
    Ecco allora che armato di entusiasmo e buona volontà scesi una mattina lungo la valle dell’Aso e mi fermai a Santa Maria in Casalicchio, una pieve del XV secolo. Ai lati di una monofora, peraltro l’unico decoro della chiesa, erano scolpite due stelle una a cinque e l’altra a sei punte. Non vi dico la sorpresa, la gioia e quanto l’entusiasmo mi stesse salendo, è il caso di dirlo, alle stelle. Che stelle erano, a cosa si riferivano, a ordini cavallereschi? A Confraternite legate alla nostra Tradizione iniziatica?… insomma tutto da verificare.
    Il giorno dopo proseguendo nella mia volontà di essere tramite (confesso questo essere allora il frutto di una “sponsorizzazione” ad opera di Chi sapeva … ma questo ha riguardato e riguarderà quanto in questo thread e non solo andrò testimoniando) di quanto poteva emergere da quei luoghi di potere, ero di nuovo sceso nella valle, questa volta per risalire nella frazione di Altino, in linea d’area proprio sopra Santa Maria in Casalicchio. Avevo scelto Altino senza un perché così lasciandomi guidare da un miriamico “istinto” per interrogare qualche abitante.
    Altino era deserta e l’unica persona che vedevo era una vecchia vestita di nero che mi guardava da una finestra aperta al primo piano.
    Buongiorno, ci sono decori su queste case che lei ricordi – le chiesi per abbreviare la mia ricerca – stelle disegnate su portali o su pietre?
    C’è un chiesa qui sotto, l’ha vista – mi disse con voce tonante, interrogandomi a sua volta – è una chiesa importante … che ci facevamo in quella chiesa lo sa? – Mi disse con tono più imperativo che altro…
    So che ci stipulavano le paci fra i paesi in guerra tra loro – le risposi.
    Ah, ecco cosa ci facciamo ora ricordo, le paci! Vada, le stelle sono li, le guardi, le osservi…
    Insomma stavo subendo un vero e proprio interrogatorio!
    In più quell’eterno presente con cui mi si stava rivolgendo, mi aveva fatto venire i brividi! Come se fosse una vecchia di secoli.
    Signora – le dissi – lei vive sola qui ad Altino?
    Certo – mi rispose – i miei figli vorrebbero che andassi a Roma in quella loro casa dorata, ma io sto bene qui.
    Ma non ha paura da sola?
    Io non ho paura di niente! – mi rispose quasi emettendo un boato e sbattendomi “in faccia” le ante, prima dei portelloni e poi della finestra.
    Insomma avevo avuto a che fare con una vera Vergara delle terre sibilline o con qualcosa che andava oltre? Non lo saprò mai.
    Così finì quell’incontro, ma più che incontro il terzo grado che avevo subito, e le sue parole mi segnarono parecchio e furono lo stimolo per continuare la ricerca delle stelle scolpite che iniziai a ritrovare su molti portali e finestre degli edifici tardomedioevali e rinascimentali, civili e religiosi, delle varie frazioni del comune di Montemonaco … quando ad un tratto, sempre su sapienziali input, coinvolsi quello che era stato un mio professore alla facoltà di architettura … per tentare di dare una senso architettonico e non solo a questi che apparivano essere dei veri e propri simboli, non facenti parte di uno stilema decorativo …
    Trovavo, oggettivavo, andavo avanti sperimentando il metodo ermetico e accadde di tutto e di più! Nel frattempo e non grazie a me (vi avevo solo partecipato) era avvenuta un’incredibile scoperta. Ma ne parleremo in un nuovo thread dedicato. Alla prossima puntata…

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 2 mesi fa da admin Kremmerz.
    GELSOMINO
    Partecipante
    Post totali: 141

    Mi rifaccio al post di Ippogrifo in cui parlando delle esperienze di Montemonaco dice :un’esperienza tipicamente sciamanica, magistralmente concepita e magistralmente condotta. Riflettevo su come ci siano state offerte ,per sole grazia e Amore ,quelle possibilità, a differenza di tante altre iniziative di stampo sciamanico ,che andavano e vanno ancora tanto di moda, dove per partecipare si pagano bei soldi! Con questo non voglio dire che qui si è più bravi per il solo fatto che non si paga , ma voglio sottolineare come anche in questo , si veda il diverso modo di operare della Schola ,che si muove con logiche e finalità che si discostano totalmente dalla corrente comune. Personalmente penso che ci siano cose , che per il loro alto valore, non possono essere pagate con il denaro, perché qualunque prezzo non potrebbe compensarle , tutt’al più tentare di infangarle abbassandole al livello della mercificazione. A chiunque abbia partecipato è stata tesa una mano, tutti siamo stati amati, credo che chi non l’ha capito allora prima o dopo l’avrà realizzato.

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